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by Grumo

BOOTLEG FOR DUMMIES

Come registrare musica dal vivo... e quelle cose lì

Autore: MaRoK - 14/3/2001
Versione: 2.3 - Last update: 7/7/2006
Cari bootleggari, cari handicappati, benvenuti nella guida al bootleg del Dottor Marok!

Questa guida è stata scritta per disperazione. La mia.
Obiettivi:
  1. Disperdere il gregge di diversamente intelligenti che mi chiede come si realizzano i bootleg.
  2. Disboscare la piantagione di diversamente capaci che mi manda concerti che si sentono di merda.
Se anche uno solo di voi riuscirà a produrre un bootleg di qualità decente grazie a questa guida, questi bit avranno raggiunto il loro scopo e potranno perire in pace. So già che le mie speranze cadranno nel nulla, e so già che anche nel nulla qualcuno mi romperà i coglioni.

1. DEFINIZIONE e PREMESSE

Dicesi bootleg la registrazione dal vivo di un concerto. Preferibilmente non autorizzata, perché è giusto così.
Alcuni chiamano bootleg la registrazione dal vivo che viene venduta. Sperando che la precisazione sia superflua, è bene sottolineare che non è questo il nostro caso: il bootleg è un'arte, e nessun bootleggaro "serio" vende i propri bootleg per profitto personale. Quelli che lo fanno, in linguaggio tecnico si chiamano "le merde".

Noi riteniamo che tutti debbano essere LIBERI di registrare in audio/video (e fare foto) in qualunque luogo pubblico ed in qualunque momento, ma gli unici che possono trarre profitto da una registrazione libera ed autoprodotta sono gli autori: nel caso di un concerto, quelli che suonano.

In generale, foto e bootleg audio/video realizzati ai concerti sono visti favorevolmente dagli artisti, sempre che voi non andiate ad ascoltare delle teste di cazzo cantando "oooh oh oooh oh oooh oh ooooh". Viceversa, sono forieri di disprezzo e mazzate da parte di vari personaggi squallidi che hanno in comune il fatto di essere grossi e, in alcuni casi, armati. La mentalità di costoro è intelligente quanto quella di chi vende bootleg, perciò anche loro, in linguaggio tecnico, vengono chiamati "le merde".

Se vi avvicinate per la prima volta all'arte del bootleg, sappiate che prima o poi incontrerete qualche merda. Shit happens. Ed inevitabilmente prenderete mazzate. Sta a voi frequentare i locali giusti e, soprattutto, scegliere quali artisti andare a sentire. In altre parole, cazzi vostri.

2. SORGENTE: TIPO DI REGISTRATORE

Un bootleg può essere realizzato catturando il segnale audio/video di una trasmissione via radio/tv/Internet, oppure può essere realizzato dal vivo, quando siete in mezzo al pubblico.
Nel primo caso non ci sono grossi problemi, collegate il sorgente al computer, premete rec sul computer, fate solo attenzione a non mandare il volume in saturazione, fine.
Nel secondo invece le cose si fanno più complicate... a cominciare dal registratore che deve avere i seguenti requisiti (in ordine di importanza):
  1. Dare la possibilità di regolare il volume in ingresso. Manuale è l'ideale, ma alla peggio vi potete accontentare di quella automatica, che si chiama AVLS. Sta per "Automatic Volume Limiter System". Adesso chiedetemi per cosa sta SOKA!
    NB: Non c'è alcun modo di recuperare un audio saturo, per cui la domanda: "ho registrato un concerto col telefonino, l'audio è tutto saturo, come lo recupero?" avrà come unica risposta: "FANKULO!".
  2. Non saltare in seguito agli urti (un registratore che scrive direttamente su cd, ad esempio, dal vivo non va bene per un cazzo)
  3. Scrivere su un supporto privo di fruscio o disturbi (L'audiocassetta standard non è l'ideale. La vhs hi-fi stereo è già meglio. Con il digitale il problema si risolve definitivamente.)
In subordine, sarebbe bello avere un registratore con le seguenti caratteristiche:
  1. Entrata audio per microfono esterno (MIC)
  2. Entrata audio non amplificata (LINE), nel caso che un'anima santa vi faccia attaccare al mixer
  3. Possibilità di gestire la registrazione come formato dati anziché audio. In altre parole, un buon registratore digitale deve poter essere visto come unità disco esterna, i file devono essere in formato non alieno (per l'audio, WAV o MP3) e dovete poter leggere e copiare i file come fareste con quelli sul vostro hard disk, senza l'intermediazione di alcun driver e/o programma proprietario, su qualunque sistema operativo non medievale.
Un'ottima soluzione è il DAT portatile. Registra in formato digitale non compresso, supporta regolazione del volume in ingresso ed ha entrate microfono/line. Unico neo: l'uscita ottica obbliga la copia dei dati a velocità 1X. Non cercatelo nei negozi, non viene più prodotto da almeno dieci anni a questa parte. Se avete culo lo trovate usato.

