Cuneo, 50.000 abitanti, 500 metri sul livello del mare, non è solo una piccola città di provincia ma un concetto, uno stile di vita, un'ideale. E, soprattutto, un'intercalare.
"Ho fatto il militare a Cuneo!" diceva Totò, per dimostrare di essere uomo di mondo.
"Dì un po', ma te shèi di Cuneo?!" dicono i piemontesi, per dare a qualcuno del rincoglionito.
L'origine di tanto successo risale alla notte dei tempi, quando il Piemonte amava alla follia un materiale bianco: il sale.
Un po' come accadeva per la "spezia" in Dune, il sale era tutto. Questione di sapore, di moda e di utilità, il sale aiutava a conservare il cibo, era efficace contro le streghe ed il malocchio ostinato ed era considerato la materia prima dell'intelligenza! Per questo, non avere "sale in zucca" voleva dire essere cretini.
Teatro unico del commercio erano le cosiddette "vie del sale", che partivano dalla Liguria ed imbiancavano d'amore le valli del nord.
Purtroppo, le vie del sale non erano infinite... e NESSUNA raggiungeva Cuneo!
Per questo ancora oggi, ovunque in Piemonte tranne che a Cuneo, "essere di Cuneo" vuol dire "non avere sale", cioè essere diversamente intelligente, affascinato dalle minchiate e skifato dalla pheega... in altre parole, FAVA.
Insomma, quando gli Elii avevano scelto di iniziare da Cuneo il tour estivo... l'avevano fatto per NOI!!!
Non potevamo mancare.
QUANDO
Anche il giorno era stato scelto con cura: venerdì 20 giugno, stessa data
dell'
ultimo live in Cuneo,
quello del lontano 20 giugno 2003.
Quel concerto me lo ricordo bene: avevano fatto "Arriva Clistere" e mi si era spaccata la macchina foto.
A pellicola.
E l'indomani ero stato così coglione da comprarne un'altra, SEMPRE A PELLICOLA, anziché passare al digitale! Una delle più grandi cazzate che avessi fatto nella vita, seconda solo all'essere nato nerd.
"Hai fatto bene! - mi avrebbe detto l'esperto FotoAldo pochi giorni dopo - Il digitale è una MODA PASSEGGERA! Vedrai che, entro pochi anni, si ritornerà alla pellicola!".
Ed il resto è storia.
DOVE
Il posto era lo stesso del 2003: il "Nuvolari Libera Tribù", un grande parco che ha il merito di essere dalla parte opposta, sempre, a prescindere dalla posizione dell'osservatore. La strada più veloce per arrivarci è costruire un buco nero, farci collassare il centro di Cuneo e saltarci sopra.
A parte questi dettagli, avevo bei ricordi di Cuneo: il palco era dominato sessualmente da una signora tettoia che riparava dalla pioggia anche le prime file, il parco era pieno di luridi che davano birra e porcate a prezzi stracciati e, soprattutto, era LÀ che avevamo vissuto il PRIMO CONCERTO CON
FONIUGLIA!
L'origine di un'era!!!
Se un terasauro per errore avesse cancellato Cuneo, ci sarebbero molti giga in meno su marok punto org.
COME
Il viaggio non era un problema: Cuneo è vicina, il treno è comodo, costa un cazzo... insomma, la perfezione! Chiamai TUTTI!!!
E TUTTI mi fecero PACCO.
Tranne due:
Jobby
e Foniuglia.
PiombinoKastrox.
E va be', la situazione non era drammatica... l'unica cosa che mi preoccupava era la notte all'aperto: Cuneo è vicina alle montagne, ficcai a forza una giaccavento nello zaino e dissi a Foniuglia di fare altrettanto.
"SaRò anche donna e saRò anche Fava - rispose Foniuglia - ma fino a sapeRe che a Cuneo fa fReddo ci aRRivo! E comunque tu poRta il Genepy!"
MA SOPRATTUTTO... PERCHÉ
Il 20 giugno il citofono fece "GRRRRRRR" e la bella Foniuglia mi si presentò con gli abiti più estivi e leggeri tra quelli consentiti dalla legge italiana. Non era necessariamente uno svantaggio per il mondo... ma avrebbe potuto esserlo per lei.
"Ma Foniuglia! - dissi - Non avrai freddo la notte?"
"Ho un maglione in boRsa!" rispose, mostrandomi un indumento spesso un micron.
Lo usavano i tuareg a mezzogiorno, per ripararsi dal caldo.
Perfetto.
