Il gelido vento del Nord appassiva i colori delle foglie morte sulla salsa d'asfalto delle strade, stormi di uccelli migratori cagavano con millimetrica precisione sulle auto parcheggiate lungo i viali, mare sole e pheega erano un ricordo ormai lontano, ero in città da tanto, troppo tempo: nove giorni.
Anche la tecnologia mi voltava amaramente le spalle, innalzando il dito medio e mandandomi affankulo.
Il cuore della macchina foto nuova, la Minolta comprata a luglio, aveva già smesso di battere; non così la mamma del signor Minolta: "C'è sabbia nel chip, la garanzia non vale! E ce la teniamo per due settimane!"
Idem il computer: tra USB in sciopero e i fottutissimi driver a diversamente moraliste, era ormai un biodegrado di ferraglia inanimata.
Non si poteva andare avanti in questo modo.
Era ora di cambiare aria, era il momento di irrorare di nuovi e seducenti profumi la tela marrone del destino, era la volta di deliziarsi di aromi intensi e gustosi, era il turno del piccante, della muffa e della puzza piena della vita! Era tempo di... MISSIONE GORGONZOLA!
Martedì 9 settembre: L'ORGANIZZAZIONE
Il giorno del concerto a Gorgonzola sembrava propizio:
Venerdì 12,
il mio fumetto di Leo Ortolani preferito!
Si poneva però un primo problema logistico: trovare qualche handicappato che avesse voglia di guidare fino a Gorgonzola, sapendo che Elio e le Storie Tese avevano suonato sotto casa nostra, a
Carmagnola,
neanche due settimane prima.
L'impresa era ai limiti del disperato.
Caro il mio cerebroleso, purtroppo domani, come anticipato, non solo non porterò la telecamera, ma nemmeno la mia faccia da culo, che sarà occupata, insieme al resto del mio giovane corpo, a sollazzare la dolce metà in un week-end di sole, sesso e pastorizia senza la prole al seguito. Sono sereno nel pensare che il Favone mi perdonerà l'atto di lesa maestà, in favore della figa. D'altra parte, lo sai, lo faccio anche per te ... se dovessi fare pacco alla dolce metà, saresti costretto, da oggi in poi, ad ospitarmi in camera tua, offrirmi da mangiare tutti i giorni pranzo e cena e, soprattutto, soddisfare le mie esigenze sessuali almeno bigiornalmente. L'unica cosa positiva è che, almento per l'ultimo punto, probabilmente non te ne accorgeresti nemmeno. Spòsati, che poi mi saprai dire!
Il Giovane Iko
Più laconici gli altri handicappati:
"Ma sì, vengo. All'andata sono a piedi, ma ho un amico che mi aspetta alla fermata a Gorgonzola! No, non è fava perché è nato nel 1946! Al ritorno, boh..."
(Grumo)
"Non posso venire perché è il mio compleanno!"
(Sanfru)
"Macché, 'd venerdì, ma gnanca parlène: 'sti piciu 'm fan sempre uscir tàrdi da lavoro, diu fa!"
(Kastrox)
"C'è la riunione della sacra famiglia!"
(Max Kava)
"Uhm... eh, non lo so... andare fino a Gorgonzola... ho le prove col gruppo ed è già un paio di volte che non riesco ad andare... è un po' di giorni che vado a dormire alle tre e quindi è come se non andassi a dormire... ho già visto cinque concerti in due mesi... e il giorno dopo mi alzo alle cinque... ma sì, vengo, sborroh!"
(Favone Grassone)
Ok, tutto a posto... o quasi.
Restava il piccolo problema che il Favone, al ritorno, mi avrebbe mollato alle due di notte a Carisio, Santhià o altro non-luogo diversamente figato; e così, avrei
di nuovo
dovuto aspettare il treno dell'alba al freddo, in mezzo a tossici, puttane, pantegane e zanzare! Evviva!
Era meglio spegnere il computer e andare a dormire.
Mercoledì 10 settembre: LA NEW ENTRY
Mi risvegliai a mezzogiorno e, per festeggiare, decisi di fare quelle cose pazze che si fanno solo quando si è giovani: scendere a fare la spesa.
