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Elio e le Storie Tese live at Live Club - Trezzo D'Adda - Venerdì 12/3/2004 - TEN YEARS LATER!


Elio e le Storie Tese
La primavera era alle porte, con lei nuovi ghiotti concerti di Elio e le Storie Tese, con loro il glorioso decennale del mio primo concertone!
Ebbene sì, erano passati dieci anni da quella sera al Due di Cigliano, ma io di quel periodo mi ricordavo tutto: l'America salvava il mondo scaricando piombo sull'Iraq, l'Italia si godeva il governo Berlusconi, a Torino c'erano cantieri ovunque per il passante ferroviario ed io handicappavo per il mondo pensando solo alla musica, alla birra e alla figa.
Quante cose sono cambiate oggi!
A pensarci bene non mi ricordo di preciso quali... ma di sicuro qualcosa sarà cambiato.

Intanto nel Fave Club imperversavano le novità!
Prima di tutto i quiz: adesso prima di ogni concerto la Bolbo manda alle fave simpatici indovinelli e i primi fancazzisti che rispondono giusto entrano gratis.
Argomento Elio e le Storie Tese... ovviamente io ho subito risposto... ovviamente io ho subito risposto giusto... le prime due volte.
La prima mi sono beccato una bronchite, la seconda una colica renale.
Chissà perché le altre volte non ho più risposto.

Seconda novità i cd brulé, ovvero il sogno di ogni bootleggaro che si rispetti, ovvero la registrazione da mixer del concerto venduta a fine serata.
Solo per quella valeva la pena andare dovunque, anche in Patagonia, anche sull'Everest, anche per esempio... a Trezzo d'Adda, ridente paesino che l'atlante geografico De Agostini diceva essere vicino a Milano.

Vicino? Geograficamente magari sì, ma antropomorficamente lontano anni luce da qualsiasi forma di civiltà: era in mezzo al deserto, niente treni, niente corriere, niente pony express, l'unica traccia di vita seppure handicappata era il casello dell'autostrada Milano Venezia... se volevamo arrivarci occorreva trovare qualcuno che avesse una macchina e, soprattutto, la voglia di spararsi chilometri fin laggiù.

"Ciao Fat Fave ShavingFavone Grassone! Vieni a Trezzo D'Adda? Come? Dove me lo devo mettere il... ma sopra o sotto? Ma di quale religione? Ah... ma quanti litri?" <clic>

Anche il giovane Iko e le altre fave piemontesi automunite diedero pacco all'unanimità adducendo le scuse più puerili, solo allora mi ricordai di un handicappato che stava a Novara e che aveva la macchina. Avevo la sua email, avevo il suo telefono, ma perché potesse entrare a pieno titolo nel mondo elico mancava la cosa più importante...

"Che cazzo vuoi stronzo? Te l'ho detto che Trezzo vaffankulo sborroooooooooh e... come dici? Trovare un nick per un handicappato? Boh... Pestilenza!"

Pestilenza -> pestilence -> plague -> calamity -> calamita -> stronzi -> Colonnello Nunziatella.
Battezzato l'handicappato, anche l'ultimo ostacolo era superato, si partiva per la Missione Trezzo!!!
GO!
Il treno traboccava di figa, e questo era un segnale assai propizio. Appuntamento col colonnello alla stazione di Novara alle cinque... non prima perché tanto il soundcheck era alle sei, c'era tutto il tempo.
A dire il vero l'ultima volta che avevo visto un concerto di venerdì 12, tra l'altro sempre in quella zona, avevo fatto quattro ore di coda in autostrada... avanzai qualche legittima perplessità, ma il Colonnello Nunziatella mi rassicurava fiducioso: "Non ti preoccupare, arriveremo in tempo per il soundcheck!"

Appena finì di pronunciare questa frase ci ritrovammo completamente inglobati in quella vera e propria malattia mentale chiamata tangenziale di Milano, quel morbo pericolosissimo formato dalla coda degli sfigati che vivono facendo i pendolari e si sincronizzano al millesimo per riversarsi tutti assieme (ma ognuno dentro alla sua cazzo di macchina) in tre corsie di merda quando per contenerli non ne basterebbero centocinquanta.
Passi noi che per disgrazia capitavamo da quelle parti una dozzina di volte l'anno e sono pure troppe, ma il perché i pendolari milanesi vivano TUTTI I GIORNI in queste condizioni rimarrà per me un perenne mistero.

