Una volta tanto, mi svegliai alle prime luci dell'alba: era appena passato mezzogiorno.
Tempo di ruttare un "SOKA!" in onore del fitness e mi fiondai in spiaggia, dove incontrai Massimo e l'autistico Grumo.
"Ciao Grumo! - dissi - Che cosa mi sono perso al fitness? C'era pheega?"
Grumo mi mostrò
questa foto.
Sono cose che fanno pensare.
Quel giorno sarebbe dovuto arrivare anche Uollano, almeno stando al pacco iniziale, però non ne sapevamo nulla.
Proprio questa semplice circostanza ispirò uno splendido monologo autistico, nel quale Grumo più volte ribadiva che, se anche Uollano fosse arrivato, la camera d'albergo se la sarebbe potuta ficcare su per il culo, che comunque non ci si comporta così, che le cose si dicono per tempo e vaffankulo.
Vedere Grumo incazzato era sempre divertente, però Uollano non era pheega e non aveva la chiocciola, quindi nessuno giudicò l'argomento interessante. Al contrario, trovammo piacevole la compagnia delle due amiche di Massimo, due giovani donne dotate di un'immensa dose di coraggio e presenza di spirito: nonostante tutto, si erano fermate in spiaggia con noi.
Una di loro
passava il tempo leggendo il POZZOLI, un cazzo di libro che si studia per l'esame di Teoria e Solfeggio.
Me lo ricordavo molto bene: i miei mi avevano obbligato a dare quell'esame al conservatorio di Torino e non ho ancora finito di insultarli per questo.
Il mio orale, cioè quella cosa che si basava sul Pozzoli, era stato un calvario: nella prova di lettura parlata mi ero puntualmente incartato, nella prova cantata non avevo fatto errori ma avevo appena cambiato voce ed avevo l'estensione massima di UN'OTTAVA, cioè le mie corde vocali avevano MENO NOTE del FLAUTO DELLE MEDIE. Alla fine mi avevano passato per l'unica cosa che sapevo fare bene, cioè scrivere: ero stato l'unico di tutto il conservatorio a non fare nessun errore nella prova di "dettato melodico", che consisteva semplicemente nel trascrivere una cazzo di musica su pentagramma senza dimenticare i diesis ed i bemolle.
Da allora raramente ho incubi notturni, ma quei pochi che ho sono ricorrenti: essere in classe un attimo prima dell'interrogazione di storia, nel momento in cui sorteggiano i nomi, oppure essere all'esame di teoria e solfeggio... ed avere davanti il POZZOLI!
Un tempo ne avevo anche un terzo: quello di essere a Naja. Però mi veniva solo ed esclusivamente quando ERO a Naja, quindi mi svegliavo ed era VERO! PiombinoKastrox!
"Devo fare l'esame a settembre!!! - disse la giovane donna - Visto che sapete tutti di musica interrogatemi!"
"Bene signorina - sentenziai - ci parli di UT!"
"Eh???"
"Io lo so!" disse GRUMO.
"Zitto tu! Deve rispondere lei!"
"No, dai, ditemelo!!! Che cos'è UT???"
"È l'antico nome del DO!" rispose Grumo.
"Giusto! E tu, giovane donna, sai di musica MENO DI GRUMO! Studia!"
La pheega mi schifò.
Ed io, felice, mi addormentai al sole.
IL PACCO DEL GIORNO
Portammo gli amici di Massimo a mangiare da Non MariaSole, senza però spiegare perché quel locale ci piacesse tanto... se la pheega avesse saputo che noi andavamo là solo perché L'ANNO PRIMA c'era pheega, che in più ci aveva SCHIFATO, ci avrebbe bannato a vita.
Laigueglia intanto si stava già sovrappopolando: in giro per le strade c'era molta più gente dei giorni scorsi e nel budello iniziavano ad esserci ingorghi di pedoni.
La maggioranza delle persone era lì per Mario Biondi... io non avevo idea di chi cazzo fosse, ma assecondavo tutti per non fare la figura dell'ignorante. Tanto più che avrebbe suonato con gli High Five Quintet, cioè con il gruppo che, assieme agli Aires Tango, era in cima al mio indice personale di gradimento da quando frequentavo il PercFest.
"Ho saputo che fa pacco pure Mario Biondi! - disse Massimo - Quest'anno PACCO COMPLETO!"
"No, cioè, aspetta, fammi capire... stasera sono tutti qua per Mario Biondi e lui FA PACCO?"
"Sì!"
"Ma ci sarà una rivoluzione, una sommossa popolare, metteranno a ferro e fuoco il paese!!!"
