Sborroh, lardo, miele, Fave Ignoranti, mare, sole, pheega... da quando esisteva il Percfest nulla era più come prima. Nessuno sa dire cos'abbiano fatto di male i migliori batteristi e percussionisti italiani per meritarsi un pubblico come noi, nè quale reato o peccato mortale abbiano commesso per vedere il più prestigioso concorso per percussionisti in Italia affidato alle mani dell'individuo più fancazzista del mondo... o almeno mi piace pensare di esserlo.
Il Capo Rosario mi chiamò una mattina di primavera, e mi disse che quest'anno il Percfest sarebbe stato di sei giorni anziché quattro.
"SBORROH!" fu il mio commento a caldo.
"Ma allora - continuai - perché il concorso non lo allarghiamo ad otto concorrenti anzichè quattro? Facciamo quattro seminifinali ed una finale a quattro..."
All'inizio la proposta venne scartata con violenza, ma l'handicap per insinuarsi richiede pazienza... basta saper aspettare...
"Ok, Marok, facciamo sei concorrenti: tre seminifinali ed una finale a tre!"
Ero riuscito a cambiare il corso della storia.
Sarebbe sicuramente successa una tragedia. Peccato.
L'ORGANIZZAZIONE
Se conoscevo il Percfest era merito di una persona sola, il tricoleso
Favone Grassone.
Stare al Percfest con lui era veramente un'emozione, vederlo interamente fucsia mentre si squagliava ai seminari, si abbuffava di lardo e di miele, bestemmiava, sudava, mandava affankulo le Fave Ignoranti... da quando non veniva più perché "non ho neanche un giorno di ferie l'anno sborroh!" si era perso un po' di spirito del Percfest... per sempre.
A dare la mazzata finale, l'assenza di Elio e Christian Meyer, peraltro priva di motivazioni plausibili.
E va be', non è bello piangere sugli assenti, anche perché sono fatti apposta per essere presi per il culo.
Ma anche i presenti non se la sarebbero passata male, a cominciare da
Grumo e dalla ghiotta new entry
Uollano.
Parlandogli di quanto di sarebbe divertito al Percfest, gli dissi che avrebbe dormito con Grumo e di non dimenticarsi l'ombrello.
Uollano sospirò e diede l'addio per sempre alla pheega.
E insomma, tutte le altre Fave avevano deciso di latitare il ruolo di pubblico del Perfest.
Ma c'erano anche altri ruoli disponibili: per esempio c'era un concorso! Perché non tentarlo?
Certo ci voleva molta bravura, molto coraggio e anche un po' di incoscienza... a sorpresa, mi accorsi che almeno una di queste tre doti era posseduta dal mitico
Comecazzosichiama! Neanche lo sapevo, ma suonava la batteria e mi mandò un demo per il Concorso Percfest... lo misi tra gli altri ed incrociai le dita: se l'avesse spuntata avremmo festeggiato per un anno di fila.
C'era però un'altra presenza inquietante che, a sorpresa, avrebbe rimesso piede in quel di Laigueglia: il
Kompagno Gillette.
L'anno precedente era finito in un campeggio in culo ai lupi, che lo costringeva a farsi a piedi mezz'ora in piano ed un'altra mezz'ora con una pendenza del 90 per cento, con i tamarri della discoteca che gli facevano i gavettoni, il mangiare che faceva venire la diarrea e tutto il resto che faceva schifo. Quest'anno gli chiesi se per caso avesse intenzione di prenotare un albergo.
"Albergo??? Ma sei matto??? Ma vaffankulo, io ritorno al campeggio!!! Non si stava poi così male..."
La cosa grave non era tanto il ragionamento in sé, quanto il fatto che riuscì a convincere persino
Grip che l'anno scorso era SCAPPATO, e
Miopio che aveva letto per intero il racconto del 2004 e aveva passato l'anno intero a pigliarli per il culo.
Quando mi ero finalmente convinto che mai l'handicap avrebbe potuto raggiungere vette più elevate, arrivò l'ultima adesione, la più drammatica:
Ivan Piombino.
"Vengo perché ci sono ELIO e CHRISTIAN MEYER!!! Figata!!!"
Nessuno osò contraddirlo.
LA VIGILIA
Mai vigilia di un Percfest fu più emozionante.
I giurati avevano stratrombato Comecazzosichiama già solo ascoltando il cd... niente handicap in finale.
I Farinei dla Brigna avrebbero suonato a Collegno MENTRE IO ERO AL PERCFEST... e aggiungerei vaffankulo.
In quei pochi giorni stavano per succedersi a Torino tutti i gruppi che era un anno che volevo sentire, e io fottitifankulosokaPiombinoKastrox.
