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Capitolo 2 - FAVE A SANREMO

Mi risvegliai ben prima dell'alba: mancava un'ora a mezzogiorno.
L'autistico GRUMO era già uscito, ma, anche oggi, nella sua metà della stanza, le tracce di un suo recente passaggio erano impercettibili: tutto era vergine, come all'IKEA.

A me, invece, era bastata UNA notte per saturare ogni millimetro della mia metà con un definitivo ed irrimediabile CASINO. In ogni angolo c'era CASINO, per terra c'era CASINO, sul letto c'era CASINO e, sulla mia metà tavolo, c'era CASINO sovrapposto a CASINO!
Anche la roba pulita aveva già un'aria SPORCA e, soprattutto, rassegnata: non ce l'avrei mai fatta a scendere dal letto senza calpestare qualcosa!
La strategia migliore rimaneva quella di rotolarcisi sopra.

Feci una breve tappa al cesso, poi, lentamente, scesi le scale.
Era curioso: cinque anni prima, mi era bastata una sola notte a Laigueglia perché le ginocchia smettessero di farmi male... adesso, invece, non sarebbe bastata tutta la vita. E va be', era inutile pensare al futuro: l'essenziale era che il futuro fosse inutile! Tanto più che una voce mi riportò al presente.

"Già sveglio??? Perché???"

Era la signora Corallo... e mi riconciliò con la vita: era BELLO quando in un posto mi conoscevano davvero.

"Eh, volevo darvi la bella notizia: i nostri compari ci sono! Arrivano tutti e due, la prima giovedì, il secondo venerdì! Ce l'avete la stanza, vero?"
"Sì, siete fortunati: c'è ancora una doppia al primo piano. Vicino al vostro amico della singola, quello che arriva giovedì! O preferite che li sistemi tutti e tre in una sola camera?"

La tentazione era forte: quello che la signora Corallo chiamava "amico della singola" era SCHOPENHAUER!

"Ma no, dai, va bene singola più doppia! Grazie!!!"

Stupendomi della mia infinita bontà, schizzai verso l'uscita, prima che alla signora Corallo venisse in mente di chiedermi il cognome di Len o di Franz Crack. Non avrei avuto la più pallida idea di quale supercazzola rispondere: era pur sempre mattina presto!

Fatica inutile: la signora Corallo era già sparita in cucina!
A PRANZARE.
Era tempo di buttarsi in acqua.
DIVERSAMENTE FITNESS
Alle ore 11:30 ero già in spiaggia... e NON c'era il fitness!
Colpa dei VEEEEKKI, dell'ISIS, dei FRANCESI, oppure, a scelta, del fatto che il PercFest sarebbe iniziato giovedì.

In compenso, c'era l'autistico GRUMO, bianco come il latte, che leggeva un libro circondato dal NULLA.
A più di cinque o sei metri da lui, tutto il resto della spiaggia era ricoperto di pheega... girata rigorosamente dall'altra parte.

"Buongiorno! - disse GRUMO - Hai parlato con la signora Corallo?"
"Sì, tutto a posto, ha la camera! Rimarrà un posto vuoto nella doppia giovedì sera, perché Franz Crack arriva venerdì, ma cazzi loro..."
"Ah, io dei loro casini non voglio sapere nulla, si arrangino. Comunque, certo che il fatto di avere due singole e una doppia, con un posto vuoto, non ha assolutamente senso..."

"Hai ragione... - risposi - Quindi, vai con SCHOPENHAUER?"
"Ma COL CAZZO! IO vado in camera con LEN! FRANZ CRACK va con SCHOPENHAUER! Oppure, va nella singola... chi tardi arriva peggio alloggia!"
"Buona idea..." risposi, tuffandomi in acqua.

Fu come entrare in una GHIACCIAIA.

"KAAAAAAAAAASTROX!!!" urlai.

Era FREDDISSIMA.
Molto pulita, per carità, ma GELATA, a livello SKAGERRAK.

Corsi fuori, per asciugarmi al sole... e si alzò un vento GELIDO e potentissimo, che riuscì dove persino noi avevamo fallito: fece TERRA BRUCIATA!
Ovvero, tutta la pheega si annullò e scomparve.

