ALBE E MOTORI
Almeno di sabato mattina, speravo che i solerti meccanici si crogiolassero in quella beata attività che consiste nel fare un benemerito cazzo; o, se proprio dovevano fare qualcosa, almeno che non rompesse i koglioni. Probabilmente, in tutte le altre parti del mondo è così, probabilmente anche per tutti gli altri meccanici di Laigueglia è così, ma, per quello che sgommava sulla mia finestra, NØ: lui era nel colmo dell'attività psicofisica!
E così, anche oggi lasciai la camera d'albergo qualche minuto prima di mezzogiorno. Non mi ero mai alzato così presto per tre giorni di fila dall'inizio del nuovo millennio.
Che vita di merda!
FITNESS e PHEEGA
Solo la spiaggia mi seppe riconciliare con l'universo. Il fitness era al culmine della sua carica mattutina e la luce del giorno divideva la spiaggia tra un villaggio che balla e un GRUMO che annulla... senza successo: in mezzo alla folla ginnica, brillava la Frappa!
Inaugurai fiducioso il mio rullino numero tre.
Almeno di giorno, in piena luce, in spiaggia, quella cazzo di macchina foto handicappata sarebbe riuscita a mettere a fuoco qualcosa?
Lo scopriremo solo vivendo!
EVVIVA GLI SPOSI!
Terminato il fitness, me ne andai a spasso per il budello, mollai a FotoAldo il rullino numero 2 (
"ne saranno venute a fuoco almeno sette?") e mi imbattei nell'ultima cosa che avrei potuto pensare di vedere quel giorno:
il matrimonio di Rosario Bonaccorso!
Una piccola folla di curiosi si era radunata di fronte al municipio, tra cui un bizzarro individuo che camminava obliquo, trascindo con sé una macchina fotografica reflex con tanto di cavalletto, indossando un impeccabile vestito nero con scarpe marroni stile Timberland anni 80 e dirottando verso di sé l'attenzione dei turisti e dei locali.
Era ovviamente il Pastrano, chi era più obliquo di lui?
Mi salutò con la sua carica di sana allegria, ottimismo ed insulti a tutte le divinità passate, presenti e future, già pregustando
la sua foto su internet.
"Non è che la metti, vero?"
"No no, tranquillo!"
Dopo un breve giro turistico, mi spalmai sulla spiaggia libera vicina al molo, insieme all'autistico Grumo, a Rese, ma soprattutto alla
Frappa, raro esempio di giovane donna contemporaneamente pheega e nerd.
"MA IO NON SONO NERD!!!" obiettò la Frappa, dopo mezz'ora passata a parlare di javascript, fogli di stile, grafica vettoriale, Linux, Windows, Leisure Suit Larry 1, Monkey Island, Windows Commander, UltraEdit e canali chat su Irc. Basta essere convinti delle proprie idee...
La
Frappa,
però, sapeva disquisire anche di
altri argomenti.
"Vedi il mio asciugamano? - sussurrò, con aria soave
- Dei tossici ci hanno fatto pisciare sopra il cane ieri sera!"
Strana persona.
Sarebbe potuta essere la mia anima gemella, ma il mondo non era ancora pronto per l'Apocalisse quantistica. Così, ci affogammo tutti assieme nel mar Ligure e risorgemmo cacciatori di cibo per i locali del budello.
QUELLI CHE ASPETTANO...
Da Pacàn ci aspettavano le crêpes e, a sorpresa, i compari concorrenti.
Quelli di quest'anno? Ma no, quelli dell'anno scorso, i biellesi amici del Favone:
Andrea Beccaro e Riccardo Ruggeri.
Ogni anno vige la simpatica consuetudine di far suonare sul palco i vincitori della precedente edizione, così i due biellesi erano gioiosamente pervenuti su questi lidi e si erano uniti al nostro cazzeggio pomeridiano.
Mancava solo più la fatidica domanda:
"E il
Favone Grassone?"
"Non ha avuto ferie quest'anno..."
"Ma va? AHAHAHAHAHA!"
