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Come ho passato l'orale di Analisi 1 - Diversamente giugno: 18/7/1995


Martedì 20 Giugno - PER UN BUON ESAME...
Un calcio nei coglioni, la birra analcolica, guardarsi allo specchio e Berluskoni, al confronto, riconciliavano con la vita: la sveglia aveva suonato alle OTTO!
Forse anche prima... fankulo, la posta in palio era TOTALE: oggi avrei dato l'orale di Analisi1.

Non avevo dubbi, l'avrei passato... ma l'ansia non mancò di tenermi compagnia alla fermata dell'1. Poi salì con me sul tram e restammo in fondo, a contemplare le rotaie, i platani, gli sfigati, le montagne e corso Francia che scivolava via.

Misi le cuffie, ma non feci partire il walkman. Lo tenni così, spento, e l'ansia apprezzò: il brusio d'ambiente era la tela ideale su cui dipingere il quadro di quello che sarebbe stato il mio futuro, se mi fossi fatto SEGARE. Ed il cazzeggio sarebbe finito, per sempre.

L'ansia mi invitò a controllare di avere libretto, carta e trattopen e di avere chiuso bene lo zaino. Mi indicò piazza Statuto, era ora di scendere! Mi suggerì di controllare di non aver dimenticato niente sull'1 e che non ci fossero deviazioni sulle linee del centro per manifestazioni, crolli, terremoti, inondazioni e cavallette e poi, rimasta a corto di idee, salì con me sul 13.

Appoggiai la barba fuori dal finestrino ed annusai l'aria: era il 20 giugno, ultimo giorno di primavera... e dappertutto, a Torino, c'era voglia di estate.
In via Pietro Micca, i vecchi portici erano foderati di nuovi manifesti che GRIDAVANO cazzeggio: tra la Pellerina, Collegno e i Murazzi, ci sarebbero state musica e Calabria tutte le sere... non vedevo l'ora che fosse luglio, cazzo!

Per UNDICI mesi su DODICI, questa minchia di città faceva CAGARE.
Sì, c'erano anche bei locali... tipo l'Hiroshima, che si nascondeva in un cortile di via Belfiore e cercava di fare concerti, districandosi tra i tossici di San Salvario ed i vecchi che scassavano la minchia; c'erano i giovedì erasmus di Zona Castalia, che attiravano sciami di pheega che comunque ci skifava con umiliazione anche da bevuta, fumata e ipnotizzata; c'erano i pochi Centri Sociali degni questo nome: l'Askatasuna, i Murazzi, El Paso e il Gabrio, ed erano una benedizione... però organizzavano solo piccoli eventi. Sabato scorso, per esempio, Betty la Cannata ci aveva trascinato al Gabrio a vedere un gruppo che si chiamava "HIsonz Street Band", perché aveva la sala prove in via Isonzo... così, giusto per dire il livello di disperazione.

Poi arriva LUGLIO ed è TUTTO meraviglioso, fantastico, bellissimo... per 31 giorni! Poi c'è AGOSTO, la gente se ne va al mare, in montagna o affankulo e la città MUORE, fino all'estate successiva.

E va be'... mancava poco. Pregustai il profumo dell'erba che mi sarei fumato quella sera, per festeggiare il primo esame AntiNaja del '95.
Pregustai il racconto: ne avrei pubblicato uno al mese, per tutto il '95... e in quel momento stavo vivendo giugno! Dai, cazzo, era un giorno epico, figata!!!
Poi l'ansia mi svegliò: eravamo già in piazza Castello.

Controllato libretto, carta, trattopen, zainochiuso, nientelasciatosultram, mi incamminai per la galleria Subalpina, sbucai in piazza Carlo Alberto e salutai Palazzo Campana, in tutta la sua decadente bellezza.
Sulla parete di fronte, c'era appeso un manifesto enorme: martedì 20 giugno 1995, al Palastampa di Torino, concerto di MARCO MASINI.

Ma porca troia... e va be', toccandomi le palle, mi inchinai e sorrisi: ero pronto per il mio appuntamento col destino.
PALAZZO CAMPANA
Per la verità, ero in anticipo... così mi fermai a contemplare il settecentesco Palazzo Campana: era SPORCO, FATISCENTE e rivestito di IMPALCATURE abbandonate da decenni al loro destino, che era quello di essere inutili.
Là attorno, c'erano strade piene di vita e Palazzo Campana passava il tempo ad osservarle, custodendo storie e leggende per un pubblico formato da NESSUNO, perché veniva skifato dal resto di Torino, compresi tossici, barboni e disadattati sociali.
In altre parole, Palazzo Campana ero io, in formato palazzo.

Avrei passato le giornate, là dentro. Ed invece, Palazzo Campana era la sede di tutte le Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, TRANNE Fisica ed Informatica... cioè NOI.
Fankulo.

Eravamo convocati là solo per gli orali di matematica, perché i prof volevano giocare in casa ed era un bene: a Palazzo Campana non mi avevano mai segato... e, me lo sentivo, non mi avrebbero segato MAI!

Del resto, per avere paura dell'orale di Analisi1 bisognava essere coglioni: la prof faceva SEMPRE le STESSE domande... bastava sapere quelle!
Invece, c'era gente che si era seguita DAVVERO il CORSO... assurdo.

Il Filosofo, ad esempio: si era iscritto a una roba chiamata "Filosofia ad indirizzo informatico"! Per evitare Naja gli sarebbe bastato dare un paio di esami ridicoli a Palazzo Nuovo!!! Ed invece aveva voluto seguire TUTTO il corso di analisi1.
TUTTO!
Però ci aveva lasciato in eredità i suoi leggendari appunti... che erano la TRASCRIZIONE LETTERALE di tutto quello che la prof aveva detto a lezione. Erano un numero di pagine esorbitanti... e NICHEL, per paura di Naja, se li era STUDIATI!
L'orale gli era andato da Dio, aveva preso 25, ero felice per lui... ma, cazzo, MAI nella VITA!
A me era bastato leggere UNA volta gli appunti del Filosofo ed il Rodino, che sarebbe il libro di testo: avevo ricavato venti pagine, mi ero imparato quelle e fankulo! E Joco e Mandingo avevano studiato sulle fotocopie del MIO riassunto, quindi erano riusciti a fare ancora MENO fatica di me... quando l'allievo supera il maestro!

L'ansia mi indicò l'orologio con la calcolatrice: 8:45... basta cazzate, era quasi ora.
Salimmo le scale, io e l'ansia, fino all'ultimo piano di Palazzo Campana: a destra c'era biologia, un dipartimento formato interamente da pheega!
Quindi, svoltai a sinistra.
POCO MULTI, MOLTO MEDIALE
Trovai facilmente l'aula: per localizzare informatici in un ambiente serio, basta seguire il CASINO.
Semmai, il problema era un altro: né Joco né Mandingo erano ancora arrivati... e non conoscevo NESSUNO!

"Ciao! - dissi a uno sconosciuto - In quanti siamo oggi a dare l'esame?"
"Dipende... che corso sei?"
"B!"
"Fico! Sei il PRIMO!"
"CHE COSA???"
"Se vuoi, anche l'ULTIMO... comunque ci sei SOLO TU!"
"..."


L'ansia mi indicò la lavagna, c'era un altro bivio: "Corso B a sinistra, corso A a destra!"
Nella metà sinistra dell'aula non c'era NESSUNO: non solo NESSUNO del mio corso avrebbe dato l'esame, ma NESSUNO era NEMMENO venuto a GUARDARE l'esame! C'ero davvero SOLO IO... era la PRIMA volta che mi capitava una cosa del genere.
Ma che CAZZO di fine avevano fatto Mandingo e Joco?
E tutti gli altri?

Posai il culo in prima fila, di fianco ad una finestra altissima che, nella simbologia di Palazzo Campana, indicava "suicidio".
Poi arrivarono le prof, corso A e corso B, puntuali come la cartolina di Naja.
L'APPELLO
Non avrei saputo dire quale delle due VECCHIE fosse più VECCHIA o più cattiva: entrambe erano anziane, basse e avevano lo sguardo incazzato ogni volta che vedevano un informatico. Cioè, nel nostro caso, SEMPRE!
No, mi correggo... l'unica vera nazista era comunque la nostra, si vedeva!
Sarebbe stata una bella recensione.

"CORSO B, CHI È IL PRIMO?" chiese la prof B, guardando l'insieme AulaMetàSinistra, composto da {UN solo elemento}.

Si andava in scena.

"Eccomi..." risposi, camminando con passo veloce e mandando affankulo Mandingo, Joco e tutti gli stronzi col cognome compreso tra Faà e Nuzzuzzuzzu che erano rimasti a casa.
L'ORA X
Mi sedetti all'estremità della cattedra, lato sinistro per chi guardava dal pubblico.
Cioè, NESSUNO.

"BUONGIORNO! - disse la prof - CON COSA INIZIAMO?"

Non era cortesia: la prima domanda era a scelta dallo studente e chi la sbagliava era SEGATO! Così gli orali duravano meno.

"Teorema di esstenz... di... esistenza degli zeri"

Porca troia... ero talmente teso che non riuscivo neanche a dire il TITOLO!
Al confronto, Fantozzi poteva tenere arringhe in tribunale.

"PREGO!" esclamò impassibile, con sguardo nazista.

Stappai il trattopen ed enunciai il teorema. Adesso che avevo la penna in mano, ero a mio agio. Con voce finalmente chiara, declamai l'ipotesi e...

"STIA ZITTO E SCRIVA!" urlò la prof.
"Eh? Ok..."

