Venerdì 1 ottobre 1993: MISTER BEAN
Quel venerdì mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, e la vita era piacevole: in quattro giorni ad Informatica, non era apparso
NESSUNO STRONZO in giacca e cravatta! Nemmeno i professori: al limite si vestivano color anziano! Era un altro mondo.
Voci libere ed allegre raccontavano di giochi, di cazzate o di musica demenziale ed erano voci sguaiate ed impertinenti, che piantavano un sacco di casino.
La
matematica metteva d'accordo tutti, tranne GM: a lui piaceva tantissimo!
Insomma... ogni cosa era al suo posto.
Anche qua, a casa Marok, era lo stesso: la mia camera
era uno schifo che metteva allegria!
Chissà, forse un giorno mi ricorderanno così: scrivetelo sulla mia lapide, ok?
Ma lasciate che vi presenti meglio le mie coinquiline!
C'era
la Voce della mia Coscienza, MammaMarok, che somigliava all'idea del metrò: era nata nel '38 e non si sarebbe mai realizzata, perché
il suo obiettivo era avere un figlio... normale!
Non avevo fratelli... e diceva che
le adozioni erano un casino.
Quindi, ogni tanto capitava che aprisse la porta della stanza, declamasse versi dell'Apocalisse o qualcosa del genere ed uscisse, senza nemmeno essere entrata.
Poi c'era la padrona di casa: si chiamava
Nerina,
era diversamente magra e ogni tanto schizzava, gonfiava il pelo e saltava in laterale, come lo strafe di Wolfenstein 3d.
Sui documenti, era
"gatta europea", ma lei non ci credeva, si nascondeva nella penombra ed
inventava parolacce: il suo intercalare era
"grù!", che era simile al nostro
"minchia!"; poi c'era
"Gnack!", che era l'insulto massimo e lo rivolgeva agli uccelli, alle mosche, alle farfalle e a tutto quello che vedeva guardando il cielo! Ognuno bestemmia come gli pare.
Comunque, a suo modo sembrava felice; certo, la servitù era la stessa della casa precedente e lasciava parecchio a desiderare... ma, coi tempi che corrono, signora mia, tanto valeva fottersene e leccarsi il culo.
Finora,
la mia camera aveva avuto un solo ospite: GM!
Prime cinque parole:
"QUI NON BASTEREBBE UN INCENDIO!!!".
Ritornava spesso... quindi, gli piaceva.
Nonostante la grafia indecifrabile,
GM era nato per fare l'archivista: aveva un'ottima collezione di giochi ed era ordinatissimo, catalogava tutto e firmava TUTTI i giochi con un file di testo con scritto
"GM Software". Al tempo stesso,
era ossessionato dalla Finanza: pensava che copiare i dischetti fosse reato federale galattico... ognuno ha i suoi problemi.
Fu così che nacquero i
Ghiotti Scambi: buttai giù una lista e copiai a GM tutti quelli che gli mancavano (cioè DUE:
"Tristan Pinball" e
"Civilization");
GM, invece, me ne portava un'infinità ed ed era contento, perché si divertiva a vederli girare sul 486!
L'unico momento in cui
vedevamo pheega da vicino era il
viaggio di andata sul 2.
Erano una meraviglia della natura: qualità artigianale e quantità industriale. Uscivano da una qualche scuola, un artistico o roba del genere, quindi erano sveglie da almeno sei ore, le avevano passate TUTTE in gabbia e adesso finalmente vaffankulo, si ubriacavano di LIBERTÀ, esplodevano e riempivano il mondo di GRIDA, di COLORE, di CASINO!!!
Il risultato erano due inquadrature continue, una dall'alto e l'altra dal basso... un giorno saremmo riusciti a registrarle dal cervello, tipo
Brainstorm.
A lezione,
le ore di Algebra ed Analisi1 erano noiose ma le sopportavamo, come l'avvio di Windows 3.1. Al contrario,
Geometria aveva fatto una vittima: McLaud! Aveva deciso di cambiare facoltà, perché non era in grado... ragazzo emotivo.
Così, a sinistra avevo GM (un metro e novanta), a destra lo Yeti (due metri e cinque centimetri) ed in mezzo c'ero io... uno zero tra parentesi.
Attorno a noi, resistevano
Budo, il
Filosofo,
Monopoly,
Nichel... ed in più era spuntato il
SOSIA di Mister Bean!
Era spettacolare! Non solo possedeva la stessa faccia, ma era identico nella mimica, nei versi gutturali... e sembrava del tutto involontario:
giurava di NON sapere chi cazzo fosse Mister Bean!
Da quanto si incazzava, sospettavamo fosse vero.
Insomma, erano stati giorni felici, ma sempre uguali: non potevo certo sapere che stava per arrivare la svolta... e che svolta!
"Marok! - disse GM
- Cazzo fai stasera?"
RITORNO A CASA GM
Alle nove in punto, mi avvicinai al cancello, riconobbi la fessura, zippai la pancia e penetrai a
casa GM. Vittoria!
I vecchi chiamavano CasaGM
"condominio a stella", perché i palazzi formavano una X dentro a un quadrato, originando tre cortili triangolari ed uno pentagonale, interconnessi da una fitta rete di passaggi più o meno segreti:
alle elementari, passavamo i pomeriggi da lui a giocare a nascondino.
Il custode, il signor Stella, ci ODIAVA... infatti era meglio stargli lontano, perché i gagni del decimo piano gli lanciavano i gavettoni e potevano sbagliare mira.
Terminato il giro di ricognizione, citofonai ed urlai:
"FINANZA!!!"
Risposta:
"Cerchi mio figlio? Sì, vieni..."
Doppia figura di merda: il padre di GM si ricordava perfettamente di me!
Perfetto.
La camera di GM era una
biblioteca di dischetti, ma non tutto era a vista, perché GM divideva la camera con la sorella, che era normale.
Le
copertine delle cassette erano belle,
sembravano musica araba, russa, fenicia o egizia... invece
era solo la scrittura di GM! Azionato il Babelfish testuale, riconobbi
Elio1,
Elio2,
Borgomanero,
Paté d'Animo,
gli
883 e
Leone di Lernia,
ma la cosa assurda era
lo stereo:
girava ACCELERATO, era almeno un semitono sopra!
"Sì, all'inizio fa strano... - diceva GM
- Ma poi ti abitui!"
"Ma sì... - risposi
- Un po' come prenderla in culo. Ohu, dove andiamo?"
"Aspettiamo gli altri! Poi andiamo all'Athreyu, ti va?"
"Boh... cazzo è?"
"Non sai cos'è? Davvero???"
Lo squillo del citofono mise fine alle spiegazioni e, in un attimo, mi ritrovai in un'allegra compagnia di zero pheega e dodici cazzi, tra cui Spranga e MiOpìO.
Subito dopo, il Portale Multidimensionale si aprì.
L'ATHREYU
Il misterioso e leggendario
Athreyu
era quello che chiamavano
"cybercafé", cioè un pub in cui ogni tavolo era dotato di un terminale collegato a tutti gli altri, in rete.
Era in cima a via Villar Focchiardo, piazza Rivoli, casa! Come CAZZO avevo fatto a vivere senza???
Ci dividemmo a squadre,
tre o quattro per tavolo: uno stava alla tastiera e gli altri gli rompevano i coglioni.
Gli schermi facevano cagare: testo grigio su sfondo grigio, appena più scuro.
Le tastiere facevano cagare: tasti piccoli, unti, storti e difettosi... somigliavano a noi! Non a caso, stava per accadere qualcosa.
Un minuto più tardi, avevo espropriato la tastiera.
Dieci minuti, volevo fare solo quello nella vita.
Venti minuti ed anche gli amici di GM erano d'accordo: mi rapivano per scrivere al posto loro, perché
si erano convinti che piacessi alla pheega!
A causa di un bizzarro equivoco,
avvertivano solo il rischio secondario, cioè che le presunte ragazze avessero il cazzo, e gli sfuggiva il nodo centrale: diverse tipe, femminili, in carne e ossa, venivano al nostro tavolo a conoscerci, esistevano davvero!
Subito dopo,
invocavano il teletrasporto, in un impeto di sgomento, orrore, ribrezzo, terrore, pena e schifo.
Ebbene sì, avevo il superpotere più inutile del mondo:
piacevo alla pheega, ma solo in formato txt!
Per fortuna,
anche gli amici di GM apprezzavano l'inutile, quindi andammo avanti tutta la sera a scrivere cazzate, cantando ridendo e ruttando nel cybercafé, perché vaffankulo!!!
Fu una splendida serata: noi sì che ci sappiamo divertire.
LA CUMPA DI GM
Verso l'una, si rarefece la densità di casino e così, divisi in sei e sei in due vecchie macchine da cinque,
schizzammo verso il centro con l'autoradio a palla, ruttando ed urlando con tutto il fiato che avevamo in corpo.
L'autista della concorrenza si chiamava
MadMax, era un bravo ragazzo, ma doveva avere qualche corto circuito nei suoi impianti bionici, perché
andava a scatti... quindi mettergli in mano un volante era decisamente un'ottima idea.
Per fortuna, il nostro pilota era l'opposto: si chiamava
Lubo
ed era un distillato di serenità ed euforia!
Diversamente magro, pelle olivastra e voce squillante lievemente rauca, sembrava un innesto tra Tonino Baliardo dei Gipsy King e Leone di Lernia. Per fugare ogni dubbio, si sporgeva fuori ed urlava:
"SONO MERIDIONALEEEE!!!".
Era bello.
Entrati nel quartiere arabo, San Salvario, silenziammo le autoradio, imboccammo via Ormea e, lentamente, ci affiancammo ad un tizio enorme, con tacchi, foulard fucsia e parrucca bionda.
"Marok! Sei pronto ad urlare?"
"Eh? Io? Sempre!"
"Bravo! Tre... due... uno... NANDO!!! SOOOOOOOOOOOOOOOOOKA!!!"
Nonostante la sgommata, feci in tempo a vedere
la faccia di Nando: gli occhi sbarrati, la bocca spalancata... era un capolavoro!
Superato corso Vittorio, girammo a sinistra e di nuovo a destra, in via Accademia.
"Tieniti forte, Marok! Adesso c'è il SALTO!"
La Ritmo prese velocità sull'asfalto bagnato e, all'altezza di via Mazzini, letteralmente, saltò.
GM prese una sonora capocciata contro il tetto... ma sembrava abituato.
"È il terreno! La strada scende di colpo e poi risale. Torino ne è piena!"
In tanto girare, ci ritrovammo davanti all'Area di Via San Massimo, che era un posto tranquillo: a febbraio, un gruppo di tarri aveva ammazzato di botte uno sconosciuto fuori dal portone, perché aveva starnutito. Stavamo urlando ai passanti nel posto giusto!!! Poi cambiammo strada, purtroppo.
"Vedi quella casa all'angolo di via Sant'Ottavio? - disse GM
- Là ci abita uno che ci sta sulle palle... si urla! Ok? Pronti? Tre... due... uno... FANKULOOOOO!!!"
Prima che il malcapitato avesse il tempo di affacciarsi alla finestra e tirarci qualcosa, avevamo già fatto il salto nell'iperspazio.
Arrivati in una traversa chiusa di via Napione, Lubo fece segno di fare silenzio, quindi le due auto entrarono, fecero inversione e si prepararono ad uscire.
"Vedi quel palazzo? - sussurrò GM
- Là abita la nostra prof! Tre... due... uno..."
Non risparmiai nessuna energia ed
urlai assieme a loro, con tutto il fiato che avevo in corpo! Era un cortile chiuso, l'eco era pazzesca, le parolacce rimbombavano da tutti i palazzi intorno:
"Égoïste! Égoïste! Égoïste!"
E poi via, propulsione a curvatura!
Mille tempeste da annusare, fare a corse coi cani sopra la neve, impadronirsi di un momento per farlo durare un'eternità!
In questo regno dove tutto è permesso, lasciati andare e vedrai che, anche se non cambia niente lo stesso, tu ti divertirai!
"Ti si mangiate la banana... - cantava l'autoradio
- con due salsicce e u'parmigian e mo' te senti mal! Se tu te fe 'na limonata, con tre cucchiai di cidret, surridi alla giurnat!"
Di fronte ad un portone anonimo di via Guastalla, quasi all'angolo con corso Regina, Lubo silenziò il sosia cantante e fermò l'auto in seconda fila, seguito a ruota da MadMax.
"Qua che si urla?" chiesi.
"Un cazzo! - rispose GM
- Qua si tace... e si mangia!"
A fatica, decompattammo il tetris umano e rotolammo sul marciapiede.
"Shhh..." sussurrò Lubo.
Dovevo preoccuparmi?
MadMax suonò un campanello, il passo carraio si aprì e sgattaiolammo dentro, nel silenzio più completo.
L'angolo più buio del piccolo cortile
nascondeva un
montacarichi; battemmo tre colpi, secchi.
Una finestra al primo piano si illuminò, rivelando una faccia.
"DODICI!!!" disse Lubo.
"Alla crema?"
"Boh... come cazzo vuoi!"
Posammo 500 lire a testa, battemmo un colpo,
il montacarichi salì e ridiscese pieno di brioche, calde, appena sfornate!
Per la prima volta dalla notte dei tempi, mangiai di gusto: non esiste al mondo miglior condimento della felicità.
Quindi, alle prime luci dell'alba, concludemmo in bellezza col
PuttanTour, la disciplina olimpica che consisteva nel rifarci gli occhi con le zoccole in esposizione lungo i viali e prendere per il culo i veeekki che le caricavano in macchina!
Vecchio professore, cosa vai cercando in quel portone?
L'avrei ricordata come una delle serate più belle della mia vita: ero rimasto chiuso in gabbia per cinque lunghissimi anni di merda, ma
adesso ERO LIBERO!
Per sempre!!!
Sabato 2 ottobre - BEAT HAPPENS
Quel sabato mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno.
Là fuori, tanto per cambiare, pioveva... ma non aveva importanza:
ero riuscito a ricominiare da zero... avrei preso per il culo il resto del mondo, era bellissimo, fankulo!
Poi un suono femminile spiccò sul rumore di fondo.
"È pronto!" disse la Voce della mia Coscienza.
Non abitavamo più nella vecchia topaia da una settimana... eppure, avere a disposizione una stanza per mangiare ed un'altra in cui si poteva dormire al mattino, senza NESSUNO che rompesse i coglioni, non mancava ancora di stupirmi.
Sentite come suona bene:
NESSUNO che rompe i coglioni!
"Sai chi viene stasera a cena? - cinguettò MammaMarok, con la faccia felice
- Sai chi ho invitato?"
"Boh..." risposi, pensando che tanto avrei chiuso la porta.
"Stasera... a cena... tieniti forte... verrà... BEAT!
Con i GENITORI!!!"
Una fabbrica di mattoni esplose.
Pensavo mi cadessero in testa e invece... sorpresa! Mi entrarono nel culo.
Tutti eh!
Li contai, uno per uno!
Uno.
Due.
Tre.
Undici.
Settecentoventisei.
Novecentonovantadue.
Un miliardo virgola tre e quattordici.
"Che c'è? - commentò la Voce della mia Coscienza
- Non sei contento?"
"MA SEI IMPAZZITA??? MA PERCHÉ???"
"Beh... ho incontrato la mamma l'altro giorno, non vi sentite da un po'... gli devi ancora fare vedere le
foto dell'Inter-Rail!
Dice che non lo chiami mai... almeno gli hai dato il numero nuovo?"
Sospirai... in fondo aveva ragione, avevo vissuto con Beat il
primo ricordo positivo dopo cinque anni di merda: il viaggio in Inter-Rail!
Non era la mia prima vacanza all'estero senza i genitori: avevo iniziato a tredici anni, con un
viaggio in Irlanda;
era un gran bel posto, ma avevo sempre la zavorra delle
facce da cazzo della scuola dei preti.
C'erano i difettucci veniali, tipo che passavano il tempo ad evocare il Vesuvio perché bruciasse vivi tutti i terroni a partire da Firenze (però periferia sud), avevano insegnato agli irlandesi a cantare
"Faccetta nera" e
"Prendi un cerino, vieni a Torino, bibidi bobidi bù! Vieni a bruciare un terrone anche tu, bibidi bobidi bù!", spacciandoli come tradizione italiana... ma fin qua tutto bene!
I problemi nascevano quando
si divertivano a rubare nei negozi irlandesi, a spregio, per dimostrare che gli irlandesi sono poveri perché sono coglioni... ed era un vero peccato che gli irlandesi non fossero d'accordo.
Il giorno che li avevan beccati si era scatenata l'Apocalisse... e io
ero nel posto giusto: dalla parte OPPOSTA della città.
Benedissi il mio disprezzo totale per i beni di consumo e per chiunque facesse parte di quel liceo: due virtù che mi avrebbero sempre portato fortuna.
Beat aveva sempre fatto pacco ai viaggi in Irlanda e fu un peccato: ero sicuro che avrebbe passato la vacanza a cercare di convincere gli altri a non rubare (perché contrario al Settimo
Comandamento Imperiale Universale Galattico) e poi avrebbero messo in galera solo lui.
In effetti, non era un cattivo ragazzo, era solo fuso di cervello: sgridava i fumatori perché
la sigaretta è un vizio assimilabile al SUICIDIO: "90% ti viene il tumore! Controlla, è vero!".
Lo diceva sul serio, in mezzo alla gente... per salvarla.
Soprattutto,
SOTTRAEVA CASINO.
Quando la gente urlava perché era felice,
Beat invitava ad essere educati ed abbassare il tono... e ci riusciva: la gente si intristiva sul serio!
Avrebbe convertito in convento inglese la Vucciria di Palermo.
