Più della sinfonia di foglie e d'erba di un bosco sotto la pioggia, più di un ghiacciolo attaccato ai coglioni nella notte più lunga e più fredda del mondo, più delle litrate d'alcool che mi avevano tenuto compagnia fino all'alba.
La voce di SCHOPENHAUER che chiamava GRUMO era di più: era il richiamo DEFINITIVO di una copiosa, santa, doverosa e lunghissima pisciata.
E così, girai la bella Choo, alzai le lenzuola, misi le ciabatte, aprii la porta e mi diressi verso il cesso.
"DOTTORE! DOTTOREEEEEE!!! MAI SEI SVEGLIO!!! ALÉÉÉÉÉÉÉ!!!"
"Mh? Checazzodioraè?"
"LE UNDICI E MEZZA! DOTTOREEEEEEEEE! E NON SONO ANCORA ANDATO A LETTO!"
Sorrisi: era una notizia che mi piaceva, perché era inutile.
"Bravo... - mormorai - 'ecazzofaiqua? Vaispiaggia... grossicolpi..."
"VI VOLEVO SALUTARE! STO PARTENDO!!!"
"Mh... ciao. Docazzovai?"
"A TORINO!!! HO IL TRENO A MEZZOGIORNO!"
"Eh? Cazzo vai a fare a Torino?"
"A DORMIREEEEEEEEEE!!!"
"Ma sei deficiente? Dormi qua! Stasera è il momento più bello..."
"NO, QUA NON SI DORME... VADO A CASA! CIAO DOTTOREEEEE!!!"
"Bòòòò... fai 1 pò quel kazzo ke T pare!"
Subito dopo, entrai nel cesso e chiusi la porta, ma Schopenhauer non ci rimase male, anzi... andò avanti a parlare. Così, terminata la pisciata più lunga del mondo, gli dedicai un estremo fankulo e ritornai a dormire.
La bella Choo, intanto, non si era accorta di nulla: aveva continuato beatamente a dormire, come se nulla fosse successo.
Ci risvegliammo assieme, verso l'una... e lei, come sempre, spalancò la finestra, dando voce ad un silenzio surreale.
L'albergo appariva DESERTO: sembravamo le uniche creature viventi in tutto il palazzo... era passato l'ISIS!
"E adesso chi ce lo fa il caffé? Voglio il CAFFÉÉÉ!!!"
"Be', lo andiamo a prendere in un qualunque bar... però PRIMA salviettoni!"
"CAFFÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ!!!"
Accompagnai la bella Choo a prendere il caffé al chioschetto dei GROSSI COLPI, così potevo vedere la mulatta di Schopenhauer, quella del mollusco nelle mutande!
E c'erano solo maaaaski.
Però nessuno di loro aveva le orecchie SFREGIATE.
Peccato.
DIVERSAMENTE SPIAGGIA
Camminando, mi accorsi che avevo smaltito bene la sbronza: sentivo perfettamente sia il male al collo che quello alle ginocchia, come una qualunque altra mattina dell'anno.
Così, arrivammo in spiaggia che erano quasi le due, trovando l'autistico GRUMO, da solo, a poca distanza da Rese e i suoi amici.
Di pheega, ovviamente, neanche a parlarne.
Dicendo SOKA a GRUMO, posammo i salviettoni vicino al gruppo di Rese, che ci ringraziò per il gin tonic, ed alla fine GRUMO si rassegnò e si spostò dov'eravamo noi, mentre Choo diceva parolacce perché la mia crema solare trasparente faceva CAGARE.
"Vi saluta Franz Crack! - disse GRUMO -
È già ripartito, col treno delle 12:18!"
"Quindi si fa il viaggio con SCHOPENHAUER ubriaaaaaco! Figata!!! Ma Len invece?"
"Boh... starà ancora dormendo..."
"Sono qua!" rispose.
Ci voltammo e trovammo Len, o ciò che ne faceva le veci: era letteralmente stravolta.
"Vi odio!" disse.
"E perché?"
"HO MALE ALLE GINOCCHIA!!!"
Fu un bel momento.
