Lunedì 23 ottobre 1995: L'ANTEFATTO
Quel mattino mi alzai come sempre all'alba: mezzogiorno.
Avevo scampato Naja grazie a
Geometria,
due settimane prima... e adesso FANKULO! LIBERTÀ! ROCK AND ROLL! TEMPO LIBERO INFINITO!!! Potevo partire e scappare in QUALUNQUE parte del MONDOø¤º°`°º¤ø,¸¸,øH!!!
Per questo, andai a scuola a prendere per il culo i diversamente figati!
Io sì che mi so divertire.
Quel pomeriggio avevo calcolato male i tempi: a quell'ora sul 2 non c'era più pheega, erano già uscite urlettando dalle loro scuole! Però davanti alla nostra c'erano i capelli lunghi di
GRIP, che fumava in silenzio, con lo sguardo perso nel vuoto.
"Ohu! - dissi
- Vieni su?"
"Boh..." rispose, seguendomi senza opporre resistenza.
Grip era un mito: sembrava un animale in letargo, poi all'improvviso
SCLERAVA oppure INCIAMPAVA, in maniera spettacolare.
Nei simulatori di guida, come
Indycar
o
Screamer,
alle macchine era assegnato un attributo, chiamato
"grip", che ne indicava la
tenuta di strada...
era lui!
Del resto, si era fatto le superiori con
McLaud
e il primo anno di informatica con
Zool
e
MiOpiO,
nel corso C! Era logico che non fosse normale.
"Ohu! - dissi
- Novità?"
"Boh, ho passato lo scritto di Analisi2..."
"Oè, GRANDE GRIP, cazzo!!! E lo dici così? Dobbiamo festeggiare!"
"Eh, aspetta va', che è meglio: se ci sega all'orale, bisogna rifare tutto!"
"Eh, lo so... - risposi, cercando di scacciare quel pensiero che mi tormentava da maggio -
Ma pensa a chi sta peggio... tipo
Joco!"
Anche oggi, Joco si spaccava il culo ai 486, perché
voleva a tutti i costi finire il nostro laboratorio di Sistemi1 per Natale.
Di fianco a lui, come sempre, c'era
Nichel,
che per due ore al giorno seguiva Calcolo Numerico e per tutto il resto del pomeriggio lo prendeva per il culo.
"Oh, finalmente! - sbottò Nichel
- Allora? Ce li hai i dischetti?"
Lanciai sul tavolo i cinque floppy di
Monkey Island 2,
che l'handicappato mi chiedeva dalla notte dei tempi. Quindi, posai il culo e partì il coro:
"Vai avanti, ciuccio, vai avanti, spaccati il culo, spaccati il culo, bastone, carota, bastone, carota..."
"Ecco... è arrivato il Trio Melody!" sbuffava McLaud, mentre programmava in linguaggi avanzati che sarebbero diventati obsoleti prima che fossimo arrivati a studiarli noi.
"Gesù Cristo e i due ladroni!" gli fece eco MiOpiO, che era ancora alle prese con Geometria.
Il
Pazzo
sorrise, mentre disegnava i suoi frattali.
E
"la coppia", poche sedie più avanti, andò in crisi:
GM
si era appena alzato, lasciando sola la dolce metà, cioè
Mr Bean... ed era una cosa fortemente contraria al protocollo. Dovevano SEMPRE studiare insieme, altrimenti vaffankulo!
"Basta studiare ROGA! - disse GM
- Domani ho l'orale di Analisi2 e..."
In quel preciso istante, dal NULLA apparve l'orrenda sagoma gnomica di
Mandingo!
Un labirinto di vene violacee gli increspò l'enorme fronte capellata e il dito indice, come l'ago di una bussola maledetta, puntò dritto verso GM. Poi la bocca sorrise e l'Essere domandò:
"...e pensi di PASSARLO?"
"Beh..."
"Ihihihihihihihiiiiii!"
GM scattò in avanti per resettare l'Essere a CALCI, come l'Amiga di Joco, ma Mandingo saltò su un teleport e scappò via.
A quel punto, andammo tutti a casa: eravamo soddisfatti.
"E che sarà mai..." disse il Pazzo, che era sempre sereno perché tanto non dava esami.
"Ma sì... - continuai
- Anche a me, il giorno prima degli appelli, Mandingo dice sempre che mi SEGA..."
"E poi ti sega?"
"SEMPRE!"
GM non disse una parola fino alla fermata del 2... tanto alla colonna sonora ci pensava il Pazzo, che canticchiava Elio e sparava cazzate.
Però, una volta a bordo, lanciò l'invito:
"Ohu, domani venite con me a Palazzo Campana? Dai, che vi frega, è di pomeriggio!!!"
Martedì 24 ottobre 1995: TUTTI CAZZI DI GM
Quel mattino mi alzai come sempre all'alba: mezzogiorno.
All'orale di GM paccavano tutti, persino il Pazzo, ma non era poi così grave: lo rimpiazzai con la sua cassetta di
"Elio Live" ed arrivai in corso Montecucco con la serenità di chi attende lo sfondamento del culo... di qualcun altro.
Adoravo casa GM: il cortile era il labirinto in cui alle elementari giocavamo a Doom in analogico, camera sua era un immenso deposito di giochi da fottere e adesso c'era anche il
PENTIUM,
pagato MILIONI, su cui però
non girava un CAZZO, perché aveva la
scheda video TSENG!
Ed invece, l'esaminando era pronto a salire sul tram... peccato.
Durante il viaggio,
GM
appariva pensieroso e concentrato, ma non agitato: ricordava
Greg,
il robot alto e simpatico di Capitan Futuro... a parte la faccia, che era chiaramente quella di
Forrest Gump.
Comunque, non aveva nulla da temere,
aveva 30 di scritto ed era uno dei pochi informatici bravi in matematica: ci era caduto dentro da piccolo!
In italiano, semmai, accusava lievi lacune:
ascoltando
"T'appartengo",
era riuscito a sostenere seriamente che Ambra fosse profonda!
Comunque, non c'era in Analisi2.
Scesi dal 15, penetrammo brutalmente nelle impalcature di palazzo Campana, scannammo ai raggi X la pheega di Biologia, girammo dalla parte opposta, trovammo l'aula dei nerd... e
GM non sembrava ancora agitato!
Cazzo, avevo l'ansia io al posto suo.
Poi, inciampando, arrivò anche
Grip!
"Ohu! - gli dissi
- Fai l'esame anche tu oggi?"
"Io? No, sono solo venuto a vedere... E tu?"
Era la migliore battuta dall'inizio del '95, ma non ridemmo a lungo... perché
apparve il prof! Ed il casino cessò.
"Oh, ma basta là quanta gent ch'a i é ancheuj! Avant, avant, che l'è ura 'd desbrighesi! Cominciuma sùbit, né?"
Il prof sarebbe stato un ottimo sosia di Raimondo Vianello, se non fosse stato per gli occhiali spessi... quindi, li tolse! E ricordava Priebke.
Ed il primo dei condannati andò alla sbarra.
"Oh, buongiorno! Am disa 'n poc el teorema di FUBINI..."
L'imputato pronunciò qualche parola ed iniziò la dimostrazione, col prof che lo seguiva inforcando gli occhiali da vicino e borbottando in piemontese.
"Oh ma 'sto profio barotto da dov'è uscito? - sussurrò Grip
- Dai, cazzo!"
"Pensate a me che ho pure seguito il corso..." rispose GM.
"Ah, se serve traduco... - dissi
- Un po' di piemontese l'ho imparato dal gruppo di mio cugino, i
Farinei dla Brigna! Me li son dovuti studiare, ricordo che ancheuj vuol dire oggi, desbrighesi sbrigarsi e..."
"Hai studiato il DIALETTO? Ma vaffankulo, studia Analisi2, cazzo!"
Mentre noi parlavamo,
il primo eroe della giornata venne SEGATO a tempo di record... e sulla sua fronte apparvero quattro magiche lettere: N A J A.
E GM scosse la testa:
"Io questa la sapevo, cazzo! Gliela CANTAVO... pure in piemontese!"
"Beh... bene, no?"
"NØ! Perché vuol dire che il profio mi chiederà qualcos'altro che non so!"
Il secondo sfigato si presentò all'esecuzione... e rimbombò il silenzio.
Poi il terzo ed il quarto.
Tutti SEGATI... e quindi
dovevano RIFARE lo scritto! Se una scena del genere l'avesse vista MANDINGO, gli sarebbe venuto DURO per un mese.
"A va nén, a va nén... - diceva il barotto
- L'analisi duj a venta studiéla, fieui! Venta studiéla!"
Poi i condannati si fecero dei cenni, GM si alzò, prese la biro e scese verso la cattedra.
L'ORALE DI GM
"Oh, ben! - disse il vecchio - Mi dica un po'... il teorema di FUBINI!"
GM era stato accontentato.
Adesso era partito in quarta e, per l'entusiasmo, parlava persino troppo veloce: era un rubinetto sotto pressione che zampillava integrali!
"No, no... - si lagnava il nonno barotto - No, a va nèn. Lei am parla d'un solido regular, ma a-j è nen..."
"No! Attenzione! - puntualizzò GM - Si parte da un caso semplice, in cui il solido è un rettangolo coi lati paralleli agli assi, ma poi..."