Fu allora che una voce mi distolse dall'oblio: "MAROK!"
Mi voltai.
Era un individuo che non avevo mai visto prima.
"Guarda! - disse alla sua tipa - Questo è MAROK!!! Del SITO DI MAROK!!!"
Il bizzarro individuo si presentò: Mr Konnumann,
Konico
per gli amici.
La tipa invece era Kronica... ma NON ne sembrava contenta. Strana persona.
"Noi leggiamo sempre la niuslètter! - aggiunse Konico, mentre Kronica invocava visibilmente il teletrasporto - E anche
le PERLE.
Alcune sono fantastiche!!! Ma quindi siamo quasi vicini di casa! Ma toglimi una curiosità: Marok sta per Marco? Ah... e perché gli Elii non fanno mai Pagàno? E non si trovano da nessuna parte gli stornelli che mettono prima dei concerti? Ma Tira en tosto è una band o un titolo? Magari con Fastweb tiro giù qualche brano dalla rete. Quei pezzi mi fanno smascellare! Gorgonzola, dici? Eh, il mio lavoro part-time non mi rende proprio un nababbo e, soprattutto, non mi metto di certo a guidare fin laggiù, e quindi mi sa che... come dici? Il concerto è GRATIS? E il Favone ci caricherebbe a Carisio? Beh, non è comunque dietro l'angolo ma... se po' fa', se po' fa! Fino a Carisio posso guidare, dai! Ma che il Favone tenga solo la fava bella morbida e nelle mutande e tutto filerà liscio!"
Ok, problema del ritorno a casa risolto!
Giovedì 11 settembre: LA COMPAGNIA DELL'HANDICAP
Una volta commisurata l'immensità della portata culturale dell'evento di Gorgonzola, per la somma nostra gioia, anche la giovanissima
Foniuglia si aggregò all'allegra comitiva.
"dottoRe, ma alloRa è gRatis? ma sei sicuRo? e peR toRnaRe indietRo? sì, il favone gRassone pRende l'auto, ma ti RicoRdo che non ci RipoRta a toRino e... ne hai tRovato un altRo di toRino e non ci fa pagaRe??? ma allora coRRo!"
Bisognava avvisare subito il Favone: Foniuglia era donna e aveva ben due piedi, chissà com'era contento!
"Ohu, c'è Foniuglia! - scrissi all'obeso - Prepara la lingua!"
"Sì, per insultarla!"
Perfetto.
Avevamo la macchina, avevamo la pheega, nulla più poteva fermarci!
Aveva inizio la... Missione Gorgonzola!
Venerdì 12 settembre: SI PARTE!
L'appuntamento al casello di Carisio con la puzza, le zanzare e il Favone Grassone era alle quattro; l'appuntamento con Foniuglia e Konico in piazza Massaua era alle tre.
Cosa poteva andare storto, ormai?
"Marok, io prendo la macchina... - ci tenne a ribadire Konico - Però solo fino a Carisio eh! Io non ci penso nemmeno di guidare fino a Gorgonzola!"
"Sì, tranquillo, da Carisio a Gorgonzola ci porta il Favone!"
Ore tre e dieci, sms del Favone: "Vaffanculo, non vengo!"
"Pronto, Favone! Ohu, sono Marok! Ma sei matto??? Cazzo dici??? Non vieni??? Proprio stasera che fanno sicuramente Pagàno?! Come lo so? Minghia ma dai, lo sanno tutti che stasera la fanno, cani, porci, puttane e vaffankulo! Ma poi cazzo, è
Venerdì 12,
è il nostro fumetto, padrune!!! Cioè, Venerdì 12, Flonza, Ciurga, il Gorgonzola, la muffa, i vermi, la puzza, la merda, la sburra!!! Ah, e vengono anche Marzia e Viviana:
le 4 tette..."
L'informazione era palesemente inventata: avevo imparato dalla tv italiana.
"Uhm...- commentò il Favone alla parola tette - Quasi quasi..."