Gran cosa l'amicizia.
Dal canto suo, Laigueglia era veramente un unico immenso troiaio. C'era il pieno di gente dappertutto, in ogni angolo qualcuno percuoteva oggetti di varia natura e, dovunque mi girassi, c'era un mare di pheega. Praticamente il Paradiso.
La serata, invece, si preannunciava l'Armageddon.
Non solo erano in programma
trecentocinquantasette gruppi, non solo bisognava anche recuperare gli High Five Quintet che non avevano suonato la prima sera per via della tempesta di Grumo, ma c'era anche la finale del concorso: insieme ai suoi concorrenti aveva acquisito una priorità zero, vincendo a grande richiesta l'ultimo posto al
soundcheck.
Se c'era tempo.
Intanto comunicai al Pastrano chiaro e tondo che un'altra sera piantato nel banchetto in culo ai lupi da solo non me la sarei fatta manco per il cazzo. O mi dava una posizione decente e, soprattutto, un altro handicappato su cui scaricare i miei lamenti esistenziali, oppure potevano ficcarsi le magliette ed i cd tutti quanti su per il culo, contemporaneamente.
Magicamente, il tavolino si spostò di fianco al mixer, e magicamente spuntò l'handicappato:
l'autistico Grumo, reclutato per la missione.
Non appena ricevuto l'incarico, l'autistico si mise a contare e suddividere tutte le magliette, fece l'inventario fino all'ultimo centesimo dei soldi della cassa e compilò un quaderno con entrate, uscite ed estratto conto. Avrebbe anche derivato un grafico in Excel, se solo avesse avuto dietro un computer portatile.
Abbandonato l'autistico al suo destino, mi armai di santo coraggio e mi diressi da FotoAldo a ritirare il rullino numero due.
FotoAldo iniziò a ridere quando ero ancora un puntino al bordo della vetrina: le foto a fuoco erano sempre SEI su TRENTASEI, ero rimasto in media.
"Non è che per caso avresti una macchina foto da prestarmi?"
"NØ!"
Quindi, feci un salto in albergo, per andare a raccattare i fogli che avevo stampato per la giuria.
Fu allora che incrociai le ultime due persone che mai avrei pensato di incontrare a Laigueglia: le Fave Romane
Mumble e Mulder.
Contrariamente ai loro compaesani tirapacco, avevano deciso di farsi almeno le ultime due serate del Percfest, dormendo nel campeggio sulla collina.
"Questo è essere veri uomini!" pensavo, mentre mandavo affanculo Grumo ed il banchetto e mi sedevo in prima fila tra la giuria.
Christian Meyer invece NON c'era: suonava a Tregnago con Elio e le Storie Tese, così il posto di giudice vacante fu ereditato da Alessandra Belloni.
Per una volta, tutti i giurati erano puntuali e si potè iniziare subito con la finale. Fu una fortuna, perché un ritardo anche minimo sarebbe sfociato in omicidio.
LA FINALE SARDA
A sorpresa, il duo Tedesco/Campus aveva deciso di cambiare brano, mentre Stefano Incani avrebbe conservato il primogenito.
Fu un duello all'ultimo sangue, entrambi avevano fatto colpo sulla giuria, ma alla fine il risultato fu inequivocabile:
PAREGGIO.
Rifeci i conti due volte, accompagnato dal dolce sottofondo degli
HIGH FIVE QUINTET
(il gruppo alluvionato della prima sera); ebbene, i calcoli dei punteggi non lasciavano dubbi: il delta, l'epsilon e tutto l'alfabeto greco erano uguali a zero.
Decidemmo di nominarli vincitori ex aequo e dividere i premi in parti uguali, così andai a chiamare i concorrenti per la premiazione. Il duo Tedesco/Campus, com'era logico, accorse in un picosecondo; invece, nessuna notizia si aveva del batterista
Stefano Incani: era scomparso. Prima della premiazione!
Provai a chiamarlo, il telefonino era spento.