Il Teorema dell'Esistenza degli Zeri era facile: diceva che, se una funzione è continua e dà risultati prima positivi e poi negativi, in mezzo c'è senz'altro un punto in cui vale ZERO. E si dimostrava in modo ricorsivo: l'intervallo veniva diviso a metà fino a trovare lo zero... l'avrebbe saputo tradurre in codice CHIUNQUE, compreso il Pazzo!

E poi, soprattutto, adoravo quel nome: "ESISTENZA DEGLI ZERI"... sembrava parlasse di me.

"Ok... - dissi - Ho finito. La dimostrazione è di tipo DICOTOMICO, cioè divido il problema in due. Chiamo c1 il punto medio tra a e b. Se f(c1) vale zero, be', ho finito. Altrimenti, potrei ripetere ricorsivamente infinite volte..."
"INFINITE VOLTE? LEI VUOLE RIPETERE INFINITE VOLTE?"
"Io? No! Potrei, invece..."
"POTREBBE?"
"Eh? Nonò, per carità. Non lo faccio! Mi lasci finire... NON ripeto infinite volte, ma mi fermo ad un massimo di n volte, con n > log2 ((b-a)/ε), dove..."

"SENTA... LEI NON HA IDEA DI COSA SIA UN LOGARITMO!"

Mi voltai verso di lei, cercando di cogliere dell'ironia!
Non c'era.

"LEI RAGIONA COME UN INFORMATICO... SI VEDE!"
"Sì, lo confesso... ma so cos'è un logaritmo! È l'esponente elevato al quale la base vale quel numero!"
"VALE QUEL NUMERO?"


Calma.
Respiro.
CAGACAZZO! CAGACAZZO!!! CAGACAZZø¤º°`°º¤ø,¸¸,ø¤º°`°º¤ø!!!

"Chiedo scusa, mi correggo... TENDE a quel numero..."

Ero già cascato nelle sue PARANOIE di MERDA allo scritto. E porca troia, la conoscevo, adesso avrebbe fatto una domanda impossibile, in modo da segarmi... ero pronto al peggio.

"MI CALCOLI IL LOGARITMO IN BASE 2 DI 1000!" urlò, con ODIO.
"9,9!" risposi, senza battere ciglio.

La prof mi guardò BASITA.
Era un misto tra una vacca che vede gli alieni che le sparano il raggio traente in culo ed Alessandro Haber che si ritrova con il cazzo di fuori davanti alla telecamera di Scherzi a Parte.

In realtà, il trucco era semplice: ogni nerd sa a memoria le potenze di 2.
2 alla 10 fa 1024, 1000 è meno di 1024... quindi il logaritmo fa 9,9.
O, meglio, pardon, scusatemi tantissimo... TENDE a 9,9.

"Controlli, se vuole..." continuai.

Per la prima volta da quando era entrata in quell'aula, la prof sembrò smarrita: sono soddisfazioni!
In un attimo, però, riprese il controllo.

"SENTA... - disse la vecchia - COME LEI CERTAMENTE SAPRÀ, LO SCRITTO È VALIDO PER DUE APPELLI ORALI. QUINDI LEI PUÒ TORNARE IL MESE PROSSIMO, SENZA PERDERE LO SCRITTO..."

L'ansia mi salutò: mi disse che andava in vacanza... lei che poteva.
Però mi avrebbe mandato una cartolina! Tipo quella di Naja.

"ALTRIMENTI - continuò la nazista - POTREMMO ANCHE ANDARE AVANTI... MA CHIARAMENTE NON PRENDERÀ UN BEL VOTO!"

Ma era seria?
Mi voltai verso la classe... ed apparve JocoJoco. Non saprei dire da quanto fosse lì, forse era appena entrato... e la sua faccia era tutta un programma.

"Se non disturba - dissi - andrei avanti!"
"MA... È SICURO?"


Ma soooka! Non ero lì per il voto... ero lì per SCAMPARE NAJA!

E COL CAZZO che avrei buttato nel cesso il luglio del '95 per studiare un'altra volta analisi1... ma vaffankulo!

"Sì, preferisco andare avanti!"
"COME VUOLE... -
rispose la prof, visibilmente contrariata - MI SCRIVA LA FORMULA DELLA DIFFERENZIABILITÀ!"

Cazzo... AVEVO VINTO!
ERO SALVO!
LA SAPEVO DA DIO!!!
Differenziabilità
AI CONFINI DELLA REALTÀ
Stappai nuovamente il trattopen e scrissi tutto, nero su bianco, senza esitazioni.

∃ α ∈ R / ∀ x ∈ I ⇒ f(x) = f(x0) + α(x - x0) + r(x)
La vecchia nazista guardò il foglio.
Mi fissò.
E chiese: "È SICURO?"

Minchia, vaffankulo, cazzo. Ero SICURO di quello che avevo scritto!

"La formula mi sembra corretta..." obiettai.
"IO INVECE DICO CHE MANCA QUALCOSA!" sbottò la vecchia, con aria di sfida.

Ero allibito: mi sembrava di essere in una puntata di "Ai confini della realtà"... ed era NULLA in confronto a quello che sarebbe successo dopo.

"SENTA... - esclamò la prof - VADO A FARE UN GIRO! LEI CI PENSI, QUANDO TORNO VEDIAMO!"

Non era possibile, avevo le allucinazioni: la vecchia prof si era DAVVERO alzata e stava DAVVERO uscendo dall'aula... accompagnata dalla COLLEGA, che aveva appena segato uno. Quindi, non ci controllava più NESSUNO!

"Psss... Joco!" sussurrai
"Ohu... - rispose l'handicappato - Che cazzo stai combinando?"
"Non lo so... non capisco... guarda qua! C'è un errore?"


Dal banco, Joco vide la mia formula, la riconobbe e sfogliò le fotocopie del mio riassunto... era giusta.

"CERCA SUL LIBRO!!!"

Joco sfogliò il Rodino con l'espressione di Vieri che gioca a scacchi a Mai dire Gol.

"Boh... - sentenziò - È GIUSTA!"
"Ah... e quindi?"
"E quindi... inventati qualcosa!"
"CAZZO VUOL DIRE INVENTATI QUALCOSA? LEGGI IL CAZZO DI RODINO! MUOVITI, CHE TORNA! CI SARÀ SCRITTO QUALCOS'ALTRO, NO? MUOVI IL CULO, CHE ARRIVA! DAI, HANDICAPPATO!"
"Qua dice un cazzo. Fa' una cosa... metti nelle ipotesi che la funzione è derivabile!"
"Ah... ma sei sicuro?"
"Boh... ma sì... tu scrivi..."


Era un'idea come un'altra.
Aggiunsi la riga suggerita da Joco, la vecchia tornò e lesse.

"Ma BENEDETTO RAGAZZO!!! - urlò la nazista - Esiste un TEOREMA per dimostrare che una funzione DIFFERENZIABILE È DERIVABILE... E LEI ME LO SCRIVE NELLE IPOTESI???"

Non l'avevo mai vista così incazzata.

"QUESTO È UN ERRORE GRAVE!"
"Eh..."
"VADA VIA!!! CI RIVEDIAMO A LUGLIO!"
"No, un attimo, adesso me lo deve dire. Che cosa mancava alla mia formula?"


La vecchia sbuffò.

"VEDE R(x)?"
"Sì..."
"DOVEVA DIRE CHE R È PICCOLO!"


L'intera aula si ammutolì... e tutti i giovani del corso A, da Abbà ad Ezzuzzuzzu, ringraziarono tutti i propri antenati in linea di padre, per l'iniziale del proprio cognome.

Se fosse stato un incubo, quello sarebbe stato il momento in cui mi sarei risvegliato. Invece, riuscii distintamente a sentire la voce della prof, che diceva: "AVANTI IL PROSSIMO!"
L'ARMONIA DELLA NATURA
Mi alzai e lasciai il posto a Joco.

In meno di dieci minuti, la prof gli consigliò di ritirarsi.
Joco disse di no, pensando che col CAZZO che avrebbe buttato nel cesso luglio '95 a studiare Analisi1.
Quindi, andò avanti a farsi insultare per altri cinque minuti... e poi mi raggiunse al banco dei SEGATI.

"NESSUN ALTRO?" chiese la prof.

E sorrise, fiera del risultato: SEGATI 100%!
IL TRENO DEI DESIDERI
E così, Joco ed il sottoscritto si incamminarono verso casa, pensando agli n-mila modi migliori coi quali sarebbe potuta iniziare l'estate, con n > log21000.

"Ma vaffanbagno! - esclamò Joco - E dire che pensavo NON SOLO di passarlo... ma pure con un bel voto!"
"MA CHI CAZZO SE NE STRAFOTTE DEL VOTO! TI RENDI CONTO CHE PARTIAMO PER NAJA???"


Silenzio.

"Minchia..."

Per spezzare il viaggio, Joco venne su da me, a bere la cosa più forte che avesse mai bevuto nella vita (cioè una Coca Cola), mentre io controllavo la segreteria telefonica.
C'era un TRENO DI RUTTI.
IL PATTO
Ci abbandonammo a risate isteriche degne di un epilettico cablato con alta tensione alternata nel culo: per un attimo, il TRENO di RUTTI ci aveva portato lontano dai guai! Quindi, facemmo un patto: per tutto il giorno, nessuno avrebbe più parlato né di esami né di NAJA.

Accesi la TV su Videomusic, mandavano un bellissimo video dei Litfiba: PRIMA GUARDIA!

Diceva: "Uomo col fucile... il nemico è la tua NAJA!"

Spensi la tv e ci mandammo affankulo.
Mercoledì 21 Giugno - I FARINEI DLA BRIGNA
Mercoledì era il 21 giugno, il primo giorno d'estate... e c'era un MILIARDO di modi di rendere quella giornata divertente!!!
Invece, avevo promesso a mio padre che sarei andato a trovarlo nella sua casa in campagna.

