Più guardavo il disco
Cicciput più mi accorgevo che era veramente rotondo. Non sono più in molti a fare dischi così.
Anche il tour, però, prometteva bene: una fava della Slovenia Citeriore di cui non faccio il nome, cioè
Evaristo, aveva avvistato...
ARRIVA CLISTERE!
Era il sogno erotico proibito della mia adolescenza.
La prima data a portata di macchina del
Favone Grassone
era quella di
Cuneo, così decollammo nudi verso la meta... io, lui ed il misterioso
Mangiaméle!
Vi parlerei a lungo di questo individuo, ma purtroppo non me ne fotte un cazzo.
Il Favone, comunque, aveva un bel ricordo di Cuneo: al concerto di due anni prima, gli si era appiccicato addosso un tizio lungo, largo e handicappato che per tutto il tempo era andato avanti a ripetere:
"Oh, Elio ha fatto il film porno! OH, È VERO! ELIO HA FATTO IL FILM PORNO!!!" e non c'era stato verso di spegnerlo nemmeno nel backstage.
Stasera, invece, c'eravamo noi! Era un ragazzo fortunato.
"Almeno, spero che non suonino nello stesso posto - brontolava il Favone
- perché è veramente una merda!".
Ovviamente, il luogo del concerto era esattamente lo stesso: il mitico
parco Nuvolari, sempre dalla parte opposta della città a prescindere dalla posizione dell'osservatore. Per arrivarci. fummo costretti a costruire un buco nero sul momento, farci collassare il centro di Cuneo e saltarci sopra.
Se non fosse stato per
"Einstein for Dummies" non ce l'avremmo mai fatta... viva Einstein, viva Cuneo, viva l'handicap.
SOUNDCHECK
Da oltre i cancelli chiusi, già si sentivano note di basso e colpi di batteria.
"Il concerto inizia alle nove!" ci informarono i buttafuori all'ingresso. Nella loro lingua vuol dire:
"Girate il culo e fuori dai coglioni!"
"Siamo del Fave Club - risposi, esibendo la tessera
- siamo qui per il soundcheck!"
"Cazzo vuoi, coglione?"
"Cioè, Antani blinda la supercazzola prematurata con scappellamento fan club soundcheck tecnici elio silvia bolbo alle cinque strumenti perché a destra, ma in fretta, MANGONI!"
"Oh, prego..."
Una fava ha sempre il posto in prima fila.
Faso e Christian stavano già provando sul palco. Il suono non era un granché: sopra il palco e su gran parte dello spazio di fronte alle casse c'era un'enorme tettoia che provocava un orribile effetto botte.
In compenso, il mixer era completamente scoperto: se si fosse messo a piovere, avrebbero comunque dovuto staccare tutto; se invece il tempo si fosse mantenuto bello, avremmo sentito di merda come se il concerto fosse stato al coperto. Fantastico.
Ci biodegradammo con le birre del bar, mentre alla spicciolata arrivavano anche gli altri del complessino e spaccavano il mondo con la mitica
"Pagàno". E dicevano che non era in scaletta... certa gente non capisce proprio un cazzo.
FONIUGLIA IS BACK!
In lontananza, scorgemmo figure a noi conosciute: trattavasi di
Max Kava
e della rossa
Foniuglia, la diversamente giovane con la eRRe.
Attenzione, non erano soli: il tipo che due anni prima aveva amabilmente intrattenuto il Favone Grassone stava ora intrattenendo loro. Sembravano contentissimi!
L'obeso tricoleso si nascose dietro a un baobab, io mi avvicinai per salutarli e sentire di cosa stessero parlando.
"Oh, Elio ha fatto un film porno! È vero!!! ELIO HA FATTO UN FILM PORNO!!!"
Li abbandonai al loro destino.
Mentre risuonavano le prove, mi accorsi che l'acustica era una merda ovunque tranne in un punto preciso a fianco del mixer, in cui si sentiva da Dio. Siccome era la prima nonché unica volta in cui potevo avanzare flebili speranze di registrare qualcosa in modo decente in tutto il 2003, presi la storica decisione: avrei rinunciato alla prima fila e sarei rimasto là.
Presi una sedia dai tavolini del bar e la posizionai in loco già pronta per salirci sopra durante il concerto, sicuro che nessuno avrebbe mai avuto voglia di rimetterla a posto.
Il soundcheck durò fino alle otto.
A quel punto, avevamo paura che ci cacciassero fuori caricandoci di mazzate, così ci venne una geniale idea:
"Scusate, si può mangiare qua?"
"Mah... sarebbe chiuso, ma..."
