Sporco, vecchio e deliziosamente puzzoso, Sputo era ancora là, ad indicarmi la via per l'estate.
Eravamo invecchiati assieme ed assieme eravamo riusciti a PEGGIORARE, anno dopo anno, nonostante già da giovani facessimo CAGARE! Questa era la vera fedeltà.
Solo
una volta Sputo mi aveva fatto paaakko, che in sputese si dice "sciopero": ero finito su un pullman carico di VEEEEKKI, che NON SOLO ci aveva messo QUATTRO ore per arrivare a Laigueglia, neanche fossi partito dal CUSIO, ma mi aveva SURGELATO con l'aria condizionata, per mantenere la carne dei VEEEEKKI in vita. Per fortuna, avevo la GIACCAVENTO nello zaino, ma l'imperativo era: mai più.
Aprii la porta sgangherata di una delle prime carrozze. Oppose un po' di resistenza, ma potevo capirla:
una volta avevo scassato una sua collega per far salire il Favone,
quando Sputo stava già partendo. Se non l'avessi fatto, il
Favone
non avrebbe mai potuto fottere il suo primo telefonino... e non riesco ad immaginare la mia esistenza senza gli sms di "Buongiorno!" che gli mando alle cinque del mattino, da sbronzo, prima di andare a dormire.
Il Favone si alza a quell'ora, per aprire l'edicola, tutti i giorni della sua vita... poi legge il mio sms e BESTEMMIA, fino alla fine di ogni giornata. Andavamo avanti così dal PercFest 2002: DODICI anni di bestemmie... e tutto grazie a Sputo, il mio treno.
Lanciai la valigia nel corridoio, mi guardai attorno ed un brivido mi percorse da capo a piedi.
Si CONGELAVA!
Non ci potevo credere: Sputo era diventato un FRIGO!!!
Tirai dritto, lasciandomi alle spalle quel cazzo di vagone congelatore ed i cinque successivi, fino a trovarne uno in cui l'aria fosse spenta.
Vittoria!!!
Spalancai il finestrino per drogarmi con la puzza dei binari e mi svaccai a leggere un vecchio albo di Dylan Dog, di quelli con gli angoli delle pagine ingialliti, come le riviste porno usate.
LA DISPUTA DI SPUTO
Alle ore 14:24, Sputo emise un lamento, si diede una scrollata e si mosse, lentamente, in direzione sud. Aveva la grazia e l'accelerazione di una vecchia lavatrice, di quelle che durante la centrifuga camminano nel cesso facendo tremare la casa e stimolando le bestemmie di quello che sta sotto.
Alle cinque del mattino.
Poi, all'altezza di
GONORREA SURFERS,
un soffio preannunciò la catastrofe: si accese l'aria condizionata... a PALLA! Si congelava!!!
Subito dopo passò il controllore, mi guardò e disse: "Alla gente piace così!"
La "gente" si era coperta le spalle con maglioni e giacche color anziano, ma Sputo seppe sfidarli: con lentezza, si arrampicò sulle montagne... e fu SIBERIA!
Era il mio momento.
"Scusate - dissi - a qualcuno di voi piace quest'aria condizionata?"
La "gente" borbottò... una signora di mezza età mi fece cenno di no col capo.
"È questo che vogliamo? - continuai - È questo il mondo che vogliamo regalare ai NOSTRI figli? Eh? Andiamo al mare per stare bene e LORO ci fanno ammalare? Vi sembra giusto? NOI siamo gente onesta, che LAVORA! Noi. E questi qua? Noi paghiamo le tasse... e LORO?"
Al ritorno del controllore, il pentolone ribolliva: il passato era cotto a puntino.
Un sommesso vociare di approvazione confermò la vittoria netta e schiacciante dell'opposizione: il controllore SPENSE l'inverno e lasciò giocare le altre stagioni.
E, "come d'autunno si levan le foglie", simileménte sciarpe e giacche color anziano si gettarono giù ad una ad una. E, allo spalancarsi dei finestrini, l'odore d'erba spørka delle vecchie stazioni di montagna inondò il vagone di PRIMAVERA!
Ed infine, all'uscita di un'interminabile galleria, trovai ciò che aspettavo da dieci mesi: il vento del mare. In altre parole, l'ESTATE!
Mancava pochissimo... mi alzai per sgranchirmi un po' le gambe, perché i veeeekki lo fanno, prima di riprendere a camminare.
