Seguivo gli Elii da 21 anni e qualche mese: il biglietto del mio primo concerto, il
live in Cigliano del '94,
poteva bere alcolici negli Stati Uniti!
In questi 21 anni, ero riuscito a PEGGIORARE tantissimo... e la diskarica dei miei ricordi profumava di musica, colori, cazzate, emozioni, poesia, rock duro e tenerezze succose! Come l'espressione facciale di Mangoni mentre urlava
"SBORRA!".
Eppure, l'emozione che provavo adesso era nuova: per tre estati di seguito, avevo seguìto tre tour che erano stati per tre volte un PACCO... ed iniziavo a nutrire serie preoccupazioni per la salute del mio complessino preferito.
Sempre più persone diffondevano la voce che gli Elii stessero per sciogliersi ed io li mandavo tutti affankulo: certo, avevano preso delle
decisioni molto discutibili, ultimamente,
ma ero sicuro che il loro cazzeggio sarebbe ritornato ad essere anormale.
Del resto,
fasi diversamente favorevoli c'erano state anche in gioventù ed
avevano sempre preceduto l'uscita di un ottimo album: l'estate del '91 aveva anticipato
Italyan Rum Casusu Çikti,
il capolavoro assoluto; il '95 aveva incubato
Eat the Phikis,
il 2002
Cicciput
e poi, durante l'abominevole
"Qualità oro" di fine 2006 e 2007, gli Elii erano incinti di
Studentessi, uno dei miei album preferiti di sempre!
Il 2009 era stata la prima eccezione, a meno che non si voglia parlare di
Gattini...
e non si vuole. Quindi,
ci saremmo dovuti aspettare l'uscita di un nuovo meraviglioso disco, nel 2016?
"Eh, magari! - sospirai
- Speravo anch'io in un album nuovo, caro
Frash!
Poi l'altro giorno ho sentito il nuovo singolo,
Il primo giorno di scuola...
e mi sono messo il cuore in pace. Con queste premesse, dal 2016 non esce un CAZZO!"
"Be', pota, non si può mai sapere! - commentò Frash
- Magari ci fanno una sorpresa! Sarebbe bello, nessuno che se l'aspetta più... e loro, zac! Disco nuovo! Pensa che figata! Ma senti, Marok, non ti va proprio di fare un salto a Brescia, il 7 settembre?"
"Non lo so, ho già visto
Lugano
a luglio, sarà uguale..."
"Eh ma pota, che sarà mai! Dai, non sei mai stato qua a Brescia, no? E allora, ti faccio fare il giro della mia città! È una vita che non ci vediamo! Per la notte ti fermi da me, chiama anche Choo, apro il divano e ho due posti, non c'è problema!"
"Mh? Sìsì, boh, ti faccio sapere... tranquo!"
DAI DIAMANTI NON NASCE NIENTE
Sulle prime, ero sicuro al 100% di fare PACCO... ma poi qualcosa, in remoto angolino dell'immensa biblioteca di cazzate che ho fatto costruire nella cavità della mia scatola cranica rimasta vuota dopo l'abbandono del cervello, iniziò ad agitarsi. La chiave di ricerca era:
"le PEGGIORI premesse possibili".
Risultati:
Ero pronto per la numero quattro... così, chiesi a
Choo
se avesse voglia di fare una zingarata a Brescia!
"Ma sei impazzito? - rispose
- È di lunedì!"
"Boh, sì... può darsi... e quindi?"
"Io martedì mattina LAVORO!!!"
E va be', chiesi a
Francy,
a
GRUMO,
a
Schopenhauer
e a
PIOMBINO!
E, alle cinque del mattino, anche al
FAVONE, che si alzava per aprire l'edicola.
I due teneri amanti fecero pacco come Choo; Francy era all'Elba a prendere il sole, perché è pheega; Schopenhauer era a Cortina a fare fisioterapia, perché è veeeekkio; infine, l'autistico
GRUMO mi rispose che
sarebbe venuto solo se avesse trovato un passaggio per Milano... quindi PACCO!
E va be', fankulo, sarei andato da solo.
"Allora vieni Marok? Dai, pota! Figata! Giochiamo con il Commodore 64!"
Sarebbe stata una splendida serata.
Mercoledì 2/9/2015: LA SVOLTA
Il secondo giorno di settembre, il mio
cuscino nero
non c'era più: per la prima volta da tantissimi anni, ero l'unico animale della casa.
Mi alzai come sempre a mezzogiorno, ma nessuno mi diceva le parolacce.
Potevo chiudere la porta del cesso ed il rubinetto del bidé.
Potevo
scrivere al computer tenendo le braccia sul tavolo
ed era così... innaturale: senza Lapo il mondo era così magro, freddo, privo di peli!
Poi scaricai la posta e trovai questo messaggio:
"Allora?
Confermiamo che si va?
Marok, ovviamente puoi dormire da me.
Io tenderei a non tornare troppo tardi, che il giorno dopo SI LAVOOOORA!"
Firmato: GRUMO.
Cc:
Franz Crack."
E così,
l'autistico aveva trovato l'autista: Franz Crack!
Era una splendida notizia: Franz Crack è allegro, vivace, prestissimo! Certo, soffre di un LIEVISSIMO disturbo, ma niente di grave eh... semplicemente, ad un tratto,
di notte, senza il minimo preavviso, SI SPEGNE:
</FranzCrack>.
Sì, iperattivo prima, MORTO un attimo dopo: come il Sole che tramonta all'Equatore, ma senza la certezza dell'orario.
Per questo, di notte eravamo abituati a caricare sulla FranzCrackMobile solo individui pienamente sacrificabili, tipo
Battipanni e Schopenhauer.
Seguono, per i più scettici, alcune diapositive dello
switch off: ecco a voi
</FranzCrack>.
Insomma, era la DISPERAZIONE... però
GRUMO mi seppe rassicurare:
"Tranquillo, Marok! Se vediamo che Franz Crack è stanco, GUIDO IO!"
Ok. ADESSO c'erano DAVVERO TUTTE le PEGGIORI premesse possibili.
Potevo partire!
YEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!
IL TRENO DEI VAFFANKULI
La sveglia squillò alle 10, due ore prima dell'alba. Però saltai sul Frecciabianca e sorrisi: ero l'unico maaaskio... oltre a me, solo pheega e di ottima qualità!
Convinto di aver trovato l'habitat ideale,
andai al cesso, spalancai la porta...
e DENTRO c'era un NEGRO, ENORME, in piedi... e mi fissava con occhi spiritati.
"DOOR DON'T OPEN! DOOR NO GOOD!".
