Dopo il
concerto di Pisa,
la Qualità Oro si era impossessata degli usi e costumi del pubblico rock, diventando in breve tempo un modo di dire:
"Come va oggi?" "Non me ne parlare... Qualità Oro!"
"Ehi, guarda quella che pheega!" "Ma sei fuori? C'ha la faccia Qualità Oro!"
"Eh... stasera non esco... sto di Qualità Oro!"
Sì, insomma, diciamo che la Qualità Oro era il penultimo stadio d'una scala che vede al primo posto la pheega ed all'ultimo la Qualità Piombino.
Le nostre disperate invocazioni però non risuonarono invano! Contro ogni aspettativa il genio creativo degli Elii si ridestò e, su un ticchettante piatto d'argento, ci confezionò il pacco-bomba del secolo:
- Il nuovo tour avrebbe avuto una SCALETTA COMPLETAMENTE NUOVA!
- Con INEDITI e BRANI STORICI, mai eseguiti dal vivo!!
- Tra cui i pezzi di PATÉ D'ANIMO ed altri del repertorio di CLAUDIO BISIO!!!
- CON Claudio Bisio!!!!
- SBORROH SKIZZOH SPRUZZOH SPERMOH e... AGGIUNGO TOZOO!!!!!
IL SOKA DELL'ANGELUS - ATTO I
Su Internet non si parlava d'altro che del nuovo tour. Le aspettative erano alle stelle: i brani di Paté d'Animo erano stati i tormentoni di un'adolescenza spesa a suon di Rapput, del flipper di Alfonso 2000 e di Guglielma che vita di melma, ma anche le altre creature inedite che avevamo scoperto col tempo erano splendide... tra tutte, avrei dato un rene, con tanto di calcolo, per sentire dal vivo PIGNORAVA, LA CANZONE DEL DELATORE e, soprattutto, ANGELUS.
Ma le avrebbero fatte davvero?
La curiosità era tanta... occorreva indagare!
Neanche a farlo apposta, una sera di fine maggio incontrai il cantante ELIO al Gabrio, un centro sociale a pochi passi da casa mia. Era ospite degli Ossi Duri per una serata Zappiana e, prima di incontrare me, era già stato sequestrato da Ivan Piombino ed obbligato ad ascoltare il suo ultimo capolavoro... la cosa tra l'altro l'aveva messo di ottimo umore, come testimonia questa
diapositiva.
"Ciao Elio! - dissi - Ma allora è vero che fate i pezzi di Bisio?"
"Sìsì!" rispose Elio.
"Figata! - commentai - Siete dei grandi! E mi raccomando ANGELUS!"
Elio, già provato da una serata a tu per tu con Piombino, mi fissò come chi scorge dinnanzi a sé una realtà aliena che scalpita dentro un sarcofago di sembianze subumane. E poi, allibito, chiese: "CHE CAZZO È ANGELUS???"
Ok, forse non avrebbero fatto Angelus.
IL SOKA DELL'ANGELUS - ATTO II
Alla vicenda Angelus avrei tranquillamente messo una pietra sopra... i pezzi di Bisio erano tanti ed era comprensibile che Elio non se li ricordasse tutti... tanto più che Elio c'entrava poco: dal vivo li eseguivano Claudio Bisio e Feiez e, per la maggior parte, li aveva composti Rocco Tanica.
Il caso volle però tendermi di nuovo la mano, facendomi incontrare pochi giorni dopo il buon tastiere
Rocco Tanica
a Vigliano Biellese, ospite dei South A Phoss.
Rocco Tanica era l'AUTORE di Angelus... almeno lui mi avrebbe capito!
Così pensavo, quando mi sedetti con lui ad un tavolino del Ned Kelly Australian Pub e, davanti a tanta birra e poca pheega, gli dissi: "Sergione! Pensa che l'altro giorno ho parlato con Elio, gli ho chiesto se fate Angelus e lui mi ha risposto 'CHE CAZZO E' ANGELUS?'!"
