Erano passati solo cinque mesi dal giorno della SBORA, eppure il mondo era cambiato: Ivan Piombino, sì, proprio lui, l'artista poliedrico, quello di
"Song in the Cess",
fotografo,
cabarettista,
informatico,
musicista e
poeta,
aveva aperto un locale.
Si chiamava "Sorsi & Morsi" e l'indirizzo era tutto un programma: Largo Sempione 166, periferia nord di Torino, a due passi da PARCO SEMPIONE.
E da KAAAAASTROX!!!
E questa era la parte accettabile della catastrofe.
Il lato sconvolgente era che, il 7 aprile del 2011, Ivan Piombino si era RIPRODOTTO: era nato Aaron Piombino! Aaron, come il fratello di Alan Magnetti.
Il 7 aprile, come Faso.
Nel 2011, cioè esattamente 40 dF!
Informati del fatto, gli Elii emanarono il DIVIETO di PIEMONTE... e Collegno fu spostata ad AOSTA.
Non era una cattiva notizia, perché almeno avrebbero suonato al coperto... e, da due mesi e mezzo, stava piovendo SEMPRE.
Sì... era un po' lontano da casa... però i concerti di questo tour scatenavano spesso
TERREMOTI,
quindi potevo perdonare.
Certo, restava la rottura di koglioni del ritorno... ma noi avevamo il nostro asso nella manica: la potamobile di Klàpač!
Aléééééééééééé!!!
LA SICUREZZA
Uno dei pochi punti saldi nella vita di una fava è che Klàpač
si sposta solo in automobile, perché odia i treni, odia i tram, odia gli autobus, odia i mezzi pubblici e, se qualcuno dice che non va da qualche parte perché non sa come tornare a casa, gli urla: "POTAAAAAA! TRENT'ANNIIIII! SFIGATOOOOOO! MACCHINAAAAAAAAAA!"
"Klàpač! - dissi - Ti va di venire ad Aosta?" "Potaaaaa! Sììììì! Belloooo!" "Fico! Facciamo il viaggio insieme?" "Potaaaaa! Daiiiii!" "Ok! Dove ti è comodo raccattarci? Milano oppure..." "No ma potaaaa IO NON LA PRENDO MICA LA MACCHINA, NÉÉÉÉÉÉ! COSTA TROPPO LA BENZINA!"
IL PIANO B
Ma sì... l'idea di fare l'alba in montagna era divertente! Però dovevamo trovare un riparo, perché la notte ad Aosta si ghiacciano i culi.
La soluzione arrivò dalla
fava Alessia, colonna portante delle fave torinesi: abitiamo a 500 metri, in senso orizzontale, ma durante l'anno ci parliamo solo via facebook, e solo prima dei concerti di Elio e le Storie Tese.
Stavolta mi scrisse di aver trovato un albergo economico, meraviglioso, fantastico, eccezionale, che si chiamava "Locanda del Voison".
"Ah... - dissi - Tu dormi là?" "NØ! - rispose - Vado in un altro che COSTA IL DOPPIO. Al Voison non mi vogliono, perché c'è Isotta..." "Chi???" "La mia cagnolina..."
La conversazione mi mise di buon umore, sia perché andare ai concerti col kaaaane fa molto punkabbestia quindi sborroh, sia perché tutti noi avremmo pagato la metà dei lei, che si era sbattuta a fare il porko lavoro al posto nostro, GRATIS.
L'idea contagiò anche Choo, Iváno, GRUMO, Klàpač, Manila e QiQQo.
Mentre Iváno pensava ad
allertare la protezione civile per il rischio terremoto,
chiamai l'albergo e presi DUE camere: una QUINTUPLA, per Iváno, GRUMO, Klàpač, Manila e QiQQo, ed una doppia per me e la bella Choo.
Poi avremmo diviso la quota in parti uguali... quindi avremmo speso mediamente poco. Il dottor Marok risolve.
LA PROPOSTA
Il concerto era il 23 luglio... ed Iváno mi ricordò che il 22/7 era il mio compleanno, perché 22/7 fa 3.14, quindi io facevo TRENTASEI.
Me n'ero stradimenticato: per tutta la vita, non mi ero mai sbattuto ad organizzare una festa di compleanno, né una cena, né un pranzo, né una merenda o una colazione, perché mi sapeva fatica e faceva SFIGAAAATO. Stavolta, però, la gente sarebbe venuta COMUNQUE a casa mia il venerdì sera... quindi pensai bene di portare
tutti da Piombino.
A due giorni dall'evento, preparai il volantino... e la vigilia della festa lo pubblicai su Internet.
La prima a reagire fu Trenitalia: ci sarebbe stato SCIOPERO dei treni dalle 21 del 21 alle 21 del 22.
Subito dopo, sciopero degli autobus, TUTTO IL GIORNO, con termine a fine servizio.
E attenzione: lo sciopero boicottava la mia festa e non il concerto di Elio e le Storie Tese!
Insomma, ero più importante degli Elii... potevo skifarli al backstage.
Ricontattai Klàpač, per convincerla a prendere la macchina, assicurandole che avremmo diviso la benzina, spiegandole che rischiavamo di buttare miliardi in taxi... ma lei fu irremovibile.
Per tutta la vita, aveva ROTTO IL CAZZO a tutti quelli che andavano coi mezzi... e adesso che c'era SCIOPERO dei treni e dei pullman voleva viaggiare in TRENO o in PULLMAN.
"Potaaaaaa Maroooooook! Aspetto che finisca lo sciopero e parto! Aspettatemiiii daiiiiii!"
Amo questo pianeta.
IL PIANO C
Di fronte allo sciopero, le fave si seppero organizzare: GRUMO fu il primo a dire FANKULO, ci saremmo beccati sabato.
Choo convinse il suo capo a farla lavorare da CASA MIA (ripeto, LAVORARE da CASA MIA, il massimo dello SPREGIO!) per tutta la giornata di venerdì... così arrivò nella serata di giovedì 21, prima dello sciopero.
Iváno e Manila dissero che avrebbero preso dei "treni garantiti" (qualunque cosa questo volesse dire) e, per arrivare dalla stazione a casa mia e poi da Piombino, avrebbero usato il teletrasporto.
Klàpač sarebbe rimasta ad aspettarci a Porta Nuova a partire dalle 23, che era una valida alternativa ad un suicidio intelligente... poi sarebbero passati a prenderla Iváno e Manila, sempre col teletrasporto.
Ed infine, per quanto riguarda QiQQo, lo sciopero era inutile, perché tanto era handicappato. Per capire l'entità del problema, riassumo in breve il suo ultimo viaggio
Asti-Laigueglia.
aveva PERSO il treno, perché si era addormentato
aveva preso il treno successivo, ma NON era sceso a Laigueglia, perché si era DI NUOVO addormentato
era sceso alla stazione successiva, ma solo perché l'avevo svegliato facendogli squillare il telefono
era tornato indietro in autobus, perché non c'erano più treni
nello scendere, aveva SBAGLIATO FERMATA, quindi si era fatto tutto il paese a piedi.
Totale del viaggio: CINQUE ORE. Per 140km. Media: 28 all'ora. In discesa. L'avrebbe SUPERATO un CICLISTA!
Dunque, non mi informai su quando QiQQo sarebbe partito, perché tanto COMUNQUE non sarebbe arrivato.
22 LUGLIO: PI GRECO DAY
Mi svegliai che sarà stato mezzogiorno.
