C'era una volta l'età della pietra e trombare era molto scomodo. Ma, in fondo, c'è chi s'è divertito.
Vennero poi l'età del bronzo e quella del ferro, ma era tutto sempre troppo duro.
Poi un bel giorno, finalmente, fu l'età dell'Informatica! E si smise di trombare.
Per sempre.
Simbolo dell'ultima età il giovane nerd Kombatt ed i suoi dialoghi edificanti:
"Ho messo due monitor uno sotto l'altro!"
"Sto installando il kernel a 64 bit!"
"Sto navigando con Lynx!"
"Ho trovato un sito che è una figata: www.musicaperbambini.com!"
Un po' per caso, un po' per noia, un po' per spregio, per una volta anziché ignorare i suoi link ci cliccammo sopra... forse era la prima volta che lo facevamo.
Neanche mezz'ora dopo, l'intero canale ascoltava in loop l'mp3 di Bolla di brodo, la giovane
Daiconan
la floodava sul canale in stampatello ignorante,
Don Diego
tappezzava
il suo blog
di accordi, di bolle e di brodo, poi
Uollano,
il prof Magneto,
cani, porci, puttane, PiombinoKastrox e vaffankulo, l'umanità era pronta per una nuova età: L'ETÀ DELLA BOLLA.
L'IMPREVEDIBILE
Sembrava finita lì quando Daiconan, sfidando le leggi della natura ed il continuum spazio/tempo, compì l'unica mossa che nemmeno il Creatore avrebbe potuto prevedere: si iscrisse a
last.fm e lo bombardò di Bolla di Brodo: mp3, testo e delirio femminile.
Poche ore dopo c'era già un commento: "Bella la frase delle bolle...avrei voluto scriverla io :)". Firmato: M__nuel di Musicaperbambini.com.
Subito dopo, sul blog di Don Diego comparve ciò:
"QUANDO LA VOSTRA VERSIONE COLLA CHITARRA E' PRONTA VENITELA A ESEGUIRE A QUALCHE NOSTRO SPETTACOLO. IL PROSSIMO E' A VIGOLO MARCHESE (PIACENZA) SABATO! E' A META' STRADA TRA BOLOGNA E MILANO.
UN PANINO COLLA COPPA E UN BICCHIERE DI GUTTURNIO PER TUTTI!"
LA FOLLIA
Riassumendo, un misterioso individuo che si firmava M__nuel ci proponeva di partire verso un luogo non precisato in culo alle colline emiliane, promettendoci musica e cibo extraterrestre, senza darci nè un indirizzo nè un recapito telefonico, e noi non avevamo nemmeno una cazzo di automobile.
Cosa avreste fatto voi al posto nostro?
DAICONAN si mise a cercare su INTERNET gente che NOLEGGIASSE una MACCHINA. Niente meglio di questa frase riassume il concetto stesso di disperazione.
"Non ho trovato la macchina - ci disse dopo mille tentativi - Però possiamo passare la notte in mezzo alla strada, tanto il 25 è la notte che cambia l'ora... l'alba arriva subito!"
Fatti due conti, capimmo come il grasso ed il pelo dei nostri giovani corpi fossero armi adatte ad allontanare la pheega ma insufficienti per affrontare all'aperto il gelo delle notti di marzo. E così, seppure a malincuore, dovevamo arrenderci all'evidenza: bisognava rinunciare.
Fu una voce priva di chiocciola, la vigilia del concerto, a diffondere lo scoop: Don Diego una macchina ce l'aveva!!! Però l'ultima cosa che avrebbe fatto nella vita sarebbe stata tirarla fuori per guidare fino a Vigolo Marchese... peccato.
Ma sì, del resto non potevamo dargli torto, era da coglioni, ed infatti lui una cosa del genere non l'avrebbe fatta per nessun motivo al mondo.
Uhm... proprio nessun Motivo?
SI PARTE!
Il Motivo Daiconan ci aspettava alla stazione di Fiorenzuola per le sei e mezza.
Partimmo da Milano alle sei e mezza: tutto secondo i piani.
Membri dell'equipaggio: Don Diego (pilota), Uollano (navigatore), Dottor Marok e la Jeppa (intrattenimento reciproco).
