C'è chi finisce su marok punto org perché cerca
pheega minorenne lesbo gratis
e poi trova puntualmente
GRUMO.
C'è chi finisce su marok punto org perché cerca
mp3 di Elio gratis, ne trova QUALCHE GIGA ma lui ne cerca ALTRI, così pensa bene di scrivermi ed io penso bene di mandarlo puntualmente affankulo.
E poi c'è una terza categoria, rappresentata da chi, semplicemente, è in fuga dal lavoro. È così che nelle nostre vite è spuntato uno strano individuo: GIUANNE.
Giuanne lavorava in un albergo di Mestre. Faceva il portiere di notte, e questo lo portava ad avere il nostro stesso fuso orario... con l'unica differenza che, mentre lui lavorava, noi stavamo là a cazzeggiare, anche fino alle 5, perché tanto il giorno prima non avevamo fatto un cazzo, il giorno dopo non avremmo fatto un cazzo e, nel frattempo, facevamo tutto il giorno un cazzo. Inevitabile l'incontro. Cazzo.
Al suo ingresso in chat, Giuanne conosceva a memoria l'intero sito, sapeva tutto di tutti e ci parlava come fossimo amici d'infanzia.
Una sola era la difficoltà: il "lag" temporale. Giuanne pensava di tuffarsi nel marok.org della primavera del 2005, pheega, rock e casino, ed invece si ritrovava nel marok.org dell'autunno del 2006, un cimitero degli elefanti in cui l'unico passatempo era rotolarsi in un campo di merda ricordando il passato ed aspettando l'inevitabile morte.
A Giuanne il marok.org del 2006 piacque tantissimo, così divenne una presenza fissa della chat. Del resto, se l'alternativa era lavorare, potevamo anche capirlo.
Il rapporto però era asimmetrico: noi di Giuanne sapevamo un cazzo. Manco che faccia avesse: essendo maskio, nessuno gli aveva mai chiesto una foto! Le uniche notizie su di lui erano che:
Giuanne era stato SEGATO ALLE MEDIE. Non perché andasse male a scuola: una bidella aveva detto al preside che lui l'aveva mandata affankulo, e lui era stato SEGATO.
Giuanne era riuscito a farsi UMILIARE in un
VIDEOGAME
dalla PHEEGA! Ma non da una qualunque: da MANOVELLA! Che non solo è dislessica, ma è pure BIONDA!!!
Giuanne si era fatto FAVA nel GIUGNO del 2004, il GIORNO DOPO che erano stati ELIMINATI tutti i vantaggi dell'essere Fava! Appena in tempo per il FANKULO!!!
Soprattutto, Giuanne AVEVA una tipa. Eh sì, succede. E lei l'aveva MOLLATO subito dopo il suo ingresso in chat. Quindi AVEVA SMESSO DI TROMBARE GRAZIE A MAROK.ORG!
In una vita così piena di successi, solo un traguardo separava Giuanne dall'essere davvero felice: entrare nella Cumpa. Difficile, ma non impossibile: come sapete, c'è un ingresso omaggio per chiunque faccia la pipì su Ivan Piombino... e Giuanne ce l'ha fatta, come testimonia la seguente diapositiva!
Insomma, Giuanne ormai era diventato uno dei nostri, ma nessuno l'aveva mai visto! Finché, un bel giorno, non decise di uscire allo scoperto e disse: "Ehi! Sabato 9 giugno sono libero! Fate qualcosa?"
"Boh... - risposi - ci sarebbero gli
Ossi Duri
a Rivoli, vicino a casa mia... Fanno cover di Frank Zappa... C'è anche Elio... È gratis..."
Non avrei mai immaginato che questa frase avrebbe cambiato il mondo.
Naturalmente, in peggio.
PiombinoKastrox.
VENERDÌ 8 GIUGNO - LE ASPETTATIVE
Per la prima volta nella storia, qualcuno si sarebbe sparato 400 km per andare ad un concerto degli OSSI DURI! Si inizia così a diventare rock star.
Solo due erano i grandi assenti. Il primo era il
prof Magneto,
per il quale il sabato sera è off limit: il prof può uscire di casa solo quando la moglie dorme, perché è sposato. E la moglie di sabato sera NON dorme, perché è sposato. In questo caso l'aveva persino obbligato a PARTIRE PER IL MARE, perché è sposato. Quindi se la pigliava nel culo, perché è sposato.
L'altro grande assente era
KASTROX:
doveva andare a giocare a bowling.
No, non gli era ancora passata.
"Dai, sei contento? - scrivevo a Giuanne, la notte prima del gran giorno - Domani vedi tutti gli handicappati!"
"E finalmente vedrò come sono in realtà!" rispose.
"Bah, tanto sai già tutto... conosci il sito a memoria..."
"Conosco quello che scrivi TU, ma non sono così coglione da crederci! Dai, Joco non può avere davvero QUELLA VOCE... sarebbe un caso umano! Se no mettiamo su un campionatore, Joco fa il tweeter e Killer fa il woofer!"
"Mmm..."
"E poi KG - continuò Giuanne - non può avere sempre sonno a mezzanotte, come scrivi te... non ci credo! Ed anche Piombino non può essere così handicappato... per non parlare di Schopenhauer! Se fossero come li descrivi nei racconti, li avrebbero già rinchiusi!"
"Mmm..."
"Per non parlare della storia di Alan Magnetti che gira per il mondo dicendo a tutti di avere cinque io, quella l'hai chiaramente inventata... si riconosce lo stile..."
"Mmm..."
"Cioè, sì, ok, quello che scrivi fa ridere, magari parti anche da cose vere, ma poi è evidente che è tutta una presa per il culo... sei esagerato... aggiungi troppe cazzate, non pretenderai che la gente ti creda!"
