QUATTRO STRONZI PER BANFI - 19 e 20 Luglio 1996
Nella Cumpa tutti avevano mandato affankulo tutti.
Nelle nostre zingarate serali, al di fuori di Informatica, eravamo rimasti in quattro: Attila, Niger, Jena il rollatore ed il sottoscritto... quelli che Pina la Scronda chiamava: "quei quattro".
Jena il rollatore però si era SPACCATO ENTRAMBE LE BRACCIA, quindi canne fankulo!
Per esorcizzare la decadenza e lo skifo, uscivamo tutte le sere.
Le nostre mete erano i concerti gratis alla Pellerina, il Bene di corso Vigevano (fuori pub e dentro asilo), le Ginestre di via Valprato (che se pigliavi una birra ti regalavano le penne all'arrabbiata, ma erano talmente piccanti che poi dovevi bere di nuovo) e quei forni abusivi che, fino all'alba, per 500 lire cagavano brioche.
La maggior parte del tempo però la passavamo in macchina a sparare stronzate e ad inseguire le auto che contenevano pheega, finché non ci umiliavano seminandoci (quindi il tutto durava un paio di minuti). Un applauso alle tre tipe che popolavano un'Y10 bordeaux identica alla nostra. Com'è che ancora adesso rischio l'infarto se.
Infine c'era il PUTTAN-TOUR CLASSICO: sfrecciare davanti alle troie ed ai ricchioni ai cento all'ora urlando "SOKAAAAAAAA!!!" e facendo foto.
La vittima preferita dei nostri puttan-tour era BANFI: un travestito splendido, vero sosia di Lino Banfi con calze a rete e parrucca bionda, che batteva in corso GalFer dietro al Fante. Prendere per il culo Banfi era l'unico, vero scopo delle nostre serate. Banfi era la nostra essenza, era il nostro skifo, eravamo noi.
Banfi, grazie! Grazie di esistere! Se un giorno leggerai queste righe, sappi che sarai sempre il nostro eroe.
Foto di MAROK
Nella Cumpa tutti avevano mandato affankulo tutti.
Nelle nostre zingarate serali, al di fuori di Informatica, eravamo rimasti in quattro: Attila, Niger, Jena il rollatore ed il sottoscritto... quelli che Pina la Scronda chiamava: "quei quattro".
Jena il rollatore però si era SPACCATO ENTRAMBE LE BRACCIA, quindi canne fankulo!
Per esorcizzare la decadenza e lo skifo, uscivamo tutte le sere.
Le nostre mete erano i concerti gratis alla Pellerina, il Bene di corso Vigevano (fuori pub e dentro asilo), le Ginestre di via Valprato (che se pigliavi una birra ti regalavano le penne all'arrabbiata, ma erano talmente piccanti che poi dovevi bere di nuovo) e quei forni abusivi che, fino all'alba, per 500 lire cagavano brioche.
La maggior parte del tempo però la passavamo in macchina a sparare stronzate e ad inseguire le auto che contenevano pheega, finché non ci umiliavano seminandoci (quindi il tutto durava un paio di minuti). Un applauso alle tre tipe che popolavano un'Y10 bordeaux identica alla nostra. Com'è che ancora adesso rischio l'infarto se.
Infine c'era il PUTTAN-TOUR CLASSICO: sfrecciare davanti alle troie ed ai ricchioni ai cento all'ora urlando "SOKAAAAAAAA!!!" e facendo foto.
La vittima preferita dei nostri puttan-tour era BANFI: un travestito splendido, vero sosia di Lino Banfi con calze a rete e parrucca bionda, che batteva in corso GalFer dietro al Fante. Prendere per il culo Banfi era l'unico, vero scopo delle nostre serate. Banfi era la nostra essenza, era il nostro skifo, eravamo noi.
Banfi, grazie! Grazie di esistere! Se un giorno leggerai queste righe, sappi che sarai sempre il nostro eroe.
Foto di MAROK
Attila, Jena e Niger nell´ascensore di casa Marok
La banda dell´Y10 bordeaux
L´ Y10 gemella!
Attila al Bene
Jena al Bene
Niger, Attila e Jena
Quei quattro stronzi
La preferita del giovane Marok
Il Q+ di piazza Bernini
Banfi
BONUS: Dietro le quinte, le pareti di CasaMarok a luglio del 1996
(cosa non si fa per finire un rullino...)
(cosa non si fa per finire un rullino...)
Casa Marok nel 1996 - i giochi su floppy
Casa Marok nel 1996 - il Commodore 16
Casa Marok nel 1996 - Fankulo!