Quando il marrone dell'autunno si mescola al vermiglio tramonto dell'estate e del rock,
quando le occasioni per rivedere i
Motivi
tendono inesorabilmente a zero, ogni pretesto, specie se inutile, appare buono per improvvisare una minchia di cazzo di raduno.
Così almeno pensava
l'autistico Grumo,
che continuava a proporre improbabili meeting in giro per l'Italia al solo scopo di organizzare un MOTIVI DAY, ricevendo costantemente un'unica e perentoria risposta: SOKA.
Finché, un bel giorno,
Francy
disse che il 26 novembre sarebbe andata in un paesino in culo alla bassa Padana, Taneto di Gattatico, che già solo il nome era tutto un programma. Scopo: Notte delle Chitarre, ovvero Cesareo.
Un picosecondo più tardi, le colleghe
Daiconan e Flo si erano già aggregate e, con loro, una miriade di giovani corpi handicappati a cui della Notte delle Chitarre non fotteva un benemerito immenso e succoso cazzo.
A quel punto, l'unico che per nessun motivo al mondo sarebbe venuto era Grumo, per spregio... e nessuno ebbe nulla da obiettare. Aveva inizio il MOTIVI DAY!
PRONTI?
La minorenne Flo disse che avrebbe voluto stampare un attestato per premiare i partecipanti al Motivi Day. Avrebbe voluto, ma, in quanto Motivo, non sapeva nemmeno da dove cominciare.
E va be', con la maggiore dose di scazzo possibile feci una foto al mio attestato di laurea, ci scrissi sopra "MoTV day" (d'obbligo la grafia minorenne), inviai il file alla minorenne, le dissi di presentarsi in copisteria con quello e nient'altro addosso e loro avrebbero capito. Forse. E comunque sborroh.
Mai prima d'ora avevamo fatto un raduno con cotanta dose di pheega, non a caso Grumo aveva deciso di non venire. Sentii che quello era il tempo di sfidare il destino e, per spregio,
stampai ed incorniciai una
gigantografia di una foto dell'autistico sul modello di
quella di Empoli per Faso e me la misi nello zaino, deciso a portarla al Motivi Day.
Nella mia beata incoscienza non mi era venuto in mente quanto gravi sarebbero potute essere le conseguenze di un gesto così avventato.
Infatti l'avanguardia celeste non tardò a manifestarsi, nuvole rapide che mediodigitalmente salutavano il treno appena fuori Torino.
Ben presto il sole e l'azzurro si arresero ad un universo grigio, poi sagome di colline innevate, sporadiche cime d'alberi imbiancati che facevano capolino oltre i binari, poi i primi fiocchi ed infine, alla stazione di Reggio Emilia, la TORMENTA, lapilli imbizzarriti che si rincorrevano tracciando nell'aria cinque magiche lettere: G R U M O.
VIA!
Fu in questo panorama bianco e schizzante che, come in un sogno, apparve il Motivo dell'alba, Daiconan.
Era già etilicamente allegra, un'ottima visione insomma, ed insisteva per vedere un seminario di etnocoreutica al conservatorio di Reggio Emilia. Come tutti sanno, io etnocoreuta modestamente lo nacqui, quindi non vedevo l'ora di vagare per Reggio Emilia senza una cazzo di cartina a cercare il conservatorio sotto una tormenta di neve e PiombinoKastrox.
Alla fine fu il Motivo stesso a cambiare chissà perché idea, preferendo rimanere in stazione ad aspettare Francy e
Ryo.
Non per altro, ma avevano la macchina.
Arrivarono un paio d'ore più tardi, dopo un pomeriggio passato ad usare l'automobile come un rompighiaccio.
"MAROK! - urlò Francy - Ti devo dare una notizia FANTASTICA!!! L'ho convinto, viene anche LUI!!!"
Lui? Mancava il soggetto...
"Lui chi?" chiesi.
"GRUMO!!!!!!"
Ok, in terra d'Emilia avremmo generato l'anticristo.
L'autistico Grumo arrivò verso le sei e mezza, nell'epicentro dell'inferno.
"Be'? Che facciamo ancora qua? Andiamo?"
Ci incamminammo cone martiri sotto le intemperie, con Grumo da una parte, il quadro di Grumo dall'altra, la pheega sempre al centro, e la consapevolezza che non saremmo mai più tornati a casa. Vivi.
L'OSTELLO HANDICAPPATO
La nostra destinazione era a dir poco epica: un enorme casolare pigramente adagiato sulle rive del grande fiume, il classico luogo da orgia sadopedolesbo selvaggia. Presenti all'appello
ATMB,
Don Diego,
la minorenne Flo,
Samantola,
Uollano e
Pelodia.
"CIAO ANALE PELODIA!!!" gli urlammo in coro.
Furono queste tre innocenti parole a scatenare in un fancazzista emiliano di norma mansueto e tranquillo un'improvvisa furia omicida che lo portò ad avventarsi in un corpo a corpo con la minorenne Flo.