Mi guardai intorno e, attraverso la porta, intravidi l'ombra femminile di
Choo:
si era messa davvero a lavorare, mentre dormivo.
Però non dava fastidio, anzi... il monitor proiettava una luce nerd deliziosamente riposante.
Mi stiracchiai il giusto, poi uscii anch'io su Internet... e fu un bel vedere: c'era qualche messaggio di auguri, ma la maggioranza erano PACCHI.
Il migliore fu il Favone: non si stupiva del fatto che la festa fosse da PIOMBINO, né che avesse fatto un figlio, né che l'avesse chiamato Aaron...
"ma 11?"
Il messaggio finiva così.
Povero Favone74... da giovane, si sarebbe ricordato di mandarmi affankulo.
Per quanto riguarda le adesioni, infine, fu un PLEBISCITO: alla festa non sarebbe venuto NESSUNO!
L'unica eccezione fu il signor
Plinio.
Era arrivato da poco nella nostra compagnia, e lo chiamavamo Plinio perché è VEEEKKIO: ha un anno in meno di Foniuglia.
Alla fine del 2009, quando evidentemente non ci conosceva ancora bene, ci aveva invitato a fare
CAPODANNO a casa della sua tipa,
Raffabella, in un paese in culo al mondo chiamato Bosconero.
Noi avevamo portato FONIUGLIA, c'era scappato il
MORTO,
e da allora Plinio non aveva più smesso di uscire con noi.
Anche stavolta, Plinio avrebbe trascinato i due inseparabili angeli: Raffabella, per dimostrare che tromba, e Dominicchio, perché è ancora più VEEEKKIO.
IL MENU
Alle ore 15, decisi che era tempo di chiamare
Piombino
e chiedergli se quella sera fosse aperto: mezza Internet aveva letto il volantino, ma io non gli avevo ancora detto un cazzo.
"Ma certo! - mi rispose - Cosa volete mangiare?"
Gli spiegai che Choo skifava melanzane, gorgonzola, peperoni, funghi non porcini e cose piccanti, cioè il 90% degli ingredienti normali delle pizze normali... Piombino assecondò.
"Ma come fate ad arrivare? C'è sciopero!" "Ce ne fottiamo!" risposi, e misi giù.
Plinio il Veeekkio avrebbe anche avuto due posti in macchina, ma noi eravamo quattro... quindi fankulo: se dovevamo andare in taxi, tanto valeva stare uniti, come le palle sotto al cazzo!
E, per la cronaca, di QiQQo nessuna notizia.
IN MARCIA DA ROMA!
Alle ore 17 mi arrivò un messaggio di
Iváno:
era appena arrivato in stazione.
"Bravo! - gli dissi - Adesso che fai?" "Vengo da te!" "Ottimo! Ti aspetto!"
Iváno arrivò UN'ORA dopo: erano 4 km... e se li era fatti TUTTI a piedi.
"Benvenuto! - dissi - Adesso ripartiamo, ché Manila ci aspetta in stazione!" "Eh?" "Ti va di farla a piedi? Tanto il treno di Manila è in ritardo..."
Iváno espresse un'improvvisa quanto inspiegabile avversione per l'attività fisica, così chiamammo un taxi, facemmo sedere Choo tra me ed Iváno che parlavamo di sensori di macchine foto, perché il suo era uno su due e cinque diviso in sette e il mio era uno su due e trentatré diviso in dieci, facemmo tappa a Porta Susa per raccattare Manila, che si sarebbe fatta tutta la serata con lo zaino pur di non pagare un secondo taxi, e poi ripartimmo, destinazione Piombino!
Ed ovviamente di QiQQo nessuna notizia.
SORSI E MORSI
Il locale di Piombino era esattamente il CONTRARIO di come lo si potrebbe immaginare: Sorsi e Morsi si sviluppava come un birettangolo azzurro cielo, ordinatissimo e squadrato, privo di autoscatti, di scritte in Snap o 'Comic Sans' e di
qualunque altro elemento che evocasse Elio, handicap e fave.
La cosa più strana, però, è che la pizza era fantastica.
Non la faceva Piombino, infatti, ma la sua tipa, Mariana, una giovane donna di poche parole... insomma, TUTTO, là dentro, era l'OPPOSTO di PIOMBINO.
Nonostante il nostro ritardo non quantificabile, non c'era traccia di altre forme di vita... così sorvolai sul divieto della mia religione di spendere soldi per chiamare gente che avesse il cazzo e telefonai a Plinio il Veeekkio.
Risposta: "Marok, dove sei? Ti stiamo aspettando!"
No, non mi stava pigliando per il culo... Plinio aveva DAVVERO cannato pizzeria... ed era entrato in un'altra!!!
Iniziammo a mangiare.
La bella Choo assaggiò la sua pizza ottimizzata per la pheega, priva di melanzane, gorgonzola, peperoni, funghi non porcini e cose piccanti, e disse che... sì... era buona... ma c'era troppa pizza e pochi ingredienti!
Il Capitan Ovvio che era nel cuore di ognuno di noi applaudì.
I SETTE DELL'AVE MARIA
Alle dieci, finalmente arrivarono gli altri handicappati:
Plinio,
Dominicchio e Raffabella.
Li accolsi con un sospiro di sollievo: finalmente, non ero io il più veeeekkio.
Subito dopo, Plinio iniziò a parlare.
Plinio conosceva TUTTO di TUTTI, perché sapeva a memoria marok punto org, Raffabella lo guardava raccontare cazzate e sospirava, gli altri avevano paura.
Mi misi comodo: erano scene a cui ero abituato.
Piombino, intanto, dimostrava una leggera
tendenza al sovradosaggio: eravamo in 7, e lui si era tarato per 50.
Ogni volta che stavo per intimare l'alt, Piombino ricompariva con una nuova teglia, e il profumo era tale che nessuno riusciva a dire di no... finché non si sentì nell'aria il barrito dell'elefante reale.
"Piombino... BASTAAAAAA!"
"Basta pizza? - rispose - Allora vi porto il tiramisù!"
Il tiramisù di Mariana era eccezionale, ma nessuno riuscì a finirlo e scappammo fuori. Ed avevamo pagato solo 11 euro a testa... ai confini della realtà.
ON THE ROAD AGAIN
Si erano fatte le 23... e Plinio ci salutò: andava a casa, perché è VEEKKIO, e si portava dietro Raffabella e Dominicchio, perché erano a PIEDI.
Noi, invece, ce la facemmo in taxi fino a Porta Nuova, bypassammo barboni e tossici, raccattammo Klàpač e poi andammo affankulo in piazza Vittorio.
La scelta non fu dettata da concerti o eventi particolari, ma solo dal bisogno di fotografare la pubblicità di risposta a KG, a quattro anni di distanza.
Noi sì che ci sappiamo divertire.
Con Klàpač, eravamo in SEI, e questo voleva dire solo UNA cosa: DUE taxi.
A quel punto, tanto valeva fare le CINQUE ai Murazzi e poi rientrare col primo 13 del mattino, tra le puttane e la gente che va al lavoro.
All'inizio fu un coro di vaffankuli... poi, però, quando tutti fummo d'accordo, gli autobus ricominciarono a passare: erano le TRE, non aveva alcuna logica, quindi era giusto così.