Il treno comunque era molto pittoresco: c'era un'invasione di pendolari, facce stanche di anime assonnate... volti all'apparenza tutti uguali, che in realtà celavano le più diverse forme di sfiga... ed uno di loro lo conoscevo fin troppo bene!
"Kompagno!" urlai.
Tutti si girarono, Foniuglia mi guardò atterrita.
"Buongiooooorno!" rispose il
Kompagno Gillette.
Foniuglia era delusa: per una attimo aveva sperato che fossi più pazzo di lei.
In realtà era vero, ma avrebbe avuto tempo e modo per scoprirlo.
KG si appisolò vicino a Foniuglia.
Era bello vederli affiancati: erano sclero e pace, cocaina e camomilla, skizzo e tozoo.
"Che fate di bello?" chiese KG, pur immaginando la risposta.
"Andiamo a vedeRe un conceRto di Elio! - rispose Foniuglia.
KG annuì con la testa, l'espressione paziente, gli occhi distratti.
"PeRché non vieni con noi?" chiese Foniuglia, pur immaginando la risposta.
"No grazie, non voglio fare taaardi! - rispose KG - Già adesso ho SOOOOOONNO. Oltretutto non sto ankora bene..."
"PeRché? Cos'hai avuto?"
KG sorrise. Aveva finalmente incontrato qualcuno che non aveva letto il suo ultimo pacco su marok.org:
"Non posso venire perché HO UN NERVO CHE MI DETURPA LA FACCIA. Sono pure in MUUUUTUA! Però, mi raccomando, tratta la notizia con GARBO E DISCREZIONE... ci vediamo appena mi raddrizzo la faccia!"
In pochissimi giorni, quel pacco aveva fatto il giro del mondo... mi avevano persino contattato i dj di una radio privata, Radio Città Bollate, per chiedermi il permesso di poterlo leggere in radio, nel loro programma Citofonare Signora Uzzi. Con questi risultati (0:33):
Con garbo e discrezione, KG illustrò la sua condizione a Foniuglia, che non smise di ridere dall'inizio alla fine: ci vuole poco a rendere una donna felice.
"...e poi adesso vivo da solo - proseguì KG - i miei si sono trasferiti in montagna!"
"Ma voi siete dei bastaRdi!!! Questo poRco è andato a staRe sopRa ai suoi genitoRi, a te ti hanno lasciato la casa... sono solo io la stRonza che si deve sbatteRe a pagaRe un affitto?"
KG ed il poRco ci pensarono un po' su, poi risposero: "Sì!!!".
Ed iniziò il lungo racconto intitolato "Diversamente casa: dove abitano i Nerd".
Il primo passo l'aveva fatto KILLER.
Pur di levarselo dal cazzo, i genitori gli avevano comprato un appartamento... e lui non ci era mai andato a stare, perché gli sapeva fatica!
Abitava ancora con i suoi.
Internet GRAAAAAATIS.
Il secondo era stato JOCO: si era comprato una casa in culo al mondo, davanti ad una ferrovia e ad un cavalcaferrovia e l'aveva pagata un casino.
Poi aveva scoperto che NON ERA NEMMENO ABITABILE!
Allora aveva chiesto indietro i soldi e l'avevano mandato affankulo.
Però nell'arredamento aveva avuto gusto: aveva comprato il FRIGORIFERO all'IKEA!
L'aveva pagato un casino e gli era arrivato bollato.
Il terzo eroe era stato GRIP.
Non era handicappato come Joco, non avrebbe mai comprato il frigo all'IKEA: Grip si era rivolto ad un MOBILIFICIO ARTIGIANALE!
Era lontano e costava un po' caro, ma pazienza... l'essenziale era la qualità.
Una volta pagato l'anticipo, i tipi erano SPARITI. A quel punto, Grip era andato di persona al mobilificio... e l'aveva trovato CHIUSO!
Davanti però c'era il padrone.
Fissava il nulla, sguardo perso nel vuoto.
"Salve! - disse Grip - Sono pronti i miei mobili?"
"I mobili? AHAHAHAHAHAHAHAH!"
"Eh?"
"Ma i mobili non ci sono più! A maggio c'è stata l'ALLUVIONE! Ho perso tutto. Ho chiuso. Per sempre!"
"Ma... io... ho pagato in anticipo..."
"Ognuno ha i suoi problemi!"
Alla fine, i due erano giunti ad un accordo: Grip avrebbe dato addio ai suoi soldi, ma sarebbe potuto entrare nel magazzino alluvionato, prendere il cazzo che voleva, SCROSTARSELO e portarselo a casa.