"No, no, lassùma perdi, guardi..."
"No? Ok, va bene. Il solido NON è regolare. Glielo dimostro IN UN ALTRO MODO!"
Stava capitando qualcosa di epico... e noi c'eravamo: GM rivoltò la dimostrazione, usando direttamente il finale (cioè l'estensione del teorema di Fubini ad un intervallo qualsiasi) e completando a mente tutte le parti che mancavano... così, come se niente fosse. In pratica, inventò una dimostrazione alternativa. Eravate capaci anche voi, no?
"Ca fasa atensiùn, né? - borbottava il vecchio - A l'è così imprecis, a l'è... così 'mprecis!"
Era vero, GM parlava troppo veloce e, per come scriveva, ero sicuro che almeno la metà dei caratteri in uscita fosse merda di mosca. Al tempo stesso, però, era fluido e non girava a scatti, nonostante il barotto gli caricasse 25 fankuli al secondo!
Poi il vecchio prese in mano il libretto.
"Oh, ma che bei voti ca l'ha chiel, né? A l'è propi 'n brut afé che oggi caluma giù..."
GM non dava troppi esami, giusto tre all'anno: due per evitare Naja ed il terzo per divertimento (in questo caso, Analisi2!). Al tempo stesso, però, aveva una media incredibile: 29 e mezzo.
Nessuno aveva numeri del genere, neanche Zool e McLaud.
Comunque, il barotto porse un bigliettino a GM, che fece una smorfia ed annuì.
"E vedrà che questo voto le farà ben, le farà! Ah, le farà ben! Lei se lo rimirerà ogni tant, ripenserà al dì d'ancheuj e 'n auta vota as rammenterà d'essi pì precìs. Va ben? Pì precìs, né? Avanti 'l prossim! Su!"
Recuperato il libretto, GM tornò su da noi... ed era di pessimo umore.
"Ma quanto ti ha dato?" chiesi.
"27..." rispose, con aria scazzata.
E fu così che, a nome della totalità dell'aula, di tutto il mio gentile pubblico e dell'umanità intera, lo mandai giustamente, sonoramente e doverosamente affankulo.
Mercoledì 25 ottobre 1995: LA VENDETTA DI LE CHUCK
Quel mattino mi alzai come sempre all'alba: mezzogiorno.
A scuola regnava il buon umore, tutti facevano i complimenti a Kim Basinger, perché aveva avuto una figlia... oppure, a scelta, a GM perché aveva passato Analisi2. Eppure, c'era una persona che proprio non ne voleva sapere di sorridere alla vita: Nichel!
"Fankulo! - disse - A te e a quel gioco di MERDA che mi hai passato l'altro ieri!"
"Monkey Island 2? Non ti è piaciuto?"
"Ho passato TUTTA LA SERA ad installarlo! QUATTRO ore a mettere e togliere dischetti! E alla fine, dopo QUATTRO ORE, è venuta fuori la scritta 'RICHIESTO 286'. E io ho un 8088!!!".
Fu uno dei momenti più belli della storia dell'università... fino alla festa di GM, naturalmente.
Lunedì 13 novembre 1995: MAI DIRE GM
GM decise di festeggiare Analisi 2 a modo suo: avremmo giocato
una MEGA partita di CALCETTO! Però dovevano esserci tutti, altrimenti vaffankulo!!!
E fioccarono i PACCHI.
A forza di posticipare, si arrivò al 7 novembre... quando, modestamente,
feci pacco io: avevo la
festa di compleanno di Andy.
Segnalerei però anche il pacco di Nichel:
"Non gioco a calcetto perché BRUCIA i MUSCOLI! Me l'ha detto l'istruttore in palestra!"
A quel punto, GM impose l'ultimatum:
13 novembre, un
lunedì: Mai dire Gol analogico. Chi c'era, c'era... e chi non c'era vaffankulo!
Quella sera arrivai da GM in largo anticipo e lo beccai alle prese con
Screamer,
uno dei migliori simulatori di guida che avessero prodotto nel '95. Da me girava a scatti, perché avevo un umile 486, ma sul Pentium di GM non partiva proprio perché aveva la Tseng e... NO, calma,
STAVA ANDANDO!
"GM! - urlai
- HAI CAMBIATO SCHEDA VIDEO???"
"Hai visto? - rispose
- È una PCI normale, l'ho presa
all'Aginform!
Costa MENO della Tseng e FUNZIONA! È il regalo per Analisi2!"
"Ma che GRANDE!!! Dai, fammi giocare, stronzo!"
Ipnotizzato dalla fluidità virtuale, non feci caso alla velocità con cui l'ambiente analogico si popolava di diversamente figati. Tra le adesioni più incredibili, segnaliamo
ZOOL,
fuori di casa la sera per la prima volta dal 1974, ed il
FILOSOFO,
che
si faceva rivedere dopo UN ANNO!
Purtroppo, non ci fu tempo per i convenevoli: alle otto in punto,
GM premette EJECT... e ci ritrovammo in testa alla carovana di macchine che migrava a Sud.
"Ma quanto è grande Torino???" chiese il Filosofo, guardandosi intorno.
"In che senso?"
"Be', per venire dal centro, in tram, ci ho messo MEZZ'ORA... è TANTISSIMO! Non finiva mai..."
Non era colpa sua: il Filosofo
era nato in una sfiga di posto in culo al canavese e adesso i suoi gli pagavano una stanza a Torino, altrimenti ci metteva più di un'ora a ritornare a casa. Quindi, il risultato era che
era andato via di casa per fare l'università, anziché il contrario!!!
Solo che poi
in tre anni aveva vissuto solo in centro, come un ospite che dorme nel divano in salotto... con saltuarie capatine al cesso, cioè Informatica.
Cazzo, era impossibile capire Torino senza scontrarsi con lo SCHIFO in cui vive la gente comune, con lo SQUALLORE di Mirafiori e con la NOIA di un comune della prima cintura... ed era esattamente quello che stavamo per fare, imboccando via Guido Reni! Così al Filosofo venne la labirintite.
"Aspetta, ma mi volete dire che TUTTA QUESTA È ANCORA TORINO? Ma è immensa... È una città nella città! Ma se uno abita qua e vuole fare un giro in centro come fa? Rinuncia!"
"E ancora non sai dov'è il campo! - rispose GM
- È a BEINASCO!"
"Ma perché???"
"Eh, me l'ha consigliato Joco... dice che costa meno..."
Raggiunta la Fiat, caricammo Joco e Grip e in un attimo fummo nella ridente Beinasco.
Quando andava bene, in cintura c'era nebbia... altrimenti capitava come stasera e si vedeva tutto: i palazzoni anonimi e tristi alla Marcovaldo, le luci dei falò delle puttane sotto i cavalcavia e l'enorme centro commerciale
"Le Fornaci", uno degli cessi in cui la gente sposata butta il poco tempo libero che le rimane, sopportando vecchi, gagni e donne rompicoglioni.
E poi c'era
il campo di calcetto consigliato da Joco, che
era veramente una merda!
Ah, la partita andò bene: non morì nessuno!
Poi passai a ritirare le foto... e quelle, invece, no.
Lunedì 20 novembre 1995: KILLER
Quel mattino mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno... ed ero pieno di buoni propositi! Poi squillò il telefono: era Joco. Addio.
"Ohu! - disse
- Vieni al cinema stasera? C'è anche un mio amico, si chiama
KILLER,
andiamo a vedere un film di fantascienza! Dai, è in corso Trapani, è pure vicino a te!"
Il cinema si chiamava
FIAMMA, il nome più azzeccato nella città dell'
incendio dello Statuto.
E questo
Killer
sembrava stranamente normale: magro, altezza sull'1,80, capelli corti, scuri, senza barba né baffi né occhiali né cicatrici né sfregi né arti amputati. Era completamente privo di segni particolari, avrebbe potuto commettere un omicidio davanti alle telecamere del telegiornale e l'avrebbe comunque fatta franca. Cazzo, era la prima persona normale che mi faceva conoscere Joco! Comunque, non c'era tempo per i convenevoli, iniziava il film.
Il capolavoro della settima arte si chiamava
"Johnny Mnemonic"
e non era semplicemente un pacco... era
la SCENEGGIATURA più IDIOTA che un COGLIONE potesse scrivere MAI nella VITA.
In pratica, raccontava di
un tizio che aveva perso i ricordi perché
si era fatto formattare il cervello per trasformarlo in un disco vergine, così la gente PAGAVA per copiarci sopra file pirata senza farsi beccare dalla finanza... e fin qua tutto bene. Ma
la capacità di questo "disco" era espressa in GIGA!!! Per l'esattezza,
80 GIGA...
che lui portava a 320 con doublespace! E, nelle intenzioni dell'autore, era una capacità ENORME!!!
Il mio primo hard disk era da 40 Mega, che era una misura standard... nel '93.
Quest'anno ne avevo trovato uno da UN GIGA... ed ero quasi riuscito a riempirlo.
Che cosa sarebbero stati 80 giga nel futuro? MENO del più CORTO dei vostri CAZZI!