Per molti versi, Beat ragionava come i vecchi e le donne: schifava Elio e le Storie Tese perché erano immaturi e
"volgari"! Però era
fan dei Beatles, per ragioni che travalicavano la mia capacità di razionalizzare.
In un contesto normale, non ci saremmo mai cagati. Là in mezzo ai fasci,
invece, eravamo dalla stessa parte della barricata: non ci piaceva lo sterminio di massa dei popoli sfigati a scopo elettorale, ci piaceva camminare in montagna, odiavamo il lusso, gli abiti formali, le divise e sapevamo a memoria tutti i film di
Bud Spencer & Terence Hill!
La cosa più divertente era che i genitori di Beat, benestanti, avevano fatto voto di povertà su di lui:
non poteva telefonare da casa perché "non sai quanto spendi!".
Beat poteva chiamare solo dalla cabina e
lo faceva volentieri, era convinto fosse giusto... e mi faceva MOLTO comodo: ogni volta che i figli dei ricchi proponevano qualcosa di costoso, Beat li intristiva con le paranoie morali e non si faceva un cazzo. Era adorabile!
In virtù di queste affinità,
eravamo partiti assieme in inter-rail, zaino in spalla, immediatamente
dopo i nostri orali di maturità e senza nemmeno aspettare di conoscere il voto... perché davvero non ce ne fotteva un CAZZO, l'essenziale era che l'incubo fosse finito.
Avevamo girato l'Europa in treno, solo noi due, con pochissimi soldi, dormendo in treno o in posti assurdi in mezzo ai vagabondi e ai ragni, era stato fantastico.
Avevamo lasciato l'Italia
il mio ultimo giorno da minorenne, 21 luglio 1993, nella speranza che almeno un pochino fosse illegale.
Eravamo scesi dal treno nella ridente città di
Bruxelles
e
NON avevamo neanche un franco belga: se non avessimo cambiato le nostre lire, non avremmo potuto comprare NULLA da mangiare!
Piccolo problema:
le banche erano CHIUSE, tutto era CHIUSO, perché il 21 luglio in BELGIO è festa nazionale!!!
Nota di costume: nessun belga parlava inglese, noi non sapevamo il francese... e figuriamoci il fiammingo.
Alla fine ci eravamo fatti coraggio ed eravamo entrati in un ostello: il padrone, grande e grosso come tutti i belgi, abbassò lo sguardo, ci vide, capì, ebbe pietà, accettò come cauzione le nostre lire e
ci lasciò persino qualche franco belga come elemosina per un tozzo di pane quella sera a cena.
Quindi, ci indicò una camera da letto... tutto a posto?
NO:
i letti erano TUTTI già occupati!
"Don't uorrì! - diceva
- Somebodì didn't pay. So he's supposed to sleep on the floor... or go away. When you see him, tell him et voilà. Ok? Au revoir!"
Quindi, NOI
avremmo dovuto dire
ad uno SCONOSCIUTO di dormire per terra perché era ABUSIVO.
Perfetto!
Posammo la nostra roba su due letti a caso, quando
apparve un essere GIGANTESCO, fuori scala persino per i belgi, che ci vide sul suo letto, divenne viola ed
iniziò ad urlare, ma
TANTISSIMO, agitando in aria due mani oversize che per un attimo ventilarono l'ambiente (e ce n'era bisogno!).
E
NON parlava inglese!
Boh... inutile raccontare il finale: eravamo ancora vivi.
Nei giorni successivi, avevamo dormito su treni che nel cuore della notte
splittavano, rischiando di svegliarci in deposito tra i barboni che parlavano solo tedesco; ci eravamo beccati l'herpes mangiando il terribile pane appiccicoso cecoslovacco; avevamo attraversato di sera il sottopasso della stazione di Berlino, tra i canilupo ringhianti, tenuti al guinzaglio della polizia, ed
il sangue dei tossici che rigava il pavimento!
Quei fiumi rossi che correvano per terra, sulle piastrelle bianche, me li sogno ancora qualche notte, così come il commento di Beat:
"Vedi? Persino in quel caso, nessuno parlava ad alta voce! Sentivi solo i cani! In Italia, invece..."
E stasera? Boh, sarei sopravvissuto di nuovo.
Scesi giù coi negativi, stampai le foto per Beat e diedi una parvenza di ordine alla stanza... ma non troppo, o sarebbe tornato.
LA PRIMA CENA A CASA MAROK
La
famiglia Beat arrivò puntuale ed inconsapevole del proprio ruolo:
eravamo tutti cavie, era la prima cena in quel salotto!
Mi faceva ancora strano averne uno.
La prima volta che avevo mangiato a casa Beat avevo fatto una figura di merda colossale, cioè avevo iniziato a mangiare senza immaginare che
prima... c'era... la... PREGHIERA:
"Grazie Signore per il cibo che ci hai donato e per gli uomini che hanno lavorato per portarlo fino a noi! Amen."
Quindi, avevo dato istruzioni precise a MammaMarok... e lei se l'era dimenticate! Per fortuna, superato il momento di confusione, tutto andò liscio e consegnai a Beat una copia delle foto.
"Per me? - esclamò Beat
- Sul serio? Grazie! Come sono venute?"
"Beh... ecco... il
primo rullino
è perfetto!"
"Ah... e il secondo?"
"Ti ricordi che ce n'eran due tipi, nel negozio di Praga, non capivamo la differenza perché era in Cecoslovacco, quindi abbiamo comprato quello che costava la metà delle corone?"
Spalancai il
secondo album.
"Sono in bianco e nero!"
"SÌÌÌÌÌÌÌÌÌ! Abbiamo preso un rullino in BIANCO E NEEEEEEEERO!"
"Ahahahahah! Non è possibile! Però si vedono molto bene, dai! Anzi, sai che sono più belle così?"
Sorrisi ed accompagnai Beat nella mia stanza. Di fianco alla cartina di Torino, avevo appeso
la faccia di Bud Spencer,
la cover del
due di picche di Elio e le Storie Tese
e l'unica foto al mondo che ritraeva la
Gialappa's Band!
Beat apprezzò Bud Spencer.
Del computer fotteva cazzo, ma inaugurammo il
pianoforte di marca cecoslovacca
(
August Förster)
con
Bud Spencer e
Beatles e quindi poveraccio... l'August, dico: eravamo inqualificabili.
Però fankulo:
ero riuscito a far cantare Beat!
Voi non ce l'avreste fatta... mai!
"Imagine there's no countries, it isn't hard to do! Nothing to kill or die for... and no religion, too!"
Fu una soddisfazione, cazzo!
"Ma allora? - chiese Beat
- Come va quest'Informatica?"
"Bene... - risposi
- Anche se per adesso è tutta matematica..."
"Miseria! Ricordo che la odiavi!"
"Ma no, io non odio la matematica... solo i calcoli!"
"Ahahah! Ti ricordi il mio incubo, invece?"
"Latino?"
"Esatto! Faccio Storia e, cavoli, è obbligatorio!"
E va be', ognuno ha i suoi problemi.
"Però ti fai vedere ogni tanto? - insteva Beat
- Organizziamo una serata... anche con gli altri, dai!"
Sorrisi, pregustando il sublime divertimento di fare PAAAAAACCO!!!
Domenica 3 ottobre - IL SEGNALE DI VIDEOMUSIC
Quella domenica mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno.
Mi aspettavo un plotone d'esecuzione, come nella
canzone degli Squallor...
ed invece la casa era libera, perché la Voce della mia Coscienza era in giro per qualcosa di archeologico o artistico, però noioso. La padrona di casa, invece, nel tentativo di acciambellarsi come i gatti normodotati, stava provando a contrarre lo spaziotempo... senza risultati apprezzabili! Peccato.
Andai in cucina e buttai giù un paio di biscotti, che mi sarebbero bastati per tutta la giornata... quindi ascoltai il casino.
La nuova casa aveva un grande pregio:
non c'era mai silenzio. Odiavo il silenzio. Durante la settimana, il
traffico delle auto e dei tram faceva l'amore con la ventola del 486, generando cazzate.
La domenica, invece, il corso era silenzioso, ma da tutte le fottute pareti uscivano tutte le fottute voci di tutti
i fottuti pranzi in famiglia!
Ero dalla parte giusta del muro.
Abitavo là da una settimana ed
avevo già imparato ad apprezzare il PEGGIO di ogni angolo del palazzo. Nell'attico all'ottavo piano, l'appartamento più in alto di tutti, abitava
Mario BORGHEZIO,
uno dei capi della Lega Nord Piemont.
Prima o poi dovevo salire a cagargli sullo zerbino... solo che la porta si affacciava sull'altra scala ed era un casino.
Noi stavamo molto più in basso, all'umile terzo piano, ma era bello: dal balcone, si vedeva la pheega che aspettava il tram!
Purtroppo, non era zona di puttane... eppure, una delle prime cose che mi avevano colpito di quella camera era il balcone con
vista sul viale alberato, verso Nord;
da quel lato non batteva mai il sole (quindi
vedevo bene lo schermo senza chiudere le tende) e le foglie dei platani entravano in casa... tipo
leaves.bmp!
L'inculata era che da quella finestra
entrava un FREDDO pazzesco, di notte si congelava... ed era solo ottobre! Fankulo.
Avrei decisamente fatto meglio a scegliere l'altra stanza, ma
il panorama del lato Sud faceva SBOCCARE: un cortile lungo e stretto, peggiorato da tende di plastica bianca e tela verde, cagate dai piccioni.
Avrei preferito via Viù!
Così, quella stanza grande e luminosa era diventata il salotto ed ospitava il secondo computer:
il glorioso 286 che aveva cambiato la vita di tutti e tre,
Nerina compresa.
Era successo per caso: due anni prima,
una casa editrice era rimasta colpita da alcuni testi della Voce della mia Coscienza, finiti chissà come su un giornale, e
le aveva proposto di scrivere un'antologia di italiano.
Lei
aveva inviato un... DATTILOSCRITTO!
La casa editrice l'aveva mandata affankulo.
Ebbene sì,
per scrivere serviva un computer... che non fosse il mio Commodore 16. Strano eh?
Mosso a pietà, un collega le spifferò di un amico di un cugino di un tipo che le avrebbe fatto prezzi stracciati, ma c'era un piccolissimo problema: stava in via San Giacomo...
a CIGLIANO, un paesino di campagna in provincia di Vercelli, che non aveva neanche la STAZIONE!
Comprare quel 286 fu un'avventura... e NON fu l'ostacolo maggiore: la
negazione di MammaMarok per l'informatica rischiava di mandare tutto a diversamente moraliste!
Per fortuna,
mi disse fin da subito di non toccare MAI il computer, quindi iniziai a smanettarci, a spregio... e
mi accorsi che era divertente!
Nel giro di pochi giorni, imparai i comandi Dos ed il programma che le veniva richiesto
(si chiamava
WordStar
e, per fortuna, era di una facilità incredibile!) e quella cazzo di antologia la scrivemmo in due:
scrissi un libro di testo scolastico senza averne mai studiato uno!
Tutto il resto andò da sé, così velocemente da non riuscire a starci dietro: la prima antologia andò sold out, iniziammo a scriverne in parallelo per diversi editori usando pseudonimi, il che era una palese violazione del contratto, gravissima, da ergastolo, rigorosamente e deliziosamente illegale.
Il vero SPREGIO arrivò alla fine del '91:
pubblicammo un bignami dei Promessi Sposi... che io NON avevo letto! Tutto quello che sapevo derivava dalle
Grandi Parodie
del numero 4 dei
"Grandi Classici Disney" di Topolino e dalla
versione tv di Lopez, Marchesini e Solenghi,
quindi per me Renzo andava in giro con l'autoradio.
Non sottovalutate: era vero che mi toccavano solo operazioni di bassa manovalanza e la Voce della mia Coscienza correggeva tutto, ma
due delle quattro mani che fisicamente scrissero quel bignami appartenevano ad un tizio che non aveva MAI letto il libro!
Ovviamente il mio nome non poteva comparire come autore (e non perché avessi 16 anni!) e fu un vero peccato non poter includere quell'esperienza in nessun curriculum... perché
fu come SPUTARE su tutta la scuola secondaria superiore italiana e
CAGARCI SOPRA, fu lo SPREGIO sublime... una sensazione bellissima!
Così, ora avevamo una cazzo di casa degna di questo nome: forse non era una reggia... ma era l'ideale per dormire!
Peccato solo per quello schifo di visuale lato Sud.
Sognavo un bel terrazzo con vista sull'orizzonte, tipo
il Suo,
per risolvere
un problema pratico nel quale avevo costantemente fallito. La pheega? No,
il segnale tv.
Come la vecchia topaia, anche questo palazzo aveva un'antenna centralizzata, che prendeva bene solo la RAI: tutto il resto si vedeva a righe o a pallini o a cazzo. L'unica soluzione sarebbe stata
abitare più in alto e piazzare un'antenna privata sul balcone... fantascienza! Di certo, nessun condominio avrebbe dato il permesso di montarla sul tetto.
Nella vecchia topaia, avevo comprato una piccola antenna, che si era rivelata decisamente preziosa: prendeva bene solo Televox! In tanti anni, ero riuscito a registrare UNA SOLA cosa utile da Televox: il
Mago Gabriel che cantava "SarchiapunisAus",
in playback,
davanti a Donato Mitola che lo guardava skifato.
Oggi,
la stessa antenna non riceveva un CAZZO in NESSUN angolo della mia camera, compreso il balcone.
Quel pomeriggio, però, tentai l'esperimento folle:
portai l'antenna in salotto, la puntai contro i palazzi del cortile
e la collegai al televisore di quella stanza, un vecchio Blaukpunkt.
Per poco non mi venne un accidente:
si vedeva TUTTO DA DIO!!!
E NON AVEVA SENSO: ero al terzo piano, di fronte a palazzi di cinque o di sei,
orribili...
e col tetto a spiovente!
Non ci capivo più un cazzo.
Era la stessa vertigine di quando GM mi aveva mostrato che il 2 passava dietro la scuola: il mio modello mentale andò a diversamente moraliste.
Persino
VideoMusic era PERFETTA, cazzo! Ero nella casa dei miei sogni!!!
Presi il videoregistratore, il vecchio Philipsvr6180, lo portai in salotto e
registrai la prima cosa che passava su VideoMusic: un video degli Articolo 31, chiamato
"Ti sto parlando".
Non ero un amante del rap, anzi, mi faceva cagare... ma era solo un test, andava bene qualunque merda, non ci facevo neanche caso: ci volle un minuto buono perché mi rendessi conto di stare ascoltando un capolavoro.
La parola, più che la voce, diventava uno strumento. Le sillabe erano così veloci da trascendere la funzione naturale e fottere il cervello, fondendosi con il ritmo e diventando energia. Quel brano era un'opera d'arte, cazzo!!! L'indomani l'avrei affitato! Sarebbe stato il mio primo disco di musica rap... ammesso che l'avessi trovato.
Ma ritorniamo a noi. Rividi la registrazione, era perfetta... non stavo sognando.
Quindi?
Esisteva una sola spiegazione possibile:
il cortile schermava le interferenze.
I segnali
"buoni" si scontravano coi tetti dei palazzi di 5 piani ed arrivavano qua, boh... dimezzati? Ok.
Le interferenze, invece, incontravano il mio stesso palazzo di 8 piani,
che a quanto pare faceva da scudo totale.
Risultato? Perfetto!
Una possibilità su... un milione?
Un miracolo, cazzo.
Mi dovevo sedere. Diedi un'occhiata alla Stampa: quella sera, VideoMusic trasmetteva uno special sui
"Dire Straits" ed un concerto dei Litfiba; subito dopo, mi accorsi di non avere cassette... fankulo.
Di ritorno a casa,
la Voce della mia Coscienza si dichiarò notevolmente
stupita dei mutamenti nella disposizione dei mobili in salotto, quindi ascoltò con interesse la notizia che
quell'antenna portatile sarebbe rimasta là in salotto, in bella vista, PER SEMPRE... e declamò all'incirca venti minuti dell'Inferno di Dante, a memoria.
Finiva con
"stelle".
Adesso potete scrivere un bignami sulla Divina Commedia!
Se vende, mi dovete una birra.
Lunedì 4 ottobre 1993: MAI DIRE VHS
Quel lunedì mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, ed ero felice perché non c'era un CAZZO da fare: NESSUNO era così pazzo da seguire Geometria!
Così, mi fiondai da
"Night & Day",
in corso Montecucco, alla ricerca del brano degli Articolo 31.
Lo sportello era scassato: compariva solo la voce
"videocassette", non c'erano
"cd" e
"videogames".
Solo oggetti rettangolari? Razzista!
Boh, la serranda era alzata, il signor Night & Day era già arrivato... avrei chiesto direttamente a lui.
"No! - rispose
- Mi spiace!"
"Ah, non avete nulla degli Articolo 31?"
"No, abbiamo CHIUSO il noleggio CD e CD-ROM!"
"CHE COSA???"
"Sì, con la nuova legge, possiamo solo più affittare videocassette! Però... se vuoi quelle porno devi avere 18 anni... ehehe!"
Sapevo di dimostrare meno di 18 anni, ma
non avrei mai pensato che la musica fosse più illegale del porno.
Ma soprattutto,
avevano smesso di affittare i giochi PRIMA che io facessi in tempo a comprare il lettore cd-rom... avevo un quoziente di sfiga spaziale!
Comunque, non mi persi d'animo e presi il 42:
direzione
Obelix.
Il nome non era casuale: il signor Obelix era una vera incarnazione dell'omonimo fumetto, con la differenza che era perennemente incazzato e parlava a grugniti! A modo suo, era divertente.
La sede era in una minuscola traversa di corso Galfer chiamata
via Fratelli Carle... anche se tutti leggevamo
"Caorle" per il tormentone di Claudio Bisio. Era un buco di 20 metri quadri, scarsi, ma non sarei vissuto abbastanza a lungo per ascoltare la metà di quello che avrei potuto trovare là dentro: sembrava il gonnellino di Eta Beta.