Saltammo al volo sull'arancione, e fu velocissimo: non feci in tempo a finire di spiegare agli altri che adesso le linee notturne si chiamano coi COLORI perché così c'è pheega, che eravamo già a casa.
Non avevo un cazzo di sonno, perché il giorno che avrò sonno a quell'ora starò crepando o avrò lavorato... così feci le QUATTRO scaricando la posta ed uscendo su Internet, per il gusto di mandare tutti affankulo.
23 LUGLIO: IL GRAN GIORNO
Mi svegliai che sarà stato mezzogiorno.
Aprii la porta e vidi Klàpač che
fotografava le macchine foto. "MA SEI IMPAZZITA???" urlai.
Corsi verso di lei e le portai l'A80 e la S2, che tenevo nell'armadio: non volevo che si sentissero escluse.
Il parco macchine vantava una new entry: la nuova
SX100 di Klàpač. "Nuova" nel senso che l'aveva appena comprata... e con "appena" intendo da CINQUE MINUTI: aveva fatto venire il venditore sotto casa mia, era scesa, aveva pagato ed era ritornata su.
Sono incredibili le cose che riescono a fare le fave, senza svegliarmi.
Di tutte le macchine foto, la PEGGIORE era
l'A550
di Iváno, perché aveva i comandi manuali BACATI, che non scendevano sotto al SECONDO.
"Senti un po'... - dissi ad Iváno - Per il concerto, vuoi usare la mia vecchia s2? Così almeno eviti di mandarmi foto fatte con la tua merda!" "Ma devo imparare a usarla..." "Per le foto, ti insegno in treno o in stazione, che almeno è illegale. Per i filmati, basta che premi rec... e almeno puoi usare lo zoom..."
Iváno ci pensò un po' su, poi vide che avevamo annullato tutta la pheega presente nella casa e concluse che era una buona idea.
Potevamo partire.
ROTTA VERSO CHIVASSO
Pur non avendo orari precisi, eravamo comunque in ritardo... però Iváno era felice: era la prima volta che riusciva a salire sulla
metropolitana di Torino.
Ci provava dal 2008... bastava insistere!
Come per la pheega.
E va be'... comunque, uno dei punti forti del metrò torinese è che prende bene il telefonino... e la cosa favorisce molto il rapporto tra giovani uomini e giovani donne: il brillante risultato fu che mi chiamò QiQQo.
L'handicappato aveva PERSO il treno, perché non si era svegliato in tempo... così era andato in stazione, ma con tranquillità, perché non c'era più fretta... ed aveva PERSO anche QUELLO DOPO.
"Quindi? Quand'è il prossimo?" "Parte tra poco... ma arriva a Torino UN MINUTO DOPO la partenza di quello per Aosta..." "Minchia ma cazzo vieni a Torino? Piglia
l'Asti-Chivasso
e fankulo! Tanto, anche da Torino si cambia comunque a Chivasso..." "Ah sì? Boh... adesso vedo..."
La storia del cambio a Chivasso, sulla linea per Aosta, è il più surreale dei nuovi progressi di Trenitalia.
Era sempre esistita la Torino-Aosta, senza cambio, e con normalissime fermate a Chivasso ed Ivrea; però, attenzione: non era elettrica.
I lettori più attenti obietteranno: "E sticazzi?".
Già... peccato che nel frattempo avessero speso MILIARDI per rifare la stazione di Torino Porta Susa, che adesso era piccola quanto prima, ma SOTTERRANEA... e quindi
l'Arpa aveva VIETATO ai treni diesel di passarci dentro.
E intanto eravamo arrivati, si erano fatte le 2 e le fave andavano nutrite. "Marok - disse il popolo - mangiamo qua in stazione?"
Diedi un'occhiata veloce al tabellone dei treni. "Ma no... - risposi - Andiamo a mangiare a Chivasso! Mi piace!" "Eh?"
Prendemmo al volo un regionale che stava partendo per Chivasso, poi vidi delle chiamate senza risposta di GRUMO e
provai a sentirlo... anche perché più o meno doveva essere a Chivasso anche lui.
"Eh, alla buon ora! - rispose - Dove siete?" "Siamo partiti ora da Torino... arriviamo tra un quarto d'ora..." "Ah, bene... mi avevate detto che eravate a Chivasso per le 13:25!"
Beh... in fondo eravamo in ritardo solo di 50 minuti... meglio di Trenitalia.
"Eh... - risposi, con voce affaticata - abbiamo avuto un sacco di casini, poi ti racconto... mangiamo assieme in stazione?"
Mentre ci aspettava, l'autistico GRUMO aveva fatto in tempo a trovare ed esplorare CINQUE posti diversi in cui andare a
mangiare, assegnando il punteggio più basso al bar Stazione... così andammo là.
Era una costruzione piccola e graziosa in stile inizio novecento, affacciata sui binari e, di conseguenza, piena di veeeeekki.
Ci avevo fatto l'alba infinite volte, dopo altrettanti concerti dei Farinei... e per me era diventata un po' come la panchina di Santhià, ai tempi del Favone: era romanticamente sporca e sapeva d'estate.
Dopo quel pranzo, non ci sarei potuto ritornare mai più... peccato.
GIOCHI MATEMATICI IN DIREZIONE NORD
Il treno era deliziosamente lento e pigro, come dovrebbero essere tutti i treni d'estate, ed ogni fermata aggiungeva all'orizzonte qualche montagna e qualche nome scritto in francese: ce la metteva TUTTA per annullare la pheega.
Non a caso, da quelle parti
suonavano spesso i Farinei.
Pur di non guardare fuori, Manila la buttò sulla cultura: "Ma come si chiama il figlio di Piombino?" "Aaron - risposi - Come il fratello di Alan Magnetti! Quindi, Aaron11!" "Perché 11?"
Era seria.
"Beh... - risposi - Pensa a quando è nato..."
Manila pensò... e disse: "Sette aprile... 7 e 4 fa 11!"
Le porte si spalancarono: eravamo arrivati al capolinea.
HANDICAP AL VOISON
Nell'era dei navigatori e degli iStocazzo, l'autistico GRUMO ed il sottoscritto si erano portati la mappa di Aosta su - scusate la parola - CARTA.
E va be'... erano le 16:45, avremmo dovuto aspettare solo un quarto d'ora, ma infatti quello non era tanto un fave=fankulo, quanto un vero e proprio SPREGIO contro GRUMO, che aveva fatto di tutto per arrivare prima e viveva nella convinzione che "un albergo è sempre aperto".
L'anno precedente, a Laigueglia, l'autistico si era fatto CHIUDERE una VALIGIA dentro all'hotel Corallo, perché non
credeva che un albergo potesse fare pausa pranzo... e quindi aveva perso il treno.
Doveva rientrare per un colloquio di lavoro ed era arrivato TRE ORE più tardi... eppure non sembrava ancora convinto.
Poi la porta si aprì... ed apparve la signora Voison.
Gliel'avrebbe potuto spiegare lei!
Ed invece, con la tipica loquacità e cortesia della gente di montagna, ci guardò e disse: "Sgrunt!".
In valdostano stretto, voleva dire: "Per cortesia, potreste cagarmi i vostri cazzo
di documenti?" e, per dare il buon esempio, posai il mio sul bancone.
La signora Voison contò... e vide che ne mancava uno.
Uno a caso, naturalmente: QiQQo.
"Perché questo signore non c'è?" "Mh... ah... Sgrunt!" "Sì, ma quando arriva?" "Mh... Sgrunt!" "E voi vorreste salire lo stesso?"
