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Capitolo1 - I preparativi

CAPITOLO1 - I PREPARATIVI

Come ogni anno era scesa la neve, e con la neve si era fatto Natale, e con Natale arrivavano i pacchi, e con i pacchi... immancabile... il Capodanno. Capace di attendere latente undici lunghi mesi nelle più remote viscere della nostra esistenza, balenava poi dal nulla e scagliava il mondo nell'abisso. Solo allora ognuno di noi si scontrava con le due inevitabili, tragiche proiezioni della propria identità:

1. Sei ancora vivo
2. Tra poco è Capodanno.

Nulla si poteva fare per la prima: impossibile fare previsioni. La seconda al contrario è dotata di metodicità e regolarità di Euchessinica memoria: appare solo una volta ogni dodici mesi, e per una disgrazia non è poco. E fu così che nel dorato impero dell'handicap si aprirono le annuali consultazioni sul peggior modo possibile per esorcizzare l'inevitabile ricorrenza.

"Mah... - azzardò Killer - ho sentito Joco... forse andiamo con dei suoi colleghi di lavoro in una casa a Santena!"
Età media dei colleghi di Joco la trentacinquina, vitalità dei colleghi di Joco paragonabile a quella di una chiazza di olio per motori, trasgressione da raggiungere mediante brindisi di inizio anno con Coca Cola e, soprattutto, presenza per il terzo capodanno consecutivo di Killer.
Ci scappava un omicidio. Bello, ma odio fare sport d'inverno.

"Capodanno da veri bastardi? FALLUOT a LISSONE (MI) a fianco del boowling! Ingresso L.85.000, cenone 190.000, tavolo Priveé + Champagne Sala Disco L.150.000, tavolo Priveé + Spumante Sala Latino L.120.000. E farai capodanno con Bastardidentro.com!"
"Falluot". "Boowling". Amo gli analfabeti, amo gli handicappati, amo buttare nel cesso 190 carte, ma per quest'anno... scelgo la vita.

"Ah, io me ne sto da mia nonna in campagna per due o tre giorni - sentenziò Diego - non voglio vedere nessuno, non mi venite a cercare e vaffankulo!"
"Io vado sul lago Maggiore con gli amici della mia ragazza - disse Jena il rollatore - vuoi venire?"
"Io sto a casa con i miei - disse Grumo - di solito non esco con gli amici a Capodanno!"
"Io non vado da nessuna parte - disse Attila - sono a Naja!"
"Noi andiamo in Costa Azzurra! Vuoi venire?" disse Jeanne.

A quanto pare era la vita a non scegliere me.

La Costa Azzurra è una merda, La Costa Azzurra d'inverno è una merda, La Costa Azzurra d'inverno è una merda ed è cara, La costa Azzurra d'inverno è una merda, è cara e c'è Jeanne...
Squillò il telefono.

"Marooooooooooooooook! Sono la Epiiiiiii!!! Dai facciamo un Capodanno a casa mia io, te, Sanfruuuuuuuuu? Daiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!"

VENERDÌ 28 DICEMBRE - I PREPARATIVI

Sabato30?
Jeanne aveva fissato la partenza per Sabato 29 mattina, ci saremmo trovati tutti da Elena.
La sera prima telefonata di routine a quell'handicappato di Alessandro D'Elicio, che abitava dietro casa mia.
"Ma sei pazzo? Ma mica si parte domani mattina! Si parte SABATO 30!!!"
Sarebbe stato un bel Capodanno.

Alla fine non fu poi così difficile reimpostare il suo fuso di ventiquattr'ore rispetto al meridiano Berlino-Roma-Città del Capo, spiegargli che dopotutto aveva un'intera notte per fare i bagagli, cambiare i soldi e avvisare il papà che l'indomani mattina sarebbe partito per la Francia e probabilmente non sarebbe tornato mai più. Anzi, alla fine era persino contento.
"Ma dai, domani passa da me, che andiamo insieme!"

SABATO 29 DICEMBRE - PARTENZA


Appuntamento a casa di Elena per le dieci del mattino. Con apocalittico sforzo riuscii ad aprire il secondo occhio alle dieci meno cinque e a trascinare fuori la salma per le dieci e un quarto, appena in tempo per sentire mia madre che urlava: "Guarda che persino BIN LADEN quando è in giro telefona a casa!!! E almeno lui... LAVORA!!!"

E alle dieci e venti l'amico Sabato30 era ancora allegramente in pigiama.
"Senti, mi è venuta in mente una cosa: io non ho voglia di prendere la macchina!"
"Ah... e io che minchia ci faccio a casa tua?"
"Boh..."
"Va be', allora andiamo in pullman?"
"Uhm... ma io non ho voglia di andare in pullman..."
"Ah... e allora?"
"E allora facciamoci passare a prendere da Nico!"

Arrivammo a casa di Elena alle undici e non c'era ancora nessuno, a parte Elena, che si era appena alzata, e ovviamente i suoi.
"Elena!!!! Ancora te ne esci??? Ma non stai mai a casa a pulire??? Come speri di trovare un uomo se tieni la casa come un cesso???!!!"
"Se una ha le tette grosse e il culo sodo può anche cagare sui mobili e se la sposano lo stesso!"

Osservando i nuovi arrivati che uno alla volta lentamente si trascinavano verso il portone, fu divertente osservare come ogni individuo di sesso femminile recasse con sé un bagaglio di massa superiore alla propria, nello squallido tentativo di minimizzarsi agli occhi del mondo.

Ma anche osservare che si erano fatte le undici e mezza non fu una cattiva idea. Certo, per partire era ancora presto, ma per fortuna c'era un bar a disposizione. Ci potemmo così cementare un'ora di fronte a un giornale e a un caffè stile impiegati del comune, per poi schiodarci verso mezzogiorno e mezza.
Marok: "Chi cazzo me l'ha fatto fare di alzarmi alle dieci stamattina?"
Daniela: "Però stiamo alla larga dalla gente, che ci sono i germi!"

L'unità appena ritrovata sarebbe stata di breve durata: il destino ci voleva equamente ripartiti nelle due macchine a disposizione.
Con Massimo: Laura, Elena, Daniela e Alessandro"Sabato 30"D'Elicio.
Con Nico: Jeanne, il mio giovane corpo ed il malcapitato Ciro, un cugino napoletano di Elena che aveva avuto la sventurata idea di salire a Torino un giorno a caso: il Capodanno.

"Ok, fino a Ventimiglia facciamo l'autostrada?" azzardammo.
"Ma siete matti??? - obiettò Daniela - Ma sapete quanto costa??? No no, facciamo il Col di Tenda!"
"Il COL DI TENDA? Ma ci vorranno TRE ORE..."
"Ma va!!! Seguiteci!!!"

Aveva inizio il lungo viaggio verso l'ignoto.