Quando Burgess aveva ideato i dialoghi di
"Arancia Meccanica",
la lingua dei giovani se l'era INVENTATA, in maniera che non potesse mai suonare obsoleta: i
"drughi", il
"gulliver", la
"devotchka" e il
"lattepiù"... non i GIGA, porca troia! Persino le riviste di computer attuali sparavano supercazzole sugli spazi quantistici ed inventavano unità di misura, qubit e cazzi e mazzi... e questi nella FANTASCIENZA usavano i GIGA! Ma vaffankulo!!!
Al termine del film, nessuno di noi aveva più la forza di parlare... finché questo
Killer
non ruppe il ghiaccio:
"Ma quindi tu sei MAAAAROK!"
"Beh, dipende... - risposi
- Ti devo dei soldi?"
"NØ, però ho fatto un livello di DOOM con le tue foto di Miòòòòpio!"
Avrei preferito non capire un cazzo, invece era tutto drammaticamente chiaro: qualche tempo prima, avevo passato a Joco un disco di foto che voleva processare col Morpher per creare ibridi di facce della Cumpa, per dimostrare che l'Amiga era un computer.
Ebbene, tra i tanti profili diversamente figati, spiccavano le foto di MiOpìO, che si chiamavano
miopio1.jpg,
miopio2.jpg e così via: non si potevano usare accentate, altrimenti sokava il DOS... ma
credevo che a NESSUNO sarebbe mai venuto in mente di leggere Miòpio al posto di Miopìo!!!
Fu un duro colpo.
E adesso io dovevo credere che un handicappato del genere fosse riuscito a trovare un
EDITOR DI DOOM???
"Ma certo, Marok, si chiama Doomedit! Ho qua il floppy, col programma e con il mio liveeeeello: killer.wad! Giocaci e fammi sapere..."
E fu così che, per due settimane, di Analisi2 non avrei più fatto un cazzo.
Mercoledì 1 dicembre 1995: QUARANTENA
Quel mattino mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno.
Le notti precedenti, mi ero applicato parecchio, col Doomedit... persino
Nerina
mi guardava in modo strano. Ma sì, adesso potevo quasi iniziare Analisi2! Tanto più che in sottofondo avevo un'ottima colonna sonora, perché
Spud era impazzito.
Era successo l'ultimo sabato di novembre: al PalaStampa
era venuto LIGABUE... e
Spud si era fottuto il cervello!
Ogni giorno, ogni santo giorno, Spud
mi lasciava dei messaggi in segreteria in cui cantava Ligabue e mi chiedeva di registrarlo per fargli sapere com'era la voce... ed era una roba OSCENA! E temevo che sarebbe andato avanti così per sempre.
Il primo di dicembre, invece, la musica cambiò:
mi telefonò Giò, un
vecchio compagno delle superiori che non sentivo da una vita.
"Marok! - disse
- Ma tu suoni ancora la tastiera?"
"Boh... - risposi
- Ne avessi una..."
"Ah... no, ti spiego, noi cerchiamo un tastierista..."
"Fico... che suonate?"
"Il gruppo si chiama QUARANTENA! Prima o poi scriveremo pezzi nostri, ma per adesso facciamo cover dei Metallica..."
Pausa. Riflessione. Imbarazzo. Coraggio.
"Guarda... - risposi
- Non sono un grande erudito in tema di Metallica, quindi magari dirò una cazzata... ma... nei Metallica sei proprio SICURO che ci sia la tastiera?"
"Ahahahahahah! Marok, dai, cazzo! Stai scherzando?"
"Ah, scusa, è che..."
"Ma NO che NON C'È!!!"
"..."
"Ti spiego lo sgamo spettacolare, praticamente noi cercavamo un bassista con le palle quadrate, qualcuno che spacchi i culi, ma in questo momento non lo troviamo... quindi ho pensato: tu che sei un DIO, potresti suonare il basso con la tastiera. No?"
Se Giò, che non sentivo da ANNI, era arrivato a chiamare ME, che facevo CAGARE, per farmi suonare il BASSO con la TASTIERA, il suo livello di DISPERAZIONE aveva dell'incredibile! Cazzo, era quasi commovente.
"Dai, Marok, ci sei questa sera? Vieni con noi in sala prove?"
E fu con questa telefonata surreale che mi ritrovai fiondato mio malgrado nell'incredibile regno del rock!
E Analisi2?
FANKULOOOOOOOOOOOO!
Martedì 2 gennaio 1996: UNA GITA A... CASA BEAT!
Quel mattino mi alzai come sempre all'alba: mezzogiorno.
Per tutto dicembre, avevo fatto un CAZZO ed era stata un'esperienza meravigliosa.
Come promesso, avevo scritto la dodicesima cazzata del '95: il
festone a casa di Andy.
Altre due erano in cantiere:
il
Capodanno da Zio Fa
e la
consegna del laboratorio di Sistemi1, il sogno di Joco che diventava realtà!!!
Adesso, però, bisognava tornare coi piedi per terra: facevo cagare, non avevo più un soldo e dovevo studiare Analisi2.
Grazie al cielo,
l'appello di gennaio era stato fissato per martedì 30: ce la potevo fare... a patto di iniziare subito, naturalmente!
Poi trovai un messaggio di Beat in segreteria... e feci il primo errore: richiamai.
"Buon anno e ben svegliato! - disse
- Ti è passata la febbre?"
"Fankulo... per poco non ho fatto Capodanno a letto. Ma tu non dovresti essere a Ronco?"
"Eh, guarda... non me ne parlare! Sono scappato giù con la prima corriera... ed è stato un miracolo se è riuscita a passare, con tutta la neve che c'era! Ma senti, almeno oggi ce la fai a venire a mettermi a posto il computer?"
"Fankulo, devo studiare..."
"Dai, sono DUE SETTIMANE che devi venire. Possibile che non puoi mai? È il 2 gennaio, siamo in vacanza... e devo scrivere le dispense per il catechismo! Riesci a mettermi anche l'ABC?"
L'ABC era il correttore ortografico, casa Beat era in culo al mondo ed era il 2 gennaio: i pullman passavano ogni 20 minuti!
A parte questo,
il 486 andava riformattato, porca troia.
L'unica cosa positiva era Paul McCartney: Beat aveva i suoi problemi, ma ascoltava ottima musica.
Alle sette e mezza di sera, il computer era a posto e Beat aveva imparato a stampare una grafica quasi credibile con Publisher! Finalmente potevo tornare a casa a studiare!!! E
nella stanza entrò la MAMMA di Beat.
"A tavola! - disse
- È pronto!"
"Ti va bene mangiare qua, vero? - chiese Beat
- "Non te l'ho neanche chiesto, ma tanto ormai mia mamma ha già preparato..."
Cenare a casa Beat senza conoscere le regole è pericolosissimo... ma io ero un veterano.
Livello 1, di fronte ad ogni commensale, mamma Beat posava un piatto abbondante ed invitante, ognuno diverso dall'altro. Non andavano toccati: erano i piatti di portata.
Livello 2, iniziava la distribuzione dei piatti vuoti, in cui travasare dal piatto di portata... ma NON lo si poteva fare prima del
Livello 3: la PREGHIERA.
"Grazie Signore per il cibo che ci hai donato e per gli uomini che hanno lavorato per portarlo fino a noi! Amen."
Livello 4, si poteva mangiare... ma nel silenzio più assoluto:
nella cucina di Beat non c'era radio né televisione, perché altrimenti in famiglia non si parlava più. Il risultato era che, ovviamente, non parlava nessuno: neanch'io avrei saputo cosa dire a mio padre o a mia madre mentre mangiavo, al limite li avrei mandati affankulo.
Però anche qua c'era una cosa positiva: di fianco a me,
Beat mangiava da OSPEDALE, perché
si doveva operare di appendicite! Avrebbero bestemmiato persino il PAPA ed i CARDINALI... ed invece Beat diceva la preghiera!!! Cazzo.
Dopo cena, salutai Beat, il catechismo e l'appendicite, aspettai per 20 minuti al freddo e al gelo che arrivasse un 62 o un 71 e poi, finalmente, mi barricai dentro casa.
Erano solo le nove e mezza: avevo ancora tutta la sera per studiare!
E fu allora che
mi chiamò Giò:
"Marok, dove CAZZO sei finito? È tutto il giorno che ti cerchiamo! Stasera ci troviamo con gli altri in sala prove, abbiamo scritto il primo pezzo dei Quarantena!"
"Eh... non so se riesco stasera, devo studiare e..."
"Ma VAFFANKULO! Dai, vieni solo stasera, scriviamo la tua parte. Poi ognuno di noi va avanti a studiarlo per i cazzi propri, non ti rompiamo più le palle... ma stasera devi troppo venire. Cioè, devi sentire questo pezzo, è una figata!!!"
Beh... alla fine, contro ogni previsione, il nostro buon Fabrizio stava iniziando a cantare davvero bene... e il pezzo sembrava quasi ascoltabile!
Comunque, tornai a casa che erano le tre.
E Analisi2 vaffankulo.
Mercoledì 3 gennaio 1996: SENZA SPERANZA
Quel mattino mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, con un solo progetto in mente: studiare Analisi2.
Quindi, mi chiamò
Nichel:
"Ohu, handicappato... dai l'orale di Sistemi1 a gennaio?"
"Buon anno... - risposi
- E comunque fankulo. Devo già dare Analisi2!"
