Il destino a volte gioca brutti scherzi: a qualcuno capita di lavorare, a qualcun altro di sposarsi, qualcuno viene inculato da un gorilla affetto da fallotropia, ad altri capita di essere impalati sul cactus più grande del mondo... a me quella mattina capitò di aprire gli occhi prima dell'alba: erano le undici!!!
Un filo di vergogna c'era, ma a quel punto tantovaleva rassegnarsi all'inevitabile: scesi giù in spiaggia a vedere il fitness... almeno una volta l'anno bisognava farlo.
Non avevo idea di dove fosse, ma trovarlo non è mai un problema: basta seguire il casino!
I rumori conducevano inequivocabilmente ad uno stabilimento balneare sulla cui porta una misteriosa iscrizione diceva:
"La cosa più deliziosa non è non avere nulla da fare, ma avere qualcosa da fare e non farla!". Firmato:
Marchel Achard.
Non avevo idea di chi cazzo fosse
Marcel Achard,
comunque era un grande.
Quanto trovai al di là della porta seppe però superare ogni mia più rosea aspettativa: da un lato della folla c'era GRUMO, nella sua ormai proverbiale
tenuta da spiaggia!
Dal lato diametralmente opposto c'era la PHEEGA.
Finii per scegliere il lato opposto a Grumo: c'era una luce migliore per le foto.
Le giovani donne erano in due, l'una rossa e l'altra bionda, e ballavano divinamente bene. Sembrava quasi che il grosso della folla di intenditori di musica e di jazz prestasse alle eleganti ed aggraziate acrobazie delle due fanciulle un'attenzione maggiore di quella che riservava alle nerborute braccia dei valenti musicisti del Percfest.
Sicuramente sarà stata una mia impressione, sarebbe grave se fosse così.
E comunque, riassumendo, mi ero alzato alle undici ma ne era valsa la pena.
CONCORSO PERCFEST
Dopo un doveroso bagno ristoratore ed un lauto pasto da Non Mariasole, il destino, inesorabile, mi trainava verso il concorso Percfest.
Non sapevo perché ma ero ottimista: la giornata prometteva bene.
Il primo gruppo della semifinale aveva un nome che era tutto un programma:
SUDUOKU.
Era formato da un bassista,
Nicola Angileri,
e da un batterista,
Federico Paulovich:
sì, proprio lui, quello che aveva passato il giorno precedente a telefonarmi per chiedermi cose marziane.
Contro ogni previsione, il loro check filò liscio come l'olio: erano stati puntualissimi, gli strumenti andavano alla perfezione e per le quattro avevamo già finito tutto.
Il dottor Marok risolve.
I guai iniziarono col secondo gruppo. Si chiamavano i
SUNU AFRICA
ed erano in due: un batterista,
Roberto Carnevale
(sì, quello della batteria in acero!) ed un percussionista,
Ady Thioune.
Tutto bene, se non fosse che da programma sarebbero dovuti essere in OTTO anziché in due e che quei due arrivarono alle SEI anziché alle tre!
PiombinoKastrox.
Come sempre accade a chi arriva in ritardo alle prove, i Sunu Africa furono subito odiati da chiunque avesse anche lontanamente a che fare con il Festival, compresi gelatai, tabaccai e pornoshop: per via delle loro tre ore di ritardo, si era innescato un effetto domino che aveva mandato a troie tutta la scaletta del soundcheck pomeridiana.
Roberto però la prese con filosofia ed iniziò un lungo racconto in cui spiegava che sei elementi del gruppo non erano potuti venire perché erano africani e gli era scaduto il visto italiano. Loro due invece erano arrivati un po' in ritardo perché sulla strada c'era traffico, ma tantissimo: incidenti, tamponamenti, catastrofi, era crollata una casa, c'era stato un terremoto, una tremenda inondazione... le cavallette!!!
Solo alla fine del racconto, Roberto si arrese al fatto che nessuno dei backline lo stava ascoltando: Angelo & Friends stavano impazzendo per trovargli un buco per fargli fare le prove. Alla fine, però, il soundcheck ci fu... e fu divertente: i Sunu Africa dicevano che l'amplificazione non andava bene, i mixeristi erano perfettamente d'accordo con loro, ma ormai non c'era più tempo di fare nulla quindi soka.
Secondo il nuovo regolamento, ai Sunu Africa sarebbe toccata una penalità per le tre ore di ritardo al check ed una SQUALIFICA per il fatto di essere arrivati in DUE anziché in OTTO. Alla fine però convinsi il Capo a chiudere un'occhio e riuscii a farli esibire lo stesso: stavano talmente sul cazzo a tutti che... a me stavano simpatici!
A SCUOLA DI...
Passai il resto del pomeriggio a cazzeggiare al banchetto di Grumo sparando minchiate con Gilson Silveira e Luca Capitani.
