CHI ME L'HA FATTO FARE?
Col
Ferragosto da Mandingo
m'ero illuso di avere toccato il fondo dell'abisso di merda più lungo del mondo.
Lungi da me peccare di superbia: semplicemente, non ci poteva essere spazio per altri culi che producessero altra merda, era una questione di matematica! Ed io avevo appena passato
Analisi1.
E così, quando Niger il muto parlò, per dirmi:
"Andiamo a trovare Andy e Spud a Ronco?" risposi:
"Ma che bella idea!".
Stavolta me l'ero veramente cercata.
Mercoledì 30 agosto - I CONTATTI UMANI
Non ci misi molto a rendermi conto di avere fatto una stronzata: eravamo già sopravvissuti a
QUEL capodanno a Ronco Canavese...
e, per la legge di Murphy, non bisognava mai replicare un esperimento riuscito!
Quindi, serviva un miracolo: la moltiplicazione dei diversamente figati.
Provai a chiamare
Jena il rollatore, ma lo trovai in un raro momento di lucidità: disse che nella sua vita era già stato troppe volte a Ronco (una) e comunque il prossimo Capodanno l'avrebbe passato in casa a guardare la televisione.
Provai a chiamare
Sally l'Anoressica... sapevo che non voleva più avere a che fare con noi, ma nella vita si può sempre cambiare idea! Nel suo caso, NØ.
E va be', non mi persi d'animo e chiamai la sua migliore amica,
Betty la Cannata: mi disse che sarebbe venuta solo se c'era Sally e che le avrebbe telefonato! Mi rassegnai a dirle addio.
Fu in quel momento che mi resi conto che sarebbe stato del tutto inutile continuare a chiamare gente che aveva già fatto il capodanno a Ronco... meglio tentare gli ignari cazzoni dell'università:
Joco,
Nichel,
Mandingo,
GM,
MiOpiO... e a casa non c'era NESSUNO! In effetti, era il 30 agosto.
E va be', lasciai comunque dei messaggi... e quella notte, finalmente, ebbi la risposta!!!
Testuali parole:
"Fankulo stronzo!"
Perfetto.
Giovedì 31 agosto - LA DISPERAZIONE
Decisi di giocare l'ultima carta rimasta, il due di picche: telefonai a NAPALM!
L'ultimo ad averlo sentito era stato, come sempre, Spud.
Ad agosto, Napalm gli aveva dato appuntamento alla stazione di Sanremo e gli aveva persino fornito il suo numero di telefono, come garanzia anti-pacco! Così, prima di partire, Spud aveva telefonato... e gli aveva risposto un centro di estetica.
D'altronde, a me non andò molto meglio! Napalm mi rispose: "Marok, sto mangiando, ti richiamo io tra cinque minuti!". E staccò il telefono.
Non fu una telefonata qualsiasi: quel "ti richiamo io tra cinque minuti!" sarebbe passato alla storia come l'ultimo contatto con Napalm!
Nessuno avrebbe mai più avuto notizie di lui. Peccato.
Venerdì 1 settembre - LA SVOLTA
Ok, ero rassegnato: saremmo stati in due... e l'altro era Niger, il muto.
Mi aspettava un monologo lungo 70 chilometri... roba da fare invidia a Bergonzoni!
Poi squillò il telefono; sperai che fosse Niger che mi dava pacco... invece era Betty la Cannata: "Allora, Marok, quando partiamo?"
Evitai di fare domande... ma parecchie ore più tardi avrei scoperto la verità: Betty aveva deciso di venire perché i suoi stavano facendo smontare le finestre e, da tre giorni, non riusciva più a dormire.
La seconda sorpresa fu che Niger aveva la macchina... e questo ci rese felici, perché la corriera che sale a Ronco è una merda. Niger invece aveva una scoppiettante Y10 bordeaux, come la tipa di Daniele Silvestri, ma SENZA autoradio, perché persino la MACCHINA era MUTA!!!
E va be'... se non altro, non ci dovevamo preoccupare di studiare la strada: Niger vantava un passato da deportato in val Soana... quindi, sapeva arrivare, tranqui.
