Quel venerdì mi alzai come sempre
all'alba, mezzogiorno, mi guardai intorno... e la stanza era vuota!
Per la prima volta nella storia, Choo era andata a vedere il fitness???
Boh.
Con lentezza, mi incamminai verso il mare.
Non riuscivo a credere ai miei occhi: la spiaggia di Laigueglia era DESERTA... anzi, no: c'era Choo, DA SOLA... e intorno, il NULLA!
"Com'era il fitness? - chiesi - È piacevole praticare sport estremi al mattino?"
"Non l'ho visto! Sono arrivata troppo tardi!!!"
"Apperò... e GRUMO?"
La giovane donna scrollò le spalle e corse verso il mare.
Tempo di stendere il "salviettone" e la raggiunsi anch'io, anche se l'acqua tendeva all'infinito nella scala dello SKAGERRAK: era ancora più fredda dei giorni precedenti, quando era GHIACCIO e le nostre palle erano il TITANIC.
Se non altro, era molto limpido: si vedevano benissimo
Palombino
ed i signori Silveira a mollo... ed in mezzo a loro c'era... ARNYKA!
Porca troia, si CONGELAVA e NON fotteva un CAZZO a NESSUNO: avevano le PALLE di AMIANTO!
Il più trendy era sicuramente Arnyka, che faceva il bagno con gli occhiali, come il Pastrano!
Però tranquilli, la potenza delle ascelle era salva: non le bagnava mai, perché... "altrimenti mi sporco gli occhiali!".
Assecondai, perché i problemi eran ben altri: serviva del combustibile per scongelare le mie palle. Quindi, urlai: "GILSON!!! PERCHÉ NON SUONI?"
Gilson apprezzò la mia idea, toccò il mare e ne uscì musica... non ci potevo credere:
funzionava!
Anche in acqua e senza un motore!!!
Venivano bei suoni, tra l'altro!
Poi trovò un RAMO in mare e decise che non poteva andare avanti in quelle condizioni. Peccato.
E va be', poteva andare peggio.
Qualche minuto più tardi, quando sarebbe stato tempo di correre ad asciugarsi al sole, il cielo si rannuvolò: controllammo con attenzione, era appena arrivato GRUMO!
Si era alzato ANCORA DOPO di noi!!!
Adesso, finalmente, poteva piovere.
DIVERSAMENTE MARIASOLE
Visto il maltempo, anticipammo il pranzo da Diversamente MariaSole, perché nel 2006 c'era pheega.
Arnyka non prese NULLA tranne un'acqua, NATURALE, però iniziò a leggere "La Stampa", così i Liguri potevano odiare anche lui in quanto piemontese.
Oltre ai panini, invece, GRUMO ordinò un Estathé, io un Chinotto e
l'unica a bere birra fu Choo!
Quindi, il cielo ritornò sereno: era stata correttamente ripristinata l'armonia della natura.
Verso le due e mezza, ritornammo in spiaggia per cercare Furio Terzapi, che non si era più visto: era ritornato a Torino!
Strana persona.
In suo onore, alle tre e mezza, facemmo un salto all'Albatros ad ascoltare i racconti del maestro Ellade Bandini.
IL SEMINARIO DI ELLADE BANDINI
Il Maestro era sempre in vena di perle di saggezza: "Adesso, prima di suonare,
i batteristi si ritirano in disparte e provano. Ai miei tempi, bevevano Martini e cercavano belle ragazze!"
Per questo, non eravamo batteristi: eravamo troppo GIOVANI!
Ad Informatica, cose del genere non sono mai successe, in nessuna epoca ed in nessuna università: siamo una categoria coerente.
Comunque, il tema di oggi era la "musica che fa ballare": per fortuna, il Maestro si riferiva allo swing.
I racconti erano pittoreschi, perché Ellade immergeva l'orchestra nel paesaggio delle navi da crociera: i suoni, gli odori, sapori, alcool, pheega... ed altri dettagli insignificanti, tra cui la scaletta.
Finché, senza addurre motivazioni plausibili, suonò "Volta la carta" di De André! Ci stava sempre bene, era giusto così.
SALUTI DA MIOPÌO
Alle ore 16:30, mi toccò tornare al Corallo, perché ero in giro con la pheega e quindi mi toccava lavarmi, tutti i santi giorni. Fu allora che incontrai Mario!
Era uno dei pochi abitanti di Laigueglia, ma si era anche iscritto ad Informatica, da noi a Torino, nel 1993.
Mi spiaceva non averlo conosciuto al Parco dei Diversamente Figati, ma aveva seguito solo il primo anno... e, per via del cognome, era finito nel corso C, con KG, Grip e MiOpìO.
