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Gli addii
Grumo mi aveva detto che sarebbe partito subito dopo pranzo, quindi nel pomeriggio avrebbe fatto bello. Meglio approfittarne e prendere l'ultimo treno, tanto più che la tizia dell'albergo non faceva storie per tenermi la valigia fino a sera e, se per caso me ne avesse fatte, l'avrei roncolata.

Feci un salto da FotoAldo giusto il tempo per vedere che tutte le foto notturne che avevo fatto con la Nikon di merda erano venute, per l'appunto, di merda.
"Oh, mi passi le tue dell'ultima sera?" gli chiesi.
"Sì, volentieri, te le metto da parte per quando vieni ad Agosto!"
Ok, erano perse per sempre.

Intanto avevo ricevuto una ventina di chiamate senza risposta da Stefano Incani. Solo dopo avrei saputo che aveva incaricato un corriere di venirgli a prendere la batteria che aveva vinto, che la batteria l'aveva messa nel magazzino, che il magazzino era chiuso e che, chissà perché, pensava che io sapessi come aprirlo.
Ho la fama dello scassinatore... non si smette mai di imparare, è anche questo il bello del Percfest.

Gli dissi di rassegnarsi ed aspettare il pomeriggio, mentre cazzeggiavamo da Zazà con Christian Meyer, Grumo, i Biellesi, Angelo & Friends e gli altri dell'allegra compagnia.

Dall'altro lato del locale, un po' in disparte, c'era Elione. Ancora non mi aveva visto, perché la sera prima era andato a dormire presto e non aveva avuto la disgrazia di incrociarmi.
Era ancora sereno, dunque. Ma non sarebbe durata!

"Marok! Ma... ma... sei anche qua???"
"Eh... me tocca!"

"Io ho un grande sogno - mi disse - quando facciamo il concerto a Torino voglio vedere te e Ivan Piombino venirmi incontro mano nella mano... non desidero altro dalla vita!"
Basta poco per accontentare i cantanti.

Dopo pranzo andarono via tutti, l'autistico Grumo ovviamente accompagnato dai genitori che erano passati a prenderlo in macchina perché è handicappato.
Appena fu lontano qualche chilometro la cappa di afa si diradò e rispuntò il sole, così mi comavegetativizzai in spiaggia fino al tramonto.

Per una volta il treno fu puntuale e il saluto alle luci di Laigueglia che si allontanavano nel buio fu l'ultima pennellata in quel quadro di sole, mare, figa e musica dipinto indelebile nell'handicap dei ricordi.
Il Percfest era finito, ma nuove note risuoneranno nell'aria, nuovi soli risplenderanno nel cielo, nuove fighe daranno due di picche e l'handicap continuerà sempre, finché lo sciacquone del vento del destino non gorgoglierà l'ultimo, inequivocabile e definitivo vaffankulo.


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