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Seratina a Truc 'd Miola - 16/2/1996
Mercoledì 14 febbraio 1996: LE ORIGINI
Eh già, si era fatto Febbraio; e di questo eravamo felici. Ma, porca troia, queste serate di merda... vaffanculo, così non va!

La catastrofe era iniziata nella giornata pacco per eccellenza: San Valentino.
Tutti imparano a temere San Valentino, dalla prima media fino al giorno in cui si ritrovano sposati... ma la mia ragione era superiore: mi aveva SEGATO all'orale di Sistemi1!!!

E così, niente soldi, niente Pentium, niente festa AntiNaja e niente recensione: avrei dovuto trovare qualcos'altro da scrivere a Febbraio! Sono problemi.

Quello che non immaginavo era che la giornata potesse ancora PEGGIORARE: tornato a casa, trovai in segreteria un messaggio di Beat... e mi chiedeva di duplicargli delle videocassette per il CATECHISMO!!!

Erano finiti i bei tempi in cui la gente mi chiedeva i porno.
LA PROPOSTA INDECENTE
E fu così che commisi il primo errore: richiamai.

"Meno male che mi hai telefonato! - rispose Beat - Ti dovevo dire un'altra cosa ma non ho più gettoni. Senti... io e Mingo sabato sera andiamo in un MONASTERO, con i giovani della Fuci! Quindi, se voi rinunciaste ad uscire sabato, potremmo fare qualcosa il venerdì, tutti assieme! E a questo punto le videocassette te le porto venerdì... mi fai sapere?"

Il più contento fu Jena il rollatore: era a letto con la varicella, perché lui aveva deciso di farla a vent'anni; quindi, più le nostre serate facevano CAGARE, più lui era felice.

A casa Spud invece rispose la madre... e, dopo avermi dato del "mistigrì" (che nella sua lingua vuol dire coglione), mi disse di richiamare nel weekend, perché durante la settimana il figlio è a nuoto. Strana persona.

Comunque, dopo un po' di tentativi e relativi insulti, riuscii finalmente a rintracciare Spud... ed era felice: gli avevano spedito il "Bar Mario", la fanzine di Ligabue! L'aveva richiesta a novembre, quando eravamo andati al Palastampa... e adesso la venerava come se fosse porno!!!
Per de-eccitarlo, gli raccontai di Beat.

"Minchia... - commentò - Ma non ha la Quaresima? Cazzo esce di venerdì?"
"Eh, ma il giorno dopo se ne va in un MONASTERO! Con Mingo e col FUCI..."
"Ma porca troia... ok, ho io un asso nella manica... tranquo!"


L'asso si chiamava Trûc 'd Miola: era un paese appena oltre Rivoli, che porca troia l'aveva scoperto Begbie il Porko e, tranquo, ci si arrivava in venti minuti e però, minchia, c'era la birreria con la birra più buona di tutto il Piemonte, cazzo! E, una volta là, fotteva una sega di Beat, del monastero, della Quaresima e del Fuci... e comunque vaffankulo.

Il discorso fu convincente.
Quindi, chiamai Niger, perché aveva la macchina, Attila, perché faceva Calabria, e Lyde, perché anche lui era appena stato SEGATO.
Venerdì 16 febbraio 1996: E C'È QUALCOSA NELL'ARIA...
Alle 9 mi passò a prendere Spud, con una sorpresa: Begbie il Porko... rapato a ZERO!!!
Se possibile, era ancora più inquietante.

Saremmo dovuti arrivare alle 9:30 da Lyde, in corso Mediterraneo, ma Begbie disse: "Minchia, c'è tempo, facciamo un salto ai Muri, così pigliamo il fumo!".
"Eh, sooooka! -
risposi - Non ho soldi..."
"Neanch'io!" -
commentò Spud - Fankulo!"
"Ehi raga, tranquilli, offro io! Andiamo?"


Durante il viaggio, notai qualcosa di strano nell'aria: una surreale abbondanza di ossigeno, a scapito del tabacco... cazzo, mancava Andy!!!
Mi spiegarono che era stato di nuovo BLINDATO dalla tipa, Pina la Scronda... e adesso poteva uscire solo di sabato!
Meglio la morte, cazzo.