Alla fine, la loquace padrona di casa ci lasciò posare nelle camere culi e bagagli, ma SI TENNE IN OSTAGGIO i nostri documenti... e NON ce li avrebbe ridati finché non fosse comparso quello di QiQQo!
Pura poesia.
CAZZEGGIO AD AOSTA
Fu bello rivedere il centro di Aosta: non ci mettevo piede dalla fine degli
anni 80... quindi avrei dovuto aspettare almeno un terzo viaggio, per ritornarci con una carta d'identità.
Comunque, era carino: ai lati delle strade, vecchi muri proponevan nuovi eroi ed erano gratis, mentre piccole botteghe diffondevano profumo di formaggio e salumi, misti a scampoli d'artigianato; da segnalare anche il
goatse in legno
ed il ristorante specializzato in piatti tipici regionali... che si chiamava Piemonte.
Il dettaglio più curioso, però, era un autistico che si trovava sempre di fronte a noi e sclerava perché
camminavamo piano.
"Allora, vi volete muovere o no?"
GRUMO era l'unico al quale fotteva qualcosa del check.
Sarebbe potuto correre a teatro per i cazzi suoi, invece preferiva aspettare noi... però sclerando! Quindi, rallentammo apposta.
Era divertente.
Fu allora che mi accorsi che era il primo giorno d'estate in cui NON stava piovendo: la scelta di suonare al coperto aveva del miracoloso!
L'unico neo era il vento.
"Ohu! - dissi al cielo - Cazzo serve il vento? Siamo al copertooo! Sooookaaaaa!!!"
Non funzionò... peccato.
CIÉK
Una volta a destinazione, tutto fu chiaro: palco e sedie erano coperte
da un'enorme tettoia in legno, montata sulle fondamenta di un vecchio teatro romano in pietra.
Ai lati, non c'erano pareti ed era una figata, perché eravamo interamente circondati dalle montagne... ma ecco spiegato il vento: in quella struttura, una bufera era l'unica calamità naturale che poteva rompere i coglioni.
Il potere di GRUMO non falliva mai.
Sotto il palco ci accolsero Francy, la fava Alessia e, soprattutto, il CAAAAANE.
Per gli amici,
Isotta.
Era ora di ripetere il test.
"Ciao Alessia! - dissi - Sai che il figlio di PIOMBINO si chiama Aaron11?" "Che cosa?!? E perché 11?" "È nato il 7 aprile di quest'anno!" "E allora?"
Niente... scena muta.
Alessia non l'ha ancora capito adesso.
Non mettetelo su Internet.
QUELLI CHE ASPETTANO QIQQO
Dopo dieci minuti di ciék, c'eravamo già rotti il cazzo... così ritornammo in giro
per Aosta a cercare un posto dove cenare.
E di QiQQo, per la cronaca, nessuna notizia.
Siccome, prima o poi, QiQQo ci avrebbe chiamato per sapere dov'era l'albergo, oppure ci avrebbe chiamato per sapere dov'eravamo, oppure ci avrebbe chiamato per dirci che faceva pacco, scegliemmo l'unico locale in cui non prendeva il telefono: era una CANTINA... e si GELAVA.
Dopo qualche minuto, implorammo pietà ed il gestore accese il RISCALDAMENTO.
A Luglio.
Noi sì che ci sappiamo divertire.
Con la scusa di chiamare l'handicappato, uscii un attimo fuori a conoscere l'estate... e finalmente QiQQo rispose: era appena arrivato ad Aosta.
E ci aveva messo SETTE ore... come Iváno e Manila, che erano partiti da Roma!
Fantastico.
Ovviamente, QiQQo non aveva con sé nessuna cartina, così gli diedi qualche indicazione inutile e mi rituffai nell'INVERNO, al riparo dal campo del telefonino. Ero sicuro che non ci avrebbe trovato mai.
A PROVA DI HANDICAP
La tavola, nel frattempo, si era riempita di delizie, che avevano un unico comun denominatore: FORMAGGIO. Prevalentemente FUSO.
Per la seconda volta in due giorni, ci sentimmo inadeguati rispetto alla quantità di cibo che ci veniva proposta. Certo... se il cielo ci avesse mandato un piccolo aiutino...
"Disturbo?"
Era QiQQo!
Ce l'aveva fatta!
Ci aveva messo solo UN'ORA! Ed aveva persino i nostri documenti... incredibile.
Dopo avere PERSO i due treni per Torino, anziché prendere l'Asti-Chivasso come gli avevo consigliato, QiQQo aveva preso un TERZO treno per Torino.
Il risultato è che aveva PERSO la coincidenza col Torino-Chivasso-Aosta per UN minuto.
Quindi, aveva aspettato DUE ORE a Torino, passate interamente a CAGARE alla Rinascente.
Una volta arrivato ad Aosta, si era PERSO prima di trovare l'albergo: ci era passato 5 volte davanti prima di trovarlo.
Poi l'aveva trovato, ma non era riuscito ad entrare nella sua stanza (la quintupla) perché non c'era una seconda copia delle chiavi.
Così, la signora Voison gli disse di posare i bagagli nella nostra doppia... però c'era un piccolo problema: non si ricordava qual era.
Allora, PER FARE PRIMA, invece di guardare il registro, la signora Voison aveva dato a QiQQo TUTTE le chiavi dell'albergo e gli aveva detto di provarle tutte!
Morale:
QiQQo si era perso anche DENTRO l'albergo.
Quando gli avevo telefonato per dirgli dov'eravamo a mangiare, QiQQo era ancora in albergo... ed aveva declamato a voce alta il nome del ristorante. La signora Voison l'aveva sentito... e si era INCAZZATA: gli aveva detto che, con una piccola aggiunta, ci avrebbe fatto da mangiare lei e che, nel posto in cui eravamo, la roba non solo faceva SKIIIIFO, non solo tenevano cibi SCADUTI ed AVARIATI, ma c'erano CONTINUNI CASINI CON L'UFFICIO DI IGIENE!
Una volta scappato dall'albergo, QiQQo era andato nella direzione DIAMETRALMENTE OPPOSTA a quella che gli avevo indicato, fino ad arrivare alla STATALE. Quindi, si era perso anche DOPO l'albergo.
Aveva provato a chiedere informazioni ai passanti, ma aveva trovato solo gente che parlava lingue sconosciute... tra cui il gestore dell'unico bar del quartiere, un marocchino che parlava solo arabo.
QiQQo ancora non sa che siamo stati NOI a pagare tutti gli abitanti della zona per fingere di non capire l'italiano e prenderlo per il culo... non mettetelo su Internet.
Alla fine, l'handicappato aveva deciso di ritornare sui suoi passi e prendere la direzione CONTRARIA a quella che gli suggeriva l'istinto... e finalmente era arrivato.
In tutto ciò, l'unica cosa che non riuscivo a spiegarmi era un CILINDRO che teneva in mano.
Per l'esattezza, era un CILINDRO di CARTONE.
QiQQo aprì il cilindro e tirò fuori una maglietta. "AUGURI!" mi disse.
Guardai la maglietta... era una roba di "Dragonball GT". "Ah...- risposi - È per me? Interessante..."
Mentre lo dicevo, pensavo già a chi potevo rivenderla.