"Boh... ti avviso che oggi io e
Budo
andiamo a scuola a farci spiegare il laboratorio da Joco, prima che si dimentichi tutto. Vuoi venire anche tu?"
"Ma col CAZZO! Me lo farò spiegare a febbraio..."
"Ahahahahah e ti pare che quel ciuccio a febbraio si ricorda ancora qualcosa? E guarda che poi ti devi studiare TUTTO da SOLO! Capito, handicappato? Dai, ci becchiamo oggi a scuola... vieni a metà pomerigg'. E ricordati i dischetti!"
E così, anche oggi, Analisi2 vaffankulo.
Mercoledì 10 gennaio 1996: I MASSIMI SISTEMI
Per una settimana, Nichel, Budo ed il sottoscritto passarono i pomeriggi a torchiare Joco sul laboratorio di Sistemi1, soffermandosi sull'argomento per un tempo variabile che partiva dal
quarto d'ora e talvolta raggiungeva addirittura i
venti minuti!
Al giorno!!!
Era evidente che in quelle condizioni non potevo studiare Analisi2... però trovai tempo per le cose importanti: scrissi il
Capodanno da Zio Fa.
Il momento migliore per studiare, come sempre, era la notte... ma in settimana avevo le prove coi Quarantena e nei weekend c'era
Andy,
che usciva con noi APPOSTA per far incazzare la dolce metà,
Pina la Scronda:
"O me o quei DEFICIENTI lì!".
Insomma, era per una buona causa... ed erano belle serate.
Finché, mercoledì 10, non decidemmo di fare il punto definitivo su Sistemi1 e
ci trovammo
nella mia cameretta
con
Budo
e
Nichel
per stampare il Bignami del laboratorio!
Per l'orale però dissi SOKA:
mancavano 20 giorni, cazzo.
Cascasse il mondo, avrei studiato sempre e solo Analisi2!!!
Quindi, quella sera uscimmo tutti assieme... a bere.
Mercoledì 17 gennaio 1996: NICHEL E BUDO ALLA RISCOSSA
Quel mattino mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno... ed eravamo a -13!
Avrei preferito che fosse la temperatura.
NIENTE mi doveva più distrarre da ANALISI2! Niente, CAZZO!
Quindi, andai al Parco dei Diversamente Figati: c'era l'orale di Sistemi1 di Nichel e Budo! Questione di priorità.
Alle ore 17, eravamo tutti puntuali, ma l'orale tardava ad iniziare: il prof stava amabilmente conversando con uno studente... e non con uno a caso, ma con uno dei più brillanti: ZOOL!
Il problema di Zool era SERISSIMO: lui era stato UNO DEI PRIMI a passare lo scritto di Sistemi1, perché aveva fatto l'esonero a febbraio del '95... e quindi adesso GLI SCADEVA! Solo che NON poteva dare l'ORALE, perché non poteva finire il laboratorio: era in gruppo con MiOpiO, GM e Mister Bean e a nessuno di loro FOTTEVA un cazzo!
Con la massima gentilezza, il prof avvisò Zool che nel frattempo il programma era cambiato... quindi, non solo avrebbe dovuto RIFARE LO SCRITTO, su un altro programma, MA ANCHE IL LABORATORIO! DA CAPO!!!
Alla fine, per fortuna, prevalse la pietà... e Zool ebbe in regalo una proroga di un mese... però chiaramente si sarebbe dovuto finire il laboratorio DA SOLO, tipo Joco! Fantastico.
Comunque, Nichel e Budo passarono l'orale di Sistemi1 senza la minima difficoltà: era un orale FACILISSIMO! Bastava imparare a memoria quelle quattro cagate che avevamo scritto a casa mia!!!
E così, per la prima volta nella storia, i nostri eroi provarono l'ebrezza di segnare un voto prima di GM e di Zool!
BISOGNAVA FESTEGGIARE!!!
E quindi Analisi2? Vaffankulo.
Venerdì 19 gennaio 1996: MAIALI A CASA LYOR
Quel mattino mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno... ed ero nel panico più totale.
Mancavano 11 giorni all'orale di Analisi2 e non avevo più dubbi, solo certezze: non ce l'avrei fatta MAI.
C'era un teorema, quello di Taylor, il cui semplice enunciato era una formula che NON stava in una sola riga... e svolgendola si allungava, al contrario dei vostri cazzi!!! E fu allora che mi chiamò
Jena il rollatore.
"Minchia, Marok... non ci crederai mai..."
"Cazzo vuoi? Veloce, che devo studiare..."
"Sai Zio Fa? È impazzito per le nostre storie..."
"Eh, minchia, lo so... ha messo la casa a Capodanno, purché io scrivessi nero su bianco quant'è handicappato..."
"Sì, ma quello è NIENTE: ha fatto leggere
Capodanno da Zio Fa
ai suoi amici... e stasera ci vogliono tutti a casa di un tizio, un certo ROYLOR o qualcosa del genere, perché TU scriva un racconto in cui ci sono anche loro!"
"Ma andate tutti affankulo!"
"Aspetta, questo Rolloyr ha in casa un NARGHILÉ! Sai cos'è, no? L'affare dei turchi che tiri su alcool e fumo! E sai qual è la cosa migliore? NESSUNO È INVITATO IN QUELLA CASA! Cioè, capito? NEANCHE LORO!!! Dai, cazzo, Marok, non fare pacco proprio stasera, senti come suona bene: SERATA A CASA ROLYRRORR!"
Spud mi passò a prendere alle nove e mezza, con Ligabue nell'autoradio ed Andy svaccato dietro, che fumava per dimenticare.
"Come hai detto che si chiama il coglione?"
"Ryloyr!"
"Ylloyr?"
"Sì, lui..."
Casa Yorlyr era in
zona Aginform, nel quadrato tra via Bidone, via Nizza, corso Dante e via Ormea, quella dei ricchioni!
Là sotto, sicuri di non essere caricati, ci aspettavano
Attila,
Lyde
e Jena il rollatore! Da segnalare l'assenza di Begbie il Porko, blindato a casa dai genitori perché aveva 40 di febbre... peccato.
Pochi minuti più tardi, incontrammo i nostri fan... e la situazione precipitò.
"Minchia, non ci posso creeeeedereeeee... ma tu sei Marok? SOOOOKA! E tu sei Lyde? Ma è vero che non puoi fumare perché sei handicappato? Oh, quello è Andy? Non è un animale, è pian Rastello! Dov'è Begbie? Vogliamo Begbie il Porko! Minchia, oh, ma che se tua madre era Claudia Shiffer non te la facevi? Minchia, vaffankulo, zioffà, che se mio padre era Tom Cruise, minchia quanto cazzo me lo inculavo! Minchia, pensa a un neonato con il cordone ombelicale ancora attaccato: gli altri genitori per farlo piangere gli danno uno schiaffo? E io invece me lo inkulo!!! Oh, minchia! Quello è Attila! Stasera CALAAAAABRIA!!!"
Sì:
questi tizi spuntati dal nulla sapevano A MEMORIA tutti i nostri racconti! Persino Spud era in imbarazzo, perché non era abituato ad essere il Ligabue di qualcun altro... ma la cosa più grave era che
uno di loro era un SOSIA di Napalm: era UGUALE!
E lo chiamavano
Gufo, perché portava sfiga.
Eppure, non era nessuno in confronto al biondino col pizzetto che aveva di fianco: questo lo chiamavano
"280", perché in una sera
si era fatto fottere 280 carte al Casinò.
"Oh, raga, adesso occhio a entrare: lui non ci vuole a noi che ci conosce... quindi figuriamoci a voialtri, che minchia fate pure CAGARE. Quindi, saliamo poco alla volta e chi sta dentro apre agli stronzi fuori... e poi CALAAAABRIA!"
"Sì ma... 'sto Ryloyr com'è? È tranquillo? Non è che spara?"
"Tranquillo??? Minchia, è FULMINATO! Arriva da ISRAELE e odia TUTTI, perché pensa che siano PALESTINESI!".
Ok. Io mi chiamavo Marok, Attila indossava il solito kefia ed eravamo ai bordi di SAN SALVARIO, il quartiere arabo... perfetto.
"...e non è solo la Palestina, minchia... è PIENO di paranoie: non vuole che altri maaaaski si siedano sul suo letto. Cioè, capito? Solo pheega. E vaffankulo!"
Bene... era pazzo. Perfetto.
Come da istruzioni, salimmo in silenzio e, nel giro di un quarto d'ora, la porta si aprì: Yrlyrory era in cucina con della pheega e non si accorse di nulla.
Ci svaccammo tutti sul letto, perché era vietato, e sul comodino il famoso
narghilé
c'era davvero... solo che era vuoto: niente fumo e niente alcool.
Poi apparve lui: Rrolryl.
Basso e tarchiato, capelli corti e neri, pelo ovunque tranne che in faccia, camicia aperta su maglietta bianca aderente... al limite era un tarro da antologia, ma non sembrava psicopatico!
E poi,
con aria minacciosa, disse: "Chi è MAROK?".
Perfetto.
"Ciao! - risposi
- Sono io Marok! Piacere! Come va?"
"TU sei PALESTINESE?"