Il signor Obelix, poi, era affezionato a me: qualunque cd volessi affittare,
mi guardava come uno sfigato.
Una volta avevo provato ad entrare, non affittare nulla ed uscire... e mi aveva comunque guardato come uno sfigato: forse non c'entravano i cd.
Però mi voleva bene:
mi aveva dato il numero di tessera "4567", cioè la combinazione che un idiota userebbe per la sua valigia. Poi aveva grugnito e mi aveva detto:
"Se la perdi, basta che ti ricordi il numero!"
Niente risata, sguardo serio, gelo, fine.
Prima dell'estate, mi ero emozionato: avevo visto il signor Obelix che sorrideva... era la prima volta!!!
Tutto perché nel negozio era entrata una pheega!
Poi non è mai più successo.
Per la cronaca,
oggi il signor Obelix era particolarmente incazzato: stava litigando al telefono.
"NO, IO NON CHIUDO, CHIARO? - urlava
- HO DEI BUONI AVVOCATI! E ci rivedremo in tribunale! Voi credete tutti che io... sgrunt! E invece... sgrunt! E poi... SGRUUUUUUUUUNT!"
No, comunque non dava fastidio; scartabellai lentamente fino a trovare quello che stavo cercando:
"Strade di città".
La traccia 6 era
"Ti sto parlando", quella di VideoMusic!
Il signor Obelix mi guardò come si guarda uno sfigato, mise il cd nella custodia e disse:
"TRENTAMILA!"
"Eh??? Come... cioè... nel senso... non era... DUE?"
"Le regole sono cambiate. Da oggi, non c'è più affitto, ma compravendita... caro 4567. Tu vieni, mi molli trentamila e ti porti a casa il disco che vuoi. Domani ritorni, e il tuo disco vale 28... dopodomani 26... chiaro?"
"Ah, ok... vuoi dire che domani mi ricompri il CD per 28 carte?"
"NØ. Io non ti do. I soldi. Indietro. MAI. Ti rimane un credito di 28mila. Quindi, puoi andare avanti ad affittare, senza spendere, finché non hai esaurito il credito..."
Assecondai e mi portai a casa il CD, per poi accorgermi di aver preso una mezza inculata: nessun'altra traccia si avvicinava al livello di quella di VideoMusic, anzi... qualcuna faceva decisamente cagare!
Però nel complesso era un album divertente... la giornata poteva andare peggio, dai! Non stava neanche piovendo!
Alle undici,
ricominciava
"Mai dire Gol"
e NON mi aspettavo un cazzo, anzi: ODIAVO il CALCIO, preferivo mille volte
"Mai dire TV"...
che invece era stata CHIUSA!
Comunque, spinsi il tastone rosso... e
la registrazione iniziò.
La puntata era carina,
era cambiata la sigla (sempre degli Elii!), c'erano
due veeeekki nuovi,
Italia1 si vedeva da DIO, la Voce della mia Coscienza era di là che dormiva della grossa e non avrebbe generato entropia, era tutto perfetto, CAZZO!
Il povero Philipsvr6180 non aveva mai registrato colori così brillanti... ero emozionato per lui!
Al termine, riavvolsi e mandai in play, per ammirare la perfezione formato vhs!
Mi misi comodo... si vedeva... si vedeva... cioè...
si vedeva... DI MMMERDAAAA!!!
Piccole righe nere orizzontali orribili correvano sulla TV, vicino alle zone di contrasto elevato... ma perché?
Perché, cazzo... perché adesso???
Prova del nove, cambiai videocassetta e canale, stesso risultato: una merda.
Mi arresi all'evidenza:
si era scassato il videoregistratore.
Ma perché adesso? I colori troppo brillanti avevano fatto impazzire le testine? Boh... comunque... e adesso? Quanto cazzo sarebbe costato ripararlo? Minimo 100 carte, minchia... porca troia. Vaffankulo.
Martedì 5 ottobre 1993: GLI OCCHI DI NICHEL
Quel martedì mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, ed era un altro giorno umido e grigio; però Nerina scaldava la cassetta di Mai dire Gol e mi salutava:
"Gnack! Gnack! Gnack!".
Nella sua lingua:
"Ricordati che sei SFIGAAAATO!"
Promisi che l'avrei segnato, parafrasando Troisi... ma adesso avevo da fare: sull'autobus, c'era una quantità esorbitante di pheega, come non se n'era mai vista prima! Urlavano tantissimo, mano ai CAZZI!!!
Nel centro, GM contemplava dall'alto, in religioso silenzio.
"Pensa se le potessi baccagliare scrivendo! - disse
- Il tuo mondo ideale!"
"E se si potesse baccagliare inventando calcoli? - risposi
- Il tuo paradiso ed il mio inferno!"
"Merito della nostra maestra! È lei che mi ha fatto amare la matematica!"
"Minchia... e a me scrivere cazzate!"
GM sorrise:
alle elementari, i genitori dei miei compagni (tra cui i suoi!)
avevano obbligato la maestra a convocare un consiglio di classe CONTRO DI ME, perché scrivevo poesie con le parolacce... e i loro angioletti le imparavano a memoria!
Era stato un vero onore... e alla fine i miei non si erano neanche incazzati più di tanto, perché la metrica era perfetta!
In aula, il posto di fianco a Budo era vuoto...
che fine aveva fatto Nichel? Aveva seguito le orme di McLaud?
No... eccolo là! Aprì la porta, salì in fretta per il corridoio... ma Monopoly lo bloccò:
"Allora? Che CAZZO hai combinato?"
"Meemé, aaaaffangul'! - rispose Nichel
- Ho perso il 35! E quello dopo non arrivava, minchia... e pure il 9, cazzo! Ho fatto una corsa..."
"Sì, ma... fatti vedere... hai un OCCHIO AZZURRO e l'altro MARRONE! Che cazzo sei, un
HUSKY???"
Nichel si pietrificò.
Chiuse un occhio e si rese conto, ma era troppo tardi:
l'aula intera ESPLOSE, all'unisono, nella risata più fragorosa ed immensa che quelle mura potessero ricordare.
Nessuno aveva mai conosciuto un essere umano di sesso maschile così COGLIONE da portare le
LENTI A CONTATTO AZZURRE per frequentare un posto completamente PRIVO di pheega!!!
"Capite un cazzo, sono anche da vista! Vanno al posto degli occhiali!"
"Sì, ma perché AZZURRE?"
"Perché son già pronte per la discoteca! Con la carnaggggione scura, gli occhi azzurri fanno EFFETTO FLASH!"
Quando si rese conto che ogni parola aggiuntiva non avrebbe fatto che incrementare il suo livello di sfiga, Nichel chiuse la bocca e si andò a sedere... ma era inutile! Niente e nessuno sarebbe mai riuscito a convincere la gente a smettere di ridere e di prenderlo per il culo... tranne la prof nazista di Analisi1.
Peccato.
Alle sei, comunque, mandai tutti affankulo e
puntai dritto verso Obelix: dovevo riportare il cd!
Presi il 59 ed il 14, in centro c'era un traffico pazzesco,
ci misi UN'ORA (come se l'avessi fatta a piedi!) e vidi Obelix che...
STAVA CHIUDENDO!
"ASPETTA! ASPETTA, SIGNOR OBELIX! - urlai
- STO ARRIVANDOOOOO!!!"
Il signor Obelix aveva appena abbassato la serranda, quindi si girò e mi guardò come si guarda uno sfigato che si affanna tantissimo per correre lentissimo. Poi, senza consultare alcun registro, mi disse che avevo un credito di 28 carte (così, a memoria!), prese il cd, lo mise in tasca, grugnì qualcosa e se ne andò.
E adesso mi aspettava un'altra mezz'ora di 42 fino a casa... era stata una bella giornata.
Mercoledì 6 ottobre 1993: IL PAZZO
Quel mercoledì mi alzai come sempre a mezzogiorno, consacrai al cazzeggio tre ore meravigliose ed arrivai a scuola che si erano fatte le quattro... ma non era colpa mia: non potevo entrare prima, c'era Geometria!
Alle quattro però iniziava Analisi1... e non potevo mancare, perché esisteva un dato che dovevo verificare in via sperimentale: ricordate
il ritardo umano, il tizio arrivato fuori tempo alla prima lezione? Ecco,
era arrivato SEMPRE in ritardo, anche TUTTI gli altri giorni: era un'istituzione,
si affacciava come un cucù ed aspettava che la Nazista lo facesse entrare, per insultarlo!
Orbene, OGGI che la lezione era alle QUATTRO, sarebbe COMUNQUE arrivato in ritardo?
La risposta era SÌ... e si fece insultare dalla Nazista, ma TANTISSIMO!!!
Se continuava così, era evidente che gli piaceva.
Del resto, l'intera classe era un campionario di bestiame diversamente figato, ma lungi da me tralasciare la presenza di ben
DUE esemplari di sesso femminile.
La prima si chiamava
ZAMA: l'aveva battezzata così Nichel, perché diceva che era una zarra da far paura... che era un po' come se io prendessi qualcuno per il culo perché dice tante parolacce e non ha voglia di lavorare.
Zama partiva bassa e verso il basso si allargava, a forma di pera; in più, teneva al collo un assurdo medaglione... ma nessuno aveva mai osato chiederle il senso di quella cosa: avevamo paura della risposta.
Del resto, ci aveva rivolto la parola una volta sola... per dire:
"Minchia oh! Ma voialtri non vi potete chiamare col vostro nome e cognome come la gggente normale? Meno male che almeno a me non avete messo soprannomi!".
Firmato: ZAMA.
La seconda era carina, assomigliava ad
Helen Wheels di 4d Sports Driving...
infatti, sulle prime, non riuscivamo a capire che cazzo ci facesse là dentro.
Semplice:
si era iscritta ASSIEME AL SUO TIPO e si imboscavano ad ogni CAZZO di intervallo!
Da cui il nickname:
"I DUE CHE LIMONANO".
Un altro personaggio divertente era
IL FRONTMAN: tranquillo ed allegro, aveva una
bolla viola fosforescente in mezzo alla fronte... forse aveva sangue Klingon. Comunque, arrivava dal Lago d'Orta ed i suoi gli avevano affittato una casa in...
via Saluzzo!
Non era una strada qualsiasi: era una delle vie centrali del quartiere arabo, San Salvario, che ha i suoi pregi e i suoi difetti; ci sono i kebab, i caffé arabi, l'Hiroshima... ma anche il Vecchio Nostalgico, il locale dei fascisti: in via Saluzzo
c'erano risse TUTTE LE SERE!
Se ci NASCI in quella via, ok... ma andarsela a cercare era incredibile.
Oltretutto, per arrivare a San Salvario da scuola ci andavano tre quarti d'ora: volendo spendere un CAZZO, io avrei affittato in via Viù!
C'era poi un caso umano che avevamo ingiustamente trascurato sedeva in prima fila; basso, magrissimo e già pelato, portava occhiali spessi ed un perenne ghigno beffardo dipinto sul volto: era
il sosia di
Donato Mitola di Mai dire TV!
Era l'unico che seguiva Geometria, ma lungi da noi approfondire: aspettavamo il quarto d'ora accedemico solo per sentirlo delirare di
innesti hardware aromatizzati splatter.
"Sapete cosa ho in mente? - disse quel giorno,
dondolandosi e fregandosi le mani
- Voglio costruire un'AMIGA che carica il Dos nella Eprom!"
"A che pro? - commentai
- Piglia un PC, che carica il Dos da hard disk e va comunque più veloce!"
"Sì, va be'... - rispose
- Ma l'Amiga..."
Pausa.
Ogni tanto si piantava, le mani ossute si fermavano a mezz'aria e compariva la scritta
"Loading": forse non caricava dalla Eprom e andava a floppy... come l'Amiga!
"...costa la metà e poi ha... le schede!"
"Le schede? Capirai, le nuove del PC gli danno merda, in audio e in video..."
"Ah sì? E però... ne manca una!"
"E quale?"
"La SCHEDA OLFATTIVA!"
"Eeeeeh???"
"Sì, la SCHEDA OLFATTIVA... che salva gli odori in formato SNF!"
Una risata collettiva, sincera, valeva più di mille brevetti: la scheda olfattiva funzionava! A patto di caricare il driver nella Eprom.
"Handicappati! - commentò Nichel
- Vediamo di passare gli esami, va'... altrimenti altro che scheda olfattiva! Partiamo tutti per Naja!"
"Ahah, tutti tranne uno! - rispose lui, sempre dondolandosi e fregandosi le mani scheletriche
- Io non la devo mica fare!"
"Non la devi fare? E perché mai?"
"Perché mi hanno riformato! Eheheheh! E sai perché? Eh? Perché dicevano che ero PAZZO! E in realtà i PAZZI erano LORO... ma intanto IO non parto per NAJA! Ahahahah! Tié!"
Il PAZZO era un grande, cazzo...
aveva vinto TUTTO!
Neanche a farlo apposta, il Pazzo abitava di fianco a Computer Union, il negozio di PC del quartiere... però non era suo, peccato.
Comunque, al ritorno
prese il 2 con GM e col sottoscritto... ma non era male, eh!
Conosceva tutte le vecchie canzoni di Elio e le Storie Tese, comprese Bidé e Tenia, e le cantava a squarciagola con la sua vocina stridula, mentre noi facevamo i cori!
E quindi, tutt'intorno? TERRA BRUCIAAAATA.
Peccato, perché i nostri discorsi erano di altissimo livello!
"Ma la scheda olfattiva contiene gli odori fondamentali?"
"Certo! Li sommi e generi il file SNF da 256!"
"Perché è un prototipo. Con quelle più nuove da 24 bit, ne mischi 3 da 256 livelli e arrivi a 16 milioni di odori!"
"Vero! Tra i fondamentali ci metterei l'odore della MERDA prima che cada!"
"Ahahah! Quella sarà la tua versione personalizzata!"
Chissà perché ad Informatica non c'era pheega... la vita è piena di misteri.
Venerdì 8 ottobre 1993: IL VIRTUALIA
Quel venerdì mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, mi tuffai nella pheega sul 2, schivai merde in via delle Merde, ascoltai passivamente un po' di matematica, mi pregustai la serata all'Athreyu ed invece... sorpresa!
"Stasera facciamo le cose in grande! - annunciò GM
- Andiamo al
Virtualia!
Ci sei, vero???"
Il Virtualia era un cybercafé al numero 64 di via Pastrengo, in quella piccola protuberanza di Moncalieri ritagliata tra i tossici di Mirafiori, i tarri di Nichelino, il torrente Sangone ed il Po.
Era lievemente più grande dell'Athreyu, ma il valore aggiunto era ben altro: il Virtualia era collegato a decine di altri cybercafé sparsi per Torino e cintura attraverso una roba chiamata
Videotel...
la stessa che
permetteva di mandare messaggi a Mai dire TV!
Comunque, adesso
Mai dire TV era stato CHIUSO... avevo già detto fankulo? Fankulo.
All'ingresso, notammo un manifesto:
"Lunedì ingresso libero, martedì mercoledì e giovedì sconto del 20%!".
E noi eravamo là di
venerdì.
Comunque, ci sentivamo a casa: le tastiere facevano cagare come quelle dell'Athreyu. Quello che faceva la differenza era il numero di connessioni, che era impressionante... era pane per i miei denti: scatenammo il DELIRIO!
Era un CASINO star dietro a così tante chat in parallelo, perché
quei cazzo di terminali non scrollavano e non potevamo rileggere i log, però vaffankulo... era una figata assoluta! Alcune tavolate eran composte da cazzoni come noi... e ci intendevamo a meraviglia; in altre, le nostre preferite, si trattava di gente che dal vivo ci avrebbe SKIFATO con umiliazione, soprattutto la pheega... invece via terminale impazzivano:
la chat era un bug nella selezione all'ingresso di madre natura!
Ognuno aveva la sua tecnica, la mia si poteva riassumere in un algoritmo: facevo parlare ogni tavolo, memorizzavo i gusti, le parole ed i collegamenti tra le parole, quindi mischiavo con le mie cazzate...
risultato? Ci conoscevamo da una vita!
Alle mie spalle, avevo
i suggeritori per lo sport ed il lessico dei dialetti meridionali; i problemi nascevano quando qualche pheega citava
l'idolo, il cantante sfigato che per lei era tutta la vita: trovare qualcosa da dire senza sapere chi CAZZO fosse era una grande sfida... ma noi la buttavamo sul ridere, ci facevamo raccontare, ci facevamo prendere per il culo, giocavamo ed alle tipe piaceva, perché usavamo le LORO parole!
Tutti amano
parlare con i propri simili, meglio ancora con se stessi (a parte voi, naturalmente: sarebbe come ammettere di essere un branco di pirla... e la verità è noiosa!), lo sapevano bene i politici oppure i signori della réclame! Purtroppo, il nostro cazzeggio non solo non aveva secondi fini, ma neanche primari:
era completamente inutile... stavamo bene e basta! Per questo era divertente.
In poco tempo, avevamo condiviso cazzate, tormentoni, ricordi...
eravamo nella Cumpa di tutti, contemporaneamente! E domani saremmo stati un trafiletto delle memorie malate di tante compagnie... un
"Ti ricordi quella volta al Virtualia?".
Avrei voluto farlo per tutta la vita!
ZILOG Z80
Una volta fuori, ci fiondammo in via Cavour, dove c'era la migliore birreria di Moncalieri,
l'Old America!
Era un locale storico, esisteva da almeno un decennio... ma
NESSUNO là dentro aveva MAI fatto SCHIFO quanto noi: bevuto il primo litro, gridavamo talmente forte che persino le pareti maschie, se avessero potuto, avrebbero cambiato locale.