"Mmm... a domani!"
SABATO 9 GIUGNO - L'INCONTRO
Il 2007 era un anno difficile: non aveva fatto l'inverno, ma nemmeno l'estate. Era dall'inizio di giugno che pioveva tutte le cazzo di sere ed anche quel pomeriggio il cielo era di un grigio Subsonica. Gli unici colori erano quelli delle minorenni che urlettavano in
piazza XVIII dicembre,
davanti alla stazione.
Ovviamente il mio primo pensiero era individuare Giuanne.
Però non sapevo che faccia avesse... se non mi avesse riconosciuto lui avremmo sokato entrambi.
"Ciao Marok!"
Mi voltai. Giuanne
aveva l'aspetto più anonimo che un ragazzo italiano potesse avere: magro, altezza sull'1,75, capelli corti, scuri, senza barba né baffi né occhiali né cicatrici né sfregi né arti amputati. Era completamente privo di segni particolari, avrebbe potuto commettere un omicidio davanti alle telecamere del telegiornale e l'avrebbe comunque fatta franca.
"Ciao Giuanne! Fatto buon viaggio?"
"Sì, a parte il tempo... a Milano pioveva. Ma stasera gli Ossi Duri suonano al coperto?"
"Nonò, all'aperto! In mezzo ad un parco!"
"Dici di andare lo stesso? Non è che ci becchiamo un temporale?"
"Ma no, stasera suonano anche i Farinei dla Brigna a Pecetto, qua vicino... e come ben sai..."
"...quando i Farinei suonano all'aperto non piove!"
Giuanne sapeva veramente tutto... io stesso non mi ricordavo dove e quando cazzo l'avevo scritta questa minchiata. Ma, soprattutto, la voce di Giuanne era identica a quella di Evaristo. Cose strane.
"Ma alla fine chi siamo stasera? - chiese - C'è pheega?"
"Vedrai, vedrai! Non ti anticipo nulla!!!"
La realtà era che da quella mattina erano spariti tutti, maaaski compresi... non nel senso che avessero fatto pacco: è proprio che nessuno mi rispondeva più al telefono, nemmeno quelli che hanno Wind e si ricaricano. Ero più schifato della Caiazzo. E va be', poteva andare peggio...
Squillò il telefono.
"Ohu!"
Dalla tonalità, era chiaramente JOCO. Perfetto.
"Ohu, handicappato! - dissi - Stasera?"
"Mah... - rispose, sospirando - Quasi quasi vengo... ci vediamo là?"
Nella lingua di Joco, questo vuol dire una cosa sola: PAAAAAAACCO.
Ed era l'unico che ci poteva riportare a casa.
"Senti un po'... - dissi - devi ancora mangiare?"
Domanda retorica, erano le sei di sera.
"Mmmm... Dove andate a mangiare?"
"Dobbiamo ancora decidere e..."
Capii la portata della cazzata che avevo fatto quando ormai era troppo tardi.
"Allora VI PORTO IN UN BEL POSTO IO!!! - esclamò Joco - C'è mio fratello che mi ha consigliato una pizzeria che è una figata! Ci sono i NANI!!!"
Perfetto.
L'UNIVERSO DI JOCO
Ci eravamo dati gancio con Joco in
Paradiso, la penultima fermata del metrò prima del capolinea. Il metrò sarebbe anche arrivato a Rivoli, ma nel 2157.
Mentre aspettavamo Joco, Giuanne ed io ingannammo il tempo cercando di indovinare quale sarebbe stata la prossima mania ossessiva di KASTROX dopo Ruggeri, batteria, Toro, Egitto, Amici Miei, Elio, pipa, Cowboy, Farinei, Scozia, wrestling, sudoku, Latte e i Suoi Derivati e bowling.
Le regole erano molto semplici: la nuova mania non doveva attirare pheega, non doveva essere giovane, non doveva praticarsi all'interno di una squadra (se no gli altri l'avrebbero mandato affankulo) e, soprattutto, doveva essere un mito del passato, qualcosa di superato da almeno 10-20 anni che però per lui era una novità.
Giuanne propose il tiro con l'arco, io il Drive In.
Ci sbagliavamo entrambi, ma l'avremmo scoperto solo vivendo.
Intanto la Jocomobile arrivò, rapendoci dai nostri pensieri. Incredibilmente era in ritardo di soli venti minuti! Rispetto allo standard, Joco era in anticipo di quaranta.
"Adesso finalmente sento la voce di Joco!" disse Giuanne, esibendo il classico sorriso scettico di chi si aspetta che i nodi di una truffa vengano al pettine
"Ciao Giuanne!" disse
Joco,
con la voce più stridula che mai avesse intonato in tutta la sua vita.
Mi misi a ridere persino IO che lo conoscevo da 14 anni.
Giuanne era pietrificato.
"Ma allora... era vero..." disse.
"Cosa?"
"No, niente... dai, andiamo alla pizzeria!"
"Sì, figo! - disse Joco, mettendo in moto - Però prima vi faccio vedere LA MIA NUOVA CASA, tanto ci passiamo davanti!"
Vero, me n'ero dimenticato: Joco aveva appena comprato casa.
Ed io avevo, sinceramente, paura.
Da quando lo conosco, cioè dal 1993, ho visto Joco comprare le cose più assurde ed inutili, spesso in offerta, sempre pagate un casino, e non mi sento di dire il doppio o il triplo del loro valore solo perché spesso valevano ZERO.
