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QULO - Capitolo 3 - PANINO DAY
Terminata la QULO, si poneva il problema di consegnare il ricavato all'Associazione Panigada.
Alla fine avevamo tirato su 600 euro... un mezzo miracolo, considerate le condizioni da Terzo Mondo in cui avevamo lavorato.

Fave in attesa La nostra idea originale era salire sul palco col mega-assegno.
Si poteva fare prima, dopo o durante il concerto, come nelle passate edizioni.
Sarebbe stato perfetto se Elio, dal palco, avesse detto "Grazie al CAZZO!", visto che UN TERZO del ricavato proveniva dal portafogli di CAZZO.

Bene, tutte queste nostre meravigliose idee vennero SKIFATE da CHIUNQUE avesse un barlume di potere decisionale: anche se avevamo lavorato per l'Associazione, eravamo comunque FAVE, quindi FANKULO.

A quel punto, il presidente Cops decise di allestire un nuovo banchetto vicino all'entrata, per tentare di vendere qualcosa anche durante il concerto... nel caso fosse venuto qualcuno.
Io, naturalmente, schizzai dalla parte opposta, per evitare di correre il rischio di lavorare.

E proprio là, al cesso, incontrai la giovane Kiki meets UollanoKiki, che aveva apprezzato moltissimo il nostro alcool.
E stava in coma, in compagnia di due angeli custodi: Francy e Uollano.

Persino al cesso, il clima che si era creato alla QULO era meraviglioso... pace e serenità, alcool e pheega... sembrava davvero una piccola Woodstock, un piccolo angolo di Paradiso

Poi arrivò Gloria e ci avvisò che saremmo dovuti andare a farci strappare i biglietti all'ingresso. In realtà il check non era ancora finito, comunque sparsi la voce e fankulo.
L'AMORE NEL SEDERE
Nel bar della QULO c'era ancora da mangiare e da bere per un ESERCITO, ma, anziché portare la roba alle macchine, decidemmo di lasciare ogni cosa al suo posto... tanto saremmo dovuti stare fuori pochi minuti.
Presi comunque l'ombrello, perché mi sembrava che fosse ricominciato a piovere.

"Ma peRché ti poRti l'ombRello? - chiese Foniuglia - Dobbiamo usciRe?"
"Non credo... - risposi - Gloria ha detto che dobbiamo solo andare all'ingresso a farci convalidare il biglietto... solo che, guarda come sta piovendo... già solo a stare all'ingresso ti arrivano in faccia secchiate!"

"Dove andate?" mi chiese la Malta.
"Andiamo fuori a strappare i biglietti..."
La Malta corse al cesso... e vidi che parecchia gente faceva lo stesso.
Boh... io il biglietto ormai l'avevo pagato, tantovaleva fare le cose per bene.

Gloria ritornò da noi per ripeterci di andare subito all'ingresso, perché avevano fretta.
All'ingresso non c'era nessuno che strappasse i biglietti.
"Avanti, ragazzi, avanti, ancora un passo... dai, ancora uno... così, forza..."
SLAM!
La porta si chiuse alle nostre spalle.
E fuori stava DILUVIANDO.

"Ehi! Aprite! - urlai - Qua fuori c'è il diluvio universale!!!"
Da dietro il vetro, Gloria ci spiegò che, per aprire la porta, occorreva l'ok della SIAE.
E se ne andò.

Dal lato asciutto della porta, qualche fava stava al cesso e qualche altra sugli spalti, godendosi la fine del soundcheck. Il cazzeggio era libero, perché Gloria non conosceva tutti: bastava fare finta di non essere fave per rimanere dentro.

Dal lato sfigato, i miei compagni di fankulo: Alex, ATMB, Cardilletta, la Cate, Daiconan, Foniuglia, GRUMO, Klàpač, Manila, Mapo_Sae, Meemmow, Pinna Nobilis, Quetzalcoatl e Sarina.
Pochi tra loro avevano l'ombrello.
Li guardai uno ad uno, mentre si inzuppavano al ritmo di una secchiata d'acqua al secondo.
E dissi: "Ci hanno inculato!"
Capitan Ovvio sarebbe fiero di me.

Provai a chiamare al telefono Cops e Francy, per chiedere se potessero fare qualcosa, ma fu tutto inutile: le entrate e le uscite erano chiuse a chiave o sorvegliate, NESSUNA FAVA POTEVA ENTRARE.
Era la prima volta che il Fave=Fankulo era formalizzato.

Dopo un minuto di diluvio, Foniuglia iniziò a sclerare.

Dopo dieci minuti di diluvio, tutti diventarono Foniuglia.

