LE PREMESSE
Per i normodotati, l'estate incomincia il 21 giugno, il giorno più LUNGO dell'anno.
Nel nostro caso, invece, anche la bella stagione era nata ritardata:
era iniziata il 18 luglio, dopo
l'orale di Analisi1.
Da allora, avevamo fatto l'impossibile per rendere ancora PIÙ INUTILE ogni giornata, ogni ora ed ogni minuto... inventando i PACCHI per Agosto.
C'era chi voleva fare
l'
InterRail
e girare l'Europa in treno, c'era chi voleva affittare una barca e girare il Mediterraneo, c'era chi voleva affittare un pulmino hippie azzurro e girare il MONDO... e alla fine
TUTTI sarebbero andati in vacanza coi GENITORI.
La maggior parte finiva comunque al mare (tipicamente Liguria) o in montagna
(
Ronco
o val di Susa). Quindi, Joco sarebbe andato
in CAMPAGNA in SICILIA: la casa dei suoi era
nel BARICENTRO dell'isola, il punto più LONTANO possibile dalla vita, dalla pheega e dal mare! E si stupiva tantissimo del fatto che nessuno volesse venirlo a trovare.
E va be'... prima che arrivasse Agosto e quindi soka, c'era un appuntamento da rispettare:
la prima festa di AntiNaja del '95!
Avevamo passato il primo esame dell'anno, cazzo!!!
Al posto della classica pizzata, Nichel voleva a tutti i costi okkupare la casa in montagna di Joco a PRAGELATO, che tanto era vuota.
E Joco, ogni volta, rispondeva:
"Ok, tranqui, domani si va!".
Lo ripeteva puntualmente, con la sua vocina stridula, giorno dopo giorno in maniera ricorsiva, in modo da generare un ciclo continuo di pacchi per rimandare la partenza all'infinito.
Così,
sabato pomeriggio decidemmo di darci appuntamento da Mandingo, per fare il punto della situazione.
Sembrava una buona location, perché non c'erano i suoi ed
era a metà strada tra tutti! Solo all'ultimo momento, Joco annunciò che COMUNQUE avrebbe fatto PACCO... e
Nichel disse che
COMUNQUE sarebbe passato prima da casa mia, perché
non era in grado.
Per capire fino in fondo quant'è handicappato, allego la cartina.
Sabato 22 - MEETING DA MANDINGO
La labirintite di Nichel aveva corrotto la tabella di marcia, ma il PEGGIO doveva ancora arrivare:
casa Mandingo NON aveva il citofono!
Mandingo ci aveva detto di fargli uno squillo dalla cabina... ma ci sembrava banale. Così,
ci mettemmo ad URLARE "MANDINGO!" sotto la sua finestra, talmente forte che si affacciò tutto il palazzo... e, per ultimo, Mandingo!
Con ODIO, ci lanciò le chiavi dal secondo piano, pensando di poterci eliminare così, come se niente fosse, dopo quattro giorni che ammazzavo mostri in Doom 2.
Comunque, non mi presentai a mani vuote: con aria solenne, consegnai a Mandingo una cosa che cercava da tempo, cioè una copia in anteprima di
Windows 95, il nuovo sistema operativo.
Reclamizzato come un prodotto rivoluzionario, Windows 95
era un vero, autentico PACCO: ci metteva un'eternità a partire, fotteva un sacco di risorse e non dava il minimo controllo sui file né all'utente né ai programmi, che passavano il tempo a sminchiarseli a vicenda, per puro divertimento.
Quindi, non solo
Windows95 si piantava spesso... ma
ogni volta che si piantava, lasciava casino sull'hard disk... e
la volta dopo si piantava DI PIÙ!
Rispetto alle altre cagate, tipo OS/2 Warp, aveva
un solo pregio: smanettando su autoexec e config,
si poteva far partire il computer direttamente in Dos 7, senza precaricare Windows... e quello funzionava bene.
Per gli handicappati, però, c'era il comando spregio:
"riavvia in modalità Ms-Dos"... ed era la morte, sia di Windows sia del Dos.
"GRAZIE, MAROK! - esclamò Mandingo, contentissimo
- GRAZIE, FIGATA!"