Poi QiQQo tirò fuori un'altra maglietta: disegno giallo su sfondo nero, affiancava QUATTRO volte la mia FAAAACCIA da CAZZO e, sotto recitava: "The HANDICAP: vekkio all'U.S.S.L.".
Faceva CAGAAAAAAAAARE, era un classico esempio di forma adatta al contenuto: ringraziai e me la misi addosso all'istante... soprattutto perché faceva FREEEDDO.
"QiQQo! - dissi - Vuoi mangiare con noi? Siediti! C'è posto!" "E che si mangia?" "FORMAAAAAAAAAAGGIO!"
QiQQo era ALLERGICO al FORMAGGIO... ed in Val d'Aosta era TUTTO basato sul FORMAGGIO.
QiQQo si sedette, circondato da FORMAGGIO, lesse il menu, circondato da FORMAGGIO, ed ordinò una pasta ai funghi... circondato da FORMAGGIO.
Gli arrivò una porcata appiccicosa e molliccia, di qualità mensa di naja... però senza formaggio.
E la nostra fu una delle cene migliori del 2011.
RITORNO AL TEATRO
Una volta fuori, mi arrivò un sms dal Favone: "Quando inizia il sauncec?"
L'aveva spedito alle sette, quando comunque era già finito.
Perfetto.
I biglietti costavano la pelle del culo: 30 euro. Per fortuna, Francy ci aveva procurato due accrediti, così usai Choo
come ragazza immagine per vendere i nostri biglietti a prezzo intero ai primi due sfigati incontrati per strada e poi, in un raro impeto di generosità, decisi di dividere il ricavato con tutti gli altri handicappati.
Il brillante risultato fu che Choo ed il sottoscritto finirono in decima fila, gli altri in quinta, ed avevamo tutti pagato uguale.
Perfetto.
E va be', lasciai la S2 ad Ivano, perché era l'unico che ai concerti avesse ancora voglia di filmare, e mi consolai vedendo che era arrivato il Favone. E Klàpač era seduta esattamente dietro.
Lui vide lei.
Lei vide lui.
Si sentirono bestemmie fino dalla decima fila.
Sarebbe stata una bella recensione.
ROCK!
La scaletta era uguale a Padova, con la differenza che c'erano delle sedie
incollate ai culi e sopra ai culi c'erano le facce da cazzo da teatro_30_euro: chi non era bambino o veeeeekkio, lo diventò stando fermo durante il concerto.
Comunque, mi ero portato dietro l'Edirol per registrare l'audio, soprattutto perché sapevo che Iváno avrebbe fatto i video e non li volevo risentire con le distorsioni di merda della macchina foto.
E poi speravo che Klàpač stimolasse la creatività del Favone... ma lui si limitava ad urlare: "I Am the Walrus!". Strana persona.
Il concerto si aprì con "Behind the Lines", dei Genesis. Subito dopo, "Pagàno", mixato
sul finale con "What's The Buzz/Strange Things Mystifying" di Jesus Christ Superstar.
Adesso, capite perché ci tenevo a registrare il concerto.
Seguiva una splendida versione di "Carro", "Servi della gleba" edizione "vaccòdromo" ed "Ignudi tra i nudisti", dedicata a "quelli che se ne vanno già via!".
Elio mi sembrava leggermente giù di voce, ma non era male, anzi... faceva vissuto. Le corde vocali del Favone, al contrario, erano in ottima
forma, non a caso l'obeso cercò di convincere tutti quelli che lo circondavano a gridare "I Am The Walrus", perché a Milano l'avevano fatta in quel momento lì... "così si sentiranno almeno un po' delle merde".
Elio ascoltò la gentile richiesta, mandò il Favone affankulo ed introdusse "Plafone", con la frase: "nessuno ha mai scritto un brano che parla delle riunioni di condominio... almeno questo!".
Dunque, Elio non ha mai ascoltato gli Zio Ematitos... peccato.
A parte il Favone, il resto del pubblico era estremamente passivo: l'unico scatenato era il
bambino di fronte a noi,
che pogava da seduto... mentre i genitori sospiravano, in silenzio.
Sul finire del brano, però, un adorabile squilibrato urlò: "MAAAAANGONIIIII!".
Ripetutamente.
E fortissimo.
Elio lo guardò basito... e poi gli rispose che l'avrebbe portato in galera con accuse false, tra cui "ABIGEATO".
Era una citazione inconsapevole dei pacchi di Sdritozz... ne sarebbe fiero! Forse.
Intanto, Elio cantava "Caro 2000", e, sul verso "vedi di volare basso", emise un infrasuono: era un si bemolle basso, non percepivo frequenze così inquietanti dai tempi di Paolone Feiez.
Poi "Burattino senza fichi", ed infine un brano che gli Elii non facevano dai tempi di Borgomanero: IL SILENZIO.
La bella Choo, in realtà, era rimasta MUTA fin dall'inizio del concerto, perché io tenevo al collo l'Edirol e lei aveva la fobia di essere registrata.
Per tutto il tempo, guardava e stava zitta, però pensava di tutto... e le sue
disperate invocazioni arrivarono alle orecchie del divino protettore di Christian Meyer: il dio della batteria.
Che si scaricò.
La batteria, non Christian Meyer.
Effettivamente, non cambiavo le pile da tipo un anno.
Così spensi l'Edirol, Choo ricominciò a proferire parola e tutti gli uomini attorno a noi mi guardarono invidiosi: una donna che si può AMMUTOLIRE semplicemente estraendo un microfono era il sogno qualunque maaaaskio.
Soprattutto se sposato.
I suoni ripresero con "Essere donna oggi", che vide Mangoni duellare alla fune con Paola Folli, che in sottofondo ripeteva all'infinito: "Siccome dei vichinghi nati nel Congo",
mentre Elio accusava di AGGIOTAGGIO ed ABIGEATO tutti quelli che gli passavano davanti. Credo sia stata la versione più trash in assoluto.
Seguiva "Il vitello dai piedi di balsa", che per ascolto forzato ripeteva all'infinito una roba tipo "Pappà l'americano". Non avevo idea di che cazzo fosse, ma era veramente inascoltabile: probabilmente era qualche porcata che piaceva alla pheega minorenne, che in quanto tale popolava tutto il resto di Aosta TRANNE quel teatro.
Poi il "reprise", "El pube", ed infine Elio disse: "Amici di Aosta, dateci il NULL'AOSTA, scritto NULL apostrofo AOSTA, per un ballabile".
Era la PEGGIORE battuta che avessi sentito mai ad un concerto di Elio e le Storie Tese. Era PEGGIO del palco di Collegno
"fatto col legno", era
PEGGIO di "non vedo neanche un PRATO" detta a Prato, era PEGGIO di "vogliamo SCREMARE le fave" detta a Crema, era PEGGIO di "Le donne soffrono perché Casanova sta fora!", detta a Pian del Poggio... "vicino a Casanova Staffora". Di questo passo, Elio poteva presentare il PercFest.
Il "ballabile", che a me faceva sempre venire in mente il Caccamo della cassettina del 94, era il nuovo, meraviglioso Medley Dance: Getaway", "Tonza patonza", "La visione", "La chanson" (introdotta dai cori poetici di Tanica e Paola: "io sborrerò prima di teeee"), "Discomusic", "Bunga bunga", "Tenia" e "Born to be Abramo".
Ero commosso.
Poi, come sempre... "Parco Sempione", "Il rock & roll" e "Tapparella".
