Quel giovedì mi alzai davvero
pochi minuti prima dell'alba...
perché c'era il fitness?
Ma no che non c'era!
Dovevo andare a CAGARE, perbacco, era giovedì!!!
Il cesso è il posto ideale per pensare al jazz, ma anche alla vita... ed avevano entrambi un odore curioso.
Da protocollo, la signora Corallo mi avrebbe dovuto tirare giù dal letto alle undici, per bonificare la stanza: arrivava Choo!
Invece niente... non avevo
LORDATO
a sufficienza?
Boh... con pigrizia, scesi i due piani di scale, trovando la signora Corallo a colloquio con l'autistico GRUMO.
"Ah, finalmente! - disse - Lo dico anche a lei: HO DECISO CHE STASERA VI CAMBIO DI STANZA, così NON LA DEVO PULIRE!"
Ero commosso.
Il mio livello di CASINO aveva peggiorato la stanza al punto che non conveniva neanche più pulirla: costava meno STACCARLA DALL'ALBERGO, buttarla via e ricostruirne una nuova, mentre noi eravamo parcheggiati da un'altra parte!
Oltretutto, ci aveva spostato nella camera 8, la mia preferita!!!
Sono le soddisfazioni della vita.
DIVERSAMENTE 360
Camminando con lentezza, arrivammo in spiaggia che era l'una... e trovammo Furio Terzapi, che ci aspettava a braccia aperte, con
la videocamera a 360 gradi
per filmare la pheega.
Il tempo era meraviglioso, il sole era caldissimo, il vento fresco! Quindi, persino GRUMO si buttò finalmente in acqua con noi: era GHIACCIATA a livello SKAGERRAK, ma poi ci saremmo asciugati al sole, figata!!!
Il cielo si OSCURÒ IMMEDIATAMENTE: iniziò tutto con una SOLA nuvola, che in un attimo divenne ENORME, RETTANGOLARE e NERA! Sembrava un'astronave aliena, tipo Vogon.
Fu il primo incontro di Furio Terzapi col potere di GRUMO (esiste una prima volta per tutti!), quindi scappammo da Diversamente MariaSole e ritornò subito il sereno.
Ma... le foto a 360°?
Beh, da Diversamente MariaSole ne scattammo solo una... però vi allego anche il makin' of.
MOLO A 360°
Alle tre, andammo a fare quattro passi sul molo, perché Furio Terzapi voleva girare delle riprese a 360 gradi dalla punta.
Vennero bene, a gentile richiesta allego le diapositive, ma... attenzione: non è porno!
LA NASCITA DI ARNYKA
Come luce, sarebbe stato meglio aspettare il tramonto. Al tempo stesso, era altrettanto saggio cogliere l'ultimo istante della giornata in cui non avevamo un cazzo da fare ed in giro non c'era nessuno che rompesse i koglioni: sapete quanto siamo contrari alla pheega!
In quel momento, invece, si stava da Dio, sul molo c'eravamo solo noi... più un tizio strano che sembrava venirci incontro, ma era un semplice inganno della prospettiva.
Infatti, mi guardò e disse: "MA TU SEI MAROK!!!" "Eh..."
Quindi, mi abbracciò... ed era MOLTO jazz: aveva un odore MOLTO curioso, che si potrebbe definire "eau de NERD"!
Era al nostro livello.
"Ma ciao! - risposi - Chi sei?"
Lo sconosciuto si presentò, ma nessuno capì il nome vero... quindi lo chiamammo Arnyka, perché il suono era simile.
Visivamente, era un incrocio tra
Gianni De Michelis
e
Zed di Scuola di Polizia:
era fenomenale, rischiava di vincere il record di punti antipheega di tutti i PercFest, forse batteva anche Anovex.
La cosa più divertente però è che era lì GRAZIE A NOI: era arrivato a Laigueglia seguendo i racconti di marok punto org!
Poi dicono che è un sito inutile... ma tu pensa.
Arnyka era partito dalla Sicilia e stava girando l'Italia facendo tappa nei festival prog & jazz... tra cui, appunto, il PercFest.