Ebbene sì, il gigante nero era rimasto chiuso nel CESSO da chissà quanto, perché non era in grado di CAPIRE come si apriva la porta CHE ERA GIÀ APERTA!
Senza di me, sarebbe rimasto lì per SEMPRE!!!
Il dottor Marok risolve.
Ritornato al mio posto, saldai il debito col Dio del sonno, Morfeo, e mi risvegliai in un mondo PEGGIORE: la pheega era sparita, il treno si era riempito di veeeekki e, soprattutto, eravamo FERMI in aperta campagna, perché
era CREPATO uno sui BINARI e dovevano SPOSTARLO!!!
PiombinoKastrox.
Ingannai il tempo associando nomi di animali a divinità, compreso
Richard Stallman,
il Dio dei NERD, e
Bumba,
il Dio bianco dello Zaire, che aveva creato il mondo sboccando stelle, scarafaggi, capre e tartarughe.
Peccato non avere davanti una come
KLÀPAČ:
"Potaaaa! Favoneeee! Se sai che le bestemmie mi danno fastidio, perché bestemmi?"
Cazzo, Klàpač! Non la sentivamo da ANNI... però abitava ancora a Brescia! No?
Ed
Arj Ranpa? Era di Mantova, 70 miseri chilometri... magari le veniva voglia di farsi un giro!
No, forse no.
Va be', inviai comunque ad entrambe lo stesso messaggio, ottimizzato per essere altamente convincente:
"Ma ciao! Stasera vieni a Brescia? Dai, c'è GRUMO!"
Mi aspettavo grandi cose da Klàpač: qualche anno prima, aveva BANNATO GRUMO da Facebook perché aveva parlato BENE di Milano!
Invece, la prima a rispondere fu Arj Ranpa, con testuali parole:
"Schifomerda, ecco perché 'sto vento!"
Sarebbe stata una bella recensione.
BRESCIA IS NOW
Alle ore 14:30, nonostante il MORTO, il treno fece il suo ingresso trionfale a Brescia!
Nel piazzale della Stazione c'era poca gente ed era comprensibile: la cittadinanza doveva essere già sotto il palco per il soundcheck. Così, scesi al piano di sotto, dove pendeva dal soffitto un
un cartello stradale capovolto:
doveva essere una città divertente.
La cosa più assurda era che, per accedere al metrò
non c'erano tornelli: in teoria, bisognava passare il biglietto nella macchinetta, ma nessuno obbligava a farlo... era come prendere il tram!
Per il resto, lo stile ricordava Torino: c'era una sola linea, era automatica (cioè senza guidatore) ed i binari erano protetti dalle vetrate... tanto, per suicidarsi in santa pace, c'era sempre il treno!
E va be', anche a Brescia i viaggiatori erano allietati da un incantevole scorcio sui binari che correvano sotto la città... avrei passato la vita a guardarli!
Quindi, mi girai dall'altra parte, dove c'era la pheega.
INGE
Seguendo le istruzioni di Frash, mi ritrovai in
Europa...
ed erano tutti rigorosamente maaaaski!
Solo uno di loro, però, aveva fatto lo
Sbiancamento Anale.
"Frash! SOOOOOOKA!"
"Ohi, ciao Marok! Tutto bene?"
"Sì, dai... un po' di ritardo ma chissenefotte! Andiamo a cazzeggiare!"
"Ma certo! Seguimi!"
Grazie al vento Schifomerda, il cielo era limpido e l'assenza di palazzi alti regalava un bello scorcio sulle montagne, su a Nord: gli unici elementi degni di nota erano un campo da baseball ed un grande caseggiato chiaro, basso e largo, che ricordava vagamente una scuola.
"Vieni Marok, ti faccio conoscere INGE!"
"Eh? Boh... ok!"
Sul fatto che questa INGE fosse una baldracca non nutrivo alcun dubbio, restava però da stabilire la provenienza geografica: ci stavamo dirigendo verso nordovest... quindi Islanda! Non sono male le zoccole Islandesi, specie quando dicono
"Eyjafjallajökull" con la bocca piena di sborra.
Comunque, attraversammo il prato ed entrammo nell'edificio, in compagnia di tanti giovani con lo zaino, tutti rigorosamente maaaski. Doveva essere la puttana più richiesta di tutta Brescia.
"Marok! - disse Frash
- Questa è INGE!"
"Inge?"
"Sì, la facoltà di ingegneria!"
"Ah... il POLI?"
"INGE!"
"Inge."
Come PRIMA immagine di Brescia, Frash mi aveva portato ad INGEGNERIA!!!
Avevo fatto bene a metterlo nella Cumpa.
Ci incamminammo per il primo corridoio e fu un'emozione:
più vedevo SFIGATI, più mi saliva la nostalgia per gli anni migliori della mia vita.
Per fortuna, la mia vecchia facoltà non dipendeva dal Poli: il dipartimento di Informatica era al PdF, il Parco dei Diversamente Figati, sottoinsieme di Scienze MM.FF.NN! E quindi, agli occhi della pheega, ci classificavamo al penultimo scalino della società: inferiori (e di gran lunga!) a barboni, tossici, serial killer, storpi, lebbrosi, malati di gonorrea, amministratori di condominio e pensionati, eravamo primi solo rispetto agli ingegneri! Però avevamo in comune con loro la creatività smanettante e gli odori dell'ultima ora di lezione.
La prima stanza era la biblioteca ed era affollatissima: ad Inge la gente passava le giornate a studiare? Sarebbe gravissimo, l'università viene una sola volta nella vita ed è impossibile goderla fino in fondo senza rompere il cazzo a Joco che si spacca il culo a fare laboratorio per tutti:
"Vai avanti, ciuccio, vai avanti, spaccati il culo, spaccati il culo, bastone, carota, bastone, carota..."
Per fortuna, il resto prometteva bene: dai volantini di eventi e concerti appesi alle bacheche, alle vignette mimetizzate sotto ai volantini per prendere per il culo i prof o gli sfigati, la voce dell'università richiamava al cazzeggio.
"Grazie, Frash! Mi stai facendo rivivere bei tempi! Ma come ti vanno le cose? Non starai già per laurearti, vero?"
"Eh... - rispose
- In realtà mi manca un esame solo, ma la vedo dura..."
"Minchia! L'ultimo esame dell'ingegner Frash! E che esame è?"
Frash sospirò.
"È TEORIA DEI SEGNALI!"
"Aaaah! Lo conosco! - risposi, con la massima allegria -
Da noi a informatica si chiamava TIT: Teoria dell'Informazione e della Trasmissione. Era uno dei più BASTARDI! E io... L'HO TOLTO! SOOOOOOOKA!"