A quel punto il pubblico si divise tra chi fotografava, chi filmava, chi applaudiva, chi schizzava e Don Diego, che, per incitare la violenza, ripeteva in modo ossessivo: "Anale Pelodia, Banale Pelodia, Canale Pelodia, Dianale Pelodia, Fanale Pelodia..." fino alla Z andata e ritorno. Bei momenti.
Oltre all'alcool e all'anale, la vera guest star della serata fu l'uomo senza chiocciola: Uollano. Non lo si vedeva in chat da mesi, colpito com'era dalla peggiore delle malattie, il LAVORO, ma non tutto era perduto: da pochi giorni era attivo il nuovo
forum di Elio e le Storie Tese
e, dall'ufficio, poteva vederlo!
"Sìsì - rispondemmo in coro - sai chi è il nuovo moderatore?"
"Oh no..."
"Oh sì!!!
EVARISTO!!!"
Uollano abbandonò la pheega, si sedette in un angolo in silenzio, vicino a Grumo, e si rassegnò al suo destino di eterno ban kick.
La chiocciola, per molti ma non per tutti.
E va be', dopo un'ottima cena, fu il momento di sfidare gli elementi e fiondarci a Taneto di Gattatico.
Anche in questo caso è bene sottolineare che l'unica a cui gliene fottesse qualcosa del concerto era Francy. Quindi ci andammo tutti: non si può contraddire un Motivo.
IL FUORI ORARIO
Le strade erano lastre di ghiaccio, ma noi eravamo tranquilli perché tanto non si vedeva un cazzo.
Anche l'ingresso al Fuori Orario fu una bella esperienza: finalmente qualcuno mi chiese la tessera Arci, fatta a gennaio per vedere il Favone Grassone. Sborroh.
Ma sì, bando agli schizzi ed alle nostalgie, il locale era una gran figata, era un emulatore di stazione ferroviaria, con tanto di binari e cartelli "Fuori Orario". Le ferrovie in Emilia godono davvero di un'ottima fama... chissà perché.
Poi anche la clientela doveva essere molto selezionata, così almeno dimostravano gli
aulici versi di romantica e profonda poesia
che mani ignote avevano depositato su buona parte delle pareti. L'arte però era ovunque, tutto sapeva di viaggio, di ricordi, di avventure, ed in cotanto gioioso clima ci sarebbe assai piaciuto salutare il Civas! Purtroppo non avevamo nè un bel culo nè delle belle tette, così mandammo in avanscoperta la pheega. Stranamente la manovra ebbe successo.
CONCERTO!
Per una volta, la sorpresa migliore fu il concerto: la Notte delle chitarre assolutamente sborroh! Quanto si scatenava davanti ai nostri occhi era il mucchio selvaggio del rock, un insieme non numerabile di chitarristi a dir poco fenomenali che duettavano e si sfidavano all'insegna del più puro rock 70-80. Era parecchio che non mi gustavo tale e tanta carica di energia, forse era uno dei migliori concerti che avevo visto dall'inizio dell'anno... naturalmente escludendo Alan Magnetti.
Del resto il rock è una droga, gli effetti collaterali eravamo noi, PiombinoKastrox ed un arzillo vecchietto che ballava al settimo cielo sotto il palco, beato e felice in mezzo alla pheega. Sono cose belle. Però il ballo "Tetta contro tetta" era meglio.
HANDICAP ALL'OSTELLO
Spenti i decibel ritornammo alla base, infreddoliti ma felici e tatuati d'amore quasi quanto
le nostre mani.
Una sola nota dissonava l'armonia del creato: prima, dopo e durante il concerto avevamo sempre e solo parlato di
Ivan Piombino.
Doveroso mandargli un sms: "HAI VINTO!"
Pronta la risposta, in perfetto stile: "MA CI CHIUDETE IL TELEFONO? CARTJRVI BASTAREI! FAMAUKO! MI DATE SCHIEN! FAMAUKO! CULO MASOL. MERDA DI MERDA!"
Strana persona.
A quel punto, Uollano e Don Diego presero in mano due chitarre e si fecero menestrelli di un lieto karaoke culturale che spaziava dagli Elii alle Osterie. Il caldo dell'ostello aveva riacceso il nostro handicap ed il gelo, ad appena un passo da noi, era un ricordo ormai lontano. Un po' come il Commodore 16, l'esame di terza media e l'ultima volta che avevamo trombato.
"Ragazzi, ormai siamo salvi - disse ATMB - Grumo ha portato il gelo, la tormenta, un metro di neve, ci siamo beccati un freddo boia tutto il giorno, però ormai siamo al COPERTO, al CALDO... ormai SIAMO A POSTO, qua il potere di Grumo NON VALE! GRUMO POWER FANKULO!!! Evviva!!!"
Non fece in tempo a finire la frase che IL TUBO DELL'ENORME TERMOSIFONE CHE DOMINAVA LA STANZA SCOPPIÒ.
Ebbene sì, di fronte ai nostri sguardi handicappati ed allibiti un GETTO D'ACQUA BOLLENTE stava ALLAGANDO il pavimento ed avevamo pochi minuti per evacuare, sgomberare tutto, portarlo al piano di sopra e capire come si chiudevano l'acqua ed il riscaldamento. Il potere di Grumo aveva vinto. ATMB fankulo.