Nessuno di noi era ancora riuscito a vedere l'interno di casa Grip... comunque, l'essenziale è la qualità.
Al termine del racconto, Foniuglia era sconvolta: "Assumete me! Assumete me! - diceva - Faccio da consulente peR i neRd! Voi mi pagate e io vi insegno a gestiRe dei soldi... una casa... una vita!"
KG assecondò Foniuglia e salutò: il suo viaggio era finito.
Breve ma intenso.
"Ma tu diglielo ai tuoi amici! - ripeteva Foniuglia - Diglielo ai neRd! Io gli do Ripetizioni di vita! Basta pagaRe il giusto... e io vado a casa loRo e gli insegno a faRe la spesa, a puliRe la casa... la vita noRmale! Dai, veRamente! E smettila di RideRe, bastaRdo!!!"
Foniuglia che dava ripetizioni di vita "noRmale".
Sarebbe stata la scuola del futuro... naturalmente assieme a lei ci voleva Daiconan che insegnava informatica.
KUNEO
Alla stazione di Cuneo non c'era traccia del caro vecchio Jobby, così Foniuglia ed il poRco bastaRdo approfittarono per fare la spesa: pane salame ed alcool.
"E maionese! - diceva Foniuglia - TANTA maionese!"
Chissà che cosa ne direbbe Freud.
Quando si fece tardi, Jobby ci avvisò che avrebbe fatto ancora più tardi.
L'idea di Foniuglia di farsela a piedi non era male, ma io ne avevo una migliore: chiedere all'edicola della stazione se ci fosse qualcosa di simile ad un pullman che, per pietà, ci potesse portare al Nuvolari.
L'edicolante era maaaaaskio.
"Tu fai la domanda - dissi a Foniuglia - e io sto dietro di te per capire la risposta!"
"Sei pRopRio una faccia di meRda!".
"Devi prendere l'autobus numero 18! - le rispose l'edicolante - Parte dal capolinea dei bus... ma attenzione che è un'Opel Vivaro!"
Foniuglia sussurrò: "MaRok, che cosa vuol diRe che è un'Opel VivaRo?"
"Ma che cazzo ne so... - risposi - Assecondalo e compra due biglietti!"
Immagine di Torino all'estero: -10000%.
E va be', mentre Foniuglia prendeva il sole sul muretto della stazione, il poRco bastaRdo faccia di meRda girava per i capolinea cercando di trovare il 18 e schizzare.
Fu peggio che cercare pheega ad informatica.
Poi mi saltò all'occhio un "18".
Era scritto su un PEZZO DI CARTA appoggiato al parabrezza di una
MACCHINA GIALLA.
Mi avvicinai.
Sul biglietto c'era scritto: "Trasporti Urbani. 18. Impianti sportivi".
Era bellissimo.
"FONIUGLIA! - urlai - HO TROVATO IL PULLMAN!"
Foniuglia si avvicinò e scoppiò a ridere: "Ma dai, ma è meRaviglioso!"
Il trambusto attirò l'attenzione di un vecchietto che si avvicinò, mise una mano in tasca, tirò fuori un mazzo di chiavi, aprì la porta, ci sorrise e disse: "Volete salire?"
Impossibile dire di no!
Complice il colore giallo, il prestigioso pullman 18 sembrava davvero un taxi: davanti c'era il nonnino e dietro noi, unici passeggeri di tutto il viaggio.
Il veeekkio parlava in continuazione, un po' in dialetto e un po' in italiano, con gusto e felicità: probabilmente eravamo le prime ed ultime persone che avrebbe caricato quel giorno! Surreale come il paradiso.
PENETRAZIONE
Al Nuvolari l'entrata era socchiusa.
Al di là sonnecchiavano un paio di gorilloni che, apprezzati i nostri pass di Alan Magnetti, fecero entrare senza problemi noi, i nostri zaini, le nostre lattine e le nostre bottiglie.
L'Infinito risolve!
Per il resto, tutto era come l'avevo lasciato il 20 giugno del 2003: sopra il palco la tettoia, sotto al palco il grande parco, sopra la panca i nostri culi, di fronte a noi nessuno.
"Sei proprio un Rottinculo! - disse Foniuglia - Mi hai fatto coRReRe peR niente!"
Foniuglia ed il poRco bastaRdo faccia di meRda Rottinculo si svaccarono al tavolino di un lurido. Era ancora chiuso, però fu bello fotterci i suoi bicchieri di plastica e versarci dentro la nostra birra.