Del resto, un tempo Sputo fermava a Laigueglia... adesso soka: mi toccava scendere ad Alassio e camminare per mezz'ora, oppure aspettare la corriera, che passava ogni tanto. Venti minuti... mezz'ora... un'ora... mai.
Non avevo regole, decidevo di volta in volta, tanto non avevo un cazzo da fare.
E intanto annusavo l'aria, con la testa fuori dal finestrino, perché è illegale.
Non come fare foto, ma è comunque illegale.
Il mare, la ferrovia e la via Aurelia, in quel tratto di Liguria, passeggiano paralleli, uno vicino all'altro... così riuscii a vedere la corriera che mi salutava! E superava il treno! Salvo poi fermarsi... ripartire... e superarci di nuovo! Era un duello tra bradipi, una sfida all'ultimo sangue!!!
Se a fare la differenza fu un passaggio a livello, come
al Giro,
o un più prosaico semaforo rosso, fotteva fondamentalmente cazzo: l'essenziale era che SPUTO VINSE la disputa e la corriera fu MIA!
Era tempo di mare, sole e pheega! Alééééé!!!
RAPPORTI UMANI
Alle ore 17:45, il cielo di Laigueglia faceva CAGARE, ma potevo capirlo: c'era GRUMO.
Nel corso della settimana, sarebbero anche arrivati gli altri handicappati:
MiOpiO,
Rese,
KG,
Grip
e, pheega in fundo, la bella
Choo!!!
Per due giorni, però, GRUMO ed io saremmo rimasti soli soletti, nell'intimità della camera 8 del caro, vecchio hotel Corallo.
Era l'occasione giusta per confrontare la nostra potenza e le nostre dimensioni: tirammo fuori le nuove macchine foto.
Quella di GRUMO in realtà aveva già compiuto un anno: era una reflex, la
d5100 della Nikon.
Una gran bella macchina, con una splendida dinamica. L'avreste già letto nella recensione del PercFest 2013, se l'avessi pubblicata.
Aveva un solo difetto: NON faceva le "macro", cioè le foto da molto vicino... per quelle, sulle reflex ci vuole un obiettivo apposta, che costa un casino.
Così, GRUMO aveva ordinato dai CINESI un TUBO (senza vetro dentro, proprio un TUBO VUOTO!) che ALLONTANAVA l'obiettivo dalla macchina foto.
"Vedi... - spiegava GRUMO - un obiettivo macro costerebbe tipo 700 euro. Invece, questi 'extension tube' sono semplici anelli di metallo, VUOTI, PRIVI DI OTTICHE, e raggiungono lo stesso risultato. Quelli originali Nikon costano un casino, si va dai 90 ai 120 euro per ogni singolo tubo e, di solito, li vendono a gruppi da tre. Io invece l'ho ordinato dai CINESI ed ho pagato 50 euro, in TUTTO, per tutti e tre! E vanno benissimo!"
Per dimostrarmi che era vero, GRUMO si fece una FOTO ai SUOI NEI.
Una cosa del genere annullava il CONCETTO STESSO di pheega, nell'universo.
Per questo, decisi che
l'avrei pubblicata come prima foto
nella recensione del PercFest.
Ehi, non scappate... adesso era il mio turno!
Oltre alla cara vecchia
SX10,
che portavo sempre con me per fare le foto con lo zoom, avevo una nuova macchina tascabile: la
Canon G1X.
Perché l'obiettivo non importa se è più CORTO: basta saperlo usare!!!
Ottica luminosa (f/2.0 a 24mm, f/3.9 a 120), ottimo sensore (1.5" diviso in soli 12 megapixel), display girevole, velocità di scatto fenomenale, touch screen per scegliere al volo la zona da mettere a fuoco... in pratica, era la macchina più veloce che avessi mai avuto. Fate leggere questa frase ai vostri amici: quelli che penseranno ad un'automobile tromberanno... gli altri, magari, diventeranno FAVE.
Finimmo i nostri test comparativi alla CRAI, in coda in mezzo ai vecchi, perché dovevo comprare l'acqua a basso costo e le
PRUGNE per sturarmi il culo.
Poi facemmo il primo giro in paese: c'era ancora poca gente in giro ed il palco di Piazza Marconi era vuoto... però alla finestra c'era
il VEEEEKKIO!
Alééééé!!!