E così, come ghiaccioli diversamente figati, corremmo a ripararci da Diversamente Mariasole: almeno là, nel 2006, c'era pheega!
Adesso, nella migliore delle ipotesi, esisteva ancora il locale.
INUTILITÀ POMERIDIANA
Grazie al cielo, il Vendesi saggezzasignor Diversamente Mariasole era sopravvissuto ai VEEEKKI, all'ISIS ed ai FRANCESI ed era là a giocare col vento, in compagnia del suo fido dehors. Entrambi sognavano di avere le ali, ma il dehors aveva davvero buone speranze di riuscire a volare.

Mangiavamo da Diversamente Mariasole dalla bellezza di 12 anni, cioè da quando eravamo entrati a far parte dello staff del PercFest, perché era un punto strategico: era l'UNICO angolo di Laigueglia nel quale, chissà perché, NON passava mai il Capo.

La giovane e bella Mariasole aveva lavorato là solo un anno, nel 2006, e non avrebbe mai immaginato che un'intera compagnia di diversamente figati avrebbe chiamato quel locale col suo nome, per SEMPRE, né che sarebbe passata alla storia per un'azione di cui, sicuramente, NON ha memoria: aveva skifato KG per la sua età!
Ovvero, TRENTAQUATTRO ANNI.

Adesso, TRENTAQUATTRO ANNI ce li aveva GRUMO... così passai il tempo a prenderlo per il culo perché è VEEEEKKIO, mentre pensavo che mancavano meno di quaranta giorni a quando avrei fatto quarant'anni.
Poi, raggomitolato nello zaino, mangiai al volo un'insalata nordica, perché avevo bisogno di verdura per sturarmi il CULO. Finché il vento, di colpo, non si fermò. Tutto tacque. E mi partì una rumorosa, allegra e potente scorreggia.

Un attimo dopo, il sole ricominciò a scottare... e i primi sciami di pheega, sorridenti, saltellarono verso la spiaggia!
Casualmente, un attimo dopo eravamo là anche noi.

Anche quest'anno, l'autistico GRUMO usava una crema solare protezione CINQUANTA, di quelle per BAMBINI e VEEEEKKI.
Non ero messo molto meglio: avevo passato buona parte della primavera in Inghilterra, con la bella Choo, ed avevo visto un sacco di cose: un INCENDIO in metropolitana, tanti scioperi selvaggi e persino un TERREMOTO, a LONDRA! Tutto, insomma, tranne una cosa: il SOLE.
E così, per premunirmi contro le scottature, mi ero ricomprato la mitica crema protezione 30.

Ebbene, non avevo previsto un dettaglio: quella cazzo di crema era... TRASPARENTE! Una volta spruzzata, non si vedeva DOVE andava a finire: pare che adesso le facciano tutte così, è la moda.
Così, me la spalmai addosso con la massima attenzione, per non diventare la Pimpa... o, se preferite, una zebra a pois.
Poi alzai lo sguardo... la pheega se n'era già andata. TUTTA!
Eravamo invincibili... missione compiuta.

Verso le cinque, ritornammo in hotel: Uollano e Schopenhauer ci aspettavano a Sanremo, bisognava essere eleganti!
Quindi, per prima cosa accesi il telefono, perché era l'indumento più sporco che potessi portarmi dietro: il mio Nokia 2600 era al NONO PercFest e non l'avevo pulito MAI!
Infatti sembrava felice... c'era anche un messaggio femminile:

"Lo sapete, vero, che a Sanremo è previsto temporale stasera? No, giusto per ribadire i poteri di alcune Fave..."

Firmato: la bella Choo.

E va be', mi tolsi la maglietta per indossarne una con più parolacce e controllai, con soddisfazione, il mio fisico allo specchio: non c'erano strisce né pallini! Anzi, col fatto che la crema era trasparente, e quindi avevo dovuto fare molta più attenzione, non me l'ero mai messa così bene!

Poi si spogliò l'autistico GRUMO... ed aveva Il buongiorno si vede dal buon GRUMOuno SMILEY sulla PANCIA: una MEGASCOTTATURA a forma di FACCINA!

GRUMO era un genio: per la prima volta al mondo, era riuscito a creare un emoticon che annullasse la pheega.

Ad un attento esame, notammo che c'era anche una seconda zona scottata: le tempie.
Il motivo in questo caso, era banale: la mappa dell'autistico GRUMO riportava come aggiornamento l'anno precedente... ed in quel punto c'erano dei CAPELLI. Adesso, avrebbe dovuto riaggiornare il database.
Dove BRUCIANO le CAZZATE
ROTTA VERSO SANREMO!
Alle ore 19, con circa un'ERA GEOLOGICA di ritardo, il treno per Sanremo fece la sua comparsa nell'unico binario della Alla stazione di Laiguegliastazione di Laigueglia.

