Sole, sole ed ancora sole... l'estate sarebbe mai terminata?
Pronta, una nuvoletta rispose ed il telefonò squillò: era
l'autistico Grumo.
"Marok, l'8 settembre c'è un concerto a GONZAGA!!!"
"Gonzaga? - risposi - E dove cazzo è Gonzaga?"
"NON SAI DOV'È GONZAGA??? IGNORANTE!!!"
Liquidai l'episodio come puro delirio autistico, finché non lessi sul mio ghestbuk il seguente messaggio: "Il Dottor Marok neanche sa dov'è Gonzaga". Firmato: GRUMO.
Incuriosito, andai a cercare su
viamichelin.com dove cazzo fosse questo posto... era un paesino di tre case, all'apparenza assolutamente anonimo, sperduto nella quiete pappettosa della bassa Padana... sì, proprio dietro
casa Pelodia.
Cosa poteva avere di particolare il paese di Gonzaga?
Era un'ottima occasione per chiamare il Pelo e rompergli i coglioni.
"Ciao Pelo! Sai niente di un paese chiamato Gonzaga?"
"Ma sì, sono tre case del cazzo qua vicino... perché, vuoi venire per Elio?"
"Avevo una mezza idea... ma dimmi, concerto a parte, secondo te c'è qualche motivo per cui uno che sta a Torino dovrebbe sapere dov'è Gonzaga?"
"Be', sì - rispose - c'è LA FIERA DEL MAIALE PIÙ GRANDE DEL MONDO..."
Fantastico.
Ora il mio dubbio era se "più grande del mondo" si riferisse alla fiera od al maiale, avrei potuto perdere ore, ore e poi ore a pensarci ma non c'era tempo: bisognava convocare la pheega.
L'attività fu fruttuosa: presenti all'appello il Motivo dell'alba, alias Daiconan, e le minorenni Cate e Flo!
Sarebbe stata una bella giornata... cosa poteva andare storto?
LA MAMMA DELLE FERROVIE ESERCITA UN MESTIERE ANTICO
Il treno per la patria del maiale passava da Rolo, patria del Pelo. Così, l'indigeno mi aveva invitato da lui per un po' di cazzeggio pre-concerto, trovandomi com'è ovvio consenziente: mai dire no al cazzeggio.
La tratta Torino-Rolo prevedeva solo un cambio, a Modena.
"Niente di che - pensai - se ho trovato il binario 1E
quella notte a Bologna, posso cambiare treno anche in culo al mondo... poi mica in tutta l'Emilia i binari sono esadecimali!"
Sceso in stazione, il tabellone parlava chiaro: "Binario 5".
La
foto si commenta da sé.
Iniziai a bestemmiare contro tutte le stazioni dell'Emilia Romagna, dalla più grande alla più piccola, comprese quelle a binario unico perché di sicuro avevano trovato il modo di incasinarle lo stesso, usando numeri in base zero.
Solo dopo un quarto d'ora di cammino in ameni ed indimenticabili giri a vuoto atti a decifrare codici di binari tronchi e sdruccioli, mi imbattei per puro caso nella vaccamerda di puttanatroia di PiombinoKastrox di binario numero Johnny 5. Evviva!
Sorpresa: nello scompartimento ero l'unico viaggiatore.
Nessuno aveva trovato il binario, oppure era passato Ivan Piombino.
VOGLIA DI PORCO
Arrivato a Rolo, il Pelo mi accolse a braccia aperte: "L'altra sera in chat è arrivato un altro handicappato dal tuo sito! E mi ha chiamato ANALE!!! Ah ma io banno tutti eh! Ah ma io ban kick!!!"
Un uomo distrutto.
Mentre viaggiavamo mi voltavo spesso in giro ed ero davvero sorpreso: per la strada non si vedeva neanche un maiale. È sempre tristi sentirsi soli, tanto più che il tempo era una mezza merda. Però ancora non pioveva: il treno di Grumo era in ritardo.
E va be', arrivati nel paese del porco ne approfittammo per girare la fiera in lungo ed in largo, bere alcool, mangiare porcate, dire cazzate ed amare cagate, ma ero sempre più deluso: niente porci.
Così, mi misi a cercare nuovi soggetti per la mia nuova macchina foto, la
Canon S2IS:
dopo l'odissea di
Farigliano,
la A80 era in riparazione, quale pretesto migliore per comprare la S2? Devo dire, mi stava già dando
ottime soddisfazioni.
Per il resto, il pomeriggio scorse placido e sonnacchioso, le prime timide goccioline di pioggia scesero solo verso le cinque e mezza. Era un segnale celeste, Grumo era sceso dal treno. Feci che aprire l'ombrello: ben sapevo che, finché ci fosse stato autismo al di qua del nostro orizzonte, mai l'avrei richiuso.
"Meglio un ombrello del buco del culo!" pensavo, mentre davanti a noi passava un
coglione coi trampoli travestito da gallina gigante.
"Guarda QUEI DUE! - disse la minorenne Flo - Si muovono benissimo!"
Io ero già uso ed abuso all'handicap, per cui mi rassegnai.
Pelodia, al contrario, volle a tutti i costi cercare di spiegare alla minorenne Flo il come, il dove, il quando e soprattutto il perché della gallina gigante.
"Guarda che non sono in due, è uno solo, con i trampoli!
