PERCHÉ?
Alcune volte il destino è chiaro, logico, prevedibile.
Ad esempio, se sei handicappato conoscerai solo handicappati, se conosci solo handicappati non tromberai mai; se fai informatica sei Nerd, se sei Nerd non tromberai mai; se ascolti Elio frequenterai solo fans di Elio, se frequenterai solo fans di Elio non tromberai mai; se invece sei handicappato, fai informatica ed ascolti Elio fonderai un sito internet dedicato agli handicappati e ad Elio, e non tromberai mai.
Tutte cose ovvie.
COME?
Altre volte invece le vie del destino sono sfuggenti, imprevedibili... come la scoperta dell'esistenza del
Fave Club,
così, per caso, navigando su internet alla ricerca di mp3.
Fu incredibile scoprire che esisteva già un consorzio di handicappati molto più drammatico di quello che io stesso avrei potuto fondare, così come furono automatiche ed immediate la mia adesione e la mia partenza per il primo ghiotto meeting.
Si trattava dell'inaugurazione del portale VirgElio, ovvero una cazzo di festa in culo al mondo, ovvero il mio primo contatto tattile con Elio e le Storie Tese.
DOVE?
Teatro della vicenda i Magazzini Generali, un palazzo diroccato al fondo di una via squallida e buia, in uno degli angoli più inculati di Milano.
In compenso, faceva un freddo porco e c'era sciopero dei treni. Ripiegai su una linea di pullman che arriva a Milano in autostrada, percorrendola ai cinquanta all'ora.
Ci avrei messo di meno in trattore.
Che vita di merda.
CHI?
L'appuntamento era per le nove, arrivai alle dieci passate e non c'era ancora un cazzo di nessuno.
Le uniche Fave che finora avevo conosciuto dal vivo erano due bizzarri individui denominati
Kava ed
Ivan Piombino.
Da grande avrei voluto essere come loro.
Però loro non c'erano.
Ma io rimanevo molto ottimista riguardo alle relazioni umane all'interno del Fave Club e decisi di fare nuove conoscenze fiondadomi, con tutta la mia carica di umana simpatia ed entusiasmo, verso i giovani individui presenti.
Si risolsero in un unanime: "Ma chi cazzo sei? Ma vaffankulo!".
Anche questo è amore.
L'unico essere umano che mi rivolse la parola fu un tipo dall'aria assente che, entrando nel cancello, chiese a ME se "è qua che ci sono Elio e le storie tese".
Sarebbe stata l'inizio di una lunga amicizia: io e il
Francesco Zaza scoprimmo di avere molte cose in comune, tra cui il numero di tessera quasi uguale, il fatto di abitare a Torino, e il fatto di essere handicappati.
"Oh - mi diceva - io ho una cassettina fantastica, un concerto inedito di Elio e le Storie Tese!"
"Ah... però... registrato dove?"
"A BORGOMANERO! È rarissimo, non ce l'ha nessuno!!!"
Non osai rivelargli che era in possesso di cani, porci, scrofe e puttane, così sorvolai con un "ah, interessante!" e mi allontanai in perlustrazione verso un agglomerato di handicappati che erano appena entrati.
Oltre a Kava e ad Ivan Piombino stavo anche cercando un tale chiamato
DjFix con cui dovevo scambiare dei cd.
Di lui avevo solo una descrizione sommaria: sull'uno e settanta, corporatura normale, occhi chiari, capelli castano chiari ed il pizzetto. Tutti quelli a cui fornivo questa descrizione chiedendo se l'avessero visto mi rispondevano: "SÌ, SEI TU!".
Abbandonai l'indagine demoscopica e ripegai sulla botta di culo: fu il personaggio stesso a riconoscermi ed insieme a lui comparvero anche il Kava ed Ivan Piombino.
Ivan era accompagnato da una certa Eleonora, una giovane donna piuttosto pheega alla quale faceva una foto al minuto. Pensai che per sopportarlo doveva essere come minimo malata mentale.