I due erano incuriositi dal mondo degli informatici e, soprattutto, dal fenomeno "pheega + informatica = costante": l'annullamento della pheega causato dall'eccesso di informatica per loro era un mistero, così iniziarono un divertente siparietto in cui ricostruivano situazioni-tipo per verificare la differenza di comportamento tra il musicista e l'informatico.
"Per esempio, se vedete una pheega - dicevano - voi che fate?"
"Ah è facile! Si clicca e si scarica! Se c'è una protezione, la si pesca dalla cache!"
"No, ricominciamo! Se PER STRADA vedete una pheega, che fate?"
"Be', si fa una foto, poi si va a casa e..."
"No, allora... mettiamo che una pheega venga da voi e vi rivolge la parola... che fate?"
"Beh... ci sono le risposte pronte: non fumo, sono le sette e mezza, la stazione è di là, non uso msn, non ho myspace!"
Alla fine, Luca Capitani decise che doveva intervenire, per il nostro bene. Iniziò così a darci ripetizioni di interfacciamento analogico e Grumo filmò tutto per intero con la sua macchina fotografica: era venuta fuori una cosa meravigliosa, un mini-video-corso accelerato di baccagliamento ad uso e consumo di un pubblico di diversamente figati. Una sorta di "PHEEGA for DUMMIES"...
"Oh, mi raccomando! - si raccomandò Luca - Non mettetelo su Internet perché, se mia moglie lo vede, mi mena!"
"Nonò!".
Il bello di essere a Laigueglia con un autistico è che almeno è preciso e non perde le cose, quindi quel filmato sarebbe stato onlain su marok punto org il primo giorno dal mio ritorno in città.
Finiti i seminari, anche Massimo venne a trovarci al banchetto. Con lui tre esemplari di razza umana giovane, due dei quali di sesso femminile.
"Vi presento i miei amici! - disse - Sono arrivati oggi!"
"Apperò!"
Fu un bell'incontro ed insieme andammo a fare cena da Zazà, per poter mangiare e bere birra davanti a Grumo che lavorava.
MUSICA!
Senza che ce ne rendessimo conto, si erano fatte le nove: era il momento del concorso.
Dopo due giorni di gelo, ero attrezzato con camicia, maglione e giacca... ed invece il vento decise di fare sciopero: i Sunu Africa avevano portato il caldo. Oltretutto, dopo tre giorni non aveva ancora fatto una goccia di pioggia... non male per essere l'anno senza estate!
"Accogliamo con un caloroso applauso la giuria ed in particolar modo la GIUDICESSA!" disse il Capo dal palco, indicando l'unica donna presente in giuria.
La "giudicessa"... poesia pura, ero commosso.
I concorrenti comunque, fecero il loro porco lavoro: la gara fu sofferta e combattuta, perché entrambi erano parecchio tosti.
Avrei dovuto applicare ai Sunu Africa una penalità per il ritardo, poi mi accorsi che sarebbe stata inutile: avevano perso in ogni caso, seppure di misura. Così lasciai netto il risultato ed il Capo poté decretare i vincitori: i Suduoku, ovvero
Federico Paulovich e
Nicola Angileri.
Dopo di loro, sul palco si scatenò il finimondo, però in senso buono: prima il trio
Visions,
con
Bebo Ferra alla chitarra,
Rosario Bonaccorso al contrabbasso e
Fabrizio Sferra alla batteria... bravissimi: un'ora di godimento totale.
Poi il
Two Tenors Quintet,
con
Steve Grossman e
Valerio Pontradolfo al sax,
Danilo Memoli al piano,
Stefano Senni al contrabbasso
e, soprattutto, quel portento di
Sangoma Everett alla batteria.
Erano stati meravigliosi... anche quest'anno il Percfest mi stava facendo scoprire la migliore musica del mondo.
AFTER
Per quel giorno pensavo di avere visto abbastanza, così mi sedetti con Massimo e Grumo nel dehors del Mayflower, davanti ad una crépe, una sacrosanta birra e gli inconfondibili sguardi di Remo che dicevano una cosa sola: "Anche stasera niente pheega! Sfigati!"
Fu allora che un giovane uomo ci venne incontro.
"Ciao Marok!" disse.
Non mi ricordavo di avere mai visto prima quel personaggio misterioso, ma aveva un'aria molto diversamente intelligente... probabilmente in un qualche tempo ed in un qualche luogo era davvero uscito con noi.
"Ma ciao! - risposi - Come va?"
Sempre fare finta di ricordarsi di loro.
"Bene! Complimenti per il sito!"
"Ma grazie! Come mai da queste parti?"
"Eh, sono con amici che hanno la casa... poi ho visto il Festival, ho pensato a te e finalmente ti ho incontrato!!! Figata!!!"
Non ci eravamo mai visti prima: era un fan di marok punto org.
Strinse la mano a me ed a Grumo, ci chiese di fare una foto con lui e poi scomparve nel nulla.
Sicuramente ci avrà detto il suo nome, ma ce lo siamo dimenticato.
Ciao fan punto org!
La prossima volta cerca di rinascere pheega... almeno Remo è contento!
E, soprattutto, fankulo!