Rocco Tanica mi fissò come chi scorge dinnanzi a sé una trappola fluorescente che cattura i neuroni, li frigge e li trasforma in concime organico.
"AHAHAHA figata! - rispose Tanica, dopo un istante di gelo - Ma, a parte gli scherzi... CHE CAZZO È ANGELUS?"
Ok, non avrebbero fatto Angelus.
Ma sarebbe stato bellissimo lo stesso.
L'ORGANIZZAZIONE
Il BisioELeStorieTese tour sarebbe sbocciato gli ultimi giorni di Giugno, ma la prima data logisticamente praticabile era il 10 luglio ad Arona, un paesino turistico sulle rive del Lago Maggiore, al confine tra Piemonte e Lombardia.
Ripensandoci, accessibile un paio di cazzi: è in mezzo alle montagne, di notte fa un freddo troia, col cazzo che avrei passato la notte all'aperto... ci voleva un coglione che mettesse la macchina o, al limite, la casa... ma dove trovarlo?
Non conoscevo Fave nell'alto Piemonte!
PiombinoKastrox!
Il meno inculato era
Dagarlass,
che aveva una casa di montagna in alta Val Sesia... doveroso chiamarlo, tantopiù che era stato lui il primo a parlarmi di Arona... ed infatti PAAAAAAACCO!
PiombinoKastrox!
Un altro quasi plausibile era il colonnello Nunziatella: abita a Novara!
Era PARTITO per il BURKINA FASO!
PiombinoKastrox!
Mi ero quasi rassegnato al soka, finché non mi s'illuminò una lampadina:
Massimo
del Percfest!!! Più o meno abitava da quelle parti...
"Ciao Massimo!
Come va la vitaccia lassù? Ma no, qua tutto bene! Suoni ancora nella
Panchineria?
No? Ma sì, chissenefotte! Oh, hai visto che Elio suona ad Arona? Eh sì, proprio a due passi da casa tua! Ma niente, a proposito... pensavo di fare una gita da quelle parti... Fermarmi da te la notte? Ma sì, be', se insisti... perché no? Ok, vengo, sborroh!"
SI PARTE!
Per la prima volta da un paio d'anni la cosa che più mi interessava del concerto era il concerto.
Anzi, visto che la scaletta era nuova decisi di arrivare là per le sei, in modo da vedere anche le prove: volevo farmi irrumare dal rock fin dalla prima, candida, gocciolina.
E fu allora che mi chiamò il
Favone Grassone:
"Ciao frocio! Ho letto che vai ad Arona! Vengo anch'io! Ahahahaha sborroh!"
Cioè, dopo anni che lo chiamavo ad ogni concerto e mi mandava sempre affankulo, stavolta che non l'avevo chiamato veniva!!!
"Fico! Vai in macchina?"
"Sì ma per te non c'è posto! Fankulo!"
Perfetto.
Per riequilibrare la media delle telefonate, adesso mi avrebbe dovuto chiamare una minorenne bionda con le tette grosse.
E infatti: "Ciao Dottore! - disse la
minorenne Flo - Dove sei?"
"In treno... e tu?"
"Sono ad Arona!!!"
Cazzo, pensavo di essere l'unico a vedere quel concerto, invece alla fine c'era il mondo.
"Sborroh, skizzoh, spruzzoh, spermoh e aggiungo TOZOO!!! - urlai, incurante di trovarmi in mezzo alla folla in treno - ma che ci fai ad Arona alle tre e mezza?"
"Ma così... oh ma sai che per arrivare al concerto ci va un'ora a piedi in salita?"
"Eh? Ah... ma lo sai che io sono sportivo, nessun problema!"
Due secondi dopo avevo già chiamato Massimo, gli avevo detto che quasi quasi lo aspettavo in stazione e di passare con la macchina. Amo lo sport quanto il lavoro... rimarrei ore a guardarlo.
SI ARRIVA!
La minorenne Flo aveva ragione: la strada era Qualità Oro.
La cornice del concerto in compenso era uno spettacolo, il palco era montato nel mezzo di un parco e dava le spalle al lago... in altre parole, era tutto, rigorosamente, all'aperto.
