Cercai il telefonino e guardai l'ora: erano le undici e mezza.
Mi vergognai, misi via il telefonino e mi girai dall'altra parte, con l'obiettivo di dormire almeno fino all'alba, cioè mezzogiorno.
Fu allora che entrò l'autistico GRUMO.
Mentre io dormivo, aveva fatto in tempo ad uscire, cercare il fitness, vedere che era saltato, prendersi addosso TUTTA L'ACQUA DEL MONDO senza ombrello e tornare indietro.
Lui sì che si sa divertire.
Ero in dubbio se chiedergli del Qi Gong o ricominciare a dormire, così decisi di andare al cesso.
Prima buona notizia della giornata: ero ancora BIPEDE!
Prima cattiva notizia: anche quest'anno mi si era TURATO il CULO.
PiombinoKastrox.
KNOPPIX
Aveva smesso di piovere, ma il mare sarà stato GROENLANDIA, o al limite SKAGERRAK. Inutile andare in spiaggia, la cosa migliore da fare era chiuderci
all'Albatros.
Ci sedemmo, ordinammo, e spuntò il sole.
"BRAAAAAAAKNO!" disse GRUMO, indicando il televisore.
Mi voltai, c'erano i mondiali... una squadra era
"BRA" e l'altra
"KNO".
E la domanda sorse spontanea.
"Che cazzo è KNO?"
"KNOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOPPIX!"
In quel preciso istante le uniche due pheeghe del dehors si alzarono e se ne andarono. Dimostravano cultura: in pochi si ricordavano ancora della vecchia distro di Linux.
Non mi ha mai riconosciuto il modem usb di Alice... ma nessuno è perfetto.
IL CIELO SU LAIGUEGLIA
Come da tradizione, feci un salto dal fruttivendolo per sturarmi il culo e poi andai affankulo con GRUMO a Capo Mele, per ricordare i vecchi tempi del Kompagno Gillette.
Il vento era porco. Però, dopo una settimana di immobilità forzata, avevo voglia di camminare tutto il giorno... soprattutto perché allontanarsi dalla zona del PercFest aumentava la probabilità di vedere pheega.
Iniziammo ad elencare una ad una tutte le distro di Linux, a partire dalla famiglia RedHat, quindi Mandrake, Fedora, CentOS e Mandriva, poi la famiglia Slackware, quindi DeLi e SUSE, fino ad arrivare alla sacra famiglia di sua santità Debian, coi mitici Knoppix, Lindows e, naturalmente, il nostro eroe: Ubuntu.
Per non correre rischi, però, ogni tanto ripetevamo
"SAAAAAAAAAAAAAKKO!".
Intorno a noi, non c'era NESSUNO... un VUOTO TOTALE non solo di pheega ma anche di CAZZI.
Peccato.
Poco prima di arrivare in fondo, scoprimmo una piccola insenatura in cui la montagna riparava perfettamente dal vento, un piccolo paradiso felice in cui le palle non si ghiacciavano ed il culo manteneva la sua consistenza.
Ci svaccammo là a guardare il cielo: era bello, sembrava accelerato.
Le nuvole schizzavano via velocissime, quasi come un nastro in LP mandato in play su un tre testine, digitalizzato a
15fps e riprodotto a 25 per sbatterlo su dvd.
GRUMO decise di fare una sequenza di foto al cielo, perché poi ne ricavassi un filmato in HD.
Gli dissi che doveva fare solo una cosa: tenere la macchina ferma.
Venne una merda... e sospirai: se solo l'avessi fatta io, sarebbe stata la mia prima CAGATA di quel PercFest.
IL RITORNO DI DONNA FORMAT
Alle ore 15, decisi di fottermene del vento e buttarmi comunque in acqua, mentre GRUMO mi guardava skifato:
"Nella GROENLAAAAAANDIA! NELLO SKAAAAAAAAAAAAAAAAAGERRAK!"