La prospettiva d'incremento monetario stimolò l'elettricità statica dell'enorme cavità che si frapponeva tra le due sinapsi degli organizzatori: decisero di aprire la cucina un'ora prima, pur di accaparrarsi il denaro di una banda di handicappati.
ELIOFAGIA
Qualche tavolo più in là, anche gli elii,
Foffo,
i tecnici, i macchinisti i fuochisti e gli uomini di fatica si intrattenevano in un lauto banchetto all'insegna di birra, pizza e minchiate in allegria.
Ogni tanto il buon Sergione veniva al nostro tavolo per allietarsi del nostro handicap e cercare ispirazione: ci raccontò per l'ennesima volta del suo disagio informatico e delle ultime 357 catene email che gli erano arrivate e che contenevano solo porcate, facendo rimpiangere al Favone di essere privo di collegamento ad internet.
L'alcool influiva positivamente sulla vena poetica di entrambi, con la differenza che Tanica un'ora dopo avrebbe dovuto cantare su un palco, mentre il Favone tre ore dopo avrebbe dovuto guidare fino a Biella. Così è la vita.
Bevendo, mangiando e cazzeggiando, notai che un fottio di gente si era già accalcata sotto il palco; per paura che mi stessero ciulando la sedia, corsi a controllare, ma era tutto a posto, quindi feci una veloce capatina al cesso per dare all'alcool il suo libero sfogo, tornai... e trovai quel mattacchione di Kava in piedi. Sulla mia sedia.
Va be', visto che per fortuna poco lontano ce n'era un'altra, la presi e la misi a fianco alla sua, dietro lo sguardo allibito di Foniuglia che osservava ammutolita chiedendosi se nel Fave tutto questo fosse normale.
MUSICA!
E finalmente iniziò il concertone!
Ero curioso di sapere che brano avrebbero scelto come intro per il concerto.
L'incipit era ovviamente il campionamento di Gennaro D'Auria, tratto dal frammento iniziale del disco, ma il
"corpo" dell'intro fu una piacevole sorpresa: era un
"medley strumentale", che ricordava lo stile prog di
"Out into the daylight" di tre anni prima (anche noto come il finale di
"Alfieri 2"), ma che comprendeva nell'arrangiamento anche tastiere e flauto. Richiamava, mixandole, le basi delle tracce del disco. Avevo riconosciuto chiaramente i temi di Shpalman e Pagàno, il resto mi rimaneva abbastanza imperscrutabile, ma il risultato era una gran figata.
Non appena le luci si erano abbassate, ero ovviamente salito sulla sedia col mio fido minidisc al collo. L'audio in quella posizione era ottimo, c'erano tutti i presupposti per una perfetta registrazione, l'essenziale era che nessuno mi rompesse i coglioni.
"MArOK! - mi urlò Foniuglia nel microfono
- MI LASCIArE LA TUA SEDIA???"
La risposta seguì fedelmente tutti i canoni classici dell'estetica.
Terminata la intro, Elio introdusse lo spettacolo con spiccata cadenza cuneese, senza sapere che i cuneesi NON hanno l'accento di Bergamo.
E va be', nessuno è perfetto... tranne il signor
"Abate Cruento", ottimo inizio rock per il concertone!
"Sono passati due anni, ma non siete cambiati! - commentava Elio
- sembra quasi che ci abbiate aspettato da quella volta là per spaccarci la faccia! Noi invece siamo cambiati molto... soprattutto dentro... osservate il bassista Nick! Cos'hai cambiato dentro?"
"HO IL PANCREAS STEREO!"
Anche questo è un essere umano.
Seguiva
"Gimmi I.", con Carambola corista e Mangoni Ike Willis, pronuncia inglese spiccata. Da notare che il palco era spettacolare, a due piani, e a Mangoni era riservata la parte superiore.
"Io non potrei farlo! - mi aveva spiegato il Favone
- Soffro di vertigini perché mi hanno fatto dipingere una palestra a Naja. Adesso, quando mi devo BUTTARE DA UN MASSO, sono sempre un po' incerto!"
Neanche il resto del pubblico sembrava propenso a buttarsi dai massi o dai cavalcavia, però applaudiva solo Mangoni ed era un bene, perché l'invidioso Elio sputava sulle prime file. E io ero in fondo.
Fu un'introduzione perfetta per le intense sonorità rock di
"Shpalman", eseguito dalla viva voce del diciassettenne Carambola con tanto di tastiera a tracolla e macchinetta per la voce.
Dal vivo, la distorsione provocava effetti inquietanti sul cantato ma soprattutto sul parlato. In compenso, il giovane virgulto aveva finalmente imparato cos'è il sesso e si potevano suonare canzoni spinte: gli Elii intonarono
"Uomini Col Borsello", poi Maurizio Prancato ed Ennio Francespicoli eseguirono per noi
"La Chanson".