In effetti, gli piaceva guidare la macchina... e questo rischiava di decrementare terribilmente i suoi punti antipheega! Così, per non correre rischi, ci dormiva dentro (come Rese quando è single), sempre rigorosamente di fronte a festival prog o jazz.
L'eau de Arnyka, comunque, non mi dava fastidio: avevo fatto dieci anni di Informatica, per non parlare dei Linux Day e delle fiere del Disco Usato... cose che il tatami della palestra popolare di ZeroCalcare, al confronto, era una foresta canadese.
Poi Arnyka era simpatico e non faceva fatica ad interfacciarsi con le anomalie del PercFest, perché sapeva già tutto: riconobbe al volo i luoghi delle recensioni passate, gli mancava solo la casa BRUCIATA NELL'INCENDIO, perché non pubblicavo in tempo reale.
Identificò al volo anche l'Albatros, così ci svaccammo nel dehors in attesa del maestro Ellade Bandini: non si poteva più suonare prima delle tre e mezza, causa apriculi.
"Ma non viene più Christian Meyer? - chiese
Arnyka- Non l'avete mai più visto a Laigueglia, di recente?"
"Certo! Nel 2013! -
risposi, prima di ricordarmi che, per il resto del mondo, il 2013 NON è recente - Da allora, ha sempre fatto pacco!
"Peccato..."
Ironia della sorte, Arnyka era soprattutto un cultore dei racconti della Cumpa anni novanta, nonostante quell'epoca non l'avesse mai vista dal vivo: all'epoca era solo un bambino, figurati se i suoi genitori lo portavano al Parco dei Diversamente Figati!
Stare dietro alla sua curiosità e saltare in continuazione tra eventi che spaziavano nell'arco di 25 anni era una sfida impegnativa persino per l'indegno autore, però a quel punto una domanda sorse spontanea: "Arnyka, ma TU... che cazzo fai nella vita?"
"Oh beh... - rispose - Al momento non faccio un CAZZO! Ho studiato un po' Informatica, poi ho smesso. Allora ho iniziato a LAVORARE, ma NON MI PIACEVA!".
Era assolutamente un grande... ma non c'era più tempo per le domande: stava per iniziare il PercFest!
E FINALMENTE... DICIOTTO!
Parcheggiammo i culi all'interno dell'Albatros, dove il maestro
Ellade Bandini aprì il PercFest!!!
Finalmente ero a quota 18, ero MAGGIORENNE di PercFest!!!
Subito dopo, iniziai a bere.
Tra l'altro, quest'anno il piacere era duplice: per una volta che mancava Franz Crack, Ellade si mise a suonare HARD ROCK... ed era la prima volta nella storia! Così, a SPREEEGIO!!!
Era la punizione divina: non bisogna fare pacco al PercFest.
A proposito, in piazza Cavour alle cinque arrivò anche
Roberto Gatto...
e mi toccò dire SOKA per via di un miracolo: il negozio che stampava le magliette stava aprendo!
"Ciao, Marok! - esclamò il mastro stampante - Vuoi un'altra maglietta?"
"Certo! Ma che cazzo era successo ieri?"
"Perché?"
"Beh... eri chiuso!"
"Ah, sì... PIOVEVA... NON AVEVO VOGLIA!".
Massima stima, cazzo! Per fortuna, anche oggi avevo dietro la chiavetta col file (perché non l'avevo mai tolta dallo zaino!), quindi convertimmo tutto nel suo cazzo di formato vettoriale e scappai via prima di vedere il risultato finale: mi toccava correre al Corallo a sgrassarmi sotto la soda caustica, perché stava arrivando la bella Choo.
Lavarsi era una seccatura, giustificata solo dal contatto auspicato o reale con la pheega (e sono sicuro che il nostro gentile pubblico approva), però mi ricordava il leggendario primo incontro di Uollano con la Re Minore.
Era mattina, eravamo QUATTORDICI, tutti rigorosamente MAAAASKI, ed avevamo dormito nella taverna di Daiconan, ribattezzata
"CARNAIO",
chiusi nei sacchi a pelo in una sauna senza finestre... e l'atmosfera era composta prevalentemente da PUZZA!
Poi Daiconan era scesa a svegliarci, urlando: "STA ARRIVANDO MIA
SORELLAAAAA!!!".