Cioè, "campagna" un cazzo... stava al pianterreno di un condominio di Mappano, nella prima cintura di Torino, ci si arrivava col 46.
Che minchia di campagna è se ci arrivi col PULLMAN?

Comunque, quella casa aveva un bel panorama, aveva il giardino e aveva le BESTIE: due cani, MozartMozart e Beethoven, ed un merlo indiano che si chiamava Leopoldo... come il padre di Mozart.

Mio padre ODIAVA la musica e SOPRATTUTTO la CLASSICA, perché a mia mamma piaceva tantissimo.
Mio padre ODIAVA i meridionali, perché la mia nonna materna era di Salerno.
QUINDI, dopo il divorzio, si era messo insieme a una PUGLIESE, che amava la LIRICA e continuava a chiamare TUTTI i loro animali con nomi legati alla MUSICA CLASSICA.

Mio padre sopportava tutto ciò con mutismo e rassegnazione. Solo una cosa l'avrebbe fatto DAVVERO incazzare: sapere che mi aveva SEGATO.
E la sua PRIMA frase fu: "Allora! Com'è andato l'esame?"

Avevo il TERRORE che un giorno volesse vedere il libretto, quindi non mentivo mai sul numero di esami: li FRAMMENTAVO!

"Eh... questo pezzo bene, dai!"
"Come QUESTO PEZZO? Mi avevi detto che era l'orale..."
"Sì. Poi, c'è il laboratorio..."
"Il LABORATORIO? -
mio padre sbuffò - Guarda, dei tuoi esami continuo veramente a non capire un TUBO. Io ho preso DUE LAUREE e, ai miei tempi, si andava UNA VOLTA SOLA e si passava... o si veniva bocciati!"
"Eh... bei tempi..."


Come sempre, mio padre mi volle mostrare le meraviglie del suo giardino: era un incubo vegetale.
Era POMERIGGIO e c'erano già più ZANZARE che ossigeno... ma per fortuna ero INTINTO nell'Autan. Per il resto, ogni centimetro era INVASO dalle erbacce. Gramigna, della peggior specie.

"GUARDA! GUARDA che belli questi fiori! GUARDA queste piante! GUARDA QUA!"

Da lontano, la sua donna rideva e mi faceva cenno di assecondare, così mio padre stava in giardino e non rompeva i coglioni. E Beethovenlo sguardo di Beethoven era tutto un programma.

"Ah, il giardino è MOLTO bello... - commentai - Però avere un palazzo sopra la testa non mi piace. Cioè, saran bravissime persone..."
"BRAVISSIME UN CORNO! MA ADESSO LE SISTEMO IO! CHE ORA È?"
"Eh? Le quattro, perché?"
"ALLORA DAI, CHE È ORA!"


Seguii mio padre che, con passo deciso, rientrava in casa, accendeva uno stereo portatile da terzo mondo e metteva una cassetta.
Era la PRIMA volta che glielo vedevo fare... ero basito!

"SENTI! - disse - SENTI 'STA ROBA!"

Sembrava rock... con testi in... boh... piemontese?
Oh, non era male!

"FA CAGARE, NO? E SAI CHI CANTA? QUEL PICIU DI TUO CUGINO!"
"Chi???"
"TUO CUGINO ERCOLE! O LINUS, COME LO CHIAMANO 'STI ALTRI PICIU!"
"Io ho un cugino chiamato Linus?"
"MA SÌ, IL FIGLIO DI MARIUCCIA, DI ASTI... MA DAI CHE L'HAI VISTO! NO, FORSE NO. VA BON, CHI SE NE FREGA. ORA ALZO! PREPARATI!"


Non riuscivo a credere ai miei occhi: mio padre, ripeto, MIO PADRE, stava ascoltando ROCK a PALLA!
E sulle custodie, che sembravano originali, c'era stampato il nome del gruppo.

"Farinei dla Brigna... - lessi - E che stracazzo vuol dire?"

Mio padre fece una smorfia: ODIAVA spiegare una cosa OVVIA.

"I FARINEI sono i GIANBURRASCA - rispose, pensando di rendere tutto più chiaro - Sì, insomma... i DISCOLI... i MONELLI! E la BRIGNA è la PRUGNA... quindi la FIGA!"

La prugna, quindi la figa. È naturale.
C'è il famoso genere porno: il PLUM!
E quante volte mi era venuto duro, guardando quelle susine...

"Scusa papà ma... se 'sti qua ti fan cagare, perché li ascolti?"

Mio padre rise... poi indicò il soffitto.

"PER ROMPERE I COGLIONI!"
"Eh???"
"Sai cosa fa il NAPULI qua sopra? Chiama i VIGILI per LEOPOLDO! E per i CANI! Dice che fan casino e disturbano il FIGLIO che deve studiare, poverino... e vuole che li portino via! Ma VAI VIA TE, vai via. VAI VIA TE!!! TIÉ! BECCATI LE CAZZATE IN PIEMONTESE!!!"


Il sorriso di mio padre ogni volta che riusciva a rompere i coglioni riscaldava il cuore... era felicità, ma felicità pura, distillata. Ero fiero di lui!
Comunque, quella musica mi incuriosiva.

"Ti spiace se mi copio una cassetta? - dissi - Te la riporto!"

Mio padre spense la musica.
Mi guardò stranito... e sorrise ancora di più.

Vidi chiaramente quello che stava immaginando: la cassetta a PALLA, nel mio stereo di casa... e mia mamma che SI INCAZZAVA TANTISSIMO!

"PRENDILE TUTTE!!!" esclamò mio padre, raggiante.

E fu così che presi il 46 coi Farinei in cuffia, le zanzare a bordo senza biglietto e la consapevolezza di avere reso mio padre felice.

E va be', quella sera c'erano gli Statuto alla Pellerina, così chiamai tutti gli handicappati... e non mi rispose NESSUNO.
Arrivai persino alla disperazione di chiamare SPUD... e non c'era NEANCHE LUI!
Allora, mi preparai ad uscire DA SOLO... e scoppiò un TEMPORALE!!!

Così, passai la prima sera dell'estate '95 a casa, ad ascoltare i Farinei.
Giovedì 22 Giugno - E PEU CAPÌ CHE 'T HEI TORT
Mi alzai, come sempre, all'alba, mezzogiorno, mandai in play la Segreteria telefonicasegreteria e trovai Spud che delirava peggio del solito e Joco che mi dava pacco per andare a scuola, perché gli era "partita la macchina".
Perfetto.

Joco o non Joco, non avevo cazzi di stare a casa, perché era estate.
Così, con la massima lentezza, entrai nel parco della Pellerina e mi incamminai verso la scuola, contento perché l'erba era ancora bagnata e perché nel walkman avevo il meglio dei Farinei, compilation by Marok, 21/6/1995.

I Farinei erano davvero bravi, cazzo. Lo stile era un po' un misto tra Elio, Skiantos e Squallor: mischiavano i generi, suonavano da Dio e dicevano tantissime parolacce, quasi tutte in piemontese.
Riassumendo: la mia vita stava per essere DISTRUTTA... e io ero CONTENTO, perché c'era un'ottima colonna sonora!
Ero matto da legare.

Arrivato a scuola, consultai i tabelloni: il prossimo orale di Analisi1 sarebbe stato il 18 luglio... sempre di martedì.
Ma aveva senso andarci? Boh...
Avevo controllato, il Rodino NON diceva da nessuna parte che "r è piccolo".
Quante altre cose non diceva?
Quante di quelle altre cose mi avrebbero fatto SEGARE per la seconda volta?
Un numero infinito.
Ops... scusate... un numero che TENDEVA ad infinito.

Ripresi in mano gli appunti del Filosofo: erano lunghissimi e li avevo letti una volta sola, preparando il Bignami. Poi trovai la differenziabilità... e ci rimasi di merda.

Nelle mie cuffie, i Farinei cantavano: "Sarà bel crié tre uri... e peu capì che 't hei tort."

Ovvero: "Sarà bello urlare tre ore... e poi capire che avevi TORTO!"

Avete già capito: negli appunti originali del Filosofo, c'era una seconda metà della formula, che non avevo letto... in cui si diceva che r gode della "proprietà di essere una funzione infinitesima di ordine superiore".
Differenziabilità
LA RIVELAZIONE
Ebbene sì: se avessi saputo la formula intera, non mi avrebbe segato.

Questo però generava un nuovo problema ENORME: gli appunti del Filosofo erano PIENI di dettagli che avevo trascurato... ed erano LUNGHISSIMI!
Avrei dovuto studiarli DAVVERO. TUTTI!
Cioè, dovevo fare esattamente le cose per le quali avevo preso Nichel per il culo... oppure sarei partito per Naja.

Pensavo di avere già raggiunto il limite massimo di incazzatura possibile, quando apparve l'ULTIMA persona che avrei voluto incontrare: MANDINGOMANDINGO.

"Ciao Marok! Com'è?"
"Mandingo! Dove CAZZO eri finito?"
"All'esame, dici? Eh, non avevo finito di studiare... ma sì, lo farò a luglio... chi se ne frega! Ma voi? Com'è andata?"


Prima che potessi rispondere, Mandingo riconobbe l'espressione... e sorrise.

"VI HA SEGATO???"
"Eh..."


MANDINGO RISE. TANTISSIMO!
Niente al mondo lo poteva rendere più felice della faccia della gente SEGATA!

"NOOOOOOO! - urlò - MA DAI!!! AHAHAH! No, ma mi DISPIAAAAACE! AHAHAHAH!"