La resistenza durò fino alle ore 16, poi il cielo ci regalò una fetta di CUSIO: il
Merlino Acid Trio.
Li ricordavo dal 2008, quando erano arrivati secondi, umiliando gli Ossi Duri e, ovviamente, Comecazzosichiama.
Mi dissero che ora si chiamavano "Mu", ma non me ne fotteva una minchia, perché io li avrei sempre e comunque chiamati "Merlino Acid Trio".
Avrei tanto voluto parlare con loro per ore, ma purtroppo avevano il cazzo. Così lessi l'sms dalla Ferilli: un
uccellino le aveva detto che
ERANO STATI ANNULLATI TUTTI I CONCERTI DEL PERCFEST.
Fico!
La richiamai, e mi rivelò l'arcano: era l'ultimo parto di una mente geniale, DONNA FORMAT.
L'avevo conosciuta nove anni prima, durante il mio primo PercFest.
Mentre
il Favone leccava i piedi sandalati alla Ferilli
ed Elio lo guardava skifato, Coglierto passava il tempo a prendere per il culo questa tipa, da lui chiamata DONNA FORMAT, perché ha tutti i neuroni formattati ed il cervello
"di osso pieno".
Il giorno precedente, questa DONNA FORMAT aveva deciso di
ritornare a Laigueglia per vedere il concerto, ma NON era stata in grado di CAPIRE che era all'Albatros. Così, era rimasta in piazza Marconi ad aspettare fino a notte inoltrata, poi se n'era tornata a casa ed aveva comunicato al mondo che avevano ANNULLATO il PercFest.
Fantastico.
L'avrei inserita nella Cumpa volentieri... purtroppo è più veeeeeeeeeeeeeeeeeeeekkia di Foniuglia. Nessuno è perfetto.
DRUM CIRCLE
Era ufficiale: il concerto sarebbe stato nella cara, vecchia piazza MARCONI.
Finalmente!!!
Anche stasera c'era il Drum Circle, anche stasera fu una tragedia
e, come tutte le tragedie, rese qualcuno felice: il COMPA.
Suonava FORTISSIMO ed era il ritratto della beatitudine, il volto un bambino povero a cui hanno appena regalato il giocattolo che aspettava da una vita, un attimo prima che il bambino ricco gli dica che fa CAGAAAAARE.
In breve tempo, tutte le finestre della piazza si CHIUSERO.
Il capo del comitato AntiPercFest, noto come
"Giorgio lègnami" o, per gli amici,
"il veeeekkio", probabilmente non era ancora a casa, perché quel pomeriggio non aveva sparato a palla radio Maria dalla finestra per rompere i coglioni al soundcheck.
Lo vedemmo arrivare poco più tardi, con la borsa della spesa in mano.
C'era della frutta: probabilmente anche lui doveva sturarsi il culo.
Ci guardò con disprezzo, aprì la porta e si barricò dentro casa. Avrei tanto voluto sentire le sue bestemmie, ma purtroppo non riuscivo: facevamo troppo casino!
Peccato.
CONCERTO!
La serata fu aperta dalla semifinale del concorso PercFest.
Ben conoscevo entrambi gli schieramenti: a sinistra c'era il
Merlino Acid Trio, quindi CUSIO, a destra
Cisco Portone, per gli amici
Sisco,
un giovane utente abituale del cazzeggio dell'ultima decade di PercFest.
Tifavo per entrambi.
Poi fu la volta dei big.
Prima un quartetto, formato da
Aldo Romano alla batteria,
Dado Moroni al pianoforte,
Alessio Menconi alla chitarra e
Rosario Bonaccorso al contrabbasso.
Poi la proclamazione dei vincitori: il
Merlino Acid Trio. Il Cusio SPAAAKKA!
Ed infine un secondo quartetto,
The New York Quartet, con
Jim Rotondi
alla tromba,
David Hazeltime al pianoforte,
John Webber al contrabbasso e
Joe Farnsworth alla batteria.