I veri guai tuttavia nascevano ben oltre i confini di quell'angolo di follia: l'unica speranza di uscire dalla tangenziale nel punto giusto e beccare quel cazzo di locale in mezzo al nulla che risponde al nome di Live Club era affidata a una cartina fabbricata dal locale stesso (perché nessuna cartina normale l'avrebbe cagato) e diffusa via internet. Seguimmo fedelmente la cartina e, alle ore sette di sera, ci trovammo nell'esatto centro di un agglomerato di fabbriche semiabbandonate, probabili sedi di scorie radioattive o copie di "Una storia italiana 2 la vendetta".

Ovviamente essendo in mezzo al nulla non c'era nessuno a cui chiedere informazioni, finché... il miracolo: una macchina!
I finestrini erano opachi e non si vedeva chi c'era dentro, in ogni caso ci avvicinammo ed urlai: "Ohu, sai dov'è il live club???"
Il guidatore abbassò il finestrino e, sfoggiando la voce, i modi ma soprattutto la faccia del bassista Faso rispose: "Non ne ho la minima idea!"

"Hai visto? - mi disse il Colonnello Nunziatella - Il soundcheck non è ancora iniziato!"

Convenni che il modo migliore per arrivare puntuali è la sicurezza del ritardo altrui e così, persi per persi, seguimmo la Fasomobile che avanzava senza alcun criterio apparente attraverso vicoli costellati da anonimi capannoni ed aree paludose tuttora inesplorate, per poi oltrepassare uno dei cancelli semichiusi di una delle fabbriche, fare varie svolte a cazzo ed atterrare in un piccolo parcheggio al bordo del quale si leggeva un'insegna seminascosta: LIVE CLUB.
Eravamo arrivati: gli Elio e le storie tese sono sempre più avanti!

Il raduno improvvisato vide l'aggregarsi intorno ai nostri corpi di vari elementi mitologici, tra cui il grande Foffo, l'elvetico Christian Meyer e l'autistico Grumo continuum atto quartoGrumo. Lo affiancava un suo compagno di università, ovviamente reclutato solo perché possessore di autoveicolo e in grado di percorrere la rotta casa Grumo->Trezzo andata e ritorno.

"Piacere, mi chiamo..."
"No, tu non hai capito un cazzo, te lo dobbiamo dire noi come ti chiami! Aspetta che chiamo il Favone..."
"Pronto? Che cazzo vuoi ancora? Tu e le tue telefonate di merda... Un soprannome per un coglione amico di Grumo? Boh... ESTINTO! Sborrooooooooooh!"
PENETRAZIONE
Grumo ed Estinto avevano già fatto i biglietti perché temevano il tutto esaurito.
Non appena ebbero finito di dirci questa frase, Christian ci guardò e sentenziò: "Voi entrate con me, gratis!"
Amo quell'uomo.

Ci abbioccammo sulle panche tra il bar ed il mixer, osservando il transito degli Elii ritardatari che uno dopo l'altro entravano alla spicciolata. Tutti tranne Elio che ormai era dato per disperso.

Il Soundchecksoundcheck iniziò solo dopo le otto e fu ghiotto di sorprese! Prima tra tutte CARTONI ANIMATI GIAPPONESI.

Non la suonavano dal 1992, sentirla dal vivo era un sogno inespresso che si realizzava dopo miliardi di anni di sofferenza ed agonia, ma tutto questo lasciava spazio ad un interrogativo: Elio come cazzo era arrivato sul palco?
Nessuno l'aveva visto entrare... io non capirò mai questi cazzo di artisti del giorno d'oggi che per fare gli sboroni usano tutti il teletrasporto.

Nel frattempo i tecnici avevano finito di allestire il bancone del merchandising, così prenotammo il cd brulé.
Il Colonnello Nunziatella si era anche fottuto un poster e sul poster era riportata parte della scaletta, tra cui spiccava LARGO AL FACTOTUM.
"Cos'è largo al factotum? - chiese Estinto - non l'ho mai sentita..."
Stendemmo un velo pietoso.