"Mi metto qua - disse GRUMO, indicando il posto lato corridoio - Ti va bene?"

Senza fare domande, posai il culo a lato del finestrino... e vidi GRUMO che allungava le gambe.
Anch'io avevo fatto lo stesso, per far riposare le ginocchia, ma le mie zampe erano lunghe più o meno la metà delle sue... quindi, per allungarle, GRUMO aveva bisogno del CORRIDOIO!

"Come vanno le ginocchia?" chiesi.
"Eh... male! - rispose GRUMO - Ho fatto troppi anni di karate!"

L'autistico GRUMO era ancora al livello 1, in cui i malanni vengono associati a qualcosa di buono o avventuroso fatto in gioventù. Ben presto, sarebbe stato promosso al livello 2, cioè avrebbe accettato il fatto di essere, semplicemente, nato SFIGAAAATO.

"Vedi la mia unica parte sana? - dissi a GRUMO - È la macchina foto!"
"Ah! Come ti trovi, alla fine?"
"Ma bene... mi spiace che abbia poco zoom, arriva solo a 120mm... però la luminosità è una figata: l'apertura è f/2.0 ed il segnale è accettabile fino ad iso 6400...
"

In quel momento, notai che l'unica pheega si era appena alzata e si era andata a sedere dalla parte opposta dello scompartimento. GRUMO, invece, non si accorse di nulla: fissava il display girevole.

"...e poi, in particolare, i comandi manuali sono comodissimi. Hai tre ruote che GIRANO, anche se il manuale le chiama GHIERE, e scegli TU che cosa deve fare ogni ruota. Io ho detto alla più esterna di aprire e chiudere, l'altra mi regola il tempo che rompe i coglioni e con l'ultima, di qua, imposto l'iso..."

Mentre parlavo, mi accorsi che c'era qualcosa che non andava. No, non la pheega, quella si era proprio autodistrutta. Cambiavo i parametri e la macchina non rispondeva.
Scattai una foto di prova... ed incredibilmente era corretta, ma NON corrispondeva all'anteprima del display! Il "live view", per intenderci.
Era come se, con la macchina foto regolata in manuale, il display restasse in automatico.
In altre parole, la macchina foto si era SCASSATA!

"Che succede?" disse GRUMO.
"Eh, succede che ho toccato qualcosa... e si è rincoglionito il live view!"
"E che cazzo te ne fotte?"
"Eh... me ne fotte che così è un CASINO!"
"Non ce l'hai il manuale?"
"Sì... a casa..."
"SFIGAAAAAAAAAAATO!"


Passai il resto del tempo a controllare tutte le voci di menu, una per una, senza risultati. In realtà, avevo già capito di avere appena scassato la macchina foto, facendo qualcosa di non comprensibile! Semplicemente, NON ci volevo credere.
L'unica cosa seria da fare era il reset completo, ma l'operazione aveva i suoi rischi. Così, per il momento, decisi di sbattermene il cazzo e di godermi il viaggio più LENTO del mondo.

Al confronto di quel treno, persino SPUTO sarebbe stato un CAMPIONE di velocità: su un totale previsto di 38 minuti di viaggio, ne accumullammo 22 di ritardo, per ognuno dei quali GRUMO aveva SCLERATO!
Alla fine, arrivammo a Sanremo alle otto di sera: fu uno dei viaggi più lenti di tutta la mia vita.
UN GIUPPI FA
La stazione di Sanremo era sorprendente: faceva veramente CAGARE. Sotterranea e tristissima, sembrava un tunnel della metropolitana da fare a piedi... ed era un vero peccato che non fosse a Laigueglia: l'ISIS non poteva che migliorarla.
In mezzo ai corridoi, giacevano dei tapis roulant, rotti, che avevano l'aria di essere fermi da SEMPRE. Probabilmente, erano stati piazzati là perché faceva figo e nessuno aveva mai capito che poteva metterli in funzione.

Ad un tratto, sentimmo due corpi umidi e pelosi che ci si buttavano addosso. Sulle prime, pensammo che stessero franando gli yeti dalla montagna, poi gli schifosoidi iniziarono ad urlare monosillabi scomposti! E capimmo che erano Schopenhauer e Uollano.

