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Missione Gorgonzola
Il freddo vento del nord mescolava i colori delle foglie morte all'asfalto bagnato delle strade, stormi di uccelli migratori cagavano con millimetrica precisione sulle macchine parcheggiate lungo i viali, mare sole e figa erano un ricordo ormai lontano, ero in città da tanto, troppo tempo: dieci giorni.

Anche la tecnologia mi aveva voltato le spalle, innalzato il dito medio e mandato affankulo.
Il cuore della macchina fotografica analogica nuova aveva smesso di battere, non così la mamma del signor Assistenza Minolta: "C'è sabbia nel chip, la garanzia non vale!"
Idem per il computer: tra i fottutissimi driver divx e i device usb a troie era ormai un biodegrado di ferraglia inanimata.

Non si poteva andare avanti in questo modo.
Era ora di cambiare aria, era ora di irrorare di nuovi e seducenti profumi la tela marrone del destino, era ora di deliziarsi di aromi intensi e gustosi, era ora di piccante, di muffa, di puzza... era ora di MISSIONE GORGONZOLA!
L'ORGANIZZAZIONE
Il giorno del concerto a Gorgonzola sembrava propizio: Venerdì 12, il mio fumetto di Leo Ortolani preferito!
Ma si poneva un primo problema logistico: trovare qualche handicappato che avesse voglia di guidare fino a Gorgonzola, quando Elio e le Storie Tese avevano suonato sotto casa nostra neanche due settimane fa.
L'impresa era ai limiti del disperato.

Marok ed il giovane Iko Caro il mio cerebroleso, purtroppo domani, come anticipato, non solo non porterò la telecamera, ma nemmeno la mia faccia da culo, che sarà occupata, insieme al resto del mio giovane corpo, a sollazzare la dolce metà in un week-end di sole, sesso e pastorizia senza la prole al seguito. Sono sereno nel pensare che il Favone mi perdonerà l'atto di lesa maestà, in favore della figa. D'altra parte, lo sai, lo faccio anche per te ... se dovessi fare pacco alla dolce metà, saresti costretto, da oggi in poi, ad ospitarmi in camera tua, offrirmi da mangiare tutti i giorni pranzo e cena e, soprattutto, soddisfare le mie esigenze sessuali almeno bigiornalmente. L'unica cosa positiva è che, almento per l'ultimo punto, probabilmente non te ne accorgeresti nemmeno. Spòsati, che poi mi saprai dire!

Il Giovane Iko


Più laconici gli altri handicappati:
  • "C'è la riunione della sacra famiglia!" (Kava)
  • "Ho da fare e sono a piedi!" (Ivan Piombino)
  • "Ma sì, vengo, sono a piedi ma ho un amico che mi aspetta alla fermata a Gorgonzola... no, non è fava perché è nato nel 1946!" (Grumo)
  • "Uhm... eh, non lo so... andare fino a Gorgonzola... ho le prove... è un po' di giorni che vado a dormire alle 3... ho già visto cinque concerti in due mesi... il giorno dopo mi alzo alle cinque... ma sì, vengo, sborroh!" (Favone Grassone)
LA NEW ENTRY
Mi potevo ritenere soddisfatto, così per festeggiare decisi di fare quelle cose pazze che si fanno solo quando si è giovani: andare al supermercato a fare la spesa.
Fu allora che una voce mi distolse dall'oblio: "MAROK!"
Mi girai.
Era un individuo che non avevo mai visto prima.
"Guarda! - disse alla sua tipa - Questo è MAROK!!! Del SITO DI MAROK!!!"
Mr Konnumann... Konico per gli amici.
Primo classificato Handicap Awards 2003.
Reclutato per la missione.
LA COMPAGNIA DELL'HANDICAP
Poco dopo per la nostra gioia anche la giovane FoniugliaFoniuglia si aggregò all'allegra comitiva.

"Prepara la lingua!" dissi al Favone.
"Sì, per insultarla!"

Perfetto.