Se arrivava Grumo eravamo fottuti.
All'ingresso non c'era sorveglianza, così Massimo ed io penentrammo dentro senza problemi, trovandoci in mezzo a cani porci puttane e vaffankulo. Tra i tanti, impossibile non citare il Favone Grassone,
Paolino col figliolo,
Mapo_Sae,
la minorenne Flo e... udite udite... persino
la piccola Cate,
con mamma papà e fratellino! Calendario alla mano, era l'ultima volta che avrei visto la piccola Cate minorenne... pochi giorni ed avrebbe smesso di fare audience... bisognava approfittarne!
SI RESTA LÌ SOLO A GUARDARE!
Il soundcheck iniziò poco dopo il nostro arrivo... erano stati gentili ad aspettarci questi ragazzi... quando vogliono sono adorabili!
Prima chicca PIGNORAVA, da Tersa Repubblica... un sogno che diventava realtà! SBORROH!!!
Seguiva una delle new entry dell'ultimo Zelig, LA LEGA DELL'AMORE, poi una cover dei Monthy Python, ovvero LUMBERJACK SONG (la canzone dei TAGLIALEGNA) ed infine RAPPUT, l'inno di una GENERAZIONE!
Uhm... sì... ma... QUALE generazione?
"Quanti ricordi... vi ricordate quando l'hanno mandata in radio per tutta l'estate... che alle superiori la cantavamo tutti... sia Rapput che Alfonso2000... e Rapput facevamo a gara a dirla fino alla fine senza prendere fiato... che anno indimenticabile il 1991... eh? Vi ricordate?" dissi alle MINORENNI.
"Ma noi nel 1991 avevamo TRE ANNI..." risposero.
Perfetto.
La minorennità ostentata mi fece venire in mente un debito che la piccola Cate aveva contratto a
Maresso di Missaglia: per l'esattezza, mi doveva una doccia!
"Ogni promessa è debito!" disse.
Nel filmato i risultati.
FAVE = FANKULO
Passai il resto del soundcheck a pensare ai nostri sedici anni del 1991 passati a cantare Rapput e John Holmes,
mentre le sedicenni del 2006 cantano Dj Francesco, Mondo marcio, Povia e Fabri Fibra.
Ero nato nell'anno giusto... e questa sarà una splendida serata!
Così pensavo e decidevo, quando quelli grossi vennero da noi e ci annunciarono, con fare gentile, che era ora di andare fuori dai coglioni.
"MA NOI SIAMO LE FAVE!!!" pigolarono le minorenni, con gli occhioni lucidi ed il musetto di cuccioli impauriti.
In quel momento mi aspettai di veder sbucare liocorni, meteoriti, eruzioni vulcaniche e cavallette,
invece a pochi metri da noi si materializzò il nostro batterista svizzero amante del Pastetli preferito: CHRISTIAN MEYER!!!
"CHRISTIAN!!! Ci vogliono sbattere fuori!" urlai, indicando la pheega.
Il batterista elvetico vide il suo pubblico in grave pericolo e ci corse incontro.
"Ragazzi - disse ai buttafuori - non potete farli stare dentro? Sono nostri amici..."
"Cortesemente - risposero i buttafuori - lei cosa ci fa qua?"
"Be'... - rispose Christian - io... suono e..."
"Sìsì, ok, FUORI!"
"Ma... ma io..."
"Le prove sono finite e NESSUNO può stare qua dentro! Fuori!"
Mentre il pubblico rock contemplava, divertito, la defenestrazione di Christian
Meyer in quanto amico delle FAVE quindi FANKULO, tirai fuori dal mio zaino qualche indumento sudicio e lo stesi sulle sedie della prima fila. Un tentativo come un altro di riservare i posti.
Nella migliore delle ipotesi, ci saremmo visti il concerto in prima fila.
Nella peggiore, mi avrebbero fottuto la roba e si sarebbero beccati il colera.
L'INCONTRO
Affrontammo l'esilio porgendo asilo nei nostri corpi ai porci frutti del primo lurido trovato sulla strada.