In subordine, viene il minidisc. Registra su supporto riscrivibile in formato digitale compresso, con regolazione del volume sulle due entrate mic e line: non dà problemi di saturazione del suono.
Nella mia lunga carriera ho usato due minidisc: il primo è un Minidisc Sony MZ-R900, il secondo è un Minidisc Sharp AD-N70BRT. Come microfoni: ECM - DS70P (il migliore) ed ECM - 719 (meno comodo).
Il minidisc però sta scomparendo e nei negozi, alla voce "ultimo modello", troverete spesso scarti di magazzino.

PROBLEMI DEL MINIDISC: perché non esiste più?
Il primo problema, più ovvio, che è il minidisc salta in seguito agli urti (molto meno di un cd, ma comunque salta) e vi lascio immaginare la bellezza di tutto questo ad un concerto.
Ciò che però ha condannato DEFINITIVAMENTE il minidisc all'estinzione è la SCARSA (NULLA) USABILITÀ DEI FILE che vengono registrati.
I minidisc "classici" hanno entrata ottica ma non hanno uscite digitali di alcun tipo. Quindi, anche volendo, è impossibile copiare digitalmente i file su pc: cavo analogico, play da una parte, rec dall'altra, 80 minuti di agonia e bestemmie per poi avere una qualità analogica.
Quando riuscite a trovare uno di quei rarissimi minidisc che hanno un'uscita ottica, potete collegarla con un rarissimo cavo ottico alle rarissime schede audio che hanno un'entrata ottica: in questo caso la copia è digitale ed il formato risultante è scelto da voi (es: wav/mp3). Tutto bene, ma la velocità di download è sempre 1X (quindi, per copiare un disco pieno occorrono 80 minuti).
Una terza possibilità è trovare quei PIÙ rarissimi minidisc che hanno un'uscita USB: si tratta degli ultimi modelli, prodotti appena prima che lo standard diventasse obsoleto. Anche qua però non sono rose e fiori: vi dovete installare il cazzo di programma del minidisc (per Win o Mac: Linux soka) perché senza non funziona. A questo punto potete copiare i file in maniera veloce via USB... ma non serve a un cazzo perché i file sono in formato OGG (ATRAC) e vi ci potete pulire il culo: un programma funzionante che converte da OGG (ATRAC) ad MP3/WAV non esiste. Raccolgo comunque il suggerimento di Fausto Suppo e vi invito a visitare questa guida per la conversione da OGG ad MP3. Io ho provato e non va un cazzo. Voi magari avete più fortuna.

