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Primavera non bussa, lei entra sicura, come il fumo lei penetra in ogni fessura.
Diceva il Poeta.
E fu così che, in un pomeriggio di primavera, penetrò barzotto nel mio telefonino il buon tastiere Rocco TanicaRocco Tanica.

"Ciao Marok! - esclamò - Sto facendo lo sciopero della fame per salvare un bosco! Mi dai una mano?"

Uoddiu... digiuno! Fankulo, al limite avrei potuto fare lo sciopero del sesso per un giorno intero! Certo, così facendo l'orda selvaggia delle insaziabili fan teenager accodate alla mia porta di casa avrebbe creato un ingorgo stradale, ma... "Ah, mi chiedevi solo di salire tutto su Internet? Ok, sarà fatto!"

Sergione mi raccontò che una delle pochissime aree verdi del centro di Milano stava per essere cementata dalla Regione Lombardia, che ci voleva costruire sopra un grattacielo.
L'attuale giardino, chiamato "Bosco di Gioia", era stato regalato alla Regione da una nobile nonnina "a patto che fosse mantenuta come area verde"!
"Sìsì!"
le aveva promesso la Regione. "Tranqui tranqui!" aveva aggiunto. E ora l'asfaltava.

Ma nessuno diceva niente? Nonò, il cazzo! Esisteva già un comitato "Giardino di Gioia" che protestava contro il progetto, raccogliendo, in tre anni, parecchie firme... tipo cento!
Rocco era con loro da tre giorni e ne aveva raccolte mille.
Era incredibile come, per raccontare una situazione così seria, fossero bastate poche e veloci parole, ma erano di fatto iniziati il soggiorno e il digiuno di un buon tastiere in un camper bianco di fronte al parco. Chi avesse voluto fare un salto a tenergli compagnia sarebbe stato il benvenuto. Gli altri chissà.
Il bosco di Gioia
SIETE IL MIO PUBBLICO!
Lanciai una rapida navigata su Internet e verificai come l'intero delirio di Rocco sul Bosco di Gioia e il progetto della Regione fosse drammaticamente fondato, così girai la supplica alle fave e chiesi se qualche anima pia potesse fare un salto in loco e mandarmi delle foto del bosco: almeno, avrei secreto una pagina apposta.

Tra tutte le Fave Milanesi, l'unico a mandarmi foto fu Uollano, possessore della macchina foto digitale peggiore del mondo, una Fujifilm più urénda di un telefonino: qualità Uollano.

Uollano Quality Uollano Quality Uollano Quality Uollano Quality

Nonostante le avesse scattate in pieno giorno, ci misi un pomeriggio a ritoccarle per farle sembrare umane, ma alla fine la pagina fu onlain e ne valse davvero la pena: ricevetti solo e unicamente email di insulti.

Ecco la più sintetica ed espressiva: "QUELLA SPECIE DI BOSCO FA VERAMENTE SCHIFO AL CAZZO!" (Phasor¾).

Perfetto, tutto secondo copione, mi sentivo a casa.
RICOGNIZIONE
Ogni volta che mi si cerca di persuadere che qualcosa fa schifo al cazzo, mi sorge l'irrefrenabile voglia di vederla e, se possibile, partecipare. Non a caso sono Marok del sito di Marok.
E così decisi di fare un salto a Milano, vedermi il bosco che fa schifo al cazzo e salutare Rocco Tanica. A sorpresa, aderirono anche Francy ed AndreinaFrancy e Andreina (partendo rispettivamente da Perugia e Pordenone! E tutto solo per il mio giovane corpo!!!), ed il prode Uollano si offrì di organizzare la giornata: lunedì pomeriggio Bosco di Gioia, la sera in prima serata "Absolutely Star" nella sede di MTV e poi, in seconda serata, finale in bellezza con Cordialmente.
E tutto questo senza prenotare un cazzo!!!
E tutto in un giorno solo!!!