Fu allora che ci venne incontro un bizzarro personaggio, un giovane dal volto sconosciuto ma dall'inconfondibile maglietta gialla.
"Ciao Fava!!!" esclamai.
"Ciao! - rispose il giovane - Io sono Nur!"
"E io sono Marok! Di dove sei, Nur?"
"Di Domodossola!"
Finalmente conoscevo una fava di lassù. Una nuova lucina che si accendeva sulla cartina.
"Fico! - risposi - Sei la prima fava Ossolana che conosco! Nur però non l'ho mai sentito..."
"Nur vuol dire luce in arabo!"
"Ah... su Internet però non ti ho mai letto... come ti firmi di solito?"
"Su Internet? In che senso?"
Perfetto.
PENETRAZIONE
Sarei rimasto ore a parlare con Nur, ma i cancelli si aprirono all'improvviso e corsi dentro, scoprendo l'imprevedibile:
le sedie c'erano ancora! Le Fave erano in pole position!! Prima fila!!! In mezzo alla pheega!!!! Alèèèèè!!!!! SBORROH!!!!!!
Alle nostre spalle, intanto, il parco si riempì molto velocemente. Avevo il terrore di ritrovarmi in mezzo ad un pubblico di famigliole squallide con nonni e gagni formato prima serata, che conoscono Claudio Bisio come quello là che presenta Zelig e gli Elii che cazzo ne so dicono che una volta han fatto San Remo... invece mi dovetti ricredere: era pieno di giovani rock tra cui spiccavano il
Caciorrone
e
Comecazzosichiama.
Era parecchio che non friggevamo così tanto per l'inizio d'un concerto: rimanemmo seduti in religioso silenzio finché le luci non si abbassarono e le prime note ruppero l'agonia dell'attesa.
MUSICA!
Il concerto stava iniziando nel migliore dei modi:
UNANIMI!
Non c'entrava un cazzo con Bisio, ma erano sei anni che non la facevano e mi era mancata!
Il palco era addobbato come il classico tinello della nonna: sullo sfondo una tappezzeria a fiori, una finestrella ed una porta dai vetri opachi, un paio di quadri floreali e, subito davanti, la base a cassettoni d'una cucina bianca anni sessanta su cui erano appoggiate le tastiere. Poi un tavolino bianco a cassetti, qualche sedia e, in cima a tutto, il classico lampadario bianco semisferico... insomma, una cartolina dalla nostra infanzia.
Il tuffo nella memoria proseguiva con un accenno di VIVI ROCCO alla Borgomanero, ma con un colpo di scena: la RIBELLIONE!
"La vuoi sapere una cosa? - disse Sergione - Sono VENT'ANNI CHE SBAGLIO APPOSTA!"
Minchia è vero: erano passati quasi vent'anni da Borgomanero! Le minorenni non erano ancora nate!!! Porca troia.
All'improvviso però sul volto di Elio si dipinse il terrore: una nuova presenza invase il palco, pronta a minacciare la quiete pappettosa della materia teatrale! Era LUI, Claudio Bisio!!!
Una breve rissa verbale e poi, per fortuna, i due litiganti ammainarono le bandiere di San Remo e di Zelig e sventolarono in alto la bandiera della pace, dell'amore e la speranza per il futuro.
Ok, eravamo pronti per il saggio della scuola media, con PIERINO E IL LUPO di Prokofiev.
Certo, la versione di Beelst era un po' sui generis... Pierino (Elio) era incaricato dalla mamma (Civas) di andare dal ferramenta (Christian e Faso) per farsi fare le chiavi, ma sulla strada incontra due giovani donne, Viola (Rocco Tanica) e Gioia (Uomo). L'intero brano è un incrociarsi di rumori d'ambiente ricreati con talento e maestria, finché il flauto di Pierino non decide di darci un taglio, fottersene grassamente il cazzo del ferramenta e tornare a casa con le due pheeghe. Geniale!
"Pierino, E LE CHIAVI?" chiede mamma Civas.