"Prego, non c'è di che. Ma ti AVVISO che installarlo è un CASINO. Fa' attenzione, procurati prima TUTTI i driver di TUTTE le schede, stampanti, scanner, cazzi e mazzi, perché plug and play un CAZZO... e, MI RACCOMANDO, fai backup!"
"Sì, sì, lo so, lo so!"
E va be'... adesso le energie andavano spese per
il progetto finale, cioè
trovare il modo di convincere JOCO a sacrificare la casa a Pragelato!
"Minchia, ma voi siete due handicappati! - ripeteva Nichel
- JOCO non è da CONVINCERE, JOCO è CIUCCIO! Si lamenta? BASTONE e CAROTA, BASTONE e CAROTA e va avanti! Dobbiamo piombare a casa sua a Torino, ficcarlo nella sua macchina, dirgli VAI AVANTI, CIUCCIO, VAI AVANTI, e lui ci porta a Pragelato!"
"Boh... - commentai, dubbioso
- Dite che
quella macchina
ci arriva a Pragelato?"
"Ma che CAZZO te ne fotte! Joco è CIUCCIO, scende e SPINGE. In SALITA! E noi SOPRA, a prenderlo per il CULO! Bastone, carota, bastone, carota, vai avanti, ciuccio, vai avanti, bastone, carota, vai avanti, spaccati il culo, spingi la macchina, spaccati il culo..."
"Va be', dai... - intervenne Mandingo
- Diciamogli che per il compleanno gli regaliamo l'automobile nuova. E a Nichel la pheega. E a Marok un PENTIUM! Oh, chi è il primo di voi che fa gli anni?"
"Io li faccio il 21 giugno! - rispose Nichel
- Il primo giorno d'estate!"
"Io il 28 settembre... - esclamò Mandingo
- come Confucio!"
"E io il 22 luglio - aggiunsi
- Perché 22/7 fa 3 e 14!"
Ci fu un attimo di imbarazzato silenzio.
"Vi giuro... provate! - continuai
- 22 diviso 7 fa 3,14... PI GRECO! Ohu, è vero!"
Mandingo indicò un oggetto alle mie spalle... era un calendario.
"BUON COMPLEANNO!" disse.
Cazzo...
OGGI era il 22 luglio!
"CAZZO... - esclamai
- CAZZO! HO VENT'ANNI!"
"AUGURI!!!"
"AUGURI un CAZZO! - urlai
- MI HAI PROMESSO UN PENTIUM!!!"
"FANKULOOOOO!!!"
"FOTTITI!!!"
"SOOOOOOOKA!"
Sarebbe stato un bel momento per brindare, ma
a casa di Mandingo non c'era NULLA di NEANCHE VAGAMENTE ALCOLICO... e quindi
ci mandammo affankulo così, bevendo SPRITE.
Passammo il resto della giornata a giocare ad
Outrun,
un simulatore di guida che piacque molto a Nichel perché
"se bocci al massimo rallenti" e perché la macchina, nel sedile del passeggero, aveva della pheega.
Naturalmente, a fine serata, non avevamo deciso ASSOLUTAMENTE un cazzo! Era stato un giorno DAVVERO inutile... uno dei migliori compleanni della mia vita.
Domenica 23 - SE JOCO NON VA ALLA MONTAGNA...
Ormai, era ufficiale: Joco non aveva più cazzi di andare a scuola, almeno fino a settembre... e questo mandava in frantumi la vecchia routine.
Avevamo passato MESI, in aula PC, Nichel da un lato e io dall'altro, a ripetere in coro:
"VAI AVANTI, CIUCCIO, VAI AVANTI, VAI AVANTI, SPACCATI IL CULO, BASTONE, CAROTA, BASTONE, CAROTA!" e a cantare
le canzoni di MiOpiO,
tutto il giorno tutti i giorni, mentre Joco, muto, faceva il laboratorio per tutti.
MiOpiO ci aveva ribattezzato
"GESÙ CRISTO e i due LADRONI", McLaud invece ci chiamava
"IL TRIO MELODY", perché facevamo talmente CASINO che ci si sentiva per tutto il dipartimento.
Così, dopo un rapido consulto telefonico, Nichel mi convinse ad andare a
rompere il cazzo a Joco direttamente a casa: almeno eravamo sicuri di trovarlo, perché passava giorno e notte a smanettare sull'Amiga ed usciva dalla camera solo per mangiare e andare al cesso.