Tra tutte ricordiamo:
L'AMIGA 4000, il computer creato come successore dell'Amiga 500. Il 500 aveva hardware obsoleto persino per gli anni 90 (non aveva neanche l'hard disk e tutto girava su FLOPPY da 720k formattati ad 800) ma aveva una raccolta di giochi e programmi fenomenale, di molto superiore a quella di qualunque altra piattaforma dell'epoca, console e pc compresi. L'Amiga 4000 continuava ad usare hardware di merda, rispetto ai nuovi Pentium, ma, in più, NON supportava NESSUN gioco dell'Amiga 500. L'assurdo era che per pc esisteva un emulatore dell'Amiga 500, mentre per l'Amiga 4000 NO!!! Infatti di Amiga 4000 ne hanno venduto uno solo, a JOCO. Poi la Commodore, che produceva l'Amiga, è FALLITA.
IL MONITOR, comprato apposta PER L'AMIGA. Joco l'aveva pagato carissimo, perché in tutto il mondo ne esistevano sì e no dieci esemplari ed altrettanti coglioni che se l'erano portato a casa. Faceva skifo da ogni punto di vista, estetico e funzionale. Per farlo stare acceso, BISOGNAVA PRENDERLO A CEFFONI!
I DUE PC comprati per conto del centro studi in cui faceva doposcuola. Eravamo già nel 1997 e lui aveva speso UN MILIONE E MEZZO per un Pentium 75 (all'epoca per quella cifra si poteva comprare ALMENO un 200) con NESSUN PEZZO FUNZIONANTE:
la scheda grafica, con i driver di sistema, supportava una risoluzione massima di 640x480.
non si trovavano altri driver.
il floppy aveva l'EJECT ROTTO.
il cdrom non solo non aveva i suoi driver, ma non era nemmeno compatibile con nessun driver di nessuna marca conosciuta di lettori CdRom.
la scheda sonora non veniva riconosciuta da Windows nemmeno come Adlib.
l'hard disk, venduto per 850 Mega, in realtà era da 540 e comunque si inchiodava.
la Piastra Madre era bacata ed ogni tanto il pc SI RESETTAVA.
sul case c'era un adesivo con scritto "LEGA NORD PADANIA".
Una volta provato il primo computer, Joco ne ha comprato un SECONDO, sempre NELLO STESSO POSTO... funzionava bene come il primo. Da allora, Joco non frequenta più quel doposcuola.
LA STAMPANTE PER LINUX. Joco aveva passato MESI a documentarsi su quale stampante fosse meglio comprare perché fosse compatibile al 100% con la sua versione di Linux, aveva girato un macello di newsgroup e forum, si era sbattuto mettendo sottosopra mezza Internet ed alla fine aveva scelto un modello ben preciso di Epson: quella che, a detta di tutti i Nerd, era la migliore. Poi era andato da MediaWorld, aveva trovato la stampante che cercava MA... di fianco, sullo scaffale, ce n'era anche un'altra. Era il modello successivo e costava SOLO 50 carte in più. Joco L'HA COMPRATA!!! Ovviamente NON andava con il suo Linux.
Il TELEFONINO MOTOROLA. Pagato un casino, non ha mai funzionato.
IL LAVORO. Joco aveva fatto un colloquio in una ditta di Leinì, in culo al mondo, e gli avevano detto che entro breve la sede si sarebbe trasferita sotto casa sua, a Torino. Joco CI HA CREDUTO ed ha lavorato là 7 ANNI! In culo al mondo!!! E non solo: ad ogni viaggio era obbligato a portare a casa un collega handicappato che non aveva voglia di prendere la macchina ed abitava dalla parte opposta di Torino! Il collega sarebbe entrato nella Cumpa col nome di
Minitony.
In quel posto, Joco si spaccava il culo per 10-12 ore al giorno e guadagnava come i suoi colleghi che facevano un cazzo. La sua mansione principale era scrivere i programmi dei navigatori satellitari delle automobili, ma faceva anche altro: è opera sua buona parte del sito
www.italia.it,
bollato in tutto il mondo come la vergogna dell'Italia, costato miliardi di soldi pubblici e mai funzionante. Tutte le migliaia di email di insulti di tutto il mondo (tra cui citiamo "vi mandiamo il Gabibbo!") arrivavano ad una sola persona: JOCO.
Dopo quella esperienza, Joco ha cambiato lavoro: oggi va in un posto che è più lontano e, probabilmente, fa anche più skifo.
LO SCOOTER ANTI-MINITONY, comprato apposta per non portare a casa Minitony dal lavoro. Vista la distanza, con lo scooter Joco ci metteva parecchio di più che in macchina, deviazione da Minitony compresa. In più nel garage non aveva posto, così di notte lasciava lo scooter fuori. Però abitava a Mirafiori, quindi tutte le mattine lo ritrovava spaccato. Così decise che l'avrebbe spaccato lui, portandolo in CANTINA. Ad oggi non si hanno notizie dello scooter.
IL CASCO PER LO SCOOTER, pagato un casino perché era il modello più caro. Però era in offerta. E funzionava molto bene: si SPACCAVA se cadeva a terra. Ci aveva fatto un servizio persino Striscia la Notizia e la vicenda si era conclusa con il ritiro di quel casco dal commercio.
IL TELEVISORE DA QUARANTA POLLICI. Per la sua camera di due metri per due. Però era in offerta.
Tutte le versioni della PLAYSTATION, a cui poi non ha mai giocato.
IL DECODER PER IL DIGITALE TERRESTRE, pagato un casino perché, per un qualche motivo che lui stesso non ci ha saputo spiegare, era l'unico modello a non rientrare nel megaincentivo della legge Gasparri. Tutto questo tralasciando l'inutilità del decoder per il digitale terrestre nella vita di un qualunque essere umano.
