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Percfest2003 - ECONOMIA DAVANTI COMMERCIO DIETRO
"Le ore del mattino han l'oro in bocca!" scriveva Jack Torrance.
"Le ore del mattino iniziano a mezzogiorno!" scriveva il giovane Marok.

Grumo mi aveva dato appuntamento in spiaggia, a Ellade e Christian MeyerFitness che ritmo, alias l'amena ginnastica balneare condotta dalle batterie di Ellade e Christian Meyer.
Tutto questo prima dell'alba, alle undici e mezza.
Praticamente era un pacco già formulato, impacchettato e pronto per la spedizione alla Grumo Autistics Studios SpA.

Invece il destino decise altrimenti.
Il tritolacazzi meccanico, a furia di sgommarmi sulla finestra li mortacci sua minchia cazzo vaffankulo, mi aveva riportato nel mondo dei vivi che erano da poco passate le undici.
Le undici e un quarto quando avevo finito di insultare lui, la sua famiglia e i suoi discendenti fino alla quindicesima generazione.
Ad aggravare ulteriormente le cose, il Fitness che ritmo era proprio davanti all'albergo, quindi alla fine senza neanche accorgermene arrivai dai ginnasti in perfetto orario.

Questo comportava la riduzione in modo significativo della distanza di sicurezza tra il mio giovane corpo e coloro i quali fanno ginnastica al mattino, anche detti Fitness, che ritmo!gli alieni.

La prudenza non è mai troppa, così rimasi lì solo per il tempo necessario a dire: "Non lo farò mai!" ed orizzontalizzarmi nella spiaggia vicino al molo.

Il sole non era un granché (c'era Grumo...) e il mare era molto meno caldo del giorno prima (c'era Grumo...), però l'inattività totale rendeva il tutto molto poetico.
RETROPROPAGAZIONE
Alle tre ci incamminammo verso Pacan per il seminario di Silveira, ma prima che ci potessimo arrivare il Pastrano mi aveva già chiamato in piazza.
Venne fuori che c'era da vendere del merchandising e bisognava allestire un banchetto. La cosa drammatica fu che l'unico che poteva farlo ero io.
Si preannunciava una giornata di merda.

Nella popolazione della piazza la presenza del banchetto riscosse la stessa carica di entusiasmo di una centrale di smaltimento rifiuti: tutti dicevano che era una cosa utile e meritoria per il Paese e la società, ma nessuno voleva averla tra le palle.
Per forza di cose il banchetto doveva essere vicino al magazzino, che era vicino al mixer e al bar; il barista mi disse che gli rompeva i coglioni, quindi di andare vicino al mixer, il mixerista mi disse che gli rompeva i coglioni, quindi di andare vicino al bar.
Alla fine i due si misero d'accordo per una posizione di compromesso: oltre il fondo della piazza, vicino ai bidoni dell'immondizia e fuori dai coglioni. Però senza usare le sedie del bar, quelle erano per i clienti: il barista me ne diede appositamente una scassata.
In pratica, avevo fatto la fine dell'aretino Pietro: economia davanti, commercio dietro.
SOUNDCHECK
Intanto arrivarono i concorrenti di quella sera: il batterista Alessandro D'AloiaAlessandro D'Aloia, ormai senza fissa dimora, ed il duo Stefano Tedesco/Giampaolo Campus.

Del duo sapevo che avevano trovato un albergo ad Andora, patria della zanzara nonché paesone a sud di Laigueglia costruito su una palude nel corso del boom edilizio degli anni sessanta.
In compenso non ero ancora riuscito a capire che tipo di strumento suonassero. Li vidi arrivare con la macchina stracolma di roba fino a scoppiare stile famiglia di Torino che parte per il mare per un weekend, li osservai incuriositi montare metri cubi di strumenti, finché non presero forma due strane similtastiere, una di legno e una di metallo.
Già solo a guardarle mi piacevano un casino, poi quando Stefano iniziò a tirarne fuori i suoni più impensati decisi che le volevo anch'io nel salotto di casa.
Col tempo avrei saputo che si chiamavano marimba e vibrafono.
Anche questo è il bello di andare al Percfest.

Il suo socio Giampaolo Campus invece era immerso in una jungla di cavi e pannelli elettronici che al confronto camera mia è ordinata. Il regolamento del Concorso Percfest impediva di mandare una base in playback ma permetteva di autocampionarsi in diretta, così Stefano si era portato dietro il suo tecnico del suono di fiducia. Era un metodo che tra l'altro doveva anche portare anche un discreto culo, visto che l'anno prima quelli che l'avevano fatto avevano vinto.
Anche nel loro caso in effetti il risultato sembrava fico, sarebbe stata una ghiotta semifinale.
Forse.

Intanto, una nostra vecchia conoscenza si fece finalmente largo tra la folla del Percfest.
Era Don Rese, accompagnato dalla giovane donna misteriosa, contro ogni aspettativa assai parecchio molto figa.