BACKSTAGE
Alzammo i culi, raggiungemmo gli altri e, finalmente, potei salutare il Favone, che appariva grasso, pelato, sudato, sorridente e felice.
Dietro di lui, una creatura femminile appariva invece stranamente turbata... era Klàpač. Mi guardò furiosa e mi disse: "Ma potaaaaa, Maroooook, ma, se il Favone sa che le bestemmie
mi danno fastidio, perché besteeeemmiaaaaa?"
Era una delle domande più belle che mi fossero mai state poste in tutta la vita.
La scrissi su un bigliettino e l'appesi sulla parete del mio cuore, di fianco al vecchio dubbio amletico di GRUMO: "Ma se Sanfru sa che quando beve si ubriaca, perché beve?"
Poi raggiunsi Iváno. "Allora - gli dissi - Hai filmato qualcosa?" "Tutta la seconda metà!"
Quindi, non avevo l'audio. Perfetto.
"Hai avuto problemi, con la s2? Non è difficile no?" "Ah, no ma ho filmato con la mia!" "Che cosa??? E perché?" "Perché la tua vuole quattro pile... e io ne ho solo due!"
Ok, non avevamo l'audio, ma per fortuna non avevamo neanche il video. Il dottor Marok risolve.
Francy, intanto, mi aveva scritto di trascinare le fave alla destra del palco, per il backstage.
Rimanemmo un po' in coda dietro alla porta chiusa.
Poi la porta si aprì. Uscì Elio.
Non salutò e se ne andò.
E, dall'interno, una voce altisonante
urlò: "FAVE! ADESSO POTETE ENTRARE!!!"
A Padova era capitata la stessa cosa... era il TRIONFO del FAVE=FANKULO!
Se non altro, dentro c'era da bere... e Rocco Tanica aveva già provveduto: era euforico e rideva da solo.
"Ciao Rocco! - dissi - Sai che Piombino ha aperto un locale?"
Rocco Tanica si ammutolì, sbiancò, mi fissò a lungo, sospirò e poi disse: "Non mi vengono nemmeno le domande!"
Era ora di dare la mazzata finale. "E ha fatto anche un figlio!"
Tanica mi stupì: non fece una piega.
Mi spiegò che non era strano, i figli sono cose che possono capitare a chiunque... ma per aprire un locale serve l’iniziativa, ci sono da fare delle pratiche, QUALCUNO ti deve dare il permesso!
Ero basito. Per QUALUNQUE maaaskio di mia conoscenza, aprire un locale, ottenere il lasciapassare a38, andare su Marte o
configurare un winmodem su Debian erano BAZZECOLE, rispetto a fare un figlio, perché NON richiedevano l'IMPOSSIBILE: la pheega.
Tanica, invece, considerava l'unione tra un uomo ed una donna consenziente una cosa naturale, quasi biologica... dico donna "in carne ed ossa"... era veramente un pervertito.
Cesareo, infine, mi annunciò che gli Elii avrebbero suonato a Torino il 2 settembre.
Alééééééé!
Choo la prese molto bene: mi ricordò che il giorno dopo saremmo dovuti essere a Varese ad un
matrimonio a cui lei doveva fare da testimone... e, se io non fossi venuto, sarei ritornato a circolare con il fap.
Anche Francy aveva di che lamentarsi: il giorno dopo sarebbe dovuta andare ad Orio al Serio. "Che nogliaaa! E io come ci arrivo ad Orio al Serio? Non ho non ho più il navigatoreeee!" "Beh... rispetto all'altra volta, che si era rotta la stazione..." "Non
l'ho rotto!!!" "E allora perché non ce l'hai più?" "Me l'hanno FOTTUTO, SPACCANDOMI il vetro della macchina! Voio morireee!!! Adesso come ci arrivo a ORIO al SERIO???"
L'autistico GRUMO ascoltò tutto il dialogo in silenzio, e poi rispose: "Hanno costruito una STRADA!"
Dopo questa frase, Cesareo andò avanti a prenderla per il culo per tutta la sera... per tutto il mese... per tutta l'estate... credo stia andando avanti ancora oggi,
.
Poi una voce annunciò la fine del backstage... ma io la presi bene, perché era avanzato un casino di alcool ed ero riuscito a fotterlo tutto.
Mentre si allontanava, Rocco Tanica disse che doveva cercare "un driver".
La fantasia di ciascuno di noi diede alla frase un significato diverso: per GRUMO il driver serviva per collegare la tastiera al Mac, per me doveva collegare il cazzo di Mac alle Zoom q3hd, che sono quelle minicamere col microfonone che usano per filmarsi sul palco; per Iváno, invece, doveva collegarsi ad uno smartphone.
La verità era OLTRE: per "driver" Rocco Tanica intendeva UN AUTISTA!
L’unica a non stupirsi fu la giovane Choo: "No, perché? È ovvio che intende un autista. Ma si dice!".
E va be', ci avvicinammo alla exit e andammo a fun cool.
JANUS
Iniziammo una lunga camminata senza meta né destinazione, ché non cercare nulla era l'unico modo di trovare qualcosa.
Le strade erano pittoresche e ben illuminate, non faceva nemmeno troppo freddo, ma ero comunque a disagio: era la prima volta che camminavo per il centro di Aosta con in tasca la carta d'identità.
Ci volle parecchio... ma ad un tratto, finalmente, incrociammo una faccia.
Apparteneva ad un giovane uomo, ubriaco il giusto, alto e magrissimo, con orecchini diversamente eterosessuali e capelli neri appiccicati all'insù, a forma di leccata di mucca.
"Ehi! - disse - Sapete dov'è una birreria?" "Eh eh nooo - rispose Klàpač - non siamo di Aostaaaa!..."
Il giovane uomo ci rimase male... così gli dissi: "E tu? Ne conosci una?" "SÌÌÌÌÌÌ!!! - urlò lui -SEGUITEMIIIIII!!!"
La nostra guida partì come un razzo, silente come Schopenhauer ed agile come Anovex.
Di fronte a noi si materializzarono strade e piazze nascoste, passaggi segreti, stargate, varchi arancioni, varchi azzurri, e poi, alla fine, il locale più inculato del mondo, al centro della piazza più inculata del mondo.
Arrivati sulla soglia, l'handicap si fermò.
E disse: "Però... un attimo... prima di entrare... come vi chiamate?" "QiQQo!" "Manila!" "Choo!" "GRUMO!". "Marok!" "Iváno!" "Klàpač!"
Il giovane uomo basì... e, con un fil di voce, esclamò: "Klàuč!?!" "Eh eh... sì..." rispose Klàpač. "Un marocchino, un talebano, Klàuč... ma che CAZZO di nomi avete?" "E tu? - chiese Klàpač - Potaaaaaa! Come ti chiamiiii?"
Il giovane uomo ci pensò un po' su... e poi, con la massima naturalezza, disse: "JANUS!".
Era serio.
Era l'unico. "MA... ALMENO...- disse - È IL MIO NOME!!!"
Penetrammo nel locale urlando JAANUS, salimmo al primo piano urlando JAAANUS, cercammo un tavolo urlando JAAAANUS, ci sedemmo urlando JAAAAANUS, ordinammo urlando JAAAAAANUS, aspettammo urlando JAAAAAAANUS, brindammo urlando JAAAAAAAANUS, bevemmo urlando JAAAAAAAAANUS... e Janus, stremato, si rifugiò nel CESSO.