Richiamato dalle urla, un vecchio con cappotto e barba bianca si mise dietro l'ingresso, a metà tra le due porte a vetri, di fronte a Foniuglia.
Ci guardava.
E RIDEVA.
Foniuglia IMPAZZÌ.

"StRonzo!!! BastaRdo!!! RRRRottinculo!!! Figlio di tRoia!!! Ti deve veniRe un cancRo al CULOOOOOOOOOOOOOOOO!!! Pezzo di meRdaaaaaaaaaaaa!!!"
Era bellissima.

Dopo venti minuti di diluvio, parecchi proposero di andare via e dire soka al Panino Day, lasciando sulla porta un biglietto con scritto: "VAFFANKULO!".
Avevano le loro ragioni... però c'era un problema: avevamo già pagato.
E poi, soprattutto, anche non avessimo pagato... eravamo in mezzo ad una strada.

Intorno al palazzetto non c'erano ripari, tutti quelli che avevano una macchina erano rimasti dentro... e questo conferma la tesi che i motori rendono intelligenti.
Unica eccezione, Klàpač: aveva la macchina ma non voleva andarci, voleva a tutti i costi rimanere in coda: "Potaaaa daiiii! Se ci allontaniamo perdiamo la prima filaaaa!!!"

Dopo mezz'ora di diluvio, il freddo iniziava a penetrare dritto nelle ossa.
Quelli che prima urlavano incazzati, iniziarono a poco a poco ad abbassare il tono di voce: le corde vocali erano diventate grissini e la nostra carne tonno. Solo Foniuglia aveva ancora la forza di sclerare.
"BastaRdiiiiiiiii!!! Pezzi di meRdaaaaaaaaa!!! RRRottinculiiiiiiiii!!!"

Di tutti quelli che erano rimasti dentro, Foniuglia conosceva solo Francy e Uollano... e questo li faceva salire in testa alla hit paré.
"Vi tiRo fuoRi IIIIO a voi due!!! A CALCI!!! StRonzi!!! PaRaculiiiiiii!!!"

Dopo quaranta minuti di diluvio, persino Foniuglia iniziò ad abbassare il pitch: si capivano solo le eRRe, il resto era un rantolo indistinto.

Dopo cinquanta minuti di diluvio, nessuno di noi era più in grado di emettere nulla. Né suoni, né rumori, né odori: anche l'aglio che avevo nello stomaco si era assiderato. Eravamo più arrugginiti delle catene dei cessi della stazione ed io avevo un solo desiderio: bannare la città di Crema dalla mia vita.

Dopo un'ora, la porta finalmente si aprì.
Come una mandria di bufali, ci precipitammo verso il palco.
Per fortuna, le Fave meno Fave di noi, cioè quelle che erano rimaste all'asciutto, ci avevano tenuto i posti in prima fila... ma era stata una fatica inutile, perché a quell'ora l'intero pubblico del Panino Day eravamo NOI... e la prima fila non l'avremmo riempita MAI.
I SOPRAVVISSUTI
La Kiki, intanto, si era ripresa... mentre io non sarei mai arrivato al 2009.
Per non avere rimpianti, andai a prendere la mia bottiglia di Genepy e me ne scolai mezza di fila. Poi lo passai a Foniuglia, che dopo due o tre sorsi si calmò ed iniziò a ridere.
Così, senza un perché.

"StRonzi, bastaRdi!"
E rideva.
"FRoci di meRdaaaa làlàlà..."
Canticchiava insulti e rideva.
"BRutte meRde RRRottinculiii ahahahah!"

È inutile, il Genepy funziona sempre... è come andare a Lourdes.

Dietro di noi, comunque, non c'era veramente NESSUNO... se avessero aspettato di avere un pubblico per dare il via alla musica, avrebbero iniziato il concerto nel 2001.
ROCK!
Alle nove e mezza, nemmeno Schopenhauer era arrivato.
Però le luci illuminarono un grande cartonato che raffigurava l'immenso Paolone FeiezPaolone Feiez e le casse diffusero le magiche note di "Single", umilmente registrate dal mio stereo.

Ebbene sì: gli Elii stavano mandando il mio mp3 "sorgente" anziché la versione "ripulita" dell'album.
Perché?
Boh... gli avranno fottuto il cd.

Attorno a me, niente e nessuno era asciutto.
Alla mia sinistra c'erano Sarina e Klàpač, alla mia destra Tonsille Tolte e Foniuglia, alle nostre spalle iniziavano a vedersi poche anime disperate: a quell'ora non saremo stati più di 100 in tutto il palazzetto... vale a dire quelli della QULO più una quarantina di altri diversamente figati.
E tra la gente si diffuse un silenzio innaturale, quasi spettrale.