Prima, però, telefonai a
Mandingo... e mi rispose il fratello, Birillo, dicendo che l'essere
era in montagna a Rubiana, CON IL COMPUTER, e fino a settembre non sarebbe sceso per nessun motivo MAI. Peccato.
Lunedi 24 - ASSISTENZA TECNICA
Lunedì mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, e trovai un messaggio in segreteria:
"Ciao Marok! Mi puoi portare per piacere, guar... è una cosa veramente importante, il win 3 e 11? Cioè Windows 3.1? 3.11? Perché, niente, c'è UN TIPO che ha installato Windows 95 e gli è andato tutto a puttane..."
Ok, Mandingo aveva provato ad installare Windows 95.
E non era finita:
"...adesso ho solo il problema che ho perso il portafoglio e, fin quando non lo trovo, non mi posso muovere!"
L'immagine di Mandingo che PER DISPERAZIONE partiva da RUBIANA e veniva a CASA di JOCO a TORINO solo per avere da me Windows 3.11 era meravigliosa! Così, passai il pomeriggio a duplicare i floppy, perché col CAZZO che avrei lasciato i MIEI a MANDINGO... fankulo!
Quando pensavo che il peggio fosse passato, mi chiamò
Nichel... per dirmi che l'indomani,
per andare da Joco, sarebbe passato prima a casa mia, perché non era in grado.
E la
cartina di Torino
si suicidò.
Martedì 25: HANDICAP A CASA JOCO
L'Amiga di Joco era un computer al termine dell'universo... e non per modo di dire: se Torino è un rettangolo,
casa Joco era l'ANGOLO SUD OVEST.
Di fronte, terminava il comune di Torino... e
al di là non c'era NIENTE.
L'unico autobus che portava laggiù era il 40, che da lunedì a sabato passava ogni VENTI minuti... e domenica fankulo!
In realtà, c'era anche il 62, che era più frequente, però mollava ad un chilometro di distanza... e
Nichel ODIAVA camminare perché
"BRUCIA I MUSCOLI".
"Oh, ma possibile che per arrivare a questa CAZZO di casa non c'è UNA MINCHIA di pullman? Ma che CAZZO è, il TERZO MONDO?"
Gli rivelai del 40 quando eravamo già arrivati... la prese bene.
"Minchia, c'era un pullman? Davvero? Ma vaffankulo! A te e a me che ti do retta! Ma dove CAZZO mi porti? Minchia, a saperlo me ne stavo a Nichelino!"
Una volta dentro, riconoscemmo l'orrenda chioma capellata:
Mandingo
ci aveva preceduto! Però non dava fastidio: era lobotomizzato dall'Amiga.
Al contrario, fu Nichel ad uscire di testa:
CASA JOCO ERA LA CASA DEI SUOI SOGNI!
Nichel non riusciva a credere che Joco ed il fratello potessero dormire in una camera a testa, come se entrambi fossero figli unici. E non si capacitava di QUEL salone, coi divanetti e le poltrone appoggiati alle colonne a creare piccoli separé. Ed i balconi laggiù, in disparte, che riflettevano il tramonto ed il profilo del Monviso.
"Minchia, Joco! - esclamò Nichel
- Ma in quanti CAZZO ci vivete qua dentro?"
"In quattro... - rispose Joco
- Ma adesso i miei sono in Sicilia..."
"In CAMPAGNA in SICILIA!" puntualizzai.
"Sì... e pure mio fratello è via!" - continuò Joco -
E pure il gatto! Finalmente ho la casa libera... e NESSUNO che mi rompe i coglioni!"
La faccia di Nichel cambiò espressione... e solo allora Joco capì il GRAVISSIMO errore.
"Minchia, ma quanto cazzo siamo handicappati! - urlò Nichel -
Ma cosa CAZZO andiamo fino a Pragelato? Minchia ma facciamola qua la festa! Ma vaffankulo. E mica un giorno solo! Cazzo, facciamo tutta la settimana, invitiamo cani e porci! Minchia, compriamo casse d'alcool al discount e vedi che viene pure la pheega. Guarda qua, Joco ha pure lo stereo, cazzo!!! E questo è uno stereo che POMPA! Dai, musica A PALLA! Facciamo la festa più INCASINATA dell'anno... qualcosa che verrà ricordata negli ANNALI, finiamo pure su La Stampa, minchia, ci UBRIACHIAMO, SFASCIAMO TUTTO, dai, cazzo, figata! Telefono subito a tutti... QUESTA la casa PERFETTA! CASINO, BORDELLO..."
