L'autistico GRUMO aveva RUSSATO per tutta la CAZZO di notte.
E ogni tanto PARLAVA anche.
"Mmmm... le magliette... il banchetto... i tubi... ZZZZZZ!"
Mi risvegliai definitivamente a mezzogiorno, in un silenzio ormai surreale: GRUMO aveva smesso di russare!
Alééé!!!
Ci misi un po' a capire il motivo: era USCITO.
Con pigrizia, alzai la tapparella e mi guardai intorno... ero veramente soddisfatto. In meno di 24 ore avevo INCASINATO la mia metà stanza a livelli leggendari: il lato superiore dei vestiti appallottolati era l'unica parte di pavimento che non fosse già sporca di sabbia, mentre la mia metà di tavolo vantava almeno tre strati di casino... ed era solo il primo giorno, la maggioranza della mia roba era ancora in valigia!
Considerando anche il settore di GRUMO, ordinato a livello autistico, la stanza sembrava il simbolo dello Yin e Yang... e io ero nella metà giusta!
Noi sì che ci sappiamo divertire.
FITNESS
Il cielo era ancora coperto, ma almeno non pioveva... era già qualcosa, considerato che c'era GRUMO.
Soprattutto, nonostante l'ora, il fitness non era ancora finito!
Anzi, aveva l'aria di essere appena iniziato.
"Buongiorno! - dissi a GRUMO
- Dormito bene?"
"Dormito bene un CAZZO! - rispose l'autistico
- Hai RUSSATO tutta la notte... e non ti sei svegliato nemmeno quando mi sono alzato per andare a CAGARE. Vaffankulo!!!"
Invidiavo GRUMO: nonostante le PRUGNE, io non avevo ancora CAGATO.
In più, aveva anche già scattato la prima foto del PercFest: quella al caro, vecchio
Angelo Albani, diversamente Ligabue.
"Ogni martedì del PercFest DEVE iniziare con la STESSA foto: la faccia di Angelo. Gli ho anche spiegato che misura l'invecchiamento nel corso degli anni! Non era contento..."
Era incredibile come, dopo tanti anni, Angelo non ci avesse ancora SPARATO.
Comunque, adoravo il fitness in spiaggia: era uno degli ultimi posti in cui era normale vedere le donne che si facevano il culo, mentre i maaaaaaaski stavano a guardare, con le mani dietro la schiena.
Immagino così il Paradiso.
LA SPIAGGIA DIVERSAMENTE FIGATA
Al termine, l'autistico GRUMO ritornò in albergo a posare la macchina foto.
Fu la salvezza: finalmente, spuntò il sole!
L'acqua, comunque, era GROENLANDIA... o, se preferite,
SKAGERRAK.
Una volta in spiaggia, GRUMO mi mostrò un suo cambio radicale di stile. Per qualche motivo, si era convinto che ad annullare la pheega fosse la COPERTINA dei libri che leggeva in spiaggia... ed effettivamente, vedere un libro foderato di carta di giornale, come faceva sempre lui, non era il massimo. Così, quest'anno li aveva avvolti in carta da pacco regalo minorenne, ricca di animali puccettosi!
Feci appena in tempo a scattare
questa foto,
che
la pheega sullo sfondo si POLVERIZZÒ, lasciando spazio a due VEEEEKKI, che non solo erano gli ultimi due TEDESCHI che ancora facevano le vacanze in Liguria, ma
avevano pure un cane NAZISTA, che abbaiava quando passavano i NEGRI.
La cosa più incredibile era che le POCHE RARE volte che, PER SBAGLIO e DA LONTANO, incrociavamo lo sguardo di qualche pheega, lei SMETTEVA di sorridere e si COPRIVA LE TETTE. All'inizio pensai a semplici coincidenze, poi mi arresi all'evidenza: era la grande legge della natura. Nel DNA del
cane nazista
c'era l'odio per i NEGRI, in quello della pheega c'erano le nostre facce... e, di fianco, c'era una scritta: NØ.
Nonostante tutto, però,
una creatura femminile riuscì ad affezionarsi a GRUMO: era una VESPA!
Non faceva altro che girargli intorno, mentre lui sclerava.
Probabilmente, si era innamorata della sua
crema protezione CINQUANTA, quella per bambini e VEEEEKKI.