Boh... passi MTV che almeno c'è pheega, ma a me di ritornare a Cordialmente non me ne fotteva una sega, soprattutto perché ci ero appena stato.
Così, dissi che mi sarei fermato con loro solo fin verso le undici e me ne sarei tornato a casa con l'ultimo treno.
Ero sicuro che alla fine, una volta là, gli altri mi avrebbero convinto a fare tutto il contrario.
Lunedì 11 aprile 2005: L'ORGANIZZAZIONE
L'appuntamento era all'una alla stazione di Milano con la pheega e con Uollano.
Ma soprattutto con la pheega.

Erano tre mesi che chattavamo con Francy e Andreina, praticamente sapevamo tutto di loro senza averle mai viste dal vivo. Grande era l'aspettativa, l'entusiasmo anche, così come la certezza che mai avrebbero potuto resistere alla visione del mio giovane corpo da vicino!
Avevo ragione: arrivato a Milano, non trovai un cazzo di nessuno.

"Cazzo! - mi dissi - Pensa che pacco se una cosa del genere fosse capitata tipo dieci anni fa, quando non c'erano i telefonini! Sarebbe stata un'inculata pazzesca!"

E invece, per fortuna, eravamo nel 2005 e così, senza indugio, telefonai a Uollano, a Daiconan e a Francy. Tutti e tre col telefonino!!! Spento.

Perfetto, girai per la stazione nel cazzeggio più completo, finché per puro caso incontrai un individuo che assomigliava molto a Uollano ma, rispetto all'ultima volta, sembrava un pelo più basso. E poi, soprattutto, era più vecchio di almeno dieci anni.

"Ciao, Marok!" esclamò.

Ok, era Uollano. Si era tagliato i capelli.

"AHAHAHAHA! Sai che stai veramente bene con i capelli così?"
"Sì? Grazie!"
"Epperò accendere il telefonino?"
"Eh... ero in metrò!"
"Ah... e la pheega?"
"Boh... Andreina ha lasciato il telefonino a casa, perché tanto in viaggio non le serve. Invece ho ricevuto un sms da Francy, lei il telefonino ce l'ha ma lo tiene spento perché non l'ha caricato! Tra un po' forse arrivano... ma non so quando... boh, aspettiamo..."


Perfetto, tutto secondo copione.

Ma sì, in fondo nella vita basta avere speranza: mezz'oretta più tardi, anche le giovani donne fecero capolino ai binari della stazione! Giungevano da due poli geografici opposti, ma erano ugualmente riuscite a sincronizzare i propri ritardi al millisecondo... tutto questo era meraviglioso.

Ma che importa, finalmente i "Motivi" diventavano realtà!
Ed erano addirittura in tre: c'era anche Marta, un'amica di Francy!!!
Perfetto, la pheega c'era, tre al prezzo di due, mano ai cazzi, potevamo partire.
L'HOTEL PHEEGA
Il bosco di Gioia era vicino alla stazione, l'albergo delle giovani donne NØ.
Con tre voti favorevoli e un astenuto per disperazione (io), si decretò che, come prima cosa, saremmo passati in albergo.

In realtà non era poi così lontano, usando il metrò in meno di venti minuti ci saremmo arrivati.
La nostra guida però ci suggerì di prendere il tram e ci mettemmo quaranta minuti: qualità Uollano.
E va be', c'era pheega, potevamo sorvolare.

Foto d'ambiente dell'albergo L'Hotel Pheega, in compenso, era parecchio inquietante.
Trattavasi del penultimo piano di un vecchio palazzo con le scale buie, che mettevano un po' di soggezione, così come la padrona di casa, una gentile signora che da tempo aveva barattato la giovinezza con il contenuto di un frigo e che ci squadrava con aria radiografica.