"Sì!!"
"E NOI SAREMO LÌ!!!"
"Sì!!!"
Perfetto.
TECNOLOGIA
Se non altro, il soundcheck si preannunciava tranquillo.
I concorrenti erano tutti percussionisti, perciò si portavano loro la roba da casa: i backline non avrebbero dovuto montare nulla, quindi non avevano da chiedere nulla a me, quindi quel pomeriggio avrei potuto dormire sonni tranquilli... forse.
Uno dei semifinalisti era
Luciano De Fortuna.
L'avevo già incontrato i giorni precedenti, di sfuggita. Mi era sembrato un ragazzone mansueto ed educato ed anche quel giorno confermò la mia prima impressione: puntualissimo, alle tre era già sotto il palco a montare i suoi strumenti. Sia ringraziato il cielo.
I suoi avversari erano un duo: Mauro Casadio e Gianluigi Staffa. Via email sembravano normali... poi squillò il telefono.
"Ciao Marok, siamo arrivati! Siamo all'inizio del paese!"
"Perfetto! Vi vengo incontro! Come vi riconosco?"
"IO SONO BELLO!"
Ok, non erano normali... sarebbe stata una giornata divertente.
Aiutai i due a portare gli strumenti in piazza e mi fermai a guardare i backline: anche oggi stavano sclerando... e tantissimo.
È decisamente un bel lavoro.
La sorpresa fu però lo scoprire il motivo di tanta disperazione: era l'altro concorrente, Luciano De Fortuna. Si era portato dietro un campionatore... e si era SCASSATO!
Gli Angelo & Friends, GP ed i fonici cercarono a lungo, tutti assieme, di farlo andare. Ed intorno a loro si radunò una folla di esperti di elettronica, o presunti tali, che iniziò a dare consigli brillanti su come mettere tutto a posto. Avevano la competenza e la simpatia dei vecchietti che si piazzano in cerchio attorno ai cantieri per insegnare agli operai come fare il loro mestiere: "Quello lì mettilo là!" "Non là! LÀ!!!" "Sapete proprio fare niente voialtri!" "Ai miei tempi..."
Io, intanto, facevo le foto.
Solo dopo una buona mezz'ora, Luciano si arrese all'evidenza: il suo campionatore era cimito, morto, defunto, trapassato remoto, per sempre.
E lui avrebbe dovuto suonare senza, mandando a troie l'intero brano.
Non saprei spiegarmi perché, ma non ne fu contento.
Se fossi stato in lui avrei spaccato tutto, avrei dato fuoco al palco, avrei cagato su quello che rimaneva e me ne sarei andato.
Lui invece accolse la notizia con animo sereno, si sedette al suo posto e disse: "Vabbe', cambio il brano!"
Da regolamento NON si poteva fare: il brano da portare in semifinale doveva essere uguale sputato a quello del demo... ma nessuno riuscì a farlo capire a Luciano, che non volle sentir ragioni.
Alla fine i più agitati erano i suoi avversari: si erano resi conto di avere contro un non terrestre.
E va be', feci le ultime foto alla gente disperata e poi approfittai del poco tempo che mi era rimasto per andare in giro per il budello a vedere un po' di seminari.
Alla trattoria del Pignuin c'era un batterista che non era nemmeno nominato dal programma. Si chiamava
Ramon Rossi
ed era tutto tranne che un musicista jazz: aveva un tiro dannatamente rock e pestava di brutto! Era un grande, mi stava simpatico!
In piazza Garibaldi il panorama cambiava drasticamente: c'erano i bambini di
Hey ci siamo anche noi.
Chissà, magari un giorno qualcuno di loro diventerà un genio della musica, ed allora noi potremo dire: "Io lo conoscevo già, quando non era nessuno!!!"
All'anfiteatro, infine, c'era il masterclass di
Alex Battini de Barreiro,
che ebbe davvero il suo perché.
Me lo gustai fino alla fine, poi tornai in piazza per vedere GRUMO che lavorava. Fu una bella mossa: sul palco c'era GILSON SILVEIRA che stava facendo il musicista PUNK con una chitarra ACUSTICA, da SOLO, in mezzo al NULLA.
Fu quella la seconda migliore immagine di tutto il Percfest.
L'ULTIMA SEMIFINALE
Il freddo delle prime sere era ormai un ricordo: la temperatura era mite e piacevole e, come da copione, c'era il doppio della gente di quanta la piazza ne potesse contenere in modo non animale.