La birra era buona, c'era pheega,
quindi noi passammo il tempo a farci foto mentre urlavamo JAAAAAAAAAANUS.
Tutti tranne Iváno, che navigava sul Buko con il telefonino urlando JAAAAAAAAAAANUS.
La notizia del giorno era che Amy Winehouse ci aveva lasciato, perché si era alcoolizzata troppo.
Anche lei a 27 anni, come Masaccio, Linda Jones, Jimi Hendrix, Jim Morrison, Ringo de Palma e Kurt Cobain... era la maledizione del 27!
Mi guardai intorno... uno solo, tra noi, correva ancora questo rischio: QiQQo.
"Ma PiombinoKastrox! - dissi - Possibile che in questa cazzo di compagnia non ci sia NESSUN ALTRO a parte TE che fa ancora in tempo a CREPARE a 27 anni?"
Sentimmo bussare alla porta del cesso.
Colpi forti, secchi, pugni, calci, poi una voce, un mugolio sordo. "APRITEEEE!"
Era Janus: era rimasto CHIUSO nel CESSO!!!
Ecco... lui, forse, non aveva ancora 27 anni.
Una cameriera corse verso la porta del cesso, girò la chiave, aprì... e Janus saltò fuori, sconvolto.
E tutti in coro: "JAAAAAAAAAAAANUS!"
Janus ci guardò con gli occhi fuori dalle orbite, gridò qualche insulto incomprensibile e poi corse via, urlando e sclerando.
Avevamo un nuovo eroe.
AFTER
Per ricordare i vecchi tempi, decidemmo di tornare in albergo e fare l'alba sul letto di GRUMO.
Urlando JAAAAAAAAAAAAANUS.
"Oh! Allora! - disse l'autistico - Proprio qua dovete venire a fare casino???"
Se il mondo cambia, qualche mondo non cambia mai.
Ed il resto è storia.
24 LUGLIO: IL RISVEGLIO
Alla Locanda del Voison dovevamo lasciare libere le camere alle dieci, quindi ci svegliammo alle undici ed uscimmo a mezzogiorno.
Ci spiaceva ripartire subito, anche perché tanto non avevamo un cazzo da fare, così decidemmo di fare colazione in piazza della Repubblica, di fianco alla gente del posto che faceva pranzo, perché in montagna pranzare a mezzogiorno è TARDI.
"Che skiiiiiifo" disse QiQQo. "Dove?" chiesi, cercando in giro forme di vita grasse, sudate, pelate e veeeeekkie. "Il piccione! Via! Sciò!"
Sul tavolo vicino al nostro, c'era un piccione che passeggiava tranquillo, libero e indisturbato... e questa cosa a QiQQo non andava giù.
"Cazzo te ne fotte?"- risposi - Mal che vada CAAAAAGA sulla TOVAAAAAGLIA!"
QiQQo non mi stava neanche a sentire... aveva una repulsione insensata per quel piccione e per tutti gli altri che stavano accorrendo in massa, per mettersi tutti attorno a lui e fare la ola.
"QiQQo - dissi - In questo frangente così drammatico, come la vedi per il viaggio di ritorno?" "Mah... - rispose - Per non correre rischi, ho deciso di partire col treno della mezza!" "Interessante... - commentai - Sai che ora è?"
QiQQo
guardò l'orologio... erano le 12:25!
Senza scomporsi, salutò, s'incamminò lentamente fino al primo angolo e poi, quando pensava di non essere visto, girò a destra ed INIZIÒ A CORRERE.
Era praticamente ovvio che non ce l'avrebbe fatta MAI... e che noi non l'avremmo rivisto mai più.
Peccato.
A quel punto, ritornammo in centro, a cercare FORMAGGIO per il pranzo.
Era bello passeggiare le fave lungo strade silenziose e lastricate col pavé: Choo ed Iváno si portavano dietro i trolley e facevano TUTTO IL RUMORE DI AOSTA.
Comunque, in centro c'erano ottimi ristoranti... tutti, rigorosamente, PIENI.
Tranne il miglior ristorante di Aosta, consigliatoci da chiunque... che di DOMENICA era CHIUSO.
Finalmente, a forza di camminare, ne trovammo uno che sembrava avere posto.
Ci mettemmo fuori a leggere i menu, il gestore ci vide, ci venne incontro, e Klàpač disse: "Ma nooo ma potaaaaaa ma daiiiiiii ma volete davvero entrare qua? Ma che paccoooooo! Andiamo da un'altra parteeeeeeee!!!"
SCAPPAMMO via a gambe levate, mentre Klàpač diceva: "Ma perché? Ma potaaaaa ma cosa ho dettoooooo di maleeeeee?" "Ma così, per curiosità... - dissi - Perché quel posto ti faceva cagare?" "Ma perché io ho voglia di pizzaaaaaaaa!"
Pizza.
In Val d'Aosta.
Neanche JOCO avrebbe preso la PIZZA in Val d'Aosta... PiombinoKastrox!
Poco più avanti, c'era un ristorante che faceva sia cucina tipica valdostana sia pizza; questo non deponeva a suo favore, però il destino aveva appena liberato un tavolo nel dehors!
Incrociammo le dita, posammo i culi e ordinammo prelibatezze valdostane a base di FORMAGGIO FUSO, che facevano venire l'acquolina in bocca solo a sentirle nominare.
E Klàpač prese davvero una pizza.
I nostri piatti erano fantastici, forse ancora meglio dell'altra sera.
E Klàpač disse: "Potaaaaaaaaaa! Volete assaggiare un pezzo di pizzaaaaaaa?"
Per un attimo fu il GEEEEEELO... poi, per curiosità, ne presi un frammento.
Ecco, sarebbe stata la PEGGIORE pizza che avessi mai mangiato nella vita, se il 28 dicembre del 2006 non fossi andato da Spizzico e non avessi investito 6 euro e 50 nel menu c-rock (pizza e crocchette) per avere gratis il cd di Elio e le Storie Tese.
Quella di Spizzico era imbattibile... non la descrivo per non rendere anoressico il mondo. La pizza di Klàpač, invece, faceva schifo, ma era impossibile descriverne il gusto, perché NON aveva sapore né odore: nello schifo, batteva persino la pasta di QiQQo... che almeno aveva la scusante di essere nato handicappato.
"Buona, buona!" dissi, sperando che anche qualcun altro volesse assaggiarla.
Non ci cascò nessuno. Peccato.
IMPREVISTI E PROBABILITÀ
Alla fine, il fatto che Klàpač non avesse preso la macchina era stato un bene.
È vero che avevamo buttato nel cesso i soldi dei taxi e quelli dell'albergo, però ci eravamo fatti un gran bel weekend e delle abbuffate quantomeno immorali.
"Klàpač - dissi - Ma davvero non ti manca la potamobile? In fondo è il primo weekend che passi senza la MACCHINAAAAAAAAAA... TRENT'ANNIIIIIII!" "Eh sì ma potaaaaaaa - rispose - Adesso la benzina costa un casinoooo..."
In quel momento, le squillò il telefono.
Era Francy, era già arrivata a Milano e aveva trovato la macchina di Klàpač parcheggiata davanti alla Hukapan.
Fin qua, tutto normale... Klàpač parcheggiava sempre là, perché era bello. Anche a me piaceva molto: la via si chiamava "Egidio
Folli", ma ogni volta che spedivo le cartoline in "via Paola Folli" arrivavano lo stesso.