Sarebbe stato bello osservare un minuto di silenzio per lui... ma non si poteva: Spud si era portato dietro la fanzine di Ligabue... e ne parlava in continuazione! Era malato, si era fuso il cervello... la considerava sacra, tipo il Vangelo per Beat, l'Amiga per Joco, la Juve per Jena o i rasta per la pheega!

Non avevo mai avuto tanta voglia di fumarmi una canna, in tutta la mia vita.
I RIFORNIMENTI
Ai Muri faceva un freddo bastardo, ma i marocchini sembravano in forma.
Il primo ci disse: "No, io no fumo, solo coca, roba buona!" e conficcò il naso di Begbie dentro una bustina di polvere bianca; non era al nostro livello.
Il secondo ci offrì della maria spagnola, che però costava un troiaio... quindi lo mandammo a fankulo.

Il terzo era il direttore di una rete capillare di distribuzione: ascoltò con attenzione le nostre richieste, pronunciò una formula magica in arabo ed il suo uomo di fatica estrasse da una cavità del muro un metro di stecca di fumo. Quindi, ne spezzò un tocco e lo mise in mano a Begbie, che lo analizzò attentamente ed espresse il suo parere professionale: "Minchia, per trenta carte è un CAZZO! Non fare il pezzo di ragno e dammene ancora, altrimenti vaffankulo!"

Il suo desiderio venne esaudito, così corremmo in macchina a scongelare i culi e facemmo rotta verso la casa di quell'handicappato di Lyde.
RAPPORTI UMANI
Alle ore dieci, il marciapiede sotto casa Lyde era decorato da cinque statue di ghiaccio che somigliavano vagamente ad Attila, Lyde, Niger, Beat e Mingo. Guardando meglio, vidi che ce n'era anche una sesta: IL GUFO!
Non so chi l'avesse chiamato... ma comunque non faceva schifo, perché aveva la macchina.

"Oh, sia chiara una cosa... - sussurrò Begbie il Porko - io a Beat NON lo saluto. Però, se mi dice qualunque cosa, gli BESTEMMIO in faccia!"
"CIAO BEAT! -
urlai, restando vicinissimo a Begbie che iniziava a gorgogliare - COME VA?"
"Bene, dai... Te le ho portate..."


Beat mi passò un sacchetto pieno di videocassette.

"Allora, riesci a farmi una copia? - chiese - Sono le videocassette per il CATECHISMO! Mettile tutte su una cassetta sola, mi raccomando!"
"Eh??? Ma... quanto cazzo durano?"
"Mah, il totale è sulle sei ore..."
"E io come cazzo dovrei fare a ficcare sei ore su una sola vhs?"
"Perché? Non puoi registrare in LP?"
"In LP per le SUORE? Ma avranno un tre testine da terzo mondo, cazzo!"
"E perché, scusa? Dai, registra in LP, ok?"


Sospirai e ficcai il sacco di Beat in sacrestia, cioè nella parte di automobile che ospitava la fanzine di Ligabue.
E fu allora che Beat notò Begbie il Porko rapato a zero... quindi gli sorrise e gli disse: "Ciao, Begbie, hai tagliato i capelli?"

Begbie, che si era trattenuto fino a quel momento, gli urlò in faccia una serie di bestemmie, mandò a fare in culo lui e tutta la sua famiglia e si chiuse in macchina a rollare il fumo!
Missione compiuta, potevamo partire.
RITORNO ALL'OPERÀ: LA VENDETTA!
In testa alla carovana diversamente figata, spiccava la Panda rossa di Spud, con Attila, Begbie ed il sottoscritto: il reparto tossici.
Al centro, la Y10 bordeaux di Niger il muto, con Beat e Mingo: il reparto FUCI.
Dulcis in fundo, la 126 bianca con Lyde ed il Gufo: il reparto Einstein... dopo un isolato, si erano già persi.