Negli ultimi anni, ridendo e scherzando, è arrivata l'era dei registratori WAV/MP3.
Finalmente permettono di registrare in formato digitale non compresso (inutile comprimere in mp3, data la capienza: un concerto di 90 minuti sta tranquillamente in un disco da un giga senza bisogno di compressione), la copia dei file è veloce (tipicamente USB) e comoda (di norma vengono visti come unità disco esterne, quindi non richiedono driver proprietari).
Tutto bene quindi?
No, un KAZZO: la maggior parte dei modelli NON HANNO LA POSSIBILITÀ DI REGOLARE IL VOLUME D'INGRESSO, quindi ai concerti potete prendere la registrazione e buttarla nel cesso!!! Perdipiù, di norma NON POTETE COLLEGARE UN MICROFONO ESTERNO: dovete usare quello interno che è una MERDA!!!

Fanno eccezione alcuni modelli di I-RIVER. Il nome vuol dire tutto e niente, sono una grande famiglia di registratori digitali assolutamente eterogenei tra loro. Sui cataloghi online risultano esistere i-river che supportano mic esterno e line in, con regolazione del volume in entrata, che, a conti fatti, sarebbero l'ideale.
Sui cataloghi.
Nella realtà questi modelli non esistono.
Quindi: il mondo ODIA la qualità.

Ricevo da Mr Furio Terzapi la segnalazione di un nuovo registratore digitale chiamato EDIROL R-09. Sembrerebbe perfetto: regolazione volume in ingresso, entrate mic e line, formato WAV su scheda SD. E sembra anche piccolo e maneggevole. Nei negozi naturalmente NON si trova, però risulta acquistabile tramite cataloghi onlain per la modica cifra di - sticazzi - 400 euro.
Che dire... provate e fatemi sapere! :)

3. DA ANALOGICO (es: CASSETTA) AD HARD DISK

Se il sorgente è già in digitale e potete copiarlo su hard disk, fate una danza di ringraziamento (se siete giovani donne spogliatevi, rotolatevi nella Nutella e mandatemi il filmato) e poi saltate al punto 4.

La calabria nasce se il sorgente è su nastro (audiocassetta) e dovete passarlo su cd.
Ma insieme ce la faremo!
Forse...

Ecco cosa vi serve:
  • Un lettore di cassette con almeno un'uscita (va benissimo un'uscita cuffie come quella dello stereo o del televisore ma, per le videocassette, è perfetta anche la scart del videoregistratore).
  • Un computer con almeno un'entrata (possibilmente di tipo LINE e non MIC).
  • Un cavo che colleghi l'uscita del lettore di cassette con l'entrata del computer (e non mi scrivete per dirmi che non si trova perché si trova ovunque, anche a casa di PiombinoKastrox).
  • Un programma di acquisizione e audio editing (io uso Goldwave e mi trovo bene, ma fate un po' voi...)
Se state leggendo questo file da internet significa che avete un computer, e questo è un dettaglio non trascurabile.
Se avete anche una scheda sonora e la scheda sonora ha un ingresso, siamo a cavallo.

Prendete la vostra bella cassettina ed infilatela nel lettore. Ora tiratela fuori e rimettetela dentro dalla parte giusta. Bravi! Se disponete di un impianto stereo di alta qualità e dotato di equalizzatore fatene buon uso.

Equalizzatore
Anti "effetto botte" (per nastro)


Quello della figura è il settaggio che uso di solito sul mio stereo per eliminare il rimbombo del cosiddetto "effetto botte" delle cassettine live. Ma per l'equalizzazione non c'è una regola fissa... seguite il vostro orecchio e vi troverete in una botte di ferro. Piena di merda.

Ora prendete un cavo audio che entri da una parte nell'entrata LINE del pc (non MIC, possibilmente...) e dall'altra parte nell'uscita CUFFIE dello stereo (se invece delle cuffie usate l'aux/line out, l'equalizzazione sarà resettata al default dello stereo... cazzi vostri).

Ora aprite il programma di editing audio (es: goldwave), createvi un file stereo 16 bit 44100hz vuoto, lungo quanto il lato della cassettina, premete play sullo stereo, premete rec sul computer e... registrate!
Ecco, ora rifate tutto da capo perché avete tenuto il volume troppo alto ed è venuto un cesso. Dopo la quarta volta, magari fate prima una prova volume: l'ideale è non superare la metà dell'indicatore. Ma se volete rifare tutto una quinta volta non c'è problema.