Frash non rise. Peccato.
Poi, girammo l'angolo e mi venne un colpo:
c'era della pheega!
"Frash! Oddio... che succede!"
"Dove?"
"Là, guarda! C'è della pheega! Ad INGE!!!"
"Ah... quelle! Fanno il GESTIONALE. È un corso particolare, c'è meno elettronica, meno meccanica, in generale meno tecnologia... e si studiano robe tipo, boh... economia, diritto, amministrazione aziendale..."
"DIVERSAMENTE INGE!"
"Diversamente Inge."
Avevo visto abbastanza... così, ci precipitammo fuori, pronti per la vita reale.
L'ATTICO
Sbucati sul lato ovest, ci ritrovammo di fronte ad uno strano condominio, che sembrava non avere niente a che fare con l'ambiente circostante: come le Gestionali ad Inge!
Non era tanto alto, saranno stati sì e no sette piani, ma in quel contesto spiccava come i vostri cazzi, se andate in Giappone. In cima, c'era un attico pieno di piante: il proprietario doveva essere un tipo originale! E va be', da me c'era
Borghezio,
non poteva andare peggio.
"Stai guardando là in cima? - chiese Frash -
Quello è l'attico di
BALOTELLI!"
"Balotelli? Il calciatore?"
"Sì, lui!"
"Cioè, fammi capire... Balotelli, con tutti i MILIARDI che ha, si è comprato una casa con vista sugli INGEGNERI???"
"Ebbene sì!"
"Ma KAAAAASTROX!!!"
"Dai, vieni che siamo quasi arrivati!"
Chiedere
"dove" mi sembrò scortese e così, seguendo fedelmente il mio Virgilio, sorpassai il PalaBalotelli costeggiando un piccolo canale, fino ad arrivare ad una graziosa casetta di due piani con un bel giardino.
"Ci siamo!" disse Frash, aprendo il portone.
CASA FRASH
Lanciai un'ultima occhiata in direzione est:
da un lato gli INGEGNERI, dall'altro FRASH! Balotelli,
PERCHÉ???
Poi il nerd salì le scale, aprì l'uscio di casa ed uno splendido cane gli saltò addosso. Sembrava un incrocio tra un cocker ed un golden retriever, solo leggermente più scuro.
"Marok! - disse
- Benvenuto a casa Frash! Ti presento
IKI!"
"Ma ciao Iki!!!"
Iki cercò di buttarmi a terra, ma rimbalzò contro una pancia e se ne stupì tantissimo: non era abituato ai maiali!
Però andammo subito d'accordo, perché aveva capito tutto della vita: faceva CASINO ed era felice.
Balotelli, coi suoi miliardi, sarà mai stato felice com'era felice adesso Iki? E la pheega? Ed il resto dell'umanità?
Mentre mi ponevo tali e tante domande, Frash mi presentò i suoi computer: un bel
Commodore 64
ed un
pc con Linux
e con la tastiera
senza i tasti di windows,
come quella del mio 486!
"E così questo è il lato Frash della chat! - dissi
- È da qua che scarichi?"
"Oh, il più delle volte vado di streaming!"
"Beh, ma salverai qualcosa ogni tanto..."
"Quasi mai, non sono mica come te! Ma è vero che hai scaricato tutto il sito di Elio?"
"Beh, tutto no... solo quello che mi interessa. Sai com'è, non vorrei che finisse come con i video della Gialappa's Band..."
"Eh, ma pota, lì è colpa di Mediaset! Gli Elii sono indipendenti, ti hanno addirittura autorizzato a caricare
Vedelago
per intero! Perché adesso dovrebbero levare roba?"
"Boh... comunque, preferisco avere una copia locale di quello che mi piace!"
Frash sorrise, perché ero molto più malato mentale di quello che aveva immaginato... e nei fui contento, perché faceva curriculum. Anche il
resto della stanza
mi era congeniale: pile di fumetti, libri, cd, tante cazzate appese e, sullo sfondo, una grande finestra coperta da una tenda verde di piante. Mi sentivo a casa!
L'unico punto di incoerenza era la presenza di numerosi vinili e l'
assenza di giradischi: Frash non se n'era mai comprato uno, perché aveva PAURA di comprare il modello sbagliato... e quindi continuava ad accumulare dischi che non poteva ascoltare.
Questa cosa andava avanti da ANNI... ma, attenzione, non erano dischi normali: si trattava di
vinili di musica a 8 BIT, quella che starebbe in un floppy.
Frash sosteneva che, in caso nel mondo dovesse sparire l'elettricità o un'improbabile tempesta magnetica si fottesse tutte le memorie digitali, il vinile avrebbe conservato la musica
per sempre, perché si poteva riprodurre anche in modo completamente meccanico.
Quindi, ogni tanto immagino un futuro alla A.I., con gli archeologi robot alla ricerca di tracce della razza umana ormai estinta: scaveranno sotto la spessa coltre di ghiaccio che ricoprirà la Terra, troveranno un vinile di musica a 8 bit come unica e sola testimonianza della nostra musica e scriveranno sulla Guida Galattica: Civiltà Umana = Fankulo.
Iki, intanto, reclamava attenzione... e così, mentre Frash l'accompagnava in giardino, feci amicizia con i padroni di casa:
Pupilla e Mou.
Giocavano a nascondino in soggiorno, in segno di protesta contro il loro nerd: stava dando la priorità ad Iki, un CANE, anziché servire il pasto di mezzogiorno... ed erano quasi le tre!
Allungai le dita e vennero a strofinarsi, soddisfatti: ai gatti piacciono i maiali.
Terminata la pausa pipì, ci trasferimmo in cucina, a contemplare la
pasta realizzata con farina di Canapa
e
l'aceto di mais geneticamente modificato,
che però era scaduto a giugno... quindi era ritornato normale.
Nonostante le interferenze del trio Melody (Iki, Pupilla e Mou) che ripeteva:
"Fa' da mangiare, fa' da mangiare, vai avanti, vai
avanti, spaccati il culo, spaccati il culo, bastone, carota, bastone, carota...", Frash se la cavava bene e preparò un ottimo pranzo a base di
funghi trifolati!
Sarebbe stato un uomo da sposare... se solo non fosse nato ingegnere.
Dopo pranzo, però, il giovane Iki aveva tanta voglia di fare un giro per Brescia... così salutammo con rispetto i padroni di casa, assicurammo che non avremmo fatto tardi e ci fiondammo fuori, pronti per nuove avventure!
COME SE FOSSE OFIUCO
Fermata dopo fermata, la metropolitana ci allontanava da Inge e dai suoi nerd, ma Iki ci disse di non avere paura: l'aria era gonfia di odori.