Uollano non disse nulla.
Semplicemente, si alzò, prese la valigia, andò in bagno e si chiuse dentro.
Uscì dopo un quarto d'ora, trasformato: era il solo essere umano lavato e profumato in mezzo a corpi che odoravano di MALATTIA, di PUTREFAZIONE e di MORTE!
Poi andò incontro alla Re Minore, sorrise e disse: "Piacere, Uollano!"
Fu
una scena epica...
e la rievocavo ogni volta che Choo arrivava al PercFest!
Alla fine, comunque, ci misi un cazzo: al ritorno, passai a prendere la maglietta (che era venuta da DIO!) e trovai ancora acceso il Brasile di
Gilson Silveira,
in piazza Libertà!
Il seminario di Gilson era una gran figata, ma sul più bello sokai il Brasile e mi fiondai in piazza Marconi, per verificare se la situazione fosse gestibile o si fosse già scatenato l'INFERNO.
Scegliete pure il finale che preferite!
Grazie della scelta.
Le transenne c'erano già: INFEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEERNO!
PiombinoKastrox.
Se vi siete persi il
racconto della scorsa edizione, vi regalo un breve riassunto esplicito dell'INFERNO, corredato da immagini NON correlate, alla cazzo di cane!
Gli altri possono saltare alla parola:
"PENETRAZIONE".
RIASSUNTO ALLA CAZZO DI CANE
A giugno del 2017, in piazza San Carlo a Torino, una banda di rapinatori aveva inscenato
il Vero Attentato Falso:
fingendosi miliziani dell'ISIS, avevano esploso un botto e
spruzzato spray urticante per scatenare il panico e fottere la roba agli sfigati in fuga.
La piazza era strapiena, perché il maxischermo trasmetteva una partita della Juve.
Soprattutto, l'avevano transennata in modo talmente assurdo che la strage finta è diventata VERA: la gente si è letteralmente schiantata sulle barriere messe a cazzo, scivolando sui cocci di bottiglia e venendo calpestata. Bilancio totale: 2 morti e più di 1500 feriti (cioè un ferito ogni 20 persone).
I rapinatori la stavano per fare franca: erano riusciti a derubare e scappare senza essere ripresi da NESSUNA telecamera! Per fortuna, erano anche stati così coglioni da mettere subito in vendita la merce rubata e da cercare
ganci per ripetere l'esperimento in un'altra città: erano contenti del risultato.
Salvo colpi di scena, invece, la catastrofe organizzativa NON avrà un colpevole: in caso di attentato vero, sarebbero crepati tutti... eppure, la giunta e la questura sembrano aver raggiunto un equilibrio perfetto, scaricando la colpa l'uno sull'altro, fino alla prescrizione.
Principale conseguenza di tutto ciò, il regolamento per gli spettacoli dal vivo è stato riscritto da zero, per tutta Italia, ovviamente in PEEEGGIO:
la nuova normativa
(detta Circolare Gabrielli)
prevede di TRANSENNARE tutti i luoghi in cui si fa musica, CONTARE quanta gente entra, quanta esce... e PERQUISIRE TUTTI, uno per uno!
Letta così, la circolare NON sembra così male... quindi, pensate ad un normale evento in piazza: la gente va e viene di continuo, non sta mai ferma, qualcuno va a prendere un gelato, qualcun altro da bere, qualcun altro affankulo... adesso SØKA.
Da regolamento, non si possono più introdurre cibi e bevande dall'esterno, né tantomeno creme solari o spray anti zanzare (di cui per fortuna, a Laigueglia, non c'è bisogno).
Soprattutto, i dehors vanno ridotti, se non eliminati, per creare nuovi corridoi di fuga... infatti il signor Coenda era INCAZZATO NERO!
Insomma, il PercFest era stato MILITARIZZATO: una volta raggiunto il tetto di persone ammesse dalla legge (pari a
circa la metà della capienza normale della piazza), le guardie non facevano più entrare nessuno.
Di conseguenza, dietro la transenna si creava una calca di gente che sapeva di non poter entrare finché qualcuno da dentro non fosse uscito... e quindi si generava un vero e proprio INGORGO di pedoni, stretti, compatti e incazzati! Si trattava perlopiù di gente anziana, non esattamente abituata alle code del pubblico rock: immaginare che un'ambulanza o una barella potesse passare là in mezzo era pura utopia.