Avevamo la macchina, avevamo la figa, avevamo l'handicappato, nulla più poteva fermarci!
Aveva inizio la Missione Gorgonzola!
SI PARTE!
Appuntamento a Carisio col Favone GrassoneIl Favone Grassone alle quattro, appuntamento con Foniuglia e Konico in piazza alle tre. Nessuno di noi voleva ovviamente prendere la macchina per andare fino a Carisio, ma alla fine il Konico decise di sacrificarsi per la patria.
"Però solo fino a Carisio eh!"
"Sì, tranquillo, da Carisio a Gorgonzola ci porta il Favone!"
Tre e dieci, sms del Favone: "Vaffanculo, non vengo!"

"Pronto... ohu sono Marok! Ma sei matto??? Cazzo dici??? Non vieni??? Proprio stasera che fanno sicuramente Pagàno?! Come lo so? Minghia ma dai, lo sanno tutti che stasera la fanno, cani, porci, puttane e vaffankulo! Ma poi cazzo, è Venerdì 12!!! Cioè, Venerdì 12, Flonza, Ciurga, il Gorgonzola, la muffa, i vermi, la puzza, la merda, la sburra!!! Ah, e vengono anche le 4 tetteMarzia e Viviana, quella con le tette grosse - clicca per ingrandire!..."
"Uhm... quasi quasi..."
"...e c'è anche Foniuglia che ti deve dire una cosa... adesso te la passo..."

Mezz'ora dopo il suo grasso culo era già Carisio, intento a rispondere ad un sms dell'ignara Viviana con le parole: "BASTAAAA!!! Dì a Marok di PIANTARLA, VAFFANKULO!!!"
Anche questo è amore...

"Foniuglia, ti regalo un cellulare!"
"Per me? Grazie!!!"
L'aveva appena trovato nel parcheggio del casello autostradale.

I nomi della rubrica di quel telefonino rivelarono una vita sociale e sentimentale pari a quella di Grumo, ma mandare sms con scritto "vaffankulo!" a tutti i numeri che non fossero "casa", "ufficio" e "assistenza Telefunken" fu l'unico diversivo nelle quattro ore di coda all'uscita di Milano Est.
Essere in mezzo alle larve umane che la coda la facevano tutti i giorni due volte al giorno per andare a lavorare e tornare a casa fu una vera soddisfazione, era bellissimo osservarli e pensare alla loro vita di merda. Poi era da tempo che non udivo le bestemmie dell'obeso ed iniziavo a sentirne la mancanza.

Comunque verso le 7 arrivammo finalmente a Gorgonzola. Il luogo del concerto si rivelò un parcheggio ricoperto da una tettoia squallida, i classici posti in cui la sera fa freddo come all'aperto ma si sente di merda come al coperto.
RAPPORTI UMANI
Evidentemente anche gli Elii erano rimasti bloccati in coda. Si vedevano solo Jantoman e Christian Meyer, più FasoFaso che era appena sceso dalla macchina e stava dedicando colorite maledizioni agli inventori della tangenziale, alle loro mogli, ai loro figli, ai loro nipoti e ai loro parenti più remoti fino alla quattordicesima generazione.
"Se non sono ancora morti spero che lo siano entro due giorni!!!"
Sempre se la morte non viaggia in tangenziale.

Anche il primo contatto ravvicinato con le fave presenti fu drammatico.
Senza nulla togliere ai meriti del giovane Grumo, che era lì nel piazzale deserto fin dalle cinque per sentire il nulla, il più handicappato della giornata si rivelò un tale CamuffoCamuffo, che anche se non sembra dovrebbe proprio essere il cognome.

"Cazzo! - ci raccontava - Io ero convinto che il concerto fosse il 19! Poi per sbaglio ho fatto questa strada, ho visto che c'erano le fave e ovviamente mi sono fermato! Sono già due ore che sono qua, peccato che non hanno ancora fatto niente. Va be', però ora riparto e me ne vado a casa, mica mi posso fermare anche al concerto, pensavo fosse il 19..."

Aveva vinto tutto... era FAVA più di tutti gli altri, sommati. Ero commosso.
Ascolta l'intervista a Camuffo in esclusiva per www.marok.org, e scopri perché è diventato... GUANTO!