"Ok... - sentenziò Joco
- Andiamo a Pragelato!"
Domenica 30 - SI PARTE!
Alzarsi alle nove del mattino è sempre una rottura di coglioni, ma di DOMENICA MATTINA è una vera e propria TRAGEDIA: la notte precedente, alla Pellerina, avevo bevuto e fumato l'impossibile, per sopportare il concerto dei
Los Lobos.
Del resto, Joco non aveva voluto sentire ragioni: bisognava partire PRESTO, altrimenti c'era casino.
E va be'... salutai con un monosillabo la mia
coinquilina nera pelosa,
spalancai la finestra, uscii sul balcone e guardai fuori!
Il cielo era GRIGIO.
Mi stropicciai gli occhi e riprovai... non era un difetto della vista.
Però, cazzo. PER TUTTA LA SETTIMANA c'era stato un sole splendente, per cui la probabilità di trovare QUALCHE nuvola era dello 0,1%... e adesso
c'era uno strato di nuvole, IMPENETRABILE come la pheega!
Se non altro, in giro per Torino non c'era anima viva: in mezz'ora ero già da Joco.
Naturalmente, era una cazzata che fossimo NOI a piedi a passare da JOCO che aveva la macchina... ma
andare a casa di Joco era l'unico modo per non farlo arrivare in ritardo!
Per il resto,
a parte me e Nichel, avevano fatto PACCO TUTTI, compreso MANDINGO... che in quel momento probabilmente stava ancora cercando di mettere a posto il pc con Windows 95.
Però, era prevista una new entry:
il CUGINO di JOCO.
Era la seconda volta che Joco lo invitava... e l'altra volta era andata bene: avevamo appuntamento al cinema, era passato, si era ricordato di avere già visto il film e se n'era andato. Così, senza avvisare nessuno.
E va be', citofonai a Joco... riprovai, riprovai e riprovai... finché una vocina flebile non mormorò qualcosa! E la porta si aprì.
Joco si era appena alzato... e non era ancora arrivato nessuno!
Era ufficiale: sarebbe stata DAVVERO una giornata di merda.
I PACCHI: NON È MAI TROPPO TARDI!
Alle 10, vedendo che CONTINUAVA a non arrivare NESSUNO, persino Joco iniziò a preoccuparsi! E chiamò suo cugino.
Ci rispose la madre, incazzata NERA perché l'avevamo svegliata, e ci disse che quell'idiota di suo figlio stava dormendo della grossa, che non si sarebbe alzato prima di mezzogiorno e che poi COMUNQUE aveva da fare. Quindi, non sapeva dove CAZZO avessimo intenzione di portarlo, ma lui, con noi, NON sarebbe uscito MAI.
Ok, su DUE volte che sarebbe dovuto venire, DUE volte aveva fatto PACCO.
Da quel giorno, il cugino di Joco ebbe un nick: 100%.
"E di Nichel? - chiesi - Hai notizie?"
"Boh... - rispose Joco - So che veniva col 40... si vede che di domenica passa meno..."
"Il 40???"
"Sì... perché?"
"IL 40 NON PASSA DI DOMENICA, CAZZO!!!"
Joco scoppiò a ridere ed esclamò con fare sicuro: "Boh... dai, tra un attimo andiamo a cercarlo!"
Dopo 20 minuti, l'attimo di Joco non era ancora passato... e squillò il telefono: era Nichel.
"Ohu, com'è che sto cazzo di 40 non passa? È UN'ORA che lo aspetto!"
E fu così che passammo a recuperare l'handicappato alla fermata di Piazza Bengasi, l'ombelico del mondo.
IL VIAGGIO
Erano quasi le 11 quando arrivammo ai piedi della val Chisone... ed
il cielo faceva sempre più SCHIFO.
Joco però era contento:
"Così non troveremo un cane ad andar su!".
E fu così che, arrivati al classico punto di NON ritorno, ci trovammo TUTTI bloccati nel traffico dell'UNICA strada della val Chisone, costruita nel 1800 per un traffico di CIUCCI, che andavano avanti a BASTONE e CAROTA.