"Di che ti lamenti? - gli dicevo
- È vespa, è femmina!"
"Vaffankulo, vespa di MERDA, perché non vai a rompere il cazzo pure a lui? Vaffankulo!"
Erano bellissimi, sembravano sposati.
Alle ore 13:30, decidemmo di lasciare in pace lo SKAGERRAK e puntammo sul dehors di Diversamente MariaSole, perché nel 2006 c'era pheega.
La birra non era male, ed il sottobicchiere ritraeva due volti femminili... imbronciati.
"Guarda, GRUMO! - dissi -
Queste qua SORRIDEVANO... prima che alzassi il bicchiere!"
L'autistico osservò con attenzione e si lamentò di non avere né la Nikon né il TUBO per fare la macro al sottobicchiere, così ritornammo in spiaggia, coi vecchi ed il cane nazista. Che abbaiava ai NEGRI.
GIOCHI SENZA FRONTIERE
In un attimo, ridendo e scherzando, si erano fatte le quattro... non male come primo giorno.
Così, dopo una breve tappa in albergo, perché GRUMO doveva prendere DIETRO la macchina foto e soprattutto il TUBO, trovammo un bel seminario in piazza Cavour: l'argomento erano
i tempi dispari nella musica folk.
Detta così, avrebbe potuto evocare lo sterminio definitivo della massa femminile nel raggio di un intero continente. In realtà, in
scaletta
c'erano perlopiù brani di facile ascolto e piacevole ballo ignorante. Anche il relatore, che avremmo scoperto chiamarsi
Gabriele Pozzolini,
ci stava parecchio dentro: poche parole tanta musica.
Poi arrivò l'omaggio a
GORAN BREGOVIĆ.
Dal pubblico, qualcuno cantò:
"La musica balcanicaaaaaa ha rotto i coglioniiiiiiii, è bella e tutto quanto, ma alla lungaaaaaa rompe i coglioniiiiiiii!"
Per fortuna, eravamo in ultima fila... ma COMUNQUE scappammo in piazza Libertà, dominio portoricano di
Efrain Toro e del suo compare, il buon
Marco Fadda.
Il seminario si chiamava
"What is Rhythm" ed era una gran figata: la piazza era strapiena e l'entusiasmo di quei ragazzacci era assolutamente contagioso.
1 E 100 MILA
Alle ore 18 in punto, trovammo all'Albatros il
maestro Ellade Bandini,
completamente abbandonato a se stesso: gli avevano montato la batteria in un angolo,
gli avevano ficcato una cassa davanti, senza collegarla, se n'erano andati e kazzi suoi.
"Marok! - disse il Maestro
- Meno male che ci sei! Ascolta, mi puoi dare una mano qua?"
Lo osservai divertito: non lavoravo più al PercFest da sei anni, ma una mano gliel'avrei data più che volentieri... se solo avessi avuto un'idea anche VAGA di come collegare la cassa, senza cavi né mixer!
Comunque, non era quello che mi stava per chiedere... era peggio.
"Ascolta, Marok, io adesso suonerò la batteria su alcune basi che farò partire dal mio iPod. Siccome ogni base ha un volume diverso e ci sono anche problemi di dinamica, mi regoli il volume?"
Osservai qualche secondo di rispettoso silenzio, poi presi coraggio e risposi.
"Ellade... la cassa... è... scollegata..."
"No, Marok, non hai capito, lo comando io da qua l'iPod, a me l'audio arriva dalla spia, tu devi solo alzare ed abbassare il volume dell'altoparlante esterno, questo qua, vedi? Devi girare le manopole..."
Le manopole erano tante, tutte molto belle, ma la CAZZO di cassa era comunque SCOLLEGATA. Non c'era NESSUN cavo che la sfiorasse, neanche lontanamente.
"Capito Marok? Me la dai una mano?"
Io non proferii parola, ma Ellade lo prese per un sì... ed il seminario poté iniziare.
Si chiamava
"1 e 100 mila, la versatilità del sessionman": Ellade suonava sovrapponendosi a se stesso, però giovane. Cioè, risuonava i brani di cui era stato batterista, perlopiù canzoni di Mina, Guccini e De André.
All'inizio del primo brano, Ellade mi urlò:
"ALZA! ALZA!"