Intanto Grumo chiese al tizio del bancone se poteva prendere anche lui un poster.
"No, tu no!"
L'armonia universale era salvaguardata.

Nello scazzo generale non potevo fare a meno di fissare il reparto registrazioni, Foffo al mixerera appena dietro il banco ed era quanto di meglio la mia fantasia da Nerd malato potesse immaginare: tower collegati in rete con sei drive masterizzatori ciascuno. Quando, rubando, vendendo il mio corpo o stampando banconote, diventerò plurimiliardario al punto giusto me li prenderò anch'io. Ma ovviamente solo per scopi legali.

Per il momento invece si poneva il problema alimentare: i prezzi del locale erano a dir poco proibitivi, così il Colonnello propose di uscire, andare in un bar e rientrare.
Un bar. In mezzo al deserto.
Mi avvicinai alla cassa, ordinai panino più birra e abbandonai gli altri al loro destino.

Dopo una breve attesa di quaranta minuti tutti avevamo un panino e una birra in mano e discutevamo amabilmente, finché Grumo obiettò: "C'è un po' di gente in prima fila!"
Non fece in tempo a pronunciare le ultime sillabe della frase che ci eravamo già catapultati sotto il palco imprecando, bestemmiando e versando tre quarti della birra lungo tutto il percorso.

All'allegra comitiva si aggiunse anche il giovane Guanto, anche lui entrato gratis grazie a Christian. Alla fine tra le fave gli unici ad avere pagato furono solo Grumo ed Estinto ma, mentre Estinto ripensava alla cosa ammutolito ed inkazzato, Grumo commentò, fiero: "Ho pagato apposta!".
CONCERTONE!
Se il soundcheck era iniziato alle otto, il concerto non poteva iniziare prima delle undici... e le undici fuorono, con un non breve ma gioioso preludio a base di affanculo, merda e scorregge subito seguito dalla voce dell'amico Gennaro e dalle note dell'intro strumentale BABE.
Aveva sempre il suo perché, specie da quando Elio ci improvvisava sopra un piacevole contorno di minchiate.

Saltata Abate Cruento (peccato!) gli Elii passarono subito a Gimmi I GIMMI I., e la differenza tra un palco normale e un palco di dimensioni francobollo si fece subito sentire: il ragazzo cubo Mangoni non si sarebbe mosso dal mezzo metro quadro che la natura e la sorte gli avevano riservato.

"Bello il gioco del laser - disse Elio al piciu di turno - ma ne conosco uno ancora migliore: te lo ficchi nel buco del culo, godi tantissimo e tutti ridono!"
Sarebbe stato bellissimo, invece chissà perché l'handicappato non seguì il consiglio... ci rifacemmo con la prima new entry: dopo due lunghi anni di assenza... FARMACISTA! E a seguire il successo intramontabile, ovvero CARRO.

Gimmi I Segnava l'inizio della registrazione del cd brulé, e meno male, perché l'acustica fuori era una vera monnezza... non osavo pensare a quali suoni stessero scrivendo i nostri poveri minidisc e le telecamere dei tizi dietro di noi.

Di sorpresa in sorpresa, di amore in amore, il nostro stupore venne folgorato dalle note di PSICHEDELIA, con "Fitas G." alle chitarre, ma soprattutto dalla candidatura di Mangoni alle elezioni! Sul coro "Forza Mangoni!" ci aspettavamo di sentire un programma elettorale a base di sborra, invece l'architetto tacque. Con questa mossa in un ipotetico confronto con un qualunque politico attuale avrebbe già vinto.

Ma bando ai rimpianti, era arrivato il momento che tutti stavamo aspettando! CARTONI ANIMATI GIAPPONESI!!! Finalmente, non la facevano dal 1992! Docce chiare, docce scure, Teenage Animal, Baby Busen... un concentrato di poesia sublime ed inestimabile! Vorrei vivere in quella canzone...
La scaletta iniziava a farsi ghiotta, ma il meglio doveva ancora venire: LA DITTA!!! Qualche riferimento velato alle spa e alla Parmalat (di cui Elio però non ha mai pronunciato il nome) e tanta, tanta, merda. Amo quel brano alla follia!