Minchia, la tentazione di fare l'unico palestinese con gli occhi azzurri era forte, gli potevo dire che ero l'Asterix della striscia di Gaza... ma sapevo che avrebbe ucciso solo me. Così, dissi la verità:
"Tranquillo, il maroc è un pane che si usava nella terra dei miei avi, il Monferrato... Asti... Piemonte!"
Visibilmente disteso, il fulminato si presentò:
"Piacere,
LYOR!"
Cazzo, finalmente sapevamo il nome giusto per la biancheria intima: LYOR!!!
Avevamo VINTO!
Per par condicio, svelammo tutte le nostre identità... e filò liscia, finché
Lyde non ebbe la bella idea di presentarsi a Lyor con nome e cognome... NON lasciando dubbi.
"Ah... - disse Lyor
- Quindi sei ebreo?"
Ci aspettavamo che Lyde se ne uscisse con una delle sue, tipo:
"Minchia troppo yes, ma non sono mica rabbino eh! Cioè, se devo pagare pago!". Invece, tutto si risolse con un cenno del capo.
E Lyor domandò:
"Perché non t'ho mai visto in SINAGOGA?"
L'intera stanza scoppiò a ridere in faccia a Lyor... e per un attimo pensai al PEGGIO! Invece, gli
"amici" lo placarono, dicendogli che in realtà eravamo brava gente, timorata di
Sukkot
e circoncisa di cazzo... così
Lyor si prese bene e caricò il narghilé!
Tanto era ancora venerdì: fosse stato Shabbat, allora vaffankulo!
Fu l'unico momento positivo della serata.
Poi Lyor tornò in cucina, ché gli si freddava la pheega, noi uscimmo per andarcene affankulo... e
una ragazza, nel silenzio generale, urlò:
"FIGATA! SI È LIBERATA LA STANZA!!!"
Fu uno dei risultati più incredibili di tutta la nostra carriera.
In fondo, era la prova definitiva: non ci poteva essere coabitazione tra noi e
la pheega, perché
la pheega ci vedeva come i MAIALI in una MOSCHEA!
Una stanza in cui c'eravamo anche noi non era solo terra bruciata... era
TERRA SCONSACRATA!!!
Avremmo ricordato quel momento per sempre.
Comunque, nel ritorno alle macchine, riuscimmo anche a sbagliare strada... e ci ritrovammo di fronte ad un'insegna rossa, con scritto:
"PORKISS: la MACELLERIA è CHIUSA".
In realtà, non solo la porta era aperta, ma dentro c'era
il locale più bello del mondo: foto e disegni di MAIALI appese alle pareti, birre artigianali e tantissime cazzate sparse ovunque... cazzo, ci sentivamo a casa, sembrava il locale su misura per noi!!!
Poi ci informarono di una speciale promozione:
DUE LITRI di birra in regalo alle tipe che lasciavano il reggiseno al bancone!
E
noi eravamo solo cazzi... fu l'insulto finale.
Sabato 20 gennaio 1996: L'AGONIA
Quel mattino mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno... e tutto andava nel migliore dei modi:
mancavano dieci giorni,
non sapevo un cazzo e
AVEVO LA FEBBRE!!!
Fankulo.
"L'analisi duj a venta studiéla, fieuli! Venta studiéla!"
Iniziava la terapia d'urto.
Dichiarai illegale la Tachipirina, quindi iniziai ad assumerla in dosi da cavallo.
Trasformai camera mia nella cucina di Beat: niente computer, niente radio e niente TV... feci solo un'eccezione per le repliche di
Mai dire Banzai.
Dichiarai la porta di casa invalicabile: al di là, c'erano i Vermi delle Sabbie di Saturno, quelli di
BeetleJuice!
Lo sforzo di memorizzazione era atroce... fankulo a Johnny Mnemonic ed al suo doublespace!!!
Nerina ogni tanto veniva, mi annusava e se ne andava.
E la febbre, intanto, saliva.
Fankulo, fankulo e fankulo, cazzo.
Ma soprattutto, fankulo.
Domenica 28 gennaio 1996: MAO TSE TUNG IN PARADISO
Quel mattino mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno... e avevo solo voglia di ritornare a dormire.
Minchia,
mancavano due giorni... e in testa avevo l'inferno, cifre che si mandavano affankulo, formule che chiedevano di suicidarsi pur di uscire dalle cazzate, cazzate che volevano che le formule se ne ritornassero a casa loro anziché rubare il lavoro alla gente del nord... e alla fine tutto prendeva fuoco.
Ogni mia giornata era la dimostrazione per assurdo della tesi che non ero handicappato, ma alla fine l'assurdo NON c'era... e tutto peggiorava.
Inesorabilmente.
Poi dissi basta: dopo giorni di clausura,
ricominciai a rispondere al telefono... e mi feci raccontare la vita.
A quanto pare, quello messo peggio era
Begbie il Porko: aveva ancora la febbre, ma usciva lo stesso e
passava la serate a dormire nella macchina di Spud, bestemmiando nel sonno, mentre gli altri lo portavano in giro per Torino.
Beat, invece,
aveva scoperto che non si doveva più operare di appendicite: aveva una semplice infiammazione, bastava che continuasse la dieta da anziano per un paio di settimane...
"...quindi, mangerò in bianco fino ad aprile!"
"Perché fino ad aprile? Siamo a gennaio..."
"Sì, ma poi inizia la Quaresima!"
Le buone notizie non finivano qua:
il Gufo e 280 erano entrati stabilmente a far parte della Cumpa... per la gioia di Jena, che li adorava alla follia! O quasi:
"Minchia, Marok, cioè, vaffankulo! Già è un anno di merda, a prescindere! Ancora avere questi tra le palle... ma ti rendi conto? Abbiamo trovato il Barrumba CHIUSO di VENERDÌ SERA! Non era mai successo a nessun essere umano prima d'ora, porca troia! E dopo siamo finiti al Gabrio e c'era un tizio chiamato Alberto Camerini che cantava
l'arrivo di Mao Tse Tung in Paradiso...
e la gente APPLAUDIVA! E andrà sempre peggio, Marok, sempre peggio... almeno ci fossi tu a mandarli affankulo!"
Infine, mi chiamò Giò, per darmi la mazzata finale:
i Quarantena non avevano più un cantante, perché al nostro caro vecchio Fabrizio
ERA ARRIVATA LA CARTOLINA DI NAJA!!!
Nessuno ne sapeva nulla, ci aveva sempre detto di essere in regola con gli esami... e soprattutto
non avevamo ancora registrato UN CAZZO! Nessun demo, nessuna cassetta, niente!!!
E adesso chitarra e batteria si trovavano in sala prove, da soli, a guardarsi negli occhi e a pensare quant'erano sfigati.
Avrei dato il culo per essere là fuori, a sfigare con i Quarantena senza voce, a grigliare GRASSO ANIMALE di fronte a Beat che si sparava una Quaresima di quattro mesi e ad ascoltare
"L'arrivo di Mao Tse Tung in Paradiso" con 280 e con il Gufo! Ed invece ero legato alla sedia davanti ai libri come Alfieri. In un mondo che ci è ostile. Ma vaffankuuuuloooooo! Cùcucùcucucùlo. Stavo impazzendo... forse ero già pazzo. Mancava ancora un giorno, potevo ancora PEGGIORARE. Vaffankulo, vaffankulo e vaffankulo.
Lunedì 29 gennaio 1996: LA VIGILIA
La vigilia dell'esame mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno.
Avevo terminato il programma la notte prima, verso le sei del mattino... e oggi l'avrei ripetuto per intero, ma con accesso casuale.
Così, presi un teorema a caso... non me lo ricordavo.
Cazzo.
Lo andai a cercare negli appunti... ne vidi un altro che non ricordavo.
Cazzo.
Non ricordavo un cazzo.
Cazzo.
Cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo.
Cazzo.
Porca troia.
Cazzo.
Vaffankulo.
Cazzo.
Mi sembrò una scena che avevo già vissuto, ma non ricordavo quando.
Cazzo.
Spalancai la finestra per fare uscire l'ansia, ma faceva un freddo porco e mi disse che tornava dentro, se no si ammalava.
Cazzo.
Avevo ancora un giorno davanti, un intero giorno: dovevo ripassare tutto, ce la potevo fare!
Cazzo!
Ricominciai a studiare.
Cazzo!!!
Non riuscivo a ricordare un cazzo.
CAZZO!!!!!!
Comunque fosse andata, dovevo sfruttare tutto il tempo, FINO ALLA FINE!
C A Z Z O!!!!!!!!!!!!
Martedì 30 gennaio 1996: IL GIORNO DELLA VERITÀ
Per la prima volta dall'inizio del '96, mi alzai alle otto del mattino: tre ore di pessimo sonno, il resto di ottima merda.
Persino la febbre mi aveva mandato affankulo... o forse no, ero pieno di brividi... ma erano i giorni della merla, quelli in cui qualunque persona di buon senso si sarebbe alzata a mezzogiorno... come tutti gli altri, d'altronde. Ed invece l'ansia ed io eravamo là, nella nostra tana basculante, a farci sbattere dalle frenate fra i finestrini appannati ed i corpi addormentati che sognavano di risvegliarsi da qualunque altra parte, comprese Nagasaki ed Hiroshima, purché fosse estate.