Effettivamente, una cassa scollegata si sente poco.
Dopo un attimo di esitazione, gli regalai un'occhiata rassicurante e, con fare sicuro, girai una manopola a caso, in una direzione a caso.
Ellade sorrise.
Sottointeso:
"Ci voleva tanto?"
Aveva trovato la persona giusta nel posto giusto: il dottor Marok risolve.
Per fortuna, erano quasi tutti brani che conoscevo... così, col passare dei minuti, diventai
bravissimo: prima che il volume facesse in tempo a crescere o decrescere, corrugavo la fronte, sgranavo gli occhi, giravo una manopola, aspettavo il cambiamento e guardavo il Maestro soddisfatto.
Quasi sempre, Ellade ricambiava il sorriso... ogni tanto, invece, mi faceva dei cenni, quindi giravo, lo riguardavo ed era contento.
In quattordici edizioni di PercFest, ne avevo vissute di situazioni surreali... ma quella le batteva tutte.
La cosa che più mi riconciliava col mondo, comunque, erano i racconti.
"Il sessionman è quello che si alza prima di tutti, fa tanti chilometri e va a lavorare lontano!".
Se NON fossi nato incapace, sarei potuto diventare sessionman... ero nella vita giusta.
"Ad un batterista - continuava il Maestro
- dicono sempre che è troppo giovane, sempre, sempre, sempre! Finché, ad un tratto, va bene... per TRE GIORNI! Poi è già troppo vecchio!"
Come con la pheega... solo che si viene skifati pure nei tre giorni che stanno in mezzo.
Il seminario si concluse con
"Libertango" di Astor Piazzolla e
"Crêuza de Mä" di De André.
Fino all'ultima nota, interpretai il
"controllo del volume" alla perfezione, Ellade fu fiero di me ed alla fine un veloce sondaggio rivelò che NESSUNO, in NESSUNA parte del locale, aveva sentito bene: l'audio aveva fatto CAGARE OVUNQUE, in maniera uguale per tutti.
Il dottor Marok risolve.
ALLE SETTE DELLA SERA
Per una volta, era inutile avere fretta: in piazza non c'era NESSUNO, a parte gli uomini di fatica che posavano le sedie ed il loro opposto, l'Assessore, che li seguiva col righello e li cazziava quando non erano precisi.
Da vecchio, GRUMO me l'immaginavo così.
"Buonasera, Assessore!" urlammo, in coro.
"Non sono più assessore da un pezzo!" ci rispose l'Assessore.
"YEEEEEEEEE!!! Viva l'Assessore!!!"
L'Assessore sorrise e ci rivelò in anticipo il quarto segreto di Fatima: il numero di file riservate.
Al PercFest, l'algoritmo di assegnazione delle risorse è OSCENO:
prima le sedie vengono messe giù, a disposizione della gente, che le occupa.
POI viene detto quante file sono riservate. E la gente che, intanto, in buona fede, si è seduta,
viene FATTA ALZARE... e, ovviamente,
si ritrova in fondo alla piazza perché, nel frattempo, i posti di mezzo sono stati riempiti.
Ed infine, alle 21:30, tutti i posti
"riservati" rimasti liberi (quindi, generalmente, TUTTI) vengono
"rilasciati", cioè chiunque ci si può sedere... scatenando il delirio.
"Stasera quattro file riservate, Marok! - disse l'Assessore
- Mettetevi in QUINTA!"
"Grazie Assessore!"
"NON SONO ASSESSORE!!!"
Cantando
"ASSESSORE ASSESSORE!", posammo gli zaini in quinta fila, mentre, sul palco, l'accordatore del pianoforte suonava una musica fatta di sole ottave ed il VEEEEKKIO, dalla finestra, mimava svariati strumenti di pena capitale.
Indovinammo la ghigliottina e l'impiccagione... gli altri li avremmo scoperti solo vivendo.
Sotto al VEEEEKKIO, i locali accesero le prime luci... era tempo di mangiare qualcosa, ma
l'insegna di Zazà era cambiata in "Zazà Blues", all'interno NON c'era più il signor Zazà e
NON facevano panini, solo "TAPAS".
E va be', sticazzi, vada per le
"TAPAS".
Risultato: 10 mini tartine più una birra per la modica cifra di...