Scendemmo a San Faustino, dove, dal basso della tana sotterranea, le antiche mura romane deridevano la nostra
ignoranza: duemila anni di evoluzione ed i nostri ponti venivano giù alla prima scorreggia!
Ben altra gloria aveva avvolto le radici della città nei racconti delle mie due guide, che mi dipinsero un'infinita danza di dominatori arrivati da ogni dove, Gallia, Roma, Venezia, Parigi, Vienna... ognuno con il proprio odore!
Di fronte a tanto, chiesi se la casa del signor
Verdirame Augusto fosse visitabile, ma nessuno dei due sembrò cogliere la citazione! Peccato.
Comunque, eravamo un bel trio: Iki piaceva moltissimo alla pheega e non mancava di attirare gli sguardi e le carezze delle giovani e belle passanti, che poi alzavano gli occhioni, ci vedevano, rabbrividivano e scappavano altrove, skifate.
Eppure, finché non apriva bocca, Frash mi sembrava assolutamente normale: era alto, magro, giovane, aveva ancora i capelli e non portava occhiali né marsupio. Come cazzo faceva la pheega, così, a colpo d'occhio,
a capire che era nerd? Misteri...
Intorno a noi, intanto, la
zona medievale brillava come un gioiello e questo aumentava lo SPREGIO delle antiche piazze SFIGURATE dal restyling FASCISTA. Come a Torino avevamo via Roma e la torre Littoria, a Brescia c'era
piazza della Vittoria, un autentico calcio nel culo architettonico, destinato a sopravvivere senza un graffio ai bombardamenti e ai disastri del ventesimo secolo, del ventunesimo e di tutti quelli a venire.
Poco distante, finalmente, apparve
piazza della Loggia, tristemente famosa per la
strage neofascista del '74...
e, da domani, per il
concerto di Elio e le Storie Tese!
Sul lato ovest, il palco era già montato e tutto era pronto per il soundcheck.
Dal lato opposto, il versante est, dov'era esplosa la bomba, indicava l'ora... però
in modo diversamente comprensibile.
"Ehi, voi due! - dissi al cane e al suo nerd
- A Brescia sapete leggere quell'orologio?"
"Un po' ho imparato! - rispose il nerd
- È un orologio astronomico, costruito nel 1500! Segna l'ora, le fasi lunari e persino i segni zodiacali... ma è sbagliato!"
"In che senso? L'oroscopo va avanti?"
"Eh, quasi: nel 1500 pensavano che i segni zodiacali fossero dodici... invece sono tredici!"
"Tredici?"
"Sì, tredici! C'è anche l'OFIUCO, tra Sagittario e Capricorno! È il segno del SERPENTE, non l'avevano contato. Quindi, tutti gli altri segni vanno spostati... e, di conseguenza, gli Oroscopi sono tutti da rifare!"
Frash era molto più malato mentale di quello che pensavo... figata! Di fronte agli occhi rassegnati di Iki, il nerd iniziò una lunga dissertazione in cui sosteneva che l'astrologia andrebbe corretta ed aggiornata in virtù delle scoperte della scienza... tra cui, appunto, l'Ofiuco.
In pratica, i 12 segni zodiacali
"classici" corrisponderebbero alle costellazioni che attraversavano il piano dell'eclittica, che sarebbe il percorso del Sole così come lo vedono gli animali sulla Terra. Tuttavia, esiste
una tredicesima costellazione, quella dell'
Ofiuco, che
è allineata al Sole dal 30 novembre al 17 dicembre.
Quindi, tutti gli oroscopi basati sui 12 segni andrebbero ricalcolati... e quasi metà della gente dovrebbe cambiare segno, perché chiaramente l'intera divisione sarebbe stata da rifare!
Le teorie di Frash erano seconde per poesia solo a quelle di KG che cercava di descrivere con modelli matematici il comportamento della pheega, per dimostrare in modo scientifico che è colpa dell'UNIVERSO se lui NON TROMBA.
Se KASTROX fosse stato con noi, domani l'avremmo visto con la maglietta:
"COME SE FOSSE OFIUCO!".
E, soprattutto, ci saremmo fermati a vedere il soundcheck!!!
Per questo, ce ne andammo allegramente affankulo.
CAZZEGGIANO SULLA COLLINA
Caricammo i nostri passi sul tracciato sinuoso di contrada Sant'Urbano, una piccola salita che si arrampicava sulla collina. Sullo sfondo, nell'ordine, una pregevole
chiesetta medievale,
una mostra di foto scattate da clochard ed allestita in uno scantinato, i resti di un
teatro Romano
dopo annate di classi Hooligan in gita ed un castello del XIII secolo, da cui si vedeva tutta Brescia... peccato non sapere quale fosse casa Verdirame!
"Allora, stronzi! - dissi
- Quando tornate a trovarmi a Torino?"
"Be', dai pota, combiniamo... - rispose Frash
- Forse richiamano me e
Baniele
al Torino Comics a suonare la musica a 8 bit con i Game Boy, prima di Natale! Ma tu affitti ancora le stanze agli studenti?"
"Ah, quello sempre... tutto il piano di sotto è loro: sono in quattro, di quattro facoltà diverse, tutti rigorosamente maaaski!"
"E come va senza
Lapo?"
"Beh, è strano... riesco addirittura a
scrivere al computer appoggiando le braccia sul tavolo!"
"Ma no!!! - esclamò Iki
- Come fai a vivere senza animali?"
"Mah... oggi è solo il sesto giorno! Del resto, non posso mica prendere un altro gatto, vivo da solo e passo i weekend fuori... anche Lapo mi mandava affankulo!"
Frash ci pensò un po' su e poi trovò la soluzione:
"E tu il gatto lo porti
di sotto, dagli studenti!"
"Sì... così, quando torno, trovo SPEZZATINO DI GATTO in FREEZER!"
"Ma dai, pota, non saranno così terribili!"
"Uno è ingegnere..."
Iki guardò Frash con aria interrogativa: aveva mille domande sul menu che gli veniva servito ogni giorno, ma il sole stava per tramontare e Brescia cambiava colore.
Solo una BESTIA completamente insensibile, in un momento come quello, avrebbe parlato di mangiare!
"Ma toglietemi una curiosità... - chiesi
- Qual è il piatto tipico locale, qua a Brescia?"
Senza esitazione, Frash rispose:
"Di solito la sera mangiamo KEBAB!"
Non feci altre domande: persino il sole disse SOKA e scomparve dietro le colline. Così, tornammo in piazza, alla disperata caccia di diversamente figati.