Sarà perché si aspettava tre pheeghe e non due accompagnatori handicappati, sarà per la brutale interruzione della pennichella pomeridiana, sarà perché eravamo Fave e quindi fankulo, ma non ci lasciò oltrepassare la soglia d'ingresso, abbandonandoci in compagnia di alcune caramelle che forse eran lì dalla prima guerra mondiale. Avevano combattuto contro il tempo, e avevano drammaticamente perso.

Contro ogni nostra aspettativa, le pheeghe furono molto veloci e così ripartimmo in volata, al grido di: "Uollano soka, prendiamo il metrò!"
THE ROCCO TANICA ACOUSTIC EXPERIENCE
Uollano ci confidò un ambizioso progetto di Sergione: improvvisare Tutti per Rocco! musica unplugged nel prato davanti al camper. Unica condizione: non sarebbe dovuto piovere.

Da quando Rocco era là, non aveva MAI smesso di piovere. Dev'essere bello abitare nella città di Grumo.

E va be', almeno Sergione ci accolse a braccia aperte: era un po' dimagrito, ma di ottimo umore.
Anche il suo socio, Paolo Macchi, fu molto espansivo: "Ma tu... sei... QUEL MAROK???"
"Rissa al Night Express?"
chiesi.
"Nooo! Il sito di Marok!" mi rispose.

Perfetto, era dei nostri.
Certe volte mi aspetto che gli utenti di Internet si organizzino in un comitato per saccagnarmi di legnate. Un giorno succederà, ne sono sicuro.
IN MISSIONE PER ROCCO!
Il Rocco Point era organizzato in stile quasi-anonimo: un Tutti per Rocco!camper bianco parcheggiato lungo il marciapiede, senza particolari bandiere o simboli, ad eccezione della faccia di Paperoga. Unico abbellimento dato al camper, alcune fotocopie di articoli di giornale, con foto regolarmente fottute a marok.org.

Nonostante il camper non avesse esposto nulla in grado di attirare l'attenzione, erano molti i curiosi che si fermavano, se non altro per chiedere informazioni, e quasi tutti firmavano la petizione.
Effettivamente, Rocco ci sapeva fare e possedeva l'invidiabile abilità di lavorare in multitasking: mentre parlava con noi, urlava: "BUONA RESPIRAZIONE!" a tutti quelli che non cagavano il camper e tiravano dritto! Per fortuna erano pochi.

Intanto, smise di piovere, così facemmo quattro passi per vedere il giardino. Rocco ci spiegò come la Regione non avesse mai fatto manutenzione; eppure, a parte l'erba alta, non notai particolari problemi... ma poi, anche ci fossero stati, una volta cementato tutto ogni cosa si sarebbe risolta. Perché preoccuparsi?

Foto nell'erboristeria Insomma, ogni cosa sembrava a posto. Anzi no, Rocco aveva un problema: non poteva allontanarsi dal camper e, quindi, non poteva fare la spesa.

"Ma ci siamo qua noi! - urlammo - Siamo LE FAVE!"

Perfetto, detto fatto, il buon tastiere ci consegnò la preziosa lista: due chili di limoni grandi, perchè di quelli piccoli non se ne facevano un cazzo, sei bottiglie d'acqua naturale da due litri, perché dovevano bere molto, ed uno sciroppo d'acero, che sarebbe un integratore alimentare biologico che gli era stato prescritto dal medico.

"Tutto chiaro, Fave?"
"Tutto chiaro, Rocco!!!"


Partimmo fiduciosi, ce la potevamo fare!!!

Il buon tastiere ci indicò anche i negozi nei quali fare la spesa, le indicazioni erano precise e perdipiù i negozi erano tutti allineati lungo la stessa strada. Erano a prova di handicap!
Non ne trovammo neanche uno.

Foto con le borse della spesa Per puro caso, però, capitammo davanti a un'erboristeria.
Non c'entrava un cazzo, ma, di culo, aveva l'integratore alimentare.
Acqua e limoni invece no.
Non si può avere tutto dalla vita.