E NON smetteva di ridere... rideva, rideva... di GUSTO! Gli si gonfiavano le vene in fronte, era paonazzo, sembrava gli dovesse venire un infarto! Per fortuna, sapevo come farlo smettere.

"Segati, sì... - risposi - ma quello è il meno!"
"ESPULSI DALL'UNIVERSITÀ?"
"Peggio... Molto peggio!"
"VI SI È FUSO IL COMPUTER?"
"Sì, vabbe', computer... Joco ha l'Amiga..."
"PERCHÉ? COS'HAI CONTRO L'AMIGA?"
"Ma soooka! Ha sei mega di ram!"
"E TU? QUANTI NE HAI?"
"Quattro! Sarà anche meno, ma è potenza di due, cazzo!"
"VA BE' MA... L'ESAME? CHE È SUCCESSO DI COSÌ GRAVE?"


Indicai il malloppo di appunti del Filosofo.

"Vedi questi? O li studiamo TUTTI, o partiamo per Naja!"

Il sorriso di Mandingo si spense.
Missione compiuta.

"Ma no, dai... - continuò - Non dicevi che bastava il tuo riassunto?"
"NØ!"


Per un po', Mandingo tacque... poi esclamò, serissimo: "DAI! INIZIAMO A STUDIARE OGGI. BASTA CAZZATE! STUDIO! SECCO!".

Mandingo prese il quaderno degli appunti, che si portava sempre dietro, e fece un gesto rivoluzionario: lo aprì.

E poi si sedette vicino a me, chino sul quaderno, con i gomiti appoggiati ai fogli e le mani che premevano sulle enormi tempie capellate.

Rimase immobile così per un minuto.
Forse due.
Senza mai girare pagina.

Poi, come sempre, si alzò e si mise a fare qualunque altra cosa, da qualunque altra parte.
Venerdì 23 Giugno - CONTAMINAZIONE DA NICHEL
Come sempre, mi alzai all'alba: mezzogiorno.
E trovai in segreteria un messaggio di Joco: "La macchina ce l'ho però devo aspettare che torni mio padre. E non so quando torna. Comunque, credo venti minuti... mezz'ora. Se comunque dovessi ritardare troppo ti ritelefono."

E così, anche oggi me ne andai a scuola per i cazzi miei... però in pullman, perché minacciava pioggia.

Alla fermata del 2 di piazza Rivoli, tra le macchine in coda, vidi una JocomobileFiesta rossa arrugginita, vecchia e scassata... esatto: era Joco.
Non aveva alcun motivo per essere lì... e comunque NON mi vedeva!
Così aprii la portiera, saltai dentro e gli RUTTAI in faccia.

Joco si voltò di scatto, mi fissò con gli occhi sbarrati ed emise un monosillabo disarticolato.

"OOOOOHU! - urlai - È VERDEEEEEEEEEEEEEEEEE!"

La Jocomobile sgommò.
Ed io, con la massima brutalità, ficcai nell'autoradio i Farinei.

Il caso aveva posizionato il nastro su una delle poche canzoni in italiano: "Son due ore che ti aspetto". Parlava di uno a cui facevano PACCO... e Joco apprezzò.

Poi c'era "Figaro", ancora in italiano.
E Joco iniziò a ridere: "Ma prendono per il culo BATTIATO! Dove li hai trovati?"
"È il gruppo di un mio cugino di Asti!"
"Ah... non sapevo che avessi un cugino ad Asti..."
"Neanch'io!"


Joco alzò lo sguardo al cielo e continuò a ridere su "Giuana"... fu un momento felice! Poi arrivammo davanti a scuola... ed incontrammo NichelNichel.

"Ohu, 'ndicappaaati! - disse - Dove cazzo eravate finiti? Joco, non lo fai più il laboratorio? Vai avanti, ciuccio, vai avanti..."
"Analisi1... Analisi1... Analisi1..."
"Altrimenti parti per naja... parti per naja..."


Nichel non ci poteva credere: "VI HA SEGATO???"
"Già...
- sussurrai, con la voce di Paolo Frajese che annuncia al TG1 calamità, tasse e carestie - e mo' ci tocca studiare tutti gli appunti del Filosofo..."
"Ve l'avevo detto, ciucci! Eravate voi che mi prendevate per il culo! Ma quindi? Il laboratorio?"
"E vaffanbagno!
- rispose Joco - Te e il laboratorio!"

Nichel ci rimase male: prendere per il culo Joco che ci faceva il laboratorio era l'UNICA cosa che dava DAVVERO senso alle nostre giornate in università e a quell'ORA di pullman che Nichel buttava nel cesso per arrivare da Nichelino. Altrimenti, sarebbe rimasto a casa a farsi marrone per la "vitamina F", cioè la pheega che si baccagliava in discoteca.

E adesso?
Nichel impazzì: decise che avrebbe studiato GEOMETRIA!
Ci piace ricordarlo così.
L'AMORE AI TEMPI DI MANDINGO
Arrivati in aula studio, vedemmo una copia degli appunti del Filosofo aperta sulle prime pagine, di fronte a una sedia vuota: non c'erano dubbi, era il posto di Mandingo.

Ci mettemmo là anche noi... perché è così, nell'incoscienza, che si fanno le cazzate. E iniziammo a studiare seriamente, per una buona decina di minuti... forse un quarto d'ora!
Poi ritornò MANDINGO.

"Marok! - disse - Non ci crederai MAI!"
"Che succede? Hai trovato un sosia intelligente da mandare al tuo posto a dare l'esame?"
"Esame? Quale es... ah... NO, NO! Mi è arrivato un GIOCO FANTASTICO!"
"Mandingo... -
risposi, paziente - L'ULTIMA cosa di cui ho bisogno in questo momento è un GIOCO che mi tenga incollato al computer. Già ho un cazzo di voglia di studiare di mio, già a luglio sarà pieno di roba FIGA in giro per Torino, se ancora inizio un gioco sono FOTTUTO!"
"No, no, tu non capisci... -
continuò Mandingo - MI È ARRIVATO DOOM 2, IL SEGUITO UFFICIALE DI DOOM!"

Porca troia... erano MESI che sognavo una cosa del genere!
No, dovevo resistere... o era finita.

"Fottiti, Mandingo, non mi interessa... ho già il primo!"
"Marok! Ma... stai scherzando? È BELLISSIMO! È FANTASTICO! È MERAVIGLIOSO! Vedessi che grafica, che mappe, che..."
"NOOOOOO! -
urlai - NON ME NE FOTTE UN CAZZOOOOO!"
"MA HA DEI LIVELLI SPETTACOLARI! Rispetto al primo, è un altro pianeta... vedessi che giocabilità... vedessi... cioè... al confronto, il primo Doom è in CGA... anzi, in Hercules! Davvero, Marok, DEVI vederlo... È IL GIOCO DELL'ANNO!!!"


Pausa.
Sospiro.

"Ok... Dai... passamelo..."

Mandingo mi guardò... sorrise... e disse: "NØ!"

Poi, ridendo, prese il suo quaderno e uscì: doveva andare a casa... a giocare a Doom2!

C'era solo UN lato positivo: fuori iniziò a PIOVERE.
L'ESSERE SCHIFEZZA
Grazie al temporale, Joco ed io ci mettemmo d'impegno e finimmo il primo capitolo, che terminava col Teorema dei due Carabinieri!
Poco, pochissimo... avevamo fatto CAGARE.

Una volta a casa, nemmeno la segreteria regalava messaggi: era un giorno di merda fino alla fine. Così, per disperazione, tirai di nuovo fuori gli appunti e mi rilessi il Teorema dei due Carabinieri.
Porca troia, non mi ricordavo una sega, dovevo ristudiarlo da capo!
Quindi, accesi il computer, lanciai Photostyler ed iniziai a disegnare.

Potete ammirare i risultati nella seguente diapositiva.
L´essere skifezza
Sabato 24 Giugno - L'IMPOSSIBILE FUGA
Come sempre, sabato mattina mi alzai all'alba, mezzogiorno, con la chiara e precisa intenzione di passare tutto il giorno a casa.
A studiare.

L'intenzione rimase lì, un po', vicino a me: ci parlammo a lungo, era molto convincente!
Poi mi chiamarono gli handicappati e, nel giro di dieci minuti, ero già fuori.

Betty la Cannata, la stessa che la settimana prima ci aveva trascinato al Gabrio a vedere l'"HIsonz Street Band", stavolta ci aveva convinto ad andare alla Lega dei Furiosi, ai Murazzi, perché c'era la serata per Radio BlackOut.
Per convincerci, ci aveva detto che uno dei gruppi si chiamava "PORNODROME".

In realtà, ai Murazzi di pheega ce n'era parecchia e di ottima qualità... ma erano tutte vestite.
Poco e piene di strappi, per fortuna, ma comunque vestite.
L'unico a non farci caso sembrava Attila: era eccitato perché l'indomani, su Canale 5, avrebbero dato "L'allenatore nel pallone"... quindi, tutto il resto del mondo era insignificante! Era con noi solo per ingannare l'attesa.

E insomma, ci misi poco a recuperare il buon umore: adoravo i Murazzi.
Giancarlo, CSA, Doctor Sax, Lega dei Furiosi... tutti!
Si respirava un'atmosfera di anarchia pura, là sotto. Erano aperti sempre, anche d'inverno, anche se non c'era nessuno, e non avevano orari: l'unico momento pacco era la prima serata, perché c'era l'invasione dei NORMALI... un po' come in TV.
Per il resto, uno poteva arrivare anche alle dieci di mattina ed avrebbe trovato ancora gente che ballava, ubriaca e fumata: tempo e spazio, laggiù, perdevano di significato. Era il posto ideale per chi voleva tagliare i ponti con la vita reale... quindi, era un posto in cui NULLA mi poteva ricordare Analisi1, la Naja e, soprattutto, Doom.