La poca pheega scese in piazza Bernini, diretta al Cavour, al Berti o all'ISEF... e tutto il resto fu silenzio tristezza e grigio anzianità. L'ansia me le indicava una ad una, quelle facce da cazzo... se fosse andata male, anch'io potevo fare quella morte lì: strappato ai sogni dalla Naja e dal lavoro.
Beh... mancavano ancora undici mesi, cazzo, e c'era Sistemi!
E comunque per oggi condividevamo il tram, il freddo e una giornata di merda... mi potevo accontentare.
Sgomitando, tirai fuori il quaderno... non sapevo davvero una minchia.
Che cazzo ci andavo a fare a Palazzo Campana?
In piazza Statuto, scesi dall'1 ed aspettai il 13 o il 56 sparando nuvole sulle ipotesi e sugli integrali.
Oggi avrei perso lo scritto, era chiaro... ma allora perché non restare su fino al capolinea, ovunque fosse nel mondo?
No, meglio Palazzo Campana: si vedeva della pheega, sulla destra!!!
Quindi girai a sinistra e trovai l'aula, seguendo il casino.
L'aula di oggi era drammaticamente inadeguata al numero di cazzi, che subivano la più pesante delle compressioni, con la massima perdita di qualità: era un vero macello... a parte che, prima di crepare, anche le BESTIE trombano.
Nello schifo, però, riconobbi due volti noti!
Il primo era lo Yeti, il mio compagno di banco del primo giorno di università, quello che occupava due sedie perché era alto due metri perché era valdostano. Una volta lo Yeti sembrava uno dei più handicappati, adesso invece era lì con 30 di scritto di Analisi2: era come se l'orale l'avesse già passato!!! Beato lui.
Alla sua ombra, si nascondeva la sagoma pallida e magrissima del compaesano Lazzaro, che però era alto 1,80: era il nano del villaggio.
Comunque, anche Lazzaro di scritto era messo meglio di me... anzi, ad essere precisi, CHIUNQUE là dentro era messo MEGLIO di me, perché avevo 18, che era il MINIMO voto possibile per essere ammessi all'orale! Mi consolava solo il fatto che erano 18 punti interamente rubati, ma di fatto ero già morto... e non solo per l'odore.
Lazzaro fu il primo a rivolgermi la parola: "Oh, Marok! Beato te, almeno ti puoi buttare dalla finestra..."
"Chiunque... - risposi - È analogica, non ci vuole la password..."
"Sì, ma se si butta lo Yeti si fa un cazzo: saranno sei metri e lui è alto due! Te prima di toccare terra ci metti mezz'ora..."
"Bah, allora è capace che MI SEGA pure mentre VOLO... CamDisaFUBINIavanenventastudié SPLAT!"
Le risate soffocarono.
Mai, mai, scorderai, l'attimo, la Terra che tremò. L'aria si incendiò e poi silenzio.
In altre parole, era arrivato il prof... e l'ansia iniziò ad urlare.
IL GIRONE DEI SEGATI
I fondi di bottiglia sondarono prima a destra e poi a sinistra, come un radar.
"Oh, ma basta là ma quanta gent ch'a-i è sì 'ndrinta ancheuj! A bastan nen le cadreghe! Su, su, a l'è ura 'd desi 'n andi, né? Chi l'è 'l prim?"
Con aria solenne, il primo umiliando si alzò e andò alla cattedra.
Passi lenti e gravi, aria funebre, gesti misurati e composti.
Il prof si tolse gli occhiali da lontano, inforcò quelli da vicino, gli rivolse la prima domanda, ascoltò l'incipit della dimostrazione, buttò un'occhiata distratta al foglio, borbottò qualcosa in piemontese e lo SEGÒ!
Avrà detto, boh... due frasi, forse tre... ma furono sufficienti.
"A va nén, a va nén..."
E scese il GELO.
Il secondo e il terzo durarono un po' di più... e nel mentre arrivò Grip, puntualmente in ritardo.
"Come stanno andando? - mi chiese - Oggi è di buon umore il profio?"
"Mah... giudica tu!"
Grip non fece in tempo a voltarsi che pure il quarto venne segato: 100%.
"A va nén, a va nén... L'analisi duj a venta studiéla, fieui! Venta studié!"
Poi andò giù lo Yeti.
Due metri e qualche centimetro di Val d'Aosta avanzarono compatti verso la cattedra.
Il prof lo guardò, sorrise, gli fece la prima domanda e LO SEGÒ.
Ma così, con scioltezza, col sorriso!
Cazzo, aveva buttato nel cesso un TRENTA di scritto... e adesso doveva rifare tutto da capo!!! Se c'era Mandingo, come minimo sborrava.
A quel punto, Lazzaro decise saggiamente di aspettare, così andò alla cattedra parecchi diversamente figati più tardi... e fu SEGATO senza pietà.
Dopo un paio d'ore in cui quasi nessuno riuscì a passare l'orale, ma tutti trovarono posto a sedere, venne il turno di GRIP.
Grip scese le scale senza inciampare, il che nel suo caso rappresentava comunque un enorme successo.
Dal fondo degli occhiali, il prof lo guardò con la sua unica espressione, quella nazista, e gli disse: "Ma senta un po'... mi dice il teorema di FUBINI?"
Ok, Grip era fottuto.
"Allora... - disse Grip - Noi consideriamo una funzione f(x,y) di un dominio D, la cui frontiera sia incontrata in non più di due punti dalle parallele all'asse y. Non è affatto detto che il dominio D sia un quadrilatero regolare... ok? Non è affatto detto. Ma supponiamo per un momento che lo sia e..."
Senza interromperlo, il prof si girò verso la classe e pronunciò testuali parole: "Ragazzi, siete tutti come lui? Ma RITIRATEVI!!!"
Poteva essere un momento divertente... ma non rise NESSUNO!
E scese il GELO.
Comunque, Grip fu eroico: fino alla fine, lo sventurato strinse i denti, ingoiò tutti gli insulti e si sforzò di rispondere a tutte le domande più assurde della Terra... e l'orale andò avanti tantissimo, quaranta minuti, forse un'ora... comunque un record.
Poi, col torturato allo stremo, il prof scarabocchiò qualcosa su un pezzo di carta e poi sul libretto.
CE L'AVEVA FATTA!!!
A fatica, trascinai Grip alla macchinetta del caffé.
Era sconvolto.
"Minchia, sei un grande! - dissi - Quanto cazzo ti ha dato?"
"18..." mormorò, con aria assente.
"Cazzo te ne fotte! Dai, è finito un incubo!"
"È proprio vero, cazzo... materia di merda e profio di merda. E te? Quando passi?"
"Il più tardi possibile... dai, vai a casa, torno dentro! Ci si becca a scuola! Fangù!"
Non c'era persona, in quell'aula, che non avrebbe PAGATO L'IMPOSSIBILE per avere il 18 di Grip sul proprio libretto... ma intanto continuava la STRAGE.
Solo all'una e mezza, quando l'ecosistema sboccava ancora di sfigati, il prof impose una pausa: SEGARE gli metteva FAME. Così, posò gli occhiali da vicino, si rimise quelli da lontano e se ne andò a pranzo.
Polenta, salsiccia e cinghiale? Flan di peperoni e bagna cauda? Minestra da Cottolengo? Comunque beato lui... io come cazzo avrei fatto a mangiare? Stavo per perdere lo scritto, porca troia... meglio non pensarci.
Un'ora più tardi, ricominciarono le esecuzioni.
I pochi miracolati non segati erano venerati dalla folla come rockstar, tutto il resto era desolazione e schifo... tipo Beinasco.
Alle sei di sera, eravamo rimasti in otto: avevo fatto l'impossibile per essere l'ultimo, perché volevo prenderlo per sfinimento... era l'unica carta che potevo giocare.
"Oh, ma basta ma che tard... - disse il prof - A l'è tard a l'è tard... As poeul pi nen sentirvi tuti ancheuj, né? Andasia ben a trej o quatr ad voi auti ad passé dumàn?"
Alle sette ero già a casa. Ci misi un po' a spiegare a mia mamma e a tutti quelli che mi chiamavano al telefono che non mi aveva ancora segato: il destino mi aveva concesso un'altra notte di agonia... e me la volevo godere tutta, fino in fondo, fino all'ultimo squallido attimo di disperazione.
31 gennaio 1996: BIANCO
Non avevo chiuso occhio, quella notte... e comunque non avevo concluso un cazzo. Volevo ripassare tutto un'ultima volta, ma alle otto del mattino ero ancora fermo alla formula dell'integrale curvilineo di Cauchy... non era neanche metà programma! Quindi lasciai perdere e scesi in strada.
E stava nevicando!
Cazzo, era il primo inverno in cui nevicava TRE VOLTE!
L'ansia mi disse che al meteo avremmo pensato più tardi, per adesso bastava che andassero i tram.
L'1 arrivò subito e l'ansia iniziò ad interrogarmi, ma avevo in testa solo l'ultima cosa che avevo ripassato: la formula dell'integrale curvilineo di Cauchy.
Non saprei dire perché mi fosse rimasto così impresso... probabilmente perché era inutile: non l'aveva chiesto mai a nessuno!
E i vecchi sul tram, intanto, sembravano felici: la neve li metteva di buon umore!!! Qualche bel ricordo di gioventù? Buon per loro...