Una volta conquistata la posizione orizzontale, Len ci raccontò di aver accompagnato Franz Crack alla stazione e di aver trovato, su una panchina e sotto un cappello ed un paio di occhiali da sole...
SCHOPENHAUER!!!
Immobile.
Lei e Franz Crack gli erano passati davanti, l'avevano chiamato... e lui NIENTE!
All'arrivo del treno, l'avevano svegliato... e lui aveva risposto che
non stava assolutamente dormendo: stava facendo la statua vivente di Siviglia!
"Sì, ok... - risposi, considerando tutto questo assolutamente normale -
ma i fagioli? Oggi è l'ultimo giorno... quando li porti a Ventimiglia?"
Len mi diede una risposta ambigua, che non riuscii a decifrare fino in fondo... cioè, mi guardò e disse:
"VAFFANKULO!!!"
Subito dopo, si buttò in acqua... e noi la seguimmo, per continuare a rompere i coglioni.
Effettivamente, quel mattino l'unico a dimostrare un briciolo di vitalità era il mare: era parecchio agitato, ma non era più così sporco.
Probabilmente, si stava grattando per cercare di pulirsi.
Così, passammo un quarto d'ora a prenderci delle ONDE nel CULO, perché era bello, e poi andammo tutti assieme a mangiare da Diversamente Mariasole, perché nel 2006 c'era pheega.
INUTILITÀ POMERIDIANA
Cazzeggiammo in spiaggia fino alle cinque, però senza fare assolutamente NIENTE.
Poi GRUMO, Len e Rese rimasero là, mentre Choo ed il porko sottoscritto andarono in piazza Libertà, a sentire
Gilson Silveira
e soprattutto
Davide Merlino,
perché era stato
skifato dal programma del PercFest.
Dai tempi del concorso, Davide Merlino aveva fatto parecchia strada: il suo stile era notevole,
riusciva a suonare il vibrafono usando QUALUNQUE COSA.
Ripensandoci, non sarebbe stato male reinterpretare uno spettacolo del genere con la
regola 34,
cioè in versione porno. Comunque, lo vedemmo fino alla fine... accorgendoci che era TARDI quand'era TROPPO TARDI.
Armandoci di braccia forti e ginocchia sane, schizzammo al Corallo: non potevo assolutamente farne a meno, dovevo cambiarmi di macchina foto!
Poi, proprio quando stavo per uscire e scappare in piazza, sentii qualcuno che ci chiamava da dietro la porta.
"FAVE! FAVEEEEEEEEE!!!"
Aprii, era
Len.
Mi guardò con aria stralunata e, con la massima tranquillità,
disse che ci doveva fare sentire una canzone, perché aveva parlato con Rese di PASOLINI e questa cosa l'aveva fatta tornare ADOLESCENTE.
In quel momento,
dalla camera 12 uscì GRUMO con la maglietta del CERN e le spiegò che quelli del CERN erano gli inventori di INTERNET.
Funzionò: Len invecchiò di colpo e si rinchiuse nella sua stanza, lasciando la strada libera!
Così, salutammo Choo, che doveva ancora iniziare a cambiarsi, e scappammo verso la piazza.
"GRUMO... - chiesi -
Hai capito qualcosa di quello che ha detto Len?"
"Diceva che aveva parlato con Rese di PASOLINI..."
"Eh..."
"Io effettivamente li ho sentiti che parlavano in spiaggia..."
"E parlavano di Pasolini?"
"No... parlavano solo di SCORREGGE!"
ALLE OTTO DELLA SERA
Arrivammo in piazza che erano quasi le otto... ma per fortuna, grazie ad un incredibile colpo di culo, anche quelli che mettevano le sedie erano in ritardo!
Quindi, ci accomodammo tranquillamente in decima fila, mentre la gente si accapigliava per i posti davanti ai nostri, finendo poi in fondo alla piazza.
Con le orecchie sfregiate.
La domenica è il giorno PEGGIORE per le sedie: in realtà, c'è meno gente rispetto al sabato, ma, chissà perché, quella poca rompe MOLTO di più i coglioni.
Anche quella serata non fece eccezione: una signora andò da GRUMO e, indicando uno dei nostri posti, gli disse: "CI SONO PRIMA IO!"