10 EURO!!!
Festeggiammo così la prima inculata del 2014.
Per il caffé, però, scegliemmo il
"Buco Del", il locale di fianco al palco.
Adesso
si chiamava "La Cuenda" e
dentro c'era... il vecchio ZAZÀ!
Si era semplicemente SPOSTATO, avremmo tranquillamente potuto mangiare da lui!!!
PiombinoKastrox.
Al calare del sole, che a Laigueglia è PREEEESTO,
iniziai a sentire freddo.
E va be', misi su la giaccavento, l'avevo portata apposta... però era strano,
tutti gli altri erano in maglietta, compreso l'autistico GRUMO. Mi stavo ammalando? Bella sfiga, all'inizio del PercFest!
Alle ore 20,
GRUMO si alzò e mi disse che tornava in albergo.
"Che c'è GRUMO? Non stai bene?"
"No, tutto a posto... vado solo a prendere la GIACCA! Ciao!"
Subito dopo corse via, con passo autistico infreddolito.
Poco male, fu rimpiazzato dal
Pipppero,
in MAGLIONE, GIACCAVENTO e CAPPELLO, e dal suo figliolo,
Panino,
che era in MAGLIETTA e passava il tempo a prenderlo per il culo perché è un VEEEEKKIO! Tutta questa gente mi faceva quasi sentire normale.
"Grande Marok! - disse il Pipppero
- Ho appena scaricato il live in Laigueglia del 1998, di Elio! Figata!".
Un po' di precisazioni:
- era stato lo STAFF del PercFest (di cui LUI faceva parte) a passarmi quei file DODICI ANNI PRIMA, nel 2002, perché li pubblicassi sul sito ufficiale,
percfest.com.
- Siccome il sito ufficiale era stato acquistato dai GENITORI del Pastrano, che tuttora continuavano a pagarlo, stava su un dominio tiscali che dava IN TUTTO DIECI MEGA (ripeto: DIECI MEGA!) di spazio totale. Quindi, sempre nel 2002, avevo caricato gli mp3 su un'area altervista, ovviamente gratuita, e li avevo linkati sia dal
sito del PercFest,
sia da
marok.org.
- Sul sito del PercFest, i file erano sempre rimasti onlain, con un link in bella vista nella homepage... fino al 2009, quando il sito era stato DISINTEGRATO.
- Il Pipppero (che faceva ancora parte dello staff del PercFest) li aveva scoperti solo ORA, a dodici anni di distanza, cercando cazzate su marok.org!
Ok... gli ingredienti c'erano tutti, il Percfest poteva iniziare.
E FINALMENTE... JAZZ!
Alle ore 21:30, finalmente, salì sul palco il primo gruppo dell'edizione 2014: era il trio
"JOBINIANDO",
un tributo ad Antonio Carlos Jobim (quello della
canzone mononota senza le palle),
con la splendida voce di
Rosalia de Souza, accompagnata al piano e alla chitarra dei mitici
fratelli Taufic.
Dopo un paio di minuti di musica,
tutti gli abitanti della piazza fecero come il VEEEEKKIO:
CHIUSERO le finestre ed ACCESERO le luci, per far notare che erano in casa! Le buone abitudini non si perdono mai... andassero un po' a fare in culo, ma sempre con
la massima ironia.
Per la cronaca, l'ultimo brano in scaletta fu proprio la mitica
"Samba de uma Nota So"... introdotta con la frase:
"anche se non sarà quella di Elio!"
Fummo in pochi a capire... peccato.
In un mondo perfetto, adesso sarebbe arrivato GORAN BREGOVIĆ, in persona.
Beh... era un mondo QUASI perfetto: alle ore 22:30 salì sul palco
Gabriele Pozzolini, il percussionista che aveva suonato Bregović nel pomeriggio, in piazza Cavour!
Il suo gruppo si chiamava
"ORCHESTRADA"
ed era formato da
Claudia Bombardella (voce e fiati),
Ruben Chiaviano e
Gabriele Savarese (violini e bouzouki),
Modestino Musico (fisarmonica),
Piero Spitilli (contrabbasso) e
Tommaso Papini (chitarra). E poi, ovviamente, c'era Gabriele Pozzolini, alle percussioni e alla batteria.