A tutto ciò, si aggiungevano gli abitanti della piazza, che già di loro odiavano il PercFest, e che in teoria
NON potevano tornare nelle loro case con le loro borse della spesa!
Insomma, se il PercFest era ancora vivo era un miracolo. Il Disastro di Piazza San Carlo aveva esaudito i desideri dei Veeeeekki: fare musica dal vivo era diventato quasi impossibile!
Per questo, l'unico modo per evitare di finire nell'INFERNO della coda era trovarsi già dentro la piazza, prima che le transenne fossero chiuse... e noi eravamo arrivati troppo tardi.
Dall'ingresso, lato budello, le guardie erano già piazzate e NON ci avrebbero mai fatto entrare fino alle nove: ci aspettavano DUE ORE di coda!
Oppure, potevamo tentare di passare attraverso l'uscita, cioè dalla transenna lato mare.
PENETRAZIONE
Come due segni meno fanno un segno più, la doppia infrazione si dovrebbe annullare: volevamo entrare senza fare la coda, però contromano.
Era una bella idea, no?
Lato mare, quindi all'uscita, il tizio alla transenna era grosso, però aveva uno sguardo amichevole: tanto valeva provarci.
"Ciao! - esclamai - Stasera inizia il festival eh?"
"Già... - mugugnò - Ma si entra dall'altra parte!"
"L'altra parte? In che senso? Ah, vuoi dire
la transenna laggiù, lato budello?"
"Sì, quella, ma... dovete aspettare... aprono alle nove, credo..."
"Mh... ma noi volevamo solo mangiare e bere qualcosa alla Coenda! Vedi? Questo locale qua, coi tavoli! Come ci arriviamo?"
Il signor Coenda uscì fuori: il suo quinto senso e mezzo gli aveva suggerito che QUALCOSA stava vietando ai SUOI clienti di PAGARE per mangiare e bere nel SUO locale... ed era la stessa cosa che gli aveva dimezzato il dehors.
Per queste cose, un Ligure può UCCIDERE!
"Ah... - commentò la guardia, gelata dallo sguardo del signor Coenda - Quindi siete clienti del... locale? Sì, certo, vi faccio passare!"
"Ma grazie! Ti portiamo una birra?"
La guardia sorrise ed educatamente declinò l'invito.
AVEVAMO STRAVINTO, CAZZO!!! Eravamo i MIGLIORI clienti della Coenda, i più sani, i più belli, i più giovani, i più esperti di jazz e quelli che maggiormente piacciono alla pheega: eravamo gli unici quattro.
Sotto il palco, c'eravamo solo noi.
Sul palco, i pochi musicisti che dovevano ancora terminare il soundcheck e poi l'accordatore, che suonava le ottave al pianoforte.
Tutto come ai vecchi tempi!!!
Ah, no, scusate: una novità c'era... ed era di un certo livello:
Arnyka NON beveva alcolici!
Signore e signori, per la prima volta dal 2001, avevamo... un VERO ASTEMIO!!!
Non come Riccardo Lombardo, che faceva solo finta per non pagare: ADESSO eravamo DAVVERO multiculturali!
Alle sette e mezza, quattro sconosciuti seguirono il nostro esempio, sedendosi al tavolo di fianco.
Avevamo fatto tendenza: il signor Coenda ci dovrebbe offrire da bere come sponsor.
Alle otto, senza eccessivi problemi, anche
Choo
riuscì ad aggiungersi al nostro tavolo: ci aspettavamo dei commenti sul formidabile potenziale antipheega di Arnyka (se non altro perché era ASTEMIO!) e invece niente! Choo parlava solo del fatto che era riuscita a trovare PARCHEGGIO davanti al Corallo!
Di questo passo, le crescerà il CAZZO.
Alle ore 20:30, senza alcuna ragione e con mezz'ora di anticipo, il varco del budello si aprì... cogliendoci di sorpresa perché... ci avevano fottuto tutti i posti?
No, perché non c'era praticamente... NESSUUUUUUUUUUNO!