A parte l'assurda utopia di trovare pheega, la Cumpa di GM aveva la sua ricetta per la felicità:
nessuno pensava al domani!
Ad esempio: perché fare l'università? Meglio fare un cazzo... no?
"Ma non vi fanno paura il LAVORO e la NAJA? - chiesi
- Vi arriverà la minchia di cartolina nel '95, che cazzo fate?"
"Chiedi un po' a
Z80!"
rispose GM.
"E chi cazzominkia è?"
La folla puntò il dito verso
MiOpìO.
"Va be'... - commentai
- Ma a te ti avranno riformato per la vista..."
"SÌÌÌÌÌ! - gridò MiOpiO
- RIFORMATO! CAZZI VOSTRI!!!"
"Beato te, fankulo! Ma Z80 cos'è?"
"Non lo conosci? - sbottò GM
- È lo
Zilog,
il processore più LENTO del mondo! Più lento degli 8088! Quando lanciavi i programmi di test, tipo le vecchie Norton Utilities, era il riferimento più vicino allo ZERO, nel benchmark dei processori!"
"Ah, sì, ora ricordo... e quindi?"
"Hai presente il test di NAJA? È tarato per gli handicappati, no? Ecco, una sola persona al mondo non ce l'ha fatta a finirlo: MiOpiO!!!"
"Cazzo vuoi? - commentò MiOpiO
- GUARDA CHE ERA LUNGO!!! E poi ho avuto sfiga che quel giorno tutti gli altri correvano come delle bestie, scrivevano velocissimo e..."
MiOpiO non fece neanche in tempo a finire la frase, oltre che il test di Naja... una roba tarata per il livello mentale di agricoltori, scaricatori di porto, figli di ministri e buttafuori di discoteche! Iniziava ad essere il mio eroe... e i racconti erano solo all'inizio!
All'Avogadro, MiOpiO era stato
segato... cose che capitano! A sorpresa, però,
MammaMiOpiO aveva applicato SUL SERIO lo slogan di tutte le mamme:
"SE NON STUDI... LAVORI!".
Cioè,
l'aveva obbligato a lavorare tutta l'estate in una gelateria di Alassio, dove avevano la casa al mare!
Così, per tre mesi, MiOpiO aveva VISTO gli amici che si divertivano, andavano a fare il bagno, tornavano e lo prendevano per il culo, mentre lui passava TUTTO IL GIORNO a farsi il mazzo a fare gelati. Da allora,
non aveva più avuto neanche una materia a settembre e adesso faceva l'università... anche se non doveva fare Naja!
Tutti gli altri, semplicemente, non si ponevano il problema:
raccontavano ai genitori che non c'era lavoro (nell'informatica... probabile!) e
speravano che in caserma si dimenticassero di loro: "esubero"!
Brindammo all'oro di oggi, perché domani (a occhio e croce!) vaffankulo.
Lunedì 11 ottobre 1993: SOPRAVVOLIAMO
Quel mattino mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno... pronto a non fare un cazzo, perché era lunedì! Quindi, andai da Obelix, mi feci guardare come si guarda uno sfigato e scesi un disco a caso:
"Sopravvoliamo",
di Rokko e i suoi fratelli.
No, niente di porno, era l'album della band di Avanzi!
Io sì che mi so divertire.
Sul bus del ritorno, il popolo dimostrava anzianità: in effetti, il 42 collegava i principali ospedali, era normale che il pubblico fosse di un certo livello... però il migliore era un veeeekkio che leggeva un quotidiano tenendo le braccia distese ed il collo all'indietro: non riusciva a leggere da vicino.
Osservando la faccia, pensai che il quotidiano fosse
"La Padania", poi guardai meglio: era
l'Unità e parlava di un
nuovo album di Elio e le Storie Tese,
sponsorizzato da una specie di pozione magica che faceva rizzare i cazzi:
MANDINGO!
Era una bella giornata.
Ah, dimenticavo
"Sopravvoliamo"... il disco di Avanzi!
La prima traccia era orripilante, il livello medio tendeva allo schifo, ma
"Laico reggae",
"Scusa ti tocchi" e
"(ri)Sopravvoliamo" erano una figata!
Martedì 12 ottobre 1993: LA NASCITA DI MANDINGO
Quel martedì mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno... eppure arrivai in ritardo:
la lezione di Analisi1 era già iniziata.
Niente panico, osservai scrupolosamente la procedura di login ed
aspettai il mio turno in atrio, dietro la porta, spiando dall'oblò.
Del resto, non ero solo: di fianco a me c'era
il ritardo umano, quello che arrivava sempre dopo! Parlava con una vocina acutissima, da gagno... o lo faceva apposta? Mah...
Comunque, la prof nazista fece cenno di entrare e tutto andò bene, anche se mi ritrovai dalla parte opposta dell'aula.
L'argomento del giorno era davvero interessante, quindi continuavo a ripensare ad
ELIO e MANDINGO: presi il trattopen blu ed iniziai a disegnare sul banco bianco
una scritta enorme: "MANDINGO".
Ero tranquillo: dalla cattedra non mi poteva vedere, anche perché ero coperto dall'enorme testa capellata del coglione che avevo di fronte.
Al termine dell'ora,
GM mi corse incontro, vide la scritta, scoppiò a ridere ed urlò:
"MANDINGO!!!"
Dalla prestigiosa fila davanti, il macrocefalo si girò e, nella sua innocenza, chiese:
"MA... PERCHÉ???"
Senza capire un cazzo,
TUTTI urlarono: "MANDIIIINGO!!!"
A quel punto,
Mandingo si alzò in piedi... e rimase alto uguale. Cazzo, era fantastico!
Era un metro e 60 scarsi, ma
un terzo dell'altezza era nella testa, enorme e piena di orribili capelli a spazzola color biondo sporco.
Sotto,
non aveva il collo: iniziava direttamente
il busto, che
occupava un altro terzo. Da lì, per il rimanente terzo, pendevano due zampette insignificanti, che terminavano in
piedi a papera.
"Ma perché Mandingo??? - ripeteva
- Perchééé???"
"Perché sei VERAMENTE una TESTA di CAZZO... - risposi
- ...ed è ENORME!!!"
Dagli occhi di Mandingo uscirono fulmini e saette,
un GHIGNO MALEFICO gli deturpò il viso... poi ci rendemmo conto che l'intervallo era finito! Peccato.
Alle sei,
dovevo correre da Obelix a riportare il cd di Avanzi, però avevo ricalcolato la strada: prima il 9 fino al monumento di corso GalFer, poi il 5 o il 64. Era una grande idea! No?
NØ:
alla fermata del 9 c'era Mandingo!
"Ciao MANDINGO!!!" urlai.
"Ciao! - rispose Mandingo, con ODIO
- Che cosa prendi?"
"Il nove... devo riportare un cd da Obelix! Conosci?"
"Sì, abito là vicino! Anche tu sei in zona?"
"No, abito a Pozzo Strada..."
"E da Pozzo Strada vai fino all'Obelix?"
"Eh, fankulo! Avevo il Night and Day... ma ha smesso di noleggiare cd!"
"Ma davvero? Cazzarola! Ma... ti va di scambiare qualcosa? Hai una lista?"
"Certo! È in WordStar ma te la esporto in txt, che computer hai?"
"Amiga 500!"
"E... basta? Cioè... NON HAI UN PC?"
Non l'avessi mai chiesto!
Per tutto il resto del viaggio,
Mandingo cercò di convincermi che l'Amiga era più avanti del PC, perché il processore Motorola era una figata, la scheda video era una figata, la scheda audio era una figata e i giochi erano una figata.
Tutto vero... ma l'Amiga 500 veniva venduto
SENZA hard disk!
Si poteva aggiungere, certo, ma la roba
girava solo da FLOPPY (tra l'altro, a bassa densità!), quindi andava lentissimo, senza contare lo sbattito di togliere e mettere dischetti ed il rischio di perdere i dati!
Anche
il PC aveva i suoi bug: il più grave era quello dell'
audio, perché l'altoparlante interno (
"pc speaker")
NON permetteva di regolare il volume!
Stava al buon cuore del programmatore inserire nei giochi il tasto del muto; altrimenti, se ti aprivano la porta i genitori e bisognava far finta di studiare,
l'unica soluzione era spegnere BRUTALMENTE... senza salvare la partita.
Poi erano arrivate le
schede audio, che avevano l'uscita jack (a cui attaccare le cuffie o lo stereo)... altrimenti la gente si sarebbe armata di cacciavite stile Alfonso2000, cavato via lo speaker e risolto alla radice.
Rispetto ai PC moderni,
l'Amiga conservava ancora UN grande vantaggio: l'uscita TV!
Avrei potuto creare delle
intro spettacolari per le mie videocassette... invece, usavo il Commodore 16.
Comunque, salutai Mandingo con la promessa di scambiarci le liste di giochi e di musica:
i Ghiotti Scambi avevano un adepto in più!
Mercoledì 13 ottobre 1993: LA NASCITA DI JOCO
Quel mercoledì mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno. La notte precedente, avevo okkupato il 286 di MammaMarok per
stampare la lista con la mitica
Fujitsu Breeze100, la getto di inchiostro che era
PEGGIO di una stampante ad aghi.
Una volta a scuola,
Mandingo mi lasciò la sua... ed era quasi
un'enciclopedia.
"Se vuoi ho anche la lista Amiga, ma è più lunga! - disse
- Però, Marok, mi raccomando, NON FARLA VEDERE A NESSUNO!"
"Eh? E perché?"
"Non vorrei mai che si venisse a sapere che copio giochi, guarda, stanno girando quelli della finanza, è tutto un casino! Tieni la lista per te, mi raccomando!"
All'arrivo della prof nazista,
mi accomodai in fondo all'aula, in disparte: avevo tutto lo spazio che mi serviva per aprire la lista sul banco, potevo ascoltare Analisi1 in sottofondo e non c'era NESSUNO che rompesse i coglioni.
Nel giro di venti minuti,
il ritardo umano mi si piazzò di fianco.
"CHE COSA STA SPIEGANDO?" biascicò, parlando
sottovoce ad un volume altissimo... per fortuna eravamo in ultima fila.
"Boh... fottesega...- risposi
- Sto leggendo una lista di giochi..."
"DI JOCHI?"
Gli passai la lista, senza che nemmeno me l'avesse chiesta.
"CHE FIGATA!!! MA SONO JOCHI AMIGA?"
Era assurdo:
Joco
sussurrava fortissimo... non aveva senso, era meraviglioso.
"Eh? No... questi sono per PC, ma... chiedi a quel tizio là, quello con la testa enorme capellata: lui ha un sacco di jochi Amiga!"
Allo scattare del
"quarto d'ora accademico", scattò anche Joco,
puntò dritto verso Mandingo e gli disse:
"SEI TU CHE HAI I JOCHI EH? HO VISTO LA LISTA!!!"
Mandingo guardò nella mia direzione, poi guardò Joco, quindi divenne verde, poi rosso, poi viola, poi gli si gonfiarono le vene in fronte ed iniziò a farfugliare parole incomprensibili.
Quindi, i due si lanciarono in duetto: uno poneva domande cinguettando, con la vocina da gagno, l'altro sembrava un modem scassato. Erano bellissimi!
La vera sorpresa fu che
Joco aveva la macchina (nel senso di automobile, non di Amiga!) ed abitava da qualche parte a Mirafiori, quindi faceva la stessa strada del 2... ergo, ci eravamo guadagnati un passaggio!
Poi vedemmo
la mitica
Jocomobile:
era una Ford Fiesta rossa arrugginita e skassata, da TERZO MONDO... al confronto, la macchina del tenente Colombo era una Rolls Royce!
Era PERFETTA... era
il posto ideale per fare CASINO!
Gli ammortizzatori non c'erano, perché erano usciti un attimo a comprare le sigarette... così, ad ogni salto, GM prendeva il tetto a craniate... ed il Pazzo rideva!
Aveva appena smesso di piovere, là fuori, e
le strade erano piene di pozzanghere, soprattutto davanti alle fermate del 2... son problemi!
Joco costeggiò il marciapiede, si avvicinò alla fermata, accelerò di colpo... ed
un'onda anomala travolse due tipe!
Il Pazzo scoppiò a ridere tantissimo... e noi assieme a lui: avevamo sottostimato Joco, era completamente fuori!!!
Le nostre due amiche appena conosciute si erano sporte dalla fermata e ci facevano dei segni strani, forse ci volevano salutare, abbracciare, dirci che ci volevano tanto bene... ma noi eravamo già lontani, peccato!
Alla fermata successiva, un quartetto di pheega si stava sporgendo dal marciapiede, per controllare l'orizzonte... una grave imprudenza, no?
A tutta velocità,
Joco puntò verso la pozzanghera e SOLLEVÒ uno TSUNAMI, che LAVÒ completamente le tipe dalla testa ai piedi: una doccia completa!!!
Il Pazzo non riusciva a smettere di ridere, era VIOLA, pensavo crepasse sul colpo! Non che noi fossimo messi meglio... poi Joco spense il motore.
Così. Spento.
"Ohu! Che fai? È verde! Le abbiamo già viste abbastanza le tipe... andiamo!"
"NON PARTE...- rispose Joco, con la sua vocina
- La Fiesta SI È BAGNATA!"
"CERTO CHE SI È BAGNATA, minchia! Siamo passati in un LAGO! Cazzo c'entra che si è bagnata? Se è bagnata non parte?"
"Eh, a volte lo fa..."
"A VOLTE LO FA???"
"Sì, può capitare..."
"CIOÈ... TU SAPEVI QUESTA COSA E... MINCHIA, ADESSO QUELLE ARRIVANO! STIAMO RISCHIANDO LA VITA!!!"
"Tu sei COMPLETAMENTE PAZZO!!!" disse il Pazzo.
"Ma va... - commentò GM
- Ci sta pigliando per il culo, dai!"
Invece,
era tutto vero: Joco girava la chiave, ma la macchina non ripartiva, bisognava scendere e spingere.
Eravamo
a VENTI METRI dalle tipe che avevamo completamente LAVATO.
Non ci potevo credere, cazzo... eravamo MORTI.
Vedevo già la lapide:
"Fece bagnare la pheega e morì!".
GM si rassegnò ed aprì la porta (forse voleva scappare!), quando la Jocomobile ebbe un sussulto ed
il motore si riavviò!
Bastava aprire la porta... fessi noi a non capirlo.
Ci voltammo indietro: le ragazzine bagnate si strizzavano i capelli e ci puntavano con ODIO, pochi secondi di attesa in più e sarebbero venute a sfasciare i vetri della macchina, che forse erano l'unica parte ancora sana, per poi frantumare le nostre palle.
Invece salutammo... e
via, verso nuove avventure!!!
In tutto ciò, una domanda sorgeva spontanea: alla fine, che cazzo aveva spiegato di Analisi1?
Mi sarebbe rimasto il dubbio per tutta la vita.
Giovedì 14 ottobre 1993: CACCA CAPITA
Quel giovedì mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, pregustai l'incontro con la pheega per dare il buongiorno alla giornata, salutai GM... e di fianco... c'era... McLaud!
"McLaud! - esclamai - Cazzo ci fai qua sul 2?"
"Dopo due settimane ci ha ripensato! - spiegò GM, divertito - Meglio informatica di Storia, dai! Ammettilo!"
"Eh... - mugugnò McLaud - Che cazzo ne so... io ricordo solo che il primo giorno ad Informatica ho capito un cazzo, il secondo pure... alla fine mi scoppiava la testa..."
"Va be', ma dici Geometria? Quella non la seguiamo più neanche noi..."
"Sarà..."
L'ottimismo di McLaud era contagioso: mentre schivavo le merde in via delle Merde, anch'io mi chiedevo se avessi fatto bene a restare là, nella facoltà di Informatica in cui NON si faceva informatica. Per quel semestre, mi restavano ragionevoli speranze di passare solo Algebra, perché Analisi1 avrei dovuto... scusate la parola... STUDIARLA!
Son problemi!
Il dramma collettivo, invece, era l'odore dell'aula: oggi era MOLTO PEGGIO del solito, più che di sudore sapeva di malattia e di morte... ed era solo la prima ora! Figuriamoci all'ultima...
"Minchia che puzza, che posto di merda!" mormorava Budo, alle nostre spalle.
"E ti credo che non entra mai pheega qua dentro!" aggiungeva Nichel.
"Sì ma, ragazzi... - rincarava GM - PUZZATE DI MERDA! LAVATEVI! PUZZONI! BASTARDI!".
Era la prima volta che vedevo GM incazzato: quell'odore gli dava alla testa... ma comunque speravo che la piantasse, perché la prof nazista ci aveva già lanciato un paio di occhiate poco rassicuranti.
"BASTARDI! LAVATEVI! - continuava GM, imperterrito - PEZZI DI MERDA!"
Avrete già indovinato: esisteva un solo finale possibile.
Il primo a notare le tracce fu lo Yeti, perché era vicino al corridoio; il secondo fu McLaud, perché era un ottimo osservatore; quindi, l'ultimo a capire fu GM, che alzò il piede... e trovò una MERDA ENORME, SPESSA e freschissima!
Era di colore marroncino chiaro, tipo quella delle BESTIE MALATE! Pensateci, al prossimo gelato alla nocciola!
"Ops..." sussurrò GM... che NON si poteva alzare o la nazista avrebbe fatto il culo a TUTTI: ci toccò passare UN'INTERA ORA a sentire la PUZZA DI MERDA! E poi, finalmente, iniziò la disinfestazione.
All'uscita, McLaud ci disse che era davvero CONTENTO di essere tornato ad Informatica... ed il Pazzo mi fece una sorpresa: "Ti ho portato un regalo!"
Era una cassetta da 90 chiamata "ELIO LIVE".
"Fico! - risposi - Cos'è, un bootleg?"