E va be', facemmo un giro di un quarto d'ora in tutto il quartiere senza trovare un supermercato (e, ogni tanto, è bene ribadire che Uollano sono cinque anni che abita a Milano!), finché non ci imbattemmo in un negozietto di alimentari.
A vederlo da fuori, era veramente sfigato... entrammo con gioia e ne uscimmo con UN CHILO di limoni PICCOLI e sei bottiglie d'acqua da UN LITRO E MEZZO.
Esatto: eravamo riusciti a cannare TUTTO.

Tornammo da Tanica con aria vittoriosa.
Lui ci guardò, capì ed ebbe pietà. Del resto, avrebbe avuto poco da lamentarsi: eravamo Fave.
Solo allora, arrivò Grumo. E ricominciò a piovere.
L'ARTE DI FRANCY
Da quando eravamo a Milano, Francy girava tenendo Foto Sergione che fa la foto nello zaino un oggetto di plastica di forma cilindrica. Ero più che sicuro che contenesse un mega fallo gigante, così non mi ero sognato di chiedere ulteriori informazioni in materia: sarebbe stata la notte a portare consiglio.

E invece, Francy decise di precorrere i tempi, aprendolo dinnanzi ai nostri occhi.

Meraviglia delle meraviglie, conteneva ciò che le avevo chiesto due mesi prima senza speranza alcuna: i disegni per la nuova grafica di marok.org!!!
Erano davvero splendidi e colpirono molto la fantasia del Tanica, che se li fotografò per salirli su roccotanica.org.
E poi ci salutò: incombevano le prove di Zelig.
Il poster
Permesso di soggiorno Casa Addolorato
Servi della gleba Ehi! Non si sta in tre su un motorino! Dalvivo Foto
Discografia Dizionario
Ehi! Non si sta in tre su un motorino!
Dottor Marok ed Andreina L'ORA DELLA PHEEGA
Aggregarci a Rocco e vederci Zelig sarebbe stata una buona idea, peccato averci pensato quando era già un puntino all'orizzonte.
E va be', del resto se fossimo andati a Zelig non ce l'avremmo fatta ad arrivare ad MTV in tempo... soka Zelig, si era fatta l'ora della pheega!
Quindi, per ovvi motivi, salutammo Grumo... e partimmo.

Era il primo giorno che vedevamo dal vivo Francy ed Andreina, ma era come se ci conoscessimo dalla notte dei tempi: i nostri dialoghi vantavano un livello di cultura, ricerca intellettuale e raffinatezza pari ai log delle nostre chat.

"Dai, andiamo ad MTV che c'è la pheega!"
"Uffa!!! Basta parlare di pheega!!!"
"Ok, allora parliamo di informatica! Mi date una mano a mettere dei fltri al ghestbuk in php?"
"GnéGnéGnéGnéGné!"


Solo Marta assisteva alla scena ammutolita, forse domandandosi in che girone di manicomio criminale fosse finita. Perfetto, ce l'eravamo giocata. Per sempre.

Intanto, ridendo e scherzando, le tre giovani donne ci chiesero se potevamo Francy ed Andreina fare un salto al loro albergo, così si potevano cambiare.

"Ah... ok, basta che fate presto..."
"Ma sì... dieci minuti!"


Boh... la prima volta erano state veloci, perché non conceder loro una seconda possibilità?

E fu così che rimanemmo ad aspettarle una ventina di minuti nel corridoio dell'albergo. Poi la padrona di casa ci disse che non potevamo stare lì perché non eravamo belli e ci rinchiuse in salotto, obbligandoci a guardare la televisione.
QUELLI CHE ASPETTANO
Ci mettemmo l'anima in pace. Tanto più che non eravamo soli: con noi un gruppetto di altri inquilini, simpatici giovani, tendenti all'universitario, che non smisero un attimo di litigare tra loro. Certo, gli argomenti di cui discutevano tanto animatamente erano cose della massima importanza, tra cui il modo di fare l'insalata, la disposizione della roba negli armadi e i turni per lavare i piatti.
Urlavano come gli ospiti di un reality show.
In sottofondo, la tv mandava "Striscia la Notizia". Bellissimo.

