Nella vita di un giovane uomo, ci sono giorni che galleggiano leggeri e luminosi nella sublime estasi del tempo.
Il 30 luglio del 1998 NON era uno di quelli.
E così quando, verso le cinque di pomeriggio, squillò il telefono non ebbi esitazione alcuna: "CHIUNQUE TU SIA VAFFANKULOOOOOOOOO!!!!!!!"
"Marok... ma... sono Fra... che succede?"
"Oh, niente di che... la vita, i due di picche, stanotte avrò dormito sì e no due ore, stamattina mi hanno segato a Sistemi2 e non lo posso ridare quest'anno così non posso fare il rinvio così parto per Naja, è finita la carta da culo e mi scappa da cagare, e invece di essere alle Maldive con miss Svezia 1998 sto a squagliarmi il cazzo in città passando il tempo al telefono con un handicappato. A parte questo è una bella giornata..."
"Ah ah GHHH... vieni a vedere Elio a Collegno stasera?"
E fu così che due handicappati si riversarono al Dalla Chiesa per concimare alcune ore della loro merda di vita con i fertilizzanti automatici di cazzate per eccellenza: Elio e le Storie Tese.
QUELLI CHE ASPETTANO...
Il Dalla Chiesa è il parco del manicomio di Collegno. A dire il vero loro lo chiamano EX manicomio, ma a giudicare dalla percentuale di handicappati presenti nel parco, direi che non ha perso nulla degli antichi splendori.
Più ci avvicinavamo al palco più aumentava la statura media degli handicappati e la visibilità si riduceva a un cazzo: quello di chi stava davanti. Dopo lunghe elucubrazioni trovammo un degno compromesso sedimentandoci in una postazione lontana dal palco, dietro ad una squadra di basket. Sono cose che fanno pensare...
L'inizio del concerto era previsto per le nove, e come sempre le prime onde sonore sorsero un'ora dopo. Non ho mai capito se lo fanno perché aspettano che faccia buio per poi sparare 1000 watt di luci sul palco, o semplicemente perché sono handicappati. Mi rimarrà il dubbio per tutta la vita.
Comunque, dopo averci scassato i marroni con un quarto d'ora di minchiate di Fioretto ed altre cose incomprensibili, mandarono sul palco uno sfigato a declamare con accento americano la seguente frase: "Il pubblico si sono rotti i coglioni!".
Era il segnale: finalmente i simpaticoni si palesarono alla mandria di handicappati.
IL CONCERTONE!
"Ciao Collegno! - disse Elio - Sapete com'è fatto questo palco? Col legno! AHAHAH!!!"
Consolante: al mondo c'è sempre qualcuno messo peggio di te.
Primo brano LA VENDETTA DEL FANTASMA FORMAGGINO.
Era la prima volta che la sentivo dal vivo, notevoli l'estensione di Feiez ed il costume da coglione di Mangoni, forse un po' troppo lungo come inizio ma sicuramente originale.
Era sempre un piacere sentirli suonare. Alla chitarra Cesareo, secondo miglior chitarrista italiano dopo Ghigo Renzulli, alle tastiere Rocco Tanica, secondo miglior tastierista italiano dopo il Guardiano del Faro, alla batteria Christian Meyer, miglior batterista svizzero perché unico batterista svizzero, al basso Faso, secondo miglior bassista italiano dopo Saturnino, a tutti gli altri strumenti Feiez, secondo miglior tuttiglialtristrumentista italiano dopo tali Otto e Barbelli che non ho assolutamente idea di chi cazzo siano ma il solo sapere che siano esistiti mi rende felice.
Tutto questo troiaio per dire che erano il secondo miglior gruppo italiano e per questo erano arrivati secondi a San Remo. Anche questo è amore.
La scaletta proponeva in ordine sparso LO STATO A LO STATO B, il PIPPPERO "una canzone per danzare" e BORN TO BE ABRAMO "un brano per ballare". Al termine di ogni pezzo Elio mandava in rotazione tre frasi standard: "Siamo in playback", "Il concerto è finito, buonanotte!" e "Vaffanculo, un pezzo nostro ne vale 15 dei Litfiba e 1000 degli 883!", sputando in faccia a chi dalle prime file lo mandava affankulo.
Peccato non essere davanti, sarà per la prossima volta.
Bella anche NÉ CARNE NÉ PESCE, soprattutto la strofa di Paolone Feiez. Quell'uomo canta proprio da Dio.
"Ah ah ah! No flesh no fish!!!" esclamò l'handicappato di Fra ridendo come un disperato.