GRUMO, per fortuna, non si fece problemi e la mandò affankulo.
Col passare dei minuti, la situazione diventò sempre più esplosiva: in due eravamo pochi per tenere cinque posti.
Però, all'improvviso, apparve Rese: stava fluttuando nella piazza, con gli occhi rivolti al cielo. Rimase per un po' di fianco a noi, in piedi... poi lo chiamammo, lui abbassò lo sguardo e ci vide.
"Rese! - dissi - Ti va di darci una mano a tenere i posti? Uno è tuo..."
"Oh, sì... - rispose - Vado solo un attimo a prendere una birretta... torno subito subito! Aspettatemi!"
Rese aveva detto la verità: nel giro di pochissimo tempo era di nuovo da noi.
Ma SENZA alcool.
"Rese! - azzardai - E la birretta?"
Rese abbassò lo sguardo, mi fissò per un po', poi scosse la testa e, con la massima tranquillità, sorrise.
E disse: "Mi sono dimenticato..."
Subito dopo, si sedette ed iniziò a contemplare il cielo.
Per fortuna, dopo un po' arrivò anche Choo, così incaricammo lei di andarci a prendere da bere e da mangiare qualunque cosa che non fossero i panini della Coenda... che il primo giorno andavano bene, il secondo pure, il terzo ancora ancora, ma il quarto avevano veramente rotto il cazzo.
Ritornò con delle ottime focacce, prese al Galeone: furono la cena migliore da quando era iniziato il PercFest.
L'unico problema, a quel punto, era Len: alle nove non si vedeva ancora e non ce la facevamo più a tenerle il posto, perché la gente in piedi ci stava veramente strafracassando la minchia.
Così, l'autistico GRUMO decise di chiamarla.
Con la massima tranquillità, Len rispose che si era addormentata mentre ci scriveva un sms in cui diceva che sarebbe arrivata in ritardo.
"Anzi, GRUMO... grazie di avermi svegliato. Devo avere preso un colpo di sole..."
Bisognava capirla... veniva dal Salento, non sono abituati!
Comunque, era stato GRUMO ad annullarla, parlandole della STORIA di Internet.
"...ma arrivo, appena riesco! Non mi posso perdere Sarah Jane Morris... è la mia cantante preferita!"
Nessuno di noi aveva idea di chi cazzo fosse Sarah Jane Morris, comunque ormai tenerle il posto era impossibile... così, Rese ci autorizzò a liberare una sedia: quando fosse arrivata Len, sarebbe rimasto in piedi con lei, perché era stanco di stare seduto.
"Anzi...- aggiunse - quasi quasi mi alzo già adesso e vado a fare un giro... dai, lascio libero anche il mio posto!"
Così, sgomberammo due delle sedie okkupate, a vantaggio di una coppia di signori di mezza età che, per combinazione, passavano in quel momento di fianco a noi.
Uno aveva degli occhiali buffi, l'altra una voce molto potente.
Esatto: erano Milla e MiOpiO.
"MAROK! - dissero - GRAZIE DEI POSTI!!!"
Il dottor Marok risolve.
JAZZ!
Come tutti gli anni, l'ultima sera si aprì col ringraziamento alle autorità, cioè quelli che ogni anno per 12 mesi di fila si beccano gli insulti dei VEEEEEEKKI del posto, per il fatto che dicono sì al PercFest.
Nel 2015, toccò a Silvano Montaldo, il vicesindaco:
"Vi assicuro che l'anno prossimo il PercFest ci sarà ancora!"
Aléééééééé!!!
"Un applauso! - disse il Capo
- Se no, l'anno prossimo bisogna PAGARE!!!"
"Nessun problema... - risposi
- chiamiamo Schopenhauer!"
Dal palco non commentarono... peccato.
Però arrivò la prima band: era un trio formato da
Roberto Gatto, batteria,
Rosario Bonaccorso, contrabbasso, e
Avishai Cohen tromba.
Ci sarebbero molti commenti tecnici da fare sullo spettacolo, un ottimo viaggio musicale che spaziava dalla sperimentazione allo swing anni '30, carico di energia, di grinta, e di poesia... comunque, beato lui.