ECCOLI!
Le mie elucubrazioni presto si spensero di fronte al materializzarsi di alcuni personaggi che per la prima volta potevo toccare con mano.
Nella fattispecie, udite udite, il buon tastiere
Rocco Tanica,
che teneva in mano una pinta di birra.
"Ciao, non ti do la mano perché ho la mano sbirrata!"
"Be'... sbirrata... poteva esser peggio..."
Il buon tastiere apprezzò tantissimo il mio fine senso dell'umorismo... e quindi si allontanò schifato.
Sorprendentemente, anche il mitico chitarrista
Cesareo
fu di poche parole. Tra l'altro l'avevo sempre visto con i capelli lunghi e quella sera faticai a riconoscerlo: si era quasi rasato, un effetto orripilante.
Notai che i suoi occhi erano molto sensibili alla ricezione di immagini contenenti figa, e quindi deliberai che era meglio settare la mia opacità a ZERO ed evitare di disturbare, se non eventualmente per dare una mano... ma solo su gentile richiesta.
Per fortuna, il bassista
Faso
ed il batterista elvetico
Christian Meyer
erano più sul cazzeggio andante.
Così, dopo i convenevoli di rito, chiedemmo quali sorprese avessero in serbo per la seratona.
Mi risposero che non ne sapevano assolutamente nulla, ma mi presentarono colei che sa tutto.
"La conoscete la Bolbo?" ci chiese Christian.
"No..."
In effetti valeva la pena di conoscerla (osserva
La Bolbo
e capirai!).
"Ma voi quanti anni avete?" ci chiese la dolce donzella.
"16!" disse Francesco.
"24!" dissi io.
"Nah... siete troppo piccoli... per me ci vuole qualcuno un po' più grande!!!"
17 febbraio 1999.... una data da ricordare: per la prima volta una giovane donna mi duedipiccava perché ero troppo giovane e non perché ero troppo handicappato. Le soddisfazioni della vita.
Riuscii a scambiare quattro chiacchiere anche con l'architetto
Mangoni,
il supereroe dei miei sogni!
L'unico che invece non si vedeva assolutamente da nessuna parte era Elio.
"Ma c'è?"
"Sì, sì, tra un po' arriva!"
Le luci si spensero, iniziò il concerto, ed Elio finalmente apparve!
Sul palco.
ROCK! - Prima Parte
Sotto scroscianti applausi frammisti a manifestazioni gassose, il cantante
Elio
annunciò che quella sera ci sarebbe stata la festa per la nascita del
sito di VirgElio, la guida Eliana ad Internet!
Pertanto, il concerto non l'avrebbero fatto gli Elio e le Storie Tese ma una cover band!
I
CINQUECENTO!!!
Ero già pronto al peggio.
Invece i Cinquecento non suonavano affatto male e la scaletta iniziava nel migliore dei modi: LA DITTA.
"C'erano Luca con Chicco che della mia merda divorano uno spicchio..."
Il metro era alquanto incerto, ma la merda c'era ed
il cantante
indossava una maglietta col numero 69, come i gagni handicappati delle medie quando vogliono fare i simpa: ci potevamo ritenere soddisfatti.
In ogni caso finalmente iniziai a capire qualcosa, non dico della vita, ma almeno di quella serata: tra un brano e l'altro, uno degli Elii a rotazione avrebbe proeittato delle cagate prese dal sito di VirgElio, e poi avrebbe suonato il proprio strumento nel brano successivo, prendendo il posto del suo alter-ego della coverband.
Cesareo rimase cinque minuti a parlarci di Beatles, crostacei e collezioni di sacchetti per il vomito, abbinamento veramente poetico, per poi suonare JOHN HOLMES con i 500.
ROCK! - Seconda Parte
Dopodiché, il buon tastiere
Rocco Tanica
si lanciò in una panoramica delle bizzarrie dell'essere umano illustrando i consigli sessuali del dottor Marco Gigantesco, le guide per "continuare a fumare" ed il traduttore automatico di Frate Salvatore.
