IL QUANDO
E si era fatto giugno.
E forse fu questa incredibile scoperta che portò il giovane Iko a telefonare a casa Marok e, trafelato, urlare: "MAROK! GLI ELII L'8 SUONANO A MANERBIO!"
"Azz! - risposi, conciliante, come si fa coi Diversamente Figati - Guarda che, il giorno dopo, saranno a Milano!"
Il giovane Iko rimase silenzioso per qualche secondo, poi continuò: "Però, intanto, suonano a Manerbio!!! Dai, metto la Ikomobile, a completa disposizione! Andiamo?"
IL PERCHÉ
Quando un giovane si trova di fronte ad una scelta, è il momento di considerarne ogni lato, positivo, negativo e diversamente figato.
- Punto primo: in Lombardia c'erano tre date di fila; l'8 giugno a Manerbio, il 9 a Milano e il 10 a San Donato Milanese.
- Punto secondo: il 9 e il 10 erano gratis, l'8 a Manerbio no.
- Punto terzo: Manerbio era dieci volte più inculato di Milano! E pure di San Donato.
- Punto quarto: a Manerbio suonavano in un teatro. E i biglietti?
- Punto quinto: come inizio per un racconto, non sarebbe stato niente male!
"Mi hai convinto - risposi al giovane Iko
- Si parte!!!"
Iniziava così la Missione Manerbio.
IL CHI
Lessi dal
sito del nostro amico coglione
che il teatro si chiamava
Teatro Tenda.
Provai, fiducioso, a cercarne il numero di telefono per chiedere lumi su come prenotare i biglietti e, dopo mille peripezie, lo trovai. Finalmente! Yeeee!!!
Corrispondeva alla
parrocchia del paese.
Ovviamente, nessuno sapeva un santissimo cazzo né del concerto, né dei biglietti.
La serata pacco era pronta al novanta per cento, mancava ancora un unico ingrediente:
IL FAVONE GRASSONE!!!
"Uhm... non lo so, il giorno dopo mi alzo alle cinque, ok vengo SBORROH!"
Eravamo al completo.
IL COME
Il Favone Grassone sembrava contento di averci aspettato un'ora e mezza al casello di Carisio, anche noto come il posto di merda con più puzza di merda del mondo; noi però ci premurammo di ricordargli che può sempre andare peggio! Per esempio, saremmo potuti arrivare fino a Manerbio, davanti al teatro, per poi NON entrare, perché erano finiti i biglietti. Oppure, non arrivare nemmeno al teatro, perché bloccati in coda in autostrada.
Fu più o meno al termine di un'ora e mezza di coda in autostrada che leggemmo un cartello: "Attenzione, probabili code in autostrada!"
Eravamo arrivati a Manerbio.
L'UNSEPOMMIHA
Il prestigioso Teatro Tenda di Manerbio si rivelò essere
un grosso tendone da circo in mezzo a un prato.
In assenza di forme di vita esterne che ci potessero contrastare, ci introducemmo furtivamente nel nostro luogo del piacere e vedemmo gli Elii in tutto il loro splendore che stavano provando
"Sono felice".
Un applauso per la parola gratis!
Non ricordando di avere mai sentito quella canzone dal vivo neanche a pagamento (probabilmente la
prima e l'ultima volta l'avevano fatta nel '90), il mio giovane corpo iniziò a vibrare in modo sempre più tellurico, finché una tipa bionda ci venne incontro.
"Fave!" esclamò la bionda.
"Sì?" rispondemmo, incuriositi.
La tipa, che non avevamo mai visto prima, ci parlava come se ci conoscessimo da una ventina d'anni, e la cosa ci rallegrava parecchio, così decidemmo di darle corda e intuimmo che doveva essere una tale Cristiana che lavorava al Fave Club quando ancora non esisteva la Bolbo, né il mondo.
Nel frattempo, le prove erano finite e il buon Carambola (TAFKA Rocco Tanica) scese a salutarci.
Il Favone accolse il buon tastiere con una chicca prelevata direttamente dalla sua edicola, ovvero
un cd contenente l'inno a "Schumacher campione". Nonostante questo, Sergione sembrava resistere imperterrito alla nostra presenza, finché l'altoparlante non diffuse le note di
"Handy Man" di James Taylor e ci cantammo sopra
"Orrendi nei".
L'anno precedente, a
Salice, era già successa una scena identica, ma stavolta il buon tastiere fu nettamente più veloce: un picosecondo più tardi, era già vaporizzato.
L'UOMO E LA GALLINA
Erano quasi le nove, quando il tendone si iniziò a riempire ed altre due fave fecero la loro comparsa sotto il palco:
Marzia e Viviana,
anche nota come
"la tipa della
foto con le tette grosse, dai, Marok, come si chiama?".
Il Favone Grassone, stimolato da tanto spettacolo, iniziò lentamente a sfoderare il lato migliore di sé, mentre lo sconosciuto dietro di me raccontava di come fosse possibile
catturare una gallina mediante penetrazione retroattiva.
Sono sempre persone che nella vita è bello avere dietro.
Sfortunatamente, il prematuro inizio della musica spense sul nascere la nascente orgia zoofilo-intellettuale, per lasciare spazio alle sublimi note di...
"Tira en Tosto". Iniziava il concerto!!!
L'UOMO DEL GIAPPONE
Un assolo di armonica tolse ogni dubbio: l'atmosfera era assolutamente
"Made in Japan". Non a caso il brano di apertura era
"Cassonetto", scatenata come nel disco live.
