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CAPODANNO 1999
Foto di MAROK

Nessuno conosceva il padrone di casa (altrimenti col cazzo che avrebbe messo la casa... che poi in realtà non è che l'ha messa... ci ha detto che non c'erano i suoi e noi siamo entrati).
Questo non abitava in un posto normale, abitava in via GUIDOBONO, che non è solo una delle vie più sfigate di Torino, dietro la Fiat Mirafiori, ma soprattutto è di fronte alle case di Joco e Beat! Nessuno dei due c'era alla festa, peccato.
Comunque, come diceva il poeta, dieci son maaaaski e pheeghe due... ed entrambe col tipo!
Riassumendo: fino a mezzanotte, abbiamo passato la sera a guardare in TV la gente che faceva festa in piazza.

Fra affronta l´inverno con serenità Fra affronta l´inverno con serenità
Il giovane Marok ha visto la luce Il giovane Marok ha visto la luce
Attila e Diste polidermocromatici Attila e Diste polidermocromatici
Gesucchìzzott prima della cura Gesucchìzzott prima della cura
La tipa di Disa La tipa di Disa
Il giovane Marok - ultima foto del 1998 Il giovane Marok - ultima foto del 1998
La statua del signor Carlo La statua del signor Carlo
Il padrone di casa guarda le rovine di casa sua Il padrone di casa guarda le rovine di casa sua
Il giovane Marok - prima foto del 1999 Il giovane Marok - prima foto del 1999
Il Brindisi Il Brindisi
Ci piace ricordarli così Ci piace ricordarli così
Ciò che resta del padrone di casa Ciò che resta del padrone di casa
Ma sì, fumiamoci su! Ma sì, fumiamoci su!
Gesucchìzzott dopo la cura Gesucchìzzott dopo la cura

A questo punto, siamo SCAPPATI dalla festa, lasciando gli altri al loro destino, e siamo andati in centro a ballare, in un locale pacco chiamato BARRUMBA. Nel locale, una tipa, pheega, ma veramente pheega, mi si è avvicinata, mi ha invitato a ballare con lei e mi ha abbracciato forte forte! Mentre mi abbracciava, il suo complice da dietro ha cercato di fottermi il portafoglio.
Purtroppo per loro non ero abbastanza ubriaco... comunque, questione di un attimo e, per voi, sarebbe stata una splendida recensione!
Un'occasione come un'altra per pronunciare l'ultimo, irrevocabile vaffankulo.