Una veloce ispezione non rivelò tracce di GRUMI né altre forme di fave, ma Klàpač nel frattempo aveva risposto all'sms, con un laconico:
"Ci vediamo dopo, grazie!".
Persino Iki sbuffò... così, lo riaccompagnammo a casa e vaffankulo.
LE FAVE CHE ASPETTANO
Alle otto della sera, salutammo animali e computer e ripartimmo per il centro.
"Ma gli altri? - chiese Frash
- Hai notizie?"
"Boh... - risposi
- Mando un messaggio a GRUMO!"
Presi il Nokia 2600 e scrissi:
"Handicappati! Saluti dal Commodore 64! Dove cazzo siete?"
La risposta non si fece attendere:
"Noi siamo in via LABIRINTO. Ci vediamo al prossimo concerto. :-D"
Perfetto.
Alle otto e mezza eravamo di nuovo in piazza, primi in piedi dietro all'ultima fila di sedie: la visuale era perfetta, come a Lugano!
La cosa più divertente era che
tutte le sedie erano numerate a cazzo...
e a noi queste cose piacciono tantissimo! Solo che, sul più bello, apparve della pheega... e, se non era un miraggio, esisteva una sola possibilità.
"FAVE!!!" urlammo.
"FANKULO!!!" risposero.
Esatto: erano le due giovani donne disperse, ovvero
Jesso ed Arj Ranpa...
fu un bel momento.
Poi arrivarono anche gli altri:
GRUMO, Franz Crack
e - udite udite - Klàpač!
E, finalmente, fu CASINO!
"Potaaaaaaaa!"
"Sokaaaaaaa!"
"Fankuloooooooooooooo!!!"
Gli handicappati erano tutti di ottimo umore: l'estate più calda dell'ultimo dodicennio non aveva sciolto le cazzate... anzi, semmai le aveva fatte salire, come il caffé.
"Potaaaa! - esclamò Klàpač
- Che pubblico stasera! Quello là davanti a noi è il sindaco di Brescia!"
"Quello là? - chiese l'autistico GRUMO -
E tu come fai a saperlo?"
"Va be'... - commentai
- Klàpač abita a Brescia, saprà chi cazzo è il sindaco di Brescia! Tu abiti a Milano e saprai riconoscere il tuo sindaco, se lo vedi in strada, no?"
"Ma che c'entra? - rispose GRUMO
- Un conto è MILANO... un conto è BRESCIA!"
Tirammo un sospiro di sollievo: l'autistico GRUMO non era guarito!
Subito dopo, tirò fuori il BLOC-NOTES per segnare la scaletta... giusto per ribadire il concetto.
ROCK!
Lo spettacolo iniziò come a Lugano:
John Holmes! Però il pubblico era meno divertente: guardavano
dalla finestra, ma non rischiavano la vita sui davanzali... niente Darwin Award, peccato.
Poi
Cassonetto,
Servi della Gleba e Frash era contento: era la PRIMA VOLTA che le sentiva dal vivo, perché quello era il suo SECONDO concerto di Elio e le Storie Tese, nella VITA! Mi dava le vertigini.
Davvero, Frash riusciva ancora a meravigliarsi di ogni cosa... persino di vedere Elio sbucare da dietro le spalle di Faso e suonare il suo basso. Del resto, in tutta la piazza, in quanti avranno colto l'omaggio a Feiez?
E quanti avevano già riconosciuto Victor, al posto di Rocco Tanica?
Il
giorno in cui il Fave Club era stato chiuso
era più vicino al giorno in cui era nato che ai giorni nostri... per quello, avevano inventato le vetrate anti-suicidi per il metrò!
Al termine della canzone, Elio presentò Victor come Carmelo, giovane calabrese bocciato SEI volte ad Amici perché veeeeekkio!
A me aveva segato quattro volte allo
scritto di Analisi1
perché ero handicappato... ognuno aveva i suoi problemi!
Poi
O mia bela madunina e
TVUMDB.
A questo punto, a Lugano avevano fatto Pagàno... quindi, urlammo tutti a gran voce:
"PAGÀNO! PAGÀNO! PAGÀNO!!!".
E loro la SEGARONO dalla scaletta, passando direttamente al
Vitello dai piedi di balsa!
Perfetto.
Per fortuna, i tagli Gomorriani risparmiarono
Milza, in cui Elio invitava la gente a battere le mani a tempo, sempre un attimo prima che il tempo cambiasse. Era il Dio di tutti i Troll!
Poi
Uomini col borsello,
Heavy Samba e
Gargaroz, uno di quei brani che riescono nel miracolo, cioè fanno sentire giovani persino NOI: è dedicata ai coetanei di Elio, che erano bambini negli anni '60! Si è sempre minorenni di qualcun altro.
E poi, come sempre, iniziò la seconda metà dello spettacolo, quella in cui si fanno le
foto a Mangoni:
Discomusic,
Il ritmo della sala prove (che in realtà sarebbe bellissima, se solo non avesse un testo scritto così a minchia!),
Parco Sempione,
Il Rock and roll e
Born to be Abramo.
Le foto a Mangoni, per la cronaca, vennero uno schifo: le luci sarebbero andate più che bene, ma eravamo lontani e la G1X non aveva abbastanza zoom! Avrei
dovuto portare la SX10.
PiombinoKastrox.
Nella pausa, ingannammo il tempo con un simpatico totoscaletta: di solito, i bis erano due e sapevamo che il secondo, dal '98 ad oggi, era sempre Tapparella.
Il primo, invece, era random: avevo sentito qualunque cosa! A Lugano si erano mantenuti sul classico, con
"La canzone Mononota", altre volte facevano
"Bis", più raramente si lanciavano in cover a sorpresa, assolutamente casuali: ricordo una splendida
"Saturday Night's (Alright for Fighting)" di Elton John o persino
"Tell me you love me" di Frank Zappa, in uno splendido concerto a
Collegno!
Però erano casi isolati, di solito attingevano all'autoproduzione.
L'unica cosa che speravo non facessero era il nuovo singolo,
"Il primo giorno di scuola": col fatto che mancava poco all'inizio dell'anno scolastico, avevo buone ragioni di avere paura. Se invece avessi potuto esprimere un desiderio, avrei scelto
"Luigi il Pugilista": non l'avevano mai suonata dal vivo e, prima di Tapparella, ci sarebbe stata da Dio! Comunque, dai, pota, andava davvero bene qualunque porcata, specie se strampalata.
"Ma di che cazzo state parlando? - obiettò GRUMO
- Faranno Tapparella e basta, dai! Siamo realisti!"