Questa volta, la semifinale ebbe un testimonial d'eccezione:
FOTOALDO!!!
Era diventato assessore al comune di Laigueglia... non avevo parole!
Avere come presentatore l'assessore FotoAldo avrebbe portato fortuna o sfiga ai semifinalisti? E, soprattutto a quale dei due?
Nel dubbio, anche quella volta ero riuscito a convincere la giuria a chiudere un occhio sulle inadempienze dei concorrenti. Il primo,
Luciano De Fortuna,
aveva cambiato il brano rispetto al demo: se avessimo applicato il regolamento alla lettera, sarebbe stato squalificato.
Anche il
duo Casadio/Staffa,
comunque, aveva interpretato le norme in maniera "creativa": la durata del brano aveva un limite ben preciso, 7 minuti.
Loro avevano suonato per DIECI! La cosa, da regolamento, gli sarebbe costata l'apertura del culo!!!
Per fortuna, con una lunga serie di supercazzole riuscii a convincere i pochi giurati che se n'erano accorti a chiudere un occhio, evitando anche a loro la penalità.
Alla fine fu una bella gara, belli e bravi tutti quanti.
Però il responso fu netto: il duo aveva stravinto e dovetti salutare Luciano, che alla fine era stato inculato dalla tecnologia.
CONCERTO!
Sul palco intanto sopraggiungeva "Traps", ovvero il
Roberto Gatto Quartet,
con
Daniele Tittarelli al sax,
Luca Mannutza al piano,
Luca Bulgarelli al basso e, naturalmente,
Roberto Gatto
alla batteria.
Uno spettacolo, dall'inizio alla fine. Impossibile staccare gli occhi dal palco... dei grandi, davvero.
E poi, i miei idoli: gli
High Five Jazz Quintet, ovvero
Marco Tamburini alla tromba,
Daniele Scannapieco al sax,
Pietro Ciancaglini al contrabbasso,
Luciano Tucci
alla batteria ed ancora
Luca Mannutza al piano.
Godimento puro.
Come sappiamo, a completare il gruppo ci sarebbe dovuto essere
Mario Biondi alla voce, che però aveva fatto pacco.
La maggioranza della folla era lì per lui, e questo in effetti generò qualche lieve moto di dissenso nel pubblico jazz... nulla di quanto previsto però: niente atrocità, niente terremoto, niente tragedia, niente ira di Dio, niente lago di sangue e niente corna sfasciate. Solo un po' di brontolio diffuso. Peccato.
Comunque, con o senza voce, uno spettacolo come quello degli High Five Quintet non sarei mai riuscito ad immaginarlo migliore.
LOSER
Alla fine del concerto, passai a trovare Grumo al banchetto.
Di fianco a lui c'era una sorpresa!
La pheega?
No,
UOLLANO!
Ebbene sì, alla fine l'uomo senza chiocciola era venuto: senza dire niente a Grumo, si era preso un albergo per i cazzi suoi.
Ed aveva addirittura invitato un suo amico dal nome significativo:
LOSER!
Loser era meraviglioso... era la SINTESI del NERD diversamente figato: oltre al pessimismo diffuso riguardo ogni attività sociale ed oltre alla concezione della pheega solo in quanto avi o jpeg, FILTRAVA la realtà attraverso l'informatica.
Sapeva descrivere ogni ambito dello scibile umano in termini di query a database, di ordinamento... od al limite tirava in ballo i firewall, quando parlava di pheega.
Era al nostro livello.
Prima che succedesse qualunque cosa, dovevamo a tutti i costi far conoscere LOSER a REMO: l'avremmo UCCISO!
Ci precipitammo al Mayflower.
Quando Remo vide Loser e lo sentì parlare, seppe sorprenderci: non disse nulla.
Anzi, prese le ordinazioni senza battere ciglio.
Poi andò in cucina, ritornò da noi ed appoggiò sul nostro tavolo, davanti a Loser, una
CRÉPE A FORMA DI FIGA.
"Così almeno la vedete!"
Fu un bel momento.
E fu anche l'ultimo: per tutto il resto della serata, Loser ci raccontò le sue sfighe da informatico, alternando nomi di protocolli di rete a descrizioni di due di picche acrobatici...
Era notevole anche la sua cultura sui siti porno.
Un giorno avremmo dovuto farlo conoscere a Killer.
Loser sarebbe probabilmente andato avanti a sparare minchiate anche tutta la notte.
Tuttavia, prima che il gallo cantasse tre volte, riuscimmo a bannarlo con l'ultimo, rigoroso, inevitabile ed inequivocabile vaffankulo.