E fu allora che apparve Jobby, con al collo il pass di Alan Magnetti.
Prima frase: "Oh, ma per i biglietti?"
"Ma vaffankulo!" risposi, lanciandogli una lattina di birra.
E
brindammo all'Infinito.
Poi, finalmente, arrivarono gli Elii.
"Vi servono degli accrediti? - chiese il Civas - Me ne avanzano tre!"
Era il nostro giorno fortunato.
Con l'arrivo della band, anche il punto EelST aprì i battenti, rivelando una novità sostanziale: c'erano di nuovo i cd brulé.
E quest'anno la davano assieme allo scontrino!!!
Mi riferisco, naturalmente, all'etichetta numerata.
Fu così che mi aggiudicai un prestigioso brulé numero 2... per il 2009 aggiungerei anche una fettina di pheega, grazie.
CIÉK
Sul palco c'era ancora la formazione "estesa": Paola Folli alla voce, Davide Ghidoni e Daniele Comoglio ai fiati... ne approfitterei per salutare Klàpač.
L'acustica era come nel 2003: ottima dietro, pacco davanti... però Foffo stava al mixer e, per una volta, sembrava felice.
Un po' meno Foniuglia, perchè avevamo tirato fuori le macchine foto.
"Non ve le potete ficcaRe su peR il culo? NeRd di meRda!"
La macchina foto di Jobby era grossa come la mia, però era NERA. Condoglianze, vasella e figli maaaaski.
QUELLI CHE ASPETTANO
Terminato il soundcheck, i neRd di meRda si appostarono in prima fila, un attimo prima che i gorilloni aprissero i cancelli.
Poi il Nuvolari si popolò di volti giovani, tutti rigorosamente maaaaaski.
Ed ora, la domanda sorgeva spontanea: dove ce li potevamo mettere gli accrediti del Civas?
Jobby telefonò a tutti i suoi amici per cercare qualcuno che avesse voglia di vedersi un concerto gratis.
Alla fine ne convinse DUE.
Rigorosamente maaaaaski.
PiombinoKastrox.
IL MOMENTO DEL BISOGNO
Ridendo e scherzando, di gente ne stava entrando parecchia: iniziava ad esserci un bel casino.
E Foniuglia disse: "Io andRei un attimo ai seRvizi!"
"Ma kaaaaaaastrox! - risposi - Siamo stati per tre ore le uniche minchia di forme di vita in questo cazzo di posto e tu vuoi andare al cesso adesso che sono arrivati trecento stronzi e c'è coda?"
"Ma più taRdi ci saRà ancora più coda!"
Il ragionamento non faceva una piega... anzi, era talmente convincente che al cesso ci andai anch'io.
In tutto il parco, il 99% della popolazione era composta da maaaaaaaski, eppure l'unica coda era davanti al cesso della pheega.
Come se non bastasse, nel cesso dei maaaski non c'era neanche lo specchio: niente foto "artisti al cesso".
Però fuori c'era
il cimitero dell'apparecchio radioattivo.
Mi potevo accontentare.
Ritornai in prima fila a fatica, perché c'era tanta gente ed erano tutti grassi.
Tranne gli amici di Jobby, che però erano simpatici: parlavano solo di Foniuglia, colorando ogni frase con schizzi di dialetto.
"Rossa 'd cavej..." e ciò che segue.
Le loro preghiere furono accontentate e, dopo solo un quarto d'ora, la rossa dei loro sogni fu di ritorno. Poteva andare peggio...
"BastaRdo! - disse - Pezzo di meRda!!!"
"Chi? Io?"
"Ne vedi altRe di facce di meRda? BRutto poRco Rottinculo?"
Mi guardai intorno, qualche faccia di merda ci sarebbe anche stata...
"Ma dimmi - risposi - È successo qualcosa?"
"Successo qualcosa??? Fai anche finta di non capiRe! Pezzo di meRda!!!"
Meglio circoscrivere il campo.
"Io c'ero?" chiesi.
"Pigli puRe peR il culo? Ma dai??? No che non c'eRi!!!"
Ah, bene. Era colpa mia, però almeno non c'ero. È già qualcosa.
"Dov'eRi quando dovevo entRaRe al cesso? Eh?"
"Boh... ero qua..."
"Ah sì? StRonzo! E tu mi fai entRaRe al cesso da sola?"
Pausa.
Trovare un senso logico alla domanda.