"Che cazzo vuol dire?" gli domandai incuriosito. Nel disco non l'avevo mai capito.
"Ma che cazzo ne so... fa ridere!"
Certe volte mi chiedo se è umano.
Seguiva L'ETERNA LOTTA TRA IL BENE E IL MALE, accolta da un'autentica ovazione.
Un po' tutti, cani, porci e handicappati, conoscevano la dedica telefonica all'uomo di merda, ma pochissimi l'avevano mai sentita in questa versione. Anche per me fu la prima volta dal vivo, un bel momento per tutti.
Da quando l'ha sentita al concerto ad oggi, Fra mi ha chiesto di doppiargliela 1.157 volte.
Secondo voi gliela devo fare?
Del resto abbiamo la vita davanti.
Forse.
Intanto uno strano intermezzo vedeva Feiez impersonare gli animali dai quali era abitato, emettendo dei versi impressionanti che avrebbero fatto piegare un bue mentre Elio, serissimo, narrava la loro biografia.
Talmente surreale da essere affascinante... non avrei potuto immaginare introduzione migliore per il pezzo dedicato all'animale "più meravigliosamente bastardo": la bellissima, indimenticabile, ineguagliabile ESSERE DONNA OGGI.
Toccante, come sempre. Specie la scoperta del punto G.
Ancora bei momenti con la retropenetrazione del simpatico VITELLO, e poi la vera sorpresa della serata: ALFIERI!!!
Accompagnamento con suono midi da videogames, chitarra spaccata dal Civas e cazzate in perfetto stile, sentirla dal vivo era un mio sogno da quando una parte di me popola questo pianeta.
Speravo la cantassero tutti e sei come nelle cassettine del 92 invece si mantennero fedeli alla versione originale dei primi anni 80, lasciando le strofe ai quattro "nonni" (Elio, Faso, Cesareo, Rocco) mentre gli "ultimi arrivati" Feiez e Christian Meyer si prodigarono in un assolo finale di percussioni e batteria di una decina di minuti.
Fu un aggancio molto elegante per la caraibica EL PUBE. Più la sento più mi piace... dal vivo poi era un vero spettacolo.
Ogni tanto Elio accennava anche ad un certo "progetto Fonopoli", senza peraltro spiegare che cazzo fosse. Lo sapremo solo vivendo.
Seguivano in ordine sparso BURATTINO SENZA FICHI ("Ciao Collegno! Sapete come si fanno i burattini? Col legno!"), UOMINI COL BORSELLO col veneziano farlocco di Feiez, i mitici 30 centimetri di JOHN HOLMES, una scatenata SUPERGIOVANE condita con interiezioni by Mangoni e una piccola variante sul tema: un finale delirante sul ritornello "ZOOMA ZOOMA BACCALÀ" con Supergiovane che saltava sul palco come un handicappato.
Un lungo intervallo allietato da un assolo di basso del buon Faso diede modo ai mattacchioni di riprendere fiato. A pensarci bene era la prima pausa che si prendevano dopo un paio d'ore e passa filate di concerto, se trombano come suonano i miei complimenti.
Ben presto ritornarono comunque tutti sul palco. Anche perché, se finora ne avevamo viste tante, ne mancava ancora una: era il COMPLEANNO DI ELIO!
Faceva gli anni una settimana dopo di me... l'ho sempre detto che a Luglio nascono solo squilibrati.
Dopo un po' di canzoncine di auguri, rutti ed amenità varie fu il gran finale con MILZA, SERVI DELLA GLEBA (sempre con Feiez che suonava il basso di Faso da dietro il culo di Faso) e l'indimenticabile festa delle medie di TAPPARELLA.
Solo ora il concerto del "secondo miglior gruppo italiano" era davvero finito, e dopo due ore e mezza di troiaio ci potevamo ritenere ampiamente sazi e soddisfatti.
Bello, bello, veramente bello.
"Grazie alle Fave!" urlò Elio.
"Chi cazzo sono le Fave?" mi chiese Fra.
"Da quanto ho capito sono degli handicappati che hanno calato soldi a Elio perché li caghi due minuti dietro il palco a ogni concerto, ma non sono sicuro..."
"Ah, una specie di Fan Club... e te perché non ci vai?"
"Bah, il giorno che sarò completamente handicappato lo farò!"
Ai posteri l'ardua sentenza.
E sulle note di I MIGLIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA abbandonammo Elio e Collegno al loro destino.
Non fu che l'ultima mossa prima di mandarci definitivamente e improrogabilmente affankulo.