Ci riconobbe subito e, a gesti, promise una netta e rapida separazione tra le nostre teste ed i nostri corpi.
Sorrisi, perché mi avrebbe fatto un favore: se mi avessero riattaccato il corpo di chiunque altro, difficilmente poteva andarmi PEEEEEGGIO.
Comunque, ci ritirammo strategicamente nel magazzino, dove incontrammo gli
Angelo & Friends.
Tre... due... uno... "Marok, GRUMO, quest'anno è un CASINO!".
Perfetto.
A dire il vero, una novità c'era... anzi due: un maaaaskio e una femmina, età presunta un anno. Erano i FIGLI GEMELLI di Angelo!
Il maaaaskio vide GRUMO e sorrise. La femmina vide GRUMO e SCOPPIÒ a PIANGERE.
La natura aveva fatto il suo corso... potevamo mangiare.
UNO SCOPO NELLA VITA
Il Pescatore, grazie al cielo, esisteva ancora... e così, come facevamo da
dodici anni,
ci sedemmo nel dehors, di fronte al pesce più buono del mondo e ad una piazza Garibaldi ancora semideserta.
Unica nota di colore, il maestro
Ellade Bandini,
che andava e veniva in bici, salutandoci ogni volta, e non ne voleva sapere di fermarsi a tavola con noi... finché non pronunciai le parole magiche: "LIMONCELLO GRATIS!"
In realtà, il maestro passò il tempo ad analizzare il nostro programma del PercFest: ne sapeva MENO di noi... LO ADORAVO!
Comunque, c'erano tante cose belle, ma la vera novità era che il mitico QI GONG delle nove e mezza era stato anticipato alle SETTE DEL MATTINO.
Solo due giorni, però: SABATO E DOMENICA.
Era una notizia SPETTACOLARE: finalmente avrei potuto vederlo, facendo no stop fino all'alba!!!
"Voi siete pazzi!" commentò Ellade.
I signori Sirò però ci battevano: ce l'avevano a MORTE col MONDO.
Ricordate il loro nemico numero uno, lo squilibrato che di notte urlava dalla finestra contro i musicisti che facevano le jam?
Beh... aveva STRAVINTO: adesso non solo il sindaco aveva VIETATO le jam da Sirò, ma gli aveva pure fatto TOGLIERE il dehors... era la CATASTROFE completa.
Il ricco turpiloquio si concluse con una frase storica: "Marok, comunque... ti ho visto nella rissa al Night Express!"
ROMBI
Sgranando gli occhi, fissai i signori Sirò e poi urlai: "Sxksdjfhksjfhs CARRÀ!"
I due scoppiarono a ridere e si nascosero dietro al bancone.
Non vidi esattamente che cosa stessero facendo, ma sembravano molto contenti di farlo. Ad intuito, mischiavano bottiglie... ma non si capiva bene quali, né come né, soprattutto, perché.
Poi vennero da me con un bicchiere. Pieno.
"Marok! - dissero - Stasera è nato il RUMBLE AT NIGHT EXPRESS!" "Ma RUMBLE non vuol dire rissa..." "ZITTO E BEVI!"
Cazzo, se era buono... fortissimo, ma buono! Conteneva fragola, nocciola e qualche miliardo e mezzo di alcoolici sconosciuti... era la prima volta che davo il nome ad un cocktail e, giustamente, era un CASINO!
Avevo fatto qualcosa di buono nella vita.
Quando già stavamo per uscire, apparve una nostra vecchia conoscenza: Barbara!
Sarebbe stata la seconda vittima del "Rumble at Night Express"... ma anche la prima pheega fotografata a Laigueglia con la Canon G1X.
AFTER
Una volta riempiti d'alcool, fu tempo di dare sfogo alla nostra ribellione giovanile: ci svaccammo sul lungomare a fare le foto comparative.
Non l'avrei mai detto, ma l'obiettivo di GRUMO faceva talmente CAGARE che stravinceva la G1X: nonostante l'inferiorità del sensore, era più avanti di quasi DUE step, cioè catturava quasi il QUADRUPLO della luce, a qualunque livello di zoom! E si FAPPA! Aléééé!!!
Umiliato dalla manifesta inferiorità, l'autistico GRUMO andò a dormire: ridendo e comparando, si erano fatte le due.