I PROVIDER PER LA CONNESSIONE AD INTERNET. Dai tempi del 56k ad oggi, Joco non ha mai finito un anno usando lo stesso provider. Dopo un po' di mesi si lamenta perché fa schifo, lo cambia, dice a tutti che il nuovo è meraviglioso e che tutti noi siamo sfigati perché non abbiamo questo e quello e quell'altro, dopo un po' di mesi ammette che fa schifo e ricomincia da capo. Tutto ciò sfruttando presunte promozioni che in realtà glielo mettono nel culo.
LA TORCIA SUBACQUEA più CARA in commercio, la POWER LED 5. Però era in offerta da Decathlon: SOLO 260 euro. Su Internet lo stesso modello costava 60 euro in meno, spedizione compresa... senza parlare dell'inutilità di una torcia subacquea nella vita di un qualunque essere umano.
GLI EROGATORI DA SUB pagati un casino e poi PERSI in SARDEGNA dopo averli usati solo DUE volte.
LA CASA IN CAMPAGNA IN SARDEGNA, ad un'ora di macchina dal mare, SENZA CORRENTE ELETTRICA e CON IL FRIGORIFERO A GAS.
LA CASA IN CAMPAGNA IN SICILIA, nel BARICENTRO della Sicilia, il posto più lontano possibile dal mare. È zona sismica e vulcanica, perché è relativamente vicina all'Etna, però i terremoti catastrofici e le eruzioni vengono all'incirca ogni cent'anni e saranno almeno cent'anni che non ne arriva uno... quindi non c'è problema. Semmai, l'unico disagio è che piove sempre, perché è l'unica zona piovosa della Sicilia. E quando piove, cioè sempre, l'acqua entra in casa, perché il TETTO è AL CONTRARIO: è a FORMA DI V.
LA CASA IN MONTAGNA A PRAGELATO, pagata un casino ed in cui però non può andare mai, perché c'è il fratello.
Ed ora stavo per vedere la nuova casa di Joco.
Panico.
Il quartiere che stavamo attraversando, stranamente, non era male.
Eravamo a Grugliasco, a due passi da Collegno e dalla periferia ovest di Torino. Una zona tranquilla e ricca di verde, a parecchi chilometri dal centro ma ben servita dal metrò: in dieci minuti si arriva in stazione.
Una posizione quasi ideale.
Qualcosa non tornava.
"Ecco! Casa mia è laggiù!" disse Joco, indicando un CAVALCAVIA.
"Ah... sotto il ponte?"
"No, be'...
dietro!"
Joco non scherzava.
Era riuscito a prendere casa nella posizione PEGGIORE dell'intero quartiere.
Davanti alle sue finestre c'era il CAVALCAVIA dell'unica strada trafficata della zona, quella che porta all'ipermercato di Le Gru. Il cavalcavia però non era attaccato a casa sua: in mezzo c'era ancora la FERROVIA, la linea Torino-Lione, che INCROCIAVA il cavalcavia davanti al suo balcone!
Ma non era tutto: dalla casa di Joco si vedeva effettivamente la fermata del metrò. Però, proprio perché in mezzo c'erano la ferrovia ed il cavalcavia, per arrivarci doveva camminare per minimo venti minuti!
"Mi piace questa casa - diceva Joco, con aria sognante - Ne è valsa la pena... anche se L'HO PAGATA UN CASINO!"
Nessuno avrebbe saputo fare di meglio. Joco rulez.
PAUSA ALIMENTARE
Dopo una mezz'ora di strade sbagliate, il nostro amico Joco (che, ricordo, di lavoro programma i navigatori) riuscì a condurci nella pizzeria dei suoi sogni, quella con i NANI.
Si chiamava "La grotta degli Elfi" ed era quasi al fondo di corso Allamano, tra Grugliasco e Rivoli, in aperta campagna però in mezzo al traffico.
All'interno, ci accolse una collezione di
pupazzi e statue di elfi
in perfetto stile trash nordeuropeo, ce n'erano di tutte le dimensioni ed erano sparsi un po' ovunque per le stanze... meraviglioso.
Notevole anche lo specchio deformante che ben si prestò per una foto
artista mutante al cesso.
A ben guardare, quella pizzeria era il set ideale per un film porno.
Certo, mancava la pheega, però c'erano i nani. Non si può avere tutto.
Ordinai la pizza pronto al peggio, invece era commestibile.
O, forse, era proprio il trash del contesto che la valorizzava.
Insomma, era una bella serata, però ci mancava ancora qualcosa per essere felici, quel nonsoché...
Il telefono squillò. Era il Kompagno Gillette... perfetto.
"Prooooooonto!"
"Ohu handicappato! - dissi - Vieni stasera?"
"Næ. Non pooooosso!"
Qua accesi il viva voce: prometteva bene.
"Ma dai... non mi dirai che hai sonno!"
"Næ, è che devo pulire la cucina, perché domani arrivano i miei!"
"Ah... e quanto ci metti a pulire la cucina?"
"Mah... neanche tanto... ma poi devo fare cena!"
"Ah... cioè... tu prima pulisci la cucina e poi fai da mangiare?"
"Eh, ma non posso pulire la cucina dopo mangiato..."
"E perché?"
"Perché dopo mangiato MI VIENE SOOOOOONNO!"
Guardai Giuanne con aria vittoriosa. E la serata era appena iniziata.
DESTINAZIONE OSSI DURI
Gli Ossi Duri suonavano al
Parco Salvemini di corso Susa,
una delle strade principali di Rivoli. Trovarlo non fu un problema, bastò seguire la mandria di sfigati al 90% maaaski attirati unicamente dal suono della parola GRATIS. Ed il cielo era sempre più uno schifo.