A mezzanotte, la Lega dei Furiosi era strapiena, si intravedevano a fatica le volte di mattoni alle spalle del palco. Là sotto, pareva ci fosse un gruppo che si esibiva, o forse era un miraggio di mani alzate ed eco indistinta... boh. Non si vedeva un cazzo e non si sentiva un cazzo, ma andava bene così: ero lontano da Analisi1, dalla Naja e da Doom.

Poi il brusio tacque... ed una voce annunciò: "Date il benvenuto a... DOCTOR DOOM!"

All'inizio, pensai di aver avuto un'allucinazione... ma non avevo fumato COSÌ pesante!
Poi lessi meglio il manifesto della serata: "Sabato 24 giugno, SERATA PER RADIO BLACKOUT: PORNODROME, GRONGE e DOCTOR DOOM".

Ma andassero tutti affankulo.
Domenica 25 Giugno - IL PERCHÉ
Mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, ed ero motivatissimo: niente e nessuno mi avrebbe distratto da Analisi1! Non avrei acceso il 486, NON avrei guardato l'"L'allenatore nel pallone", avrei SEMPRE e SOLO studiato!

Mi sedetti alla scrivania, davanti agli appunti del Filosofo.

Dieci minuti più tardi, stavo già camminando per la casa, cercando di leggere QUALUNQUE ALTRA COSA... andava bene anche l'elenco del telefono!
Invece, l'occhio mi cadde su Torino Sette.

Fu la PEGGIORE MOSSA che potessi fare: aveva Pellerossa 1995 il calendario dei concerti di Luglio.

Al Pellerossa, il festival della Pellerina, c'erano Africa Unite, Marlene Kuntz, Fratelli di Soledad, Gang, Massimo Volume, Ottavo Padiglione, Modena City Ramblers, OTR, Casinò Royale, Lou Dalfin, Yoyo Mundi, Persiana Jones, Almamegretta, Daniele Silvestri, Afterhours, RadioGladio e Skiantos... GRATIS!

Contemporaneamente, il 3 luglio partiva il JVC Newport Jazz Festival, con George Benson, i Manhattan Transfer e BB King, in piazza San Carlo, GRATIS!

E poi c'era "Ad Ovest di Paperino", il festival frammentato tra Grugliasco, Rivoli ed il Manikomio di Collegno: c'erano la Littizzetto (che sarebbe la tipa di "Minchia Sabbry"), Paolo Hendel ("Pravettoni"), Claudio Bisio, Stefano Nosei, Aldo Giovanni e Giacomo! Non ci potevo credere, era tutto ancora MEGLIO dell'anno prima!!! Stranamente, mancava ELIO... meglio così, sarebbe stata la mazzata finale.

"VOGLIO DEL TEMPO AGGIUNTIVO!" urlai, mentre passavo il pomeriggio a leggere il giornale.

Basta. Fankulo Analisi1!
Avevo deciso: piuttosto di fottermi QUEL luglio, sarei partito per Naja.
O sarei scappato... e col CAZZO che mi trovavano!

Terminato TorinoSette, presi quello che stava sotto.
Era La Stampa di qualche giorno prima... e un articolo a bordo pagina recitava: "Renitente alla levaBloccato un giovane di Diano RENITENTE ALLA LEVA".

Continuai a leggere: "Non gli andava di fare il militare e ha lasciato, dopo appena quattro mesi di Naja, il suo reparto in Piemonte. L'alpino è stato arrestato dai carabinieri. Gli altri otto mesi che gli mancavano per finire la ferma li dovrà trascorrere nel CARCERE MILITARE di Peschiera del Garda".

Mi buttai a studiare fino alle CINQUE del mattino, ignorando tutte le chiamate che mi arrivavano alla segreteria.
Lunedì 26 Giugno - LA CONFERMA
Mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, ed ebbi la conferma: tutto quello che studiavo di notte mi rimaneva impresso... il resto andava affankulo.
Non che avessi dubbi, naturalmente: le cose vanno fatte quando uno ha il picco di energia, cioè dopo mezzanotte. Quindi, riassumendo, mi sarei FOTTUTO tutti i concerti di luglio... o sarei partito per Naja!

Da quel giorno in avanti, le mie giornate diventarono tutte uguali.
A mezzogiorno mi svegliavo, uscivo dalla camera ed incrociavo prima Gatta NerdNerina e poi mia mamma, che alternava lamenti generici a citazioni classiche, perlopiù tratte dal Canto degli Ignavi: "Questo misero modo tengon l'anime triste di coloro che visser sanza infamia e sanza lodo! Questi sciagurati, che non furono mai vivi, correvano nudi, eternamente punzecchiati da mosconi e da vespe! Lo dice Padre Dante! Ascolta Padre Dante! Ascolta quello che capita agli IGNAVI! Ascolta Padre Dante! Ascolta..."

Nel più breve tempo possibile, ero già in strada. Ogni tanto beccavo Joco per caso, quando prendevo il 2. Più spesso, me la facevo a piedi tagliando dalla Pellerina, per il gusto di camminare sui resti dei concerti.

A scuola, mangiavo con gli handicappati dal Baffo, il bar all'angolo tra via Nole e via Balangero in cui si fottono i gelati e i panini, perché tanto vaffankulo. Ogni tanto davamo un occhio alla Stampa, che Hiroshima - Concerti dell´estate 1995 ci raccontava Torino: attorno a noi, la città era invasa dalla festa, a tutte le ore del giorno e della notte... tanto che, per la prima volta, le proteste dei veeeekki riempivano le prime pagine della cronaca locale.

Subito dopo, immaginavamo la cartolina che ci sarebbe arrivata a gennaio: quella di Naja.

Col passare dei giorni, Nichel aveva creato un vero e proprio MONDO attorno alla Naja di Joco: era una caserma enorme, sconfinata, in cui erano TUTTI NONNI tranne LUI.
Quindi, un intero braccio della caserma veniva destinato alla raccolta di oggetti di forma fallica, di lunghezza e spessore incrementale, da infilare tutti i giorni nel CULO di JOCO, mentre lui rifaceva TUTTE le brande. E, alla fine, se non diceva che era CONTENTO, i nonni gli AUMENTAVANO i giorni di Naja.

Di tutta la nostra compagnia, solo DUE persone erano riuscite a farsi riformare: il PAZZO e MiOpiO. E adoravano queste conversazioni, perché si sentivano dei dell'Olimpo.

Nel resto del pomeriggio, ci rinchiudevamo in aula studio, a controllarci l'un l'altro per resistere alla tentazione di andare al computer... ma alla fine non combinavamo un cazzo e cantavamo le canzoni di MiOpiO, di Elio e, soprattutto, dei Farinei.

Sì, perché tutti, nel frattempo, avevano voluto una copia dei Farinei: l'unico a cui NON l'avevo fatta era MANDINGO, a spregio, e lui COMUNQUE era riuscito a fotterla.
Però aveva apprezzato, perché capiva il piemontese: "Vado sempre in montagna a Rubiana!". Quindi, ascoltando "Sort a Fora", al posto di "At mangi nen da 30 dì" aveva capito "Ti immaginiamo in TRENTADUE" e, non contento, mi aveva chiesto che posizione Khamasutra fosse la TRENTADUE!
Ecco perché iniziai a distribuire anche i testi.

E così, a fine giornata, l'unica cosa che eravamo riusciti ad imparare a memoria erano le canzoni dei Farinei.

"È come svuotare con un cucchiaino un canotto che sta affondando..." diceva Joco, quando si accorgeva che non ricordava più un cazzo.
"Non ti passo i giochi PER IL TUO BENE! - ripeteva Mandingo - Così STUDI! Che tanto poi TI SEEEEEEEGA!"
E Nichel rincarava la dose SOTTRAENDO speranza per il futuro: "Minchia, ti lamenti di Analisi1? Prova GEOMETRIA!!! Autovalori... autovettori..."

Poi arrivava la notte.
All'inizio, mi chiudevo in camera a studiare, facendo pacco a tutti... ed era l'unico momento in cui riuscivo ad imparare qualcosa! Ma non poteva durare: c'era una voce, là fuori, che mi dava del coglione... era l'ESTATE.

Così, ogni tanto cedevo e andavo alla Pellerina, deciso a sentire solo l'inizio dei concerti e poi tornare a casa a studiare... ma puntualmente beccavo qualcuno di quelli a cui avevo fatto pacco e facevo l'alba.
La notte successiva, mi saliva l'ansia, travestita da caporale di NAJA... e mi chiudevo in casa.
Poi ritornava l'estate.
Poi ritornava la Naja.
Era UN INCUBO!

Alla fine, le uniche notti che riuscivo a vivere con serenità erano quelle in cui PIOVEVA!
Poi capitò qualcosa che fece PRECIPITARE la situazione: QUELLA telefonata sulla mia segreteria.
Venerdì 14 Luglio - LA GOCCIA
"Faccia di cazzo, pezzo di merda, stronzo, animale... e sei anche un Lucifero! Ho preso 27 di GEOMETRIA, ripeto, VENTISETTE di GEOMETRIA!"

Firmato: Nichel.

Fu la goccia che fece traboccare il CESSO.

Ero INDIETRO DI DUE ESAMI NON rispetto a GM, McLaud o altre forme di vita evolute... ma rispetto a NICHEL!!!

Ma soprattutto... persino Nichel ce l'aveva fatta: NON sarebbe partito per Naja nel 1996!