Pelodia provò con le parole, con i gesti, con esempi pratici, con l'ipnosi, senza ottenere alcun reale risultato: il delta era negativo.
E va be', ci consolammo pensando a cosa avremmo potuto fare per tutta la sera, visto che con la pioggia il concerto sarebbe sicuramente saltato.
Potevamo passare la sera a bearci del titolo di prima ed ultima fila: eravamo gli unici in tutta la piazza.
Potevamo passare la sera a leggere gli sms di Daiconan: "Aiuto!!! Sono in ritardo!!! Mi tenete un posto davanti??? Vi prego!!!".
Potevamo passare la sera a risponderle: "Ormai è tardi, la piazza è piena, cazzi tuoi!"
Potevamo passare la sera a contemplare Don Diego, felice perché era il suo compleanno e, contro ogni previsione, lo stava passando in mezzo alla pheega.
Oppure potevamo fare un giro per Gonzaga, andando a visitare il MUSEO DEL MAIALE.
Il MUSEO era stupendo, finalmente il Pelo ed io vedemmo dei suini, seppure finti! Alèèè!!! Saremmo rimasti là il più a lungo possibile, anche perché fuori stava diluviando e non c'erano maiali. Se ci avessero voluti esporre avremmo anche accettato, non è poi una brutta vita e
Gnurluvo sarebbe stato fiero di noi.
Alle nove e mezza però arrivò Daiconan: c'era un ottimo Motivo per bagnarsi e tornare sotto il palco, e così fu.
DODICI PER TRE VENTI
Ora che c'erano ben due Motivi, concertone fu!
La scaletta era quella del brulé volume 3, con quell'autentico capolavoro che è HOMMAGE Á VIOLETTE
NOZIERES, cover degli Area che è sempre un piacere sentire.
Purtroppo, non appena Elio ebbe presentato il chitarrista ungherese Fitas G, la scarsità di intelligenza ed educazione di certo pubblico si fece sentire e la voce del cantante venne sovrastata da un gruppo di innominabili Fave che, senza il minimo rispetto per l'artista e la cultura di cui era portatore, cantarono a squarciagola Alfieri... gli Elii invocarono l'aiuto della sicurezza e finalmente i bifolchi tacquero... corpi rubati all'agricoltura.
Probabilmente era una punizione divina, ma la pioggia non accennava a diminuire nè a rimanere costante. Il battesimo per la nuova macchina foto non poteva essere meglio.
"Come mai la macchina foto nuova è più grande dell'altra?" mi chiesero i Motivi e le Minorenni.
"Perché ha uno zoom ottico 12x!"
"Ah... - risposero, come se avessero capito - E fa anche i filmati?"
"Sì, certo. Poi è comoda: mentre filmo posso zoomare e scattare foto, l'audio è in stereo ed il volume di ingresso è regolabile, poi non ho più il limite dei tre minuti che c'era in quella piccola. Solo che in questa scheda ho poco spazio per cui filmo a 320..."
"Scusa, cos'ha detto il dottor Marok?" chiese una minorenne alle colleghe.
"Ha detto che DODICI PER, TRE E VENTI!" rispose una collega.
"DODICI PER TRE VENTI?"
Perfetto.
Intanto, a gran sorpresa, Elio dedicava a "Diego Mantica che compie gli anni" la canzone successiva, un brano scomodo
che parlava delle problematiche delle grandi città e dei padroni che non badano al comportamento dei propri cani: LITFIBA TORNATE INSIEME.
Qualche maligno avanzò l'ipotesi di un leggero errore... gente ignorante che non capisce un cazzo. Don Diego al contrario capì ed apprezzò.
Anche GIOCATORE MONDIALE era sempre bella, però non era dedicata a "Diego Mantica che compie gli anni", quindi soka.
Quando le note di TAPPARELLA conclusero lo show, la percentuale di liquidi penetrata nel nostro organismo aveva già fatto marcire parecchi dei nostri organi interni ed anche quelli esterni non se la passavano meglio. L'unico sano era il cervello: partendo malato aveva guadagnato un indiscusso vantaggio.
E così, esibendo i pass di Alan Magnetti e le minorenni bagnate,
ci fiondammo dietro il palco, dove avemmo modo di incontrare gli Elii e scroccare loro quel tozzo di pane ed alcool che non si nega a nessuno, handicappati compresi.
AFTER
Era arrivato il momento degli addii... ed ancora non sapevo che forma avrebbe assunto il giorno dopo
il cielo sopra Grumo.
Ancora non sapevo che, mentre Ligabue faceva il concerto, i LADRI gli avrebbero VUOTATO LA CASA ed il Favone Grassone avrebbe urlato uno "SBORROH!" che da Biella si sarebbe sentito fino a Correggio.
Ancora non sapevo che nei due giorni seguenti, per tutto il tempo in cui Grumo era stato in giro, il maltempo su Emilia e Lombardia avrebbe raggiunto
livelli da allarme per la Protezione Civile.
Ancora non sapevo che la minorenne Flo avrebbe capito com'era costituita la gallina gigante solo parecchi mesi dopo, grazie al manuale compilato appositamente per lei da Pelodia.
MA SOPRATTUTTO...
...ancora non sapevo quante altre sorprese mi avrebbe riservato la vita, tra sole, pioggia, albe, notti, pheega, handicappati, minorenni e maiali, fino all'ultimo, irrevocabile ed inevitabile vaffankulo!