LA DISPERAZIONE
Decidemmo di berci, mangiarci e ruttarci su, finanziando a nostra insaputa il progetto "Mani tese". Con somma sorpresa il vicino chioschetto si rivelò assolutamente privo di gorgonzola, e il fatto traumatizzò parecchio tutti noi, specialmente Grumo: decise che era assolutamente necessario investigare. Con questi risultati.
Ripiegammo sulla degustazione di panini congelati con ripieno di merda calda, mentre il Favone bestemmiava perché non avevamo già finito la birra prima che arrivassero i panini e la cosa gli faceva schifo, ed io scrutavo il cielo alla ricerca dei segni del destino.

Mai sottovalutare il cielo sopra i concerti: è ricco di informazioni utili, e generalmente rappresenta la reazione allergica della natura alla presenza di Grumo continuumGrumo.

Ogni volta che il concerto è all'aperto e c'è Grumo piove.
Se il concerto è al chiuso e c'è Grumo, la temperatura e l'umidità interne si alzano del 400%, l'impianto di ventilazione non funziona e la percentuale di ossigeno nell'aria è inferiore a quella delle zanzare.

In questo caso il palco era coperto superiormente da una tettoia ma era scoperto lateralmente: quale strategia avrebbe architettato il cielo per rompere i coglioni? Semplice: vento dalla Siberia edizione supposta.
Ero sicuro che i colpi di vento avrebbero scoperchiato il palco e che subito dopo si sarebbe messo a piovere, ma la natura giudicò una punizione peggiore l'eco della tettoia e così decise di salvarla, per permettere all'acustica di merda di accompagnarci per tutto il concerto.

Ad allietare la nostra frugale cena, una telefonata di SNAFUSNAFU: "Pronto, volevo sapere se il concerto è all'aperto o al coperto.. ah, è all'aperto ma c'è la tettoia... quindi fa freddo e si sente di merda... no perché... Ilaria è allergica alle vespe... e se ci sono vespe non possiamo venire... ci sono vespe?"

Mi dedicai al censimento delle vespe presenti, e in effetti sono proprio cose che fanno pensare... ma non a lungo, perché appena vidi che la prima fila si stava velocemente saturando di handicappati, abbandonai i compari al loro destino e mi piazzai al centro della transenna.
Alla mia sinistra due che passarono il tempo a parlare solo di esami ed università, alla mia destra Grumo che ingannava il tempo facendo il censimento delle custodie dei minidisc, alla sua destra una mandria di bambini tritolacoglioni. Il profilattico questo sconosciuto.

Il Favone, Konico, Foniuglia e gli altri finirono a lato del palco, a pochi centimetri dalla cassa sinistra. Fu una scelta molto saggia: appena iniziato il soundcheck risultò evidente che il volume era di venti volte superiore alla norma e che quindi il loro apparato uditivo avrebbe subito danni irreversibili.
In compenso dopo un po' arrivò Viviana, le cui tette vennero immediatamente requisite dal Favone Grassone. Bisogna dire che la sua collocazione era discretamente disperata, ma anche la mia si difendeva bene:
"Scusa ma... ma... tu...?" mormorò il tizio di fianco a me.
"Sì?" risposi con aria rassegnata.
"Ma tu sei quello DELLA RISSA AL NIGHT EXPRESS!!!"
Come ampiamente previsto.
COUNTDOWN
Non so perché ma tutti, ad ogni concerto, sono sempre convinti che gli Elii inizino a suonare alle nove e passano ogni minuto che intercorre tra le 9 e l'inizio vero e proprio scannandosi tra loro. Purtroppo non al punto da autoeliminarsi.

In quel momento decisi che era ora di provare la macchina fotografica sostitutiva che l'assistenza Grumo mi aveva gentilmente consegnato. Feci un paio di foto, poi il compare mi pose una domanda profonda e filosofica: "L'hai messo tu il rullino?"