"Ma mamma... - risponde Pierino - LE HO APPENA CONOSCIUTE!"
Solo allora, fin dal fondo del parco si levò un boato di applausi: gli Elii avevano centrato il livello culturale del pubblico rock.
Perfetto.
A seguire, un'ottima versione di
LA SAGA DI ADDOLORATO,
che gli Elii non facevano dal 1998 e che è sempre un piacere sentire... notevole soprattutto Bisio nella parte di un intervistatore del TG che realizza un servizio sulla famiglia Addolorato, con tanto di schemi e diapositive, improvvisando una parabola di cazzate deliranti senza senso... poesia pura.
Seguivano una versione di ABITUDINARIO parzialmente stravolta e... finalmente... PIGNORAVA!!! Dopo Tersa Repubblica, era la prima volta che veniva eseguita dal vivo! Skizzoh!!!
Ad Elio toccò la parte che già fu del grande Paolone, perfido pignoratore nonché sbrinatore di frigo ed analista cessico... non è un brutto lavoro, si trova sicuramente più pheega che ad informatica. Commovente tra l'altro il cessetto ricavato in una cabina del telefono, anche usata come spogliatoio e mandata in onda su maxischermo.
Quanta poesia in tutto questo.
Subito dopo, MIO CUGGINO, introdotta da un divertente monologo di Claudio Bisio. Poi il superclassico SIGNOR SPEZIALE e, udite udite... il capolavoro: LA DROGA FA MALE!!!
Sublime, nonostante il poco edificante "taglio" della strofa già bippata nell'album... colpa del governo? Del buco dell'ozono? Del buco del culo? Lo sapremo solo vivendo.
Poi
LA LEGA DELL'AMORE, già protagonista dell'ultimo Zelig, e, finalmente, RAPPUT!!!
Fu così che il pubblico esplose.
Eravamo tutti cresciuti con le stesse minchiate... commovente!
Seguiva un monologo di Claudio Bisio, che avevo già sentito diverse volte nei suoi spettacoli di cabaret e che in scaletta era stato ribattezzato BENE BRAVO BISIO.
Tutto aveva origine da uno spot tormentone della nostra adolescenza in cui una ragazzina invitava per la prima volta a cena il suo tipo, per farlo conoscere ai genitori nazisti.
"Papà, questo è Giulio!" diceva la minorenne.
"GIULIO." grugniva il padre, squadrandolo.
Seguiva il gelo e poi, nel silenzio generale, Giulio che mangiava alimenti croccanti piantando su un bordello allucinante e la sua fidanzatina che gli veniva in soccorso, facendo anche lei scrunch scrunch. Tanto bastava per riportare l'armonia e la pace e ahahaha si ride.
Stranamente la pubblicità era stata soppressa e credo che attualmente il suo ideatore sia uno dei barboni che bazzicano davanti al Crai sotto casa mia il sabato pomeriggio.
Il "GIULIO!" grugnito dal padre è però entrato nella leggenda, diventando un modo di dire che sopravvive ancora oggi, tanto che molti, immemori dello spot, se ne servono senza neanche chiedersi da dove cazzo derivi.
Il monologo di Bisio, in realtà, era complementare allo spot: saltava il "durante" e ricostruiva il "prima" ed il "dopo", magistralmente coadiuvato da un irriverente controcanto elettronico del maestro Rocco Tanica.
Il racconto prende vita dalla nascita della figlia, Marta, un fiocco rosa nella culla numero 6.
"Bellissima!" dicono tutti, guardando la culla numero 3!
Marta cresce, bellissima, così perfetta, dolce e tenera da far nascere tra gli amici il primo dubbio sensato: chissà chi è il padre?
Marta, crescendo, assume però un'espressione sempre più definita, sempre più familiare: la tipica espressione di CARLO, il vicino di casa.
Marta va dalla mamma, ride. Va dal papà, piange. Va da Carlo, applaude! E poi parte! E torna! Accompagnata...
Accompagnata da chi???
"Papà, questo è Giulio!"
"GIULIO."