Ben presto, Spud ricominciò a parlare della fanzine di Ligabue... e quindi Begbie accese tre canne di fila, pur di farlo stare zitto.
Begbie il Porko era un ottimo supplente di Jena: rollava da Dio e, dopo ogni canna, faceva il "flash", cioè ci faceva sniffare il filtrino mentre prendeva fuoco! Era una cosa che spaccava il cervello in due metà, che poi se la mettevano nel culo.

E così, Attila iniziò a delirare. Disse che ero nato con una missione, cioè duplicare le videocassette del Catechismo... e quindi lo dovevo fare in modo Calabrese. Per i primi cinque minuti, dovevo tenere l'originale... poi ci voleva un frammento dell'EsorCiccio. Poi qualche minuto di originale. Poi, ad intervalli regolari, Cicciolina, Lino Banfi, Colpo Grosso, Alvaro Vitali, "La liceale nella classe dei ripetenti", "Eccezzziunale Veramente", "L'allenatore nel Pallone" e "Pasqualino Cammarata Capitano di Fregata". Per il gran finale, un bel pornazzo tedesco, di quelli con i calzini di spugna: se c'era bisogno, me lo noleggiava lui!

Al di là dei vetri appannati, intanto, scorrevano le care vecchie diapositive del Festone a casa di Andy: salutammo con affetto il Pub82 e l'Operà di Alpignano! E poi però ci fermammo, perché Niger il muto stava strombazzando da dieci minuti.

"Ohu... - urlò Spud - Cazzo vuoi?"
"La mia macchina non va in salita... -
rispose Niger - ...e tra poco iniziano le montagne. Dove cazzo è 'sto posto?"
"Beh... boh... più in là..."


Niger osservò gli occhi rossi di Spud, i vetri appannati, le nostre facce da cazzo e la nuvola che saliva su. Poi mise il naso dentro, sorrise e disse: "Dai, fatemi salire, stronzi!"

Era la prima volta che parlava così tanto.

"Vaffankulo... - rispose Spud - In cinque non ci stiamo sulla Panda. Fottiti!"

Ricordiamo che Niger era alto un metro e un cazzo ed era pure magro, che comunque nessuno di noi superava il metro e 70 (a parte Spud, che era al volante!) e che in quella Panda ci eravamo saliti pure in sette!!!
Quindi, l'handicappato provò ad aprire la porta e salire a forza... ma Spud gli fece il dito e ripartì!

E così, Niger si ritrovò zippato nella 126, col Gufo, Lyde, Beat e Mingo!
Non avrebbe più detto una parola per tutto il resto della serata.
LA TERRA PROMESSA
Dopo una dozzina di chilometri in direzione Nord, la strada iniziò a salire e comparve la prima neve... ma Begbie il Porko ci disse che, tranqui, la via era giusta, l'asfalto era pulito e mancavano solo dieci minuti: ce la poteva fare persino Spud!

Così, dopo una mezz'ora di giri del cazzo per tornanti senza senso e stradine aggrovigliate nella montagna, col pilota che delirava ed il navigatore che gli accendeva le canne e bestemmiava, arrivammo finalmente a destinazione: Trûc 'd Miola, tre case e una piola!!!
Ci sentivamo troppo a pian Rastello.

Faceva il freddo più porco del mondo, ma la vecchia locanda aveva il suo perché: c'era la Guinness alla spina e costava veramente un cazzo, con pochi soldi ci si lordava da Dio!
Quindi, Beat andò al bancone e ordinò una Sprite.

Non contento, indicò l'unico oggetto non alcolico dell'intera parete: una scatola di cartone che sonnecchiava in un paradiso di polvere e pigrizia, su una mensola talmente alta da sentirsi felicemente inutile e libera di chiacchierare coi ragni e consolare le vecchie bottiglie schifate dalle peggiori gole del Piemonte.
Da vecchio volevo essere così!

"Guardate! - urlò Beat - È FUTURISIKO!!! Si può prendere?"

Sulle prime, tutti mandarono Beat affankulo, compresi Mingo, i ragni e le bottiglie skifate dagli sfigati.
Poi arrivarono litrate di Guinness... ed all'improvviso, senza alcun motivo logico, posammo i bicchieri, alzammo i culi ed urlammo: "VAFFANKULO! PRENDIAMO FUTURISIKO A BEAT!!!".

