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Sabbia e Relitti Umani accolgono... The Great Naco Orchestra!

"Favone ama penetrare fisico tonico e burroso"
Coglierto dixit
Erano le quattro del pomeriggio, quando i miei fari bruciati si accesero sul mondo.

La prima cosa che mi colpì fu il surreale silenzio che mi circondava e, prontamente, pensai: "O le hanno sterminate o sono uscite!"

Ad un più attento esame, mi accorsi d'esser rimasto onanicamente solo, così mi avviai verso la spiaggia ripensando al messaggio dell'amico Coglierto: "Favone ama penetrare fisico tonico e burroso".
Forse quella mattina mi ero perso qualcosa?

Sicuro di incontrare il Favone e il suo compare multimediale, mi incamminai per il budello, pronto a salutare il nuovo giorno con una nuova e ghiotta discarica di cazzate.

La bella giornata invitava all'attività fisica! A questa frase, il Favone in passato amava rispondere: "Senti questa di attività, è pure tellurica!" lasciando seguire un'allegra salva di peti.
Oggi, però, era un altro giorno: i due giovani rallegrarono il mio risveglio con i racconti del loro fortuito incontro con Donna Format, avvenuto quella mattina.

Alla domanda: "Dov'è la tua amica Ferilla Purilla?", la fanciulla aveva risposto con la frase: "Come si dice quando una è in bagno ma non sta facendo il bagno però non fa pipì!?...".
Disorientati dall'influenza cerebrolesa, Coglierto e il Favone si erano a malapena accorti che Donna Format li aveva condotti di fronte ad una spiaggia. A pagamento.

"Sono 25000 a lettino, giovani! Quanti ombrelloni ci porto?"

Mentre favone mormorava a mezza voce: "Ma cazzo, con 5000 lire in più ci salta fuori una chionza con una battona!", Coglierto spiegò alla titolare che si era ricordato di avere lasciato il gas acceso e scappò a gambe levate, inseguito dal Favone che si premurò di raccomandare a Donna Format: "Aspettaci qua che torniamo subito!"

Avrebbero passato il resto del pomeriggio di fronte alla batteria più grande del mondo, Coglierto annegando in un mare di birra, sugo, panna e pesto, l'infuocato Favone sorseggiando romanticamente la sua acqua minerale.

Rapito dal loro racconto, decisi di fare anch'io un breve salto in spiaggia, dove la Cicalona mi accolse con la seguente frase: "Ti ricordi che hai portato a sviluppare da FotoAldo le tue foto della Biba? Le ho ritirate io! Ce l'ho qua! E NON te le do!".

Il risultato fu una selvaggia lotta acquatica, peraltro divertente, che però ebbe un unico spettatore: Mumble, miracolosamente risorto dopo la dipartita delle belle etrusche.
In compenso, era scomparso Manu dalle nostre vite, probabilmente per sempre.
QUELLI CHE ASPETTANO...
E anche oggi si erano fatte le sei e mezza.
Ripensando alle scorse serate, Quant'è bella giovinezza mi precipitai a prendere dei posti nella piazza, accorgendomi anche stavolta di come ogni sedia fosse già drammaticamente occupata.
Per fortuna, Emilio, Duccio e Shan avevano avuto la mia stessa idea, però mezz'ora prima: erano riusciti a prendere gli ultimi posti rimasti... e mi avevano tenuto una sedia! Ero commosso.

"Ma... e il Favone e Coglierto?"
"Boh. Cazzacci loro!"
.

Mi associai al pensiero collettivo e mi svaccai sulle sedie aspettando l'inizio del concerto.

Il Favone e Coglierto arrivarono pochi minuti più tardi e, carichi di speranze, ci chiesero se le sedie vuote tra Duccio e Rese fossero per loro.
Le Fave Romane, cariche di amore, risposero che quelle sedie erano per la Cicalona, Lees@ e Verdemela e nessun altro al mondo.
In quel preciso istante, senza chiedere nulla a nessuno, un vecchio si sedette su una delle nostre sedie. Così, perché vaffankulo.

Scopri l'intruso "Ehm... scusi... quei posti sono occupati!"
"Ah, non vi preoccupate -
sussurrò il vecchio - io ne occupo solo uno, questo qua!"
"No... ehm... anche quello è occupato!"
"Occupato? E da chi? Qua non c'è nessuno..."
"Eh... deve arrivare altra gente!"
"Be', aveva solo da arrivare prima!"
urlò stizzito. Fine.

Dopo questa perla, l'arzillo vegliardo si blindò in un imperturbabile mutismo, a cui facevano eco le risate del Favone e dell'amico Coglierto, rassegnati a stare in piedi con l'ultima delle Fave Ignoranti che fosse arrivata.