Alle dieci meno venti apparve sul palco Elio, sommerso dagli applausi.
Presentava il gruppo di apertura, gli WA!
Sì, ancora loro... e, devo dire, mi piacevano. Hanno un'ottima vena prog. Peccato per l'acustica che era uno schifo... esattamente come nove anni prima. Mi potevo ritenere soddisfatto.

WA

Poi, come sempre, le poesie di Ugo Dossena ed il Mario Piacentini Trio Mario Piacentini Trio, ottimo tributo a Joe Zawinul formato da Giancarlo Dossena alla batteria, Mario Piacentini alla tastiera e Fabio Crespiatico al basso.
Oltre ad essere bravi, avevano anche un ottimo fotografo.

Gli Elii apparvero alle undici in punto.
La scaletta iniziò in modo classico: Plafone, Ignudi tra i nudisti, Gargaroz e TVUMDB con un peperone monopodicamente infortunato ma felice.
C'è chi nasce per cantare, c'è chi nasce per ballare, c'è chi nasce per trombare e c'è chi nasce peperone, per tutta la vita. Mangoni aveva trovato la sua dimensione.

La prima sorpresa fu l'ingrediente segreto di Uomini col borsello: un bidello, il più amato dai giovani... esatto, SKARDYSKARDY!!!
Era la prima volta che lo vedevamo sul palco da QUINDICI anni a questa parte!!!

Dopo di lui, salirono sul palco i Pitura Freska.
Non mancò qualche lacrima per il vecchio Ciuke che "va dee bone", scomparso il 15 gennaio. Al suo posto, il grande Paolo Costa.
Ai cori: Roby Conti, Paola Folli e Francesca Touré.

Non riuscivo a crederci, ma a pochi metri da me erano appena risorti i Pitura Freska. Avevo visto un solo loro concerto, nel 1994 alla Pellerina, e non avrei mai pensato che sarei riuscito a fare il bis.
Naturalmente, a nessuno dell'organizzazione era venuto in mente di scrivere su Internet che ci sarebbero stati... Fatima rulez.

I Pitura Freska ci regalarono tre brani: Marghera, Na bruta banda e Pin Floi.
Insomma, un'oasi di anni novanta.
Mancava solo un tocco di fumo, poi sarebbe stato tutto perfetto.

Subito dopo, gli Elii rientrarono in scena con El Pube, Second me e Pork e Cindy, con la partecipazione straordinaria del grande Stefano NoseiStefano Nosei.
Pork e Cindy gli stava a pennello... era come se l'avessero scritta apposta per lui.

Poi il Disco Medley, impreziosito dalla prima ed ultima esibizione di un pregevole duo di ballerini: Mariottide e Billy Ballo.
Ed il concerto degli Elii si concluse con Parco Sempione... niente Orrendi nei, peccato.

Dopo di loro, gli Invertitos!
Da sinistra a destra: Jantoman prima chitarra, Christian Meyer basso, Stefano NoseiPaolo Costa trombone, Daniele Comoglio tromba (evitiamo di ripetere ogni volta facili battute... comunque, beato lui!), Faso batteria, Elio voce e percussioni, Roberto Cecchetto seconda chitarra, Paola Folli, Francesca Tourè e Roby "Big" Conti cori e, udite udite, Cesareo terza chitarra.

Gli Invertitos eseguirono un solo brano: Oratorium.
Ottima esecuzione... molto toccante.

Oratorium
Poi si scambiarono gli strumenti e, magicamente, divennero la BIBA BAND.

Era la PRIMA reunion della Biba Band dal 2004... quel Panino Day Paola Folli e Francesca Toure era L'EVENTO DELL'ANNO. Se anche solo un decimo del programma fosse stato rivelato su Internet, nonostante l'inculaggine del posto e la scelta sfigata del giorno, il Palazzetto avrebbe registrato il tutto esaurito!
Ed invece, TUTTI avevano fatto DI TUTTO perché a quel concerto NON VENISSE NESSUNO... e ci erano riusciti!
A mezzanotte erano entrate sì e no 300 persone, quasi tutti rigorosamente MAAAASKI. Gli spalti erano deserti, la poca gente si era ammassata sotto il palco, in religioso silenzio.
Sul palco c'erano una VENTINA di musicisti, quindi il rapporto "gente che suona/gente che ascolta" era di 1:20. Era un vero concerto jazz.
Biba Band La Biba Band eseguì due brani: No mercy for me e Come on come over.
Da segnalare la presenza di Giorgio Cocilovo alla chitarra, di Maxx Furian alla batteria e di Cesareo, al campanaccio: Roby Conti era la prima volta che lo vedevo con la Biba.
Il mondo è pieno di sorprese.

A concludere l'evento, una mega Tapparella collettiva, introdotta dai ringraziamenti di Elio.

"Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno lavorato per questo Panino Day... e le FAVE!!!"

Il miracolo si era compiuto, il tabu era stato rotto: Elio, sul palco di Elio e le Storie Tese, aveva pronunciato la parola FAVE!!!
Il continuum spazio-tempo si era frammentato... oppure avevo preso degli acidi... oppure li aveva presi Elio... oppure eravamo intrappolati in un sogno della mente di Schopenhauer.

Comunque, il Palasport si illuminò a giorno, Cesareo prese il cartonato di Feiez e rimase da solo a reggerlo al centro del palco, mentre nell'aria per la seconda volta riecheggiavano le note di Single.

Finale meraviglioso, insomma.
Soprattutto... ero stato uno dei pochissimi a poter dire: "IO C'ERO!"
E Schopenhauer fankulo.
Pubblico rock

Pubblico rock

Paolone Feiez

Pubblico rock

Pubblico rock
BACKSTAGE: FAVE = STRAFANKULO
Per tutta la durata del concerto, quel martire del presidente Cops era rimasto al banchetto, da solo, a cercare di vendere qualcosa ai quattro gatti presenti in sala.
Gli andai incontro, era invecchiato di 30 anni in 3 ore.

"Presidente, allora... com'è andata?"
"Eh... siamo arrivadi a SEIGENDOSESSANDAGINGUE EURO!"
"665?"
Era una figata... ma si poteva fare meglio: tirai fuori il portafoglio, estrassi un euro e lo lasciai roteare sul bancone.
"Adesso siamo arrivati a 666! Fine!"

La scritta "666" sull'assegno mi era costata un euro... la soddisfazione non aveva prezzo.

Come ampiamente previsto, l'idea originale di salire sul palco e consegnare il ricavato all'Associazione durante il concerto degli Elii si era rivelata pura utopia, ma non aveva importanza: sarebbe stato altrettanto bello nell'ambiente più intimo e raccolto del backstage.
Così, mentre Cops metteva via il materiale e Francy completava il mega assegno, le altre fave si accalcarono sulle transenne in attesa che Lorenzo passasse a chiamarci.

A dieci minuti dalla fine del concerto, a parte noi ed i tecnici, nel palazzetto non c'era più NESSUNO: il backstage per una volta non sarebbe dovuto essere un problema.
Oltretutto, tra torte, pasticcini, bottiglie e fusti di birra, avevamo un macello di roba da mangiare e da bere, e l'avremmo offerta ai musicisti più che volentieri... almeno non ce la saremmo dovuta riportare a casa.

Alla fine, Lorenzo arrivò.
E ci disse: "FAVE, gli Elii sono stanchi, NIENTE BACKSTAGE!"

Alle mie spalle ci fu un'insurrezione popolare.
E Daiconan disse: "Ma, scusate, a questo punto... se nessuno ci caga... teniamoci i soldi e andiamo a farci una pizza e una birra..."

Con quella frase, Daiconan si era riscattata di tutti i pacchi che ci aveva fatto nella sua vita: la sua idea era geniale, una di quelle che cambiano completamente la prospettiva con cui si guarda il mondo.

Così risposi a Lorenzo: "Ok, puoi solo riferire un breve messaggio da parte nostra?"
"Sì, certo..."
"CE NE ANDIAMO CON I SOLDI!"

Lorenzo, un po' stupito, andò nel backstage e riferì agli Elii.
Pochi minuti dopo, uscirono il Civas e Silvia Panigada... pochi ma buoni.

Offrimmo loro da bere e da mangiare, L'attestato di Cesareoconsegnammo l'attestato "premio fedeltà" a Cesareo (l'unico che era sempre venuto a tutte le nostre convention!), mollammo finalmente i 666 euro a Silvia Panigada e ci apprestammo a scattare la foto collettiva di rito.
Se in quel momento fosse sceso qualcuno dal cielo a dirmi che non si potevano fare foto, avrei commesso un omicidio.

Tirai fuori il cavalletto, quando un ragazzo dello staff mi disse: "Se vuoi te la faccio io!"
"Ok..." risposi.
"NO, MAROK! - urlò Grumo - USA L'AUTOSCATTO!!!"
"Ma soka!"

La foto venne UNA MERDA.

E Grumo iniziò a ripetere: "Dovevi usare l'autoscatto! Dovevi usare l'autoscatto! Dovevi usare l'autoscatto!".
"Cos'è che dovevo usare?"
"L'AUTOSCATTO! Dovevi usare l'AUTOSCATTO! L'AUTOSCATTO!!!"

Credo che non abbia smesso ancora adesso.
O, almeno, mi piace ricordarlo così.
E la foto... vaffankulo.