"Sì, è un vecchio concerto! Vedrai che ti piace!"
Joco era fan di Vasco ed Elio gli faceva CAGARE, quindi glielo ficcammo come ascolto forzato... ed era una figata!
C'era anche una canzone che non avevo mai sentito, si chiamava "La donna nuda", era dedicata a "una donna nuda che guida l'autobus dell'ATM". In effetti, era l'ingrediente mancante ai nostri viaggi sul 2!
Per la cronaca, arrivai a casa senza che Joco prendesse pozzanghere e GM pestasse altre merde... ma comunque porta fortuna!
Venerdì 15 ottobre 1993: LA DONNA VOLANTE
Quel venerdì sembrava normale: mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, guardai la pheega sul 2, passai qualche meravigliosa ora ad assimilare passivamente la matematica... poi GM mi seppe stupire.
"Ohu! - disse
- Stasera inizio Scuola Guida! Che fai, vieni anche te?"
Ci pensai un picosecondo, poi trovai la risposta:
"F O T T I T I !"
"Dai, prima o poi ci tocca, no?"
"Ma anche no..."
"Eh. Pure a me sta sul cazzo l'idea di guidare, ma prima o poi sarai nella merda e ti servirà la PATENTE, tantovale prenderla adesso!"
"A parte che non ho neanche la macchina, a parte che ho altro di meglio da fare, tipo QUALUNQUE altra cosa... quando servirà, se ne riparlerà!"
"E se ti dovesse servire in fretta?"
"Tipo?"
"Tipo se c'è una che te la dà, ma sta in campagna. A Passerano Marmorito. Cazzo le dici? Aspetta sei mesi che piglio la patente?"
Un picosecondo più tardi, raggiunsi GM a Scuola Guida.
La sede era in
via Sagra di San Michele, una strada che soffriva di una triplice anomalia:
- iniziava dal numero ZERO
- il nome era l'ERRORE di un impiegato nell'ottocento: sarebbe dovuta essere "saCra", con la C, dal nome dell'abbazia della val di Susa; però non era mai stato corretto, perché era bello.
- non si poteva né parcheggiare né tantomeno accostare, perché ci abitava un giudice antimafia ed avevano paura che imbottissero una macchina di TRITOLO: era decisamente il posto ideale in cui piazzare una Scuola Guida!
L'istruttore lo chiamavano il
"BAFFO" ed era un monolite di un metro e ottanta, alto, pelato, granitico e dallo sguardo autoritario. Quando
distribuì i quiz di prova, su argomenti di cui non sapevo un CAZZO, tracciai le crocette seguendo la logica... ed ero pronto al PEGGIO!
"Hai fatto solo un errore! - disse il Baffo
- Ma non me lo spiego. Il segnale 'obbligo di andare diritto' obbliga a proseguire la marcia andando diritto? Hai risposto FALSO. Perché?"
"Mi sembrava una domanda trabocchetto! - spiegai
- Uno non è obbligato a proseguire, si può anche fermare!"
Il Baffo rise rumorosamente, poi si fece serissimo:
"I cartelli sono vicini all'incrocio, non ci si può fermare vicino all'incrocio. CHIARO?"
Prima figura di merda... ed era solo l'inizio: ogni volta che leggevo
"motociclo o motocarrozzetta" mi veniva da ridere, perché ripensavo a Supergiovane!
Per non parlare di quando il Baffo se ne uscì con testuali parole:
"Una volta che hai visto se il livello è tra min e max..."
Ridemmo in DUE... e vi lascio indovinare chi!
Comunque, era curioso: tutte le persone che avevamo intorno non avevano frequentato
"una scuola tipo la nostra", ma proprio LA nostra.
Eravamo più o meno coetanei, avevamo condiviso la scuola elementare, la scuola media, le stesse strade, gli stessi cartoni animati,
"Drive in",
"I ragazzi della Terza C", la Gialappa's... eppure
la nostra affinità era pari a ZEEEEERO, specialmente con la pheega.
Dopo le superiori, la Scuola Guida era L'ULTIMA occasione di frequentare da vivi
la gente "normale" della nostra generazione e del nostro quartiere... e questi, più che i marziani, mi ricordavano i Golgafrinchani.
Non solo non capivano un CAZZO, ma cercavano di impararlo a memoria... erano terrificanti.
Per fortuna, quella sera ritornammo all'Athreyu e la chat mi riconciliò con la vita!
Quando mancava poco all'alba, GM se ne uscì con l'ultimo delirio della notte:
"Marok, perché non ti compri un drive cd-rom?".
Ci pensai un picosecondo, poi trovai la risposta:
"F O T T I T I !"
"Eh, lo so che costano un casino, ma ho beccato un tizio che ha archiviato un macello di giochi su CD masterizzati, io non ho il lettore, se lo pigli sono 640 mega di giochi! Più del TRIPLO del tuo hard disk! Solo il primo CD eh... poi ne arrivano altri..."
Domenica 17 ottobre: UNA GITA A...
Quella domenica mi toccò la levataccia: mi svegliai... alle... undici.
Sì, lo so, fu un sacrificio enorme... ma necessario! Indossai un'anonima maglietta bianca, camicia di jeans, maglione, giacca con grandi tasche che nascondessero il walkman e via:
destinazione MAPPANO!
Quest'anno, infatti,
BabboMarok era andato in pensione, quindi era scappato da Torino (che odiava in quanto
"città"), si era rifugiato in quella che chiamava
"la casa in campagna" e non l'avevo mai visto così felice!
In realtà, stava al piano terra in
un paese della prima cintura: Mappano.
La zona faceva SCHIFO (confinava con la Falchera!), l'aria faceva SCHIFO (non mancava nulla: discarica e tangenziale!),
eppure a BabboMarok piaceva TANTISSIMO: per lui era
"campagna"!
Poteva andare peggio: poteva essere davvero campagna.
A Mappano
si arrivava col 46, un cesso di pullman che passava una volta ogni quarto d'ora. La domenica era pieno di pheega, però nella direzione opposta: incrociavo i loro sorrisi dal finestrino, come in "
Stardust Memories"!
Comunque, non lasciavo nulla al caso: ogni volta che andavo da mio padre, preparavo il
vaccino per le cazzate, cioè mi affittavo
due album che sapevano di cazzeggio e di Sud! Uno per l'andata, l'altro per il ritorno.
Stavolta, il primo era
"Babilonia e poesia" degli Africa Unite... che in realtà erano di Pinerolo, ma comunque stava a Sud.
IL TEMPO DELLA SEMINA
Un'ora più tardi, il 46 scavalcò la tangenziale; quindi, calai giù con gli anziani, attraversai la strada, imboscai il walkman, entrai nel portone già aperto e, in un attimo,
i miei fratelli mi saltarono addosso, leccandomi la faccia!
Facevano un sacco di casino, erano
un'iniezione di felicità, erano piccoli, grassi, pelosi e sporchi, erano sangue del mio sangue: pura razza bastarda!
Avevano un solo difetto: si chiamavano
Mozart
e
Beethoven... nessuno è perfetto.
Subito dopo,
BabboMarok fece il suo ingresso trionfale sulla scena.
Folto di barba e di capelli selvatici, spalle strette, pancia larga, gambe corte: eravamo belli allo stesso modo!
Oltretutto, portava anche gli
occhiali da anziano, orribili, e comunque aveva una donna... e io NO!
"TI HAN SENTITO CHE STAVI ARRIVANDO! - urlò BabboMarok
- È CINQUE MINUTI CHE MI ROMPON L'ANIMA!"
Ovviamente, non avevano sentito me: avevano visto LUI che si agitava perché ero in ritardo... ma lungi da me contraddirlo.
"Siamo fratelli... - gli risposi, mentre si rotolavano nello schifo
- Allora? Come va la casa nuova?"
"Mai stato meglio! Di notte senti volare le mosche! Perché, se non le sentissi volare, allora vorrebbe dire che c'è rumore, invece..."
Sospirai, mentre osservavo la nuova casa, piena di immagini di Beethoven ed altri illustri colleghi.
BabboMarok
ODIAVA la musica e SOPRATTUTTO la CLASSICA, perché a mia mamma piaceva tantissimo.
BabboMarok
ODIAVA i meridionali, perché mia nonna materna era di Salerno.
Quindi, dopo il divorzio,
si era messo insieme a una PUGLIESE, che amava l'opera, riempiva la casa di riferimenti alla lirica e continuava a chiamare TUTTI i loro animali con nomi legati alla MUSICA CLASSICA!
Avevano anche un merlo indiano e lei l'aveva chiamato
LEOPOLDO, come
il padre di Mozart... poveraccio.
L'unica traccia del gusto di mio padre era
il decalogo del legionario appeso nello studio, in cui l'ultima riga era:
"Il DUCE ha sempre ragione!".
In realtà era passata un'eternità da quando votava fascista, perché adesso c'era
LA LEGA NORD!
"Cosa vuoi, bisogna votar Lega per forza... - diceva, mentre annuivo con apprensione
- ...però anche loro son scaduti: han fatto vincere quel Gipo Farassino! Roba da chiodi!"
A proposito di rifiuti organici verdi, il giardino era una catastrofe,
crescevano solo erbacce, i fiori si suicidavano... e BabboMarok era contento.
Quel lembo di terra disgraziata aveva una sola cosa positiva, il
panorama:
si distingueva tutta la collina, da Superga a Cavoretto! Prima o poi dovevo venire a misurare il segnale con l'antenna tv, perché...
"TIENI QUIIIII!!!"
Mi voltai e vidi BabboMarok con una borsa di plastica, aperta.
Come sempre, pensava che lo stessi guardando e che scoppiassi dalla voglia di dare una mano!
Diciott'anni e non aveva ancora imparato.
"Beato te che hai il pollice verde! - commentai
- Ci passi molto qua fuori?"
"Tutto il giorno! Mi metto qua, ascolto Radio Padania e intanto zappo! Io non devo andare in palestra, come i NAPULI, FANEGA, MANGIAPANE A TRADIMENTO! Dategli un po' una zappa e voglio vedere se vanno in palestra! O in DÌ-SCÒ-TÈ-CA A FÀ-RÈ CÒ-SÌÌÌÌ!!!"
Quella scena era un classico: ogni volta che sillabava la parola
"discoteca", BabboMarok muoveva le braccia come il simbolico Big Jimme del
video di "Servi della Gleba".
Poi ricominciò a vagare per il giardino:
era in pensione,
si alzava alle CINQUE e NON era in grado di stare fermo senza fare un CAZZO!
Anche MammaMarok era così... era la prova che mi avevano adottato.
Però lui parlava in continuazione.
"E poi vanno in pà-lè-strà i Napuli! E come ci vanno? Eh? Con la macchina! Piangono miseria e poi han due macchine ciascuno! E quando le rompono? Ne comprano un'altra! Si compra e si butta! Consumismo! Rifiuto! Usa e getta! Poi la notte vanno in dì-scò-tè-cà e al mattino? Tutti stanchi, nati stanchi! Sai come si fa per alzarsi presto al mattino? Basta andare a dormire presto la sera! Dico bene o dico sciocco?"
"GIUSTO!" - esclamai, sorridente -
Anch'io vado a letto presto, poi studio tutto il giorno..."
"È solo il tuo dovere! - sbottò, secco, con tono severo
- Cos'è che hai scelto poi?"
"Informatica!"
"Oh, i còmpiuter! Mai capito un tubo di quella roba! Quanti anni dura?"
"SEI!"
In realtà,
erano quattro.
Tra sei anni mi sarei inventato qualcosa... tipo la specializzazione in Wolfenstein3d.
"Bon... - commentò BabboMarok
- Se facevi il medico o il notaio era peggio! Comunque, vedi di laurearti in fretta che poi c'è da LAVORARE!"
"NON VEDO L'ORA!!!"
Il suono stesso della parola
"lavoro" rischiava di guastarmi l'appetito... e sarebbe stato un peccato: le orecchiette pugliesi fatte in casa erano ottime!
Però non dovevo perdere la concentrazione.
"Quindi abbiamo fatto bene a comprarti un altro còmpiuter quest'anno? - chiese BabboMarok
- Adesso che ne hai due, sei sistemato!"
Poche parole racchiudevano un mondo.
A Pasqua, gli avevo chiesto di regalarmi il 486, spacciandolo come materiale didattico:
traduceva "computer" con "calcolatore", cioè qualcosa che faceva i conti, vale a dire i compiti di matematica... perché si era documentato! Etimologicamente, era corretto.
Al che, aveva obiettato:
"Ma ne abbiamo appena comprato uno! L'hai già rotto?"
Tenetevi forte: si riferiva al
Commodore 16,
comprato nell'86, cioè
SETTE anni prima... quando facevo le MEDIE!
Per BabboMarok, infatti,
gli oggetti dovevano durare tutta la vita... tipo VENT'ANNI.
Ogni volta che in casa si rompeva qualche cosa, partivano le invettive contro il consumismo:
"ROBA MODERNA! Si compra, si spreca e si butta! Riempirete il mondo di rifiuti! Una volta, per cambiare una lampadina dovevi portare indietro quella vecchia, oggi siete gnànche capaci di scrivere su entrambi i lati dei fogli! Ci vorrebbe una BELLA guerra... e poi imparate a sprecare, Napuli mangiapane a tradimento..." eccetera eccetera.
E fin qua, tutto normale!
Il vero tabù era l'idea che
un apparecchio funzionante andasse cambiato perché "obsoleto": a Civilization avrebbe combattuto le armi nucleari con le catapulte.
L'evoluzione era un concetto alieno alla sua cultura e non l'avrebbe mai accettato:
se un computer andava bene sette anni fa, DEVE andare bene anche adesso! Era come una lavatrice o un frigo, no?
Terminata la crescita dei gagni, lo stesso criterio valeva anche per i vestiti: BabboMarok aveva paura di ingrassare solo perché avrebbe dovuto comprare dei nuovi pantaloni!
Ripeto: LUI ha sempre trovato una donna... e io NO!
Modestia a parte, a Pasqua avevo realizzato il capolavoro:
l'avevo convinto che i programmi del Commodore 16 arrivavano solo fino alla quarta superiore... per questo andava cambiato, altrimenti come facevo a dare la maturità?
Badate bene,
SENZA ridere: era stata dura.
"Io non le capisco 'ste menate... - diceva
- Ho preso DUE LAUREE senza spendere un tubo, studiando e basta, e adesso le famiglie devono impazzire a compare i còmputer! Io non ce l'ho la Cassa del Mezzogiorno!"
"Eh, faccio quello che posso per fare economia... - risposi
- Anziché i libri, mi arrangio con le fotocopie, anche se... andrà a finire che mi rovino la vista..."
La strategia era questa: BabboMarok aveva il terrore che potessi diventare miope;
la vista aveva iniziato a calarmi quell'estate, probabilmente per colpa del computer, quindi
l'avevo convinto che erano i libri, perché studiavo troppo! Però fu una vittoria di Pirro: di tutte le spese mediche voleva le ricevute per il 740, era impossibile farci la cresta.
I libri di testo, invece, NON erano detraibili!
"Ma qui... qui... qui... - rispose
- Ma si capisce!!? Ma guarda un po'!!? Col CAVOLO che ti rovini la vista sulle fotocopie!"
"Eh, ma sapessi quanto SONO CARI quei libri..."
Non era ancora convinto del tutto: era tempo di calare il secondo asso.
"Oltretutto... - continuai
- Sono materie che a mia madre fanno schifo, dice che non vale la pena..."
Il bello è che era vero!
Dal fondo dei fondi di bottiglia, gli occhi di BabboMarok ebbero un guizzo: avevo fatto centro.
"Roba da CHIODI! - gridava
- Per lei e quei d'la sua fòrsa, quel che fan gli altri è tutto lavoro da handicappati! Ma la matematica è la SINFONIA della NATURA! Altro che la musica e i musicanti! Studia la matematica! E, se hai problemi, vieni da me, che la facciamo insieme! Capito?"
"Oh grazie! - risposi, vedendo che tirava fuori il libretto
- Ma vedrai che me la cavo! Grazie mille!!!"
"NON C'È NIENTE CHE SCRIVA???"
Non era ancora finita: quando non era in grado di usare una penna, BabboMarok metteva in scena
"il Grande Dittatore"... e ci mancò poco che non facesse danno!
Poi però firmò l'assegno e si sciolse:
"OOOOOOOH LA'!".
Missione compiuta, salutai e corsi via perché ero in ritardo: era tempo di fare un cazzo!!!
CIELITO LINDO
Al ritorno,
misi la seconda cassetta, scelta solo per il nome:
"SUD".
Era una compilation, ma aveva una sua uniformità di fondo: suoni d'ambiente estremamente curati, ottimi giri di basso, testi ironici e taglienti, ma... pessime voci! Peccato.
Le mie tracce preferite appartenevano allo stesso gruppo:
"99 Posse".
Sorvolando sulla voce del cantante, stridula e lamentosa, avevano un ottimo tiro e testi eccezionali... a cominciare dal primo brano,
"Curre curre guagliò":
"Si può vivere una vita intera come sbirri di frontiera in un paese neutrale: anni persi ad aspettare qualcosa, qualcuno, la sorte... o (perché no?) la morte. Ma la tranquillità (tanta cura per trovarla!), sì, la stabilità (un onesto stare a galla) è di una fragilità, guagliò. Forse un tossico che muore proprio sotto al tuo balcone, forse un inaspettato aumento d' 'o pesone, forse nu licenziamento in tronco d' 'o padrone, forse 'na risata in faccia a nu carabiniere! Non so bene non so dire dove nasca quel calore, ma so che brucia, arde e freme e trasforma la tua vita (no, tu non lo puoi spiegare...), è una sorta di apparente illogicità, ti fa vivere una vita che per altri è assurdità, ma tu fai la cosa giusta te l'ha detto quel calore, ti brucia in petto è odio mosso da amore, da amore guagliò!"