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"Beh... sì... dov'è il problema?"
"Dov'è il pRoblema??? Ma allora sei pRopRio un fRocio! Le donne non entRano mai in bagno da sole! Non lo sai, bRutto Rincoglionito? Ci vuole sempRe qualcuno che aspetta fuoRi e tiene la boRsa!!!"
Il delirio stava raggiungendo vette inesplorate.
"Tiene... la... borsa? E a che pro?"
"A che pRo??? PeRché, secondo te una donna quando va in bagno dove la appoggia la boRsa?"
"Posarla per terra come gli esseri umani?"
Foniuglia mi guardò con un odio misto a pena, ribrezzo e schifo.
"Ma io sono stRRRRRRoooonza ad usciRe con gente di meeeeeRda come voi!!! Che cosa ci faccio io in mezzo agli stRonzi? Ho dovuto chiedeRe ad una Ragazza che neanche conoscevo di teneRmi la boRsa mentRe entRavo al cesso... e quella poteva scappaRe! Con la mia booooRRRRsa! Tutta peR colpa di un Rottinculo stRonzo di meRda! Ma vai a faRe in culo tu, le fave e tutti gli altRi stRonzi!!!"
Poi Foniuglia iniziò a tirarmi pugni.
Non avrebbe accennato a smettere per tutto il resto della serata.
Piacere, solo piacere.
ROCK!
Le meravigliose, prime note di
Plafone mi distrassero per un attimo dalla violenza femminile.
Era un bel concerto, soprattutto perché Elio parlava come Berlusconi.
La scaletta però era simile a quella primaverile:
Ignudi Tra I Nudisti,
Gargaroz,
Mio Cuggino,
TVUMDB e la sempreverde
El Pube. Insomma, diverso ordine ma uguale risultato.
La prima variazione sul tema arrivò con
Amico Uligano:
non la vedevo dal vivo dal 1994, fu una piacevole sorpresa!
Mangoni impersonava un simpatico calciatore hooligan, con tanto di pallone e coltellino, e faceva danno.
Tantissimo.
Ovunque.
Quando il pallone finiva sul pubblico, Lorenzo glielo ributtava su... e Mangoni ricominciava a fare danno.
Spettacolare.
Pensandoci bene, era la prima volta che mi divertivo a vedere qualcuno tirar calci ad un pallone.
Naturalmente ho filmato tutto. I punti in cui l'immagine è mossa corrispondono ai pugni di Foniuglia.
ALEPPE
Ad un tratto il tastierista si alzò. Non Jantoman,
quell'altro.
E disse:
"Ailenzailenzaurfen! Maneimmen Aleppe!"
Me ne parlava un mio amico Dante di questo Aleppe... anche per questo ho scelto informatica.
"Ti chiami Aleppe? E il cognome?"
"Ah... lungo!"
"Aleppe Alungo?"
"No... cognome lungo!"
"Ma ce lo vuoi dire adesso o dopo?"
"Sì!"
Sembravano quasi fave.
Aleppe suonò il suo cognome con la tastiera, ma Elio
lo zittì iniziando a cantare: "Foss..."
Nessuno del gruppo era pronto.
Peccato.
Il "Foss..." di Fossi Figo rimase a mezz'aria, tra le risate del pubblico.
"Qua taglia il disco!" disse Elio ad ignoti.
E
Fossi Figo poté partire, seguito da due inediti dei cd brulé: il
Disco Medley e
Parco Sempione.
Poi, fuori brulé:
Supermassiccio,
Heavy Samba,
Suicidio A Sorpresa,
Uomini Col Borsello,
Tapparella e... udite udite...
Oratorium!
Schizzai parecchio, perché era la mia traccia preferita del vecchio tour 2007.
All'epoca Christian Meyer e Faso si scambiavano basso e batteria, con risultati commoventi. Ed ora il casino era elevato alla N: Meyer basso, Faso batteria, Rocco Tanica chitarra, Ghidoni sax e Comoglio tromba.
E vi risparmio facili battute.
Comunque, beato lui!
In mezzo al bordello, conservavano i loro posti
Jantoman,
Cesareo, Paola Folli ed Elio. Peccato.
Notevole anche il bimbo Mangoni, redarguito da Don Aleppe: "Qua fuori trovate il torpedone per la gita in val Fassona. Tutti sul torpedone, non voglio vedere gente sugli AUTOBI e sui CAMI! Poi non vorrei più trovare sui sedili tracce di quella cosa che voi giovani birichini chiamate SBORRA! E poi, il dialogo del Santo Padre che l'altro giorno all'Angelus ha detto che
'pisogna fare il PENE dei ciovani' NON VA PRESO ALLA LETTERA! Ripeto, NON VA PRESO ALLA LETTERA!"