Provai a chiamare Riccardo Lombardo, che era sempre con lui. Nemmeno lui rispondeva.
Girai mezza Laigueglia, ma si era dissolto nel nulla.
Alla fine, Rosario ed il Pastrano presero atto della sparizione e
decisero di fare la
premiazione
senza di lui.
In tutto ciò, FotoAldo NON c'era, così scattai le foto con la macchina handicappata, sicuro che non ne sarebbe venuta a fuoco nessuna.
Salutati i concorrenti, raggiunsi GRUMO, che dall'inizio della serata era bloccato da solo al banchetto del merchandising.
L'autistico mi informò di una ghiotta novità: il cantante degli
"High Five Quintet" aveva annunciato dal palco che al banchetto del merchandising sarebbe stato possibile comprare i loro cd. Fico!
Il banchetto del merchandising eravamo noi. Strafico!
Piccolo dettaglio:
nessuno ci aveva dato i cd degli "High Five Quintet" da vendere e nessuno li aveva mai visti da nessuna parte.
E
ce li chiedevano TUTTI, una folla immensa: a non averceli dati, gli High Five ci avevano rimesso tipo un miliardo. Peccato.
In ogni caso grazie alla pubblicità dal palco e alla posizione meno sfigata, quella sera facemmo affari d'oro.
Il cliente tipo si avvicinava con aria circospetta, chiedeva un cd degli
"High Five Quintet", poi si dirottava sulle magliette e, illudendosi di essere magro, ne comprava un paio di taglia M o L, che non gli entreranno MAI.
Affinando la sublime arte della supercazzola riuscimmo a fare fuori anche un paio di dischi di musica a noi sconosciuta, spergiurando che
"assomigliavano moltissimo alla musica degli High Five Quintet".
Tra i tanti clienti in coda, sbucò all'improvviso FotoAldo: meglio tardi che mai.
Mi mollò le sue foto, prese il mio secondo rullino da sviluppare e schizzò sotto il palco, ma ormai era tardi per gli
"High Five Quintet": niente cd e niente foto decenti. Peccato.
In compenso, eravamo ancora in tempo per l'ultima performance della serata: lo
"SHAWN MONTEIRO QUARTET"
La cantante,
Shawn Monteiro,
era quella che avevo allietato con la mia cultura anglosassone la sera precedente.
In effetti aveva una bellissima voce, e anche i musicisti che la accompagnavano erano in gamba:
Bobby Durham alla batteria,
Wayne Dockery al contrabbasso,
Massimo Farao al piano
ed infine c'era un personaggio bizzarro, chiamato
Archie Shepp.
Però nessuno ci chiese il loro cd, tutti volevano sempre e solo quello degli
"High Five Quintet".
Un miliardo di vendite sfumato nel nulla.
E
Stefano Incani? Grazie per avermelo chiesto: ricomparve mentre stavamo smontando il banchetto, come se niente fosse accaduto. Eppure, la soluzione dell'enigma era elementare:
aveva trovato della pheega e si era infrattato in spiaggia. E la premiazione? Soka!
"COME SI PERMETTE??? NON È AMMISSIBILE!!! PERCHÉ LUI SÌ E IO NO???" sbottò il Pastrano.
Sono cose che fanno pensare.
E va be', radunai i tre concorrenti, li ficcai sotto un lampione dietro al palco (erano praticamente illuminati a giorno), gli intimai di stare fermi come statue di sale e scattai una
foto della premiazione,
così, senza senso.
Se fosse venuta una poltiglia sfocata, avrei avuto già pronta la didascalia per il sito ufficiale del PercFest:
"Vincitore dell'edizione 2003: l'ANTICRISTO!".
Del resto, la vita è così, un immenso vortice che zampilla al fondo dell'immenso cesso dei nostri destini, portandosi dietro le tracce di quello che è stato e rispecchiando il volto di quello che è e sarà.
Quali sorprese ci avrebbe regalato l'ultimo giorno del Percfest? Lo scopriremo solo vivendo.
Intanto, però, andate tutti affankulo.