Meravigliosa... e scoperta per caso, tra l'altro!
Con quell'accento, poi, era l'esorcismo perfetto.
Il meglio, però, doveva ancora arrivare: sempre per caso, quella sera, girai su
RaiTre... e c'era
Claudio Bisio!
La trasmissione prometteva bene, si chiamava
"Cielito lindo"
ed era dedicata alla morte della politica:
"Facciamole un funerale, come fanno gli irlandesi: ai funerali cantano e bevono e così salutano l'anima che va in giro, in cielo e nelle birrerie! Quindi, facciamo una trasmissione che è anche una festa!"
Neanche a farlo apposta,
apparve Gabriele Salvatores ed annunciò il suo nuovo film:
"SUD"!
Alle spalle, c'erano i ragazzi del
Leonkavallo (che era un centro sociale, il più grande di Milano) e per la prima volta nella vita mi capitò di sentire della pheega, in carne ed ossa, femminile, pronunciare testuali parole:
"La differenza tra un centro autogestito ed uno gestito dal comune è la differenza tra una risata che ti viene dal cuore ed un sorriso frenato. Se tu vai alle tre di notte davanti a un centro del comune, con delle regole, vedrai che la festa, che era arrivata al suo apice, a un certo punto viene bloccata, le danze si interrompono, perché ci sono dei decreti... che dicono ad esempio che il divertimento ha un'ora o due alla giornata, perché la notte è per dormire e il giorno per produrre!"
Non ci potevo credere... l'avevo sentito davvero.
Era la creatura più dolce e meravigliosa del mondo, una mia anima gemella... che mi avrebbe skifato con umiliazione, certo, però che c'entra? Esisteva!
Subito dopo, brindai ai suoi genitori (che immaginavo funzionari Gestapo) che sicuramente accendevano la tv per sbaglio e sentivano tutto... come la moglie in
"Totò Peppino e i fuorilegge".
Per la cronaca,
Rocco Tanica e Claudio Bisio fecero
"Guglielma", quella di
Paté d'Animo!
E, sul finire, un attore chiamato
Bebo Storti
interpretava
Caino, un leghista che gridava ed insultava i terroni... peccato fosse così longilineo, altrimenti sarebbe stato uguale a mio padre... figata!
Mi dovevo muovere a riparare quel cazzo di videoregistratore.
Lunedì 18 ottobre 1993: LA DECISIONE
Quel lunedì mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, quindi mi catapultai ad incassare l'assegno, ascoltando in cuffia i 99 Posse... a spregio!
Adesso che avevo 18 anni, nessuno in banca mi rompeva più i coglioni: era incredibile quanto la legge italiana fosse deficiente.
Subito dopo, chiamai al volo il signor Cigliano! Ad un prezzo stracciato, mi offriva un
drive Cd-rom 2x della Sony, più una nuova scheda audio
Sound Blaster originale della Creative ed un
joystick.
A cosa servivano la SoundBlaster ed il joystick? A un CAZZO! Però, tutto assieme, costava MENO di un drive cd-rom da solo in un negozio normale.
Piccolo problema: il signor Cigliano NON sapeva quando sarebbe passato a Torino... boh, gli dissi ok e vaffankulo.
Poi
il videoregistratore: non pioveva, dovevo approfittarne!
Telefonai al signor Philips, controllai che fossero aperti il lunedì, ficcai nello zaino il vr6180, lo mollai sul bancone e vaffankulo!
Infine, passai da Obelix a lasciare giù i due cd: la giornata era finita... forse.
Al ritorno, trovai il telefono okkupato dalla Voce della mia Coscienza:
"Scusi, sa, ma... si ricorda mio figlio? Eh sì, quello handicappato... non ne ho altri, per mia disgrazia! Senta, ha combinato un guaio, mi ha piazzato della roba in salotto perché dice che non gli prende bene l'antenna in camera sua... speravo che sarebbe rinsavito e l'avrebbe tolta, invece è ancora là... riesce a venire a mettere una prolunga? Ci sono da bucare due pareti, ma lei che è così bravo..."
Mezz'ora più tardi, arrivò il tuttofare di casa,
Frangiesc!
Era un vero talento nei lavori manuali e con me era adorabile:
pensava fossi handicappato, tipo che avessi una qualche malattia neurologica, perché MammaMarok si era fatta scappare che
mi alzavo sempre a mezzogiorno.
"Mi spiace signo', io se poss' l'aiut'... mi han dett' che cercano in Pininfarina, servono dei disegnatori, magari in quello ce la fa! Dic' che non bast' 'a terza media, ma serv' u diploma, ma quello cellà, no? Se serve aiut', ci metto una buona parol'... mi faccia sape'... quanto mi spiace..."
Mi piaceva Frangiesc: non mi faceva mai faticare, ogni tanto si metteva a cantare e cantavamo assieme!
Anche la prolunga d'antenna mi faceva comodo, avrei potuto riportare in camera il videoregistratore; peccato solo per un dettaglio:
MammaMarok non aveva capito che l'antenna portatile sarebbe comunque rimasta in salotto PER SEEEEMPRE!!!
No, non era contenta.
Un giorno se ne sarebbe fatta una ragione... forse.
In tutto ciò,
avevo rifatto da zero la mia lista dei giochi, stavolta in
formato DBF (cioè DBase3)! Ogni gioco aveva la sua scheda: requisiti minimi, trucchi, recensione e provenienza. Le stelline di fianco al nome permettevano di ordinare la lista a seconda del voto... e questa era la parte più difficile, perché all'arrivo di nuovi giochi mi toccava spesso
"ricalibrare" i voti di tutti quelli vecchi.
GM era entusiasta, mi portava tonnellate di dischetti, ma la scoperta più incredibile fu
WOLFED: era un banalissimo ZIP di 75k... che conteneva il
MAPEDIT di Wolfenstein 3d!
Ebbene sì: lanciandolo dalla directory di WOLF3D,
veniva fuori
la mappa di ogni livello,
EDITABILE!
Avevo passato la serata a disegnare mappe a forma di cazzo, col sottofondo di Mai dire Gol.
Alle cinque del mattino, un attimo prima di andare a dormire, mi resi conto che le mie giornate erano troppo corte.
Voi al posto mio cos'avreste fatto?
Bravi! Anch'io:
avrei smesso di seguire Analisi1.
Sì, era una perdita di tempo. Per stare dietro alle spiegazioni,
avrei dovuto studiare, cioè... assurdo: per evitare Naja, bastava un'esame a semestre, Algebra era più che sufficiente!
Andai a dormire tranquillo, sereno e felice: avevo preso la decisione giusta.
Martedì 19 ottobre 1993: LA COMPAGNIA DEGLI AMIGHI
Quel martedì, mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, e pioveva!
Meno male, mi stavo preoccupando.
Una volta a scuola, notai che non ero l'unico a paccare Analisi1: nell'atrio, c'erano
Joco,
Mandingo, un altro personaggio buffo coi capelli ricci, mai visto prima...
e parlavano SOLO di
AMIGA!
"Ehilà! - dissi
- Si parla di supercomputer eh?"
"Puoi dirlo! - rispose l'Amigo Riccio
- Ce l'hai anche tu?"
Ok, non aveva colto l'ironia... per fortuna.
"Ehm... io... no..."
"Perché? Cos'hai?"
Detta così, sembrava una malattia: la sindrome del NON avere l'Amiga!
"Ho un 486 DX33, con..."
"Baaaaah... ma allora sei pure tu un lurido
PICCISTA! Che schiiiifo!
Scommetto che non hai mai provato un vero computer!"
"Beh... ho anche un Commodore 16!"
"Ahahahahah! Già meglio! Ma voialtri su in laboratorio non venite mai?"
"Eh, magari... serve la password!"
L'Amigo Riccio sorrise... ed esclamò:
"Dai, venite!"
Ok,
era ufficiale per tutti e tre: fankulo Analisi1.
Seguendo la compagnia degli Amighi,
giunsi al primo piano, dove ebbi la conferma: l'architetto che aveva progettato quella struttura era un criminale a cui avevano interdetto il genocidio e si sfogava progettando palazzi.
- Al pianterreno, tutto bene: c'era l'atrio, alto tre metri, e le aule, alte sei.
- Nei tre metri mancanti, c'era il "piano soppalco", che era il ghetto per gli uffici dei prof di matematica e fisica, emarginati perché inferiori.
- Più in alto, c'era il PARCHEGGIO riservato al personale: le AUTO erano SOPRA le aule... a spregio!
- Ancora più in alto, c'era il "piano 1", che ospitava laboratori, uffici dei prof di informatica ed aule studio.
"Vedete quei terminali nuovi? - disse l'Amigo Riccio
- Sono le reti SUN! Lì effettivamente NON riusciamo a loggarci. Però c'è quest'altra stanza, di qua!"
Di fronte a noi, si stendeva
un cimitero di vecchi terminali, che sembravano
rottami da discarica solida urbana.
Tastiere unte color giallo sporco, collegate a piccoli schermi oblunghi, a fosfori verdi, consumatissimi. Erano tecnologia anni 80, erano vecchi di dieci anni... era incredibile che si riuscissero ad usare ancora!
"Marok! - disse una voce
- Che ci fai qua? Vuoi navigare in Internet?"
LA PRIMA VOLTA SU INTERNET
Guardai con attenzione l'ombra che mi aveva salutato... era
LOACKER!
"Ueilà! Grande! - risposi
- Internet? Sì... sarebbe bello!"
"Vieni qua, dai! Ti faccio vedere!"
Mi sedetti al terminale preistorico, circondato dagli
Amighi.
"Ok, adesso facciamo login! Conoscete UNIX?"
"No... - risposi
- Chi è?"
"Perfetto. È il nostro Sistema Operativo... un po' come il tuo cazzo di MS Dos, però funziona! Allora, scrivi login... sì, così... poi 'anonymous'. Oh, bene! Sei il primo che azzecca tutte le lettere al volo. Però te lo dico lo stesso: in questa fase, 'backspace' e 'canc' non funzionano, non puoi sbagliare o ti fotti! Adesso..."
Una volta memorizzata la procedura, anche Joco e Mandingo fecero login e l'Amigo Riccio ci aiutò ad aprire un
programma di chat... fico!
Mi loggai come
"Marok" e mi si aprì una finestra privata:
qualcuno mi salutava! Ovviamente era maaaskio (non faceva neanche finta...) e
scriveva... DALL'ALASKA!
Brividi: era la
prima conversazione transoceanica della mia vita!
Che cazzo potevo scrivere ad uno che chattava dall'Alaska alle quattro del mattino?
"Hi guy! I give u some sun, as a gift from Italy! I like snow and I hate cold! Yeeees: I'm abnormal!"
"Wow! - rispose lui
- Then Alaska is not for you!"
Poi, qualche secondo dopo:
"I hate cold, too!"
Questa
fu la prima conversazione Internet della mia vita: avevo i brividi, era come se fossi il primo terrestre a stabilire un contatto con una specie aliena collegando un tostapane a un frigo.
Al tempo stesso, il mio quinto senso e mezzo aveva da ridire: come faceva ad essere tutto così veloce? Quel tizio era veramente in Alaska o era qualcuno dentro l'aula che si divertiva a prendermi per il culo?
"È davvero dall'Alaska! - mi rispose Loacker
- Ma fai molto bene a chiedertelo, sempre! Controlla l'IP!"
Mentre Loacker spiegava, mi contattò una creatura femminile, dagli Stati Uniti!
Provai ad inventare qualcosa di divertente e mi skifò quasi subito: la mia padronanza del gergo inglese era assolutamente inadeguata ad una chat.
Infine, mi contattò un terzo sconosciuto e mi scrisse un messaggio criptico:
"PLEASE, KILL ALPHAR!"
Chiesi lumi a Loacker, che si guardò intorno e chiese:
"CHI È DI VOI ALPHAR?"
"Sono io! - esclamò
Mandingo - Perché?"
L'intera aula anni '80 scoppiò a ridere: non sapevamo chi fosse lo sconosciuto, né che cazzo gli avesse scritto Mandingo, ma il
"ponte" che si era creato tra noi ed una località casuale da qualche parte nel mondo (dove adesso era notte e presumibilmente scorrevano fiumi di birra!) era stato emozionante.
Grazie, Mandingo!
Subito dopo, Loacker mi insegnò a
scaricare dalle BBS, con una particolare predilezione per quelle
finlandesi... ma non erano tutte porno.
E fu così che venne alla luce il collo di bottiglia:
TUTTE le reti del dipartimento erano collegate ad UN SOLO lettore floppy.
Tantissime macchine uscivano su Internet, dai nostri adorabili rottami anni '80 alle Sun più fighe della storia, ma UN solo computer montava sia la scheda di rete sia il drive floppy, era al centro dell'aula,
si chiamava "Ridge" (poveraccio...) e generava
una coda di gente impressionante.
"Quando scarichiamo... - spiegava Loacker
- "...salviamo sull'hard disk locale del Dipartimento. Se siete loggati come anonymous, potete usare solo la directory condivisa: Pub!"
"Come birreria! - commentai
- Fico!"
"Come public... - sospirò Loacker
- Comunque, ricordate che CHIUNQUE può entrare in quella directory, farsi una copia della vostra roba, modificarla o cancellarla, quando vuole! Per questo, è bene copiarla su dischetto il prima possibile... mettendosi in coda a Ridge!"
Avevo un paio di dischetti nello zaino, quindi
feci una prova, scaricai un giochino shareware... e, solo quand'ero già in coda, mi ricordai di un dettaglio.
"Ciao! - dissi al mio vicino
- Tu sai come si copia su floppy da UNIX?"
"Ahahahah! Ma certo... - rispose
- Prima volta eh?"
Era un tipo alto, magro ed estremamente entusiasta: mi raccontò di avere a casa un grande archivio di giochi, salvato su cassettine speciali chiamate
"Streamer".
Da quello che diceva, sembravano una rivoluzione: erano più piccole di una cassetta audio e tenevano 250 mega... cioè più del mio intero hard disk!
Troppe emozioni per una sola giornata.
"Ma la rete è sempre così lenta?"
"In ora di punta, sempre! - rispose Streamer
- Se vuoi andare veloce, devi venire il sabato mattina: non c'è nessuno! Siamo al massimo in due o tre... e va che è una scheggia!"
Sabato mattina??? Ma col CAZZO!
Comunque, alle quattro salutammo Loacker, l'Amigo Riccio e Streamer e mollammo i terminali: iniziava Algebra. Peccato!
Venerdì 22 ottobre - PICCOLI DJ CRESCONO
Quel venerdì mi alzai come sempre a mezzogiorno, presi il 2 con la pheega, andai al Parco dei Diversamente Figati, poi a Scuola Guida... e poi? All'Athreyu? Al Virtualia?
No, perché ero un coglione!
Presi l'autobus, scesi a Mirafiori, iniziai a camminare... e ancora non mi capacitavo di QUANTO fossi coglione:
come cazzo aveva fatto BEAT a convincermi ad andare a casa sua? Come???
Ma soprattutto... perché?
Come se non bastasse,
CasaBeat era ai confini dell'universo, all'angolo SudOvest di Torino.
Quel lembo di terra disgraziata aveva una sola cosa positiva: il panorama! Beat abitava in cima al palazzo, al decimo piano, ed il grande terrazzo regalava uno squarcio mozzafiato sulla Sacra di San Michele, la cima del Rocciamelone, l'ingresso della Val di Susa e...
"Ehi, sveglia, è il tuo turno! - disse Beat
- Che fai?"
Sospirai... era il gioco da tavola più noioso della Terra:
"Axis and Allies"!
Anche i cinque giocatori davano il loro degno contributo.
In ordine alfabetico, c'era
Beat, il padrone di casa; ci teneva così tanto ad avermi come ospite che mi aveva addirittura comprato una birra!
Ero commosso.
Il secondo ero io... e un po' mi conoscete.
Poi c'erano due nostri compagni di classe, Mingo e Niger.
Per
Mingo c'era speranza... forse! Si presentava come la persona più noiosa ed educata del mondo, a livelli da esaurimento, però nascondeva un Mister Hyde col
senso dell'ironia: era abbonato a
"Cuore",
una delle riviste più dissacranti della Terra.
Come la maggior parte là dentro, Mingo ascoltava musica classica... eppure
era stato lui a doppiami la prima cassettina di Elio, ormai quattro anni fa! Per questo, gli perdonavo qualunque cosa.
Mingo aveva un 286, però con
scheda video Hercules: non solo era in bianco e nero, ma non era compatibile con la VGA e non gli girava più nessun gioco che avesse meno di due anni! Per questo, era l'unico della classe ad avere una tipa.
Comunque, adesso era finito a Fisica, ma sembrava contento.
Anche
Niger era un po' come lui, però peggio: tredici anni dai preti e
adesso era muto.
Non era un cattivo ragazzo, solo che diceva una frase ogni mezz'ora... stima per eccesso!
Il suo computer, in compenso, era una merda completa:
Olivetti ProdEst,
NON compatibile IBM... era il pacco del secolo.
Niger aveva un solo pregio:
ascoltava roba normale, era fan dei
Litfiba... ma comunque NON cantava. MAI! Solo mutismo e rassegnazione.
Adesso, Niger faceva Architettura, perché vaffankulo.
Infine, c'era il fallimento della civiltà occidentale:
Spud.
Lo conoscevo da tre anni e
aveva sempre e solo parlato di calcio.
ODIAVO il calcio, però mi piaceva camminare in montagna... e Spud
ODIAVA la montagna! Dove l'avevamo conosciuto? In montaaaaagna!!!
Infatti, Spud era il
vicino di casa di Beat a
Ronco Canavese,
in val Soana!