Naturalmente non ho filmato niente, perché sono poRco bastaRdo faccia di meRda Rottinculo neRd di meRda ecc...
Ed infine, come sempre,
Il Congresso Delle Parti Molli.
Insomma, bel concerto: Foniuglia mi aveva sempre picchiato a tempo, ero un uomo felice.
BACKSTAGE - PENETRAZIONE
Terminato lo show, come sempre Lorenzo ci raggiunse per darci istruzioni per il backstage.
"Ciao Fave! - disse - Tutto a posto?"
"Ma certo! - risposi - Non ho più la parte destra del corpo ma in fondo a che serve?"
"Giusto... - commentò Lorenzo, senza nemmeno chiedersi che cazzo avessi detto - Tra un quarto d'ora voglio le fave a sinistra del palco! Se siete meno di venti entrate nel cortile, c'è da bere e da mangiare. Altrimenti, cerchiamo un altro posto!"
Meno di venti?
Eravamo in TRE: PRIMO RECORD NEGATIVO DI PRESENZA FAVICA IN ASSOLUTO, da SEMPRE!
Persino a
Missione Campione
eravamo in QUATTRO!
Poi Lorenzo sparì dietro le quinte ed i due amici di Jobby ci salutarono: avevano fretta di tornare a casa.
"Andate via? Se volete proviamo a farvi entrare al backstage..."
"Ma vaffankulo!"
"Ma dai... diciamo che siete Fave, vi fate due foto con gli Elii..."
"Ma non ce ne fotte un cazzo..."
"Va be', due autografi... due chiacchiere..."
"Vabbe'..."
Ok, eravamo cinque: l'onore era salvo.
Mentre gli handicappati stavano in fila, andai a prendere il mio brulé.
"Marok!"
Mi voltai, uno sconosciuto mi sorrideva.
Era accompagnato da una birra ed una pheega... non doveva essere una cattiva persona.
"Ciao!" risposi.
"Mi chiamo Roberto! Complimenti per il sito!"
"Ma grazie! Volete entrare al backstage?"
"Al backstage? Cioè?"
"Seguitemi!"
E fu così che la compagnia si stabilizzò a quota sette: tre fave e quattro abusivi.
In altre parole, jazz: la gente che ascolta è meno di quella che suona.
BACKSTAGE - AMARCORD
Nell'attesa, il mio proiettore cerebrale indugiava sulle diapositive di cinque anni prima, il 20 giugno del 2003.
Eravamo una ventina di persone, allora, tutte in coda lungo il prato.
I sopravvissuti: Jobby, Foniuglia ed il sottoscritto.
Gli estinti: il Favone e Max Kava.
Le meteore: il Mangiaméle.
Ed un po' di sconosciuti.
Era stata la prima volta che avevo vissuto un concerto con Foniuglia... ed ero rimasto folgorato da quanto sclerava.
"Io non ci sto in coda! - diceva - Io queste stRonzate non le facevo quando avevo sedici anni e quindi non le voglio faRe neanche adesso!"
Tutto vero: nel 2003 Foniuglia si era seduta in mezzo al prato e si era rifiutata di entrare.
Ci aveva aspettato fuori, mentre tutti noi mangiavamo e bevevamo gratis alla faccia sua. E ne andava fiera!
Il primo sclero di Foniuglia... un'immagine che mi sarebbe rimasta dentro per sempre.
Adesso invece era di buon umore: mi tirava ancora pugni, però col sorriso.
Tutto è bene quello che finisce bene.
BACKSTAGE - LO SPREGIO
Quando Lorenzo aprì la porta, la sua faccia era tutto un programma.
"Ma siete solo voi?"
"Beh... - risposi - Pochi ma buoni!"
Lorenzo mal dissimulò lo schifo e ci fece entrare.
Dentro c'era tutto il necessario per una vita felice: panchine, tavoli, birre, cibo.
Mancava solo la connessione adsl.
Poi arrivarono gli Elii!
TUTTI!
Con Paola Folli, Davide Ghidoni, Daniele Comoglio e Foffo.
Erano tutti lì per noi!!!
E scese il silenzio.
C'era chi mangiava, chi beveva, ma NESSUNO parlava.
E gli Elii, in piedi di fronte a noi, ci fissavano.