Non avevo per niente sonno, perché il giorno che avrò sonno a quell'ora starò crepando o avrò lavorato. Però in quel momento non mi sarei definito esattamente "in forma": lo stomaco mi URLAVA di dolore, come se al suo interno ci fosse una rissa in corso.
Così, feci un salto dal signor Mayflower a prendere un digestivo, maledicendo i rombi, le risse e il Night Express.
Il "nuovo nuovo" signor Mayflower, che oramai era lì per il quarto anno di fila, non si capacitava di come il locale fosse sempre vuoto: il DANNO che aveva fatto il primo successore di Remo e Marina era stato IRREVERSIBILE!
E i liguri, chiaramente, avevano completato l'opera, uccidendo DI PROPOSITO il turismo con ogni mezzo a loro disposizione, compresi quelli illegali, immorali ed alieni.
Da anni, il costo di tutti i servizi era fuori controllo e la qualità era sempre più scadente, "tanto la gente viene lo stesso".
La rete di trasporti, che già cadeva a pezzi in partenza, aveva raggiunto livelli da terzo mondo: non solo la ferrovia era ancora a binario unico, ma
la Torino-Cuneo-Nizza era stata soppressa
e sull'altra linea superstite, quella che passava da Savona, era FRANATA una CASA ABUSIVA mentre passava un treno
ed
avevano dovuto recuperare i vagoni dal mare coi BARCONI,
come quando sbarcano gli afrikaaani.
La cosa più odiosa, però, era l'accanimento COSTANTE dei VEEEEKKI contro ogni forma di divertimento, perché la notte era fatta per DORMIRE... e alla fine ce l'avevano fatta: il turismo era praticamente morto.
Gli unici che si facevano ancora vedere erano i DISPERATI che avevano ereditato la casa dei nonni, non avevano soldi per una vera vacanza ed accettavano di circondarsi di bambini e VEEEEKKI, pur di non spendere un cazzo.
Tutti gli altri, superata la riluttanza iniziale, si erano affezionati a lidi più lontani ma meno inospitali: la Croazia, la Spagna e la Grecia, con i viaggi low cost, erano diventate a portata di mano e di portafogli ed era EVIDENTE che, una volta ambientati, i vecchi turisti non sarebbero tornati indietro MAI.
Veniva da chiedersi perché i Liguri avessero fatto tutto questo... ma la vera domanda era un'altra: grazie a quale MIRACOLO il PercFest sopravviveva ancora?
Anzi, come faceva ad essere L'UNICO frammento del nostro vecchio mondo che, dopo il cambio del decennio, non era marcito, seccato, evaporato o andato affankulo?
Per carità, anche al PercFest la DECADENZA era SPAVENTOSA: pubblicità zero, notorietà zero, pubblico ai minimi storici, locali chiusi tra denunce e cazzi in culo e, soprattutto, Remo e Marina erano andati in pensione... quindi nessuno avrebbe più cucinato le
crépes a forma di FIGA,
di
TETTE
e di
CAZZO.
Era gravissimo!
Eppure, al PercFest la musica c'era ancora ed era sempre più emozionante: anche stavolta, il programma era meraviglioso.
Anno dopo anno, erano le note del PercFest quelle che associavo all'estate, così come i ricordi, le atmosfere... e, soprattutto, le cazzate! E alla fine la decadenza rendeva tutto ancora più suggestivo, così come la sensazione, costante, che ogni cosa stesse per finire.
Nel nuovo decennio, il PercFest era davvero rimasto l'ultimo angolo di CASINO nel quale ancora mi potessi sentire a casa, senza dover fingere di essere normale.
Qual era il segreto di questo elisir di lunga vita?
Sentivo che un giorno avrei trovato la droga giusta e, con lei, ogni tipo di risposta.
Per il momento, mi regalai una camminata nella spiaggia deserta, per affidare le mie parolacce al vento e godermi la mia prima notte d'estate. E il fruscio analogico della vecchiaia sporcava i miei pensieri e li faceva saltare, gracchiare e incantarsi... ma non li comprimeva. Mai.
Ritornai al Corallo verso le tre.
GRUMO stava russando in modo impressionante... il volume era di qualità Favone, però il ritmo era più regolare, perché era autistico.
Ad un tratto, smise e mormorò qualcosa, ma purtroppo non me ne fotteva un cazzo. Così, mi girai dall'altra parte e mi addormentai... non prima però di averlo mandato doverosamente ed improrogabilmente affankulo.