Non ci potevo credere: anno dopo anno, finalmente, ce l'avevano fatta a convincere il pubblico a starsene a casa... e senza neanche mettere l'ingresso a pagamento!
E, in tutto questo, Rese, Marta, Milla e MiOpìO?
A quanto pare, avevano fatto PAAAKKO.
TUUUUUUTTI!
Anche Schopenhauer, Len e Franz Crack, ma ce l'avevano detto prima.
Boh... visto che non c'era guerra, Furio Terzapi andò in giro per la piazza a scattare foto a 360 gradi. Buona visione!
JAZZ atto primo: MR BLUE SEXTET
Uno dei pochi meriti del nazismo a cui il PercFest è condannato è la puntualità svizzera: il Capo salì sul palco alle ore 21:30, precise!
Alle sue spalle, un tizio stava disegnando su una lavagna luminosa, che veniva proiettata in alto a destra... e sembrava maleducazione non presentarlo, no? Quindi, il Capo lo presentò... sbagliando il nome.
"Chiedo scusa, di solito faccio il tedesco... - spiegò - Stavolta ho fatto l'inglese. BRAAAAAAAAAGH!"
Così, testuali parole.
Ok, adesso era tutto chiaro... tranne il nome giusto, che alla fine non venne mai pronunciato. Però, alla fine, sticazzi.
"Ma adesso... - continuò il Capo - accogliamo sul palco un artista che ha avuto il CORAGGIO di fare un nuovo disco: IGOR IABICHINO!"
Tanta presentazione non cadde nel vuoto: si dimostrarono eccezionali! Si chiamavano
"Mr Blue Sextet"
ed erano Igor Iabichino (piano), Roberto Rossi (trombone e conchiglie), Fabio Petretti (sax tenore e soprano), Alex Orciari (basso), Roberto Paglieri (batteria) e Fabrizio Gaudino (tromba).
Lungi da me perseverare con un umorismo squallido, indegno di una recensione seria, professionale ed attenta ai bisogni di un pubblico intelligente... comunque, beato lui!
A proposito, la scaletta alternava brani originali (tra cui l'omonima "Mr Blue") a famose arie jazz (o, come dicevan tutti, "standard").
Anche l'audio era ottimo: dopo i disastri delle edizioni passate, il nuovo staff aveva compiuto il miracolo: non avevamo più sentito neanche un fischio o un larsen e tutti gli strumenti erano perfettamente bilanciati... peccato non ci fosse Vale ad applaudire, con le mani dietro la schiena!
L'ultimo brano era una composizione originale, chiamata "Relax"... bella! Però, se dovessi indicare una preferenza, sceglierei la cover di "Caravan"... perché è uno dei temi che per me "sanno di PercFest".
Vi lascio la diapositiva video, filmata per voi dal prode igor.jazz!
MR BLUE 6T - "CARAVAN"
Riprese by igor.jazz
JAZZ atto secondo: DAVID GORDON TRIO
Alle ore 22:40, sul palco salì il
David Gordon Trio:
David Gordon (piano), Rosario Bonaccorso (contrabbasso), Paul Cavaciuti (batteria).
Fu un piacere vederli, non erano semplicemente bravi: erano felici di suonare e trasmettevano entusiasmo!
Adesso, la piazza era STRAPIENA: la gente era solo arrivata in ritardo, probabilmente per paura della coda alla transenna. Molti si erano persi l'inizio del concerto... ma alla fine fu un vero trionfo!
Tutti i brani meriterebbero una lode, ma segnalerei soprattutto "Viva Lorenzo", perché è dedicato... indovinate un po'? Al nipotino del Capo!
Quindi... il Capo... è... NONNO!
E voi? Eh? Che cosa aspettate a mettere la testa a posto?
A proposito, in quella fantastica serata mancava solo UN dettaglio: il VEEEEKKIO!
Quell'anno, non l'avevamo ancora visto. Peccato.
Per consolarci, vi lascio il video di "Mister Sam", filmato per voi dall'esimio Mazzipunk!