In realtà, l'unico dei due ad urlare era Schopenhauer... quindi i veeekki cazziarono Uollano.

"Allora! - dissi a [u] - Com'è andata alla dogana francese?"
"Ma bene!
- rispose - C'era parecchio casino, ma non mi hanno fermato..."
"È ovvio: USCIVI dalla Francia! È STANOTTE che non ti fanno rientrare!"
"Ma no... ho noleggiato la macchina a Nizza, ha la targa francese..."
"COMUUUUUNQUE!"


Una volta fuori, la facciata mi confermò che quella di Sanremo era davvero La stazione più brutta del mondola stazione più BRUTTA del MONDO.

"Però più avanti si mangia dell'ottimo PESCE! - disse Schopenhauer - Vi va?"
"Abbiamo mangiato pesce già ieri - risposi - E COSTA!"
"MA OFFRO IOOOOOOO!!!"
"NØ! - sbottò Uollano, indignato - Offro IO! Sono in trasferta e mi rimborsano TUTTO! QUINDI, voglio spendere un CASINO!"
"NOOOOO! - urlò il nostro badato - SIETE MEI OSPITIIII! VOGLIO PAGARE IOOOOOO!!!"

In tutta la vicenda, non c'era nulla che si potesse definire neanche lontanamente normale.
Prima di tutto, c'erano due individui, all'apparenza terrestri, che stavano LITIGANDO per sapere chi dei due poteva avere il PRIVILEGIO di offrire la cena a ME e all'autistico GRUMO.
In secondo luogo, GRUMO ed io avremo anche avuto i nostri problemi, ma Schopenhauer riavvolge la cassetta di SanremoSchopenhauer sembrava un SETTANTENNE: a parte i capelli, che avevano deciso di suicidarsi pur di scappare dalle sue cazzate, la parte inferiore di Schopenhauer zoppicava in maniera IMBARAZZANTE, mentre quella superiore, ad ogni incrocio, perdeva l'orientamento.
E la lentezza fisica passava in secondo piano rispetto a quella mentale: ogni volta che dicevamo una frase, ci chiedeva di ripeterla, perché era ancora concentrato su quella di prima.
In quel gruppo, l'unico a sembrare normale era Uollano... ma in realtà era quello messo PEGGIO: era SPOSATO.

Girando a vuoto per le vie del centro di Sanremo ed orientandoci solo grazie ad indicazioni ed improbabili colpi di fortuna, capitammo di fronte all'Ariston, il teatro del festival.
Erano passati DICIANNOVE ANNI da Sanremo... in altre parole, un Giuppi! Ma il teatro aveva sempre il suo fascino.

"Dai, ci facciamo una foto davanti all'Ariston?"

Col live view a diversamente moraliste, anche foto FACILISSIME diventavano un'impresa! Per fortuna, i soggetti eravamo noi: in ogni caso, avremmo fatto CAGARE.
Uollano all'Ariston

Veeekki nostalgici
90 EURO DI MORBIDEZZA
Mentre Uollano rievocava le emozioni di un Giuppi fa, mentre l'autistico GRUMO sclerava perché eravamo in ritardo, mentre io pensavo che vaffankulo se dovevo stare senza live view tantovaleva mi tenevo la pellicola, mentre Schopenhauer urlava "Aspettatemiiiii!", trascinandosi, inciampando e barcollando alle nostre spalle, alle ore 20:30 arrivammo al ristorante, localizzato grazie alle urla del proprietario.

"EHIIII! CIAOOO! BENTORNATO!!!"

Schopenhauer si voltò, vide l'amico che lo salutava e ci disse: "DI QUA! DI QUA!".

Con le mani dietro la schiena, attendemmo che il nostro badato arrancasse lentamente fino al locale e poi, con due passi, massimo tre, arrivammo anche noi.

"Allora, si mangia? - disse GRUMO - È TARDI!"
"No, ragazzi, dai, basta, non ce la faccio!
- rispose Schopenhauer - Mi mettete ANSIA! Non reggo questo STRESS! Sedetevi, facciamoci un aperitivo, poi pensiamo a cosa mangiare!"
"Abbiamo l'ultimo pullman a MEZZANOTTE!"
rispose GRUMO, glaciale.
"Cosa??? MA NOOOO! FACCIAMO L'ALBA QUA, DAIIIII!"
"Ma col CAZZO! - rispose l'autistico - Io di notte ho sonno e DORMO!"