Sono cose molto belle, così come il disco delle minchiate pre-concerto che macinava la sua dose quotidiana di cazzate, barcamenandosi tra "un mondo de froscioni", la travolgente "sei donna così" e altre perle molto avanti, forse troppo perché il mondo le possa capire.
Finché l'eco di CICCIPUT non ruppe la lunga attesa.
CONCERTONE!
Mangoni necrophiliac Il primo brano del concerto "gratis" ci trascinò in una dimensione mistico-religiosa, allietata da atti sodomitici e gomorritici: ABATE CRUENTO. Era bello sentire come gli elii affrontavano temi così delicati con serietà e ottimismo, così come in GIMMI I. e nella hit SHPALMAN.
Perché tutti i bambini cantano Shpalman?
Perché quand'ero bambino io cantavo Ufo Robot?
Ma soprattutto... perché non mi portavano ai concerti di Elio e le Storie Tese?
Mah...

La presentazione del Carambola shpalmandiciassettenne tastierista Carambola diede la conferma del livello culturale del pubblico: "Nooooo! Fa vedere?! Cazzo!!! Ma NON C'E' PIU' ROCCO TANICA!!!"

Era proprio il momento di una pausa romantica, con UOMINI COL BORSELLO e con la dolcissima O MIA BELLA GORGONZOLA, testo e musica del giovane Carambola.
Struggente.
Quel ragazzo farà strada.
Non sarà mai come Rocco Tanica ma pazienza.

Per l'inno alla boirnarde, ovvero LA CHANSON, il reparto Einstein del pubblico pensò bene di lanciare delle baguette sul palco, che stranamente nessuno degli elii si mise a mangiare.
"Ah, no - dissero i tizi di fianco a noi - questa è noiosa, è tutta in francese...". Dei veri intenditori.

Christian Meyer Sabot Del resto il momento stava per diventare catartico, l'attenzione si spostava sui veri protagonisti della serata, quei bastoncini di ghiacciolo che sognano per sé un futuro brillante come avvocato, come ingegnere e finiscono nella merda: CANI E PADRONI DI CANI, poi BURATTINO e LA FOLLIA DELLA DONNA, con tanto di strofa cannata "tanto è gratis!".

Seguiva BUDY GIAMPI, "cover degli Eiffel 65". Faso ora non si accontentava più di far battere le mani a tempo in nove ottavi, ma cercava anche di introdurre gesti intermedi... l'esperimento fu bruscamente interrotto quando la gestualità proposta minacciò di sfociare in un unico, inevitabile e collettivo vaffankulo.
Faso, Christian Meyer, Elio IL VITELLO con annessa REPRISE fu invece una ghiotta occasione per riportare sulla scena il caro, vecchio dottor Stramangone.
"Usate prodotti naturali! - si raccomandava - Usate LA SBORRA!!!"
Come dargli torto.

Momenti molto toccanti anche in SERVI DELLA GLEBA, allorché babbo Fasani proponeva al mondo la sua paternità come antidoto al due di picche. "Faso ha avuto un figlio! Dal due di picche... SI PUO' USCIRE!!!"
La successiva scena erotica tra il bassista ed il cantante non mancò di far colpo sulle caste orecchie del diciassettenne Carambola, per rispetto al quale fu presto interrotta per dare spazio a FOSSI FIGO, MIO CUGGINO e CARA TI AMO.

Ictus Ottima direzione del pubblico da parte del grande Elione, anche se gli idioti dietro di me mi dovranno spiegare come si fa a pogare durante Cara ti amo.
Del resto la somma dell'intelligenza sulla terra è costante e la popolazione è in aumento.

La pausa che preludeva ai bis fu relativamente breve, e le sonorità continuarono con BORN TO BE ABRAMO e LITFIBA TORNATE INSIEME.
Di sentire PAGANO ormai avevamo perso ogni speranza, lo sapevano tutti che stasera non l'avrebbero fatta, cani, porci, puttane e vaffankulo, ma qualche speranza di udire ARRIVA CLISTERE ancora era rimasta.
E invece l'assolo di TAPPARELLA ("brano scritto da Jon Abebe") spense sul nascere le facili illusioni: il fatto di avere mantenuto da sette anni a questa parte sempre lo stesso brano come chiusura dei concerti eliminava ogni possibile suspense.