Così, restammo d'accordo per beccarci l'indomani, sabato 2 settembre! Sarebbe stato l'inizio della fine.
Sabato 2 settembre - SI PARTE!
Alle tre in punto, Niger il muto citofonò, puntuale come la cartolina di Naja.
Salutai Niger con un fankulo e lui, con un breve cenno della testa, annuì.
E poi, una volta partiti, pronunciò la prima frase della giornata: "Ohu, ci toccherà spingere..."
"Ma SOOOOOOKA!" risposi, cogliendo il facile umorismo.
"No, sul serio... - continuò Niger - dice mio padre che la macchina non va in salita..."
"MA CHE CAZZO... POTEVI DIRLO PRIMA, PRENDEVAMO LA CORRIERA!"
Niger aveva già parlato troppo: fino al portone di Betty la Cannata, si rinchiuse in un ostinato silenzio.
L'INIZIO DELLA FINE
Per fortuna, la strada era poca... e la visione di
Betty la Cannata
colmò i nostri animi di gioia: aveva una torta in mano!
Era praticamente ovvio che non avremmo trovato altro da mangiare fino all'alba.
Niger, intanto, per la terza volta parlò: non ricordava la strada.
Così, facemmo lavoro di squadra: io sparavo una direzione casuale, Betty rideva e Niger girava dall'altra parte.
E così, ci ritrovammo nel corto del Piemonte, Pont, che era l'imbocco della Val Soana.
Aléééééééé!
E Niger, finalmente felice, pronunciò la sua quarta frase:
"Ho finito il corso da dj!"
Ci guardammo e scoppiammo a ridere: erano passati ANNI dal giorno in cui Niger aveva annunciato che stava frequentando un corso da dj... e NESSUNO ci aveva creduto, ma la leggenda era nata lo stesso.
Avevamo passato le serate ad immaginare locali chiamati
"ANESTESIA",
"FLEBO",
"MASINI" o
"MORTE", in cui andava un nuovo stile, chiamato
"CIMITERO DEGLI ELEFANTI": Niger faceva animazione e la gente praticava
SUICIDIO PASSIVO, cioè si metteva là ed aspettava la fine, in qualunque forma, purché non rompesse i coglioni.
"BRAVO!!! - esclamò Betty la Cannata
- Quindi adesso vai a fare serate?"
"Sì... assieme al DRAGO!" rispose Niger, con naturalezza.
"CHI???"
E si spense il motore.
Proprio così:
era iniziata la salita... e la Nigermobile non ne voleva più sapere di andare avanti.
Cose che capitano.
E quindi restammo là, così, a cazzo, nella speranza che la Nigermobile, riposando, ritornasse in vita... come i pennarelli, le batterie o il pubblico di dj Niger alla console.
In tutto ciò, per la SECONDA VOLTA,
Betty la Cannata aveva accettato di venire con noi a Ronco Canavese e
PER LA SECONDA VOLTA sarebbe tornata a casa in autostop. E non riusciva in nessun modo a capacitarsi di essere così sfigata! Peccato.
L'AMICO DEL DRAGO
Per ingannare il tempo durante la disperazione, Betty ed io ci divertimmo ad immaginare "il DRAGO".
Secondo Betty, era un tizio punk impasticcato con la cresta e pieno di piercing che mandava BRUTAL, secondo me era un camionista con la canottiera bianca sporca di sugo, che mandava Giò di Tonno, Toto Cutugno, inni nazionali ed 883.
Poi Niger pronunciò la frase numero sei: "Marok, il Drago è amico di tuo cugino!"
"Eh? Mio cugino chi?"
"Linus, quello grasso dei Farinei dla Brigna!"
"Che cosa? IL DRAGO CONOSCE I FARINEI???"
Betty ci fissò basita e poi esclamò: "BASTA! Pazienza il DRAGO... ma chi CAZZO sono i FARINEI???"
Ecco... era difficile rispondere. Il loro bassista, Linus, era un mio cugino di terzo grado, che non avevo mai conosciuto e che però un bel giorno aveva regalato le sue cassette all'ULTIMA persona a cui gliene potesse fottere qualcosa: mio padre.