Per fortuna, il tipo del locale ci anticipò e si arrampicò al posto nostro, salvando il resto della parete.

"Ma che cazzo prendete 'sta roba! - commentò - Almeno aspettate, che ve lo pulisco... c'è un metro di polvere sopra. Ma ubriacatevi, cazzo!"

Con la gioia negli occhi, Beat aprì ed esclamò: "Ma dai, ma che bello... c'è anche lo SCUDO SPAZIALE!"

Era una bella notizia, ma Niger SBOCCÒ dal NASO... e, quando Niger sbocca dal naso, la situazione esige una svolta!
Quindi, uscimmo fuori a farci una canna.
DON'T DRIVE THE YELLOW CAR
Nell'unica piazza del paese più inculato del mondo, sei culi pelosi si strinsero nella Panda rossa di Spud, pronti per il lieto calumet della pace!
All'esterno, Beat e Mingo fissavano le stelle, noncuranti della disperazione che si agitava alle loro spalle: Lyde non poteva fumare perché è handicappato... e quindi si arrampicava sui bidoni dell'immondizia! Così, come alternativa.

Dopo un quarto d'ora che gelavano, Beat e Mingo pensarono che potevano sempre ritornare nel locale... quindi il locale, giustamente, CHIUSE.

Begbie il Porko, intanto, fece il flash... e, per un po', nessuno capì un cazzo. Poi si aprirono le porte e la Panda generò un fungo atomico di fumo.
Era bello!

Il Gufo sembrava tenerci parecchio ad essere parte attiva, nell'Apocalisse... era un bravo ragazzo.
Quindi, chiese a Begbie un tocco di fumo, uscì fuori, prese dalla sua macchina le cartine, la lasciò aperta e si mise a rollare sotto a un lampione.
Nel frattempo, Attila entrò nella 126 e si chiuse dentro con un libro... o qualcosa del genere.

"Ma che cazzo fai? - urlò Spud - COGLIONE!"

Guardai meglio: Attila stava leggendo il "BAR MARIO" di Spud, la preziosissima Fanzine di Ligabue! E Spud NON se n'era accorto.

"Spud! - dissi - Sai cos'è quella roba che sta leggendo Attila?"

Spud tirò fuori il cazzo, lo puntò verso Attila e rispose: "No, non lo so! E QUESTO LO SAI COS'È?"

Non ci fu tempo di rispondere: Spud zampillò in faccia ad Attila un fiume di piscio!!!
Purtroppo, il finestrino era chiuso e si bagnò solo il vetro... peccato.

Comunque, Spud fece le cose per bene: fu un lavaggio completo della fiancata e qualche goccia, probabilmente, arrivò pure sul tetto!

Solo alla fine, l'idrante subumano si accorse che quella carta da culo che Attila stava leggendo, e che era scampata all'alluvione solo per un miracolo, era la sua sacra fanzine di Ligabue... e quindi logicamente iniziò a tirare CALCI contro la macchina PISCIATA!

"Il Bar Mario!!! Ridammi il Bar Mario, STRONZO!!!"

Poi Begbie lo richiamò all'ordine, perché era pronto il flash.
Spud obiettò che farsi un altro flash era un po' pesante, ma Begbie gli rispose: "PESANTE SARÀ TUA MADRE, CHE HA LA FIGA LORDA!"

L'argomentazione fu convincente... e Spud ricominciò a fottersi il cervello.
L'ORA DI VERGOGNARSI
L'ultimo flash fu letale: non capivamo più un cazzo ed iniziammo a correre per la piazza ed URLARE.

"Fate attenzione, coglioni! - ammonì Begbie il Porko - Qua ci inculano!"
"NOOOO!!! -
urlava Spud - AL LIMITE CI PESTANO A SANGUE!!! AHAHAHAH!!!"

Subito dopo, saltò sui bidoni assieme all'altro handicappato ed iniziò a cantare Ligabue, mentre Lyde, che non aveva neanche fumato, urlava: "Minchia, troppo YES!!!".
E, all'improvviso, si accese una luce al primo piano, esattamente sopra al Gufo che stava rollando... ma nessuno se ne curò: non sembrava importante.