Era il primo viaggio che facevamo con la Jeppa, l'avevamo vista di rado ed avevamo pochi argomenti in comune di cui parlare.
"Trattatemela bene! - ci aveva raccomandato Daiconan - Non le parlate di ELIO, nè di FAVE, nè di INFORMATICA, che è sensibile, si impressiona!!!"
"Jeppa - le dicemmo in coro - conosci www.ivanpiombino.org?"
La Jeppa si chiuse in un rassegnato silenzio.
Il più loquace era il pilota Don Diego, che di tanto in tanto chiedeva al navigatore Uollano dove cazzo dovesse andare.
"Non ne ho idea! - rispondeva il navigatore Uollano - Ho LASCIATO A CASA la cartina!"
In un moto di pietà, tirai fuori dallo zaino la cartina che avevo stampato da
viamichelin.com e la porsi a Uollano.
"Ma questa fa SCHIFO! - commentò - La mia era molto meglio!"
Bannato Uollano, arrivammo nella ridente stazione di Fiorenzuola che saranno state le sette e mezza: solo un'ora di ritardo. Un tempo avremmo fatto di meglio, stavamo davvero invecchiando.
Del resto, nulla è più bello dell'incontro con un Motivo... e sicuramente avranno pensato altrettanto i suoi unici compagni di soggiorno in stazione, un'allegra famigliola zingara ed un barbone addormentato. Cazzi suoi, non sa cosa si è perso.
Lasciammo Fiorenzuola deliziosamente scortati da una sinfonia di soavi vaffankuli femminili, che è sempre un'emozione sentire.
Il panorama attorno a noi intanto cambiava e, a poco a poco, la strada si perdeva nel buio dei campi incolti. L'ultimo cartello rimasto all'orizzonte recitava testuale
ONORANZE FUNEBRI FAVA
e tutti e cinque i nostri telefonini smisero contemporaneamente di funzionare! La civiltà ci aveva abbandonato.
Di colpo ci ritrovammo soli, in mezzo al nulla, avvolti dall'oscurità e dal freddo del generale inverno.
"Quanto durerà il tempo che rompe i coglioni?" mormorai, quasi sovrappensiero.
"Bello!" rispose Don Diego
"Eh?"
"Quanto durerààààààà il tempo che rompe i coglioniiiiiiii?"
"..."
Certe volte all'handicap manca solo un La: fu così che, dal nulla, Uollano e Don Diego tirarono su un'improbabile quanto struggente melodia alla Ruggeri come ode
all'autistico Grumo, il cui ritornello era: "quanto durerà il tempo che rompe i coglioni"
Testimoni dell'evento creativo il blog di Don Diego e la Jeppa. Almeno così raccontano i suoi tentativi di omicidio/suicidio.
Comunque, alla fine arrivare a Vigolo Marchese fu facile: bastò fottersene della cartina, dei pochi cartelli e di tutto quanto di logico ci potesse essere nello scibile umano. Nell'età della bolla, ogni mossa fatta alla cazzo si rivela vincente.
Ok, ora rimaneva un piccolo particolare: scoprire in quale locale ci sarebbe stato il concerto!
Oppure, al limite, scoprire che era tutta una burla ed avevamo viaggiato ore per poi trovare un cartello: "M__nuel sets mode +b"!
Sarebbe stato meraviglioso.
INCONTRI RAVVICINATI
Dalla strada si intravedevano le luci di un bar. Era pur sempre civiltà, così penetrammo per chiedere lumi.
Non tutti, però: era un compito riservato ai possessori di faccia da culo, ovvero la Jeppa e l'handicappato sottoscritto.
Appena entrati, la nostra attenzione venne attirata da una campanella da cui pendeva una catena.
La tentazione di tirare la catena per fare suonare la campana era fortissima, quasi irrefrenabile.
Sotto la corda un biglietto: "Chiunque suona la campana si impegna ad OFFRIRE DA BERE a tutti i clienti presenti!"
Mi ripromisi di tornare nel locale con Ivan Piombino.
Ma era ora di affrontare la tipa al bancone.
"Salve - le dissi con fare sicuro - cerchiamo il concerto di... uhm... ehm... BOOOH..."