E io gliele avevo FOTTUTE: facevano rock a suon di PAROLACCE in PIEMONTESE, erano una FIGATA!
La serie fortunata, però, era finita qua: non ero mai riuscito a rintracciare i Farinei... e adesso li conosceva il DRAGO!!! Avrei avuto un MILIARDO di domande da fargli.
"Niger... - sussurrai - Linus... è GRASSO?"
Niger provò ad accendere il motore... e funzionò: la Nigermobile era VIVA!
Aléééééééé!!!
E girò in una stradina laterale, senza addurre motivazioni plausibili.
"NIGER! - urlai - DOVE CAZZO STIAMO ANDANDO?"
"La macchina deve dormire almeno un'ora... - rispose - Quindi andiamo a pian RASTELLO!"
"E che CAZZO è PIAN RASTELLO???"
Era presto per la nona frase: Niger tacque e si fermò di fronte ad un RUDERE in mezzo al NULLA. Poi, con la massima tranquillità, scese dalla macchina, tirò fuori un mazzo di chiavi ed aprì una porta al piano terra.
QUELLO era Pian Rastello.
"NIGER... il posto in cui ti deportavano da bambino... è QUESTA CASA???"
"Hm..." rispose Niger.
Betty osservò la palafitta e sussurrò: "Si spiegano molte cose..."
E Niger scomparve, inghiottito dall'antichità.
È LA RUOTA DELLA VITA CHE GIRA
Abbandonata la Nigermobile fumante in mezzo alla strada, iniziammo ad esplorare la baracca.
Adoravo la puzza umida, la fatiscienza e le pareti sporche, che ispiravano cazzeggio. Avremmo potuto farci delle feste spettacolari, là dentro... poteva diventare un nuovo centro sociale!
Poi, una volta esplorata la prima stanza, capii che NON ce n'erano altre: Niger aveva solo un monolocale al pianterreno! Niente rave party. Peccato.
In compenso, la vecchia
tappezzeria a fiori
era bellissima... faceva tanto anni '70. Ci sarebbe stata bene una canna, là dentro, ma il pericolo era in agguato: una coppia di anziani bussò alla nostra porta!
Erano i
VICINI DI CASA.
Per MESI non avevano trovato
nessuno con cui parlare... e adesso
avevano NIGER, IL MUTO!
"OOOOH... MA SEI TU!!! NON CI VEDIAMO DA TAAANTI ANNI! TANTISSIMI AAAAANNI!!! COME VA?"
"Eh..."
"MA COME SEI CRESCIUTO!"
"Mh..."
"MA GUARDA LÀ QUANTO ASSOMIGLI AL PAPÀ E ALLA MAMMA, NÉ?"
"Eh..."
"È LA RUOTA DELLA VITA CHE GIRA!"
"Mh..."
"HAI FAME?"
"Nø."
HAI SETE?"
"Nø."
"E I TUOI AMICI?"
"Nø."
"DAI, NON FATE COMPLIMENTI... VOLETE QUALCOSA?"
"Nø."
Da un nascondiglio segreto, i vecchi tirarono fuori quattro o cinque lattine di Coca e ci obbligarono a berle, alla goccia, tutte.
Forse pensavano che dovessimo crescere... per fortuna, avevamo il nostro patto segreto: mai, nella vita, avremmo superato il metro e 70!
Comunque, passata l'ora, ci tuffammo in macchina... e la Nigermobile, pur di andarsene, fece la salita senza problemi.
L'ACCOGLIENZA
Arrivammo a Ronco in pochissimo tempo... e tutto era come l'avevamo lasciato: prima il cimitero, poi
Beat.
Sembrava di nuovo Capodanno.
Beat adorava Ronco... e non perché fosse più malato di mente degli altri: semplicemente, provava un'attrazione morbosa per tutti gli ambienti in cui non c'entrava un cazzo.
Col tono pacato di un adulto, Beat spiegava a tutti che bere faceva male, che le sigarette facevano malissimo e che non era bene bestemmiare, perché non era rispettoso verso un credente.