Senza un piano concordato, senza alcuna traccia di intelligenza né singola né collettiva, Mandingo, Joco ed il sottoscritto si buttarono a capofitto sugli appunti del Filosofo.
Mancavano solo quattro giorni, ma la forza della disperazione scorreva potente in noi.
Ce la potevamo fare... ce la DOVEVAMO fare!

Per tutto il weekend ci barricammo in casa, uscendo dalle nostre camere solo per mangiare e andare al cesso. I nostri computer, i nostri stereo e le nostre tv rimasero spente e le nostre comunicazioni furono bloccate dalla segreteria per tutto un weekend.
Fu una delle gare di resistenza più difficili di tutta la nostra vita.
Lunedì 17 Luglio - LA TEMPESTA
La vigilia dell'esame, mi alzai come sempre all'alba: mezzogiorno.

Avevo terminato il programma la notte prima, verso le cinque del mattino... e oggi l'avrei ripetuto per intero, ma con accesso casuale.

Così, presi un teorema a caso... non me lo ricordavo.
Cazzo.
Lo andai a cercare negli appunti... ne vidi un altro che non ricordavo.
Cazzo.
Non ricordavo un cazzo.
Cazzo.
Cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo.
Cazzo.
Porca troia.
Cazzo.
Vaffankulo.
Cazzo.

Guardai fuori dalla finestra.
Urlai: "NON SO UN CAZZOOOOOOOOOOOOOO!!!"
Chiusi la finestra.
Guardai gli appunti.
Non sapevo un cazzo.
Cazzo.
Scesi le scale.
Andai fuori.
Si mise a piovere.
Cazzo.
Tornai dentro.
Non era un po' di pioggia... era un temporale della Madonna!
Cazzo.
Lampi, tuoni, fulmini, tuoni!
Avevo ancora un giorno davanti, un intero giorno: dovevo ripassare tutto, ce la potevo fare!
Cazzo.
Ricominciai a studiare.
Cazzo!
Non riuscivo ad imparare un cazzo.
Cazzo!!!
Comunque fosse andata, dovevo sfruttare tutto il tempo, FINO ALLA FINE!
CAZZO!!!
Martedì 18 Luglio: IL GIORNO DELLA VERITÀ
Il mattino dell'esame, sorrisi: non faceva troppo caldo, c'era un'arietta deliziosa, era PERFETTA per rinfrescare il culo!
E ne avremmo sicuramente avuto bisogno.

L'1 tardava ad arrivare... e così, appoggiato alla rete verde della fermata, guardai il cielo azzurro, i platani e il sole ed urlai: "DUNQUE È COSÌ CHE INIZIA UNA GIORNATA DI MERDA!"

Non rispose nessuno... peccato.

Poi l'ansia mi riportò alla realtà: stava arrivando il tram.
Una volta a bordo, l'ansia mi ordinò di controllare lo zaino: il libretto c'era, i trattopen anche, in più avevo dieci floppy vergini e la cassetta dei Farinei.
Li misi in cuffia.
Anche all'ansia piacevano... anche se non sempre azzeccava il piemontese.

Sceso dall'1, mi fermai a contemplare l'ORGIA di manifesti... cazzo, se era estate! Segato o meno, quella sera mi sarei sbronzato fino all'alba.
Alla Pellerina c'era un gruppo chiamato "LA CRUS" e non avevo idea di chi CAZZO fossero... ma andavano bene lo stesso.

Anche il 13 arrivò puntuale... e, da allora, non riuscii più a pensare a nulla.
Tabula rasa.
Salii come un automa le scale di palazzo Campana... finché, di fronte al bivio tra matematica e biologia, vidi l'unica persona che, in tutto il contesto, NON aveva senso: Nichel.

"Nichel! Che CAZZO ci fai tu QUA?"
"Son venuto a vedervi, ciucci!"
"Ma dai! Sei partito all'alba da NICHELINO solo per noi?"
"E certo! Mica mi voglio perdere la scena..."
"Ahahah... handicappato! Dai, andiamo, che ripasso ancora le ultime cose!"


Era EVIDENTE che a far muovere Nichel era stata la vitamina F, cioè la pheega di biologia: si era persino messo le lenti a contatto azzurre!
Però, COMUNQUE, le sue cazzate mi facevano piacere... peccato che non le avrei più sentite, in caserma, a partire dal 1996.
L'ALIENA
Anche oggi, l'aula era divisa in due: corso A, destra, e corso B, sinistra.
Stavolta, però, nella metà B c'era gente: i padroni dei cognomi tra Faà e Nuzzuzzuzzu eran tornati!
Dove CAZZO erano andati l'altra volta???
Boh... fankulo, tirai fuori il quaderno del Filosofo.

La situazione era drammatica, non mi ricordavo veramente un CAZZO... e concentrarsi non era facile, con Nichel di fianco che sparava cazzate.
Però poi arrivarono anche Mandingo e Joco!
E divenne impossibile.

"Ohu, handicappato!"
"Minchia signor tenente!"
"Pronto per Naja?"
"Rifai la branda! Rifai la branda!"
"Mangia la mmerda! Mangia la mmmmerda!"
"Un anno è un secolooooooooo! TRECENTOSESSANTACIIIINQUE CROCIIIII!"
"L'alba è un miraggioooo che mi esplode dentroooooooo!"
"Scopa nel culo! Scopa nel culo!"


Ormai avevo capito che i giorni come quello, in cui ci si gioca tutto, non hanno senso: vivono su un'incoerenza di fondo, che sfugge ad ogni logica... ed è NORMALE che NULLA sia normale. Per esempio, vicino a noi c'era UNA ragazza.

Sulle prime, pensammo di avere un'allucinazione, o che avesse sbagliato aula... invece doveva DAVVERO dare l'esame con noi!
Effettivamente, non stava bene: era pallida e malaticcia, forse albina, aveva un paio di occhiali spessi e TREMAVA.

Tutti noi eravamo nervosi, c'erano risate isteriche, mani e gambe che andavano per i cazzi loro e facce allucinate... con la sola eccezione di Nichel, naturalmente, che ci guardava, faceva la stecca e rideva.
Quella tipa però era diversa: lei non sfogava l'ansia in nessun modo, stava raggomitolata su se stessa, fissando il nulla. E VIBRAVA. Era impressionante.

"Ehi! - dissi - Tutto bene?"
"Insomma... -
rispose lei - Vi posso fare una domanda?"
"Chiedere è lecito... -
risposi - Ma se è roba di analisi, non so un CAZZO!"
"Nonò... scusate... è che io... se non disturba, naturalmente... ecco... potrei... PASSARE PER PRIMA? Vi prego!"


Entrambe le semiaule si ammutolirono... poi si scatenò il BOATO.

"YEEEEEEEEEEEEEEEEE! FANKULOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!"
"Quindi... -
sussurrò la tipa - ...sì?"
"Ma sì, tranquilla! Mettiti là davanti, appena arriva la prof e chiede chi è il primo, sarai tu!"
"Grazie... grazie... scusate, non reggo la tensione..."


E ricominciò a tremare.

Per sua fortuna, anche stavolta le prof arrivarono in orario, puntuali come le cartoline di Naja!
E il mondo tacque.
LA SEQUENZA HANDICAPPATA
Con gli sguardi carichi d'ODIO di due insegnanti di MATEMATICA che affrontano un'intera aula di INFORMATICI, dissero: "BUONGIORNO! CHI È IL PRIMO?"

A destra, il popolo tra Abbà ed Ezzuzzuzzu tacque.
Al contrario, una vocina flebile ruppe il silenzio della nostra metà.

"Sono io!" sussurrò la tipa albina, con lo sguardo rivolto al pavimento.
"PREGO!" esclamò la vecchia prof, visibilmente sorpresa nel trovare un esemplare di sesso femminile che dava l'esame di Analisi1 per informatici: non era abituata a odiare anche le donne.

La tipa si sedette e le mani le tremarono vistosamente... ma la nazista sembrò non farci caso.

"ALLORA! CON COSA INIZIAMO?"

Senza troppa incertezza, la tipa declamò il nome del teorema e la prof le fece cenno di TACERE e SCRIVERE.
Nonostante il tremolio, la tipa sembrava sapere il fatto suo... ed iniziò a riempire il suo foglio di formule, finché la prof non la interruppe.

"PERCHÉ HA SCRITTO QUESTO?"
"Eh... sì... questa funzione è il risultato... di... questo calcolo, nella riga sopra..."
"SENTA, MA CHE COS'È QUESTO VALORE?"
"È il coefficiente... di..."
"DI???"
"Deriva da..."
"NON LE HO CHIESTO DA DOVE DERIVA! LE HO CHIESTO COS'È!!!"


Oltre alle mani, anche il collo della tipa iniziò a tremare. Faceva paura.

"Io... ecco... mi scusi... è..."
"È?"
"è..."
"MA LEI HA STUDIATO???"
"io... sì... è..."


Ad un tratto, la tipa non riuscì più a parlare, perché VIBRAVA troppo e si incastrava la lingua nei denti.
Persino la prof nazista cambiò espressione.

"CHE SUCCEDE? NON SI SENTE BENE?"
"No... io... sono... un po'..."
"SENTA, FACCIAMO UNA COSA... VADA A RIPOSARE E TORNI PIÙ TARDI. AVANTI IL SECONDO!"
"Ma... io..."
"VADA, VADA! A DOPO!"


Quasi in lacrime per la vergogna, la tipa si alzò dalla cattedra e ritornò da noi.

"AVANTI IL PROSSIMO!" disse la prof.

Non avevamo ancora deciso a chi sarebbe toccata, ma MANDINGO era il primo della fila. Cazzi suoi.