"Minchia come sei negativo! - risposi
- Dai, è vero che rispetto alle altre date han segato un po' di brani, ma magari si riprendono sul finale!"
"Ma figurati... faranno subito Tapparella e vaffankulo!"
Immagino che abbiate già capito com'è andata a finire: subito
Tapparella
e vaffankulo.
E l'autistico GRUMO, novello Cassandra, sospirò, scrisse l'ultima riga e mise via il bloc-notes... ci piace ricordarlo così.
E così, dopo un'ora e mezza scarsa, gli Elii sparirono dietro le quinte, mentre gli altoparlanti diffondevano l'aria di
Vincerò: lo facevano da quando erano arrivati SECONDI a San Remo per la SECONDA volta... e questa abitudine mi era sempre piaciuta molto!
Insomma, avevamo appena visto uno dei concerti più (scusate la parola!) CORTI della nostra vita... però era stato divertente.
BACKSTAGE
Non riponevamo la minima speranza nel backstage: era stato fave = fankulo persino a Lugano, quando c'era Francy, figuriamoci adesso che non c'era!
Infatti, l'autistico GRUMO voleva andare via subito e stava quasi per convincere Franz Crack, quando il telefono squillò: era Arj Ranpa.
"Marok! Che fate? Noi siamo nel backstage... sì, io e
Jesso!
A noi fanno sempre passare, figurati! Volete entrare? Dai, ci pensiamo noi, lo diciamo al Civas!"
La pheega risolve: non solo Cesareo mandò Romina a prenderci, ma
ci offrì spontaneamente delle bottiglie di birra... viva le pari opportunità!!!
"Sì, ehm... grazie... - disse Franz Crack
- Ma... adesso come le apriamo?"
Cesareo sospirò e stappò... e
Franz Crack avrebbe conservato quella bottiglia per sempre, in quanto
"bottiglia APERTA da Cesareo".
Ognuno ha i suoi disagi.
Comunque, Frash portava fortuna: il 100% delle volte che era venuto con noi, avevamo fatto un ottimo backstage... anche se aveva il cazzo a 8 bit. Così, restammo lì nel camerino una ventina di minuti, a farci
tante
foto allo specchio
alle spalle di Faso: se ci avesse visto, si sarebbe incazzato tantissimo! Peccato.
Vedendo che capitanavo la delegazione di fave che scroccava cibo da ogni angolo possibile ed immaginabile, Elio mi guardò e mi disse:
"Ma come fai TU a non cambiare MAI? Ti conosco da VENT'ANNI e sei sempre UGUALE!"
"Caro Elio... - risposi
- col 2015 sono VENTUNO! E sai qual è il segreto per invecchiare rimanendo sempre uguali? Fare CAGARE già in PARTENZA!!!"
Elio si allontanò pensieroso: sentiva che nella mia argomentazione c'era qualcosa di strano, ma doveva ragionarci su.
Per la cronaca, salatini e birra erano ottimi, eppure l'autistico GRUMO appariva inquieto.
"Tutto bene, GRUMO?"
"Nø... - rispose
- Mi sa che ho dimenticato a casa le chiavi!"
"Ah... perfetto. Be', ci possiamo fermare a dormire da Frash, lui dice che ha
posto..."
"Ma col CAZZO! Domattina LAVORO... a Milano! Chiamo i miei!"
"Adesso? Ma è MEZZANOTTE!"
"Eh, pazienza..."
Non vorrei essere nei panni di una coppia di genitori che si ritrova un figlio GRUMO.
"Ok, è tutto a posto! Mi hanno detto di citofonare quando arriviamo!"
"Ah, minchia! Beh, dai, ripartiamo subito, altrimenti arriviamo alle tre..."
"Ma no, tranquillo. Anzi, io in realtà ho ancora fame... Dopo andiamo da
qualche parte?"
GRUMO era cresciuto.
"Avete sentito, stronzi? GRUMO vuole fare l'alba!"
"No, l'alba no! - precisò l'autistico
- Dicevo solo di prendere un panino da qualche parte... anche in autogrill!"
"Eh no, dai! - obiettò Frash
- Siete a Brescia, stasera fate i bresciani! Andiamo tutti a prendere un bel kebab!"
Ci voltammo tutti verso
Klàpač: ancora adesso, nel 2015, nel sentire la parola
"KEBAB" iniziò ad emettere fumo dalle orecchie, fuoco dalla bocca e saette dagli occhi. Fu un bel momento: non era cambiata!
"Ma potaaaaaaa! Daiiii! Ma mica vorrete davvero andare a mangiare il kebab? Ma che schifoooo! Ma che merdaaaaaaa!!! Ma ci andate voiiiii, ma vaffankulooooo!"
LA LEGGENDA DI POTASUPERKEBAB
Arj Ranpa e Jesso ci dissero che sarebbero venute con noi più che volentieri, ma ahimé, purtroppo,
proprio quella sera dovevano andare a recuperare uno specchietto della macchina a Villafranca di Verona, perché erano venute su sprovviste di specchietto retrovisore sinistro e, in quelle condizioni, non potevano certo tornare a Mantova!
Seguì un lungo applauso per uno dei pacchi più grandiosi che la pheega ci avesse mai regalato.
E così, salutata la gioventù femminile, ci incamminammo dritti verso la zona Kebab, con tanto di accompagnamento musicale di Klàpač:
"No, ma dai, ma potaaaaaaa, andiamo da QUALUNQUE PARTE, ma non da quelli che fanno KEBAB! Dai, potaaaaa, aspettateeeeeee! Torniamo indietrooooo! Fa CAGAREEEEE! Che schifoooooo!!!"
In realtà, il massimo per me sarebbe stato
mangiare in strada, perché
dopo l'una di notte in Lombardia era vietato: lo stabiliva la
delibera regionale Saffioti
votata nel 2009 dalla Lega Nord. Se mi avessero fatto una multa, l'avrei incorniciata ed appesa al muro tra il Commodore 16 ed il 486.
Tuttavia,
fare incazzare Klàpač era prioritario: dovevamo entrare in un Kebab... e che fosse quello giusto! In via Kebab, al catasto Rossovera, l'offerta non mancava... ma Frash conosceva il migliore.
"Ma potaaaaa ma state scherzando? Ma daiiii! Ma non vorrete mica entrare qua dentro? Ma potaaaa! Ma è tutto sporcoooo! È tutto untoooo! Che schifoooo!!!"
Tutti e CINQUE ci sedemmo allo stesso tavolo... e ordinammo QUATTRO kebab.
"Ma come fate a mangiare quella robaaaaa? Ma potaaaaaa! Ma daiiii! Ma è una merdaaaaaaa!!!"