"Ma ciao! - salutai - Non vieni a vedere un po' di PercFest?"
"Eh, mi piacerebbe... - mi spiegò - Ma fino alle dieci non posso... e adesso, con quelle cazzo di transenne, se non arrivi subito non ti fanno entrare!"
"Mica detto: ieri eravamo quattro gatti, ce l'avresti fatta!"
"Sì? Boh, stasera provo! Ma hai saputo di MiOpìO?"
"No... non l'ho beccato da nessuna parte! Gli ho anche scritto un messaggio, ma..."
"È a casa! Gli è venuto un TROMBO ad una gamba mercoledì sera, quando stava venendo qua!!!"
PiombinoKastrox!
"C'è il PercFest e quindi TROMBO!" sarebbe passato alla storia come il premio sfiga del PercFest 2018.
Provai a chiamarlo ma non rispondeva... peccato.
CAZZEGGIO POMERIDIANO
E va be', salutai, skizzai al Corallo, feci la doccia più veloce della storia, mi cambiai di macchina foto ed alle 17 ero già in piazza Libertà!
Avevo fatto bene a fare in fretta: il palco era okkupato da
Giorgio Palombino
e la lezione era dedicata al pubblico di marok.org!
Nonostante avesse un carattere più chiuso e meno istrionico di Ellade e Gilson, anche i racconti di Palombino avevano il loro perché: l'argomento di oggi era la "Columbia", una Rumba Cubana Ternaria che era NATA per essere ballata SENZA la pheega!
Infatti, animava il riposo dalla raccolta nei campi di canna da zucchero... e quindi era uno dei pochi ritmi che NON prevedeva un ballo di coppia.
In realtà, la mia preferenza andò alla divagazione finale sulla "Rumba Corea", un ritmo legato ad una zona di L'Avana chiamata Corea (e vi SFIDO a trovarla su Internet! Piccolo aiutino: è un barrio del municipio di San Miguel del Padrón).
Ma cos'aveva di particolare questo brano? Semplice: nella base pre-registrata, una voce sul ritornello cantava, testuali parole: "LA PUTTANATA!".
E lo ripeteva in continuazione, gridato, nella piazza... era bellissimo.
Alle 18 ci trasferimmo in piazza Cavour, perché il prestigioso programma del PercFest prevedeva il seminario di Gilson Silveira. Invece,
in piazza Cavour c'era PHEEGA!
Che palle!!!
Si trattava di una sfilata di abiti riciclati... e comunque, osservando con attenzione, notammo che in fondo al palco c'era anche Gilson... con
la moglie di fianco, che lo osservava!
Ad un certo punto, Gilson prese il microfono e, senza alcuna ragione, iniziò a delirare e a raccontare della vita che faceva a Milano nel 1985! Aveva il suo perché: ammiravo il suo periodo milanese con i Mitocasamba, soprattutto perché era finito in RAI dentro a
Cielito Lindo,
che è una delle trasmissioni più belle che siano state fatte mai.
Avrei dato il culo per essere là tra il pubblico... ma ho sempre lo stesso problema: sono troppo giovane.
IL VISITATORE MOLESTO
Alle ore 19 in punto, sokammo Gilson e ci fiondammo in piazza Marconi, ma per fortuna l'emergenza era superata: il guardia di porta ci voleva bene e ci fece passare per andare a mangiare alla Coenda... grande!
Poi, boh... evidentemente qualcuno aveva sparso troppo la voce sull'inganno della cadrega... oppure non c'erano più le guardie di una volta... fatto sta che, verso le otto, entrarono alla Coenda cani e porci, tra cui un visitatore molesto:
CHRISTIAN MEYER!!!
Dopo ANNI di assenza, completamente fuori programma, era ritornato al PercFest!
Però non avrebbe suonato.
Questa, almeno, era la sua versione.
Comunque, per non saper né leggere né scrivere, prenotammo il tavolo della Coenda per l'indomani, quando ci sarebbe stata la GUERRA... includendo nella prenotazione anche Christian Meyer.
Il gate del budello fu poi aperto verso le nove. Di gente questa volta ce n'era parecchia, ma riuscimmo comunque a fottere dei posti accettabili... o quasi: eravamo in ottava fila.
Visto che non ci eravamo fatti nemmeno un picosecondo di coda, non ci potevamo lamentare.
JAZZ atto primo: THE BRIDGE
Alle ore 21:30, iniziò il concerto, con un quartetto chiamato
"THE BRIDGE":
Michele Polga (sax), Matteo Alfonso (piano), Lorenzo Conte (basso) ed il francese Guilhem Flouzat (batteria).