Comunque, alla fermata di piazza Statuto anche il 13 fu puntuale ed arrivai a Palazzo Campana ben prima delle nove... il che comportò un incredibile effetto collaterale: era CHIUSO.
E NEVICAVA ANCORA DI PIÙ!
Fankulo.
Il vento freddo era insostenibile, non si vedevano bar in cui rifugiarsi e neanche negozi per animali. Però dopo un po' arrivò un passamontagna, che presumibilmente conteneva una faccia... e sotto teneva in mano un casco.
In moto con la neve? O aveva paura che venisse giù una VALANGA dalle impalcature di Palazzo Campana? Sarebbe stato un bel finale, in effetti.
"Ciao... - disse - Adche tu dai Adalisi2, vero? Sniff sniff. Speriabo in bede, cod 'sto profio... è la terza volta che provo, binchia..."
"Ah... speriamo! Per me è la prima..."
Il passamontagna scoppiò a ridere, poi tossì e poi rise di nuovo... finché dal fondo della strada non apparve l'anziana sagoma del prof!
In perfetta armonia con la natura, alle nostre spalle una minuscola porticina cigolò e si schiuse: si era svegliato Palazzo Campana.
"Oh, fieui, che bel, che bel! - canticchiava il prof - Quant'a l'è bela la neve, né? Oh, ma che GRAN bel dì ca l'è ancheuj!"
Il prof sembrava davvero felice... ci avrebbe segato col sorriso!
Che culo.
IL PRECURSORE
Il barotto si addentrò nei meandri del vecchio palazzo, seguito fedelmente dai nostri corpi diversamente figati.
Vecchio professore, cosa vai cercando in quel portone? Forse quella che sola ti può dare una lezione?
Invece no: cercava la portineria... e persino là erano tutti MAAAASKI.
"Professo', le aule di sopra stann' ancora chiuse... - rispose il gentile custode, che evidentemente per accedere alle chiavi doveva fare qualcosa di faticoso, tipo le scale - ...le va bene stare al piano terra?"
Quindi, niente pheega di Biologia... anche il prof era un po' dispiaciuto!
Comunque, attraversammo il cortile e finimmo in una specie di depandance, un'aula isolata piuttosto grande, circondata da enormi vetrate... e rigorosamente NON riscaldata!
Faceva un freddo ALLUCINANTE, si stava meglio FUORI, in mezzo alla neve.
Mentre il prof swappava l'ottica ed apriva il registro, arrivarono altri due segandi! Come ci abbiano trovato, sarebbe restato un mistero.
"Oh, ma varda che bela ca l'è st'aula sì! Che bel! Che bel! Alura? Chi l'è 'l prim?"
Cedetti volentieri la pole position al passamontagna, che per l'occasione si spogliò, confermando la presenza di una faccia. Speravo avesse qualcosa di orribile, tipo uno sfregio, un terzo occhio o una voglia a forma di Borghezio, invece niente: era un anonimo essere umano col naso un po' arrossato.
"Buodgiordo..."
"Buongiorno! Mi dica un po'..."
Rabbrividimmo tutti e quattro.
Venti minuti più tardi, l'orale stava incredibilmente andando avanti. La domanda non era facile, almeno per il sottoscritto: si trattava di equazioni differenziali, il primo argomento del programma... non ci avevo mai capito un cazzo. Invece, a parte il deficit nelle consonanti nasali, il ripieno del passamontagna sembrava cavarsela... almeno, il prof non lo interruppe mai, cosa più unica che rara!
Terminata la dimostrazione, pensavo che gli avrebbe fatto altre domande, invece si limitò a segnargli il voto.
CE L'AVEVA FATTA!!!
Massima invidia, cazzo.
E adesso toccava a me.
L'ORA X
Trattenni il respiro.
Mi sedetti alla destra del prof e contemplai, dall'alto, l'immensità del deserto polare. Forse era così che Dio vedeva il mio cervello... applicando il filtro per le cazzate.
Al di là delle vetrate più alte del mondo, tantissimi puntini bianchi giocavano a rincorrersi e a mandarsi affankulo, un attimo prima di atterrare ed invecchiare. Ogni fiocco si sarebbe perso, ogni fiocco era diverso da qualunque altro... ma non erano infiniti. Così come non erano infiniti gli universi quantistici che in quel momento danzavano di fronte a noi: ce n'era uno per ogni domanda possibile. Ed io avevo in mente solo una cosa: Cauchy... ma perché?
"Oh, ma basta là... - disse il prof, sfogliando il mio libretto
- Lei mi viene da ASTI, né?"
ASTI... mi aveva chiesto se venivo da ASTI. Forse gli universi quantistici erano davvero infiniti.
Cazzo, non c'era scritto da NESSUNA parte che venivo da Asti... infatti
ero di Torino, grazie al cielo.
Mio padre era di Asti, ma non abitava più là dagli anni '60!
Comunque, non mi sognai di contraddire il prof: sembrava che essere di Asti fosse una cosa bella... Asti uguale Jamaica? Maldive? Rio de Janeiro? Amsterdam? Comunque, non per sminuire l'ansia, ma stavo tremando più per il freddo che per la paura... ma soprattutto... perché avevo ancora in mente solo Cauchy? Perché???
"Ma senta un po'... - disse il prof, che si sforzava di seguire la neve con gli occhiali sbagliati
- Senta... SE LA SA, mi scrive la formula dell'integrale curvilineo di CAUCHY? Se no cambiamo domanda, né?"
Per un secondo rimasi con la bocca aperta, spalancata... poi il freddo mi riportò alla realtà:
era appena successo un MIRACOLO.
Adesso non dovevo fare cazzate.
Scrissi con chiarezza ipotesi e tesi e non aprii bocca se non per leggere, molto lentamente, quello che avevo già scritto, nero su bianco.
Il prof mi fissò impassibile.
Iniziai la dimostrazione facendo la massima attenzione ad ogni singolo passaggio: era una delle più facili in assoluto, si trattava solo di una decina di righe, ma NON mi dovevo fidare.
Verso la metà, mi iniziai a rilassare... e mi accorsi che ero arrivato in un punto che non combaciava con quello che mi ricordavo... cazzo,
avevo appena fatto un errore di calcolo! No, cazzo, non era possibile!!!
"Chiedo scusa - mormorai
- Ho sbagliato, correggo subito!"
In quell'istante, il prof cambiò espressione, guardò e disse:
"Eh già... ha sbagliato..."
Maledissi quel lamento bastardo che aveva varcato le mie labbra in un momento di distrazione: non avessi detto niente ed avessi tirato una riga, non si sarebbe neanche accorto! Forse. Ma ormai era fatta... niente panico. Niente panico, cazzo. La dimostrazione andò avanti col prof che mi scrutava col microscopio, passaggio dopo passaggio... ma adesso era tutto giusto, ne ero sicuro.
"...e quindi abbiamo verificato la tesi. Come volevasi dimostrare..."
Il prof non commentò in nessun modo... si limitò a fissare il foglio. Adesso che il freddo gli faceva uscire fumo dalla bocca, come se avesse una pipa, ricordava vagamente Pertini... ma quanta parte della mia vita dipendeva da ciò che stava per dire adesso?
Ero contemporaneamente vivo e morto, un diversamente figato di Schroedinger.
"Ma senta un po'... - disse
- Mi dica un'altra cosa... mi racconti un po'..."
Tirai un sospiro di sollievo: fino a quel momento, il prof aveva segato sempre e solo alla prima domanda! Quando ne faceva una seconda, era semplicemente indeciso sul voto.
Comunque, mi chiese il
teorema di Abel sulla convergenza delle serie. Era facile e più o meno lo sapevo... quindi iniziai a scrivere l'enunciato e neanche mi accorsi che, alla mia sinistra, il prof mi aveva infilato un bigliettino sotto al naso.
18
27
---
23
Incredibile...
CE L'AVEVO FATTA ANCH'IO!!!
Ed
ero l'unico essere umano AL MONDO a cui aveva ALZATO il voto dello scritto... arrotondando persino per eccesso!!!
CAZZO!!!!!!!
Ok, ok, libretto, registro e si corre fuori a festeggiare, subito!
"No, no, fermo... - disse il prof
- Mi scusi sa, ma agli esàm a venta essi duj testimoni, è la legge. Può restare finché non ho interrogato i so duj amis? Le spiace? O deve proprio scappare ad Asti?"
Sorrisi e mi sedetti nel centro dell'aula... a fissare la quinta riga del libretto.
L'INCUBO DI MANDINGO
Quel giorno, nessuno fu segato: era la PRIMA VOLTA da quando avevano inventato Analisi2!
E, sparito il prof, ci buttammo in cortile, rotolandoci nella neve.
"FANKULOOOOOOOO!!!"
"CALAAAAAAAABRIAAAAA!!!"
"CAUCHYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY!!!"
Poi anche i miei "duj amis" svanirono in mezzo al bianco e, con la neve nei capelli, cantai fino al capolinea del 59, in piazza Solferino: destinazione dipartimento di Informatica.
Quando si imbiancava era bellissima, la pheega... ma anche Torino!