Solo allora mi resi conto di non sapere nemmeno il NOME DEL GRUPPO per il quale avevamo attraversato l'intera pianura padana.
"Guardate, qua sotto c'è un concerto, ma non ho idea di chi suoni! - ci rispose, indicandoci una scala - provate a scendere!"
"Se in questo buco di paese ci sono DUE CONCERTI la STESSA SERA IN DUE POSTI DIVERSI, io sono MATTINIERO e LAVORATORE e PIOMBINOKASTROX!" pensai, mentre chiamavo gli altri handicappati e scendevo di sotto, canticchiando "Bolla di brodo, in gola ho un nodo..." per testare le reazioni della folla.
In fondo alla scala, un gruppo di giovani etilomani stava allestendo un banchetto con simboli e loghi di gruppi rock a noi assolutamente sconosciuti. Sul muro troneggiava la scritta
"FORZA PANINO - Elio e le Storie Tese".
Ci aspettavamo che dal nulla saltasse fuori un tizio grosso a dirci: "Fave? Fankulo!", quando la Jeppa vide un giovane uomo che saliva le scale.
"È lui! È lui!!! Me lo sento!!! È LUI!!!" ci disse.
Le intimammo di non rompere i coglioni con le sue stronzate ed affrontammo i tizi del banchetto con fare sicuro come solo noi sappiamo fare: "Ehi, sapete se qua suona... suona... ehm... BOLLA DI BRODO?"
"Eeeeeeh?"
"M__nuel..."
"Chi???"
Curiosando sul bancone notammo un cd con scritto: "MUSICA PER BAMBINI".
"È QUI!!! CE L'ABBIAMO FATTA!!! - urlammo - "BOLLA DI BRODO!!! BOLLA DI BRODO!!!"
Il giovane avvistato dalla Jeppa si voltò e ci venne incontro.
"Piacere - ci disse - io sono M__nuel!"
Pochi minuti dopo eravamo già al tavolo del locale con M__nuel ed i suoi amici Manzo e Giamma.
"Ma voi siete veramente venuti da MILANO per vedere Musica per bambini?" ci chiesero, con aria basita.
"Nonò - risposi - io da Torino, le giovani donne da PORDENONE!"
Diventammo l'attrazione del locale, meta di pellegrinaggio da parte di tutti gli abitanti di Vigolo Marchese.
"Avete già mangiato?"
Era una domanda facile... ce la potevamo fare.
"Ehm... no, veramente noi..."
Non facemmo in tempo a radunare aggettivi, sostantivi e, volendo, verbi per finire la frase che il ragazzo del locale ci aveva portato vino rosso, per gli amici Gutturnio, e cibarie in quantità industriale.
Ad ogni brindisi lady Daiconan, rossa in volto, ripeteva: "Io REGGO L'ALCOOL, perché SONO FRIULANA!!!", non mancando di riscuotere applausi e doverose ovazioni da parte del pubblico rock e della pro loco di Vigolo Marchese.
Dopo litri di Gutturnio ed un tripudio di pisarei, M__nuel, pensieroso, chiese: "Allora, la cantiamo Bolla di Brodo?"
Nel tempo intercorso tra l'ultima vocale ed il punto interrogativo, Don Diego era già schizzato in macchina, aveva preso la sua chitarra, era ritornato alla base ed aveva iniziato a suonare.
Nei video i risultati.
IO MORIBONDO
(Musicaperbambini live in Vigolo Marchese 25/3/2006)
Intanto, le basse frequenze che provenivano dal pavimento suggerivano la possibilità che il concerto fosse iniziato. Però M__nuel era di sopra con noi... un bel paradosso... disgregazione spaziotemporale? Teletrasporto ad alta velocità? Effetti speciali e colori ultravivaci?
Per chiarirci le idee c'era una sola strada: bere. Anche perché il ragazzo del locale andava e veniva in continuazione dalla cantina, deciso a farci assaggiare tutti i suoi vini, e sarebbe stato un peccato deluderlo: ogni regione ha il suo Mazzantini.
"Assaggiate questo! È ERRROTICO!" ripeteva, tra un viaggio e l'altro.
"Torna presto Mirko! - gli dicevamo - Che qua l'alcool EVAPORA e le bottiglie son BUCATE!"