Contemplammo la scena ammutoliti per una delle mezz'ore più lunghe della nostra vita, finché non fu Uollano a rompere il silenzio: "Vado un attimo al cesso!"

Lo bloccò nel corridoio la padrona dell'albergo e non perché, in quanto Fava, non gli fosse permesso andare al cesso. No, la padrona doveva fare un bel discorsetto a Uollano, sìsì: in quell'albergo, non si può fare il cazzo che ci pare, tipo arrivare tardi, mangiare presto, non pulire l'insalata, urlare tutta la notte, tenere gli armadi in disordine, e quando uno va a casa d'altri si deve sapere comportare.
Era la prima volta che Uollano metteva piede in quell'albergo.

Quando il malcapitato riuscì a divincolarsi, era già iniziato "Ricordati di me" di Muccino e fummo obbligati a guardarlo. Cambiare canale era peccato.
LA SVOLTA
Prima che le giovani donne dessero segni di vita, ci eravamo visti tutto il primo tempo ed anche buona parte del secondo.

"Siamo in ritardo per MTV?" osarono domandare.
"Mah... - osservai - Inizia alle nove, sono le dieci e un quarto... no, se ci impegniamo facciamo ancora in tempo ad arrivare..."
"..."
"...a Cordialmente!"


Come ampiamente previsto: non fregava un cazzo di andare a Cordialmente, io ero venuto a Milano solo per la pheega e per il bosco di Gioia. Ma soprattutto per la pheega. Ma a quel punto era una questione di principio: al camper aveva piovuto, Zelig era andato affankulo, MTV anche, bisognava dare un senso alla giornata! Salutai tutti e dissi che avrei preso il treno e me ne sarei tornato a Torino. No? Ok, rotta verso Cordialmente!

Salutammo gli inquilini dell'Hotel Pheega lasciando loro i volantini del Bosco di gioia e relativo concerto, sicuri che avrebbero litigato tutta la notte per calcolarne il peso specifico e l'energia biomagnetica.
Eravamo già fuori dalla stanza, quando uno di loro urlò: "Oh ma costa 7 euro!!!"
Non facemmo in tempo a rispondere perché, prima che arrivasse la padrona di casa a dirci che non era così che si faceva l'insalata, ci eravamo catapultati fuori in volata, destinazione Radio DJ.

Arrivammo appena in tempo ed eravamo in buona compagnia: presenti all'appello, il nostro vecchio amico Don Diego e l'ottimo Re Federico della Hukapan.
L'INKULATA!
Come tutti sanno, le Fave hanno libero accesso a Radio DJ durante Cordialmente, purché osservino tre semplici regole fondamentali:
  1. Possono entrare in studio solo un massimo di quattro persone
  2. Bisogna prenotare per tempo
  3. Si può andare solo una volta l'anno
Noi, in fin dei conti, eravamo soltanto Handicapsin sei: tre pheeghe regolari e tre handicappati irregolari.
Oltretutto, Uollano e Don Diego erano alla quarta volta in due mesi.
Eravamo riusciti a trasgredire a tutte le regole contemporaneamente. Ma non per sbaglio o disattenzione... PER SPREGIO!

"Ma chissenefotte! - ci rassicurò Uollano, che in diplomazia è bravo - Tanto non ci hanno mai detto un cazzo, a Cordialmente facciamo quello che cazzo ci pare! Dai, siamo Fave! Fankulo!"

"Ciao ragazzi! -
esclamò Re Federico - Mi spiace, ma stasera ne posso far entrare solo quattro!"
"Eh... ma noi..."
"Eh... purtroppo da stavolta è così..."