La notizia del giorno, però, era che stavolta, in via Paola Folli, avevano SFASCIATO il VETRO della MACCHINA di Klàpač!!!
Era lo spregio definitivo. Klàpač aveva scelto di non prendere la macchina nel weekend in cui c'era SCIOPERO di treni e autobus, pur di non spendere i soldi della benzina (che avrebbe diviso con noi) ed il risultato era che le avevano SFASCIATO il vetro nel PARCHEEEEEGGIO!
Fino alla fine sperai che le scappasse qualche bestemmia, ma la parola più offensiva che riuscì a pronunciare fu: "KASTROX!". Poi ripartì, da sola.
Se l'era presa troppo... un imprevisto può capitare a chiunque!
Subito dopo, mi chiamò QiQQo.
Era riuscito ad arrivare a Torino, ma da lì in poi si era bloccato... non il suo treno, TUTTI... perché
si era INCENDIATA la stazione di Roma Tiburtina, e quindi il traffico ferroviario nazionale era A PUTTANE.
Tutti guardammo Iváno: era la seconda volta che, salendo al nord, faceva INCENDIARE una stazione. "Beh... perché ce l'avete con me? - disse Iváno - non c'è neanche stato il TERREMOTO..."
Aveva le sue ragioni.
L'incendio di due anni prima era stato alla
stazione di Viareggio,
dopo Laigueglia: Iváno l'aveva mancato di pochissimo, ma era riuscito ad arrivare a Roma lo stesso, facendo un giro più lungo.
Questa volta, invece, non c'era scampo: Iváno e Manila dovevano andare a Roma, e Choo doveva andare a Bologna, prendendo il Frecciarossa diretto a Roma!
Tutto ciò era meraviglioso.
Partimmo verso metà pomeriggio.
GRUMO ci salutò a Chivasso, perché i regionali per Milano erano le uniche cose che funzionavano ancora. Tutti gli altri, invece, dovevano partire per destinazioni IRRAGGIUNGIBILI... ed era meraviglioso, perché, in tutta questa isteria collettiva, ero L'UNICO al quale del DISASTRO non FOTTEVA un CAZZO.
"Su, coraggio, calma... - dissi - Non è successo niente, potete stare una notte in più a casa mia!"
A questa proposta, Manila SCLERÒ e ripartì con l'unico frecciarossa che non avevano soppresso, quello delle 18, anche se i ferrovieri stessi le avevano assicurato che quel treno non sarebbe arrivato a Roma MAI.
Choo ed
Iváno,
invece, accettarono il mio consiglio, perché Choo si era accorta che non c'era un cazzo di altro che potesse fare, e perché Iváno il giorno dopo non doveva fare un cazzo.
Così, andammo a bere qualcosa al quadrilatero, sedendoci in un locale che metteva i dischi sotto al culo.
Fu una bella serata, perché Iváno passò il tempo a cercare di usare la mia macchina foto, con i comandi manuali, per fotografare i dischi sotto ai culi, senza riuscire a combinare un cazzo.
Choo lo guardava e si annullava.
E Roma Tiburtina, nel frattempo, BRUCIAVA.
Era stata una serata intensa... potevamo andare a dormire.
25 LUGLIO: L'INSULTO FINALE
Alle otto del mattino, la bella Choo chiamò a lavoro, a Bologna, ed avvisò che sarebbe arrivata in ritardo, perché si era INCENDIATA la stazione di Roma.
E lei era a Torino.
Se Choo fosse stata una dipendente della premiata ditta Marok Punto Org, avrei inquadrato la sua telefonata nell'elenco dei migliori pacchi dalla
fondazione, nel 1889.
Subito dopo, la giovane donna andò a Porta Nuova per vedere se qualche treno avesse intenzione di partire. In stazione era il DISASTRO: tutti i Frecciarossa erano ancora affankulo e, quando non erano soppressi, il ritardo medio era di UN GIORNO.
Per fortuna, esistevano ancora gli intercity della linea adriatica... così Choo riuscì ad arrivare a Bologna per l'ora di pranzo.
In tutto questo, non mi aveva svegliato: era stata gentile.
Io mi alzai, come sempre a mezzogiorno.
Era una bella giornata di sole, come non se ne vedevano da un bel po', a Torino.
Accompagnai Iváno in stazione, trovammo un intercity della linea tirrenica che prometteva di arrivare a Roma, senza specificare QUANDO, e l'handicappato partì.
Pochi minuti più tardi, il traffico si paralizzò di nuovo... non solo quello ferroviario, ma pure quello TELEFONICO: tutti i telefonini in tutta la stazione non avevano campo.
Di colpo, all'improvviso.
E i treni si erano tutti bloccati.
Fermai un ferroviere. "Scusi, buon uomo... per caso è successo qualcosa?" "Sì... - mi rispose, senza scomporsi - C'è appena stato un
TERREMOTO!"
Non riuscivo a crederci... la profezia di Iváno si era avverata: il terremoto c'era stato davvero!
4.3 gradi della scala Richter... e io NON me n'ero accorto, perché ero all'aperto in stazione!
Scioperi, incendi, vandalismo, terremoti... l'handicap in movimento era una CATASTROFE... la DERIVATA delle fave annullava il MONDO!
Una volta ritornato a casa, vidi che era ancora in piedi... mi riferisco, naturalmente, alla connessione ad Internet.
Così, mi feci un giro per vedere foto e video dell'incendio di Roma e del terremoto di Torino.
Dopo mille peripezie, cambi treno e ritardi non quantificabili, Manila ed Iváno sarebbero poi riusciti ad arrivare a Roma, ancora in tempo per vedere la Stazione Tiburtina che bruciava.
Sarebbe ritornata completamente operativa solo verso la metà di febbraio... perché gli Elii non fanno concerti, durante l'inverno.
Per ringraziare le Fave, nel giro di un anno Trenitalia avrebbe SOPPRESSO quasi tutte le linee che ancora avevano un prezzo ragionevole, tra cui l'adriatica, la tirrenica, e la Chivasso-Asti. Quindi, tutte le linee nominate in questa recensione furono DISINTEGRATE. E passavano tutte ad Asti... quindi da casa di QiQQo.
Di QiQQo, a proposito, nessuna notizia... nessuno sa se sia arrivato a casa, né se l'abbiano cancellato, spezzato o inculato assieme al suo treno. Peccato.
Per avere novità dagli Elii avremmo dovuto aspettare il 4 agosto: quando le persone normali e rispettabili erano al mare, il complessino mise online TUTTO l'audio del concerto di Aosta... DA MIXER!
Quindi, la mia metà registrata con l'edirol era un wave da un giga da buttare nel cesso.
Pensate: se Iváno avesse filmato con la s2, anziché con la sua merda, adesso ci potremmo montare l'audio da mixer ed avremmo un video spettacolare!
Meglio così... sono contrario ai filmati su Internet.
Ed infine, il concerto del 2 settembre a Torino fu annullato: al posto degli Elii avrebbero chiamato i Planet Funk, perché si erano accorti che piacciono alla pheega.
Il divieto di Piemonte, dunque, sarebbe stato rispettato fino al 3 marzo del 2012, quando gli Elii avrebbero suonato al teatro Colosseo, in occasione dello SBIANCAMENTO ANALE.
Quella, però, è un'altra storia.
Quindi adesso, da bravi, andate tutti affankulo.