Nessuno azzardò ipotesi sul percorso che avevano dovuto fare le sue sinapsi per raggiungere tale obbiettivo, ma una ghiotta chicca attendeva tutti noi: la mitica ARRIVA CLISTERE.
Elio invece parlò del cantautore Franco Simone e dell'uso della Voce, però nel senso del settimanale umbro. Nessuno aveva capito niente, così cantò NOI SIAMO I GIOVANI CON I BLUE JEANS.
Christian Meyer ci narrò interessantissime storie di biciclette e di sottomarini, per poi accompagnare i 500 in BORN TO BE ABRAMO.
VATTENE AMORE andò invece in scena con i soli 500, probabilmente per ricordare l'assenza del grande Paolone. Era la prima volta che gli Elii salivano su un palco senza di lui: anche se in effetti non era un vero e proprio concerto, c'era nell'aria molta malinconia.
A ridare vivacità ai toni contribuì il mitico Faso, che dapprima conversò amabilmente del basso inteso come indumento e del baseball inteso come immagine erotica, ma poi suonò quella che è notoriamente la sua canzone, ovvero SERVI DELLA GLEBA.
Praticamente uguale all'originale, se non per qualche piccolo particolare come il fatto che, durante le ferie, l'amica Vaselia aveva impanato delle polpette con la sabbia e le aveva date al suo ragazzo che poi era morto, il medico aveva detto che tutti i peli gli si stanno trasformando in metallo ed il giovane Servo concludeva dicendo: "mi vuoi mettere un mouse nel culo così ti deframmento l'hard disk?"
Un po' Nerd, ma efficace.
Esauriti i membri di Elio e le Storie Tese, i 500 conclusero il concerto da soli, con SUPERGIOVANE, TAPPARELLA ed IO CI DO, divertente cover di "Acida" dei Prozac +.
MAGLIFICIO MANGONI
Da segnalare l'intervento di Mangoni in un intermezzo pubblicitario, ovvero lo Spot del Calzino Sollievo, il calzino con le dita, un'idea del Maglificio Mangoni che potete trovare al sito
www.mangoni.it.
Siccome andavano a ruba, Elio decise di regalarne un paio a chi avesse saputo rispondere ad alcuni quiz sulle loro canzoni.
Nel giro di dieci secondi, Ivan Piombino era già sul palco gridando: "Io, io, io so tutto!!!" ed Elio aveva già urlato: "Cacciate giù dal palco Ivan Piombino!"
Ritornato alla nostra postazione Ivan Piombino mi chiese: "Ohu, hai fatto la foto?"
Mah... strana persona.
INVERSIONE
Sia il Piombino che Francesco Zaza mi dissero che quella notte si sarebbero fermati a dormire a Milano, e che quindi per tornare a Torino mi potevo attaccare al cazzo.
Per fortuna feci in tempo a placcare il Kava, che offrì un passaggio a me e ad un certo Redaelli, anche detto SNAFU.
Costui sembrava un po' fuori di senno, ma a tutto c'era una spiegazione: era stato compagno di liceo di Elio e Mangoni. Nessuno sarebbe cresciuto normale dopo un'esperienza simile.
Parlando del più e del meno ci rivelò alcune ghiotte chicche, tra cui la spiegazione del nick Furio Terzapi (da Servi della Gleba), che si riferirebbe ad un tizio che al loro liceo frequentava la Terza P.
Non so se la fonte sia molto attendibile perché subito dopo ci espose un suo mirabolante progetto, ovvero il drive per audiocassetta da inserire nel pc (non le cassette dati tipo streamer, ma proprio le cassettine per sentire la musica!), ma insomma, ha un suo perché.
Ben presto anche Redaelli ci salutò, ed il giovane Kava imboccò l'autostrada in direzione Torino riportandomi a casa sano e salvo, pronto per nuove e succulente avventure, e per la mia nuova vita da Fava.
Ma per adesso andate tutti affankulo.