Fu allora che, nel brusio indistinto della folla, spiccò una voce handicappata.
"Marok!!!"
Mi voltai, era
PIOMBINO.
Di fianco a lui, l'ultima persona che mi sarei aspettato di incontrare a Rivoli:
SCHOPENHAUER!!!
Perfetto.
L'handicappato non lo vedevo da febbraio, cioè dalla
TROIA,
quando era stato mandato affankulo da tutto il mondo e poi era sparito.
Oggi però sembrava stranamente sobrio. Certo, stava raccogliendo dai tavoli resti di pizza che qualche lebbroso incrostato aveva sbavato e poi avanzato prima di crepare e se li stava mangiando, ma sono dettagli. Certo, subito dopo aveva obbligato due pheeghe sconosciute a giocare con lui a ping pong venendo schifato in maniera definitiva e permanente, ma in fondo chi non l'ha fatto una volta nella vita?
"Beh, vedi, Marok - disse Giuanne - Da come li descrivi te pensavo chissà cosa... Piombino mi sembra una persona normalissima, ed in fondo anche Schopenhauer... sì, è un po' coglione ma nei limiti della norma... nei tuoi racconti esageri e..."
Giuanne non fece in tempo a concludere la frase: la sua onda sonora venne annullata dall'Infinito.
Nelle sue cinque molteplicità.
Ebbene sì:
Alan Magnetti.
Alan era vestito interamente di nero, con un lungo mantello, nero, ed una tuba, nera. Ricordo ai più distratti che il nero ed il bianco sono colori mancati, come cigni senz'ali che non possono volare.
E la luce è puttana.
Con Alan una giovane donna, Pesca, ed un'inquietante creatura che abitava la sua mano sinistra.
"Ciao Alan!" dissi.
"Ciao Marok!" disse Alan.
"Ciao Marok!" ripeté Alan, questa volta in falsetto ed agitando la creatura.
"Ti presento Giuanne!" dissi.
"Piacere Giuanne, sono Alan 1!" disse Alan.
"Piacere Giuanne, sono Alan 3!" ripetè Alan in falsetto. Era serissimo.
"Alan 3 il poeta?" chiese Giuanne.
Giuanne sapeva tutto.
Tutto!
"Sì, io sono il poeta! - rispose Alan, in falsetto - E dei cinque io sono il più bello!"
"Zitto tu! - ribatté Alan, con voce normale - Tu non scopi, perché non hai l'uccello!"
La giovane Pesca guardava l'intera scena manifestando somma approvazione, mentre una piccola folla di curiosi si avvicinava, attratta dalla poliegocentrica tenzone. Tra loro
GNURLUVO,
noto a più come l'Uomo Maiale,
il giovane Iko,
che avevo già dato per disperso,
Mazzu,
con tanto di macchina fotografica cubitale al seguito, e poi, quando più nessuno ci sperava, la pheega: il
Quinto Piano
e
la Dottoressa Formaggio.
Furono la vera sorpresa della serata. Specie la Dottoressa Formaggio, che era un po'... sì, insomma, come dire... INCINTA.
Stava per nascere un piccolo Mazzu... pazzesco.
"Guarda Alan! - dissi ad Alan 1 - Sta per nascere il primo figlio di due Fenici!"
Le Fenici, naturalmente, sono i fans di Alan Magnetti... cioè, modestamente, noi.
Alan1 guardò ammirato il pancione della Dottoressa Formaggio.
"Lo chiamerete Alan?" chiese.
"Ma certo!" rispose Mazzu.
La Dottoressa Formaggio lo guardò come se volesse ucciderlo, ma gli Alan non se ne accorsero: erano tutti e cinque finalmente felici e fecero la pace. Il dottor Marok risolve.
QUELLI CHE ASPETTANO...
Lasciammo gli Alan così, in quell'immagine meravigliosa, mentre Gnurluvo ci portava a fare un giro per il parco ed a salutare gli Ossi Duri.
Di Elio neanche l'ombra.
Il concerto era già iniziato e sul palco c'era il primo gruppo, i
Waste Pipes.
Stava arrivando parecchia gente, tra cui è doveroso segnalare una minoranza silenziosa di pheega, e si sedevano tutti nel prato che circondava il palco, in mezzo a terra, erba e merde di cane. Se per caso si fosse messo a piovere sarebbero morti tutti. Peccato.
A fianco del palco c'era una fila di gazebo. Doveva essere una cazzo di fiera di qualcosa perché alcuni erano gastronomici, però nessuno dava niente gratis quindi li schifai in blocco.
La mia attenzione venne invece catturata dalla postazione mobile di Sonika, una webradio condotta da una pheega.
Tempo dieci secondi ed i conduttori divennero tre: la pheega, Piombino e Schopenhauer.
Mi allontanai soddisfatto. Il dottor Marok risolve.
Giuanne, intanto, si era già seduto sul prato in prima fila e stava cercando di fare
foto col telefonino. Poche cose fanno più handicap delle foto ai concerti fatte col telefonino, specie se chi le fa ti dice che però ha tanti megapixel. Rimasi per un po' a contemplarlo, poi iniziai a fotografare la
pheega.
LA CATASTROFE
Quando i Waste Pipes se ne furono andati affankulo, uno strano fenomeno distolse la nostra attenzione. Piccoli ticchettii seguiti da una sensazione di umido, erano simili a gocce, quasi come quando inizia a piovere. Poi un rumore basso e profondo, come un tuono. E poi la sensazione di essere esattamente sotto allo scarico di un gigantesco cesso che stava per riversare sulle nostre teste tutte le perdite del cosmo.
Sì, insomma, il peggio era iniziato.