Poi si aprì un portone.
Uscì una vecchia, ci guardò con odio ed urlò: "Non sapete che ora è? È L'ORA DI VERGOGNARSI!"

La voce era stridula, acida ed insopportabile, ma il Gufo non fece una piega: continuò a rollarle IN FACCIA, come se non esistesse!
Per un po', la Neanderthal rimase a fissarlo con gli occhi sbarrati, poi si accorse che comunque era sceso il silenzio ed era inutile prendere altro freddo, quindi borbottò qualche insulto in piemontese barotto di montagna e tornò dentro.

"Ohu! - dissi al Gufo - Secondo me le piacevi!"
"A chi?"
"Alla vecchia di mmmerda!"
"Vecchia? Quale vecchia?"
"COME QUALE VECCHIA? Quella di prima! Quella che..."
"Ah... boh... ok..."


Il Gufo fece finta di aver capito e riprese a rollare.

La sua canna non risultò neanche troppo terribile, anche se all'inizio sapeva di un cazzo e alla fine si tossiva anche l'anima. Comunque, per quella sera non ne avrebbe girate altre, perché Beat e Mingo lo costrinsero a riportarli a Torino... o direttamente al monastero, vista l'ora!
Anche Lyde fu costretto ad andare con loro, perché nella Panda non ci stava... e va be', poco male, tanto non poteva fumare perché è handicappato.

Solo Niger si rifiutò di seguirli e rimase con noi... ma Spud non ci fece caso, perché era troppo impegnato a prendere per il culo la banda della macchina gialla: "Minchia, che figata! La 126 PISCIATA... fatemi un pompino! Ahahah!"

Spud non aveva considerato un fatto importante: aveva lasciato ben DUE ricordi, su quella 126.
Il primo era la mega pisciata... e fin qua nessun problema: ne sarebbe andato fiero per sempre.
Il secondo, invece, l'avrebbe fatto TREMENDAMENTE incazzare!
Peccato.
IL RITORNO VERSO CASA
Verso le quattro, non era più rimasto un cazzo da fumare... ed eravamo le uniche cinque creature ancora sveglie nell'unica piazza dell'unica strada di uno degli angoli più disperati della val di Lanzo!
Viste le circostanze, ci stava bene una pisciata collettiva; così, uscimmo fuori dalla macchina... e Niger ricominciò a SBOCCARE dal NASO!
Era un chiaro segnale: dovevamo ritornare a casa.

La macchina era quasi senza benzina, ma questo pazienza: come per il Capodanno a Ronco, la strada era in discesa e potevamo farla a motore spento.
Ma minchia, Spud! Porca troia, era bevuto e fumato perso, riusciva a malapena a tenere in mano il volante, non ce l'avrebbe fatta mai a guidare fino a Torino! Glielo diceva persino Begbie il Porko... peccato che si offrisse volontario lui, che aveva 16 anni!
E l'unica altra persona che sapesse guidare era Niger, che stava sboccando dal naso.

Comunque, Spud ci disse che, tranqui, era a posto: aspettò che Niger chiudesse il rubinetto e poi affrontò la discesa con fare sicuro!
E Begbie, di fianco a lui, iniziò a pregare bestemmiando.

Alla prima curva, avevamo rischiato di stamparci contro un muro... ma Begbie all'ultimo gli girò il volante, problema risolto.
Alla seconda, saremmo finiti in un piccolo fosso, se Begbie non avesse di nuovo corretto la mira... cose che capitano.
Poi Spud decise di evitare un ostacolo che NON c'era, quindi sterzò di colpo a sinistra... verso il BURRONE! Begbie lanciò un URLO di bestemmie, girò il volante, tirò il freno a mano, disse a Spud che gli spezzava le gambe e si mise al posto di guida.

Proprio così: il volante passò nelle mani di Begbie il Porko, che aveva sedici anni! E disse: "Però di qua non possiamo scendere, perché rischiamo di beccare la polizia... facciamo un'altra strada, che conosco solo io!"