Una scena surreale.
Seguivo i concerti di Elio e le Storie Tese dal 1994, quattordici anni di onorata carriera favica, e non avevo MAI, dico MAI, e poi MAI, vissuto una scena del genere.
Rocco Tanica sorrise e disse: "Allora?"
Nessuna risposta, solo silenzio.
Ai confini della realtà.
"Gran concerto! - dissi - Mi è piaciuto!"
I volti di tutti gli Elii si girarono verso di me.
Sembravano una commissione d'esame... tutti contro uno, dieci facce schifate ed una imbarazzata, la mia.
"Sìsì, davvero - continuai - Soprattutto le due nuove... Amico Uligano ed Oratorium!"
"Ed i
brulé? - disse Cesareo - Che ne dici?"
"Come scaletta? Sì, be', cazzo, ci sono i pezzi nuovi che..."
"Nonò, come grafica!"
In copertina c'era una mappa da satellite dell'Italia, duplicata come se fosse un pattern.
"Boh... sì, non è male..."
"Hai provato a togliere il cd?"
"Il cd? No..."
"Prova!"
È raro che gli Elii facciano qualcosa di noioso.
Quando una loro secrezione sembra dire poco o nulla, spesso è perché non si è arrivati a leggere fino in fondo, fino all'ultimo livello.
Nel cd brulé, quello che saltava all'occhio era il continuum: il pianeta terra, l'Italia, una città... ma, sotto il cd c'era LUI, l'ultimo livello di zoom: MANGONI CHE PISCIAVA CONTRO UN ALBERO!
"CHE FIGATA!!! - urlai - SPETTACOLO!"
Cesareo mi guardò compiaciuto.
"Però - aggiunse Jobby - C'è una cosa che non capisco!"
"Cosa?"
"Qua nel libretto c'è scritto
'Davide Ghidoni sassofono e Daniele Comoglio tromba'. L'avete fatto apposta?"
"Che???"
Cesareo prese in mano il cd e si accorse che tutte le copie che avevano fatto stampare erano cannate.
Rigorosamente, improrogabilmente, definitivamente, cannate.
E NON erano previste ristampe.
Insomma, Jobby aveva annullato Cesareo.
E ritornò il silenzio.
Perfetto.
Poi accadde il miracolo.
Elio disse: "Ma... nessuno vuole fare foto?"
GRANDIOSO: gli Elii chiedevano di fargli le foto!
E NESSUNO a cui gliene fottesse un cazzo di fargli le foto!!!
La rivincita delle fave, il paradiso di Foniuglia.
Alla fine, per salvare l'onore Jobby ed io facemmo un paio di foto, che vennero pure una merda, poi gli Elii ci salutarono, allontantandosi schifati.
Eppure, non era ancora finita.
BACKSTAGE - L'INSULTO FINALE
L'ultimo ad allontanarsi fu Foffo, che aveva in mano un pesante borsone.
"Stasera ottimi suoni!" gli dissi.
"Ma sì - rispose - un ci si po' lamentare, via! Ma dì la verità, t'è piaciuto il concerto?"
"Sì, bello... specie ORATORIUM!"
Foffo mi guardò con un'aria strana, stupita.
"Oratorium?"
"Sì, è carino..."
Foffo fece una smorfia: "Un m'è piaciuto miha hom'è venuto! Gli è stato solo un gran hasino!"
"Ah... e qual è stato invece il tuo pezzo preferito?"
"TUTTI! - mormorò Foffo - TRANNE ORATORIUM!"
Per la prima volta, ero riuscito a schifare persino Foffo: quel giorno c'erano decisamente problemi di comunicazione.
Però è stato bello.
AFTER: CUNEO BY NIGHT
Ok, era l'una ed il primo treno per Torino partiva alle quattro.
"Andiamo a bere qualcosa?" dissi a Jobby ed ai suoi amici.
"No - risposero - noi andiamo a casa!"
Viva la gioventù.
Jobby ci diede uno strappo fino in via Porta Mondovì, una strada alberata che costeggiava il fiume Gesso.
Era pieno di vita notturna come un cimitero durante il coprifuoco, ma Jobby ci salutò dicendoci che, tranqui, al fondo di una discesa era pieno di giovani e di pheega!
Scendemmo fiduciosi per una scalinata e trovammo un unico locale aperto, davanti al quale chiacchieravano una ventina di sfigati.
Quella era la vita notturna di Cuneo il venerdì sera.
Fico!