Intanto, le altre sedie vuote, che occupavamo con noncuranza, stavano catalizzando contro di noi i malumori dell'intera piazza, che si apprestava al nostro linciaggio. Fu più o meno allora che, senza che ce ne potessimo rendere conto, si era passati dal soundcheck al concerto.
MUSICA!
Il primo vagito dell'ultima serata furono i TAMTANDOTAMTANDO, ottima "marching band" di Aosta che Rese salutò stappando una lattina con la grazia di un elefante affetto da Alzheimer. Il risultato, apprezzabile, fu che allagò completamente il vecchio rincoglionito di fianco a lui: fu la prima buona azione della serata, e forse della sua vita.

Nel frattempo stavano pervenendo le giovani donne, con calma, perché tanto non c'era fretta, c'eravamo noi a beccarci gli insulti, no?
Iniziammo a pensare che il vecchio aveva fatto bene ad insediarsi al loro posto.
Unica assente la Cicalona "sì sì, ma poi arriva!". Non contenta, aveva anche spento il telefonino.

Verso le dieci, Lees@ si ricordò di aver prenotato (senza dircelo!) una decina di posti a sedere a nome "Fave" nel bar in fondo alla piazza, dove la gente in questo momento si stava scannando per un posto in piedi. Nemmeno il Favone e Coglierto vollero tentare l'esproprio di quelle sedie, per paura di essere impalati dal gestore. Annotammo sul nostro memoriale di non mettere più piede in quel bar, se non travestiti da fan di Piero Pelù.

Comunque i Tamtando erano davvero grandi, belli i ritmi sudamericani ed eccellenti i percussionisti, non a caso ad ogni loro pezzo strappavano gli applausi di tutto il pubblico tranne una persona a caso: il vecchio rincoglionito. Era l'unico a non battere le mani, fissava imbalsamato l'universo e dimostrava a tutto il mondo che, di quel concerto, non gliene poteva fregare un fottutissimo benemerito cazzo.

Alle dieci e mezza un focoso applauso salutò l'arrivo del grande Tullio De PiscopoTULLIO DE PISCOPO.
Deciso a prolungare fino all'orgasmo l'estasi della sua batteria, ci regalò una performance ai limiti dell'umano, trattenendosi a grande richiesta come ospite presso il gruppo successivo.

La GREAT NACO ORCHESTRA è un'orchestra di percussioni che, come la Biba, è formata da musicisti spettacolari, in "vacanza" dalle proprie abituali tourné. Ogni anno, si esibisce l'ultima sera del jazz festival di Laigueglia in memoria di Giuseppe "Naco" Bonaccorso, un grande percussionista scomparso in un incidente stradale mentre tornava da un concerto a Laigueglia, una notte del 1996.

Ospiti quella sera, oltre a Tullio De Piscopo, anche Teresa De SioTeresa De Sio e Michael Rosen, virtuoso sassofonista americano che, la sera prima, stremato dalla jam session, non aveva trovato di meglio che il corpo umido e sudaticcio del Favone Grassone come egregia stampella per raggiungere sano e salvo l'agognato Nirvana.

Nonostante i quattro sconosciuti bevuti e fumati che, dai bar, gridavano: "Forza Tullio!", stavamo assistendo a uno dei concerti più belli della nostra vitaccia lurida e zozza.

Il gran finale vide tutto il pubblico coinvolto nell'orecchiabile ritornello suggerito dagli artisti che, scesi dal palco, si mischiavano alla folla in delirio, ma... tutto il pubblico venne coinvolto? Tutto?
Ovviamente no, tutti tranne uno: il vecchio rincoglionito, che nel frattempo, annoiato, se n'era andato. Sono cose che fanno pensare.
THE GREAT NACO ORCHESTRA
AFTER
Visto che la Cicalona ancora non s'era vista, il suo posto rimase inquietantemente VUOTO.
Fu l'ultima beffa dell'incazzoso vegliardo, l'ultimo scherno nei confronti di giovani e ingenue fave, ignoranti quanto diversamente figate.

Ma la serata non era finita e, per la gioia del Favone Grassone che girava per Laigueglia con stampato sulla fronte "sono a dieta perché mi brucia", decidemmo di affogare i nostri dispiaceri nel cibo e ci spalmammo in una pizzeria che aveva una grande particolarità: era più cara della nostra amata Affanculo.

In compenso il servizio era di prim'ordine, specialmente il cameriere che, rovesciata l'intera birra sulla pizza nonché sul corpo del giovane Shan, rimase minuti a fissarlo inebetito.

"Scusi... potrei avere una cannuccia?"

Solo ora la serata poteva dirsi conclusa. Ogni tentativo del Favone e dell'amico Coglierto di mettere piede alla Jam Session da Pacan venne puntualmente spento dall'avverso destino e ogni zampillo di vitalità delle giovani fave si seppellì sotto lo spessore delle nostre sozze coltri, non lasciandoci che l'attesa di un'alba che ci avrebbe visti in viaggio verso Milano, pronti per mandarci nuovamente, simpaticamente e per sempre affanculo.