L'unica cosa che riconciliava con la vita era
la radio della
Jocomobile,
che ben presto
smise di funzionare! E Nichel iniziò la cantilena:
"Vai avanti, Joco, vai avanti! Cosa cazzo mi fai passare la giornata in macchina? Ma vaffankulo! Ma che cazzo mi sviluppa, Joco! Sorpassa, boccia, vai avanti! Vai avanti! È come nel gioco, se bocci al massimo rallenti, capito? Vai avanti! Vai avanti! Voglio il SOLE! Minchia stasera troppo Chez Nous! E si balla! VITAMINA F! Capito? Minchia, devo arrivare ABBRONZATO, e poi LENTI AZZURRE! Capito Joco? Muoviti, vai avanti, ciuccio, vai avanti, bastone, carota..."
Una veloce ispezione confermò i miei timori:
avevo dimenticato le cassette a casa!
Però, da sotto un sedile saltarono fuori gli 883... così passammo il tempo ad ascoltare:
"Sei uno sfigato!" ed
"È arrivata un'altra domenicà dopo i pacchi del sabato sera!"
Alla fine, c'era solo una cosa positiva:
il tempo era in PEGGIORAMENTO COSTANTE, quindi Nichel non si sarebbe abbronzato MAI.
I RIFORNIMENTI
Dopo UN'INTERA MATTINATA passata in macchina, Nichel ci disse che l'attività fisica gli aveva messo fame... e Joco gli consigliò di farsi un panino, comprando pane e prosciutto nell'unico negozio di alimentari.
L'handicappato ammise che l'idea era valida... e comprò TRE ETTI di prosciutto.
Poi, non contento, guardò Joco e gli chiese: "Ma sei SICURO che in questo cazzo di posto c'è PHEEGA?"
Fu in quell'istante che Joco venne assalito dalla creatura.
L'ALIENO
Lo scheletro si avvinghiò a Joco, fino ad avvolgerlo in maniera incoerente, dando l'illusione di averlo trapassato.
Mantenendo una distanza di sicurezza comunque inadeguata, esaminammo il disantropomorfo con curiosità e timore. Era altissimo, sfiorava i due metri, e le braccia, magre e lunghissime, si agitavano in un turbinio disarticolato che ricordava lo scodinzolio dei cani enormi quando uscivano di testa... oppure, a scelta, Spud.
Curiosamente, anche la voce era simile a quella di Spud... solo che non riuscivamo a capire se fosse umano! Alla fine decidemmo di no.
"Ciao! - disse l'alieno - Sapete che siete SFIGATI? Ha sempre fatto bello, fino a ieri!"
Ci prendeva per il culo PERSINO LUI!
Perfetto.
"Eh... - risposi - Colpa di Joco!"
Alien rise... e poi esclamò: "Dai, che facciamo? Vi va di venire da me?"
Alien era allegro e ospitale e la cosa fece piacere a tutti, ma soprattutto a Joco: avrebbe fatto QUALUNQUE COSA pur di NON farci entrare in casa.
CASA ALIEN
All'apparenza, casa Alien sembrava un normale appartamento di un anonimo condominio di montagna anni 60.
Al suo interno, però, si nascondeva un MONDO.
Alien aveva TRE sorelle: la prima, detta PSEUDO, occupava poco spazio, perché era alta MENO di un metro e sessanta: lei ed Alien, affiancati, facevano PAURA. Le altre due, invece, erano battezzate dagli amici con nomi che ripercorrevano la storia di un certo cinema italiano... e doveva essere un vero onore!
Sempre che uno fosse fan di Fantozzi, naturalmente.
Dulcis in fundo, c'era il piatto forte: PEPE, il cocker che MANGIAVA la MERDA!
Joco ci spiegò che Pepe era famoso in tutto il paese: appena vedeva una merda, fosse anche distante un chilometro, prendeva la rincorsa e GNAM! La inghiottiva in un sol boccone!
Poi, non contento, se ne cospargeva il muso e andava a leccare gli sfigati che incontrava.
Pepe aveva appena finito di mangiare... e ci venne incontro, per leccarci.
"Andiamo? - dissi - Nichel deve prendere il sole..."