Re Federico ci spiegò che era colpa delle eminenze grigie di RadioDj (che erano le entità immaginarie che gli Elii impersonavano, quando volevano imporre norme impopolari facendola franca). Le eminenze si eran lamentate dei cattivi costumi dei giovani d'oggi (quasi sicuramente per colpa di Uollano e Don Diego) e così, suo malgrado, l'avevano costretto alla Tolleranza Zero.

Così fece entrare solo le tre giovani donne (ufficialmente perché avevano prenotato) ed invitò un quarto di noi a salire.

"Marok, vieni tu, che arrivi da più lontano!"

Come forse vi ho già detto, di vedere l'ennesima puntata di Cordialmente, che ultimamente era sempre uguale, non me ne fregava una cippa, però si imponeva una scelta: aspettare due ore al freddo sul marciapiede insieme ad altri due diversamente figati, oppure salire a Radio Dj insieme a tre pheeghe?

Salutai gli handicaps lasciando loro il mio walkman per ascoltare Radio Dj dal marciapiede, e li lasciai con una promessa: "Dai, sto su fino al primo stacco e poi vi do il cambio!".

Sono troppo buono o troppo coglione? Sicuramente troppo coglione.
CORDIALMENTE SAN STANISLAO
Per ragioni ignote a qualunque divinità di qualunque religione, le Fave possono entrare in studio solo dopo la prima mezz'ora di trasmissione. Pheega Passai questo intero lasso di tempo a pensare a cosa avrebbe detto il Civas quando mi avesse visto assieme a tre pheeghe.

Detto fatto, guardò la pheega, guardò me, tempo di reazione di un picosecondo: "Tu STONI!"

Perfetto.

A parte Rocco, assente giustificato, gli Elii c'erano tutti ma sembravano un po' stanchi, poco propensi al cazzeggio. Non andarono oltre i saluti di rito, con l'unica lodevole eccezione del bassista Faso che mi accolse a braccia aperte dandomi del malato mentale per aver pubblicato (quattro mesi prima) le foto di una nostra festa a casa del Caciorrone, nei dintorni di Cossato (vedi racconto)

"Non sto scherzando, sono serissimo, TU SEI UN MALATO MENTALE, certe foto non vanno pubblicate e, d'ora in avanti, SE CI SEI TU IN UN POSTO, IO NON CI VADO!"

Ripensai alle foto... queste foto, di Venerdì 17 dicembre 2004!
Ok, aveva ragione, si vedeva della polenta e, cosa ancora più grave, anche del brasato. Queste cose non si fanno. Chiesi umilmente scusa mentre pensavo al miracolo: dopo sette anni, Faso aveva finalmente scoperto l'esistenza del sito di Marok! E io che non ci volevo venire...

Nelle condizioni estreme, il modo migliore per sopravvivere senza farsi una flebo è sentire uno che se la passa peggio: chiamai Uollano.

La sua telecronaca mi rallegrò non poco: non appena noi eravamo saliti, fuori si era messo a diluviare. Lui e Don Diego avevano un solo ombrello in due, così avevano chiesto al portinaio di Radio DJ asilo politico nell'androne, che era pneumaticamente vuoto. Purtroppo erano Fave, quindi fankulo.

Allora avevano pensato: "Dai, andiamo a prendere una pizza, così gliela portiamo e ci fanno entrare!"

Idea geniale. Peccato che anche per la pizzeria erano Fave, quindi fankulo!
In altre parole, chiudeva alle undici, erano le undici e cinque.

E va be', a quel punto tirarono fuori il mio walkman e decisero di ascoltare Cordialmente dal marciapiede, al freddo, sotto la pioggia, con un auricolare a testa.
E Radio DJ NON si prendeva.
Radio DJ NON si prendeva da SOTTO il palazzo di Radiodj.