E così, la Panda di Spud iniziò a singhiozzare come una vecchia baldracca sui capricci dello sterrato, tra buche, sassi, neve, merda ed altre forme di amenità naturali, in un labirinto di campi tutti uguali, senza punti di riferimento né luci, a parte le nostre e le stelle... ma Begbie sembrava non badarci e continuava a tirare dritto.

"La faccio spesso questa strada: si taglia un casino ed è una via privata! Se passa la polizia, gli posso pure fare SOOOOKA!"

Sì, quella sera saremmo crepati, era evidente.
Adesso, tanto valeva rilassarsi e godersi l'ultima scena della nostra vita, cioè Begbie che veniva colto da crisi mistiche... e si poneva domande filosofiche, del tipo: "Ma è il Cristo della Madonna o la Madonna del Cristo?".
In quei casi, solitamente si spegneva il motore... probabilmente per divina intercessione. Poi Begbie ritornava alla realtà e ricominciava a bestemmiare contro Beat, anche se non c'era.

Ad un tratto, nel dormiveglia, sentimmo di nuovo il fondo liscio dell'asfalto, poi luci, palazzi, semafori... e l'insegna dell'Operà di Alpignano: Begbie il Porko ce l'aveva fatta! ERAVAMO SALVI!!!

Spud era contentissimo: si risvegliò, saltò giù dalla macchina ed iniziò a baciare il terreno ed a pisciarci sopra, non necessariamente in quest'ordine. Poi guardò dentro la sua Panda... e FINALMENTE si accorse che mancava qualcosa.

"IL BAR MARIO!!! Oh, cazzo, ma... il Bar Mario... è rimasto sulla macchina PISCIATA dei... PEZZI DI MERDA!!! STRONZI!!! BASTARDI!!! Minchia ma io adesso a quelli... VAFFANKULOOOO!!!"

Ebbene, sì: il "Bar Mario", la FANZINE SACRA di Ligabue, quella che Spud VENERAVA, quella che era diventata la sua ragione di vita... se l'era appena fatta fottere dal reparto Einstein... composto dal Gufo, da Lyde, da Beat e da Mingo!!!
E NESSUNO si era fottuto le videocassette di Beat del CATECHISMO... chissà perché.

Comunque, era un momento meraviglioso, saremmo potuti rimanere là fuori a ridere fino all'alba, però si congelava... quindi adesso vaffankulo, lasciammo Spud nel parcheggio dell'Operà di Alpignano e ce ne tornammo tutti a Torino con la macchina di Niger, che ormai si era ripreso alla grande!

Anche Attila stava meglio: controllò che avessi preso le videocassette del Catechismo e riprese a parlare del montaggio, lo chiamava il "Progetto Catechismo Calabrese".

"Minchia, Marok, mi raccomando, io mi fido di te... ma tu devi fare uno spettacolo! Ce l'hai l'EsorCiccio? Lino Banfi? Cicciolina? Colpo Grosso? Minchia se ti manca qualcosa te lo porto, tanto domani ci ho un cazzo da fare... tu chiama e io ti porto! Capito? Se vuoi ti noleggio pure un porno! Minchia, ti noleggio pure Concetta Licata! Ma te la devi troppo giocare bene! E ricorda, cazzo, ricorda: CALAAAABRIA!"


Per tutta la serata, Niger era rimasto muto... e adesso invece fu lui a regalare l'idea migliore: "Al fondo, metti il finale di Servi della Gleba, quando dice 'Ma ragazzi, cos'è 'sta roba? È UNA CAZZATA MICIDIALE! È completamente fuori dalla realtà!'"

"Minchia, spettacolo! Grande Niger!!!
- commentò Attila - Dai, Marok, ce la fai? Questo figurati se non ce l'hai... Minchia io mi fido eh? Minchia, troppo CALABRIA! Se ti serve una mano, chiama! Ok?"

Arrivati a Torino, ci demmo appuntamento per quella sera alle 9:30 in giro... dando per scontato che nessuno avrebbe avuto voglia di mettere il culo fuori di casa.
Mai avremmo potuto immaginare l'avventura che ci stava aspettando: l'Epopea del Gufo!
Quella però è un'altra storia: per il momento, andate tutti rettamente, sacramente e crassamente affankulo.