Un'immensa poltiglia appiccicosa di giovani corpi si riversò sotto ai minuscoli gazebo. Noi scegliemmo l'unico senza pheega, la webradio di Sonika: nel frattempo, la giovane ex conduttrice era stata esonerata in favore di Piombino e Schopenhauer.
Mai prima d'allora eravamo stati investiti e fagocitati da un tale livello di schifo. Nemmeno nell'ultima ora ad informatica.
Una trentina di giovani corpi sporchi, appiccicosi, bagnati, maaaaski ed handicappati si stavano comprimendo con la massima perdita di qualità dentro a quella che era diventata una zattera galleggiante in un'immensa palude di merda. Ed il comandante era Schopenhauer, che intanto aveva trovato il tempo di ubriacarsi e sparava parolacce e bestemmie in diretta sulla webradio mentre Piombino immobilizzava l'ex conduttrice, rassegnata ed impotente di fronte alla fine del mondo.
I profughi italiani del dopoguerra probabilmente se la passavano meglio... peccato non ci fosse KASTROX. Per i posteri, il riassunto nel filmato che segue:
Una delle pochissime persone ad avere l'ombrello ero io: portarlo sempre con me quando vado ai concerti è un'abitudine che mi è rimasta da quando frequento
GRUMO.
Così, approfittando delle pause tra un'ondata di pioggia e l'altra, girai per il parco fino a trovare gli Ossi Duri e chiesi lumi sul da farsi.
Il nostro amico Filippo,
manager degli Ossi nonché loro padre e zio, osservava l'orizzonte con aria completamente sconnessa, come chi cerca una soluzione che non esiste ad un quesito a cui il cielo ha già risposto con una parola di quattro magiche lettere: SOKA.
"Marok, vai tranquillo! - mi disse - Suoniamo! Aspettiamo che smetta, anche fino a mezzanotte, ma poi suoniamo!"
"Non per smorzare il tuo entusiasmo - obiettai - Ma sul palco è piovuto l'oceano atlantico intero. Come cazzo fate a pensare che funzioni qualcosa?"
"Ma va... è tutto coperto dai teli!"
Mi voltai verso il palco e vidi della roba di plastica svolazzare in mezzo al nubifragio.
"Tranquillo, Marok! Ce la faremo! Stasera suoniamo!!!"
"AHAHAHAHAHAHAH! Ops... sì padrune!"
IL PIANO B
Ritornai allo stand dagli altri handicappati.
"È ufficiale - dissi - non si fa un cazzo!"
Il più contento era Giuanne, che era venuto da Venezia.
"Beh, a questo punto andiamocene in qualche birreria!" mormorò Joco.
L'idea era buona, strano che venisse da Joco.
"Vi va se andiamo all'Eagle? - propose Mazzu - Così poso la macchina..."
L'Eagle House è una delle poche birrerie vicine a casa nostra, nel tratto di corso Francia che precede Collegno.
Ci troviamo spesso là, perché è uno dei pochi posti dal quale riusciamo a tornare a casa a piedi, anche quando siamo ubriachi marci. E poi fa angolo con
via VIPACCO,
che merita sempre.
"Ok! - dissi - Ci vediamo all'Eagle!"
"VENGO ANCH'IOOOOOOOOO!!!" urlò Schopenhauer.
"Con chi sei in macchina?" gli chiesi.
"CON PIOMBINO!!!" rispose, saltellando.
"Ok!"
Problema risolto.
"EHI, ASPETTATE!!! - urlò Piombino - Marok!!! Dov'è già l'Eagle???"
Piombino ci era già stato ALMENO dieci volte.
"Corso Francia 381! - risposi - Ci vediamo là!"
L'indirizzo era quello vero, l'avevo imparato a furia di dirlo a Piombino ogni volta che si perdeva per arrivarci. Ed era a prova di handicappato: in quel momento stavamo su una strada chiamata corso Susa, che sbocca alla fine di un'altra strada chiamata Corso Francia. Basta proseguire nell'unica direzione possibile fino al numero 381 e ci si trova di fronte all'insegna luminosa "The Eagle House".
Ed ero sicuro al 100% che Piombino si sarebbe perso, come tutte le altre volte.
E ci avrebbe chiamato.
E noi non avremmo risposto.
Ed avremmo passato una serata pacifica e tranquilla.
Il dottor Marok risolve.
ACCESSO FACILITATO
Un quarto d'ora dopo eravamo già davanti all'Eagle. Tutti, tranne Piombino e Schopenhauer.
Mazzu aveva fatto persino in tempo a passare da casa e posare la macchina ed il Quinto Piano, che aveva sonno.
"Che facciamo, aspettiamo Piombino e Schopenhauer?"
"Ma vaffankulo!"
Entrammo dentro e ci svaccammo ad un tavolino vicino a quella che noi chiamiamo la discesa dell'handicap, cioè un piano inclinato sul quale un amico di Mazzu, il Trezegone, era scivolato SPACCANDOSI UNA SPALLA la prima sera in cui l'avevamo conosciuto.
Ivan Piombino aveva già provato a chiamarmi una decina di volte ed io naturalmente non avevo mai risposto. Poi provò a chiamare Mazzu ed il fetentone rispose.
E gli disse: "Ti passo una persona che ti spiega tutto!"
E gli passò la dottoressa Formaggio.
Piombino naturalmente si era già dimenticato l'indirizzo e stava dalla parte opposta della città.
"Dagli indicazioni a cazzo!" dissero tutti alla dottoressa Formaggio.
"Ma no, poverino!" disse lei.