Nonostante tutto, i patti erano patti e ribadii la mia offerta di dare il cambio ad uno di loro due: mi risposero che a quel punto non sarebbero più saliti. PER SPREGIO.

E va be', la puntata scorse placida e tranquilla, Pheegale pheeghe mi implorarono di far loro un po' di foto con Elio e Mangoni mentre Faso guardava la scena e borbottava: "Un malato mentale, è un malato mentale!" e poi scendemmo di sotto per incontrare i due profughi bagnati e disperati che ci aspettavano sul marciapiede.

Nonostante stesse ancora piovigginando, nonostante facesse freddo, nonostante avesse sonno, Faso trovò ancora la forza di rimanere sotto il portone di Radio DJ con noi, per scambiare le ultime quattro chiacchiere.
Quindi, non mancò di confermare: "Sei un MALATO MENTALE, da ora in poi se so che ci sei tu in un posto io non ci vado!", però con la variatio finale: "Noi non siamo amici!" e "Quando avrai cinquant'anni, allora capirai e dirai che Faso aveva ragione!".

Mi annotai sull'agenda di trovare una risposta al quesito per il 22 luglio del 2025, mentre Faso scompariva nel buio a bordo del suo motorino. Gli altri erano rimasti ammutoliti, io commentai: "Mah... avrà avuto una giornata no!" e ci spostammo dall'altra parte della strada, senza il minimo perché.
AFTER
Ricapitolando l'intera giornata, al Bosco di Gioia aveva diluviato, a Zelig non c'eravamo andati, a MTV neanche, a Cordialmente avevano insultato solo me, perché gli altri due handicappati non li avevano nemmeno fatti entrare ed erano rimasti fuori in strada, sotto la pioggia.
Alla pheega, la serata era piaciuta.
Per conluderla in bellezza, decidemmo di andare a bere qualcosa in un qualunque locale, che però soddisfacesse un requisito ben preciso: doveva essere aperto.

Il primo ad intuire come sarebbe andata a finire fu Don Diego, che ci disse soka e se ne tornò a casa.
Bagnato.
Però incazzato.

Noi invece no, eravamo ancora ottimisti.

"Ho un'idea! - disse Uollano - Vi porto da Blockbuster! È aperto... e fanno anche A zonzo per Milano la birra!"

Idea del cazzo a parte, arrivammo da Blockbuster all'una e cinque. Chiudeva all'una.

"Ma non importa - ci confortò - In fondo alla via c'è una birreria!"

Anche la birreria risultò chiusa da cinque minuti.

"E va be', allora giriamo, siamo a Milano, troveremo qualcosa!"

Dopo un'oretta di giri a vuoto, decidemmo che l'unico locale aperto era l'Hotel Pheega, così penetrammo tutti assieme appassionatamente: a mali estremi, estremi rimedi!

Arrivammo nella "pheega room" senza intoppi: l'inflessibile guardiana era già a letto, tra le braccia di Morfeo, a fargli vedere come si pulisce la verdura. La camera, oltretutto, era abbastanza grande, i letti erano spaziosi e c'erano anche numerosi specchi.
L'ambiente ideale!

"Ma io ho sonno!" si lamentò Marta.

Perfetto. Al grido di "Viva la gioventù!", rimboccammo le coperte a Marta, ci spostammo nel salotto di Striscia-Muccino e ci abbioccammo sul divano, iniziando a parlare dell'assoluto, dell'infinito e della trascendenza. Tutto questo inserito in un doppio contesto: pheega e informatica.
Proprio non so cosa abbia trattenuto le giovani donne dal saltarmi addosso ed abusare del mio giovane corpo: sono quei misteri destinati a rimanere insoluti per sempre.