Nello spot il dialogo si esauriva così e Giulio taceva, afasico dalla timidezza. Nel magico mondo di Bisio, il timido Giulio trova però la forza di rispondere, nel modo più simpatico: "SALVELOX!"
Effettivamente, chi non risponderebbe "Salvelox!" al padre della sua tipa, nazista e già incazzato?
Da qui lo sfogo del padre, dipinto dalle parole di Bisio: "Ma Giulio è un deficiente, è un idiota! Va rinchiuso! Va denunciato! Va ABBATTUTO!!! Vorrà solo portarsela a letto... perché i maschi sono dei bastardi! Lo saprò bene o no io? E poi è anche brutto, non gli lascerò mai mia figlia! Ha quella faccia un po' da triglia, quelle orecchie a maniglia, quel maglione di ciniglia, sarà nato a Ventimiglia, quella testa che è una biglia, cazzo... GIULIO MI ASSOMIGLIA!"
Buona parte del pubblico conosceva già il monologo, ma noi Fave, più di tutti gli altri, avevamo un sogno nel cassetto: vedere il ripetersi della stessa scena con uno qualunque degli Elii nei panni del padre di una figlia minorenne... e con Giulio interpretato da IVAN PIOMBINO!
Sarebbe stata un'esperienza indimenticabile.
TAPPARELLA
come da copione concluse il brulé, ma l'orgia di suoni non era neanche a metà: si proseguì con SERVI DELLA GLEBA e CARA TI AMO, rinnovata dall'inedita interpretazione di Bisio nella parte che fu di Elio e di Elio nella parte che fu di Rocco Tanica.
E poi un altro inedito, questa volta del repertorio elico: RISATE A DENTI STRETTI, con tanto di barzelletta improvvisata, pilotata dalle minchiate del pubblico. I risultati furono degni del Manuale della barzelletta di Vezio Melegari. Sono troppo avanti.
A seguire, un altro inedito tratto da Paté d'animo: THINK.
Quando spiegarono il gioco di parole "degrees -> the grease -> brillantina" mi sentii esponenzialmente handicappato: avevo ascoltato quel pezzo per quindici anni e non l'avevo mai capita. Perfetto.
Poi due classici: IL VITELLO e
SUPERGIOVANE,
che vide Mangoni armato di bidone blu, probabile contenitore di scorie radioattive e/o Fabri Fibra.
Dopo una breve pausa, gli Elii ricomparvero sul palco splendidamente truccati da giubbe rosse canadesi!
Loro compito accompagnare il taglialegna Bisio in un'ottima cover dei Monthy Python: LUMBERJACK SONG, ovvero LA CANZONE DEL TAGLIALEGNA.
Anche il finale fu inedito: DANNATO UMORISMO.
Riassumendo: era stato il concerto migliore che avessi visto da un paio d'anni a questa parte... tutto era stato nuovo, brillante, delirante e perfetto, una vera opera d'arte.
Cari Elii, grazie per la splendida serata!
Però, un'umile consiglio: la prossima volta fate Angelus... anche il vostro dentista se ne accorgerà!
BACKSTAGE
Sul backstage non avrei scommesso neanche un libro di Ivan Piombino, specie dopo i Fave=Fankulo di Pisa. Iniziammo comunque a rompere i coglioni sotto il palco, per spregio.
Come sempre, i buttafuori fecero entrare un miliardo e mezzo di persone
purché non fossero Fave.
Ogni trucco del tipo: "Noi non siamo Fave, vi state sbagliando!" o "Siamo del fan club di Zelig!" cadde nel vuoto: avevamo tutti troppo una faccia da Fava e questo ci precludeva l'accesso in via definitiva.
Alla fine, però, piantammo un bordello tale che Chiara venne all'ingresso e, impietosita, disse ai buttafuori di chiudere un occhio e farci entrare!
Stava per avvenire il mio primo contatto tattile con Claudio Bisio!
Alèèèèèèèèèèè!!!
Appena entrato, lo vidi!
"Ciao Claudio Bisio!" urlai.