Li ben conoscevamo: erano il gruppo della jam all'Albatros, che era stata una figata.
"Si chiamano THE BRIDGE - spiegò il Capo - perché il pianista è di Venezia... e quindi ha chiesto di costruire un PONTE qua a Laigueglia! Va be', ci metteranno un po'... magari dopo il... DISGELO!"
NØ!
Aveva detto "dopo il DISGELO"... l'aveva detto sul serio, CAZZO, non era possibile: il Capo legge marok.org!!!
Alzai lo sguardo al cielo, in cerca di una spiegazione... e da QUELLA finestra finalmente si affacciò...
il Veeeeekkio!
YEEEEEEEE!!!
ESISTEVA ANCORA!!!
E ci guardava SKIFATO, con un misto di ODIO, PENA e RIBREZZO, come ai vecchi tempi!
Era fantastico... i supereroi hanno bisogno di un NEMICO ed era LUI il nostro CHTULHU! Non potremmo vivere senza!
In tutto ciò, i quattro Bridge li preferivo l'altra sera: ci sono alcuni gruppi che devono suonare immersi nel pubblico.
Di certo, non li aiutava il fatto che l'autistico GRUMO passò il tempo a contare gli errori nelle pagine del programma!
Per cercare di riconquistare la sua attenzione, il quartetto corresse il tiro e sfidò il pubblico ad indovinare il titolo dell'ultimo brano.
Niente panico, l'impresa si rivelò facile persino per gli ignoranti più irrecuperabili di tutta la piazza, cioè noi: "When The Saints Go Marching In".
JAZZ atto secondo: PERCFECT TRIO
Con puntualità elveticonazi, alle ore 22:40 il microfono ritornò nelle mani del Capo: "Non vorrei dire QUELLA PAROLA... ma, tra voi e la vostra sedia, c'è una BROCHURE! Non è un posto nobile, ma è a contatto con voi!"
Con queste esatte parole, il Capo presentò il Percfect Trio:
Alfonso Santimone (piano),
Pierpaolo Ranieri (basso) e Roberto Gatto (batteria).
Seguì un attimo di silenzio, dovuto ad un ritardo nel cambio palco.
Quindi, si sentì una voce femminile sgradevole gridare un qualcosa di inutile dall'unica finestra aperta della piazza (a destra rispetto al Veeekkio, che l'aveva già ermeticamente CHIUSA).
Da lì, vedemmo affacciarsi una bambina... che CHIUSE le persiane!
Per deduzione, la voce doveva essere quella della mamma... ma quali saranno state le parole esatte? Ognuno di noi lanciò una proposta, ma il vincitore fu GRUMO, con la frase: "Chiudi, che entra il jazz!"
Adesso, nella piazza, le finestre CHIUSE erano il 100%
(anche quella FINTA l'avevano dipinta CHIUSA... e quella piccolina che osservate a destra
nella foto
è un CEEEEESSO!).
Una nuova presenza riuscì intanto a raggiungere il luogo del misfatto: era Manquinho, un amico di Choo.
Erano esattamente OTTO ANNI che prometteva che sarebbe venuto e tirava sempre e rigorosamente PACCO: aveva aspettato gli anni delle piazze BLINDATE!
Non a caso, gli venne impedito di entrare (perché la piazza aveva già raggiunto la capienza di legge) e così rimase in piedi, DIETRO la transenna.
Per sua fortuna, verso le undici e mezza qualche Veeeekkio iniziò ad accusare sonnolenza ed abbandonò la trincea... quindi Manquinho sorrise al guardia di porta e penetrò: il cuore tenero non è una dote di cui sia colmo un carabiniere, ma, se di culo arrivano botte, è facile prenderlo per il sedere.
Il gruppo, intanto, si autocampionava in diretta: avevano letto che era ammesso dal regolamento del Concorso PercFest, già nella versione del 2003.
A
Roberto Gatto,
del resto, la tecnologia sembrava piacere: ogni volta che smanettava sul mega campionatore, appariva così felice, giocava!
"Gatto si fa le unghie!" commentò Choo.
GEEEEEEEEEEELO!!!
Per dimenticare la cazzata, vi lascio in eredità una diapositiva video dei 12 minuti finali del concerto, per la quale dovete ringraziare il prode Mazzipunk!
PERCFECT TRIO
Alfonso Santimone, Pierpaolo Ranieri, Roberto Gatto
Riprese by Mazzipunk
LA JAM ALL'ALBATROS
Anche stasera, il concerto terminò a mezzanotte in punto: grande il potere degli apriculi è!
Quindi, ci incamminammo verso l'Albatros (che, come spiegava Elio a Genova, "in Greco vuol dire teatro").