E va be', almeno al Percfest non avrei dovuto sclerare per l'albergo... era tutto già prenotato dal giorno prima...
La domenica, in un raro eccesso di zelo, chiamai l'hotel per essere sicuro che fosse tutto a posto. L'albergo di per sé era a posto, godeva di ottima salute, ma il mio nome non risultava.
"Ah... magari avranno scritto un nome sbagliato..." pensai, e chiamai Rosario. E lo richiamai. E lo richiamai. Tutto il giorno. Senza risposta. Alla fine mi rispose via sms: "Ciao Marok, quest'anno sei da un'altra parte! Da martedì"
Perfetto, se non avessi telefonato all'albergo avrei passato la prima notte in spiaggia.
Power to handicap... iniziavo a sentirmi a casa!!!
SI PARTE!
È vero, non ero mai partito così scazzato, ma in fondo la vita è così, ci sono giorni belli e giorni brutti, ci sono i giorni di merda, c'è l'apoteosi dello schifo e poi c'è Martedì 21 giugno 2005, che è fuori concorso.
Prima di tutto la sveglia alle otto, traumatica e allucinante, ma necessaria se l'obiettivo era arrivare a Laigueglia prima di pranzo e fare almeno un bagno in santa pace.
Avevo fatto tutto di corsa, già alle otto e un quarto ero alla fermata del pullman, che passa sempre ogni 5 minuti. Sempre.
Dopo un quarto d'ora che aspettavo a vuoto andai al parcheggio dei taxi.
"L'unica volta che un parcheggio dei taxi è vuoto è quando fanno un attentato nel Mar Rosso" pensai. E il parcheggio dei taxi era vuoto.
Avessi chiamato un taxi per telefono ci avrebbe messo dieci minuti buoni ad arrivare, così tornai alla fermata del pullmann. Arrivò dopo altri cinque minuti... ce la potevo ancora fare. Al pelo, ma ce la potevo ancora fare.
I semafori.
I semafori possono essere verdi, gialli o rossi.
È statisticamente impossibile che siano tutti rossi, avevo fatto quella strada migliaia di volte, non era mai successo. Questa volta sì, erano tutti rossi.
Arrivai davanti alla stazione che mancava un minuto alla partenza del treno. A Torino i treni non partono in ritardo, perché Torino è il capolinea. Aspettavo che il pullman aprisse le porte per fiondarmi e correre, ma le porte non si aprivano: c'era un altro pullman davanti che non partiva, ed eravamo fuori dalla banchina.
Questa situazione durò un intero minuto, poi la rivolta dei passeggeri ebbe la meglio, l'autista aprì le porte, al grido di PiombinoKastrox uno sciame di vandali si riversò in strada, una corsa disperata e all'ultimo binario della stazione vidi lui, il mio treno. C'era ancora.
Un salto all'obliteratrice. Guasta.
Un salto ad una seconda obliteratrice. Funzionante. Ma il treno chiuse le porte.
Un'ultima corsa allo stremo delle forze. A pochi metri il tizio in divisa FS che stava per fischiare, era il momento di sfodarare lo scatto che solo un grande atleta sa fare! Inciampai nella mia stessa valigia e caddi per terra come un perfetto handicappato. Con il sottofondo delle risate dell'intera stazione.
Evidentemente c'è un Dio anche per gli handicappati: l'FS impietosito aspettò a fischiare, riaprì una porta ed il mio giovane corpo, seppure malandato, riuscii a prendere il treno. Fu un'accoglienza gratificante: tra i passeggeri ero già diventato una leggenda: "Ohu, guarda, c'è quello che è cascato!" "Ma dai! Ahahahaha guarda!!! Il coglione!!!" "Noooooooo! AHAHAHA!!! Handicappaaaaaato!!!"
SBARCO A LAIGUEGLIA
Se non altro il treno arrivò a Laigueglia quasi puntuale, evento che d'estate capita una volta l'anno.
Per non incontrare nessuno feci tutta l'Aurelia dal lato senza marciapiede, con macchine che mi sfrecciavano ai settanta all'ora da una distanza di quattro centimetri ed arrivai in albergo che sarà stata la mezza.
Alla reception non c'era nessuno, erano tutti in sala da pranzo, ed erano tutti vecchi schifosi.
Andai da un cameriere che stava servendo da mangiare.
"Salve, dovrei prendere una camera!"
"Ah... be', adesso non c'è nessuno... ripassi tra un po'..."
"Uhm... intanto posso lasciare i bagagli da qualche parte?"
"Boh... li metta nell'atrio..."