THE DAVID GORDON TRIO - "Mister Sam"
Riprese by Mazzipunk
JAM atto primo: THE BRIDGE QUARTET
Il concerto terminò a mezzanotte in punto: eravamo impressionati dalla potenza degli apriculi! Così, ci fiondammo all'Albatros e fu una fortuna, perché era già iniziata una jam.
I musicisti erano in quattro e si presentarono come "The Bridge Quartet", cioè il gruppo che avrebbe suonato l'indomani in piazza: Michele Polga (sax), Matteo Alfonso (piano), Lorenzo Conte (basso), Guilhem Flouzat (batteria).
Erano eccezionali, carichi, coinvolgenti e suonarono per UN'ORA filata!
Poi smisero di colpo, perché erano sul punto di esplodere ed avrebbero sporcato il locale.
Ah, ci tengo a precisare che la foto qua sotto è stata scattata dalla CODA per il CESSO.
JAM atto secondo: SORPRESA!
Dopo un'ora di jazz, faceva discretamente caldo, quindi uscimmo tutti... o quasi: dal dehors, sentimmo qualcuno che si era rimesso a suonare il piano, tornammo dentro... ed era
Arnyka!!!
Suonava brani dei Genesis e non era affatto male, anzi... era quasi credibile!
Provò anche Plafone: l'inizio era quasi perfetto, poi si inciampò lievemente sulle terzine, ma nel complesso ci stava dentro. Rischiava seriamente di bruciarsi così tutti i punti antipheega!
Per la cronaca, la jam ricominciò con una formazione completamente rinnovata (ma senza Arnyka!), con Rosario Bonaccorso al contrabbasso e vecchie e nuove conoscenze nel resto dell'orchestra.
I musicisti si alternavano, così come i generi, gli stili ed i ritmi, ma l'entusiasmo era altissimo: tirarono avanti fino alle due e mezza!
Non potevo credere che tutto questo potesse esistere ancora: senza cagacazzi, la gente entrava, usciva, cazzeggiava liberamente nel dehors bevendo ed ascoltando musica fino alle due e mezza... era ancora tutto così bello, come l'avevo lasciato un anno fa!
Ero senza parole, era davvero un miracolo.
AFTER DA SIRÒ
Terminato il concerto, ci ritrovammo con una sete maiala e la voglia di qualcosa di forte, così ci spostammo da Sirò.
GRUMO aveva talmente voglia di qualcosa di forte che prese un
cocktail analcolico agli aGRUMI.
Lo assaggiai anch'io ed era ottimo!
Così, il tavolo si divise tra il il Lato A (Choo e Furio), che era ALCOOL, ed il Lato B (GRUMO ed Arnyka) che era ANAL.
Dopo attenta osservazione ed altrettanti assaggi, mi aggregai al lato A... per la gioia dei signori Sirò, che provarono in tutti i modi a convincermi a bere un
"Rumble at Night Express"!
Era un vero peccato che me lo ricordassi ankoo0Öora: ripiegai su un San Simone, per far vedere che ero piemontese.
Per la gioia di Choo, invece, passammo tutto il tempo a disquisire di foto a 360 gradi, ma il più espressivo era senza dubbio Arnyka, perché l'ambiente chiuso lo potenziava tantissimo.
ON THE ROAD AGAIN
Alle quattro, infine, salutammo Arnyka e ci avviammo verso il Corallo, attraversando una Laigueglia completamente deserta.
Era QUELLO il momento in cui, nella mia immaginazione, la bella Choo si sarebbe lasciata andare ad una lunga invettiva contro i nuovi acquisti della compagnia... invece tutto andò diversamente.
"Non è possibile... - disse GRUMO - Ma come fa?" "Eh? Ma chi?"
"Come chi? - continuò GRUMO - Dai, è una mancanza completa di rispetto. Anch'io ho un collega così. Se NON TI LAVI, vuol dire che NON HAI RISPETTO PER GLI ALTRI, che degli altri NON TE NE FREGA UN CAZZO!"
Choo, Furio ed il sottoscritto si guardarono negli occhi.
Pensammo alle cose più tristi del mondo.
E poi COMUNQUE scoppiammo a ridere LO STESSO: sentire parole così GHEI uscire dalla bocca di GRUMO era come vedere me e Furio cagare il cazzo alle nostre donne perché guardano i POOOOORNO!!!