Fu così che la popolazione si divise in due: da un lato le giovani donne e l'autistico GRUMO, che presero secchi e stracci e pulirono la casa; dall'altro, alcuni personaggi non meglio identificati si svaccarono sulle panchine a godersi lo spettacolo, sgranocchiando brisolona.
"Se serve una mano non mi tiro mai indietro!" dissi, correndo ad aiutare i bisognosi: la sbrisolona era troppa, da soli non ce l'avrebbero mai fatta a finirla.
Quando finalmente le colf ebbero terminato di asciugare e pulire tutta la stanza, Uollano commentò: "Brave! ll lavoro è venuto perfetto. Quindi ognuno SI È COLLOCATO AL POSTO GIUSTO!".
Di fronte ad alcuni sguardi femminili perplessi, Ryo aggiunse: "Io vi avrei aiutate, davvero, ma NON C'ERA UN SECONDO BASTONE!"
E Uollano sentenziò: "Dai, è tutta ACQUA PASSATA!"
Per evitare il linciaggio femminile (che comunque un po' ci sarebbe piaciuto) dovemmo correre di sopra e barricarci nella nostra camera. Spento il riscaldamento, era l'equivalente di un iceberg. Il potere di Grumo aveva trionfato.
HAPPY HOUR
Ebbene sì, ero partito da Torino, avevo sfidato tormente di neve, ero arrivato fino in quella merda di posto per il MoTV day ed ora stavo passando la notte in camera con Grumo, Uollano e Ryo a fissare ATMB che ci sorrideva lavandosi i denti, e l'unica comunicazione con la pheega si era ridotta a un "BU-BU-BU-BUKKAKE!" pronunciato attraverso il muro.
Tutto molto bello, infatti capitanai una spedizione atta ad irrompere nella camera femminile. Tanto, qualunque cosa fosse successa, avrebbero cazziato Uollano. Sarebbe entrata nella leggenda.
BUONGIORNO!
Contro ogni previsione si era fatta domenica, così i Motivi volevano a tutti i costi
che ci alzassimo alle undici per ascoltare cordialmente alla radio.
Per fortuna la radio non prendeva per un cazzo, pericolo scampato.
Il richiamo di giovani voci femminili che cantavano la canzone dei Frocioni percuotendo pentole e tette fu però irresistibile... inevitabile scendere ad un valido compromesso ed elevare i nostri allegri culi al cielo: le molestie femminili sono il modo migliore di dirsi buongiorno.
Intanto era bello constatare come, dopo una notte senza riscaldamento, l'Ostello del Po fosse diventato un cubitale blocco di ghiacio. Il cielo però si era accorto che ce ne stavamo andando: fuori aveva smesso di nevicare. Anzi, era sbocciato un pallido sole, e le rive del Po imbiancate offrivano uno scenario surreale: tutto era lucente e silenzioso, nell'aria un profumo di neve fresca che riconciliava con l'handicap, insomma, un vero angolo di Paradiso color bukkake in cui però si ponevano due problemi:
- Che cazzo ne avremmo fatto del quadro di Grumo?
- Saremmo mai riusciti a tornare a casa?
IL KONTROESODO
Seppellii il quadro in quella terra disgraziata, in modo che il potere di Grumo vi regnasse per sempre.
A quel punto era assolutamente sensato allontanarsi il più in fretta possibile.
Aspettammo il treno per una mezz'ora, finché una signora del posto ci disse che era mezz'ora che ci osservava e non capiva perché fossimo lì.
"Mah... sa com'è... siamo venuti per vedere quant'è bella la stazione. Però, se per caso passa un treno, già che ci siamo lo prendiamo anche..."
"Ma oggi non passano i treni, è domenica!" replicò con fare sbalordito, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Però dall'orario risulta che il treno c'è..." obiettai.
"Ma LO SANNO TUTTI che la domenica al posto del treno c'è il pullmann!"
Lo sanno tutti. Fico.
"Ah, e dove lo si prende?"
"Lo si prende dietro, laggiù, in fondo alla strada!"
Un veloce colpo d'occhio e vedemmo, in fondo alla strada, un puntino che si stava allontanando. Era il nostro pullmann, appena partito.
La tipa aveva ragione: lo si prende dietro.
Riuscimmo ad arrivare nella ridente Reggio Emilia solo un paio d'ore e mille PiombinoKastrox dopo e con il morale alle stelle, convinti com'eravamo di avere perso anche l'ultimo treno senza nemmeno averlo riavvitato.
E invece, colpo di scena! Il nostro caro, vecchio ultimo treno era gentilmente IN RITARDO DI UN'ORA E MEZZA: era Emilia per tutti. Così, riuscimmo a penetrarlo senza la minima fatica... finalmente avevamo imparato ad usare le ferrovie Emiliane in modo corretto.
Fu bello accorgerci di come la neve fosse esattamente circoscritta alle regioni Emilia Romagna e Lombardia, le uniche in cui era passato Grumo, mentre altrove aveva sempre e solo regnato il sole... era un'ottima occasione per mandarci sempre, assolutamente, improrogabilmente affankulo.