La Dottoressa Formaggio tradì la nostra fiducia ed iniziò a spiegare per filo e per segno la strada a Piombino, con la stessa dose di pazienza e rassegnazione che si usa con un handicappato. Notare che in tutto il tragitto non c'era nemmeno UN bivio, bastava andare sempre dritto! Loro rimasero al telefono una mezz'ora buona, naturalmente pagata da Piombino.
Ogni tanto sentivo pronunciare nomi di vie o di strade che stavano a chilometri di distanza e vedevo la Dottoressa Formaggio che si rabbuiava... era uno spettacolo divertente e penoso al tempo stesso, oltre i limiti dell'umano.
"Oh, ragazzi, forse ce l'ha fatta!" disse lei ad un certo punto, visibilmente provata.
In quel momento, nel locale entrò il co-pilota:
Schopenhauer.
Non l'avevo mai visto così.
Era serio.
Era bianco in volto, e gli tremavano le mani.
"Ragazzi - ci disse - È stata un'esperienza terribile..."
"Eh?"
"No, sul serio... non la auguro a nessuno..."
"Ma che cosa?"
"ANDARE IN MACCHINA CON PIOMBINO!!!"
Firmato: Schopenhauer.
Vale la pena nascere, consumare carta da culo per trent'anni e poi farsi castigare dal cesso di Giove Pluvio, solo per assistere a scene come questa.
"Ah... ma, dicci... che cos'è successo?"
"È stato terribile... terribile... - la voce gli tremava, era visibilmente in stato di shock - c'era Piombino che aveva il singhiozzo... andava ai cento all'ora e quando singhiozzava mollava il volante... e la macchina andava per i cazzi suoi... ed io cercavo di tenerlo, il volante, ma non riuscivo... ho visto la morte in faccia..."
Le mani di Schopenhauer tremavano sul serio, era la prima volta che lo vedevo spaventato da qualcosa... eppure era la stessa persona che pochi mesi prima saltava addosso alle macchine in coda ai semafori urlando "Ci fanno l'amore nel sedereeee!!!"
La vita è proprio strana.
SBOCCHI, MERDA E PIOMBINO
Ci prodigammo nel cercare di tranquillizzare Schopenhauer, quando finalmente arrivò Piombino.
E NON parlava.
Non ho mai visto Piombino non parlare... mi faceva impressione.
"Piombino, tutto bene?"
Piombino continuò a non dire nulla, ma si sedette al tavolo con noi, fissando il vuoto.
Per dieci minuti non aprì bocca.
Poi aprì bocca.
Ed iniziò a SBOCCARE per terra.
Proprio nella discesa dell'handicap
Però non era uno sbocco normale, di quelli belli, classici, giallognoli... era più sul marrone.
Sì, insomma... era MERDA.
Piombino SBOCCAVA MERDA.
Ed anche tanta.
"Piombino, va' in bagno!" gli disse la dottoressa Formaggio.
Piombino si alzò e si diresse verso il cesso.
Chiuse la porta e nessuno seppe più nulla di lui.
Lo spettacolo della merda sboccata da Piombino aveva rimesso di buon umore
Schopenhauer,
che scattò in piedi ed urlò: "PAGO DA BERE!!! A TUTTI!!! ALÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ!!!"
Quello era l'unico lato buono di Schopenhauer. Lo assecondammo con gioia.
Schopenhauer fece diversi giri dal bancone al nostro tavolo, portando sempre roba diversa... birra, rhum, vodka...
"Ma siamo sicuri che paga lui?" mi chiese Joco. Era la prima volta che ci usciva assieme.
"Sì, a pagare è bravissimo! - risposi - Sa fare solo quello! Ma comunque qua ti fan pagare subito, se arriva con qualcosa vuol dire che ha pagato. Poi, nel dubbio, basta uscire prima di lui..."
"Ah, ok... be', allora portami del succo di pera!" disse Joco a Schopenhauer.
"Succo di pera? Ma se vuoi ti porto ogni tipo di alcoolico che hanno in questo locale..."
"No, voglio
succo di pera!"
"SUCCO DI PERA A JOCCCCOOO!!!" urlò Schopenhauer, andando al bancone.
Anche questa volta, Joco era riuscito a scegliere il rapporto qualità-prezzo PEGGIORE in assoluto.
Comunque, andammo avanti a bere gratis per il resto della serata, mentre Schopenhauer ci raccontava che era il suo compleanno e che era anche il giorno più bello della sua vita. Tutto ciò sempre con la merda sboccata da Piombino che fumava alle nostre spalle. Poi ci ricordammo che qualcuno di noi era chiuso nel cesso da un bel po'.
"Marok! - disse Mazzu - Pensaci tu!"
"Ok!" risposi, e mi avviai verso il cesso, naturalmente con la macchina fotografica.
Il cesso dell'Eagle aveva un anticesso, con un lavandino ed uno specchio, ed un cesso vero e proprio, con la porta che si chiudeva a chiave.
Lo spettacolo che mi trovavo davanti superava le mie più rosee previsioni.
C'era SBOCCO DI MERDA DI PIOMBINO ovunque.
Era un misto tra "Trainspotting" e "Scemo e più scemo"... una meraviglia.
Il
lavandino era una vasca marrone, e pezzettoni viscidi ed oleosi galleggiavano in una BRODA primordiale di MERDA SBOCCATA da PIOMBINO. I pezzettoni più grossi avevano probabilmente otturato il lavandino e la situazione stava velocemente degenerando, perché la BAGNA straripava e colava sul pavimento, dando origine ad una cascata del Niagara di sbocchi di merda sboccata da Piombino.