Come vecchi handicappati ci svaccammo sulla scalinata, bevendoci il mio genepy e le birre che avevamo fottuto al backstage.
Non faceva freddo come pensavo, anzi... solo un timido venticello, ma niente di che.
Foniuglia gelava.
"Vuoi la giacca? - le chiesi - Ce l'ho nello zaino..."
"Ma tu non hai fReddo?"
"Freddo? Ma soka!"
Foniuglia si mise la mia giacca, si accese una sigaretta ed iniziò a parlare, un lungo monologo di scleri inanellati durato la bellezza di un paio d'ore, nelle quali io passai il tempo a contare tutte le volte che diceva una eRRe.
"PeRché..."
Uno.
"...quelli sono stRonzi..."
Due.
"...sono dei bastaRdi..."
Tre.
"...è teRRibile!"
Cinque.
E poi via verso la stazione, guidati da una cartina firmata google, dalle stelle e dall'oracolo Foniuglia: ogni volta che lei voleva andare da una parte, io sceglievo l'altra... era sempre la direzione giusta. E Foniuglia sclerava.
Comunque fu una bella esperienza: Cuneo by night era incredibile, sembrava un plastico, un set di Cinecittà.
Il centro era una copia sputata di quello di Torino, le case, le vie dritte e larghe ed i portici avevano gli stessi disegni, lo stesso stile... ma tutto era talmente pulito da sembrare finto. E non c'era nessuno in strada, neanche un'anima.
Palazzi e strade come scenografie di un film su Torino senza gli attori.
No Piombino no Kastrox no party.
Piazza Galimberti, in particolare, era una piazza Vittorio fotoscioppata come nello spot della Barilla.
Le luci illuminavano a giorno le strade, per NESSUNO.
O, a scelta, per noi: la rossa ed il poRco bastaRdo faccia di meRda Rottinculo neRd di meRda ecc...
Più inquietante del vuoto era il silenzio: non volava una mosca, solo l'eco handicappata dei nostri passi che rimbombava tra le serrande chiuse dei negozi e le tende vuote dei dehors.
Sembrava quell'episodio di "Ai confini della realtà" in cui ad una donna veniva dato il potere di fermare il tempo, quando sclerava.
Oppure, sembrava che fossimo noi gli unici due pazzi depravati drogati che non sapevano che la notte era fatta per dormire, perché il giorno dopo si va a lavorare... era un'ipotesi che mi metteva allegria.
I primi esseri umani li trovammo in stazione: il barista e quattro puttane.
Anche lì era tutto pulito... soffitti alti, decorati in stile liberty, mobili di legno, quadri e tappezzeria alle pareti... niente sporco nemmeno per terra... sembrava un albergo, più che il bar di una stazione.
Un albergo a ore, visto che c'erano le troie.
"PRima di salire sul tReno vado un attimo ai seRvizi..." disse Foniuglia.
"Vuoi che ti accompagni al cesso per tenerti la tua cazzo di borsa o fai da sola?"
Foniuglia ricominciò a picchiarmi, però dall'altra parte.
Basta poco, a questo mondo, per essere felici.
Alle cinque fu tempo di mandare l'sms di "Buongiorno!" al Favone Grassone, poi il treno sboccò il suo ultimo carico di umana disperazione e morì.
Rivedere gente in strada fu uno shock, ma durò poco: la metro funzionava già, rosseggiava la città e ben presto fui di nuovo connesso ad Internet.
"Mi raccomando! - scriveva Klàpač sul mio ghestbuk - Non dite niente, non rovinatemi la sorpresa sulla scaletta e su varie ed eventuali!"
Risposi al volo: "Ma infatti... non diamo anticipazioni qua sul ghestbuk... e comunque nel brulé troverete una cosa che inizia per UR e finisce per NA!"
"BASTARRRRRRHDO!!!! :D"
La soluzione era URINA... ma poco importava: era la settimana mondiale delle eRRe.
Insomma, era stato bello: graffi e lividi femminili su buona parte del corpo, l'urina di Mangoni nel cd e la macchina foto sul tavolo, stranamente ancora intera: era a prova di Foniuglia.
E poi, alle sei in punto, finalmente sorse il sole... era l'alba del 21 giugno, il giorno più - scusate la parola - lungo!
Se anche fosse durato 72 ore, sapevo che comunque non avrei trombato.
Era un motivo come un altro per andare a dormire, mandando tutti, reciprocamente, doverosamente, improrogabilmente, sentitamente e supermassicciamente affankulo.