Erano bellissimi.

"Dai! - disse Schopenhauer - Calmatevi! Prendiamo il POLPO con PATATE!"
"Perché? Cos'ha di speciale?"
"È MorbidoMORBIDO!!!
"Morbido?"
"Sì, è MORBIDO! Ti assicuro, dottore! È MOOOORBIDO! Se tu cerchi MORBIDO su GOOGLE viene fuori QUEL POLPO... con quelle PATATE!"
"Boh... ok. Tanto paghi te..."
"No, Schope, pago io!"
"NO, PAGO IO! C'ERO PRIMA IO!!!"
.

Alla fine, i nostri mecenati raggiunsero un accordo commerciale: Uollano avrebbe pagato TUTTO il mangiare, con un massimale di 90 euro. Schopenhauer, invece, avrebbe coperto l'ALCOOL, senza limiti.
Così, ordinammo due bottiglie di vino bianco: un Catarratto e un Donnafugata. Li avevamo scelti perché li conoscevamo, perché avevano un sapore perfettamente compatibile con la morbidezza, oppure, a scelta, perché erano i vini PIÙ CARI che ci fossero nel menu.

Intanto, per quanto smanettassi, il live view della G1X non ne voleva sapere di ritornare a funzionare... e non riuscivo a fare UNA foto decente.
E mi RIFIUTAVO di usare l'automatico.

"Dottoreee! Non guardare la macchina foto, dottoreeee! Guarda qua, dottoreeeee! Questo vino si chiama CATARRATTO!"
"Quindi?"


Schopenhauer voleva fare una battuta, una qualunque, ma NON gliene veniva nessuna. Così, rimase per qualche secondo col dito puntato verso l'etichetta e la bocca spalancata, in modalità risparmio energetico. Poi Voglia di teletrasportonotò la cameriera e si riavviò.

Lo stile di Schopenhauer era lineare: lui pensava di prendere la pheega per SFINIMENTO. E ci rimaneva sempre male quando, proprio sul più bello, veniva interrotto da qualche persona fastidiosa: solitamente, uno o più uomini incazzati e palestrati, che talvolta indossavano una divisa e un porto d'armi da fuoco.
Invece, questa volta a cazziarlo fu il pacifico gestore del locale, che tanto lo conosceva da anni e quindi era abituato.

Ristabilita la pace, i tre con la chiocciola ordinarono tre polpi con patate. Uollano invece scelse un'orata: aveva detto NO alla morbidezza!
Ed insistette per pulirsela da solo.

"SCAJOLA!!!" esclamò senza motivo SchopenhauerSchopenhauer, osservando Uollano che puliva il pesce.
Poi ci guardò... e si stupì che nessuno stesse ridendo.

"La scagliola! Scajola! Dai, fa ridere! Eh? Cosa c'è? Non si chiama scagliola questa? L'ossatura del pesce... la scagliola!"
"Si chiamerebbe lisca..."


Schopenhauer ci pensò un po' su... poi disse: "L'HO GIÀ DIMENTICATO! IO HO LA VIRTÙ DI NON IMPARARE NIENTE! Alééééééééééééé!!!"

Subito dopo, scolò, da solo, mezza bottiglia di Catarratto... e ne ordinò altre due, assortite.
Ci piace ricordarlo così.
FUGA DA SANREMO
Alle undici in punto, l'autistico GRUMO guardò l'ora... ed agì di conseguenza: "Dobbiamo muoverci! Dobbiamo andare! Abbiamo il pullman a mezzanotte!"
Così, Schopenhauer ordinò di nuovo da bere per TUTTI e soprattutto per il GESTORE, che NON ne volle sapere.

"Non posso bere! - rispose - A casa ho l'alcool test!"
"Tua moglie?"
commentò Uollano.

Era l'unico ad averlo capito... noi non ci saremmo mai arrivati.

"Ragazzi... - disse - SPOSATEVI IL PIÙ TARDI POSSIBILE!"

Tutti si girarono verso Uollano, che non disse nulla! Fu un bel momento.
Poi schizzammo a prendere il bus, senza avere idea di dove potesse essere la fermata: la logica portava ad immaginare che gli autobus fermassero di fronte alla stazione, ma in diversi paesi della Liguria, come Andora o Diano Marina, questo non era vero! Anche perché la Liguria in sé, come concetto, era fatta a cazzo.
E l'unica indicazione in tutta Sanremo erano i Necrologi in COMIC SANSNECROLOGI in COMIC SANS.