Da sotto la porta del cesso, complice un'inopportuna pendenza, scorreva verso l'esterno l'avanguardia di quello che di lì a poco sarebbe diventato un vero e proprio torrente di sbocco di merda di Piombino. La tinta prevalente era il marrone, ma c'erano qua e là riflessi dorati, a tratti verdognoli, che risaltavano grazie alla luce giallastra del neon. Vista con gli occhi di uno scarafaggio, di un topo di fogna o di un verme solitario, probabilmente sarebbe stata poesia.
Quello che era impressionante era però la puzza, una vera e propria fusione
tra SBOCCO, MERDA e PIOMBINO. Era intensissima, insostenibile, poteva essere usata come arma chimica per sterminare un'intera popolazione di minoranze etniche sfigate.
Le Fave, per esempio.
"Piombino, tutto bene?" dissi, bussando alla porta.
"MHHHSDASJDHASDAEUZZZ!" rispose.
"Ok - commentai - te sei vivo, lo schifo l'ho fotografato, posso andare, fankulo!".
Tornato dagli altri handicappati, dissi solo quattro parole: "Ohu, andiamo via! SUBITO!"
"Perché?"
Feci vedere le foto, dopo un attimo Giuanne e Joco erano già con la giacca in mano pronti per scappare, mentre Mazzu e la dottoressa Formaggio protestavano: "Ma dai, aspettiamo che esca!". La possibilità che Schopenhauer avesse un'opinione non venne nemmeno presa in considerazione.
Piombino uscì un attimo dopo, era ubriaco fradicio, puzzava di sbocco di merda da capo ai piedi e
si tuffò addosso a Mazzu dicendogli che gli voleva bene, ma TANTISSIMO!!! Schopenhauer gli offrì di nuovo da bere.
Era bello vedere Mazzu e Piombino abbracciati! Mazzu, poi, faceva salti di gioia.
"Mazzu, noi andiamo! - dissi - Vieni anche tu?"
Dopo due secondi eravamo tutti fuori, tranne Piombino e Schopenhauer, che avevano ricominciato a bere.
Riassumendo: avevamo bevuto tutta la sera, NON avevamo pagato un cazzo, Piombino aveva sfasciato il locale ed i gestori non avevano fatto in tempo ad accorgersi che c'eravamo anche noi.
Insomma, mi potevo ritenere soddisfatto della giornata.
Anzi no... mancava ancora un dettaglio.
"Marok, ti devo dire una cosa! - disse Giuanne - Quando scrivi i racconti, minimizzi troppo... Ero pronto al peggio, è vero, ma niente del genere..."
Perfetto.
IL GIORNO DOPO
L'alba a casa Marok arrivò puntuale. Era appena passato mezzogiorno, c'era finalmente un bel sole e Giuanne era stranamente pensoso.
"Marok, c'è una cosa che non mi torna!" disse.
"Sarebbe?"
"Tu hai scritto che quando suonano i Farinei all'aperto non piove mai!"
"Beh, finora è stato così... almeno, che io sappia, dal 1998 ad oggi..."
"E ieri allora?"
"Uhm... loro stavano a Pecetto... è ad una ventina di chilometri da Rivoli, con la collina in mezzo... magari là non ha piovuto!"
Giuanne mi aveva messo la pulce nell'orecchio, così mandai un messaggio al prode Michele, il manager.
"Neanche una goccia! - fu la risposta - Così impari a farci pacco! Balengo!"
Perfetto... era l'insulto finale.
Ci consolammo facendo un giro in centro per vedere il
museo del cinema
e la pheega.
A Giuanne piaceva fare foto col telefonino, il che fa sempre molto handicap. Bisogna dire che il contesto meritava, le vie del centro erano piene di culi e tette!
Infatti il nostro pensiero corse subito a Piombino.
"Chissà com'è andata a finire..." mormorava Giuanne.
"C'è solo un modo per saperlo!" dissi.
E telefonai a Piombino.
"Ciao Piombino! Com'è andata poi ieri?"
La voce di Piombino veniva dall'oltretomba.
Mi raccontò che Schopenhauer l'aveva convinto a ricominciare a bere di brutto, però aveva finito i soldi e quelli del locale non gli accettavano il bancomat né la carta di credito. Probabilmente era una scusa perché volevano che si levasse dai coglioni.
Allora Schopenhauer iniziò a bere dai bicchieri degli altri tavoli, ridendo in faccia a quelli che si incazzavano. Così i gestori del locale erano andati a fargli il culo. Non a Schopenhauer, ma a PIOMBINO, perché avevano deciso che Piombino era quello sobrio e quindi era colpa sua.
"Guarda cos'ha fatto il tuo amico!" gli dicevano, indicando il fiume di merda sboccata che nel frattempo era diventato un lago. "Adesso PAAAAGHI!"
Così, Piombino aveva passato tutto il resto della serata a PAGARE quello che Schopenhauer fotteva dai tavoli altrui e poi, finiti i soldi, aveva concluso in bellezza venendo cacciato a calci nel culo.
Tutto ciò era meraviglioso.
Mentre l'intercity Torino-Venezia rapiva Giuanne riportandolo alla quiete ed all'ordine dell'operoso NordEst, mi resi conto che, di tutti gli ingressi nella Cumpa, il suo era stato davvero unico: aveva beccato la serata più sfigata da quando la Cumpa esisteva!
Al confronto, ci eravamo divertiti di più nel
capodanno a Ronco Canavese.
La non estate del 2007 però era appena all'inizio ed il non concerto degli Ossi Duri era solo il primo episodio di una lunga saga... chissà quante altre porcate avrebbero vissuto i nostri giovani corpi, chissà quanta altra altra pheega ci avrebbe fatto pacco, chissà se mai ci ridurremo al punto da rimpiangere anche questa serata.
La risposta, come sempre era una sola: fankulo.