Alle quattro, decidemmo che andare a dormire poteva essere onorevole e così, con la secchezza dei nostri cazzi, salutammo il bis di pheega e ci dirigemmo verso casa Uollano.
Sarei stato curioso di verificare come lavava l'insalata, invece fu solo una breve pausa Nerd a separarci dall'addormentarci e mandarci affankulo.
AFTERDAY
Ci svegliammo che era prestissimo: non era ancora l'alba, eran da poco passate le dieci.
Il cielo nuvolo, la pioggia e l'ora paleozoica dipingevano tinte strane, un limbo di luce e buio.
L'assenza di genitori nella casa del risveglio mi dava un po' di astinenza da figure di kacca, in compenso rispondevano all'appello la sorella Biba e il cugino Groucho.

"Ma il tuo nick è Biba per la bellezza della Biba Band?"
"No, mi chiamo Biba perché il mio nome è Brigida e per Uollano è troppo complicato!"


Persino lei dava la colpa a Uollano. Perfetto.

Biba aveva un esame quel giorno e quindi, essendo giovane donna, qualunque frase le avessi detto sarebbe stata usata contro di me, con l'aggravante che ero amico di Uollano.

"Non ti dico niente!" commentai.

Credo non mi abbia neanche sentito, meglio così.

Casa Uollano era in un palazzo antico, ma l'arredamento era moderno, così come la vista dalla finestra della cucina: un Mc Donald'sMc Donald's nel pieno delle sue funzioni. Era perfettamente in armonia con il gusto pieno della vita, ma soprattutto con un articolo di giornale appeso alla parete di fronte alla finestra: Un mese di cibo al fast food, sono ingrassato di 14 chili!

Chissà perché, ogni volta che entro in casa di qualche fava colgo segni di squilibrio, come non si stancheranno mai di ripetere tutti quelli che hanno dormito a casa mia.

Bah, sarà il McDonald's, sarà il mio giovane corpo, sarà la pioggia, saranno i quattordici chili ma, nonostante l'ora preantropomorfa, le giovani donne ci avevano già telefonato: "Dai, andiamo a salutare Rocco prima di ripartire!"
"Ok! -
proposi a Uollano - Andiamo a salutare la pheega!"

La sorpresa più bella sarebbe stata arrivare là e sentire Rocco che mi insultava perché sei anni prima avevo fatto delle foto con mia zia e le avevo messe su Internet. Invece, lo trovammo iperimpegnato nello spiegare ad un giovane uomo il progetto del grattacielo della Regione, con precisione didascalica, ribadendo punto per punto che era una merda.

Rocco e Francy Solo una mezz'ora più tardi, quando il giovane era ormai lontano, ci rivelò che era un iscritto al forum degli AMANTI DEI GRATTACIELI!

Ebbene sì, esistevano veramente e stavano PROTESTANDO CONTRO LA PROTESTA DI ROCCO perché volevano a tutti i costi che il parco fosse spianato e ci fosse costruito sopra un grattacielo: era un'opera di quelle che salva Milano.

È incredibile come una giornata pacco possa estendere le sue propaggini persino al mattino successivo: fossi stato io, avrei preso a calci nel culo l'amante dei grattacieli fino all'Empire State Building, Rocco invece non si era minimamente scomposto e aveva passato mezz'ora a spiegargli tutto, come se niente fosse! Ha veramente la pazienza di un santo. Gli avrei dovuto proporre di venire ad insegnare javascript ai miei allievi nel konvento delle suore.

Verso mezzogiorno, arrivò inevitabile il momento dei saluti, così ci incamminammo verso la stazione Centrale ed il buon tastiere ci accompagnò per un pezzetto, parlando del più e del meno. Aveva gli occhi un po' scavati, ma era rimasto un attento osservatore, tanto che mi fece notare una simpatica scritta sul muro: HITLER, IL PARTITO. Detto fatto, salita su marok.org.

Solo quando il buon Sergione fu ormai lontano ed il treno fu troppo vicino, fummo costretti a scrivere la parola fine, inviandoci tutti inequivocabilmente, insanamente e sempiternamente affankulo.




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