Tutto molto bello, ma a mezzanotte stava già terminando ed era un vero peccato: il veeeeekkio non si sarebbe incazzato abbastanza se l'avessimo fatto dormire!
Per fortuna, il Capo decise di regalarci un fuori programma: un ottimo trio formato da
Mina Agossi alla voce,
Eric Jacot al contrabbasso ed
Ichiro Onoe alla batteria.
Grazie a loro, il concerto sforò fino all'una meno un quarto.
Il veeeeekkio non si sarà divertito... peccato.
AFTER
Passammo qualche minuto a guardare Angelo & Friends che faticavano e poi andammo a cercare il locale di cui ci aveva parlato Palombino la notte prima,
il paradiso dei percussionisti. Per gli amici, Sirò.
Percorremmo tutto il budello...
"SKROOOOOTO!"
"MENAAAAARKA!"
"VEEEEEEEERRO!"
"SAAAAAAAAAAKKO!"
...e lo trovammo all'inizio, tra l'arco e piazza Garibaldi.
Era lungo e stretto, ma aveva l'enorme pregio di avere una doppia entrata alle due estremità del locale, che ci permise di ottimizzare, distendere e decomprimere i nostri culi.
Senza imbarazzo alcuno, il Compa si mise a battere sulle percussioni ed io allineai il mio sguardo a quello di Rese, perché la parte più bella del locale sembrava essere il soffitto, una splendida serie di arcate in pietra.
Se ci fosse stata Klàpač, avrebbe fotografato il delfino.
Anche il signor Sirò era simpatico: ci portò un frammento di artigianato locale, la
Biere du Moulin.
Arrivava da pochi chilometri più a nord, per la precisione da quel di Fossano (CN), e non era affatto male.
Ok, avevo trovato un bel posto in cui morire.
L'autistico GRUMO ci salutò verso l'una: aveva sonno e tornava in albergo.
Il Compa, invece, era pieno di energia!
"Marok! - mi disse -
Ma tu non suoni niente?"
"Da bambino mi obbligavano a stare al piano, quindi poi ho smesso!"
"Ah... e ora che fai?"
Sospirai.
"L'INFORMAAAAATICO!"
Il Compa mi guardò con un misto di SCHIFO e di TERRORE.
"Ma tu... - disse -
... sei informatico???"
"Eh... è successo..."
"Ma... potessi tornare indietro... lo rifaresti?"
"Bah... non si può andare contro la propria natura..."
"Ma... perché? Non ha senso l'informatica: se provi ad usare un computer, non funziona..."
Fu la più bella definizione di informatica che avessi mai sentito nella mia porca vita... tanto più che ben si adattava anche al suo polo opposto: la pheega.
Due poli all'apparenza opposti ed in realtà uguali, che in quanto tali si sarebbero sempre respinti... e questa repulsione avrebbe generato un solido regolare, un parallelepipedo nero, liscio, su cui si intravedevano riflessi di mani ed un'uscita usb,
DUE TERA in RAID ZERO, nido, tana e ostello di tutte le immagini porno del mondo.
Alle due, quando mi stavo quasi per alzare, arrivarono Vale e gli altri fonici... e ricominciammo a bere.
Andammo avanti così fino alle tre, quando il signor Sirò ci disse che doveva chiudere perché altrimenti gli apriculi gli facevano goatse... forse non proprio con queste esatte parole, ma il concetto era chiaro.
Gli augurammo buon divertimento, tanto amore e tanta fortuna... e fu l'ultimo dialogo prima dell'ultimo giro per il paese ormai deserto.
Non rimaneva che urlare ancora un po' di volte
"SAAAAAAAAKKO!", tornare in camera, svegliare GRUMO, sussurrargli un po' di volte
"QI GONG" e pronunciare l'ultimo, fatidico vaffankulo.