PAROLACCE in formato PNG
C'era una volta, al Dipartimento di Informatica,
UNA SOLA MACCHINA che aveva il drive FLOPPY. Si chiamava
Ridge, ci girava
Unix, e chiunque si volesse portare a casa quello che aveva scaricato da Internet (o, in generale, quello che aveva scritto/fatto/sboccato a scuola) doveva passare di là.
Era il
"collo di bottiglia" più lungo e scomodo del mondo.
Correva l'anno 1995 e c'erano sempre chilometri di diversamente figati dietro a Ridge, soprattutto a fine giornata... ma questo non era il principale effetto collaterale.
Dovete sapere, infatti, che
CHIUNQUE, da qualunque computer della rete,
aveva permesso di lettura e scrittura DA REMOTO sul drive floppy di ridge.
Perciò
tutti potevano leggere e copiare quello che la gente aveva sul floppy (giochi o immagini porno),
potevano CANCELLARE il contenuto del floppy faticosamente copiato, oppure, più semplicemente...
potevano AGGIUNGERE AL FLOPPY DEI FILE.
Indovinate un po' che cosa facevamo noi.
Però, siate più precisi: aggiungere file ai floppy degli altri è divertente, ma... che tipo di file?
Sempre, rigorosamente, parolacce!
All'inizio, cercavamo di fare attenzione a non farci beccare... poi hanno iniziato a farlo tutti e non si incazzava nessuno: riuscire ad accedere ai floppy altrui, senza fare danno, era un motivo di puro vanto.
C'era infine un secondo gioco che si poteva fare con le stesse immagini:
mandarle in stampa sulla carta degli altri.
La carta, infatti, bisognava portarla da casa... e le stampanti erano centralizzate, come il floppy di Ridge.
Tutto chiaro?
Bene! Bastava adocchiare un tesista, possibilmente nervoso, impaziente ed incapace, di quelli secchioni che avevano dato tutti gli esami in quattro anni e, di conseguenza, non avevano mai smanettato su un computer perché era tempo rubato allo studio. Bastava che lo SFIGAAATO mandasse in stampa qualche pagina della propria tesi, per far stampare sulla sua meravigliosa carta un centinaio di copie di un gigantesco
"FANKULO!".
Le immagini erano centinaia... per adesso beccatevi queste, prima o poi ne pubblicherò altre! Forse.