Nell'atrio... con gente che andava e veniva in continuazione... tantovaleva buttarli a mare... boh, a quel punto non me ne fotteva più un cazzo di nulla, mollai i bagagli affankulo, me ne andai in spiaggia armato di solo un asciugamano, sempre rischiando la vita sull'Aurelia per non incontrare nessuno, e fankulo tutti PiombinoKastrox.
In spiaggia intravidi i primi tre volti noti: Grumo, Uollano ed il Kompagno Gillette che si stavano squagliando al sole.
"Prima c'era Rosario che ti cercava!" disse Grumo.
Senza neanche voltarmi e rispondere mi fiondai in acqua.
Fu un orgasmo allo stato liquido... mai bagno fu più gratificante da quando stavo su questo zozzo pianeta, non avrei goduto così tanto nemmeno se miss Muretto di Alassio 2005 mi avesse fatto un pompino subacqueo...
Uhm... parliamone.
Un paio d'ore di mare e sole bastarono a cancellare ogni traccia dello scazzo mattutino... pensare poi che Miopio, Grip ed Ivan Piombino lavoravano fino a giovedì mi rendeva ancora più felice. Seppure a malincuore, alle due e mezza decisi di ritornare in albergo perché in fondo sarebbe stato bello sapere se avevo una camera per la notte oppure soka.
Alla reception non c'era ancora nessuno. Mi sa che soka.
Andai da un cameriere e gli ripetei le stesse parole dell'ultima volta, ma con tono esponenzialmente più incazzoso.
"Ah... eh... sì... be'... adesso vedo... non so... mi dica il suo nome..."
Dopo mille bestemmie riuscii a convincerlo a fare l'immane sforzo di guardare il registro, prendere le chiavi della camera e darmele.
Era una camera con letto matrimoniale.
Non mi entusiasmai nemmeno per un picosecondo.
Delle volte mi stupisco del mio iperrealismo.
Tempo di una doccia ed una
foto al cesso e ripartii verso Pacan, sicuro che prima del primo minuto di
seminario di Gilson Silveira
sarebbe arrivato il Capo e avrebbe spedito me e Grumo in magazzino a contare le magliette da vendere nella serata... e così fu.
"No, col cazzo, io mi guardo il seminario!" mi disse Grumo.
In fin dei conti sarebbe dovuto stare al banchetto da solo per buona parte di tutte le serate, quindi non c'era alcun problema.
"Ok, vado io, scatta un po' di foto per marok punto org!"
Abbandonai gli handicap al seminario, con Grumo e Uollano attentissimi in prima fila ed il kompagno Gillette che si stava addormentando. La storia si ripeteva... l'handicap vince.
CANALE 14
In realtà l'incursione al magazzino non mi dispiaceva, soprattutto perché era l'occasione per incontrare di nuovo i vecchi amici Angelo Albani & Friends.
"Allora Marok, che hai fatto ieri notte? Canale 14?"
L'handicap trionfa.
Incontrai anche il Pastrano, con in mano un pacco misterioso.
"Marok, quest'anno abbiamo una novità: il dvd del Percfest 2004!"
"Ah... fico!" commentai.
"Vendilo al banchetto! A 20 euro!"
"A 20 EURO????? Ma sei rincoglionito?????"
"Be', perché? Secondo te quanto costano i dvd nei negozi?"
"Boh... mai comprato uno, ma..."
"Ecco, prova ad andare a comprare un dvd dei Dream Theater e vedi quanto costa! Al Percfest ci suona gente con le palle!"
Era IMPOSSIBILE vendere in piazza un qualunque prodotto più caro di 10 euro, non se lo sarebbero inculati nemmeno fosse stata la versione dvd di Forza Chiara con un'ora di scene inedite, bonus track sadopedolesbo e videogioco con editor personalizzabile. Ma in fin dei conti, il culo l'avrebbero fatto a lui... perché preoccuparsi? Aveva inizio
l'
operazione DVD!
Grumo arrivò verso le quattro, e fu una fortuna perché il numero dei clienti da servire fu letteralmente spaventoso. In altre parole non ci si inculò assolutamente nessuno.
Gli unici che di tanto in tanto venivano al banchetto erano i musicisti che volevano magliette omaggio, con le sole eccezioni di Pippo Panenero a cui facevamo pietà e che ci regalò
quattro berretti della UFIP,
re Federico che ci chiedeva continuamente come andassero le vendite dei dvd e subito dopo se ne andava disperato e, dulcis in fundo, il mitico Fotoaldo, il nostro fotografo preferito.