"AVANTI IL PROSSIMO!" ripeté la nazista, visibilmente spazientita.

Mandingo si guardò indietro, poi guardò avanti, poi si rassegnò... e andò alla cattedra.

"ALLORA! DA COSA INIZIAMO?"

Col suo solito stile confusionario, Mandingo iniziò a parlare e scrivere contemporaneamente. Gli avevo già detto di non farlo, ma figuriamoci se si ricordava... comunque, la prof lo interruppe e prese in mano un foglio.

"QUESTO È SUO?"

Sembrava lo spot dei goldoni... e Mandingo confermò: quella roba RIPUGNANTE che la prof teneva in mano con DISPREZZO era il suo scritto.

"MA BENEDETTO RAGAZZO! - urlò la prof - MA LEI HA PRESO QUASI SUFFICIENTE! ME LO DOVEVA DIRE SUBITO!"
"Eh?"


Sì, era così: allo scritto, al posto dei voti normali, la vecchia dava i GIUDIZI, come alle medie.

"CHI PRENDE QUASI SUFFICIENTE ALLO SCRITTO DEVE FARE UN ESERCIZIO QUA IN AULA, PRIMA DI INZIARE L'ORALE! COSÌ DOBBIAMO COMINCIARE DA CAPO... CI RALLENTA TUTTI... I SUOI COLLEGHI SONO LÀ CHE ASPETTANO!"

E non vedono l'ora di iniziare, aggiungerei.

"Ah... scusi..." disse Mandingo.
"EH... MA INSOMMA!"
"..."


La nazista prese un foglio bianco e ci scrisse sopra qualcosa, con ODIO.

"VA BENE, VADA IN FONDO ALL'AULA E TORNI QUANDO HA FINITO. INTANTO... AVANTI IL PROSSIMO!"

Stavolta, il primo della fila ero io.
IL MOMENTO
Non c'erano più carte da giocare.
Presi fogli bianchi e trattopen e mi avviai lentamente verso la cattedra, ripetendo mentalmente tutte le frasi che avrei dovuto dire.

"BUONGIORNO!"
"Buongiorno..."
"CON COSA INIZIAMO?"
"Teorema di esistenza degli zeri"


Beh, se non altro, stavolta avevo detto il TITOLO senza errori... già qualcosa.

"BENE!"

Presi il foglio e, senza parlare, scrissi ipotesi e tesi.
Poi, le lessi ad alta voce.
Ad un cenno dell'insegnante, iniziai lo svolgimento, senza parlare ma scrivendo solo ed esattamente tutto com'era negli appunti del Filosofo. E non per modo di dire: quella che stavo facendo, trattopen su carta, era una FOTOCOPIA! O, se preferite, un FAX. Iniziavo le righe nello stesso punto dell'originale, andavo a capo nello stesso punto, e persino la CALLIGRAFIA era la sua.

Terminato, lessi solo ed esattamente quello che avevo scritto.

La prof non espresse alcuna emozione. Avevo anche il dubbio che mi stesse ascoltando, visto che, mentre parlavo, era concentrata a leggere il mio scritto di aprile.
Poi, ad un tratto, si risvegliò: "ADESSO PARLIAMO DI SERIE, VISTO CHE NELLO SCRITTO LE HA SBAGLIATE!"

Tirai un sospiro di sollievo, era l'argomento che sapevo meglio.
Su ogni "uguale", mi ricordai di aggiungere la cazzo di TILDE... e ogni volta, prima di pronunciare la parola "uguale", scandivo lentissimamente e a voce alta la parola "ASINTOTICAMENTE".

"VA BENE... - disse la prof - PARLIAMO DI DIFFERENZIABILITÀ!"

In casi sono due: o si ricordava di me dal mese prima, oppure la mia faccia ispirava differenziabilità.
Cazzo, non le avevo MAI sentito fare questa domanda a NESSUN ALTRO.
Comunque, scrissi la ben nota formula con dimensione standard... e poi, a caratteri CUBITALI, aggiunsi: "ed r dev'essere piccolo!"

"OOOOOOH! - disse la prof - BRAVO!!!"

Era la PRIMA VOLTA che sentivo la nazista rivolgere un complimento a qualcuno... e, per un attimo, sperai che l'esame fosse finito!
Invece, la vecchia mi fece un'altra domanda... e poi un'altra ancora.
Avevo completamente perso la nozione del tempo, guardavo solo il foglio, il trattopen era talmente sudato che mi scivolava via... poi, mentre stavo parlando, nel bel mezzo di una dimostrazione, disse: "BASTA!"

"Eh?"
"BASTA, L'ESAME È FINITO, TORNI A POSTO!"


L'aveva detto con tono incazzato... non capivo... mi aveva segato o cosa?

"LASCI QUA IL LIBRETTO. AVANTI IL PROSSIMO!"

Voleva scrivermi il voto mentre io non guardavo?
Voleva disintegrare il mio libretto con un cannone al plasma BFG9000?
Comunque, mi alzai dalla sedia... dalla pancia in giù ero completamente intorpidito, le gambe mi formicolavano ed ero bagnato da capo a piedi.
LA RICARICA
Incrociai Joco, che camminava verso la cattedra con aria solenne... era buffo e sarei anche scoppiato a ridere, se ne avessi avuto le forze.

"Sei andato da DIO!" mi disse Nichel.
"Eh?"
"Cazzo, prendi come MINIMO 25!"
"Ma soka..."
"Sei rimasto UN'ORA là, ti rendi conto? È l'orale PIÙ LUNGO che ho mai visto!"
"Un'ora???"


Controllai, era vero.
Cercai con lo sguardo Mandingo... era ancora là in fondo che cercava di risolvere l'esercizio, con una calcolatrice grafica che si era fatto prestare da chissà chi. Nessuna notizia della tipa albina, invece: con la sola eccezione degli improbabili organi sessuali che le prof nascondevano sotto la giungla di ragnatele più fitta del mondo, tutto il resto dell'aula erano cazzi.

"Dai - continuò Nichel - Andiamo a fare quattro passi, ti serve vitamina F!"
"Buona idea..."
.

Anche volendo, non sarei riuscito a seguire l'orale di Joco: la testa era fusa, non capivo più nulla.

Camminammo per il corridoio fino al bivio per biologia, perché, da lontano, riuscivamo ad intravedere della pheega.
Il metodo Nichel funzionava: col pretesto di trovare la strada per il CAZZO, la circolazione a poco a poco riprese vita. Ero ancora bagnato fradicio, ma stavo meglio.

"Dai! - gli dissi - Torniamo dentro a vedere Joco?"
"Ok..."


Una volta entrati nell'aula, per prima cosa andammo da Mandingo... tanto la prof non sembrava badare alla nostra presenza.

"PSSSS! - dissi - Tutto a posto?"
"Spero di sì... -
rispose Mandingo - Ho risolto con la calcolatrice, dovrebbe essere giusto!"

Mandingo ci fece vedere il foglio.
Per quanto poco ne potessimo capire Nichel ed io, sembrava che la soluzione avesse senso.

"Oh, come sta andando Joco?"
"Credo bene..."


In realtà, mentre Joco parlava, la prof nazista lo guardava con l'aria più schifata del mondo... un misto di ribrezzo, disgusto e orrore. Probabilmente, aveva mantenuto lo stesso sguardo anche con me.

"BASTA! - disse ad un certo punto, senza preavviso - AVANTI IL PROSSIMO!"

Joco fece per prendere il libretto, convinto di essere stato segato.

"LASCI IL LIBRETTO, DOVE LO PORTA? AVANTI IL PROSSIMO!"

Dal fondo dell'aula, Mandingo si alzò e camminò verso la cattedra, senza collo, con i piedi a papera e le mani girate all'indietro, come in un qualunque altro giorno della sua vita. E Joco si lasciò andare sulla sedia, stremato.

"Dai, ciuccio! - esclamò Nichel - Andiamo fuori!"
"Aspetta... Fammi vedere Mandingo..."
"Non dire cazzate! Alzati, muoviti, ciuccio, vai avanti, vai avanti, andiamo fuori, poi torniamo, tanto non scappa!"


Il "trio Melody" uscì dall'aula.

Joco era DEVASTATO... pronunciava solo una parola: "Minchia..."

"Dai, che ce l'hai fatta!"
"Maaaaaa... vaffanbagno! -
diceva Joco - Cioè... io... ma che cazzo voleva? Avete sentito anche voi no? Io dicevo..."
"Sì, sì, va bene, dopo. Ci prendiamo una buona Coca Cola eh?"


Al nostro ritorno, Mandingo era ancora alla cattedra... buon segno: se avesse voluto, l'avrebbe già SEGATO.
Con questo, non voglio dire che stesse filando tutto liscio, naturalmente: la prof lo interrompeva di continuo... e NON per fargli i complimenti.
Se Mandingo avesse visto il mio orale di giugno, avrebbe saputo che doveva CHIUDERE quel CESSO di bocca e parlare il MENO possibile... invece quel giorno l'handicap era rimasto a casa. Comunque, ad un tratto, la prof prese il suo libretto... e anche i nostri due.
Ci scrisse sopra qualcosa, senza neanche porsi il problema di chiederci se accettavamo il voto, poi ci chiamò alla cattedra e ci porse il registro, per la firma.

Non ci potevo credere... CE L'AVEVO FATTA... SUL SERIO!

Con una perfetta coordinazione da circo Bulgaro, aprimmo i tre libretti, così come ci erano stati dati... e poi ce li scambiammo, in maniera che ognuno potesse leggere il proprio.

Avevo preso 27!!!

VENTISETTE di ANALISI 1!