Dopo un caloroso
"quelle merde dei Metallica, quei drogati dei Radiohead e Ramazzotti vaffankulo!" poté partire l'aggressiva
"Cani E Padroni Di Cani".
La diversamente giovane Foniuglia non rappresentava l'unico attentato alla mia registrazione: Max Kava stava cantando a squarciagola, fuori tempo e stonato ad un paio di metri dal mio microfono. Per fortuna, cantava solo le canzoni che conosceva... e, finora, ne conosceva solo una:
"Burattino Senza Fichi". L'ignoranza risolve.
Comunque, feci la danza dei brani inediti e della terminazione di Max Kava.
La prima richiesta venne prontamente esaudita con
"La Follia Della Donna", la seconda venne invece disattesa: non conoscendo le parole, Kava urlava VOCALI A CASO.
Tra l'altro, molto bella la coreografia con Christian addetto alla percussione mediante sabot e con Faso bassista e batterista in multitasking.
Ci sanno fare questi ragazzi, faranno strada.
Seguiva
"Budy Giampi", una delle basi più belle che abbiano mai scritto, sovrapposta ad un testo evoluto come un pensierino delle elementari generato da allievi di insegnanti ortofrenici scartati dal CEPU.
Per salvare il brano, avrebbero dovuto cantarlo in finlandese.
Da notare però che Elio distorceva la voce anche dal vivo, come nel disco, l'esperimento era interessante. Tuttavia, solo i tentativi di Faso di far battere le mani in nove ottavi generando l'anarchia ritmica autogestita mi riportarono davvero di buon umore.
Anche il
"Vitello dai piedi di balsa", la simpatica
"Reprise" ed una versione di
"Servi Della Gleba" addizionata di CUNEI nell'occhio seppero riconciliarmi con la vita.
O ciò che ne faceva le veci.
Poi
"Fossi Figo" in versione
"pornòrno",
"Mio Cuggino" "benvenuto nella SARS" ed una splendida
"Cara Ti Amo" dominata da temi di stringente attualità: i
"Porci illiberali" e, soprattutto, il culo del
"Chihuahua".
Per chi ci legge dal futuro e non capisce di cosa stiamo parlando: tranquilli, non vi siete persi nulla, anche nella nostra epoca c'erano canzoni di merda.
Dopo pochi minuti di pausa, la sempre valida
"Litfiba Tornate Insieme" e... finalmente... quello che aspettavo da sempre:
"Arriva Clistere"!!!
È uno dei pezzi che hanno scritto la storia della musica mondiale... e probabilmente anche aliena. Finalmente, la sentivo dal vivo... la mia vita aveva raggiunto un suo perché.
Il giro del Civas diede avvio all'ultimo brano, l'immortale
"Tapparella".
E di Pagàno neanche l'ombra.
Se l'erano dimenticata? Il governo li aveva censurati?
Non avremmo mai avuto risposta.
"Pensate di essere nel CUNEO del CHIHUAHUA e buon lavoro a tutti!" disse Elione, prima di congedarsi sul coprosottofondo dei Gemelli Diversi.
Una volta o l'altra dovrò farmi una compilation con tutte le soundtrack di chiusura dei concerti di Elio e le Storie Tese per i momenti di autoflagellazione esistenziale. Non avrei mai pensato che un giorno avrei rimpianto i tempi di
"Il mio corpo che cambia". Se dovessi rimpiangere anche
"Chihuahua" o i Gemelli Diversi, abbattetemi.
TUTTI DIETRO!
Come noto, il backstage era stato abrogato per legge un anno prima, con la
"riforma del 2002", la rivoluzione più odiata dalle Fave.
Tuttavia, quando ci si trova in posti in culo ai lupi, lontani dal decoro e dalla civiltà, generalmente vale solo la legge del più forte... e il più forte è il cazzeggio! Sempre!!!
Così, ci piazzammo davanti alla porta del backstage.
Dietro di noi, il tizio più amato dal Favone Grassone cercava di convincere tutti che Elio aveva fatto un film porno.
"OH MA È VERO EH!!!"
L'apertura delle porte fu una liberazione per molti, ma non per tutti: Foniuglia non volle entrare e se ne andò, senza addurre motivazioni plausibili.
All'interno, gli Elii erano devastati al punto giusto per potersi definire un complesso rock.
Specialmente
Christian Meyer aveva un'espressione particolarmente catatonica, quindi mi vide e iniziò a parlare del
Percfest.