Comunque, a settembre era arrivata l'alluvione... e Ronco non esisteva più. Problema risolto.
Ebbene, quel giorno Spud era cambiato: non parlava più di calcio, era stato folgorato sulla via di Damasco da...
LIGABUE!
Cantava malissimo, gli altri tre si skifavano TANTISSIMO, quindi alla fine fu una bella serata.
Per la cronaca, la partita la vinse Mingo.
La rivelazione VERA, però, arrivò al momento dei saluti, perché
Niger parlò:
"Qualcuno di voi può registrare da CD su cassetta?"
"Ma CHIUNQUE!"
"Eh... io non ho il lettore CD e devo ascoltare della roba, perché adesso sto per iniziare un corso da DJ e..."
Fine.
Niger... il muto... VOLEVA FARE IL DJ!
Quest'immagine UCCISE all'istante ogni tentativo di contenere il delirio: la noia adesiva di Beat si scollò dalle anime e cadde!
Uno dopo l'altro, inventammo i locali che avrebbero potuto assumere Niger come DJ:
"Anestesia",
"Cimiteria",
"Depre",
"Dentro la bara",
"Flebo",
"Silenzio Assenzio" o
"Morte".
In una botta sola, sparammo più cazzate di quante ne avesse mai ospitate l'intero palazzo, dagli anni 70 ad oggi!
Probabilmente, stavo assistendo ad un
MIRACOLO: eravamo i primi esseri umani a RIDERE DI GUSTO a casa Beat!
Fu Mingo a riportarci alla normalità, ma anche a casa: aveva una 126 bianca che andava a singhiozzo e ad ogni semaforo faticava a ripartire.
Eravamo tre nani più Spud, che superava il metro e novanta, aveva le ginocchia sulla faccia e cantava
"Non è tempo per noi" cambiando tonalità ad ogni strofa. Niger sospirava. Mingo accelerava perché il viaggio finisse prima, sfiorando anche i 60 all'ora.
"Allora, Marok... - disse il muto
- Domani posso venire da te coi cd?"
"Boh... porta da bere..."
Niger scosse leggermente la testa: era segno che era contento!
Noi sì che ci sappiamo divertire.
Sabato 23 ottobre 1993 - LA PRIMA CANNA
Quel sabato mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, ed aspettavo visite: il mio spacciatore di fiducia venne a portarmi la robba!
In altre parole, il signor Cigliano scese a Torino, mi montò la
SoundBlaster, il
Cd-Rom, l'utilissimo
joystick... e poi un'altra cosetta ordinata all'ultimo:
lo STREAMER!
Me l'aveva pressoché regalato quello streamer... e fu una fortuna, perché
come unità esterna era un pacco: i programmi su nastro potevano essere letti, copiati ma NON lanciati; in altre parole,
bisognava copiare TUTTO su hard disk, prima di poterlo usare! Comunque, il mio unico scopo era leggere gli streamer di Streamer, quindi tutto ok.
La
SoundBlaster invece era uno spettacolo: oltre alle musiche midi, alcuni giochi avevano gli
"effetti sonori", cioè vere e proprie registrazioni di suoni d'ambiente e di
VOCI;
i nazisti di Wolfenstein3d parlavano, cazzo! E dicevano ai Napuli di studiare e laurearsi in fretta, perché poi bisognava lavorare.
Inoltre, la SoundBlaster aveva un
ingresso audio, quindi
potevo registrare, accelerare, decelerare, girare al contrario, manipolare il pitch... figata, cazzo!
E dire che l'avevo comprata solo perché era assieme al cd-rom!!!
Il
cd-rom, dicevamo? Ah sì, era un mezzo pacco: aveva il
tasto eject sminchiato (eiettava solo fino a metà: l'avevano costruito così), quindi andava aperto e chiuso a mano.
Però
leggeva anche i cd audio, il che sarebbe stata una splendida notizia, se avessi potuto copiare su hard disk le tracce audio dei CD... invece,
nessun programma riusciva a copiarle, neanche il Norton Commander!
Va be', in qualche modo avrei risolto... la serata si preannunciava divertente: avrei smanettato con l'audio fino all'alba!!!
Poi squillò il citofono: nessuna risposta, quindi era
Niger.
Ricordate che il suo unico pregio era di ascoltare roba normale?
Dimenticatelo:
arrivò con un cd che faceva CAGARE.
Era tutta musica elettronica, che di per sé non sarebbe neanche stata male... come sottofondo... da ubriachi... ma lui la ascoltava seriamente, concentrato!
Il peggio però doveva ancora venire.
"Che fai stasera?" chiese il muto.
"Boh..." risposi.
"Ti va di venire al Palace? C'è una serata di Architettura!"
"Ahahah! L'ultima volta che sono entrato in una discoteca era
all'Extra notte
di via Goito, di sabato pomeriggio, con Napalm!"
Miracolo: Niger sorrise!
"Be', spero che stasera sarà un po' meglio... - rispose
- Ma telefoniamo!"
"A chi?"
"A Napalm!"
"Ma stai scherzando?"
"Perché, dai? Tanto noi andiamo là lo stesso, mal che vada ci tira pacco!"
Era un'idea folle... mi piaceva!
Napalm
era il RE del pacco: aveva la parlantina veloce e lo sguardo intelligente di Jovanotti e
sembrava che scoppiasse sempre di gioia nel sentirti, ti seppelliva di chiacchiere, di cazzate, accettava qualunque tipo di invito, anche i più improbabili; alla fine, in caso di dubbi, concludeva con:
"Ci vediamo là, tranquo!"
E poi,
semplicemente, NON veniva.
Se lo richiamavi
il giorno dopo, riusciva ad inventare al volo i pacchi più incredibili... oppure, meglio ancora, se ne usciva con la frase spregio:
"MA IO C'ERO!!!"
Anche stasera andò uguale: Napalm ci diede
appuntamento al Palace alle dieci. Un'orario assurdo, perché la serata iniziava a mezzanotte, nella migliore delle ipotesi... ma era giusto così.
E così, terminata la copia, prendemmo il 33 ed il 16, destinazione
Palace!
Pensavamo di metterci un casino, erano 6 chilometri, invece arrivammo là per le dieci e un quarto, aveva persino smesso di piovere... e
NAPALM C'ERA!!!
E
si era portato un amico, Jena! Affiancati, sembravano i Blues Brothers.
Ci eravamo già incrociati qualche volta, con Jena, e mi stava simpatico: era basso, grasso, pieno di brufoli ed
era riuscito a farsi SEGARE nel nostro liceo, cosa praticamente impossibile!
Era stata la sua salvezza:
era riuscito a farsi mandare in un'altra scuola, stavolta pubblica, e adesso era felice.
Al confronto di quanto odiava i preti lui, io ero il
Cardinal Lefebvre.
"È presto! - disse Jena
- Cazzo ci facciamo qua a quest'ora?"
"Va be', dai, che problema c'è, raga? - disse Napalm -
Troviamo qualcosa da fare, no? Animo, animo! Allegri, dai! Vedrai che se giriamo..."
Napalm era davvero identico a Jovanotti, nella gestualità, nella parlantina e, soprattutto, nell'intelligenza.
Il Palace era in corso Massimo, al confine del parco del Valentino, non c'era un CAZZO là a quell'ora!
Ok, era pieno di puttane, che però avevano il brutto vizio di voler essere pagate; qua e là, però, c'era gente che fumava erba sull'erba.
"Qualcuno di voi... - chiese Niger
- ...sa ROLLARE una CANNA?"
"Io sì..." rispose Jena.
"Sul serio?"
Era un vero peccato che ci fossimo
"dimenticati" di invitare anche Beat!
Facemmo quattro passi sul LungoPo fino ai Murazzi, quindi il primo marocchino ci vide e capì che avrebbe concluso l'affare della sua vita, tirò fuori una briciola di
"cioccolato" e ce la fece pagare 20 carte.
5 carte a testa... ci stavamo dentro.
Quindi, tornammo al Valentino e ci imboscammo nel posto più nascosto del parco: la scalinata del Palace, in bella vista, sotto il lampione.
Sì, Jena il rollatore disse che, per fare le cose bene, doveva stare comodo.
Per il resto, era attrezzatissimo: cartine, accendino ed abilità manuale. Era un vero professionista, ci mise un attimo, accese... e
fumammo la prima canna della nostra vita.
Razionalmente, sapevo che era solo una briciola in un mare di tabacco, eppure... cazzo se stavo bene, ero
in pace col mondo!
Girammo per il parco come pirla fino a mezzanotte, quando calammo altre 5 carte a testa a un tizio enorme e cattivissimo ed
entrammo al Palace.
La musica era strumentale elettronica, a Niger piaceva tantissimo... a noi sembrava una merda, ma tanto vaffankulo, eravamo presi bene!
La cosa migliore sarebbe stata fare le cinque e tornare in pullman, ma Niger ci disse che a quell'ora si svegliavano i suoi... ed aveva ricominciato a piovere. Quindi,
non ci restò che dividerci un taxi, con l'aggravante che
abitavamo nei quattro angoli più opposti di Torino.
Noi sì che sapevamo fare gli affari!
Anche il tassista ed il marocchino sarebbero d'accordo con me: fu una bellissima serata.
Lunedì 25 ottobre 1993 - IL CORSO DI MEMORIZZAZIONE
Quel lunedì mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, ed ero di buon umore: nella
seconda puntata di "Cielito Lindo"
avevano fatto
"Rapput"! E Streamer mi aveva promesso la prima cassetta da 250.
Quindi, saltai sul 2 per vedere pheega e, come sempre, trovai GM e McLaud, in religiosa contemplazione.
"Finanza!" dissi.
"Fankulo!" rispose GM, senza perdere la concentrazione.
"Cazzo andate a scuola? Segui GEOMETRIA adesso?"
"Col cazzo! - rispose McLaud
- Andiamo a fare esercizi di Algebra, a casa non combiniamo un cazzo. Te?"
"Eh, devo beccare Streamer!"
"Figo! - commentò GM
- Ho dato un'occhiata alla sua lista..."
"Visto che roba?"
"Sì, pazzesco... una quantità di giochi incredibile... e questa storia delle cassettine è una figata! Ho visto che girano anche su 286, quasi quasi per Natale mi faccio regalare il drive... ogni cassetta è 250, no?"
"Sì! Ne prendi 4 e fai un GIGA!"
Nove frasi bastarono per creare intorno a noi un sottile cerchio di
TERRA BRUCIATA: se avessero potuto, le tipe sarebbero andate sul TETTO dell'autobus, pur di non sentire noi.
Una volta a scuola,
beccai Streamer esattamente dove l'avevo lasciato: in coda davanti a Ridge; però mi aveva portato
la prima cassetta da 250... VITTORIA!
Stavo già per tornare a casa, quando vidi che
in aula studio c'era una selezione di diversamente figati: Budo, il Filosofo, GM, Mandingo, McLaud, Mister Bean, Monopoly, Nichel... e
NESSUNO stava studiando, facevano SOLO casino!
Quindi, mi fermai a dare una mano.
"Allora? - disse Nichel
- Me li hai portati i dischetti?"
Sorrisi e mollai un paio di floppy bulk sul tavolo; era un caso che ne avessi, mi ero completamente dimenticato... però erano perfetti per lui.
"Che gli hai dato? - chiese Mandingo
- Roba buona?"
"Piramidi e
Forza 4!"
"COOOOSA? - urlò GM
- Ma sono un PAAAAACCO!"
"Primo, me l'hai passati TE! - risposi
- Secondo, l'handicappato ha un 8088!"
Terzo, erano gli unici due dischetti che avevo nello zaino.
"Ah be'... ma l'hai presa poi la Sound Blaster?"
"Sì, è arrivata sabato!"
"Hai preso la SoundBlaster? - chiese Mandingo
- Ma a quanti bit?"
"Eh? Boh..."
"AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH! Ma certo che sei proprio SCEEEEMO! Ma come non ne hai idea??? Ma CAZZO! Ma ti sei preso una SoundBlaster e neanche... cioè... mi dia una fetta di salame, un chilo di arance e quella roba là che si mette nel computer e suona? Ma stai scherzando?"
"Ma comunque... - aggiunse GM
- Cazzo di domanda è dove lo guardi? Apri il computer e guardi, no? C'è scritto sicuramente sul chip!"
"Ragazzi! - disse il Filosofo
- Vogliamo iniziare a fare qualcosa? Siamo qua da UN'ORA e abbiamo parlato solo di computer! L'esonero è tra due settimane, dai!"
"Finalmente uno normale... - commentò MisterBean
- Dai, iniziamo!"
Per fortuna, avevo con me il libro e il quaderno, ma non potevo fare a meno di pensare ai bit della SoundBlaster! Altrimenti avrei pensato alla pheega.
"Tu non sei proprio capace a studiare eh?" commentò
Monopoly.
"Si vede?" risposi.
"Si vede sì! Tu stavi leggendo una pagina e, all'improvviso, sei tornato indietro a rileggere, perché non ricordavi la pagina prima. Ti ho visto!"
"Lo faccio spesso..."
"Male! Malissimo! Non è così che si studia! Io non dimentico MAI NULLA di quello che leggo. Io non devo mai tornare indietro! Io leggo... e so!"
"Che culo!"
"Non è culo! È metodo! Ho fatto un CORSO di MEMORIZZAZIONE!"
Il corso di memorizzazione... ci mancava solo questa! Boh... una cosa era sicura: ero veramente quello messo peggio.
Iniziammo a fare esercizi... e mi vennero cannati... TUTTI.
Si trattava di fare operazioni tra polinomi, perlopiù moltiplicazioni e divisioni, ed
era noiosissimo! Le righe, a volte, occupavano l'intero foglio e
bastava un errore microscopico in qualunque passaggio per cannare TUTTO... senza neanche rendersene conto.
Quando gli esercizi non venivano, la strategia migliore era
spegnere e riaccendere, come in Windows.
Ripartendo da zero, il più delle volte veniva un risultato differente, più pulito, più bello... ed anche quello era cannato.
"Però scusate... - commentai
- Se ad Informatica è tutta matematica, a Matematica è tutta informatica?"
"Comunque è vero..." rispose Mandingo.
"Che cosa?"
"Che sei SCEEEEEEEEEEEEEMO!"
Passai il resto della giornata a prendere Mandingo a colpi di quaderno di Algebra: sarebbe passato alla storia come il primo uso intelligente di quel quaderno, da quando era stato costruito!
Probabilmente, sarebbe rimasto anche l'ultimo.
Martedì 26 ottobre 1993: IL SONDAGGIO
Quel martedì mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, e sembrava addirittura sereno! Stava già arrivando l'inverno?
Boh... comunque mi precipitai a prendere il 2, per contemplare le meraviglie della natura.
Era incredibile come ogni dettaglio inutile che orbitava intorno alla pheega sapesse diventare poesia... a cominciare dalla calligrafia: le firme colorate che giocavano a nascondersi tra le toppe ed i pendagli degli zaini e persino le frasi orrende di canzoni squallide di cantanti incapaci che la pheega idolatrava come fossero Vangelo, diventavano energia, poesia, arte, vita!
La cosa più eccitante restava l'audio: quelle risate continue, quelle urla liberatorie e felici dopo un'intera mattinata di galera erano la musica del Paradiso! Bastavano quei pochi minuti di viaggio per darmi l'energia per tutta la giornata... e dire che c'era gente che faceva colazione.
Nonostante tutto ciò, quei cazzo di esercizi di Algebra NON mi venivano.
E va be', fankulo, alle quattro scesi di sotto a seguire.
"Allora... - chiesi - Come la vedete questa cosa dell'esonero?"
"Ah, io bene! - rispose lo Yeti - Non lo do!"
"Eh??? E perché?"
"Non voglio perdere tempo. Mi concentro su Analisi!"
Lo guardai allibito... ma quanto CAZZO era COGLIONE???
Magari gli piaceva fare Naja. Boh.
Il vero ottimista, però, era McLaud: "Avrei fatto meglio a ritirarmi..."
"Addirittura?"
"Ma sì, non capisco un cazzo..."
Era Algebra, non c'era niente da capire, bastava fare giusti i calcoli: per questo ero fottuto!
Per la cronaca, oggi NON si era ancora messo a piovere... miracolo!
Così, al ritorno, mi feci mollare da Joco all'assistenza Philips a riprendere il videoregistratore.
Mi dissero che si era rotto qualcosa di fondamentale, ma loro che erano bravissimi l'avevano messo a posto, e si fecero dare 50 carte!
Fankulo, stronzi.
Probabilmente, l'avevano aperto, ci avevano soffiato dentro e l'avevano chiuso.
Comunque, lo provai e sembrava che fosse a posto... fu l'unica buona notizia della giornata.
Sabato 30 ottobre 1993: IL CANTO DEL MERLO
Fankulo, ero nella merda.
No, non per l'esame, chissenefotte... c'era di peggio: il glorioso Philipsvr6180 aveva funzionato bene per UN giorno... il suo canto del cigno!
Le righe nere poi erano ritornate, avevo buttato nel cesso 50 carte... e NON avevo un videoregistratore!!!
Fankulo all'accanimento terapeutico... quando una cosa è troppo vecchia e malandata, si butta, cazzo!
Fankulo, fankulo e fankulo.
L'ultimo spezzone che avevo provato a registrare, in realtà, era una delle scene più trash che avessi mai visto in tv: Max Pezzali che cantava "Come mai" al "Festival Italiano" su Canale5, in duetto con Fiorello, per non far vedere che il Biondo degli 883 non sapeva fare un cazzo!
Potevo capire che il VR6180 fosse entrato in sciopero.
Quel programma era la copia spuntata di SanRemo: presentava Mike Bongiorno e TUTTO era formale e triste... però c'era una canzone che mi stava simpatica, si chiamava "Trastevere '90" e la cantavano Cocciante ed un certo Bizzarri.