VEEEENTISEEEEETTEEEEE!!!!!!!

La terza riga: Analisi1!

Joco aveva preso 25 e Mandingo 23, ma la loro gioia NON era minore: corremmo fuori dall'aula ed iniziammo ad urlare.

"FOTTITI!!! FANKULOOOOOOO!!!! SOOOOOOOOOOOOOKAAAAAAAAAAAAAAA!!!"

Facemmo le scale di corsa e ci precipitammo fuori, in piazza Carlo Alberto.

"FANKULOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!"

"DAI! -
urlai - DAI, ANDIAMO!"
"Dove andiamo?"
"A PRENDERE IL 64!"
"Il 64? -
chiese Mandingo - E perché?"
"COME PERCHÉ? PORTA A CASA TUA!!!"
"Eh, lo so... ma che cazzo andiamo a fare a casa mia?"
"A PRENDERE DOOM DUE! HO DIECI FLOPPY VERGINI NELLO ZAINO!"
AFTER A CASA MANDINGO
Cantando a squarciagola un repertorio selezionato, che partiva dalle canzoni di MiOpiO, si arrampicava fino ad Elio e ai Farinei e poi si tuffava a capofitto negli 883, arrivammo a casa Mandingo che era ora di pranzo.

Mandingo abitava al fondo di corso Galileo Ferraris, per gli amici Galfer, non lontano da dove batteva Banfi.
Capitavo spesso da quelle parti... e non solo per Banfi! In via Fratelli Carle c'era OBELIX: è uno dei noleggiatori di dischi più forniti di Torino... e io, modestamente, avevo la tessera numero 1234.
Quel posto aveva un solo difetto: non affittava giochi... per i cd-rom era rimasta solo Gardenia Blu! Però, a livello di musica, non gli mancava veramente nulla... quasi quasi, nel pomeriggio ci potevo fare un salto.

"NO, RAGAZZI, ASPETTATE! - rispose Mandingo - È SUCCESSO UN CASINO! NON HO LE CHIAVI!"

Be', come pacco per non farci entrare non era male.

"Ma non c'è nessuno in casa?"
"SÌSÌ, QUELLO SÌ... MA NON SO SE HO UN GETTONE!"
"Per farne che?"
"EH... PER FARMI APRIRE... DEVO TELEFONARE!"


Oh, cazzo... mi ero dimenticato.

"Che succede?" chiese Nichel, smarrito: era l'unico a non essere ancora mai stato a casa di Mandingo.
"Casa Mandingo NON ha il citofono - spiegai - Se l'handicappato non ha le chiavi, per farsi aprire deve andare alla cabina e telefonare a casa. E gli buttano le chiavi giù dal balcone!"
"Ma veramente?"
"Sì, giuro!!!"
"Cazzo, ma TERZO MONDO! Neanche a NICHELINO!"


Di culo avevo in tasca 200 lire e le sacrificai per la causa, altrimenti Mandingo avrebbe BIVACCATO in strada.

Da un balcone del secondo piano, si affacciò un tizio con la stessa faccia di Mandingo, però GRASSO e con gli occhiali: era BirilloBIRILLO, il fratello gemello!
E piovvero le chiavi.
Per fortuna, conoscevamo la procedura e facemmo in tempo a schivarle, altrimenti ci avrebbe UCCISO.

"Allora? È andata bene?" chiese Birillo, vedendoci felici.

La camera MandingoBirillo si affacciava su un piccolo cortile interno... era perfetto!
Corsi alla finestra e urlai: "HO PRESO VENTISETTEEEE!!!"

L'urlo generò un'eco PAZZESCA.
Dalla casa di fronte, si affacciò una signora, disse: "Bravo!" e tornò dentro.
Ero soddisfatto.

Mandingo SIGILLÒ la finestra, neutralizzò Joco accendendo l'Amiga e disse a Birillo di copiare subito Doom 2 sui miei floppy, in maniera da accelerare il più possibile il momento in cui saremmo andati fuori dai coglioni.
Illuso: l'Obelix apriva alle tre e mezza!

Sul tavolo, intanto, sonnecchiava una cassetta dei Nirvana, era un concerto che un anno prima mani ignote avevano registrato a Roma.
Lo ficcammo nello stereo a palla, sul ritornello di "SMELLS LIKE TEEN SPIRIT", credo di avere perso un polmone... ma ne valse la pena.

Quasi tutta la Mandingoteca era di formazione recente: vantava il live dei 99posse del '94 coi Bisca (a Torino erano venuti alla Lega dei Furiosi... un concerto spettacolare!), "Babilonia e Poesia" degli Africa Unite, un medley degli Amici di Roland, cioè quegli adorabili squilibrati che ricantavano le canzoni dei cartoni animati in chiave punk, "Sauta Rabel" dei Mau Mau, una cassettina di Daniele Silvestri e persino l'ultimo di Ligabue, "Sopravvissuti e sopravviventi", che per me era l'unico davvero bello... per lo meno, non era tutto in quattro quarti.

L'unica ribellione alla gabbia temporale era affidata alla mia cassetta dei Farinei e ad una bizzarra raccolta di Elio e le Storie Tese.
Mandingo NON si ricordava chi gliel'avesse passata ed era GRAVE, perché era una FIGATA: comprendeva due inediti spettacolari, "Tende di pelo" e "Vattene amore", che facevano chiaramente parte di uno stesso concerto, tra l'altro registrato da Dio. Avrei dato il CULO per sentire il resto.

"Mandingo! - dissi - Ma POSSIBILE che non ti ricordi chi MINCHIA ti ha registrato la cassetta di Elio?"
"Ma che cazzo ne so -
rispose - Me la sono trovata! Qua è pieno di gente che mi passa roba... non mi ricordo chi mi passa che cosa..."
"Ma soooooka! -
urlai - VENTISETTEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!"

Immaginai il giorno in cui uno sconosciuto avesse chiesto a Mandingo chi gli avesse passato la cassettina dei Farinei... e decisi che avrei scritto "Marok" su TUTTA la musica che avrei passato alla gente, da qui fino alla fine dei miei giorni.
La copia di Doom 2, intanto, era quasi finita... peccato, si urlava bene a casa di Mandingo! C'era un'ottima eco.

"Ma com'è Doom 2? - chiesi a Birillo - È davvero questa figata?"
"Mah... -
disse lui - È uguale al primo... cioè, cambiano le mappe, c'è la doppietta al posto del fucile e c'è qualche mostro nuovo..."
"Ah..."
"...e i cheat son cambiati. Al posto di IDSPISPOPD scrivi IDCLIP. Comunque, sì, carino e tutto quanto... ma io personalmente preferisco alcuni WAD aggiuntivi creati per il primo..."
"Va be', tu copia!"
"Finito!"
AFTER AFFANKULO
Per la gioia di Birillo e di Mandingo, ripartimmo destinazione affankulo.
Avremmo sicuramente organizzato una festa di metà AntiNaja, ma in quel momento NESSUNO possedeva un sufficiente livello di lucidità... e io dovevo giocare a Doom2.

Appresa la buona novella, mia madre mi preparò un pranzo luculliano, che avrebbe steso un rinoceronte.
Poi chiamai mio padre, per dare la notizia anche a lui... e si limitò a commentare: "Era ora! Hai fatto SOLO il tuo dovere!"
Era un pessimo attore: si vedeva il suo sorriso persino attraverso la cornetta del telefono.

"Senti... - risposi - non so se riesco a passare nei prossimi giorni, per riportarti le cassette dei Farinei... sono un po' incasinato e..."
"MA TIENTELE! E comunque... se ti piace davvero quella roba... sei proprio piciu come tuo cugino!"


Lì per lì, mi venne in mente di farmi una maglietta: "Sono PICIU come MIO CUGINO!"
Poi sorse un inconveniente insormontabile: non avevo voglia.

Luglio non era ancora finito, avevo ancora 12 giorni e me li volevo GODERE TUTTI, fino in fondo! Il mio programma per il resto del mese era CAZZEGGIO TOTALE SFRENATO PERPETUO!
Così, quella sera radunai un manipolo di diversamente figati e andai alla Pellerina a vedere il concerto dei La Crus. E tuttora continuo a non sapere chi CAZZO siano i LA CRUS, perché non ricordo assolutamente NULLA: all'alba stavamo ancora girando per Torino come dei pirla, cantando, bevendo e fumando con uguale livello di qualità, cioè ZEEERO.

L'indomani, mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, e risposi a tutti... persino a Nichel!

"Allora! - disse Nichel - festeggiamo sta cazzo di AntiNaja o no?"
"Minchia sì, dai! -
risposi - Vaffankulo! Facciamo la pizzata, cazzo!"
"Pizzata, pizzata... ne abbiamo già fatte tante, 'ndicappaaat'! Joco ha la casa a PRAGELATO, in MONTAGNA. Gliela vogliamo andare a SFASCIARE o no? Voglio PRENDERE IL SOLE, cazzo! Sono bianco come un lenzuolo!"


Anche se era MARRONE, anche se aveva le lenti a contatto AZZURRE, anche se era handicappato e anche se aveva già dato geometria, Nichel ogni tanto aveva delle OTTIME idee.

"Ci sto! - dissi - Basta convincere JOCO!"
"Non è da convincere, minchia! Lo andiamo a prendere a casa, lo ficchiamo in quella cazzo di macchina e gli diciamo PORTACI A PRAGELATO, ciuccio!"
"Ok... affare fatto!"


E così, per la prima volta, la prima festa AntiNaja del 1995 sarebbe stata in montagna.
Ma quella è un'altra storia.
Per il momento, andate tutti oralmente, asintoticamente, indifferenziabilmente ed errepiccolamente affankulo!