"Ciao, sono la Rese e la FrappaFrappa!" "Apperò!"
Erano appena arrivati a Laigueglia ma già si erano fatti fuori un discreto esercito di crepes panna/Nutella/nonsanondice. Prima che la Frappa potesse finire di compilare l'elenco completo di tutto ciò che avevano ingurgitato a merenda, mi dissero che andavano a fare cena.
Eppure erano molto in forma... avranno trovato un modo efficace di bruciare calorie.

E anche il soundcheck era terminato, Rosario mi disse che avrei dovuto continuare il banchetto fino a fine serata, l'autistico Grumo venne cacciato dal posto che aveva conquistato arrivando sul posto un'ora e mezza prima, e di Rese e della Frappa nessuna notizia, così come dei giurati.
Tutto nella norma, dunque. Si poteva iniziare!
MUSICA!
Anche stasera la gara fu molto combattuta, grande spettacolo, grande musica e scarto dei voti minimo: 0.6 a favore del Il duo Tedesco/Campusduo Tedesco/Campus.

Ghiotto anche il seguito della serata Percfest col ROBERTO GATTO QUINTET e la CECCARELLI BROTHERS STAR REUNION.
La serata del giovane MaRoK invece proseguiva con il banchetto del merchandising.

L'organizzazione di questo banchetto era quanto di più infelice la natura umana potesse realizzare, al confronto quelli di Fastweb fanno un lavoro ordinato e preciso.
La roba che dovevo vendere era in un magazzino, il magazzino era chiuso, la chiave ce l'avevano solo persone che erano dall'altra parte del mondo e che comunque una volta trovate l'avevano passate a qualcun altro e l'ultimo di questa catena, ovvero il barista, prima mi disse che col cazzo che mi dava la chiave e poi che quella era l'ultima volta nella sua vita che apriva il magazzino a qualcuno.

Per quanto riguarda la posizione strategica nella quale il banchetto era finito, mancava solo un cartello: "Mi raccomando non cagatemi!" e la mia condizione sarebbe stata perfetta. Infatti quella sera non avevo venduto praticamente nulla, solo un paio di magliette L ad individui a cui la taglia L non entrerà MAI.

Per fortuna addomesticai i backline Angelo & Friends a portarmi birra, panini, granite con panna, ed una cliente d'eccezione, adescata con questo dialogo:
"Who is selling my CD?"
"Eh? Uh? Là... guard là! It's quell..."

La simpatica signora americana venne verso di me e diede un'occhiata al bancone.
"Oh, good! These are my CD! Hello, I'm Shawn Monteiro, I'll sing tomorrow!"

Volevo dirle: "Piacere, io sono Marok del sito di Marok!" ma temevo non avrebbe capito, così risposi un laconico: "Hello!", con pronuncia alla Aldo Biscardi e sorriso alla Berlusconi.
"How many cd did you sell today?" mi chiese incuriosita.
La risposta non diplomatica sarebbe stata: "Nessuno ieri, nessuno oggi, nessuno domani, chi cazzo vuoi che mi caghi, mi hanno infilato nel buco del culo del mondo, ci hanno messo davanti un tappo, hanno chiuso con un lucchetto e hanno buttato la chiave nel cesso!" ma mi limitai ad un: "Oh... not so many...but tomorrow will be better!"
Fece quel sorriso compassionevole che lascia trasparire il fumetto: "Handicap people in Italy!" e si incamminò rassegnata verso il budello, mentre Angelo & Friends se la ridevano come dei disperati.

Intanto il concerto era finito, era ora di sbaraccare e di andare a cazzeggiare da Pacan e Mayflower. Anche stavolta gli organizzatori delegarono a me il compito di comunicare ai concorrenti il vincitore della serata: era il duo Tedesco/Campus, che accolse la notizia con moderato e composto entusiasmo (devono essere lì che saltano ancora adesso).

Alessandro D'Aloia invece ci disse addio, non aveva da dormire per quella notte, era "vecchio per dormire in spiaggia" e ritornava a Roma a fa' la bella vita.
La finale sarebbe dunque stata interamente sarda, visto che Stefano Tedesco, Giampaolo Campus e Stefano Incani erano nati nella ridente patria delle launeddas, di Neonelio e, nel futuro, delle scorie radioattive della centrale nucleare di Trino Vercellese.

Ci bevemmo sopra in compagnia, mentre l'orchestra Silveira / Meneses / Palombino / Pastanella improvvisava una session nel dehors di Mayflower, l'autistico Grumo pianificava con assoluta precisione la giornata dell'indomani ed io fingevo di assecondarlo bevendo birra e contemplando culi e tette. Sopra la quarta è sempre vero amore.

E anche un altro giorno se n'era andato, volato via come polvere nella tempesta, sciolto come un acido nella birra, acciambellato come un gatto nel bidet, esploso come una molotov in ascensore, già sfocato e indefinito come il contorno del futuro, ma trapassato come la figa di una vecchia troia impalata sulla cima dell'asta di un bordello olandese.
Ma del resto questa è la vita, questo è l'amore, questo è un cordiale, sentito ed improrogabile vaffankulo!


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