Attorno a lui, la gente rollava canne, si ubriacava e gli RUTTAVA BESTEMMIE in faccia... e lui continuava, uguale a prima. Lo ammiravo per questo... ed anche al suo villaggio, in fondo, piaceva.
Camminando per la strada principale,
Betty notò un grande crocefisso, proprio
alle spalle di Beat... così, volle a tutti i costi che le prestassi la macchina foto, perché
voleva un "santino" per la bacheca della sua università, dove Beat era leggenda.
Non ravvisando fini blasfemi, Beat si prestò e salì di fianco alla croce... così, Niger ed io ci mettemmo ai suoi piedi: volevamo essere i due ladroni, in versione handicappata.
Fu un bel momento.
Poi, Beat e Betty la Cannata si misero a parlare di esami... quindi li mandammo affankulo e andammo a cercare gli altri, nell'unico bar del paese!
E
trovammo la DISCARICA della NATURA.
BIODEGRADO ESISTENZIALE
Un vortice di rifiuti subumani gravitava pigramente attorno a un fuoco alimentato da un paio di anime dannate, afflitte e perdute, uno sfondo marrone su cui una mano bastarda aveva dipinto la pena di chi cerca solo una corda per impiccarsi e farla finita: erano
Andy e
Spud.
Nelle mani tremanti custodivano un mazzo di carte, ma non ci giocavano: le contavano per passare il tempo.
Attorno a loro, tutti avevano l'aria tipica da vincitori di una vacanza premio a Mururoa o in Albania ed il fare allucinato e al tempo stesso rassegnato di chi grida alla morte:
"Vieni, prendimi, non ce la faccio più ad aspettare!"
Insomma, era il posto ideale in cui Niger poteva fare il dj.
Per darsi un tono, Spud si vantava del fatto che in quel bar erano tutti suoi cugini, eccetto una
bionda francese.
In effetti, non essendo sua parente, era carina... e a Spud non l'avrebbe data mai, nemmeno se fosse rimasto l'ultimo uomo sulla faccia della Terra, nemmeno drogata o sotto ipnosi.
Spud non la prendeva bene... e un po' aveva ragione, perché erano una bella coppia, specie quando lui cercava di prenderla in braccio, lei lo mandava affankulo prendendolo a calci e quindi rotolavano in due sul pavimento del bar, in mezzo alle cicche ed al resto dello schifo.
Insomma, erano divertenti, ma forse preferivano rimanere soli. Così, assieme ad Andy uscimmo fuori... e
trovammo un GEROGLIFICO.
Proprio così: un giovane uomo dalla faccia lievemente deforme stava fermo, con un braccio ingessato sospeso in aria, l'altro piegato sul fianco, le gambe leggermente storte ed un sorriso inquietante, che gli dipingeva sul volto una linea retta.
"EHI! - urlai
- PURE TU SEI CUGINO DI SPUD?"
Senza voltarsi, il Geroglifico portò la coda di un occhio verso di noi... e poi, con le labbra annodate, rispose:
"No gonosgo Sbud! Chi Sbud?"
Da lontano, Beat vide, sospirò, si avvicinò e disse:
"Guarda che lo conosci Spud... Ti ricordi?"
Il
Geroglifico
ci fissò a lungo, immobile, sempre di profilo e con il braccio alzato... poi ammiccò e rispose:
"Sì... o gonosgo Sbud! Ehehe!"
E riprese a fissarci di profilo, come una gallina.
"Senti... - disse Niger, con tono gentile
- perché non te ne vai a FANCULO?"
Superato l'attimo di incredulità, scoppiammo a ridere come deficienti, perché non avevamo mai sentito Niger così carico. Ronco gli faceva bene: sarebbe davvero stato un ottimo dj!
E comunque il Geroglifico, zitto, si girò e se ne andò.
In seguito, Beat ci spiegò che, durante l'anno,
il Geroglifico era l'unico abitante di Ronco... e aveva passato lì tutta la vita!
Era un chiaro messaggio dal cielo: se non ce ne fossimo andati al più presto, saremmo diventati come lui.