E aveva anche una bellissima barba.
Venne poi il turno della seconda formazione, un altro trio formato dalla
cantante inglese che piaceva a Len,
Sarah Jane Morris, ed una coppia di chitarristi:
Tim Cansfield e
Tony Remy.
Sarah Jane Morris aveva la faccia di Mangoni, con l'aggiunta di una chioma rossa, riccia e foltissima. Indossava un tendone tipo quello dei cinema, però verde, e iniziò a cantare
"Into my arms", una cover di Nick Cave and the Bad Seeds, con un'assurda voce baritonale e un po' rauca, graffiante.
Effettivamente, era emozionante: con un accompagnamento minimale, quella
voce pesantissima, ma a suo modo delicata, riempiva l'aria più del suono di un'intera orchestra.
Nella piazza non fiatava nessuno, c'era un silenzio di tomba, già prima che la sua voce mutasse e viaggiasse tra le ottave. Persino alla Coenda, tutto taceva! Però, poco più indietro, esattamente sotto alla finestra del VEEEEKKIO, vedemmo sbucare la testa di Rese.
Mezzo metro più in basso c'era Len, che era risorta e fissava Sarah Jane, in adorazione.
Poi, uno alla volta, si aggiunsero anche altri musicisti: i tre della prima formazione, poi Gilson Silveira, Ellade Bandini, Bebo Ferra... e, a poco a poco, si ricreò il supergruppo... ovvero,
"The Great Naco Orchestra".
E, come ogni anno, il concerto terminò con
"Dream", che Rosario Bonaccorso cantò in coppia con Sarah Jane Morris. Non so se fosse una scelta stilistica o se i due non si fossero capiti... comunque, per la prima volta, il brano terminò in dissolvenza, senza il crescendo finale.
Bello, comunque!
E anche stavolta ci sarebbe rimasto in testa per i 12 mesi successivi.
IL PERICOLO È IL MIO MESTIERE
Con braccia forti e ginocchia sane, schizzammo all'Albatros, dove trovammo una ghiotta jam capitanata dal maestro
Ellade Bandini.
E restammo là, tutti assieme, fino alla fine! Così, Milla non ebbe nulla da ridire.
E si erano fatte le due: un'ottima ora per andare a finire di scrivere le cartoline da Mayflower!
Là trovammo gli Angelo & Friends, che bevevano per ripigliarsi dalle fatiche della domenica sera e per dimenticare che il giorno successivo avrebbero dovuto spaccarsi il culo a caricare sui camion tutti gli strumenti più GROSSI e PESANTI del mondo.
Fu allora che Milla decise che era il momento di fare una domanda intelligente.
Poi evidentemente successe
qualcosa... comunque, il risultato fu che
chiese a Rese: "Ma tu, adesso, che lavoro fai?"
Improvvisamente, scese il silenzio.
L'ultimo ad aver fatto a Rese una domanda del genere era stato MiOpiO, qualche anno prima... e Rese, colto di sorpresa, aveva risposto:
"Mah... sto facendo un corso di cucina...".
Era stato bello.
Adesso, però, bisognava fare di più: il pubblico si aspettava grandi cose!
"Non lo sai? - rispose Rese
- Ho ricevuto un nuovo incarico... sai che lavoro per una finanziaria, no? Non sapevi? Be', adesso COMPRO BOND GRECI..."
Tutti annuimmo, serissimi.
"BOND GRECI??? - sbottò Milla
- ADESSO???"
Quindi, il fatto che RESE potesse essere un agente di borsa era stato giudicato perfettamente credibile... il problema erano i bond.
"Sì... - continuò Rese
- Il compito di noi che ci muoviamo nell'alta finanza è quello di anticipare il mercato... quindi di fare cose che nessuno si aspetta. Comprare quando tutti vendono, a prezzi stracciati... per poi rivendere quando tutti compreranno di nuovo ed il valore salirà alle stelle. È così che funziona!"
Rese parlava con un tono placido, dolce e paziente... e Milla pendeva dalle sue labbra.
