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Nell'ardore meridiano del Dagestan

La sveglia alle nove e mezza fu un vero trauma.
Forse era il record dall'inizio dell'anno.
PiombinoKastrox.

Effettivamente, avrei decisamente fatto meglio a fare no stop come l'anno precedente, mi sarei sentito un po' più Grumo Rockrock e molto meno frocio. Del resto non c'era niente da fare: "fine del Percfest" voleva dire "defenestrazione" e, di conseguenza, cambio di residenza: dal prestigioso albergo tre stelle al proletario una stella, dall'altro lato della strada.

Nell'hotel Corallo in realtà, oltre a risparmiare i due terzi della spesa, si stava anche da Dio: silenzioso, pulito e dotato di ogni comodità, tra cui un ampio terrazzo per stendere e prendere il sole.
Anche quest'anno però la camera era ancora occupata.
"Vuole che passi a svegliarli?" mi chiese la padrona.
"No, no, lasci perdere... ho un cuore!" risposi.

Così lasciai la roba a cazzo in mezzo all'entrata e me ne andai affankulo. Era tempo di cazzeggio, di spiaggia, di pheega, dell'ultimo, corale loop su "Sborroh!", "Skizzoh!", "Spruzzoh!", "Spermoh!" e "Aggiungo Tozoo!". C'è sempre un'ultima volta per tutto.

Massimo ci mandò affankulo prima di pranzo. Con tutta probabilità ci saremmo rivisti il 10 luglio sotto il palco di Arona, al concerto di Elio e le Storie Tese con Bisio. Sempre se fossimo arrivati al 10 luglio. Forse.

Handicap dal pescatore D'altro canto, il nostro destino proseguiva nel migliore dei modi, con il tradizionale pranzo di addio al PESCATORE! L'ultimo, lauto pasto prima dell'ultimo, lauto vaffankulo.

E, per la prima volta, il Kompagno Gillette riuscì ad addormentarsi mentre eravamo a tavola.
PiombinoKastrox.

E così, ben presto il Kompagno ed io rimanemmo soli in un paese ormai muto, ad osservare malinconici le nuvole che, rapide, seguivano il treno dei nostri amici in fuga.

Ol tugheder "Le nuvole seguono sempre Grumo quando viaggia, ma poi si diradano - commentò poetico il Kompagno Gillette - quindi il tempo che rompe i coglioni non è colpa di Grumo... è colpa della DERIVATA di Grumo!"
PiombinoKastrox.

Noi non lo potevamo sapere ma, in realtà, il maltempo era l'ultimo dei problemi che tormentavano i nostri amici in viaggio: mentre noi ronfavamo in spiaggia tra sole, mare e pheega, @Grumo, @Don Diego e Uollano erano alle prese con qualche lieve problema di carattere meramente tecnico, riassunto autisticamente bene nella seguente diapositiva.
Grumi

IL TRENO CHE ROMPE I COGLIONI

Prendiamo il treno ad Alassio e, siccome è in ritardo, ci teniamo occupati a guardare e fotografare minorenni, tanto Francy ormai è andata via. :-D
Il treno arriva con 10 minuti di ritardo. Era un diretto Alassio - Milano se non ricordo male, non dovevamo cambiare.
Arriviamo a Genova, facciamo la sosta prevista e ripartiamo.

Dopo circa 10-15 minuti si spegne l'aria condizionata e il treno comincia a rallentare. Entra in una galleria, ne esce, e si ferma definitivamente, mezzo dentro e mezzo fuori da un'altra galleria. La nostra carrozza è l'ultima del convoglio. In fondo, il finestrino direttamente sulle rotaie. Fuori dalla galleria ci sono solo la nostra carrozza e quella prima, le altre tutte sotto. Dopo 5 minuti, un annuncio ci informa che, causa guasto, il treno ripartirà appena possibile.

Tempo un minuto, e un altro annuncio chiede un dottore nella prima carrozza.
Una tizia, evidentemente affetta da claustrofobia, si era sentita male: la sua carrozza era proprio sotto la galleria.