Quel kebab era potentissimo, era la bomba di piazza della Loggia convertita in formato alimento. Mi spiaceva che non ci fosse Schopenhauer, perché lui l'avrebbe imbottito di salse, piccanti e non, e poi avrebbe fatto colare tutto sul tavolo, sui pantaloni, sul pavimento e, se eravamo fortunati, su Klàpač.
"Ma daiiiii ma che puzzaaaaaaaa! Ma fa cagareeeeee! Vi beccate un'accidenteeee!!! E siete in QUATTRO e solo UNO guida la macchina... potaaaa, avete TRENT'ANNI! Prendete la PATENTEEE! SFIGATIII!!!"
Aspettavo questo momento: per la seconda volta nella storia,
GRUMO era pronto per il colpo di scena.
Tirò fuori il portafoglio.
Fissò Klàpač, con la sua unica espressione.
E poi, con violenza,
sbatté una patente sul tavolo... la SUA!
"Potaaaa! GRUMOOOO! Ma allora ce l'hai la patenteeee!"
"Sì, l'ho presa quattro anni fa! Toh!"
"E allora GUIIIIDAAA! Se no, POTAAAA, sei DOPPIAMENTE SFIGATOOOOO!!!"
Era inutile: ogni discorso di Klàpač, prima o poi, terminava sempre col fatto che GRUMO era SFIGATO... faceva parte del naturale equilibrio delle cose! Anzi, era un argomento così entusiasmante da far passare in secondo piano tutto il resto: Klàpač iniziava persino a divertirsi.
Semmai, era
il kebabbaro a guardarci con aria un po' perplessa... del resto, ne aveva viste di tutti i colori, come molti dei commercianti che fanno la notte.
Piccolo e gentile, carnagione mulatta, occhi neri ed occhiali spessi,
ricordava vagamente
Ashok Kumar,
l'attore di Bollywood che
piaceva tanto a Rocco Tanica.
C'era un film, in particolare, in cui Ashok interpretava un
Superman Indiano,
con effetti speciali da terzo mondo e musica tristissima. Così, mi immaginavo Rocco che, all'improvviso, entrava nel locale, ci vedeva e diceva:
"Fave? Anche QUA??? Ashok Kumar, pensaci tu!".
Ed Ashok Kumar ci uccideva, tutti.
Sì, quel kebab era veramente potente.
Ad un tratto, però,
un frastuono fortissimo ci investì... come fosse crollato il bancone, o un armadio o un muro!
No, forse veniva dall'esterno... ci aveva colpito un furgone fratricida?
Un meteorite? Chuck Norris? CHTULU?
Ci mettemmo qualche secondo a capire che, in realtà,
qualcuno da fuori aveva abbassato di colpo la serranda.
Ma chi? Rocco Tanica? Le Ronde Padane? L'ISIS?
Comunque, l'omino riaprì e si affacciò, ma non vide nessuno e tornò al suo posto.
Klàpač era ammutolita.
Meno di un minuto più tardi, qualcuno tirò di nuovo giù la saracinesca, ancora più violentemente!
Ci sentivamo come l'alter ego di Johnny Stecchino, quando lo chiudono dal barbiere per ammazzarlo a colpi di lupara. Stavolta, Klàpač era sempre Klàpač... ma eravamo sbiancati anche noi.
Ashok Kumar uscì e trovò un tizio di colore che lo prendeva per il culo e rideva. Tantissimo!
Ashok Kumar si tolse gli occhiali... e divenne
POTASUPERKEBAB.
Mise una mano al collo dello sconosciuto, che era alto il doppio di lui, lo sollevò, lo PRESE a SCHIAFFI, gli disse una sequenza di parolacce nella sua lingua e lo LANCIÒ VIA.
A quel punto, mi aspettavo i rinforzi, armati di mitra e kalashnikov da scaricare su persone a caso: noi! Invece, la lite proseguì a mani nude in strada, lontano dai nostri occhi.
"Be', visto che abbiamo tutti finito... - proposi
- io andrei... che ne pensate?"
"Ma dobbiamo ancora pagare..." rispose Frash.
Pochi istanti più tardi, la strada sembrava aver ritrovato il suo naturale brusio e PotaSuperkebab ritornò dentro, a quanto pare ancora intero.
Saremmo rimasti volentieri da lui tutta la notte, ma purtroppo impegni improrogabili ci richiamavano altrove: GRUMO doveva lavorare! Così, pagammo e schizzammo via, più veloci della luce.
POTADDIO
Anche grazie al metodo PotaSuperKebab, Franz Crack sembrava perfettamente sveglio. Così, casa Frash poté evitare l'indigestione di handicappati e ci salutammo
là, dove nascono le leggende: all'imbocco di via Kebab.
"Dai, Klàpač! - disse Frash
- Se vivi a Brescia, sentiamoci ogni tanto... ci sono tante cose belle in giro per la città..."
Contrariamente alle vostre previsioni, Klàpač non disse nulla: semplicemente,
sparì.
Probabilmente, non la rivedremo mai più... peccato.
LO JABBU E LO JÙNDOLO
Una volta in macchina, Franz Crack era parecchio agitato: sosteneva che imboccare l'A4 da Brescia richiedeva tantissima concentrazione, perché i cartelli erano STRONZI e facevano SBAGLIARE APPOSTA per far prendere un'altra autostrada, che costava di più.
Lo assecondammo come si fa con gli handicappati, finché non lo vedemmo puntare con decisione nella direzione OPPOSTA all'uscita per Milano.
"Handicappato, Milano è di là, non sbagliare!"
"Hai sentito? È dall'altra parte!"
"Ohu, che cazzo fai? Milano è di lààààààààà! PiombinoKastrox!"
"Guarda i cartelli! Di là!"
"DI LÀÀÀÀÀ CAZZO, di LÀàĀāĂ㥹ǞǟǠǡǺǻȀȁȦȧӐӑḀḁẦầẨẩẪẫᾎå!!!"
"Ecco... perfetto, siamo fottuti."
"Te l'ho detto dovevamo girare làààà, stiamo andando affankulooooo!"
"No, ma davvero... perché CAZZO hai girato di qua? E adesso dove CAZZO andiamo?"
"A Milano! - rispose Franz Crack, con serenità - Siamo sulla A4!"
Dopo qualche attimo di disorientamento, ci accorgemmo che Franz Crack aveva ragione: per imboccare l'A4, bisognava fare il CONTRARIO di quello che dicevano i cartelli per Milano. Altrimenti, si finiva su una nuova autostrada, la A35 BreBeMi, che costava un CASINO!