Scopa "Posate i vostri accendini - esclamò Elio durante Forza Panino - siamo nel ventunesimo secolo: accendete i vostri telefonini!"
In quel momento avevo il telefonino spento, ma era inutile accenderlo: dal palco, con tutte le luci contro, era assolutamente impossibile capire se fosse acceso o spento, cioè, accenderlo era veramente da coglioni.
"ACCENDI IL TELEFONINO!!!!!" mi urlò Elio dal palco.
Io non capisco quei minchioni che alzano i telefonini tenendoli spenti, cioè, alzare il telefonino e tenerlo spento è veramente da coglioni. Mah...

Adios Fino all'ultima nota del concerto la maggioranza dei cori fu per l'artista completo Mangoni, che decise di ricambiare tirando al pubblico le baguette che gli handicappati avevano lanciato durante la Chanson.
I lanci erano effettuati con perizia d'architetto, tanto che una delle baguette rimase incastrata sotto la tettoia. Se volete ammirarla, è tuttora là: nessuno potrà mai più smontarla, perché l'opera d'arte dell'architetto Mangoni l'ha resa monumento nazionale.
BACKSTAGE!
I dubbi sul dopo concerto questa volta erano totali. Da un bel pezzo gli incontri favici non si facevano più e temevo che anche stasera ci fosse il pacco. Invece, a sorpresa, la Bolbo ci chiamò a lato del palco come ai vecchi tempi, e le raminghe Fave poterono toccare il corpo sudato dei propri beniamini. Sono proprio cose belle.

Sia Faso che Cesareo avevano con sé i propri pargoli, per avvicinarli al misterioso mondo del rock. Jantoman come sempre interagiva fissando il terreno o le stelle, Christian percuoteva tutto ciò che gli capitava a tiro con la penna che qualche sfigato gli aveva dato per gli autografi, Rocco ed Elio invece si videro in giro solo alla fine, quando furono accolti dall'ovazione della folla insieme all'architetto Mangoni.

Chiesi loro qualche indiscrezione per lo show allo Smeraldo di Milano, che ci sarebbe stato di lì a poco. Roba tipo ospiti, coriste, e altre minchiate.
"Ah, ma secondo me il 25 non si fa!" disse Mangoni.
"Non si fa??? Come non si fa?! Non si fa stocazzo!!! Ho già il biglietto!!!"
"Senti un po', tu hai visto manifesti per il concerto allo Smeraldo?"
"Be', no... ma sarebbe un po' strano se li avessi visti... abito a Torino..."
"Ecco, neanch'io li ho visti ma abito a Milano!"
Anche gli altri mi confermarono che non era stata fatta promozione, e quindi il teatro probabilmente avrebbe deciso di cassare la data del 25.
"Ma... ma... ho già pagato il biglietto!!!"
Inevitabile il convoglio espresso di "Cazzi tuoi!".

Al termine di questo dialogo, Foniuglia esclamò: "Ma dai! Elio a teatro! Grumo, prendi anche a me un biglietto per il 25?"
La cosa preoccupante è che era seria.
"Che profumo! - le disse Faso - Cos'è?"
"Sto bevendo del fragolino! E' ottimo! Ne vuoi?"
Si spiegavano molte cose.

E va be', me l'ero presa nel culo per il teatro, era l'una, eravamo tutti sversi e dovevamo farci due ore di autostrada fino a casa, ma anche allora qualcosa di positivo c'era: il Favone Grassone il giorno dopo si doveva alzare alle cinque.
GLI ADDII
Stranamente non si volle dilungare in convenevoli e ci trascinò alla macchina, mentre Konico si lamentava perché a Torino non c'erano concerti metal, il Favone bestemmiava contro Konico, contro il metal e contro Torino perché ci sono i cinema fascisti, mentre Foniuglia ed io ci attaccavamo al fragolino per concludere in bellezza la serata.

Ebbene sì, alla fine tutto si spense così, tra la speranza di vedere proiettate le melmose impronte delle nostre vite su una pellicola di un vecchio cinema a luci rosse, purché fascista e di Torino, una voglia inespressa di gorgonzola, e la consapevolezza che anche quella sera, come tutte le altre sere della nostra vita, era giunto il momento di mandarci assolutamente, improrogabilmente ed inevitabilmente affankulo.