"...e c'è anche Foniuglia, che ti deve dire una cosa, adesso te la passo..."
Mezz'ora più tardi, il grasso culo del Favone era già a Carisio.
E la bella Viviana, che non sentivo da mesi, mi aveva già inviato un sms: "Ciao! Ci siete stasera a Gorgonzola? Io vengo di sicuro! L'ho detto al Favone, che mi ha risposto: 'BASTAAAA!!! Dì a Marok di PIANTARLA, VAFFANKULO!!!' Perché??"
Anche questo è amore.
DAL CARISIO AL GORGONZOLA
Solo un anno prima, il mondo era tanto noioso, perché il Favone odiava i cellulari: "Tutti quelli che li usano sono SFIGATI!".
Poi ne aveva trovato uno sul treno,
mentre andavamo a Laigueglia,
ed era diventato dipendente dall'invio costante e continuato di parolacce via sms.
E non solo!
"Foniuglia, che fica che sei, ti regalo un cellulare! - esclamò il Favone - Tieni!"
"PeR me? DavveRo? GRazie!!!"
Era là, sull'asfalto, di fronte a noi: ognuno ha un talento, il Favone trova cellulari.
Foniuglia era al settimo cielo, perché il suo vecchio telefonino era mezzo scassato e perché i nomi di quella rubrica rivelavano una vita sociale e sentimentale pari a quella dell'autistico GRUMO; quindi, leggerla ci faceva sentire normali.
Fu l'unico diversivo, nelle quattro ore di coda all'uscita di Milano Est.
"E tu? - chiese il Favone a Konico - Anche tu ascolti solo Elio e le Storie Tese, come quei decerebrati, o anche altro?"
"Il Dio metallo!" rispose Konico, con convinzione!
Il Favone lo skifò e grugnì.
Fu un bel momento.
Mai come quando verrà a casa Marok e vedrà i
poster degli Iron Maiden.
Anche essere in mezzo alle larve umane che la coda la facevano tutti i giorni due volte al giorno per andare a lavorare e tornare a casa fu comunque un'esperienza interessante: era divertente osservarli e pensare alla loro tenera vita di merda. Poi era da tempo che non udivo le bestemmie dell'obeso al volante e iniziavo a sentirne la mancanza!
Comunque, verso le 7 arrivammo finalmente a Gorgonzola e il luogo del concerto si rivelò un parcheggio ricoperto da una sorta di tettoia squallida; erano i classici posti in cui la sera fa freddo come all'aperto, ma si sente di merda come al coperto.
RAPPORTI UMANI
Sul palco non c'era ancora nessuno, sotto il palco invece riconobbi una sola faccia da cazzo: quella dell'autistico GRUMO, che era là dalle cinque per sentire il NULLA.
Per giunta, la sua macchina foto nuova si stava già skassando, perché si era messa a sucargli l'intera batteria ad ogni rullino (Pentax Espio 120 SW, grazie per avermelo chiesto!); e la cosa più grave era che NON potevo prenderlo per il culo, perché la mia si era messa a rigare i negativi e giaceva aperta in un retrobottega, come una vecchia troia (Minolta Riva Zoom 140 ex, se avete altre domande cazzi vostri!).
Così, solo per quella sera, l'assistenza Grumo mi consegnò una Samsung AF Slim Zoom, vecchia ma funzionante.
"Ma perché non la usi mai? Cos'ha che non va?"
"Bah, ha poco zoom, quella nuova arriva a 120!"
Non persi tempo ad assecondare l'autistico, perché arrivarono finalmente gli Elii: anche loro erano rimasti bloccati in coda. Per il momento, si vedevano solo Jantoman e Christian Meyer, poi sbucò
Faso,
che era appena sceso dalla macchina e stava dedicando colorite maledizioni agli inventori della tangenziale, alle rispettive mogli, ai loro figli, ai loro nipoti e ai loro parenti più remoti fino alla quattordicesima generazione.
"Se non sono ancora morti, spero che lo siano entro due giorni!"
Sempre se la morte non viaggia in tangenziale.