Via San Donato, col cinema porno di fronte alla scuola delle suore, era un perenne inno alla gioia. La Dora era una colata di cioccolata fusa che giocava con la ruggine e con la panna, mentre i palazzi abbandonati di via Pianezza scaldavano e custodivano i sogni di chissà quali e quante puttane, tra zucchero a velo e morbido pan di Spagna, sulle vecchie lastre d'amianto grattugiate dal tempo. Via delle Merde, così ricoperta di neve, era il mio primo cappuccino della giornata... quello che dà la carica! E laggiù, in via Pessinetto numero 12, mi aspettava il PDF, il Parco dei Diversamente Figati.
Finalmente ero a casa.
Al primo piano, il giovane Joco stava spulciando un archivio di giochi Amiga attraverso un terminale della rete Alpha, mentre il Pazzo si dedicava a passatempi originali... cioè disegnava frattali su un 486.
"FANKULOOOOOOOOOO!!! - urlai - CE L'HO FATTA!!!"
"Sul serio? Hai passato Analisi2???"
"Sì, minchia!"
"Ahahahah! E l'hai già detto a MANDINGO?"
"Non vedo l'ora, cazzo... dov'è?"
"È là in fondo, in aula studio, che fa finta di fare boh... qualcosa..."
Mantenendosi a debita distanza, Joco ed il Pazzo mi osservarono muover piano i passi per non sciupare l'attimo di libertà.
Mi accucciai, sospirando, alla destra di Mandingo, che mi guardò e sorrise.
"Ciao! - mormorai dolcemente - Stamattina ho provato l'orale..."
"AAAAAH! TI HA SEGAAAAATO! - rispose Mandingo, in automatico - E quindi adesso DEVI RIFARE LO SCRITTO, eh?"
Non dissi nulla... e Mandingo si illuminò a festa.
"E adesso come farai senza GM? Ihihihihihihihihihiiii!!!"
Lentamente, tirai fuori il libretto... e, da remoto, indicai a Mandingo il voto di Analisi2.
Sulle prime, Mandingo non capì: pensava ad uno scherzo, una stampa appiccicata al libretto.
Poi, a poco a poco, prese contatto con la realtà: "Ma... lì c'è scritto 23... di... Analisi2..."
Le dissonanze che gli corrompevano la voce tradivano lo shock devastante di colui che perde ciò che al mondo ha di più caro... tipo se si pianta l'hard disk durante un defrag.
Sulle prime, Mandingo impallidì; poi si premette le mani sulle enormi tempie capellate, la fronte si increspò di orrende vene bluastre, gli occhi si arrossarono, gonfi di RABBIA, d'INCREDULITÀ e di SCHIFO. Poi perse ogni controllo ed iniziò ad urlare: "NOOOOOOOoOoOoOoOoOoOoOoOooo!!!"
Se avesse avuto il mio libretto a portata di mano, forse avrebbe strappato la pagina e se la sarebbe mangiata... invece, si limitò a sfogare la sua rabbia contro il banco.
"NOOoOoø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø!!!
È un'INGIUSTIZIA!!! Che STRONZO, che BASTARDO!!!"
Da lontano, Joco ed il Pazzo ridevano come disperati... ed i pochi presenti fecero casino con noi, anche se non ci conoscevano.
Aspettai fino all'una che Nichel e Grip uscissero da Calcolo e festeggiammo tutti assieme, non tanto Analisi2 quanto l'annullamento di Mandingo.
Poi, soddisfatto, ritornai a casa, dove per poco mia mamma non svenne dalla felicità. Anche Nerina era contenta. Quindi, seguendo le priorità, chiamai mio padre, per battere cassa: IO ero passato all'esame perché LUI è di Asti (e perché stava nevicando...), quindi, LUI doveva PAGARE.
"Hai fatto solo il tuo dovere!" disse, come diceva sempre, quando era felice.
"Eh... - risposi - Solo che adesso non posso più dare esami, perché non ho il computer..."
"Come sarebbe a dire che non hai il computer? Ma se te l'ho comprato tre anni fa e in tre anni hai combinato un TUBO!"
"Eh, i computer non durano più di tre anni, lo sai..."
"Porco schifo, roba da CHIODI! Ai miei tempi ho preso DUE LAUREE senza buttare via soldi in 'ste MENATE! Passa anche un altro esame e poi se ne riparla..."
Sorrisi: mio padre non poteva certo sapere che il secondo esame era una formalità... era l'orale di Sistemi1!
Cazzo, avrei completato l'AntiNaja a FEBBRAIO... e ci scappava pure il PENTIUM! E poi avrei fatto un CAZZO fino a Capodanno!!! Attila aveva ragione, era un anno CALABRESE!!!
I POSTUMI
Passai il resto della giornata a rispondere ai diversamente figati, tra cui Jena il rollatore.
Ero contento di sentirlo, avevo proprio voglia di una mega uscita ai Muri, cazzo!
Dovevo recuperare il tempo perduto!!!
Però Jena aveva una voce rauca, quasi irriconoscibile.
"Che succede? - chiesi - Adesso la febbre è venuta a te?"
"Non ci crederai mai..." rispose.
"Ah, guarda, è tutto il giorno che mi capitano cose incredibili... cazzo hai fatto?"
"Mi sono beccato LA VARICELLA!"
"CHE COSA??? A VENT'ANNI?"
"Ti giuro! E ha dieci giorni di incubazione. Quindi, ci faccio andare quello che vuoi che l'ho presa a casa LYOR, il giorno che ho conosciuto quei due imbecilli, 280 ed il GUFO. Non li avessi mai incontrati... vaffankulo, guarda, vaffankulo! Lo dicevo, è un anno di MERDA! VAFFANKULO!"
Mi vennero i brividi: quella sera c'ero anch'io. Se non avessi fatto la varicella, quand'ero bambino, mi sarei fottuto Analisi2!!! Era un paradosso di Murphy: infinite cose potevano andare male... e NESSUNA l'aveva fatto!
E così, alla fine della giornata, sfidai la paura più grande: chiudere gli occhi, risvegliarmi ed accorgermi che era stato solo un sogno.
Invece, l'indomani feci una grande festa, con ospite d'onore MANDINGO!
E dopodomani? Vaffankulo!!!
APPENDICE
Come sempre, questi racconti pubblicati su Internet ad oltre 21 anni di prescriz... ehm... di distanza, sono pura opera di fantasia ed ogni riferimento a fatti, persone, cose o animali è puramente casuale: a Torino non esiste nessun
Palazzo Campana,
né tantomeno un
Parco dei Diversamente Figati,
in via Pessinetto 12; anche le foto in realtà sono disegni e l'integrale curvilineo di Cauchy è un personaggio fantasy ispirato ai
lampadari di casa mia.
Una cosa però è vera: ero felice. Ancora ignoravo quali e quanti guai si stavano per abbattere sulla mia testa... tra cui Elio a Sanremo! Però sapevo che adesso anche a me, come agli altri vecchi, la neve avrebbe ricordato per sempre uno dei giorni più assurdi e spettacolari della mia porca vita.
Nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare la cosa più incredibile:
Mandingo,
dall'indomani,
si sarebbe messo SERIAMENTE a studiare Analisi2, perché doveva lavare l'onta col sangue! E
voleva assolutamente prendere più di me: avrebbe rifiutato qualunque voto inferiore a 24!!!
Per raggiungere quell'obiettivo,
avrebbe perseguitato il prof,
andando a colloquio una volta a settimana, per
SEI MESI di fila, fino alla vigilia dell'orale!
E
quel giorno ad assistere c'era tutta la scuola.
Era il
10 giugno del '96, un meraviglioso lunedì... e fu un'interrogazione epica: per oltre un'ora, la confusione mentale di Mandingo si elevò all'ennesima potenza, lasciando all'attonito prof il dilemma tra la soddisfazione di SEGARLO all'istante e la curiosità di vedere fin dove l'avrebbe condotto la malattia.
Tutti ad Informatica avrebbero ricordato per sempre l'orale di Mandingo di Analisi2... soprattutto la frase finale del prof:
"Senta, guardi... facciamo una bela roba: anziché rimandela a cà, che pure sareiva l'ideal, io le do 18. E sa perché? Perché altrimenti mi ritorna un'altra volta... e mi pianta di nuovo un casino uguale. Oh, s'ai pias nen el 18, ci pensi, se aceté o rifiuté... ma se chiel a voeul un bel consej, port a cà! Perché sté a senti mi: ad Analisi2 lei prenderà sempre e solo 18!"
Seguirono 92 minuti di applausi.
Anche
Lazzaro e
lo Yeti riuscirono a farcela, quel giorno.
E il
17 dicembre, un martedì,
ce l'avrebbe fatta anche Nichel, portandosi a casa un bel 25!
Per assistere all'orale di
Joco, invece, avremmo dovuto aspettare ben tre anni: l'handicappato si sarebbe liberato dell'incubo solo il
23 aprile del '99, perché prima si era dovuto spaccare il culo a farci tutti i laboratori di tutti gli esami, da solo. Cose che capitano.
Per Budo, invece, bisognerebbe essere immortali. Se qualcuno di voi dispone di questa virtù, potrà poi aggiornare la pagina... sempre che quel giorno l'Internet esista ancora.
Per il momento, invece, se siete tutti come lui, ritiratevi poligonalmente, regolarmente, integralmente e curvilineamente affankulo!!!