Si trattava del festival jazz di Laigueglia, che mi aveva assunto per coordinare il concorso dei Percussionisti Creativi; per dirla con le parole esatte di Christian Meyer:
"Siamo nelle mani di un pazzo!".
Stavolta, invece, il mio ruolo passava in secondo piano: il compito di Christian Meyer era ascoltare il cd che gli avevo lasciato qualche settimana prima, che conteneva i demo dei concorrenti, ed assegnare un voto ad ogni traccia; il problema era che alcune tracce erano passibili di miglioramento, diceva. Nel senso che le avrebbe suonate meglio un criceto paralizzato. Solo che
i concorrenti gli facevano pena e si vergognava a dare ZERO.
"Tranquillo, andrà tutto a meraviglia!!!" gli dissi, con la stessa dose di rassicurante entusiasmo con cui il comandante del Titanic dava il benvenuto ai passeggeri che salivano a bordo.
"Mi raccomando, newsgroup a manetta!" mi disse Sergione, che ogni volta negava di leggerlo e ogni volta mi ripeteva a memoria tutti i messaggi del giorno prima.
Mi segnai sull'agenda:
"Mai parlare male di Rocco Tanica sul niusgrùp!"
Elio, intanto, mi chiedeva lumi sull'assenza di Ivan Piombino.
"Ho un grande sogno! - mi diceva
- Quando veniamo a suonare a Torino, voglio vedere te e Ivan Piombino venirmi incontro mano nella mano!".
Basta poco per rendere un artista felice.
E va be', salutati gli Elii ci traslammo verso l'uscita.
L'INCULATA FINALE
La penombra lasciava intravedere la lontana figura della rossa e diversamente giovane Foniuglia, bucolicamente seduta da sola, in mezzo a un prato.
"Foniuglia! Perché non sei entrata con noi quando hanno aperto?"
"PeRché queste cose NON LE FACEVO QUANDO AVEVO SEDICI ANNI, peRciò non vedo peRché dovRei faRle oRa!!!"
L'argomentazione non ammetteva repliche, almeno in questo universo.
E va be', tirai fuori dalla tasca
la macchina foto per farci una bella foto di gruppo... e mi accorsi che
si era DISTRUTTA.
Lo sportellino posteriore si era SPACCATO, facendo prendere luce alla pellicola!
Per fortuna, eravamo al buio quasi completo. Prima che qualche stronzo mi puntasse una pila addosso, feci in tempo a rimettere la macchina in tasca e riavvolgere il rullino.
Inutile fingere ottimismo: buona parte delle foto che avevo scattato quella sera erano sicuramente andate a troie.
Le altre, ahimé, sarebbero state il canto del cigno della gloriosa
"Minolta Riva 70 ex"!
Era la fine di un'era.
L'avevo
comprata nel 1997,
sei anni, pezzi di ricambio soka... addio 70ex!
Nessun'altra scatterà mai foto così
intellettuali,
morali
e, talvolta,
belle per metà.
Per non parlare delle
visioni da vicino.
Oh, aveva anche dei difetti, talvolta aggiungeva alle spalle
persone che nella realtà non c'erano;
a differenza delle schede video tradizionali, però, permetteva di scattare
foto da dentro la televisione,
ma anche immagini di
alta moda,
inquadrature che penetravano la
cultura locale,
cariche di
speranza,
passione,
saggezza,
con
primi piani intensi,
anche
in rapido movimento,
foto
dentro la radio,
foto
dentro ai bootleg
e infine quelle che non ero riuscito a fare stasera, cioè le foto degli
incontri con le fave nei backstage.
Cara Minolta Riva 70ex, ci mancherai!
AFTER
Al momento di salire in auto, mandai affankulo il Favone che era in stato di pre-coma, e mi aggregai a Max Kava ed alla rossa Foniuglia.
"Porto prima te o Marok?" chiese Kava a Foniuglia.
"Be', peRò dipende... - rispose - Tu, MaRok, sei di stRada? Dove abiti?"
"In zona Pozzostrada, vicino alla Tesoriera!"
"Ah, ma alloRa è vicino..."
"Boh, sì, è comodo... ma se preferisci passiamo prima da te, per me non c'è problema... tu dove abiti?"
"AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!"
"..."
Ebbene sì, Foniuglia non mi volle dire NEMMENO IL QUARTIERE IN CUI ABITAVA. Però, mi lasciò spontaneamente il numero di telefono di casa e del telefonino. Le giovani donne con i capelli rossi sono proprio strane! Ma anche Foniuglia.
E va be', anche l'ultimo granello della sabbia del tempo si era consumato, ed alle prime luci dell'alba il rock e l'handicap cedettero il passo agli arrivederci, agli addii e all'ultimo improrogabile ed inevitabile vaffankulo.