"Ma sì, comunque io sono
Luca!"
"GRANDE MIRKO!!!" urlava Daiconan, che tanto regge l'alcool perché è Friulana.
Il vino rosso è davvero una bella invenzione: fiumi e fiumi d'alcool che addormentano i neuroni cattivi, quelli dell'autocontrollo, dell'equilibrio mentale e della vecchiaia, e risvegliano quelli buoni, quelli che sciolgono alle cose importanti, alle risate femminili, ai profumi, alle supercazzole, alla pheega ed alla notte che stuzzica e sorride... e poi, quando i colori delle giovani donne si tingono di rosso, reclamano altro alcool per i loro fratelli, eremiti assopiti nel letargo del giorno.
Solo verso mezzanotte scendemmo di sotto, ormai non potevamo più farne a meno.
Non so quantificare quali percezioni derivassero dal buon Bacco, ma d'innanzi ai nostri occhi si manifestava tanta gente, tanto fumo e tanta pheega: una meraviglia, ma nulla in confronto alla visione di Daiconan che giocava con la Jeppa a gonfiarsi le tette con i palloncini, per poi mettersi in un angolo a guardare il soffitto ed infine dirci che sarebbe rimasta lì perché in tutto il mondo era l'unico posto sicuro. Come darle torto.
CONCERTONE!
Ben lungi dal bussare, il concerto entrò sicuro
nella penombra di un palco addobbato con una cura ed uno stile degne di un ospedale psichiatrico: solo ornamento un lenzuolo bianco con tre buchi da cui saltuariamente fuoriuscivano le teste di M__nuel, di Manzo e del Giamma.
Non avrei potuto immaginare un inizio migliore.
Sentire e vedere dal vivo quei pazzi che per notti intere ci avevano handicappato fu una sensazione stupenda... ogni sfumatura, ogni parola ed ogni mossa dei tre sintetizzava una pillola di geniale follia.
Tutto era realizzato con tecnologia d'avanguardia: le luci avevano due effetti (luce accesa e luce spenta) e venivano regolate a mano da M__nuel tra un pezzo e l'altro avvitando e svitando una lampadina. Le musiche erano un disco in playback, le coreografie erano due giocolieri che si lanciavano ovetti Kinder e, nel pubblico, non c'era nessuno che fosse minimamente sobrio. Devono essere così i concerti in Paradiso.
Il bis, a gran richiesta, fu naturalmente BOLLA DI BRODO, cantata all'unisono dall'intero locale.
Lo stesso M__nuel ne fu impaurito, ma felice.
POSTUMI
Sfumata la musica, la folla e l'handicap si rarefecero a poco a poco, così M__nuel e Uollano, riacquistata la lucidità, iniziarono a prendersi a sprangate nei coglioni. Evaristo sarebbe fiero di loro.
Giunse così l'ora dei saluti.
"Dove dormite?" ci chiese M__nuel.
"Boh!" gli rispondemmo, barcollando e ridendogli in faccia.
"Be', se volete vi ospito - propose - Tanto abito qua davanti... tre da me e due dal Manzo..."
Non credevamo alle nostre orecchie. Soprattutto il Manzo, che il giorno dopo si alzava alle otto per sostituire M__nuel al lavoro.
"Dai, va bene - disse il Manzo - però facciamo presto!" ci disse, indicando la sua macchina.
"E SSSSSSHT! - si raccomandò M__nuel, indicando la sua casa - Ho i vicini che dormono, mi raccomando, non fate rumore!!!"
Il brillante risultato fu che ci accampammo in strada, tra la casa di M__nuel ed il locale, decisi a rimanerci fino all'alba a sparare stronzate. Però URLANDO.
Non so cosa M__nuel avesse fumato ma, da quando eravamo usciti dal locale, si era messo a parlare in inglese, senza un perché. E passava minuti a fissare Daiconan con aria interrogativa.
"Pretty girl - commentava - but blablablabla..."
"EHI! - urlò lei in un attimo di silenzio - SIAMO USCITI E PER LA CENA NON ABBIAMO PAGATO UN CAZZO!!! AHAHAHA!!!"
M__nuel ebbe un sussulto, indicò casa sua e, impaurito, urlò: "I F__CKIN' LIVE HERE!!!"
