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Elio SuonaMilano - 9/6/2001

Pubblico rock a Milano - clicca per ingrandire!
VIA!
Al risveglio mattutino dopo un concerto (e che concerto!), la prima cosa che si nota è la netta inferiorità del volume delle corde vocali rispetto al ronzio delle proprie orecchie. È sempre stato così. Dalla notte dei tempi. Sempre.
Quella mattina, invece, NØ.
Quella mattina, la prima onda sonora degna di percezione fu un messaggio nella mia fedele segreteria telefonica, una voce dolce e angelica che diceva pressappoco così: "Ciao testa di minchia, sono il il Favone GrassoneFavone Grassone. Ti informo che ci sarà tempo schifoso fino a tarda notte. Vaffangule!"

Nel colmo del mio dormiveglia, rimasi a lungo tempo a ripensare a questo messaggio.
Ero sgomento.
Per la prima volta, il Favone Grassone non terminava una frase con la parola "SBORRO!".

Sconcertato, decisi di chiamare l'amico Max Kava e gli chiesi lumi sulla situazione.

"Marok, ma sei fuori? - mi rispose - Ma stai a casa, che a Milano piove..."
PARTENZA
Dopo innumerevoli previsioni (tra cui, ricorderei Missione Campione), era ormai assodato che Max Kava è un perfetto oracolo: se dice che pioverà, ci sarà un sole che spacca le pietre; se dice che ci sarà un sole che spacca le pietre, verrai perforato da schizzi di dubbia natura; se dice tempo variabile, pioveranno meteoriti da Marte; e fu più o meno mentre pensavo a questa frase che mi accorsi di avere perso per mezzo minuto il treno per Santhià, storico appuntamento col Favone Grassone.
Favone che, ricordiamolo, non aveva il cellulare.

Per fortuna, dopo l'ora e mezza di puzza a Carisio del giorno precedente, il Favone aveva imparato la puntualità e non era ancora partito di casa, così feci in tempo ad avvisarlo di trovarsi a Milano.
Ero seriamente addolorato di non poter gustare fino all'ultima le sue bestemmie, anche perché ne stava coniando di inedite per il genere umano, ma, se fossi rimasto al telefono abbastanza a lungo, non sarei mai partito da Torino.
PRONTI?
L'incontro amoroso sotto l'arco della Pace fu addolcito dalla soave presenza femminile della Sara Caiazzo e la dislocazione della topabella Sara Caiazzo ("Ciao sono la Epi!" "Ah.. sborro!").

Dopo averci saturato i coglioni con i commenti sui pantaloni aderenti di Faso ("ma non metterlo in rete eh!"), la Caiazzo venne adibita ad antistress grafico e verbale. Eppure, nemmeno questa offensiva riuscì ad interrompere la sua logorrea: non taceva un solo picosecondo, anzi, la quantità e la velocità delle parole cresceva esponenzialmente e solo la somma della loro utilitià al minuto rimaneva costante, cioè ZERO!

Di fronte alla catastrofe, capii che era tempo di collaudare il mio nuovo registratore: il Minidisc Sony MZ-R900.
Per le foto, nessuno era ancora riuscito a convincermi a passare al digitale (nonostante gli apprezzabili risultati del giovane Iko, con la macchina che andava a floppy!); e comunque, il tipo grasso di fianco a me non aveva neanche il cellulare.
Per l'audio, invece, i pessimi risultati del bootleg di Roma mi avevano spronato a mandare le cassette in pensione: il giorno precedente, a Manerbio, per la prima volta avevo usato il minidisc per registrare un concerto.
Cioè capito? Per la prima volta in digitale!
Beh, vi confesso l'emozione e lo stupore nel constatare quanto fosse venuto... DI MERDA!!!
Infatti, non sapevo di dover regolare il volume di ingresso. Peccato. E va be'. Acqua passata. Per stasera, il volume era a posto! Sicuro, a posto. Tranqui! Se avete l'audio nel computer, le orecchie, javascript attivo e tanto (ma tanto!) coraggio, potete apprezzare i risultati nel contributo multimediale che segue.
Buon ascolto!
QUASI ROCK
Prima degli Elio e le Storie Tese, era previsto un concerto di musica etnica. Guardandoci intorno, notammo un gruppetto di tipi rasta che suonavano dei bonghi su alcuni scalini in fondo alla piazza. Era il concerto di musica etnica.
Al confronto, era più etnica Sara Caiazzo.

Arrivavano, intanto, altre fave, tra cui Scumio e Cindy. La giovane donna si aggirava scalza davanti alle Fave, così il favone iniziò a disquisire con lei ed i presenti di feticismo del piede, dimostrando tra l'altro un'invidiabile preparazione.
La Caiazzo, invece, guardandosi il braccio iniziò a domandarci incuriosita perché le avessimo scritto di Sara Caiazzosognare Milano, mentre le signore dietro di noi ci chiedevano chi fossero questi Storie Tese e se avessero intenzione di far tanto rumore.

La visione da vicino di due coriste della Biba e un unsepommiha del grande Foffo (il fonico di chi ama!) risollevarono un po' la pigra attesa, ma non ci impedirono di abbioccarci sotto il palco aspettando che le note dell'armonicista pazzo facessero il loro ingresso trionfale.
E MUSICA FU
Verso le dieci, finalmente i nostri sogni diventarono realtà, la folla intonò festosa: "Oh Susanna non piangere per me, ho le palle di riserva nel taschino del gilè" e gli Elii risposero con le prime note di... "Cassonetto".