E va be', scattai una foto di prova, poi l'autistico mi pose una domanda profonda e filosofica: "L'hai messo tu il rullino?"
Ma che domande faceva l'autistico Grumo?
Quindi, tirai fuori dallo zaino il rullino e lo misi nella macchina foto, mentre l'intero comune di Gorgonzola mi guardava e rideva, compresi cani, porci, puttane e vaffankulo.
Ad insidiarci nel primato dell'handicap applicato, concorreva un tale
Camuffo,
che, anche se non sembra, dovrebbe proprio essere il cognome.
"Cazzo! - ci raccontava - Io ero convinto che il concerto fosse il 19! Poi, per sbaglio, ho fatto questa strada, ho visto che c'erano le fave e ovviamente mi sono fermato! Sono già due ore che sono qua, peccato che non hanno ancora fatto niente. Va be', però ora riparto e me ne vado a casa, mica mi posso fermare anche al concerto: pensavo fosse il 19!"
Aveva vinto tutto... era FAVA più di tutti gli altri, sommati.
Ero commosso.
Ascolta l'intervista a Camuffo in esclusiva per www.marok.org, e scopri perché è diventato... GUANTO!
I RIFORNIMENTI
Era tempo di berci, mangiarci e ruttarci su, finanziando a nostra insaputa il progetto "Mani tese".
Con somma sorpresa, il lurido di Gorgonzola si rivelò privo di gorgonzola e il fatto traumatizzò parecchio tutti noi, specialmente l'autistico Grumo: decise che era assolutamente necessario investigare. Con
questi risultati.
Ripiegammo sulla degustazione di panini congelati con ripieno di merda calda, mentre il Favone bestemmiava perché non avevamo già finito la birra prima che arrivassero i panini e la cosa gli faceva schifo.
"dottoRe... - mormorò Foniuglia, mentre procedevo placidamente con la degustazione - guaRda che bella luce che c'è!"
"Eh? Bella, sì..."
Il sole era già scivolato al di là delle dune, a violentare altre notti che, evidentemente, godevano: l'orizzonte era dipinto di un bel viola intenso; ricordava le facce che gli Elii attaccavano sui loro poster degli anni '80, dopo averle ritagliate dalle riviste porno.
"alloRa peRché non fai una bella foto?"
"Beh, cazzo, con 'sta luce serve un appoggio, ma il minchia di tavolo è basso e..."
"posso pRovaRe io?"
La rossa Foniuglia ci scattò due foto, tenendo sullo sfondo i suggestivi colori del crepuscolo.
Tutto ciò senza appoggiare la macchina, in automatico, col flash.
I risultati NON sarebbero piaciuti... a lei. A noi sì. Power to handicap!
IL POTERE DI GRUMO
Foniuglia, comunque, aveva ragione: mai sottovalutare il cielo sopra i concerti, è ricco di informazioni utili e, generalmente, rappresenta la reazione allergica della natura alla presenza di Grumo.
Infatti, ogni volta che il concerto è all'aperto e c'è Grumo, piove.
Se il concerto è al chiuso e c'è Grumo, la temperatura e l'umidità interne si alzano del 400%, l'impianto di ventilazione non funziona e la percentuale di ossigeno nell'aria è inferiore a quella delle zanzare.
In questo caso, il palco era coperto superiormente da una cazzo di tettoia, ma era scoperto lateralmente: quale geniale strategia avrebbe architettato il cielo per rompere i coglioni?
Semplice: vento dalla Siberia, in edizione supposta.
Ero sicuro che i colpi di vento avrebbero scoperchiato il palco e che, subito dopo, si sarebbe messo a piovere; la natura, al contrario, giudicò punizione peggiore l'eco della tettoia e la salvò, permettendo all'acustica di merda di accompagnarci per tutto il concerto.
Ad allietare la nostra frugale cena, una telefonata di
nonno SNAFU:
"Pronto, volevo sapere se il concerto è all'aperto o al coperto.. ah, è all'aperto ma c'è la tettoia... quindi fa freddo e si sente di merda. No, perché... Ilaria è allergica alle vespe e, se ci sono vespe, non possiamo venire... ci sono vespe?"