"Ma non è rischioso? - chiese
- Cioè, se poi la Grecia fallisce davvero? Non ci pensate?"
"Il pericolo è il mio mestiere!" rispose Rese.
Per non scoppiare a ridere, dovemmo pensare alle cose più TRISTI del mondo... prima tra tutte, il LAVORO.
AFTER
Alle quattro, Milla e MiOpiO decisero che quel giorno avevano già vissuto abbastanza emozioni: era tempo di tornare alla loro casa di Alassio!
E noi li accompagnammo per un tratto, così Rese poté finire di spiegarle come funzionavano i BOND.
Naturalmente, passammo anche davanti a Sirò.
Non sarebbe stato male entrarci... se non fosse per un dettaglio: era chiuso.
Allora facemmo dietrofront e ritornammo al Corallo, però passando per la spiaggia. Tanto in giro non c'era più un cazzo: eravamo le uniche anime che vagavano per il paese!
La domenica notte è sempre così.
"Marok... - chiese Rese
- come sono andato con Milla?"
"Alla grande! - risposi
- Come sempre! Ma tu sai qualcosa dei BOND?"
"Eh?"
"Cioè, tipo, se ti avesse chiesto che cos'è un bond?"
"Ah, tiravo supercazzole..."
"Dai, domani prendiamo La Stampa e ci impariamo a memoria due o tre quotazioni! Poi, se becchiamo Milla, io ti faccio le domande e tu rispondi, da esperto del settore! Ti va?"
Rese scoppiò a ridere e disse che l'idea gli piaceva molto. Così, passò il resto della camminata in spiaggia ad immaginare Milla che investiva in BOND GRECI tutti i risparmi di MiOpiO, mentre Len e Choo praticavano sport estremi, cioè giocavano con i kiwido, e GRUMO ed il porko sottoscritto giocavano a fare le
foto sperimentali col flash.
Poi i voli pindarici nella macroeconomia mi ricordarono che
dovevo ancora prelevare, perché bisognava pagare l'albergo!!!
Ed eravamo già arrivati al Corallo.
Quindi, sarei dovuto tornare indietro fino all'unico Bancomat funzionante in tutta Laigueglia: la banca Carige sull'Aurelia!
PiombinoKastrox.
"Marok! - osservò Rese
- Ma sei sicuro che quello del Sanpaolo non funzioni?"
"Beh... stava là!" risposi, indicando il palazzo fantasma sulla curva
dell'Aurelia, di fronte al mare.
"L'altro giorno, quando mi sono svegliato in macchina... mi sembrava di avere intravisto gente che faceva il bancomat..."
"Ma figurati!"
Della banca IntesaSanPaolo non c'era neanche più l'insegna, che in Liguria è l'ultima cosa che viene tolta, anche quando un edificio è sventrato e restano un paio di colonne, però brutte.
L'interno era un cantiere, attraverso le serrande scassate si vedevano cumuli di detriti ed immondizia.
Comunque, camminando sulle mattonelle sconnesse del pavimento, mi avvicinai al punto in cui c'era lo sportello automatico, perché in fondo costava poca fatica... e vidi che
il bancomat, in mezzo alle macerie, C'ERA ANCORA!
Semplicemente, non lo sapeva nessuno... tranne Rese!
"Esiste il bancomat! - dissi
- Chi lo fa per primo?"
L'INTERO PIANETA tacque. Peccato.
Inserii la tessera con un po' di scetticismo, pronto a vedermela cagare fuori TRITATA... invece, il prelievo funzionò alla perfezione!
Così, anche gli altri handicappati presero coraggio e prelevarono e poi entrammo tutti assieme all'hotel Corallo, compreso Rese che non c'entrava un cazzo, ma tanto non aveva un cazzo da fare.
Sul tetto del Corallo, Rese trovò il suo ambiente ideale: da là, avrebbe potuto passare l'intera vita a contemplare il cielo... e lo salutammo così, svaccato su una sedia, con lo sguardo rivolto verso l'alto a contemplare l'infinito, in attesa del sorgere del sole.
Subito dopo, ci mandammo tutti economicamente ed ellenicamente affankulo.