"Guarda Milano, Torino in bocca!" esclamò Elio trionfante, mentre il Favone veniva divorato dalle zanzare e La Caiazzo mi chiedeva perché adesso dovessimo guardare Milano.
Quando i primi fessi iniziarono ad urlare: "Forza Panino", gli Elii li guardarono con un po' di stupore, non si abitueranno mai; comunque, proseguirono come se niente fosse con "La vendetta del fantasma formagginoLa Vendetta del Fantasma Formaggino" e poi, come la sera prima, con "Psichedelia", "Discomusic", "Caro 2000", "Carro", "Milza", "Il Signor Speziale" e "Farmacista".
Per la serie "rinnoviamo la scaletta"!

Al millemillesimo "Forza Panino!" del fesso di fianco a noi, Elio disse: "Guarda, là c'è un chiosco che vende panini, va' e compra!". Tutto inutile, nulla poteva arrestare il Forza Panino.

Per la gioia del mio minidisc, l'acustica era eccezionale e i "Berlusconi vaffanculo" si sprecavano, ma il Favone decise che era il momento di dare una svolta alla serata e, in un attimo di silenzio, intonò il grido del piacere: "BRAVA BOLBO!"

"Certo - rispose Elio - un applauso per la Bolbo, chi la conosce l'apprezza!"
"VIVA MANDINGO!"
urlò il tipo di fianco a noi (e di certo non si riferiva al nostro amico della Cumpa).

Dopo un attimo di gelo, il diversamente figato venne acusticamente soppresso con i primi accordi del pezzo successivo, che, per la nostra gioia, era la mitica "Sono Felice". L'avevano provata la sera prima, durante il soundcheck di Manerbio, ed era la prima volta che la sentivo dal vivo a un concerto; probabilmente anche l'ultima. Chissà perché avevano deciso di farla proprio adesso? Il fatto che alle spalle degli Elii campeggiasse la scritta "Giro d´Italia? Sono Felice!Giro d'Italia" poteva forse suggerire qualcosa, ma cosa? Bah!

Seguiva il gradito omaggio alla donna femminile "Essere Donna Oggi", seguita da un'ottima "Cara Ti Amo", in cui la giovane donna Elio lasciava il giovane uomo Carambola per "un tossicomane che mi caga perché io gli entro nel culo e lui mi caga".
Visualizzata? Bei momenti.

Ma finalmente rientrò sul palco l'artista completo MC Mangoni e poterono partire le note di "Evviva/La Visione", al termine della quale l'Architetto esclamò trionfante: "Mi raccomando, dopo aver fatto la cacca, pulitevi il sedere!"

La coprofilia è sempre gustosa, ma presto ebbe fine con "Né carne né pesce", "Abbecedario" e "SupergiovaneSupergiovane", con tanto di berlusconiano finale "Casa delle Libertà", che anche questa sera accese l'entusiasmo del pubblico rock.

Dopo un breve intervallo, sulla nuova eco dell'armonicista folle, ebbe inizio "Largo al Factotum", seguita da una commovente "Bis".

"Vogliamo Sergio nudo!"
strillò una psicolabile dalla prima fila.
"Sono già nudo! - gli replicò Carambola - perché la mia anima è nuda!"
"Vogliamo Tapparella!"
gridò il suo vicino.
"Tapparella? - rispose Elio, che non aspettava altro - TAPPARELLA!"

Con "Tapparella", finalmente, il fesso di fianco poté sfogare la sua voglia di "Forza Panino", mentre SNAFU, arrivato da chissà dove, iniziò a fare foto da oltre la transenna, così, a cazzo, di fronte agli sguardi allibiti dei buttafuori. Se non ci credete, ecco a voi un'incantevole diapositiva!

Pubblico rock

A metà canzone, poi, la Caiazzo ci salutò e andò via, perché era tardi. Sono cose che fanno pensare.
Sette corpi
BACKSTAGE
Terminato il concerto, come sempre ci radunammo vicino al palco, per penetrare con violenza dietro le quinte; come sempre, i soliti stronzi della sicurezza cercarono di fare di tutto per non farci entrare, come sempre il nostro angelo custode (La Bolbo!) li zittì e ci fece entrare, come sempre qualcuno tipo Shan arrivò mezz'ora dopo, e come sempre i buttafuori dissero: "Quelli di prima, passi, ma questo NO!"

Il Favone Grassone sfoderò tutta la sua autorità per farlo entrare, così Shan rimase fuori e il Favone Grassone venne zittito e mandato affanculo. Per fortuna la Bolbo accorse giusto in tempo per liberare l'accesso al profugo, e alle merde della sicurezza non rimase che sfogarsi tempestando di mazzate un palo. Fu una scena bellissima.

Intanto, mostrai le foto di Roma alle Fave, quando Silvia, Rocco e Mangoni notarono quella di Verdemela con il peezellow e ne rimasero fortemente colpiti.

"Ah! - esclamò Sergione - Ma... è quel coso pieno di urina che... sì ce l'ho anch'io!!!"

La Bolbo, invece, gradì tantissimo quella di Shan ammanettato, consacrandolo come idolo della folla.

Per non esser da meno, il Favone Grassone sfoggiava le sue foto con Paul McCartney a Milano, cosa che provocò in Cesareo l'esplosione di una serie di vaffanculo e in Carambola l'esplosione di una vena artistica perversa che lo portò a duettare con lui pezzi dei Beatles.

Solo a questo punto, capimmo che per quella sera ne avevamo viste abbastanza: volenti o nolenti, si era fatta l'ora di mandarci cordialmente affankulo e di darci appuntamento per l'indomani, destinazione San Donato!!!
Mi raccomando, ci vediamo là!

Intanto, però, andate tutti ciclisticamente affankulo.