Il tempo passa, e ormai abbiamo fraternizzato con gli altri occupanti del treno, accomunati dallo stesso destino (ma stranamente non con le strapheeghe dello scompartimento di fianco... chissà come mai). :-D Ci siamo insediati in mezzo alle due porte, che nonostante il capotreno passi continuamente a richiudere, noi immancabilmente riapriamo per far circolare un po' l'aria. Dopo un'oretta, l'annuncio tanto temuto: il treno non può ripartire, devono far arrivare un locomotore per portarci via da lì.

Il locomotore arriva e noi siamo fermi lì ormai da un'ora e mezza.
Lo agganciano, partiamo, e mi annoto il nome della prima stazione vicina a dove ci siamo bloccati: Mignanego.
Ci fermiamo a Ronco Scrivia. Non era prevista fermata lì, ma immagino che debbano fare rapporto, o scaricare la signora che si è sentita male, non so.
No, col cazzo, ci scaricano tutti. Il treno è stato soppresso, si invitano i passeggeri a prendere l'altro convoglio sulla stessa piattaforma...
Fankulo.

Scendiamo, saliamo sull'altro, che ovviamente era già pieno per i cazzi suoi, e non troviamo posto che negli spazi davanti ai cessi, dove c'è frastuono e caldo. Scendendo diamo un'occhiata al locomotore che avevano fatto arrivare: un avanzo di magazzino, un residuato bellico, forse il treno inventato da Leonardo nel 1492 in "Non ci resta che piangere".

Tra noi troviamo il mitico Goofy Blackbread, o Pippo Panenero, detto anche Pipppero. Che si trasforma in mattatore dell'intero convoglio: persone scendono apposta dagli altri convogli per venire a vederlo.
"Quando vedi che entriamo in un cancello di ferro con la scritta ARBEIT MACHT FREI comincia a preoccuparti!" gli dico.
"No, perché? Ho giusto bisogno di una doccia!".
Arriviamo a Milano con non so quante ore di ritardo.
E piove. Perfetto.

Grumo
Una volta in spiaggia, il Kompagno mi illustrò le meraviglie del libro che aveva comprato qualche giorno prima, quello che costava un euro ed era scritto dal parente di Kastrox.
Era una critica alla società occidentale. Scritta da un americano. Negli anni 80. Parlava degli anni 90. E l'aveva comprato il KOMPAGNO GILLETTE. Poesia pura!

"Questo non capisce un cazzo - mi diceva KG - non ha nemmeno previsto Internet, nè il telefonino! Guarda, io ce l'ho qua! E lo tengo SPEEEEEENTO! Perché sai chi mi può chiamare? IL MIO CAAAAAPO! FANKUUUUUUUULO!"
"Va be'... ma te l'ho detto... il telefonino è un mezzo e basta saperlo usare. Se chiama il tuo capo basta che non rispondi..."
"Sì, sì, probaaaaaabile!"

Squillò il telefonino.
Il mio.
Numero sconosciuto.
Risposi.
Era IL CAPO.
"Marok, sei ancora a Laigueglia? Mi hanno chiamato, c'è un problema nel magazzino, io ormai sono via e non c'è nessuno che..."
Cos'è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di esecuzione!
"No, sono PARTITO!"
"Ah, peccato. Va be' niente. Ciao!"

Per una volta, il Kompagno fu contento.

Passammo la sera a bere da Pacan e da MayflowerMayflower. Il Kompagno mi raccontò che al suo campeggio erano arrivate due tedesche e l'indomani ci sarebbe stata la semifinale dei Mondiali.

"Italia contro GERMAAAAAAANIA!"
"Ah... e quindi?"
"E quindi si tromba!!!"

Salutai il Kompagno ed i suoi sogni di gloria e mi avviai verso la spiaggia, deciso a cazzeggiare fino alle tre altrimenti mi sarei sentito frocio.

Del resto era la penultima notte di mare...
"E quindi?" pensai.
Fankulo.