Alla fine, trovammo il capolinea quasi per caso: sembrava un deposito di rottami che, una quarantina di anni prima, potevano passare per archeologia industriale in Bulgaria ed in Vietnam.

Ad un tratto, un signore con l'aria assonnata e la camicia blu si avvicinò ad una delle vetture più scalcinate, aprì la porta, salì pigramente a bordo ed accese una luce fioca e tremolante. Era il nostro bus.

"VIENI ANCHE TU, SCHOPE! FACCIAMO L'ALBA A LAIGUEGLIA, DAI!!!"

Dimostrando un raro barlume di lucidità, Schopenhauer ci lanciò un SOKA attraverso il vetro sporco del finestrino, mentre due uomini sposati si preparavano ad un viaggio molto meno confortevole del nostro: il primo sarebbe tornato in macchina a Nizza, sfidando la terribile Gendarmerie francese!
Il secondo avrebbe camminato a piedi fino a casa... dove l'aspettava l'ALCOOL TEST.
AFTER
Alla prima curva dopo Sanremo, si scatenò il DILUVIO UNIVERSALE.
Le finestre, per quanto vecchie, tenevano ancora, ma la strada diventò un torrente in piena... e finalmente capimmo che l'unica cosa in grado di annullare il potere di GRUMO era la gente sposata.

L'acquazzone aveva i suoi lati positivi: lungo la strada, caricammo parecchia pheega che cercava di scappare dalla pioggia in autostop... ed erano tutte rigorosamente bagnate.
E così, a poco a poco, il pullman si riempì di presenze femminili sgocciolanti, urlettanti, sorridenti e diversamente vestite, che occuparono tutti i posti a loro disposizione... lasciando liberi solo quelli immediatamente confinanti col nostro.

Oltre a fare cagare per meccanica, frequenza e velocità, le linee di pullman della riviera di Ponente sono SPEZZATE ad Andora, uno dei paesi più tristi di tutta la Liguria. A quel punto, sarebbe stato bello trovare una coincidenza per Laigueglia... invece fankulo: l'ultimo bus era già partito, SOOOOOKA!

E va be', aveva smesso di piovere, potevamo anche farla a piedi: fino al Corallo saranno stati cinque chilometri, meno di una Senigallia! A farla lentamente, un'oretta di passeggiata! Sull'Aurelia. Di notte. Al buio. Tutta curve. SENZA MARCIAPIEDE!

Non eravamo ancora pronti per giocare in analogico a CARMAGEDDON... nemmeno dalla parte dei pedoni! Così, decidemmo di chiamare un TAXI, usando il numero scritto su un adesivo che qualcuno, saggiamente, aveva attaccato alla palina dei bus.

Ci rispose un tizio che ci disse che STAVA DORMENDO e come cazzo ci veniva in mente di chiamare un taxi a quell'ora.
Alla fine, dopo un po' di parolacce, ci diede il numero di un altro che forse era sveglio.

Dopo parecchio tempo, con la voce rauca ed assonnata di chi avrebbe voluto rinascere sordo o quantomeno privo di telefono, lo sventurato rispose.

"Andora? - disse - Cioè, voi siete ad ANDORA adesso?"
"Eh..."
"Sull'Aurelia?"
"Sì..."
"Sgrunt... ma che... va be', aspettate... mmm... boh... una ventina di minuti... arriva un collega!"


Nessuno ci aveva chiesto a che punto fossimo dell'Aurelia, dando per scontato che non potessero esistere altri due pirla che camminavano per Andora martedì sera dopo mezzanotte.
Comunque, dopo una mezz'ora il taxi arrivò sul serio, ci caricò, percorse in un massimo di quattro minuti il tratto di Aurelia che ci separava dall'hotel e ci chiese 15 euro per il disturbo.

E va be'... forse con 15 euro avremmo potuto cenare dignitosamente bene da Mayflower o da Pacan, ma nessuno ci avrebbe fatto un polpo con patate MORBIDO come quello di Sanremo!
E adesso non avremmo avuto entrambi un elefante sullo stomaco.
E Uollano non avrebbe rischiato di finire nel carcere francese coi CAZZI più LUNGHI del mondo!

Però avremmo potuto comunque mandarvi lentamente, umidamente, morbidamente e catarrattamente affankulo!