Mi guardai intorno, per verificare se il potere di GRUMO funzionasse anche con le vespe, ma ne dubitavo, perché erano femmine.
Nel far ciò, notai peraltro che la prima fila si stava rapidamente saturando di handicappati, così abbandonai i compari al loro destino e mi piazzai al centro della transenna.
COUNTDOWN
La prima fila dei concerti rock è sempre un luogo interessante, se siete appassionati di malattie mentali.
Alla mia sinistra, due illustri intellettuali passarono il tempo a parlare solo di esami ed università; alla mia destra, l'autistico Grumo ingannava il tempo facendo il censimento delle custodie dei minidisc; alla sua estrema destra, una mandria di gagni tritolacoglioni tritolava i coglioni. Il profilattico, questo sconosciuto.
Il Favone, Konico, Foniuglia e gli altri handicappati erano invece finiti a lato del palco, a pochi centimetri dalla cassa sinistra. Fu una scelta molto saggia: col progredire del soundcheck, risultò evidente che il volume era di venti volte superiore alla norma e che quindi il loro apparato uditivo avrebbe subito danni irreversibili. Peccato.
In compenso, dopo un po' arrivò Viviana e le sue tette vennero immediatamente requisite dal Favone Grassone.
Se la loro collocazione era passibile di miglioramento, anche la mia si difendeva bene:
"Scusa ma... ma... tu...?" mormorò il tizio di fianco a me. "Sì?" risposi, con aria rassegnata. "Ma tu sei quello della
RISSA AL NIGHT EXPRESS!!!"
Sarebbe stato un concerto divertente.
Alle nove in punto, iniziarono a scatenarsi i rompicoglioni.
Non so perché, ma, ad ogni concerto, ci sono i diversamente figati che si aspettano che gli Elii inizino a suonare alle nove; di conseguenza, fino all'inizio vero e proprio del concerto (che, tipicamente, è quando fa buio!), passano ogni singolo minuto scannandosi tra loro. Purtroppo, non al punto da autoeliminarsi.
Sono cose molto belle, così come il disco delle minchiate pre-concerto, che, per la gioia di Konico, macinava la sua dose quotidiana di cazzate, barcamenandosi tra "un mondo de froscioni", la travolgente "sei donna così" e altre perle molto avanti, forse troppo perché il mondo le possa capire.
Poi l'eco di "CICCIPUT" ruppe la lunga attesa.
CONCERTONE!
Il primo brano del concerto "gratis" ci trascinò in una dimensione mistico-religiosa, allietata da atti sodomitici e gomorritici: "ABATE CRUENTO". Era bello sentire come gli elii affrontassero temi così delicati con serietà e ottimismo, così come in "GIMMI I". e nella hit
"SHPALMAN".
Perché tutti i bambini cantano Shpalman?
E perché, alle spalle del palco, c'era lo striscione del duello con gli Skiantos, che gli Elii avrebbero affrontato a Bologna il prossimo Martedì?
La presentazione del diciassettenne tastierista Carambola fugò ogni dubbio sull'universo e sul livello culturale del pubblico: "Nooooo! Fa vedere?! Cazzo!!! Ma NON C'È PIÙ ROCCO TANICA!!!"
Era proprio il momento di una pausa romantica, con "UOMINI COL BORSELLO" e con la dolcissima "O MIA BELLA GORGONZOLA", testo e musica del giovane Carambola.
Struggente.
Quel ragazzo farà strada, forse non sarà mai come Rocco Tanica, ma pazienza.
Per l'inno alla boirnarde, ovvero "LA CHANSON", il reparto Einstein del pubblico pensò bene di lanciare delle
baguette
sul palco, che stranamente nessuno degli Elii si mise a mangiare.
"Ah, no! - dissero i tizi di fianco a noi - Questa è noiosa, è tutta in francese...".
Veri intenditori.
Del resto, il momento stava per diventare catartico e l'attenzione si spostava sui veri protagonisti della serata: quei bastoncini di ghiacciolo che sognano per sé un futuro brillante come avvocato, come ingegnere e finiscono nella "merdas". In altre parole:
"CANI E PADRONI DI CANI".