L'acustica del tendone faceva discretamente schifo. In compenso, la pendenza del telaio esterno e il colore bluastro del telone si prestavano a degli ottimi giochi di luce che disegnavano bizzarri raggi luminosi dietro al simpatico complessino. Oppure, era la droga.
Il secondo pezzo fu un gradito ritorno, ovvero la potentissima
"Vendetta del Fantasma Formaggino",
ripescata dal leggendario
"neverending tour" del '98.
Il resto proseguiva invariato dal 2000 (2001 due coglioni) con
"Psichedelia",
"Discomusic",
"Caro 2000",
"Carro",
"Milza",
"il Signor Speziale" e
"Farmacista".
Eravamo già rassegnati all'infinità della ricorsione, quando il destino spezzò la routine regalandoci una ghiotta sorpresa:
"omaggio alla donna femminile", alias la bellissima
"Essere Donna Oggi"!
Furono tutti molto contenti, soprattutto il retrostante inculagalline, che non avevo mai visto così in forma. Più di lui, forse, solo il giovane Carambola, cornificato in
"Cara ti amo" per
"uno che vende ciabatte in un supermarket e ci mette dentro pezzettini di merda". Come dargli torto?
Anche MC Mangoni, comunque, era in vena creativa; al termine di
"Evviva/La Visione", ebbe il modo di dimostrarlo, suggerendo al pubblico con aria dolce e affettuosa:
"Per proteggervi dalle zanzare... spalmatevi sul vostro corpo... LA MIA SBORRA."
"Mc Mangoni è del genere gangster rap italiano - spiega Elio -
dice delle cose forti e alla gente piace. Per questo gli Articolo, i Gemelli e i Sottotono ce lo vogliono fottere... ma noi MC Mangoni non lo diamo a nessuno!".
E proprio a questo punto, per ragioni imprecisate, prese vita un coro
"Forza Panino", che Carambola non mancò di accompagnare alla tastiera, improvvisando un improbabile mix con l'inizio di
"Né carne né pesce".
Seguivano
"Abbecedario" e, come da copione, l'immortale
"Supergiovane", con una lieve variante sul tema.
"Siete voi aperitaviti?"
"No!" rispose il grande pubblico.
"Siete voi aperitivi?"
"Sì!" rispose il grande pubblico.
"E invece no! Questa sera, siete dei
CASA DELLE LIBERTÀ!"
Gli inevitabili fischi dello zoccolo antagonista si trasformarono prontamente in applausi, alle note del nuovo irresistibile pezzo dedicato al neogoverno Berlusconi, che Supergiovane aveva votato mettendo una fetta di prosciutto sulla scheda e scrivendo
"Berlusconi pirla".
Dopo un breve intervallo, l'armonicista folle introdusse un'altra sorpresa, alias la celebre aria del Barbiere di Siviglia
"Largo al Factotum", ovviamente reinterpretato in stile Craccracriccrecr.
Seguivano
"Bis",
con il finale alla
"Somebody to Love",
e
"Tapparella", che concludeva in bellezza la serata.
Sugli applausi finali, si fece capolino una melodia per qualcuno molto familiare: era
l'inno a "SCHUMACHER CAMPIONE", che il Favone Grassone aveva regalato a Carambola poche ore prima.
"Me l'ha dato LUI!" urlò Rocco, indicando il Favone alla folla propensa al linciaggio, prima di scomparire dietro le quinte.
L'UOMO, LA FAVA E L'ARTISTA
Per la prima volta, il numero delle Fave ad un backstage era minore di quello degli elii.
Noncuranti di questa scoperta, ci introducemmo furtivi dietro alla cancellata; pochi minuti più tardi, ci raggiunsero Elio e Rocco, seguiti dal buon Christian e dall'artista Mangoni.
Non appena mi vide, l'Architetto esclamò:
"Ma tu non sei di Torino?"
Annuii divertito, aspettandomi qualcosa del tipo:
"Ma che cazzo ci fai a Manerbio?", invece l'artista completo proseguì dicendomi:
"No, perché io avrei una macchina fotografica da portare a riparare a Torino, così se me la porti te..."
"Ok architetto... dammela pure!"
"Eh, ma non ce l'ho... te la porto domani a Milano!"
Subito dopo, Mangoni sparì, seguito a ruota dagli altri membri.
Solo il tastiere Jantoman rimase con noi a fare quattro chiacchiere, cioè rimase muto, fissando il pavimento, oppure il soffitto. Strana la vita dell'artista.
Ma è strana anche la vita della fava, quando, ritrovandosi alle tre di notte a due o tre ore di macchina da casa, decide che forse è ora di fare dietrofront.
Così, salutate Marzia e Viviana, sempre
"quella della
foto con le tette grosse, dai, Marok, come si chiama?",
ci dirigemmo verso casa, con il Favone Grassone che diceva:
"Ohu, domani tutti a Milano!" e il giovane Iko che non fece in tempo a mandarlo affankulo, perché lo trovò già crollato tra le braccia di Morfeo.
Ci avrebbe pensato una tappa all'autogrill a rimettere in sesto i nostri eroi, quando una commessa con seri problemi di vista (e non solo) mi scambiò per Cesareo (???) e uno scaffale di videocassette porno richiamò alla mente del Favone i lieti giorni della sua gioventù.
Le nostre avventure però non erano ancora finite: l'indomani sarebbe partita... la
MISSIONE MILANO!!!
Per il momento, però, andate tutti manerbiamente affankulo!