"Ciao!" rispose. E se ne andò.
Non mi dimenticherò mai quelle parole.
Claudio, se mai leggerai queste righe, sappi che ricambio, con tutto il cuore.
AFTER
Salutati gli Elii, fu il tempo di andare affankulo.
Il Favone, Paolino ed il Caciorrone si disintegrarono alla velocità della luce per paura che, in un modo o nell'altro, avrei trovato il modo di entrare nella loro macchina di nascosto e farmi portare a scrocco fino a Santhià.
Anche le minorenni mi dissero addio, una delle due per sempre: pochi giorni e la piccola Cate sarebbe diventata maggiorenne. PiombinoKastrox!
E va be', Massimo mise in moto e salpammo verso nuovi lidi!
Destinazione Omegna!!!
CIAO OMEGNA!
La casa di Massimo era uno spettacolo, una villa con giardino a pochi passi dalla riva del lago d'Orta.
"Sì, è comodo - spiegò - specie d'estate, quando fa caldo esco un attimo e mi butto in acqua! E non ci sono neanche zanzare!"
Mi preparai a formulare regolare domanda d'adozione per casa Massimo, nel caso vengano respinte le precedenti presso casa Schopenhauer ed Alan Magnetti.
Sul cancello della villetta c'era un cartello "ATTENTI AL CANE!" con il disegno di un boxer incazzato.
"Ehm... mi dici quando posso entrare?"
"Perché?"
"Be'... il cane..."
Massimo aprì la porta di casa con fare sicuro ed il colosso canino ci corse incontro... Vedi
foto. Sono cose che fanno pensare.
E va be', Massimo mi condusse a fare un giro per la sua reggia, primo tra tutti il suo studio di registrazione,
una camera che aveva completamente insonorizzato e nella quale poteva suonare la batteria tutta la notte senza che nessuno gli cagasse il cazzo. Il paradiso di qualunque batterista... ma anche di chiunque in genere.
Mi addormentai sognando un futuro di orgie sadomasopedolesbo nella casa in riva al lago.
Mi risvegliai in un presente di fankulo: era ora di tornare a casa.
AFTERDAY
Alle dieci e mezza eravamo in perfetto orario alla stazione di Omegna.
Noi.
Il treno invece non si vedeva.
E non si vedeva.
E non si vedeva.
Finché, in un eccesso di zelo, Massimo chiese al capostazione.
"Ma LO SANNO TUTTI CHE A QUEST'ORA C'E' IL PULLMANN! - rispose - E comunque è già passato!"
Lo sanno tutti...
PiombinoKastrox!
Guastalla reloaded.
"E ora che faccio? - chiesi con fare innocente - Dovrei andare a Torino!"
"Aspetti il treno delle due e mezza oppure aspetti un'ora, prendi il pullmann per Domodossola, da là prendi il treno per Novara, e da Novara prendi quello che va a Torino!"
"Ah ok..."
Alle 11:30 lasciai Omegna e presi con fare sicuro il pullmann per Domodossola. Il viaggio fu tranquillo, durò solo un'oretta e, una volta arrivato a destinazione, cercai il treno per Novara.
Il treno c'era, era fermo al binario ma... aveva qualcosa di strano... però non saprei come spiegarvelo... sì, insomma... guardate la
foto!
E va be', senza che me ne rendessi conto si erano fatte le due. Presi il Penitalia per Novara ed alle due e mezza, come per magia, il treno fece una regolare fermata.
Alla... stazione... di... OMEGNA!!!
Quella da cui ero partito!
Il Penitalia mi era entrato dritto nel culo!!!
Ero l'imperatore del regno dell'handicap.
Il treno proseguì il suo lungo viaggio attraversando
paesi dai nomi esotici e misteriosi. Arrivai a Torino che saranno state le cinque di pomeriggio, totalizzando il record di 7 ore di viaggio per fare 150 chilometri.
Media 21 chilometri l'ora... peggio che andare in tram.
Un motivo come un altro per pronunciare l'ultimo, irrinunciabile ed imprescindibile vaffankulo.