LA CENA
Ridendo e scherzando, si erano fatte le otto... e l'unica casa in cui c'era qualcuno in grado di cucinare era quella di Beat, perché c'erano i suoi genitori... che ODIAVANO Niger: se l'avessero visto, l'avrebbero ucciso.
Così, Beat tornò a mangiare a casa sua, Spud continuò a farsi mandare affankulo dalla francese... e noi andammo
a casa di Andy,
che la prese bene:
"Vaffanculo, amici un cazzo, fuori da casa mia!".
Una volta dentro, la situazione apparve subito drammatica.
Non solo non c'era alcool, ma le uniche entità commestibili che risposero all'appello furono un pugno di spaghetti scaduti, che Betty la Cannata provò comunque a cucinare... generando del Vinavil.
E poi c'era una scatoletta di tonno che scadeva nell'85... e fui l'unico che si rifiutò di mangiarla:
non accettavo di crepare senza prima aver bevuto!
Ancora non lo potevo sapere, ma si sarebbe rivelata la mia prima mossa intelligente dall'inizio della giornata.
FUGA DA RONCO
Erano le nove e ci stavamo già abbioccando. Per fortuna, avevamo ancora la torta di Betty la Cannata... l'unica cosa che ci riconciliava con la vita!
Betty ci disse che, per tagliare la torta, serviva un coltello... ed Andy effettivamente se ne ricordava uno, da qualche parte nella casa! Così andò in giro a cercarlo.
Niger ne approfittò per accendere uno stereo, vecchio e scassato, che si rivelò completamente inutile, perché a Ronco la radio non si prende e le cassette erano poche e facevano cagare.
Allora provammo ad accendere il televisore, ma si vedeva solo
Rete Canavese.
Così, girammo su un
canale libero
e non era male, anzi... aguzzando la vista, si poteva leggere chiaramente un messaggio:
"Tornate a Torino. SUBITO!"
Poi la porta si spalancò... ed apparve l'immonda figura di Spud.
Sulle prime si guardò intorno, schifato.
Poi guardò meglio e vide noi, schifato.
E disse:
"Ohu, c'é una festa con i miei amici che avete visto prima; però dovete pagare da bere!".
E, in pochi bocconi,
si mangiò la torta di Betty. Così, intera!
L'unico cibo che era rimasto!!!
E quella
fu la SALVEZZA.
Finalmente,
prendemmo la storica decisione: saremmo tornati subito a Torino!
Alééééééééééééé!!!
Così, guardammo Spud, gli dicemmo
"Fankulo!" e uscimmo fuori.
Persino
Andy, che
aveva già pagato miliardi per la festa,
decise di seguirci e ritornare a Torino!
E fu così che la Nigermobile ripartì, in fuga verso la civiltà.
L'AGONIA
Dopo la decima curva, a Betty la Cannata venne da sboccare... e anche Niger ed Andy iniziarono a non sentirsi bene: per la prima volta nella vita, l'unico sano ero io!
Grazie, tonno.
Così, Niger fermò la Nigermobile ed uscimmo fuori, in mezzo alla strada.
Furono attimi di poesia:
eravamo seduti per terra a poca distanza da un burrone, in mezzo ad una strada non illuminata, subito dietro a una curva.
Era notte fonda e non c'erano case o centri abitati da quelle parti, per chilometri; e Betty la Cannata stava definitivamente per morire.
Ogni tanto passava una macchina, il conducente ci guardava, rideva, ci faceva il dito e se ne andava. Aspettando che Betty scegliesse tra la vita e la morte, ci abbioccammo sul paraurti e iniziammo a parlare alle stelle... finché anche le stelle non ci mandarono affankulo.
Dopo un quarto d'ora, Betty ci diede il nulla osta per proseguire la marcia, così scendemmo fino a Pont, dove Andy ci disse che voleva tornare indietro, perché stava ancora PEGGIO di prima e fino a Torino non ci sarebbe mai arrivato, vivo.
La Nigermobile, invece, rispose che MAI e poi MAI sarebbe risalita fino a Ronco, viva!
Restava una sola soluzione:
la baracca di Niger a pian Rastello.