Mentre Daiconan lo contemplava con occhi incuriositi cercando di capire che cazzo avesse detto, noi tornammo dal buon Luca che, dal portone, aveva assistito a tutta la scena ridendo a crepapelle. Alla fine, oltre a farci pagare l'equivalente di due birre per tutto quello che avevamo preso a cena, ci offrì di nuovo da bere.
Dopo un'altra ora passata ad urlare sotto casa M__nuel, il Manzo smise di dirci che era tardi e ci disse direttamente soka, saltò in macchina, urlò a ciò che
rimaneva di Uollano e Don Diego di seguirlo e schizzò verso casa.
A M__nuel non parve vero l'aver ristabilito la pace, l'ordine e la disciplina, così aprì il portone, si voltò per salutare il Manzo, si rivoltò, vide Daiconan, la Jeppa ed il sottoscritto che si rotolavano per terra nel suo androne e, con un fil di voce, commentò: "Oh shit...".
La notte era ancora giovane.
Forse.
Il cielo aveva le tinte del Motivo dell'alba quando, per cercare di farci dormire e ritardare lo sfascio di casa propria, M__nuel preparò un té con dentro sostanze chimiche non ancora scoperte dal genere umano. L'unico ad addormentarsi fu M__nuel. Fu comunque una bella serata.
AFTERDAY
Ci svegliammo la mattina molto presto, era da poco passato mezzogiorno
e splendeva un sole surreale: l'età della bolla aveva portato la primavera!
Come un frocio sfigato, il telefonino continuava a non prendere un cazzo, così non avevamo modo di comunicare con Don Diego o Uollano o nessun altro al mondo.
In compenso la luce, mista al ritrovato barlume di lucidità, ci portò a poco a poco a contemplare quel po' di casa che la notte non ci aveva dato tempo di distruggere.
Era piena di cimeli interessanti, qualche chitarra appoggiata al muro,
una lavagnetta per bambini con scritto "Sweet Cow Sweet Home", uno
specchio psichedelico nel cesso, qualche cd disseminato qua e là, ed anche le finestre ci rivelavano un panorama inatteso: sotto il balcone un
torrente, di cui la sera prima nemmeno sospettavamo l'esistenza, faceva da sfondo ad un gruppo di ragazzini handicappati che si suicidavano saltando giù da un muretto con la bici sfracellandosi sull'asfalto. Ed io ero circondato dalla pheega. Vigolo Marchese mi piaceva sempre di più.
E va be', visto che ormai era mezzogiorno e mezza, ci concedemmo una colazione da Luca.
Uollano e Don Diego apparvero dal nulla, anche loro completamente a cazzo: il Manzo era uscito di casa lasciando a loro le chiavi, quindi potevano fare il cazzo che volevano... eravamo veramente in un universo parallelo.
Del resto nulla è più bello delle giovani donne in primavera. E così, stesi al sole ed in mezzo alla pheega, facemmo un minuto di raccoglimento per Grumo.
Dopo un pranzo d'un paio d'ore in un locale in cima alle colline che nulla aveva da invidiare a quello delle 12 fatiche di Asterix, M__nuel ci disse che sarebbe stato molto bello girare per le strade con una chitarra e bussare a tutte le porte del paese cantando Bolla di brodo. Non potevamo dargli torto.
Finimmo in un prato in mezzo alla campagna, cantando le osterie ed i corti di cordialmente.
Ad ogni parola di M__nuel e ad ogni conseguente cazzata, ci accorgevamo sempre più di avere tutto in comune, handicap, ricordi, passioni, pensieri, ma soprattutto handicap... parlavamo di cose lontane, come se ci fossimo conosciuti da sempre, ed avevamo fatto irruzione nel suo mondo da neanche un giorno, senza un perché: tutto, rigorosamente, completamente alla cazzo.
A questo punto era inevitabile: la
Cumpa doveva avere un nuovo ospite! Ed handicap fu.
Come un arbitro inflessibile, il tramonto segnò l'ora del soka e degli addii. E così, già nostalgici ma ancora felici, per l'ennesima volta ci mandammo finalmente, costantemente ed improrogabilmente affankulo.