Ancora non lo potevo sapere, ma avevo catturato, per sbaglio, una pagina di "storia irripetibile". Se avete la scheda audio, ascoltate con attenzione quello che canta il merlo a 0:54!
Altrimenti, sucate.
Venerdì 5 Novembre 1993 - LA VIGILIA
Era ironico: avevo fatto l'impossibile per buttare il passato nel cesso, spegnere e riaccendere la vita e ripartire da zero... e adesso, chi c'era là vicino a me? L'Ansia.
Non era di passaggio: si era proprio costruita la sua tana, in un angolo della stanza.
Mi svegliai come sempre all'alba, mezzogiorno, e la trovai là, accovacciata sul quaderno di Algebra!
Giocava con Nerina, mi guardavano e dicevano
"SFIGAAAAATO!".
Ognuno nella sua lingua, naturalmente.
Fankulo, feci lo zaino e mi incamminai verso il condominio a stella:
GM
ci aveva invitati da lui per un ripasso generale, lontani dal casino, tanto i suoi erano fuori, potevamo allargarci sul tavolo del salotto e
"Marok al citofono non rischia figure di merda!".
Viste le premesse, pensavo fossimo un reggimento... invece
eravamo cinque: il Filosofo, GM, Mister Bean, Monopoly ed il sottoscritto.
Il Filosofo, che arrivava da una sfiga di paesino in culo al Canavese,
era impressionato da quanto fosse grande Torino: non so dove dormisse quand'era in città, ma ci aveva messo mezz'ora per arrivare dalle nostre parti e, per lui, mezz'ora era tantissimo!
Sarebbe stato bello portarlo in una città normale... tipo Roma o Atene.
La cosa più divertente erano i suoi parametri, completamente privi di senso... ad esempio:
"Se volete andare a fare un giro in centro, come fate?"
A modo suo, era divertente.
Passammo mezz'ora a discutere con Monopoly di
strategie di Risiko, poi MisterBean impose la fine del cazzeggio e ci sbattemmo a fare esercizi sul tavolo del salotto.
Otto anni.
Erano passati otto anni dall'ultima volta che avevo fatto i compiti di matematica in quella casa, ma
GM era ancora IMPRESSIONANTE: scriveva malissimo, nelle equazioni saltava i passaggi e
gli veniva tutto giusto! Sempre!
Aveva TUTTO l'esercizio già caricato in testa, cazzo.
Dall'inizio alla fine.
Quello che sboccava sul foglio era un di più, qualcosa che lo rallentava quando sapeva già la soluzione: per questo scriveva di merda!
Anche
Mister Bean era divertente: era il più ordinato di tutti e gli esercizi gli venivano sempre giusti... solo che, ogni due o tre passaggi (suoi),
guardava il foglio di GM, controllava, si risincronizzava ed annuiva, soddisfatto!
Il suo metodo mi piaceva.
Monopoly ed il Filosofo, invece, andavano più adagio... ma NESSUNO faceva cagare quanto me:
ero al di SOTTO di ogni limite inferiore, avrei mandato in overflow il contatore di handicap.
Fankulo!
LA NOTTE PRIMA DELL'ESONERO
Tornai a casa, devastato dall'impatto con la realtà.
Chissà, forse non era troppo tardi... tirai fuori il quaderno e ricominciai a fare esercizi, solo che l'Ansia mi fissava e sembrava volermi dire qualcosa, ma non capivo.
"SPIEGATI MEGLIO!" urlai.
E SALTÒ LA CORRENTE.
Sì, così. Tac. Blackout.
Davvero! Stava succedendo DAVVERO!
Misi la faccia fuori dal balcone: la luce mancava in tutti i palazzi, tranne in quello di fronte.
Misteri dell'elettronica.
Dal cortile, gli antifurti andavano a palla: era un concerto di schifo!
Cercando nel cassetto, trovai una pila... ma era quasi scarica. Fankulo.
Qualcosa di luminoso, infine, si avvicinò alla mia porta... era un UFO?
Ero morto?
"Siamo rimasti al buio eh? - disse MammaMarok, aprendo - Sai cosa faceva Giacomo Leopardi?"
"Schifo?"
"No! Ben altre son le cose che fanno schifo qua dentro... e per fortuna col buio non si vedono! Giacomo Leopardi studiava tutta la notte a lume di candela. Eeeeecco qua!"
MammaMarok appoggiò delicatamente una candela sul bordo del tavolo, perché potessi continuare a studiare.
Sembrava "Non ci resta che piangere"... meglio non fare la pipì dal balcone.
Però era una luce piacevole, rilassante!
Non per questo, gli esercizi mi venivano... anzi.
Verso le tre, mi arresi all'handicap e al freddo, spensi la candela e me ne andai a letto.
Non era facile prendere sonno. Alla fine, però, la stanchezza ebbe la meglio... quindi, ritornò la luce... IN FAAACCIA!!!
Ma io ci volevo andare l'indomani a dare questo esonero? Davvero?
Boh... ma che cazzo ne so. Nel dubbio, vaffankulo.
Sabato 6 Novembre 1993 - L'ESONERO DI ALGEBRA
Non saprei dire se mi svegliai davvero, né se davvero avessi dormito... comunque stavo di MERDA!
L'ansia mi trapanava il cervello ed avevo solo una missione: arrivare presto in Aula B, sedermi vicino ad uno bravo e copiare tutto, alla faccia porca dell'Algebra, della pheega, del Palace, dell'Athreyu, del Virtualia e di Bezout.
Così, arrivai prestissimo, in mezzo ad altre decine di intelligenti che avevano avuto la stessa brillante idea.
"Uè, cos'hai?" mi chiese GM.
"Ma no, niente... - risposi - È che non so un cazzo..."
"Ma va! Hai studiato con noi ieri, no?"
"Ahahahah! Ma dai! - commentò Monopoly - Se ti fa paura questo, che è l'esame più facile..."
La cosa peggiore di Monopoly era che aveva sempre ragione: la teoria di Algebra era davvero facile, bastava non fare errori negli esercizi! E beati loro che non facevano, cazzo!
Oggi sarebbe stato il giorno del loro trionfo... e della mia inculata.
A sorpresa, vidi che lo scritto non occupava una sola aula: Bezout ne aveva riservate tre... e ci aveva già divisi! PAURA!!!
Per fortuna, i fogli della divisione erano quelli dell'iscrizione, compilati da noi: siccome ci eravamo iscritti assieme, anche in aula eravamo assieme! Che culo!!!
Presi posto a metà strada tra Monopoly e GM, che mi sembravano i due più affidabili.
Per copiare, mi ero portato dietro persino gli occhiali: undici decimi, mica cazzi!
Poco distante, c'erano anche il Filosofo e MisterBean... la posizione era perfetta, c'era speranza!!!
Quando mancava UN MINUTO, arrivò anche Joco: ancora un piccolo sforzo e sarebbe riuscito ad arrivare in ritardo il giorno dell'esame.
Del Pazzo, invece, nessuna notizia... si sarà piantato il driver .SNF... peccato.
Alle due in punto, entrò Bezout.
Ci salutò, si sedette alla cattedra, ci osservò... e ci spostò.
Tutti.
"Poco male... - pensai - Chiunque avrò davanti, sarà sempre meglio di me..."
Mi ritrovai in PRIMA FILA... DA SOLO!!!
Quindi, Bezout consegnò il testo d'esame e se ne andò in un'altra aula, lasciandoci nelle grinfie di un assistente... come se per me potesse cambiare qualcosa.
Eh sì... ero fottuto.
SVOLGIMENTO
Lessi il testo dell'esame... non sapevo se ridere o mangiarlo.
Non c'entrava UN CAZZO con le esercitazioni, né con quello che avevamo studiato: si trattava perlopiù di figure che ritraevano intersezioni di insiemi, con domande più di Logica che di Algebra.
C'erano da fare un po' di calcoli, ma meno del previsto: solo uno degli esercizi era una divisione tra polinomi, lo tenni per ultimo.
Qualche tempo prima, avevo comprato in cartoleria delle biro Replay: erano penne che si potevano cancellare con una gomma particolare che avevano dietro.
Temevo che non avrei avuto tempo di fare una brutta copia, quindi quell'espediente mi permetteva di scrivere subito in bella, cancellando con la gomma ogni volta che facevo una cazzata... cioè sempre.
In realtà, non feci nessuna fatica a finire in tempo.
Era tutto TROPPO facile.
C'era qualcosa sotto?
Boh... allo scadere del tempo, consegnai e vaffankulo.
A quel punto, mi aspettavo che Bezout desse le soluzioni, come aveva promesso di fare la prof nazista di Analisi1... invece niente. Peccato... o per fortuna: sarei rimasto qualche altro giorno ad Informatica.
EXIT POLL
All'uscita, beccai Budo e Monopoly, erano di ottimo umore.
"Dai, è andata bene, era facile... - diceva Budo - Se tutto va bene, prendo 30!"
"Anch'io... magari non 30, ma comunque un bel voto!"
"Eh beh, se non ti va bene questo, come farai con gli esami veri?"
"Ma quanto ci hai messo a finire?"
"Ah, io ho fatto tutto in venti minuti, scarsi. Poi però sono rimasto dentro, non mi andava di uscire prima!"
"Sì, anch'io uguale. Però mi aspettavo un compito più difficile..."
"Arriveranno! A gennaio c'è Analisi! Ma vedrai che qualcuno molla già adesso..."
"Va be', se ti sega a questo è ovvio che molli, perdi solo tempo! Cambia facoltà!"
"Tipo McLaud... ahahah!"
McLaud era all'angolo opposto dell'atrio ed aveva un'espressione completamente assente. Non triste... sembrava semplicemente su un altro pianeta.
"Allora? - gli chiesi - Com'è andata?"
"Ma che cazzo ne so, Marok... - rispose McLaud - Io ci ho provato, però boh... finché non vedo le soluzioni, che cazzo ne so, può essere tutto giusto, tutto sbagliato... boh... ho fatto male a non cambiare facoltà..."
Come sempre, l'incredibile ottimismo di McLaud era contagioso: io che già di mio avevo paura di non avere capito gli esercizi e di avere fatto una cagata, all'improvviso ne ero sicuro, al 100%.
Poi arrivò la mazzata finale: GM.
Era incazzato nero.
"Ma che cazzo di compito era??? - diceva - Ma non puoi fare così, dai, cazzo. Spieghi una materia, dai gli esercizi, e poi lo scritto è completamente diverso! Ma che schifo è?"
"Be', al limite abbiamo cannato i calcoli... - commentai - Ma i procedimenti erano intuitivi..."
"Intuitivi? In che senso?"
"Cioè... c'erano le figure degli... insiemi... dovevi stabilire quali elementi stavano nelle intersezioni... no? E poi farci le operazioni sopra... bastava guardare la... figura... e..."
"MA SEI SCEMO??? C'erano da applicare le formule che aveva spiegato a lezione! Solo che i testi erano scritti in un modo diverso, venivano fuori dei calcoli lunghissimi... era un casino! L'unico facile era quello con la divisione dei polinomi!"
"Ah... eh... sì... ovvio... - farfugliai, mentre GM mi guardava con gli occhi sbarrati, quasi terrorizzato da quanto fossi coglione - Ti ricordi... cosa veniva?"
"Sì, della divisione ho ancora la brutta... ecco!"
Non corrispondeva al mio.
Lui era GM.
Io ero fottuto.
Avevo solo una certezza: di tutti, ne avrebbe segato solo uno, il sottoscritto.
Lunedì 8 Novembre, I RISULTATI (atto I)
Quel giorno mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, ed ero felice di essere arrivato a capire una verità fondamentale dell'universo:
non sono io che faccio cagare, è il resto del mondo che è meraviglioso.
Nella
quarta puntata di Cielito Lindo,
Claudio Bisio aveva cantato una canzone chiamata
"Sotto la quarta",
dedicata alle tette, disturbato da un
percussionista brasiliano chiamato
Gilson Silveira, che era completamente pazzo.
A scuola, tutti sembravano felici: la gente scaricava da Internet e poi si metteva pazientemente in coda davanti a Ridge, Streamer mi prestava le cassette da 250, GM i cd... era tutto pazzescamente bello, grandioso, perfetto,
l'unico bug ero io.
L'esonero era il FIX e, quasi sicuramente, aveva funzionato.
Ebbene sì, probabilmente erano gli ultimi giorni della mia vita ad Informatica!
Bando ai sentimentalismi, non dovevo perdere tempo a casa: avevo un appuntamento... con Internet.
Sul 2, la follia della pheega era alle stelle: dovevano aver avuto una mattinata particolarmente odiosa, perché urlavano e si spingevano come forsennate... oppure, ad essere particolarmente odiosa era la giornata dell'autista, che guidava come uno psicopatico schizzoide.
In questi casi,
la mia statura aveva un grande pregio: la mia faccia era altezza tette! Così, quando le tipe iniziavano a fluttuare nell'aria in assenza di gravità, esisteva la concreta e reale possibilità di beccarmele addosso, anche di striscio... invece un CAZZO!
Persino in caduta libera riuscivano SEMPRE ad evitarmi... e senza neanche fare caso alla mia presenza: era la natura.
Addio anche a loro, se avessi mollato Informatica... e chissà
quali orrendi supplizi sarebbero state disposte a subire, se l'unica alternativa fosse stata rivolgere la parola a me, per salutarmi.
Legate ai corrimano del bus da un monaco che declamava il regolamento:
"Gentili fanciulle, forse non avete inteso: da un lato vi spetta la brutale tortura, dall'altro un saluto a codesto giovane emozionato, che da domani non rivedrete più. Non vi si chiede un bacio forzato né alcuna forma di contatto, ma soltanto un saluto! Cosa scegliete ordunque?"
"MINCHIA A QUEL COSO LÀ SOTTO? MIZZICA, CHE SCHIFO!!! MEGLIO LA TORTURA!!!"
E quindi il bonzo inquisitore procedeva, senza che niuna fanciulla mutasse opinione, anzi: sopportavano ogni dolore, fiere della scelta, in nome della dignità!
Finché non passavamo la Dora e toccava scendere... peccato.
Puntai dritto verso Internet, che ormai era un appuntamento fisso: ormai l'aveva scoperta CHIUNQUE, eravamo sempre su... e facevamo un sacco di CASINO!
Quel giorno, infatti, c'era il tutto esaurito: eravamo tutti collegati in rete, qualcuno in chat e qualcuno in coda a Ridge... finché una voce non ruppe il casino:
"SONO USCITI I RISULTATI DI ALGEBRA!!!"
Una MANDRIA di bufali si alzò ed iniziò a
correre nel corridoio e poi giù per le scale.
Avrei
ricordato per sempre ogni istante di quella corsa, ogni curva, ogni scalino.
Gli occhi di chi correva al mio fianco, GM, Mister Bean, seri, impauriti, concentrati... eravamo una moltitudine immensa e nessuno parlava. Rumore di corsa disordinata e muta. La gomma nera del pavimento delle scale, a segnare la distanza. Poi un altro corridoio e l'atrio grande al pianterreno, fino a stamparsi contro la parete.
I fogli in bacheca erano tantissimi,
più di un centinaio di nomi... a fianco di ogni nome un numero, che decretava diversi livelli di salvezza o la morte.
Ero di fronte al bivio, due universi paralleli si intersecavano in quel punto, morte e vita come il gatto di Schrödinger o, nel nostro caso, il maiale... trattenni il respiro.
"HA SEGATO QUASI TUTTI!!!" gridò qualcuno, con la voce rotta.
Chiunque fosse, aveva ragione:
quasi tutti i voti erano sotto il 15.
Cercando il mio nome, notai
Budo: 11. Monopoly: 10.
No, cazzo, no!
Porca troia porca puttana porca troia.
Poi trovai
il mio: 22.
VENTIDUE.
Cazzo, non ci potevo credere...
L'AVEVO PASSATO!!!
CE L'AVEVO FATTA!!!
Ventidue, cazzo... era pure un bel voto, in decimi equivaleva a 7+.
Rapportato in sessantesimi, era il mio voto di maturità!
Vidi GM, era incazzato nero. Non ci potevo credere, aveva segato GM???
"Ho preso 23!!! - si lamentava
GM - CHE MERDA!!!"
Dovetti trascinarlo fuori, prima che la folla di segati lo linciasse... cazzo,
in media ne aveva segati tre su quattro! Tornai a vedere i fogli in bacheca, perché non ci credevo.
"Cazzo... - mormorai incredulo
- E se fossero tutti shiftati di uno? Cioè, se il nome corrispondesse al voto di quello sotto... o di quello sopra..."
"Mi avrebbe segato lo stesso..." rispose un tizio con gli occhialoni, indicando la sua posizione: nell'elenco era SEGATO in mezzo a gente SEGATA... e questa cosa, che non aveva alcun senso, lo stava rendendo doppiamente triste.
Rilessi l'elenco con calma, era stata una strage!
Mandingo se l'era cavata per il rotto della cuffia,
aveva preso 17... e saltellava per tutta la scuola dicendo:
"Mi comprano il PC!!! Mi comprano il PC!!!"
Gli Amighi l'avevano già bannato dal loro circolo, sulla fiducia.
Il dato più paradossale, però, era
L'UNICO 30 di tutto il corso B:
McLaud!
Sì, lui: quello che si voleva ritirare perché era handicappato.
Eravamo alla fantascienza... la realtà rovesciata... era un mondo bellissimo!!!
Comunque, ci misi parecchi minuti a riprendermi dallo shock... poi tornai a prendere la mia roba, uscii fuori ed iniziai a camminare.
Freddo, pioggia e stanchezza erano un ricordo, la feci a piedi fino a casa, tagliando dal parco della Pellerina... era più di una sbronza! Ero nel migliore dei mondi possibili.