BIODEGRADO DI MONTAGNA
Per approfittare della bellissima giornata, decidemmo di andare a mangiare in un
prato poco lontano, ai bordi del torrente Chisone.
Erano davvero quattro passi... ma Nichel volle andarci in macchina, altrimenti brucia i muscoli.
Terminati i tre etti di prosciutto, Nichel si sedette su un sasso a prendere l'ombra... senza la minima intenzione di rialzarsi fino a sera.
Joco, al contrario,
NON riusciva a stare fermo... ed era PARADOSSALE, perché
a Torino passava il giorno IN CATALESSI davanti a uno schermo.
"Ohu! - disse Nichel
- E adesso come facciamo col laboratorio?"
"Perché? - risposi
- Dici che il ciuccio a settembre non va avanti?"
"E ti pare che arriva a settembre? Ahahahahahah! Guarda!"
ODE AL SUICIDIO
Ebbene sì: Joco si era arrampicato su un condotto, a diversi metri di altezza sopra al fiume.
"Joco! - urlai
- Quando sei CREPATO ti FOTTO l'AMIGA, la FORMATTO e ci metto WINDOWS 95!"
Joco scese di corsa, guadò il Chisone a quattro
zampe in modo diversamente figato... e cercò di obbligarci a giocare a pallone.
"Non mi rompere il cazzo! - disse Nichel
- Se gioco a calcetto brucio i muscoli! Voglio prendere IL SOLE!"
"Ma non c'è il sole..."
"E mica esce se gioco a palla, ciuccio!"
Per fare contento Joco e, al tempo stesso, minimizzare la fatica, mi misi in piedi tra due alberi e dissi:
"Questa è la porta. Io non mi muovo di qua. Tirate!"
Rimasi là, immobile, a fissare il cielo, mentre Joco ed Alien lanciavano da una distanza di cinque o sei metri... con risultati superiori alle mie aspettative: ne conoscevo tanti... ma come
ALIEN
NESSUNO!
Su un minimo di TRENTA tiri, nonostante io NON mi spostassi di un millimetro,
Alien non riuscì a segnare MAI: le pochissime volte che, per sbaglio, centrava la porta, mi lanciava la palla addosso... ed ero obbligato a prenderla, perché scansarla era fatica.
Quindi, non riuscivo a crederci: per la prima volta nella vita, avevo trovato qualcuno ancora più handicappato di me a giocare a calcio... ero commosso!
Di sole, intanto, neanche a parlarne.
Così, andammo avanti per un po', finché non ci caddero i coglioni a terra e decidemmo di tornarcene affankulo a Torino.
ADDIO!
L'idea di ritornare in città era davvero originale: era strano che l'avessero avuta anche tutti gli altri diversamente figati della val Chisone, tra cui i GENITORI di Alien.
"VENGO ANCH'IO!" disse Alien.
"NO, TU NO! - risposero i suoi
- Non c'è POSTO in macchina. Siamo già in CINQUE... e tu sei il SESTO!"
"E io? Come torno a Torino?"
"Ah boh. Fatti portare dai tuoi amici... o fattela a piedi. Ciao!"
Alien si girò verso di noi, provò a simulare uno sguardo pietoso con risultati terrificanti... e disse:
"Avete posto in macchina?"
E così, due macchine diversamente figate partirono in direzione Torino, per rimanere DUE ORE bloccate nel traffico della val Chisone.
"Ohu! - dissi ad Alien -
In che parte di Torino abiti?"
"Dove sta Joco!" rispose.
"Ah, lo stesso quartiere?"
"Ma no, esattamente SOPRA casa sua: lui è al quarto piano e io al settimo!"
"Cioè, siete VICINI DI CASA sia in montagna sia in città?"
"Sì, perché? Che c'è di strano?"
Effettivamente, era meglio non porsi troppe domande... tantopiù che ero contento: in tutto il giorno, Nichel non era riuscito a prendere neanche UN raggio di sole!
Era davvero stata una delle giornate più inutili di tutta la nostra vita.
Alla fine, arrivammo a Torino prima dell'una: passavano ancora i pullman... e il più contento era Joco, altrimenti avrebbe dovuto riportarci a casa.
Ancora non sapevamo che, nel giro di due settimane, la vita ci avrebbe riservato una nuova sfida... ma quella è
un'altra recensione!
Per il momento, andate tutti montanamente ed alienamente affankulo.