Elio e Civas Seguivano LA VENDETTA DEL FANTASMA FORMAGGINO e NUBI DI IERI SUL NOSTRO DOMANI ODIERNO, dai più conosciuta come Abitudinario, in cui il pubblico punk/rock ma soprattutto giovane riuscì a far incartare il povero Elio che si vide costretto a terminare nel migliore dei modi, ovvero con un Vaffankulo! Anche questo è amore.

Il dorato viaggio tra le gemme dei ricordi continuava con CATALOGNA e CATETO (ebbene sì, finalmente Elio l'aveva imparata - ricordate Firenze? ), altri brani abituali come BURATTINO e MIO CUGGINO, per poi esplodere nella splendida rivisitazione rock di LARGO AL FACTOTUM: non appena Elio urlò FIGA, anche il giovane Estinto capì di che brano si trattava.

Largo al factotum era l'ultima traccia del cd brulé, al termine Foffo e soci premettero finalmente stop ed iniziarono l'arduo lavoro di equalizzazione e masterizzazione (serve una mano? :D), mentre lo show proseguiva con FOSSI FIGO, PILIPPINO ROCK e La chanson LA CHANSON, introdotta da Filippo "tempesta ormonale" Carambola e dal duo Mitterand/Le Fevre "ma sono solo omonimi".
Il fisico degli artisti è temprato e resistente alle emozioni, ma dopo i due capolavori EL PUBE ed ESSERE DONNA OGGI, l'orgasmo fu tale da costringere gli Elii a ritirarsi dietro le quinte.

Ritornarono poco dopo, freschi come il sole e splendenti come rose, con la hit SHPALMAN ed una canzone scritta da Fitas G., ovvero TAPPARELLA!

Chissà perché il chitarrista Fitas G., così come il suo predecessore Cesareo, si lamentava continuamente dei dj perché gli assoli di chitarra in radio e in televisione vengono sempre segati. Non riesce a capire che non è colpa dei dj, c'è proprio una legge che dice che gli assoli di chitarra devono essere segati!
Ad esempio, lui ora stava suonando dal vivo, stava eseguendo l'assolo finale di Tapparella, dunque era preciso compito del Governo entrare nel reparto mixer e staccare la corrente, condannando la chitarra del Fitas e gli Elii tutti ad un mutismo basito.

Dopo una rapida occhiata si misero a ballare sul palco in un surreale silenzio rotto solo dalle urla bovine del pubblico rock, Carambola indossava una bizzarra maglietta Azione Mutande in omaggio a quei simpaticoni di www.azionemutande.com, finché Elio non mi vide ed urlò: "IO TI AMMAZZOOOOOO!" per poi dissolversi nell'oscurità. Anche questo è amore.
ORDINARIA GUERRIGLIA SUBURBANA
Voltandomi vidi il banco del cd brulé già assediato da un'orda barbarica. A quanto pare il black out aveva mandato a puttane anche il loro impianto, perciò dovevano riavviare la stampa da capo.
L'operazione tuttavia proseguì senza intoppi e i duecento clienti venivano serviti alla velocità media di un cd ogni dieci minuti.
Ma... tutti e i duecento?
A quanto pare NO, perché stavano servendo tutti tranne che noi.
"Basta - disse l'autistico Grumo - vado dall'altra parte!"
No, tu no! Dieci secondi dopo l'allontanamento dell'handicappato diedero a tutti noi i cd, e Grumo venne servito per ultimo.

I cd comunque erano molto belli, si sentivano proprio da Dio, qualità audio perfetta, peccato che una delle nostre copie fosse in realtà... un CD VERGINE!!!
Ma noi non ci perdemmo d'animo e, arrivati a casa Grumo, ci masterizzammo sopra.
Assumeteci, cazzo!

E così si erano fatte le cinque. E mentre il Favone Grassone si alzava, i nostri eroi andavano mestamente a dormire per poi svegliarsi alle otto perché Grumo doveva venire qua a Torino a prendere del cioccolato. Sono cose che fanno pensare. Ma intanto andate tutti affankulo!