A questo punto avete un file su hard disk che si dovrebbe sentire esattamente come lo sentivate voi nello stereo. Se la qualità è peggiore, il vostro computer è un cesso oppure voi siete irrimediabilmente handicappati. Cambiate hobby, vi consiglio la collezione di caccole. Vi posso dare una mano se avete bisogno...

Se volete migliorare ulteriormente la qualità della registrazione, potete usare i filtri che il programma vi mette a disposizione.
Ma prima di filtrare controllate che il volume massimo del file non superi la metà (50%) del livello: il filtraggio può aumentare DRASTICAMENTE i picchi di volume, e questo non è bello.

Filtri di Goldwave
I filtri di goldwave


In goldwave avete diversi filtri: l'equalizzatore, il "bandpass-stop" per segare le frequenze che vi stanno sui coglioni (cambia a seconda della registrazione...) e il "noise reduction", che si comporta esattamente come le "bombe intelligenti": cerca di segare solo il fruscio e solo dove serve, e finisce per fare un troiaio. Ma in fondo anche questo è amore.

Come ultimo passaggio MASSIMIZZATE IL VOLUME (ogni programma decente ha l'opzione "maximize" o "normalize", che calibra il volume in modo che i picchi raggiungano il 100%, o il 98% per i puristi del mio cazzo).

Se volete, potete anche usare la cosiddetta "compressione del volume", ovvero livellare il volume in modo che ci siano pochi sbalzi. Fate attenzione, però: facendo così il fruscio residuo rischia di assumere un andamento "ondulatorio" che potrebbe essere fastidioso.

Boh, ora basta, mi son rotto i coglioni, qualunque cosa abbiate combinato fino adesso va bene così, cazzi vostri! Salvate in formato WAVE (sempre 16bit 44100hz stereo) e passate al punto 4.

4. DIVISIONE IN TRACCE: DIFFERENZA TRA MP3 E CD AUDIO

Se volete conservare il vostro bootleg in mp3, per dividere in tracce semplicemente splittate (x handicap: splittare un file = dividerlo) il file grande in tanti file più piccoli, uno per ogni traccia, possibilmente usando il buon senso. Poi salvate in mp3 col vostro programma preferito... ed avete finito! A questo punto, se siete giovani donne spogliatevi, buttatevi in una vasca piena di Cointreau e mandatemi foto e filmato. Altrimenti saltate direttamente al fondo della pagina, dove c'è scritto "fankulo".

Se invece volete realizzare un CD AUDIO, NON SPLITTATE IL FILE SORGENTE per dividerlo in tracce: il file deve rimanere unico!!!

PERCHÉ È BENE NON SPLITTARE IL FILE SORGENTE
Quando si crea un cd audio, sono settati a zero (= silenzio) gli ultimi bit di ogni file WAV per farlo combaciare con la dimensione esatta richiesta dal cd. Questione di millisecondi, certo, però al termine di ogni file (traccia) vi ritrovate un "buco" che produce un piccolo scoppiettio che è bello ricordare onomatopeicamente con la dizione "POP", "TIC" o "ZKXT".

A questo punto di solito nella testa di qualche idiota si accende una lampadina, ed arriva la domanda: "Ma io l'ho sempre fatto con gli mp3 scaricati da internet, li ficco su cd audio senza problemi, perché con il bootleg non funziona?"
Caro qualche idiota, dipende dai file! Le tracce registrate in studio generalmente iniziano e finiscono con un silenzio. Quindi, se gli ultimi millisecondi del file 1 ed i primi del file 2 sono silenziosi, abbiamo, in sequenza:
  • gli zeri del silenzio con cui si conclude "naturalmente" il file 1
  • il "buco" che viene creato artificialmente al fondo del file 1, che è una sequenza di zeri
  • gli zeri del silenzio con cui inizia il file 2
Quindi avete un'unica sequenza di zeri e non percepite alcun disturbo.
Peccato che voi ora invece state facendo un bootleg, in cui NON ci sono momenti di assoluto silenzio tra un brano e l'altro. Se poi cercate di dividere un medley, ottenete una catastrofe.