A stare in negozio tutto il santo giorno da solo si rompeva sacrosantemente il cazzo, così ad intervalli regolari veniva da noi a sparare quattro stronzate.
Tra noi e lui non so chi facesse più un cazzo: a parte qualche turista sfigato, nessuno usava più macchine a pellicola, noi però gli avevamo trovato un nuovo lavoro: scaricare le nostre schede sul suo hard disk. Ancora non sapevamo che FotoAldo è tanto bravo con le foto quanto handicappato con il computer.
"Ma sì, non c'è problema - ci ripeteva - In qualche modo facciamo! Ma voi? Come vanno le vendite?"
La cosa bella fu che si mise a ridere e se ne andò senza nemmeno aspettare la risposta. L'ho sempre detto che mettere me e Grumo al posto di due pheeghe non è una strategia di marketing vincente.
IL CONCERTO
Si erano fatte le nove e la gente era veramente poca... del resto era veramente martedì. Unici rapporti umani, i rompicoglioni che nonostante tutto ci chiedevano di riservare loro i posti e, quando rispondevamo che non c'entravamo un cazzo, ci mandavano puntualmente affanculo. Le uniche persone che ci vennero a trovare con intenzioni non ostili furono
Hackmuth, un amico di Grumo che era passato a trovarlo, ed il Kompagno Gillette, che era venuto da noi per cercare un angolino tranquillo in cui dormire.
Tutto ciò non aveva importanza, le note del Percfest erano lì, anche quest'anno, più avvolgenti che mai. Prima uno splendido assolo di piano del grande
DADO MORONI,
poi
LUIGI BONAFEDE "FULL", ovvero il quintetto jazz Bonafede / Regis / Baldioli / Mella / Sotgiu per i quali non ci sono aggettivi. Uno spettacolo.
Rimanere in cinque al banchetto con nessuno che comprava un cazzo era un po' da handicappati, così Uollano ed io andammo sotto il palco a fare qualche foto, poi da Fotoaldo a svuotare le schede, e poi un po' in giro a cazzeggiare.
Dopo mezz'ora che eravamo via, decidemmo di tornare al banchetto per dare il cambio a Grumo.
"Dove cazzo eravate finiti??? - disse l'autistico - È mezz'ora che siete via!"
"Siamo andati a fare un giro, perché? Che è successo?"
"Come che è successo??? HO UNA SETE DELLA MADONNA!!!"
Quando Grumo risponde in modo apparentemente illogico, vuol dire che la sua logica interna è stata corrotta dall'autismo, quindi occorre calma, delicatezza e, soprattutto, tatto.
"Ma vaffankulo! Non ci hai detto di prenderti da bere, handicappato! Comunque se vuoi..."
"Non cambiare discorso! Io avevo sete!"
Ok, concentrarsi sul bere. E trovare un nesso con la mezz'ora.
"Caro Grumo, in questa cazzo di mezz'ora perché cazzo non hai bevuto?"
"Perché ero da solo! Non posso abbandonare il banchetto!"
Osservai il Kompagno Gillette ed Hackmuth che gli sedevano a fianco. Effettivamente non incarnavano il massimo dell'attivismo, specie il Kompagno che si era puntualmente addormentato, ma...
"E quei due handicappati?"
"Loro non contano! È stabilito che TU devi stare al banchetto!"
Era anche stabilito che iniziavo a non capirci più un cazzo e così, come da prassi, diedi ragione all'autismo. Solo allora Grumo, rasserenato, andò a bersi una bionda, mentre Uollano ed Hackmuth se la ridevano come disperati. E tutto il bordello non era riuscito a svegliare il Kompagno Gillette!
"È il primo giorno, che cazzo volete - disse il Kompagno nel dormiveglia - non sono abituato a fare queste ore... domani mi impegno e vi prometto che sto sveglio fino all'una!"
Viva la gioventù.
JAM SESSION
Ritornammo in magazzino con incasso zero lire/euro/dollari/yen ed Angelo & friends che ci pigliavano per il culo. Sono cose che riconciliano con la vita.
Decidemmo di annegare i nostri fallimenti nella birra del Mayflower.
Come prima jam non fu niente male, Beppe Fornaroli, Camilla Uboldi, Dado Sezzi, Gilson Silveira... proprio un bel sentire!
Solo quando mi giravo attorno e vedevo Grumo e Uollano che facevano foto a qualunque cosa si muovesse con la macchina foto identica alla mia mi accorgevo dei danni che stavo perpetuando nel mondo... qualcuno un giorno mi avrebbe fatto causa?
Il doppio malto della birra scura aiuta a trovare risposte... e sono tutte sempre, solo ed inevitabilmente vaffankulo.