A proposito, ci terrei a ricordarvi la spigolatura delle Fave Romane: "Nei frammenti di canzone cantati da Danilo Sacco, compaiono le parole 'merdaS' e 'vivoS'; si potrebbe pensare a un contorto riferimento alla 'intiillimanità' dei temi affrontati normalmente dai Nomadi, perciò quella 's' finale, che dà una connotazione sudamericana alle parole.".
Qualcuno di voi obietterà che "merdas" sta, semplicemente, per "Merda" più "Adidas", ma non ditelo alle Fave Romane: ci piace ricordarle così!
Poi un salto al '96, con "BURATTINO SENZA FICHI". E un rapido ritorno al presente con
"LA FOLLIA DELLA DONNA",
con tanto di strofa cannata... "tanto è gratis!".
Seguiva "BUDY GIAMPI", "cover degli Eiffel 65".
Faso ora non si accontentava più di far battere le mani a tempo in nove ottavi, ma cercava anche di introdurre gesti intermedi!
L'esperimento fu bruscamente interrotto quando la gestualità proposta minacciò di sfociare in un unico, inevitabile e collettivo vaffankulo.
Invece, "IL VITELLO DAI PIEDI DI BALSA", con annessa "REPRISE",
fu una ghiotta occasione per riportare sulla scena il caro, vecchio dottor Stramangone.
"Usate prodotti naturali! - si raccomandava - Usate LA SBORRA!!!"
Come dargli torto.
Momenti molto toccanti anche in "SERVI DELLA GLEBA", allorché Elio proponeva al mondo la paternità di Babbo Fasani come antidoto al due di picche: "Faso ha avuto un figlio! Dal due di picche... SI PUO' USCIRE!!!"
La successiva scena erotica tra il bassista ed il cantante non mancò di far colpo sulle caste orecchie del diciassettenne Carambola, per rispetto del quale fu presto interrotta, lasciando spazio a "FOSSI FIGO",
"MIO CUGGINO" e "CARA TI AMO".
Ottima direzione del pubblico da parte del grande Elione, anche se gli idioti alle mie spalle, un giorno, mi dovranno spiegare come si fa a pogare durante "Cara ti amo".
Del resto, come disse il grande Murphy, la somma dell'intelligenza sulla terra è costante... e la popolazione è in aumento.
La pausa che preludeva ai bis fu relativamente breve e le belle sonorità continuarono con "BORN TO BE ABRAMO" e "LITFIBA TORNATE INSIEME".
Di sentire "Pagàno" avevamo lasciato ogni speranza, lo sapevano tutti che stasera non l'avrebbero fatta, cani, porci, puttane e vaffankulo; però qualche speranza di udire "Arriva Clistere" ancora era rimasta.
E invece, l'assolo di
"TAPPARELLA"
("brano scritto da Jon Abebe") spense sul nascere le facili illusioni: il fatto di avere mantenuto da SETTE anni a questa parte sempre lo stesso brano come chiusura dei concerti eliminava ogni possibile suspense.
"Posate i vostri accendini! - esclamò Elio, durante il coro di Forza Panino - Siamo nel ventunesimo secolo: accendete i vostri telefonini!"
In quel momento, avevo il telefonino spento, perché non interferisse con la registrazione; comunque, era inutile accenderlo: dal palco, con tutte le luci contro, era assolutamente impossibile capire se fosse acceso o spento; cioè, accenderlo era veramente da coglioni.
"ACCENDI IL TELEFONINO!!!" mi urlò Elio dal palco.
Io non capisco quei minchioni che alzano i telefonini tenendoli spenti, cioè, alzare il telefonino e tenerlo spento è veramente da coglioni.
Mah...
Fino all'ultima nota del concerto, la maggioranza dei cori fu per l'artista completo Mangoni, che decise di ricambiare lanciando al pubblico le baguette che i diversamente figati tiravano durante la Chanson.