Tra una cosa e l'altra, Choo non era ancora riuscita a prendere il caffé e NON poteva farne a meno, perché è pheega! Ovviamente, non lo facevano in nessun locale della piazza, perché NON avevano VOGLIA, né tantomeno all'Albatros, perché dicevano che era TARDI: benvenuti in Liguria.
Quindi, Choo iniziò a girare per il budello DA SOLA... ed alla fine trovò il caffé in un locale chiamato Monkey's.
"È un posto per giovani! - raccontò - Ma mi hanno fatta entrare lo stesso!!!"
"Perché non c'eravamo noi... - spiegai - Ci fosse stato Christian Stravecchio Meyer, per esempio, avrebbero premuto EJECT! Oppure, sarebbe dovuto entrare Arnyka a dare garanzia, perché è giovane. Per questo, stanno sempre insieme!"
Arnyka approvò, gli piaceva rendersi utile: avevamo capito che bastava seguire lui per trovare Christian Meyer, perché era diventato la sua ombra.
Del resto, da bravo lettore, conosceva il trucco: per andare d'accordo con Christian Meyer bastava non parlargli MAI di Elio e le Storie Tese, neanche per sbaglio... e, se li tirava fuori qualcun altro, virare sul tecnico oppure cambiare decisamente argomento.
Inoltre, dopo 18 anni di PercFest, noi eravamo riusciti nell'impresa quasi impossibile di non imparare assolutamente un CAZZO! Al contrario, Arnyka dimostrava un'ottima cultura sul jazz, oltre che sul prog.
Per diventare il vero Ivan Piombino di Christian Meyer, però, la strada era ancora lunga ed irta di pericoli, autoscatti, difficoltà e poesie!
Nel frattempo, eravamo arrivati all'Albatros ed
alla jam c'era il DELIRIO,
era il PARADISO!!!
Musicisti casuali si agitavano, reagivano e si mischiavano, quindi mi venne voglia di qualcosa di buono!
Andai al banco e, sovrappensiero, ordinai un genepy.
"MA NO!!! - sbottò il signor Albatros, schifato - È da PIEMONTESI!"
Errore mio, di distrazione... prima volta in DICIOTT'ANNI di PercFest!!!
Però, per quell'espressione orripilata e disgustata,
ne valse la pena! Forse.
E va be', la specialità ligure era il limoncello e, tra l'altro, lo facevano molto bene! Quindi, in onore di Manquinho (che aveva origini sarde), ordinai un mirto... perché era giusto così.
Sul palco, intanto, le formazioni cambiavano con una sconcertante rapidità, quindi fino all'ultimo sperammo in Christian... e invece SOOOOOOOKA! Andò a DORMIRE.
In un mondo perfetto, Arnyka l'avrebbe seguito anche in camera da letto... invece niente. Però Angelo & Friends mi rivelarono il vero motivo della precoce dipartita dello svizzero: doveva andare a letto presto, perché l'indomani sarebbe stato al fitness! SBORROH!!!
Alle due, la musica era all'apice e tutto era ancora in ordine... finché all'improvviso non ricomparve quello che, secondo Schopenhauer, era il mio sosia:
il TAPPO!
Quanto ci era mancato... eh?
Il Tappo non perse tempo e sbarrò la strada ad una persona a caso, Gilson, perché gli voleva impedire di andare da solo al cesso. Perché? Così...
In queste situazioni, sapete che cosa fanno i veri uomini? Quelli duri? Boh... noi no: SCHIZZAMMO VIA nel budello a prenderci una pizza bianca... che, vi ricordo, in Liguria si chiama "focaccia".
AFTER DA SIRÒ
Terminata la "focaccia", scegliemmo di decomporci da Sirò, perché era giusto così. Ordinammo da bere e, in onore del giovane Manquinho,
facemmo il riassunto di TUTTI i PercFest passati, dal 2001 ad oggi, fino all'alba!!!
Noi sì che ci sappiamo divertire.
Andammo avanti così per UN'ORA... finché, alle tre in punto, Choo si accorse che la sua giacca era ancora all'Albatros!
Ebbene, l'Albatros aveva appena CHIUSO... ma il signor Albatros vide Choo, capì, provò pietà e le portò fuori la giacca. Chissà che cazzo aveva combinato il Tappo, stavolta... non l'avremmo scoperto MAI, nemmeno vivendo.
In compenso, andammo tutti a dormire: l'indomani ci saremmo dovuti svegliare presto... ed era tutta colpa di Christian Meyer!
E, se uno Svizzero ti dice: "Domani suono al fitness..", voi fate un po' il cazzo che vi pare... ma, prima di tutto, andate affankulo.