Se proprio volete a tutti i costi splittare il file, cercate punti ricchi di applausi: il disturbo, quando c'è, ha un suono molto simile ad un battito di mani, perciò può passare inosservato.
Esistono anche dei trucchi per smanettoni, tra cui lo studiare la forma dell'onda e splittare in modo indolore cercando gli zeri, oppure splittare in modo che la dimensione del file combaci esattamente con quella richiesta dal cd. Ma, se potete... NON SPLITTATE IL FILE! Grazie.
Tutti i programmi decenti di masterizzazione consentono di scrivere un cd partendo da un unico file audio, a cui viene associato un file di testo che contiene l'indice della divisione in tracce. Questo file è chiamato CUESHEET (estensione .CUE)
Sono compatibili con questo formato: CDRWIN3 (non i successivi), ALCOHOL 120% e NERO, dalla versione 6 in poi.

Il file .cue lo potete editare in modo libero con qualunque editor di testo, notepad (blocco note) compreso, ma io uso UltraEdit perché ce l'ho duro. Probabilmente esiste anche qualche editor "specifico" per scrivere il file .cue, ma non mi sono mai messo a cercare: il FORMATO CUESHEET è veramente intuitivo!

FILE "C:\WAVS\BORGOMANERO.WAV" WAVE
TRACK 01 AUDIO INDEX 01 00:00:00 TRACK 02 AUDIO INDEX 01 02:51:10 TRACK 03 AUDIO INDEX 01 10:03:40 TRACK 04 AUDIO INDEX 01 14:51:25


Il file "borgomanero.wav" è diviso in quattro tracce, la prima inizia a 0:00:00, la seconda a 02:51:10, la terza a 10:03:40, la quarta a 14:51:25.

Il primo valore indica i minuti, il secondo i secondi.
Sembra tutto logico e semplice, vero?
E invece NO: il terzo valore non è in centesimi di secondo ma in 75esimi!
Perché? Semplice: L'INVENTORE DELLO STANDARD È UNO STRONZO!!!

(Se non volete perdere tempo a fare i conti, vi ricordo che zero centesimi = zero settantacinquesimi. Ma non ditelo a nessuno).

5. MASTERIZZAZIONE DA FORMATO CUESHEET (formato .WAV + .CUE)

Ora prendete un programma di masterizzazione che supporti il formato immagine .cue (Cdrwin3, Alcohol 120%, Nero...)

Nero6
L'interfaccia di Nero 6


Aprite l'immagine .cue che vi siete salvati, bestemmiate perché non vi ricordate in quale directory (ops... cartella) l'avevate salvata (ma tanto voi usate la cartella Documenti oppure il Desktop, che figata!) poi RIbestemmiate perché sicuramente vi dà qualche errore. Nessun problema, ripetete tutto da capo finché non ve ne dà più.

Bravi, ora prendete un cd vergine, mettetelo nel masterizzatore, toglietelo, rimettetelo dalla parte giusta, cliccate su "Rec" e toccatevi finché il cd non è finito.
Durante la masterizzazione si consiglia di sospendere la navigazione nei siti porno perché potrebbe turbare la serenità del masterizzatore.
Si consiglia anche di non far vibrare il masterizzatore.
Se proprio volete fare qualcosa mentre aspettate, disegnate cippe di cazzo sulla custodia del cd.

Una volta finito il cd, provate ad introdurlo nello stereo.
Ok, ora toglietelo e rimettetelo dalla parte giusta.
Si sente qualcosa? BRAVI!!!
Se avete ultimato questo procedimento con successo, COMPLIMENTI!!!
Siete meno handicappati del mio amico Attila che non c'è ancora riuscito!

Altrimenti rivolgetevi al CEPU! Nel dubbio... fankulo! :)

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