Erano semplicemente FANTASTICI: suonavano la
musica folk da strada, con un tiro micidiale.
Non me ne vogliano gli altri, ma il più bello era il contrabbassista, Pietro Spitilli, perché la sua faccia era palesemente FINTA: avete presente nasi e occhiali che si indossano a carnevale oppure durante l'anno per fare le rapine? Ecco, lui era così.
Comunque, avevano davvero il loro perché: era davvero difficile stare fermi... creavano un suono che avrebbe scaldato chiunque!!!
Il Pipppero, intanto, era INCAPPUCCIATO per il freddo.
Di fianco a lui il figliolo, Panino, era sempre in maglietta.
Ci piace ricordarli così.
AFTER
Per la gioia del VEEEEKKIO e del comitato AntiPercFest, a mezzanotte in punto il concerto terminò... puntualità svizzera!
Così, ci spostammo di qualche metro ed entrammo
da Zazà Blues, dov'era appena iniziata la jam... sotto casa del VEEEEKKIO.
La musica era piacevole: un
trio pianoforte, chitarra e maracas.
Quindi, ci spostammo
all'Albatros, perché il nostro istinto ci spingeva sempre verso la catastrofe.
Là trovammo il maestro Ellade e, attorno a lui, il DISASTRO:
mancava TUTTO.
Mi chiedevo perché lo ODIASSERO così TANTO... comunque era divertente.
"Marok! - disse il Maestro -
Meno male che ci sei tu!!! Corri a chiamare Angelo, devo suonare e qua non c'è NIENTE!!! Digli che faccia in fretta..."
In compagnia dell'autistico GRUMO, feci un salto al magazzino, giusto il tempo di trovare Angelo che stava CHIUDENDO e SOOOOKA.
Al ritorno, raccontammo al maestro Ellade che Angelo si stava affannando per risolvere i suoi problemi a spregio della sua stessa vita, ma purtroppo tutti gli strumenti al momento erano scappellati a destra, a causa del default nello spread e derivati grexit.
Ellade si mise l'anima in pace e suonò ugualmente la batteria, così com'era montata, senza amplificazione... e, devo dire,
fu un'ottima jam.
Il dottor Marok risolve.
Verso l'una, facemmo un giro da Sirò, quasi deserto, e poi da
Mayflower.
Il nostro contributo fu fondamentale: eravamo gli unici due clienti.
Se non altro, la quantità di pheega era costante.
"Cazzo... - diceva il signor Mayflower
- Ma dove sono tutti?"
"Alle jam..." risposi.
"Le jam? Ma se ho chiesto al sindaco e mi ha detto che NON si potevano fare..."
Mi ricordò la CAIAZZO, quando pensava che i suoi
"amici" non scrivessero più su facebook... senza capire che
era LEI e solo LEI ad essere stata BANNATA persino in LETTURA, da CHIUNQUE, perché SKASSAVA la MIIIIINKIA.
Mi raccomando: non mettetelo su Internet.
Comunque, il signor Mayflower andava consolato col massimo tatto ed un delicato giro di parole:
"TU non puoi fare la jam... - dissi
- l'Albatros sì!"
"Che cosa???"
"Certo... e pure Zazà Blues, sotto le finestre del VEEEEKKIO!"
Ad ogni mia parola, il signor Mayflower si incazzava il DOPPIO... era un'esponenziale di bestemmie.
"No, ma io vado a parlare col SINDACO! Domani voglio assolutamente risolvere questa cosa delle jam..."
Soddisfatti del risultato, ci incamminammo verso il lungomare: GRUMO per tornare in hotel, io per
fotografare la luna
con la vecchia SX10 con lo zoom 560mm 20x, rigorosamente senza appoggio, perché è divertente.
E intanto pensavo... perché al mare ci si sente così bene?
E che rapporto c'era col fatto che io, proprio io, nonostante tutte le PRUGNE che avevo mangiato, non fossi ancora riuscito a CAGARE?
Sapevo di non poter trovare risposta: non avevo bevuto abbastanza.
C'era solo una cosa che potevo fare: aspettare il vento più favorevole, scegliere la migliore posizione di tutta la spiaggia e là, proprio là, prendere fiato e regalare al mondo il mio ultimo, potentissimo vaffankulo.