LETIZIA A PIAN RASTELLO
Arrivammo nella palafitta che saranno state le undici... e si congelava.
Ben presto, ci accorgemmo che dentro faceva più freddo che fuori, poi Betty e Andy erano lì lì per sboccare ed il cesso era inutilizzabile, così ci inoltrammo in un boschetto vicino alla casa, completamente al buio.
Andy si diceva soddisfatto della serata, perché
aveva pagato ed aveva direttamente sboccato, senza aver dovuto bere.
Il più divertente, però, era
Niger: pur di non aprire bocca,
sboccava dal naso.
L'unica a parlare era Betty la Cannata: tra uno sbocco e l'altro,
ci raccontava delle sue vacanze con un tossico e dell'altro tizio che le stava cambiando le finestre di casa, che altrimenti col CAZZO che sarebbe finita lì a pian Rastello... con NOI!
I due racconti riuscivano a combaciare perfettamente.
Dopo un po', comunque, anche lei si abbioccò... e rimanemmo a lungo in silenzio, ascoltando le voci lontane dei vicini di Niger che cantavano. O forse erano voci dall'aldilà... quindi persino all'inferno ascoltavano musica di merda.
Comunque, per almeno mezz'ora,
Andy rimase immobile, in apparente coma irreversibile... poi, ad un tratto, ebbe un sussulto, si svegliò di scatto, fissò l'oscurità davanti a sé ed urlò:
"È UN ANIMALE, NON È PIAN RASTELLO!!!"
E crollò.
Così, senza un perché.
Rimanemmo là fino a mezzanotte, dopodiché non resistemmo al freddo, risvegliammo Andy e tornammo dentro la casa... dove faceva ancora più freddo.
Andy e Betty iniziarono lentamente a ripigliarsi fumando le ultime sigarette, Niger invece preferiva mantenersi lucido bruciando i ragni con l'accendino.
Solo io non mi potevo lamentare: avevo trovato
l'elenco del telefono di Torino del 1981.
Fui lieto di scoprire l'esistenza di Erbetta Maria, Maria Fumarola, Maria Cannone, Maria Cannata, Cannarella in via della Salute, Cannalonga Carmine, Canna Salvatrice, Cannarsa via Pochettino, ditta CANNONE D'ORO, Gay Felice, Dioguardi Troia, Carmelo Ciula, Vacchetta Rosa... e c'era anche un Marocco in
via Troya!
Tirammo avanti così fino alle due... poi, prendemmo la storica decisione: vivi o morti, saremmo arrivati a Torino.
L'AFTER
Nonostante le apparenze, a Niger la serata aveva fatto bene: ogni tanto, parlava.
Per esempio, diceva che in macchina, per fare bene le curve, bisognava toccare a terra con lo specchietto!
Ed era l'unico che sapesse guidare.
Comunque, in un modo o nell'altro, la Nigermobile arrivò in città che saranno state le tre e mezza... e si diresse in un posto a caso, i Murazzi.
Nel suo habitat, Betty era finalmente contenta, ma l'aria di canna risollevò il morale un po' a tutti... soprattutto a Andy, che, ogni tre secondi, implorava Niger di riportarlo a casa.
Puntammo dritti verso il Giancarlo, che a quell'ora era bellissimo... aveva solo un problema: sboccava di gente, quindi era impossibile entrare.
Peccato.
Così, ci rifugiammo alla Lega dei Furiosi, che era VUOTA, perché c'era una mostra di arte contemporanea.
Alla fine, fingendoci bidimensionali, riuscimmo ad infilarci al Doctor Sax... ma poi, una volta dentro, nessuno aveva più voglia di ballare. Così, ci accaparrammo delle sedie e restammo là, seduti, a contemplare i disadattati che contemplavano la pheega e poi si alzavano e bevevano e rincorrevano la scia di vita delle dee nere, che in cambio avrebbero colorato di allegria i loro sogni, dall'alba all'eternità!
Seghe, tante seghe.