Non era completamente handicappato.
"Franz Crack - dissi - Ma voi a Lecce avete un intercalare tipico? Tipo il 'POTA' bresciano? Oppure dite 'minchia' come nel resto d'Italia?"
"Intercalare no... però abbiamo diverse parole che non sono traducibili in Italiano. Lo JABBU, per esempio!"
"Jabbu?"
"Sì, lo Jabbu è quando ferisci qualcuno senza volerlo. Che ne so, magari fai una battuta innocente sul suo aspetto fisico..."
"Tipo dici ad una tipa che è una CEEEESSA?"
"Sì, più o meno... e poi abbiamo lo JÙNDOLO!"
"Jundolo?"
"Sì, lo JÙNDOLO è la propensione allo sbrigarsi, la prontezza nel fare qualcosa, nell'imparare al volo. Quella che ti viene al mattino, quando ti alzi di scatto!"
"Eh? Al mattino... quando ti alzi... di scatto?"
"Sì, al mattino, quando uno è sveglio, scattante, pronto a fare mille cose per iniziare la giornata... ecco, QUELLO è lo JÙNDOLO!"
Ci pensammo un po' su.
"GRUMO! - dissi Tu hai mai avuto lo JÙNDOLO?"
"NØ"
"Hai controllato bene sul bloc-notes?"
"SÌ!"
"Ok. Due terzi della macchina sono Jùndolo-free!"
Franz Crack sbuffò, per il dilagante clima di incomprensione nei suoi confronti.
Eppure, il fenomeno aveva una sua logica: così come, a una certa ora, il nostro pilota faceva lo "switch-off" e andava in coma, era anche normale che prima o poi facesse lo "switch-on" e si svegliasse di colpo, raggiungendo subito il 100% di punti energia!
Però adesso, per la nostra incolumità, bisognava ritardare lo switch-off... così parlammo di retrocomputing e di musica a 8 bit ed il viaggio volò via, in un soffio.
Poi, GRUMO disse: "Ok, prosegui dritto e siamo arrivati, abito là in fondo!".
In quell'istante, forse per il calo di adrenalina, vidi dallo specchietto gli occhi di Franz Crack che si arrossavano e, poco dopo, iniziavano a chiudersi.
"OOOOOOOOOH! - urlai - Siamo in zona GRUMO!!! Guarda!!!"
Franz Crack riaprì gli occhi di scatto e mormorò qualcosa.
GRUMO non capì il problema.
"Siamo in zona GRUMO, guarda! È scomparsa la pheega! Fermati, che siamo vicini, andiamo a piedi!"
Franz Crack non se lo fece ripetere due volte ed accostò.
GRUMO non capiva per quale motivo avessi detto a Franz Crack di fermarsi, comunque eravamo davvero vicini, quindi andava benissimo farla a piedi.
"Che fai adesso? - chiesi a Franz Crack - Vuoi mollare qua la macchina e salire con noi?"
"Eh? No... devo andare a... casa... domani... mattina... io..."
"Sei SICURO?"
"Sì... sì... andate... ciao... fankulo..."
Boh... salutammo l'handicappato e ci incamminammo verso casa GRUMO.
Narra un'antica leggenda che Franz Crack, in realtà, si sarebbe messo a dormire in macchina, per poi risvegliarsi con il primo jùndolo del mattino... pronto per un martedì assolutamente normale.
Noialtri, invece, arrivammo a casa GRUMO alle tre e mezza e, come d'accordo, CITOFONAMMO perché GRUMO aveva dimenticato le chiavi!
Ci aprì babboGRUMO e la sua espressione diceva tutto... mi eclissai il più velocemente possibile.
I POSTUMI
L'indomani ritornai a Torino, nella mia casetta vuota: Iki aveva ragione, non ero ottimizzato per essere l'unico animale! Così scesi di sotto, dagli studenti, che però non avevano bestie in freezer.
Per fortuna, l'adsl funzionava ancora, così guardai un po' di gatti e scaricai la posta, trovando una
foto di Arj Ranpa che teneva in mano lo specchietto retrovisore mentre guidava, per dimostrare che aveva detto la verità!
Subito dopo, diedi un'occhiata al Buko, trovando una
recensione del concerto
scritta dall'autistico GRUMO.
LA SORPRESA!
L'autistico era stato troppo severo: sì, la scaletta era stata un pacco, ma ci eravamo comunque divertiti ed il backstage era stato una figata!
Anzi, adesso il concerto l'avrei riascoltato volentieri.
Così, la stessa sera, controllai il sito degli Elii per vedere se avessero già pubblicato gli mp3, che però non c'erano ancora... effettivamente, era presto.
Però, c'era un nuovo video, di una canzone a caso:
"Il primo giorno di scuola"!
PiombinoKastrox.
Gli mp3 di Brescia, intanto, tardavano ad arrivare: non c'erano neanche il giorno dopo, né la settimana dopo, né il mese dopo.
Però, a Natale
gli Elii ci fecero un regalo meraviglioso:
CHIUSERO il SITO!!!
E poi
lo riaprirono... SENZA mp3.
Cioè, capito? Vuoto!
TUTTO CANCELLATO! Di quell'archivio immenso di live e roba inedita, non c'era più neanche UNA canzone... nemmeno quelle degli album!
E così, del live in Brescia restano solo i nostri ricordi, le nostre foto dal fondo della piazza (non abbiamo neanche un video!) e ciò che GRUMO si era scritto a matita sul bloc-notes! E io potevo pubblicare un bel commento alla chiusura del sito... di cui abbiamo una nuova diapositiva.
Sapendo che, nei giorni successivi, cani e porci mi avrebbero chiesto una copia dell'archivio di Elio e le Storie Tese, caricai tutto su una pagina segreta:
archivioelioelestorietesecompleto.marok.org.
È online ancora oggi... così siete tutti contenti e non rompete i coglioni. Scaricate con gioia!
Solo, mi raccomando, non diffondete il link su Internet... non si sa mai.
A questo punto, però, restavano tanti interrogativi inevasi.
Per esempio: gli Elii avrebbero mai pubblicato un
nuovo album nel 2016?
E
Rocco Tanica sarebbe mai ritornato sul palco?
E Frash e Baniele
avrebbero suonato di nuovo a Torino?
E Frash sarebbe mai diventato
ingegnere?
Avrebbe mai
incontrato un giradischi?
In alternativa,
avrebbe mai trovato pheega?
E noialtri avremmo più rivisto Klàpač?
Lo scopriremo solo vivendo!
Intanto, però, andate tutti ingegnosamente, animalmente, superpotamente e jundolamente affankulo.