I lanci erano effettuati con perizia d'architetto, tanto che una delle baguette rimase incastrata sotto la tettoia, come la famosa bacchetta di Zuffellato.
Se volete ammirare la stalattite baguette, è tuttora là: nessuno potrà mai più smontarla, perché l'opera d'arte dell'architetto Mangoni l'ha resa monumento nazionale.
BACKSTAGE!
I dubbi sul dopo concerto questa volta erano totali.
Da un bel pezzo, gli incontri favici non si facevano più e temevo che anche stasera ci aspettasse il pacco. Invece, a sorpresa, la Bolbo ci chiamò a lato del palco, come ai vecchi tempi, e le raminghe Fave poterono toccare il corpo sudato dei loro beniamini!
Nonostante ciò, l'unica foto ce la facemmo tra di noi, con gli Elii che ci guardavano: fu bellissimo!
Anzi, in un mondo perfetto, ce la saremmo fatta scattare da Elio! Invece, la partorì Foniuglia... e
i risultati
mantennero le aspettative.
In tutto ciò, sia Faso che Cesareo avevano con sé i propri pargoli, per avvicinarli al misterioso mondo del rock.
E anche Jantoman, pensate, aveva... no, niente: come sempre, interagiva fissando il terreno o le stelle, muto.
Pochi passi più indietro, Christian percuoteva tutto ciò che gli capitava a tiro con la penna che qualche sfigato gli aveva lasciato per gli autografi; Rocco ed Elio, invece, si videro in giro solo alla fine, quando furono accolti dall'ovazione della folla insieme all'architetto Mangoni.
Chiesi loro qualche indiscrezione per lo show allo Smeraldo di Milano, che ci sarebbe stato di lì a poco. Roba tipo ospiti, coriste, e altre minchiate.
"Ah, ma secondo me il 25 non si fa!" disse Mangoni. "Non si fa??? Come non si fa?! Non si fa stocazzo!!! Ho già il biglietto!!!"
"Senti un po', tu hai visto manifesti per il concerto allo Smeraldo?"
"Be', no... ma sarebbe un po' strano se li avessi visti... abito a Torino..."
"Ecco, neanch'io li ho visti, ma abito a Milano!"
Anche gli altri mi confermarono che non era stata fatta promozione, e quindi il teatro simpaticamente avrebbe deciso di cassare la data del 25.
"Ma... ma... ho già pagato il biglietto!!!"
Inevitabile il convoglio espresso di "Cazzi tuoi!".
Al termine di questo dialogo, Foniuglia esclamò: "ma dai, elio a teatRo? che meRaviglia! gRumo, pRendi anche a me un biglietto peR il 25?"
La cosa preoccupante è che era seria.
"Che profumo! - le disse Faso - Cos'è?"
"Sto bevendo del fragolino! E' ottimo! Ne vuoi?"
Si spiegavano molte cose.
E va be', me l'ero presa nel culo per il teatro, era l'una, eravamo tutti sversi e avremmo dovuto sucarci due ore di autostrada fino a casa; eppure, anche allora, qualcosa di positivo c'era: il Favone Grassone il giorno dopo si sarebbe dovuto alzare alle cinque.
GLI ADDII
Stranamente, il Favone non si volle dilungare in convenevoli e ci trascinò alla macchina, mentre Konico si lamentava perché a Torino non c'erano concerti metal, il Favone bestemmiava contro Konico, contro il metal e contro Torino perché ci sono i "cinema fascisti", mentre Foniuglia ed il porko sottoscritto si attaccavano al fragolino per concludere in bellezza la serata.
Ebbene sì, alla fine tutto si spense così, tra la speranza di vedere proiettate le melmose impronte delle nostre vite su una pellicola di un vecchio cinema a luci rosse (purché fascista e di Torino...), una voglia inespressa di gorgonzola, la totale indifferenza sul modo in cui l'autistico Grumo sarebbe riuscito ad arrivare a casa e la consapevolezza che anche quella sera, come tutte le altre sere della nostra vita, era giunto il momento di mandarci assolutamente, improrogabilmente ed inevitabilmente affankulo.