Alle 5, la musica iniziò a diventare ripetitiva... o forse lo era sempre stata, ma non ce n'eravamo accorti. Così, facemmo un giro al Valentino, per vedere la pheega che usciva dal Palace e i diversamente figati che offrivano passaggi e venivano skifati con umiliazione!
Un paio di volte l'avevamo fatto anche noi, quando uscivamo ancora con Napalm... è la ruota della vita che gira.
L'ABBIOCCO FINALE
Quando persino le puttane di corso Massimo ci salutarono perché andavano a dormire, capimmo che l'alba andava vista altrove.
Il caso ci condusse a un giardinetto in via Madama Cristina, tra l'Aginform ed il Porkiss; sembrava un posto tranquillo, aveva anche
l'altalena!
Dopo un po',
una signora uscì da un portone, ci vide, si fece il segno della croce... e sparì.
Per non essere più importunati, ci spostammo nel CENTRO di piazza Castello, che sembrava un bel posto! Però non riuscivamo a vedere l'alba, perché eravamo coperti da palazzo Madama.
Così, vagammo senza meta in direzione est, per poi fermarci in corso Casale, di fronte all'insegna del
"Bue Rosso"... perché era un nome che metteva allegria.
Anche dal Bue, comunque, si vedeva un cazzo... quindi, ritornammo al Valentino, perché vaffankulo.
Il più felice di tutti era sicuramente Andy, che aveva un solo desiderio: tornare a casa! Purtroppo, Niger e Betty la Cannata
non potevano tornare a casa prima dell'una, altrimenti i genitori si sarebbero incazzati perché avrebbero capito che avevano passato la notte fuori. Quindi,
per NON far incazzare i genitori, dovevano stare fuori DI PIÙ! Era un concetto meraviglioso.
Così, andammo a zonzo per San Salvario ed il Balun, per vedere che faccia avesse la Torino araba al mattino.
E la Torino araba ci rispose:
"Sarete belli voi al mattino! Sfigaaati!"
I POSTUMI
Alla fine, ritornammo a casa che si era fatta l'alba: mezzogiorno.
Era un bel momento per mandarci affankulo, però mi era rimasta un'ultima domanda.
"Ohu, Niger! Mi fai sapere allora per i Farinei? Chiedi al DRAGO?"
Con Niger, avevo visto i miei primi concerti di un sacco di gruppi,
Elio,
i Pitura, gli Africa... perché non continuare con i Farinei?
Niger mi guardò, rispose:
"Hm!", risalì in macchina e sparì.
E così mi misi l'anima in pace:
non sarei mai riuscito ad incontrare i Farinei... peccato.
In realtà, tre anni più tardi, sarei finalmente riuscito a vedere un concerto dei Farinei, ma tutti parlavano ancora dello
splendido concerto di Asti, datato
25 settembre 1995. Un evento unico, forse il migliore concerto della band, uno spettacolo fantastico da cui era stato ricavato un
album live!
E io non l'avevo visto, perché Niger il muto NON aveva parlato!
Di Betty la Cannata, invece, tutto lasciava intendere che non avremmo più avuto notizie.
In un certo senso, era vero: da quel giorno, avrebbe SEMPRE fatto PACCO: non venne nemmeno a prendere la foto di Beat, da usare come santino!
Però sarebbe stata lei a ricontattarmi, appena qualche anno più tardi: per l'esattezza, 17.
Proprio così:
il 21 aprile del 2012, dopo 17 anni di silenzio,
Betty la Cannata mi avrebbe scritto un'email... per dirmi di
TOGLIERE la sua faccia dal mio sito. Da cui, la riedizione aggiornata del vecchio racconto, con le foto censurate. Anche questo è amore.
E così, mi è rimasta una sola certezza:
per tutta la vita mi rifiuterò categoricamente di rimettere piede a Ronco Canavese! Un sano proposito che ho sempre rispettato, almeno fino ad oggi,
.
Voi però andateci, è bello!
Oppure... beh... inventate un bel pacco... tipo che dovete studiare Geometria, perché se vi SEGA partite per NAJA.
Nel mio caso, tra l'altro, era vero!!! Però quella
è un'altra storia.
Per adesso, andate tutti vivamente, santamente e geroglificamente affankulo.